Sommergibile oceanico
della classe Marcello (1060 tonnellate di dislocamento in superficie, 1313 in
immersione). Era l’unico sommergibile della classe Marcello a non portare il
nome di un Doge veneziano, bensì di un ammiraglio della flotta sabauda del
Cinquecento.
Svolse una sola
missione di guerra, percorrendo 1180 miglia in superficie e 214 in immersione.
Breve e parziale cronologia.
3 febbraio 1937
Impostazione nei
Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone (numero di costruzione 1194).
16 marzo 1938
Varo nei Cantieri
Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone.
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Un’altra immagine del varo (da
Alessandro Turrini, “Gli squali dell’Adriatico – Monfalcone e i suoi
sommergibili nella storia navale italiana”, Vittorelli Edizioni, 1999, via
Marcello Risolo e www.betasom.it)
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25 giugno 1938
Entrata in servizio.
Alle prove in mare è risultato l’unità più veloce della classe, toccando i 18,8
nodi in superficie e gli 8,5 in immersione.
Viene assegnato alla
XXI Squadriglia Sommergibili (II Grupsom), avente base a Napoli e formata,
oltre che dal Provana, dai gemelli Marcello, Dandolo e Nani (e della
quale farà parte sino alla perdita).
Esercita intensa
attività d’addestramento.
24 maggio 1939
Riceve a Napoli la bandiera di combattimento.
Sopra, il
capitano di corvetta Ugo Botti, comandante del Provana dal 3 maggio 1939 al suo affondamento (da “Le medaglie d’oro
bergamasche”, 1961, via Rinaldo Monella e www.combattentibergamaschi.it);
sotto, la cerimonia di consegna della bandiera di combattimento (g.c. Giovanni
Pinna)
La prima perdita del Mediterraneo
Pochi giorni prima
che l’Italia entrasse nella seconda guerra mondiale, il 5 giugno 1940, il Provana, al comando del capitano di
corvetta Ugo Botti, lasciò Napoli per raggiungere quello che con la dichiarazione
di guerra sarebbe divenuto il proprio settore d’operazioni, situato a nord
della costa africana (nella stessa zona, tra Cartagena e l’Algeria, erano stati
inviati anche i sommergibili Dandolo,
Marcello, Morosini e Faà di Bruno).
Non partì con il Provana un marinaio bergamasco, che si
era infortunato. Il comandante Botti, essendo anche lui residente a Bergamo,
gli affidò il proprio cagnolino, che non poteva portarsi dietro sul
sommergibile, con l’incarico di riportarlo a Bergamo.
Il sommergibile
rimase per oltre dieci giorni nel settore assegnato, iniziando, dall’atto della
dichiarazione di guerra, l’agguato offensivo. Quanto segue fu appreso nel
dopoguerra dalle fonti francesi, dal momento che dopo la partenza da Napoli il
sommergibile non diede più notizia di sé.
Poco prima delle 16
del 17 giugno 1940, a circa 80 miglia da Orano, il Provana avvistò il convoglio francese «IR.2F», in navigazione da
Orano a Marsiglia: lo componevano cinque mercantili (Mèdie II, Florida – capo
convoglio –, Kita, Edéa e Djebel-Aurès), con la scorta degli avvisi Commandant Bory (capitano di corvetta Leblanc, caposcorta) e La Curieuse (capitano di corvetta E. M.
J. Le Blanc, per coincidenza quasi omonimo del suo omologo sul Commandant Bory), il primo sul lato
sinistro del convoglio, il secondo sul lato dritto. La visibilità era ottima ed
il cielo sereno, c’era una leggera brezza forza 1 o 2 da nordest che increspava
il mare. Il convoglio procedeva zigzagando a 13 nodi, con rotta verso nord.
L’unità italiana si
portò all’attacco e, da 1800 metri di distanza, lanciò due siluri: le armi
mancarono il bersaglio, ma uno passò a meno di 200 metri da La Curieuse.
A bordo dell’avviso
il marinaio Rio, un pescatore della Vandea, di vedetta a poppa estrema, avvistò
per primo “qualcosa sul mare”, a circa due quarti di poppa dritta, al traverso.
