Il Lello negli anni Trenta, sotto il precedente nome di Luigi Boer (g.c. Mauro Millefiorini) |
Piroscafo da carico
di 1384 tsl e 804 tsn, lungo 75,4-78 metri, largo 9,75 e pescante 6,2.
Appartenente all’armatore Riccardo Telesio, di Genova, ed iscritto con
matricola 2085 al Compartimento Marittimo di Genova.
Breve e parziale cronologia.
1889
Varato nel cantiere
J. De Decker Gz. di Anversa come belga Emma
Henriette.
Marzo 1889
Completato come Emma Henriette per l’armatore D. A.
Nottebohm (Madame la Douairière) di Anversa. La stazza lorda originaria è di
1462 tsl.
25 febbraio 1890
In arrivo nel Tyne,
durante un viaggio da Bilbao a Newcastle con un carico di minerale, l’Emma Henriette rimane danneggiato in
seguito alla collisione con un relitto galleggiante.
Marzo 1890
Dopo essere stato
riparato e sottoposto a controlli, l’Emma
Henriette viene venduto alla Compagnie des Bateaux à Vapeur du Nord, con
sede a Dunkerque. Ribattezzato Ville de
Dunkerque ed impiegato principalmente nei collegamenti tra la Francia (con
partenza da Dunkerque) e le sue colonie algerina e tunisina.
28 marzo 1915
Il marinaio francese
M. Celestin Buttez muore per cause belliche sul Ville de Dunkerque. Verrà sepolto nel cimitero di Cathays.
1918
Alla fine della prima
guerra mondiale, il Ville de Dunkerque
è uno dei soli quattro piroscafi superstiti della flotta della Compagnie des
Bateaux à Vapeur du Nord, che all’inizio del conflitto contava 19 bastimenti:
gli altri sono stati tutti affondati dagli U-Boote tedeschi, tranne due che
sono stati venduti nel 1916.
1928
Acquistato dagli
armatori Ferrer, Peset & Viguier, di Cette (successivamente divenuto Sète,
Francia), e ribattezzato Huguette.
Novembre 1934
Acquistato
dall’armatore Giuseppe Interdonato di Messina e ribattezzato Luigi Boer. Stazza lorda e netta
risultano 1396 tsl e 850 tsn.
1936
Acquistato dall’armatore
Raffaele Sangiovanni di Genova e ribattezzato Lello.
1938
Acquistato
dall’armatore genovese Riccardo Telesio fu Agostino.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella
seconda guerra mondiale. Il Lello non
verrà mai requisito dalla Regia Marina, né iscritto nel ruolo del naviglio
ausiliario dello Stato.
1940
Secondo alcune fonti,
tra cui anche i Lloyd’s Registers, a fine 1940 il Lello sarebbe stato venduto all’armatore F. Italo Croce, anch’esso
di Genova, e ribattezzato Carlo Croce.
In realtà, non sembra che il cambiamento di nome abbia mai avuto luogo, dal
momento che i documenti delle autorità della Marina relativi alla sua perdita
lo chiamano sempre Lello.
5 gennaio 1941
Il Lello ed il piroscafo Mauro Croce compiono un viaggio da
Genova a Barcellona, dove arrivano il 5 gennaio.
Successivamente il Lello lascia Barcellona e ritorna a
Genova.
Una cartolina ritraente il Ville de Dunkerque, futuro Lello, intento a scaricare merci a
Dunkerque (g.c. Mauro Millefiorini)
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Scomparso
Alle 12.10 del 18
febbraio 1941 il Lello lasciò Genova
alla volta di Civitavecchia, dove sarebbe dovuto arrivare alle dieci del giorno
seguente. Un viaggio come tanti, praticamente di cabotaggio, in acque dove fino
a quel momento la presenza nemica era quasi nulla; doveva essere un viaggio
senza storia, una traversata tranquilla, per quanto si possa essere tranquilli
in tempo di guerra.
Alle 18 di quello
stesso giorno il Lello transitò al
largo dell’isola di Palmaria, con rotta verso sudest: fu l’ultima volta che
qualcuno lo vide. A Civitavecchia non arrivò mai.