Erano le 16.31. Rio lo fece notare a due ufficiali che erano seduti lì vicino
intenti ad ammirare il mare, il tenente di vascello Jean Berthelot, comandante
in seconda, e l’aspirante Baraton. Berthelot guardò ma non vide nulla, e disse
a Rio di tranquillizzarsi, ma il marinaio insistette e l’ufficiale, guardando
meglio, vide la scia di un siluro a 2000 o 3000 metri di distanza. Su ordine di
Berthelot, Rio diede l’allarme «siluri di poppa dritta», ed il comandante Le
Blanc ordinò subito «tutta a sinistra». La manovra permise alla nave di evitare
di stretta misura di essere colpita: mentre il siluro precedentemente avvistato
passò lontano e proseguì, durante la virata Berthelot ne vide un altro passare
a pochi metri dal lato di dritta della nave, a poca profondità. La Curieuse diede l’allarme, fischiando
ed issando la fiamma numero 1, e tutti i mercantili, avvistati i siluri (uno
correva in superficie, saltando come una focena, mentre l’altro, diretto proprio
verso uno dei mercantili, affondò prima di raggiungerlo), accostarono
precipitosamente verso ovest, mentre il Commandant
Bory virava decisamente nella direzione opposta, per dare la caccia,
insieme a La Curieuse, al
sommergibile. Alle 16.33 quest’ultimò issò il segnare «Je suis guide» (avrebbe
cioè attaccato per primo) e suonò il posto di combattimento; da gli ufficiali
riuscirono ad indovinare la scia lasciata dal secondo siluro tra le onde, ed
una volta compreso questo risultò molto semplice individuare la direzione da
dove era arrivato. L’avviso portò la velocità a 16 nodi: ora la scia del siluro
brillava sulla superficie del mare, proprio davanti al timoniere, che poteva
vederla benissimo. Il Commandant Bory
aumentò la sua velocità da 13 a 20 nodi, ma era ancora lontano.
Risalendo la scia del
siluro, con il sole alle spalle, La
Curieuse giunse in un punto in cui questa s’intersecava, con un angolo
molto acuto, con la scia del primo siluro. Sulla superficie era apparsa anche
una caratteristica “bolla di lancio”, piatta, rotonda, leggermente oleosa, formata
dalle bolle d’aria uscite dai tubi lanciasiluri del Provana al lancio del siluro (si trattava di un difetto diffuso,
che dovette poi essere risolto con l’introduzione di un sistema di lancio
“senza bolla”). Da ex assistente dell’addetto navale francese a Roma, il
tenente di vascello Berthelot sapeva che i sommergibili italiani non avevano
tubi lanciasiluri direzionali come i battelli francesi, quindi se il Provana aveva lanciato con i tubi di
prua ed era proseguito La Curieuse lo
aveva già oltrepassato, ma se aveva lanciato con i tubi di poppa doveva essere
proprio a proravia dell’avviso. Alle 16.42 il comandante Le Blanc ordinò di
iniziare il bombardamento con cariche di profondità. Gli scaricabombe lasciarono
cadere in mare, ad un intervallo di sei secondi l’una dall’altra, otto bombe di
profondità da 100 kg, regolate per scoppiare a 100 metri di profondità
(l’ultima si bloccò e dovette essere liberata a martellate dal sottotenente di
vascello Deblaye), mentre i lanciabombe ne lanciarono altre quattro, due
contemporaneamente alla seconda degli scaricabombe e due contemporaneamente
alla settima, regolate queste per 80 metri. In 42 secondi La Curieuse saturò dieci acri di mare con dodici violente esplosioni
subacquee.
Nel frattempo, alle
16.39, anche il Commandant Bory, che
procedeva a 20 nodi, aveva scaricato in mare la sua dose di bombe di
profondità.
Le cariche di
profondità, regolate per scoppiare a differenti quote, saturarono di esplosioni
il mare attorno al sommergibile, ed il Provana,
probabilmente danneggiato e con vie d’acqua nello scafo, si vide costretto a
tentare di emergere per non affondare con tutto l’equipaggio: Botti era forse
intenzionato a battersi in superficie con i cannoni.
A bordo de La Curieuse, che stava virando per
tornare verso il Provana e gettare
un’altra scarica di bombe di profondità, tutti gli uomini sul ponte gridarono
indicando il periscopio del sommergibile che emergeva diritto a 800 metri al
traverso a dritta. Il periscopio continuò lentamente ad innalzarsi nel cielo,
poi uscì dall’acqua anche un secondo periscopio, seguito dalla torretta; infine
il ponte di coperta ed i due cannoni.