Quando ci si accorse
che doveva essere successo qualcosa, Marina La Spezia ordinò di ispezionare con
cura le acque costiere che rientravano sotto la propria giurisdizione. Le
approfondite ricerche ordinate da Marina La Spezia portarono soltanto al
rinvenimento, vicino alla spiaggia presso cui sfociava il torrente Mignone, di
una cintura di salvataggio e di una biscaglina; questi due oggetti non
presentavano, però, alcun elemento che permettesse di attribuirli con certezza
al Lello. Il 24 gennaio l’ammiraglio di
squadra Antonio Pasetti, titolare del Comando Difesa Traffico (Maricotraf),
riferiva a Supermarina ed alla Direzione Generale della Marina Mercantile
(Ministero delle Comunicazioni) che «tenuto
contro del periodo di tempo trascorso dalla data di partenza del piroscafo da
Genova ad oggi, si ha motivo di nutrire preoccupazioni sulla sorte del piroscafo
stesso, per quanto appaia strano che, percorrendo l’unità rotte costiere di
traffico, nessun relitto sia stato finora rinvenuto sulle spiaggie».
Ulteriori ricerche
furono condotte nei giorni seguenti lungo tutta la costa tra La Spezia e
Civitavecchia, ed il 31 gennaio l’ammiraglio Pasettti diede notizia del
ritrovamento di due relitti nelle acque tra Punta Mesco e l’isola del Tino: uno
era un pezzo di plancia di un piroscafo, l’altro erano i resti di una
scialuppa.
L’esame dei rottami
rinvenuti, compiuto da Marina La Spezia, rivelò che il pezzo di plancia faceva
parte del ponte lance di una nave mercantile di circa 1400-1500 tsl (cioè di
dimensioni simili a quelle del Lello),
e che la scialuppa fracassata era di un tipo usato soltanto sui vecchi
piroscafi. Considerato anche che non c’erano altre navi affondate o scomparse
in quella zona, non ci voleva molto per capire che doveva trattarsi di relitti
appartenenti al Lello. Si concluse
che la nave, transitata nelle acque del Golfo di La Spezia alle 17.30 del 18
gennaio, dovesse aver urtato una mina alla deriva, o forse fosse entrata
accidentalmente in uno campi minati difensivi di La Spezia.
Dopo il ritrovamento
dei rottami vennero inviati degli aerei a perlustrare una fascia ampia dieci
miglia dalla costa tra Marina di Massa e Genova, ma non fu trovato nient’altro.
Il 27 gennaio il
motoveliero requisito Cora, impiegato
nella vigilanza foranea in Alto Tirreno, trovò in mare una salma che venne
recuperata e portata a La Spezia; il corpo, irriconoscibile, venne stimato
appartenere ad un uomo di circa 25 anni. L’autopsia concluse che dovesse essere
morto da non più di due o tre giorni, il che indusse a ritenere che non si
trattasse di un marinaio del Lello,
che era affondato, con ogni probabilità, nella notte tra il 18 ed il 19.
Dell’equipaggio del Lello non venne mai trovato alcun
superstite, né poterono essere ritrovati i corpi.
In mancanza di altra
spiegazione, l’Ufficio Storico della Marina Militare, nel suo volume "Navi
mercantili perdute", considera il Lello
come "affondato, probabilmente per
urto contro mina, il 18-19 gennaio 1941 sulla rotta Palmaria (La
Spezia)-Civitavecchia".
L'equipaggio del Lello, scomparso al completo:
(si ringraziano Carlo Di Nitto e Giancarlo Covolo)
Paolo Bonetto, carbonaio, da Sassari
Orazio Bruzzone, ufficiale radiotelegrafista,
da Cogoleto (Genova)
Filiberto Buonaccorsi, fuochista, da Viareggio
(Lucca)
Andrea Cicione, marinaio, da Formia (Latina)
Umberto Del Ponte, direttore di macchina, da
Gradisca (Gorizia)
Armando Ghio, cuoco, da Sestri Levante
(Genova)
Francesco Giannichini, marittimo, da Seravezza
(Lucca)
Gio Batta Giglio, fuochista, da Palermo
Eustachio Gormarino, marinaio, da Palizzi
(Reggio Calabria)
Ugo Iazeolla, capitano di lungo corso, da Bari
Mario Moraldo, mozzo, da San Remo (Imperia)
Agostino Petrone, marinaio, da Formia (Latina)
Francesco Raffadale, marinaio, da Acicatena
(Catania)
Angelo Tessara, capo fuochista, da Palermo
Gino Torello, mozzo, da Imperia
Angelo Vadalà, fuochista, da Messina
Due
telegrammi di Maricotraf relativi alla scomparsa del Lello (per g.c. dell’Ufficio Storico della Marina Militare, via
Lamberto Canepa):
..è sempre un piacere leggere i tuoi articoli... tanti auguri di BUON ANNO Nuovo!
RispondiEliminaGrazie. Buon anno anche a te.
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