Il Commandant Bory aprì subito il fuoco, ma
era troppo vicino al Provana, ed il
tiro del suo unico cannone, diretto dal sottotenente di vascello Pieters,
risultò troppo lungo, cadendo oltre il sommergibile.
Il comandante de La Curieuse, lanciato a 20 nodi ed in
posizione perfetta, decise di speronare il Provana,
quindi diresse la prua sul battello italiano, che stava emergendo troppo
lentamente, forse appesantito dall’acqua imbarcata. Vedendo La Curieuse avvicinarsi, il Commandant Bory cessò il fuoco.
Erano le 16.42. Per
oltre un minuto il Provana rimase
immobile in superficie, davanti a La Curieuse,
senza che alcuna manovra fosse abbozzata, che qualcuno apparisse sul ponte di
coperta che era ormai del tutto fuori dall’acqua.
Dieci secondi prima
dell’impatto, una testa e delle spalle comparvero sopra il bordo della torretta
del Provana. Qualcuno – forse il
comandante Botti, ma è impossibile dirlo – era uscito in torretta: un uomo a
capo scoperto, con una barba giovane ed appuntita, forse biondo. Sulle prime
l’uomo non si avvide della presenza dell’avviso francese, guardando invece in
direzione del convoglio. La mitragliera binata da 13,2 mm di prora dritta de La Curieuse, armata dal sottocapo
(quartier-maître) Gillard, sparò una raffica troppo alta. L’uomo sulla torretta
del Provana si voltò e vide la nave
francese – ormai la distanza tra le due unità era di soli trenta metri –, poi
Gillard fece nuovamente fuoco, stavolta centrando in pieno la torretta. L’uomo
in torretta incrociò le braccia sopra la testa e scomparve, forse colpito, o
forse soltanto gettatosi al riparo. Uno o due secondi più tardi, la prua della
nave francese impattò contro lo scafo del sommergibile.
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Una
ricostruzione di parte francese dello speronamento del Provana (da “Navires & Histoire des Marines du Monde” – n°26 – “LES AVISOS DRAGUEURS DE 630
TW DU TYPE 'ELAN' – Tome 2” di Gérard Garier, via Museo Navale di
Francavilla al Mare e www.betasom.it) |
L’urto fu
violentissimo: La Curieuse speronò il
Provana tra la torretta ed il cannone
poppiero, uno dei periscopi si piegò e si abbatté sul ponte dell’avviso
francese, mentre l’attrito tra i due scafi sprigionava una pioggia di scintille.
La torretta del Provana strisciò
contro il lato di dritta della prua de La
Curieuse, mentre la culatta del suo cannone aprì come un coltello uno
squarcio sul lato sinistro della prua della nave nemica; quando la larghezza
dell’avviso fu divenuta uguale alla distanza tra torretta e cannone, la chiglia
cedette ed il Provana si spezzò in
due. In pochi istanti il sommergibile s’inabissò con l’intero equipaggio (8
ufficiali e 54 tra sottufficiali, sottocapi e marinai) nel punto 37°00’ N
e 00°11’ O, ad 83 miglia per 30° da
Orano e 30 miglia a sud di Capo Palos. Il Commandant
Bory passò subito dopo sul punto dell’affondamento, a poppavia de La Curieuse, e gettò in mare tre bombe
di profondità da 35 kg, per fugare ogni dubbio sulla distruzione del
sommergibile. Poi, si avvicinò a La
Curieuse ed il suo comandante disse al megafono: «Ben fatto! Come va?», cui
Le Blanc rispose «Spero di restare a galla».
Lo speronamento era
stato infatti tutt’altro che privo di conseguenze per l’avviso francese: a prua
l’urto con il Provana aveva aperto
dei grossi squarci, attraverso cui l’acqua si riversava dentro la nave, che,
immobilizzata, andava appruandosi minacciosamente. Si rese necessario evacuare
ed isolare alcuni compartimenti, ed ammainare le lance come misura preventiva; La Curieuse imbarcò 150 tonnellate
d’acqua, pari ad un quarto del proprio dislocamento, ma l’equipaggio riuscì
alla fine a contenere gli allagamenti ed a ribilanciare la nave riempiendo
alcune casse. Dopo una lunga navigazione a marcia indietro ed a soli 8 nodi di
velocità, scortato dal Commandant Bory,
La Curieuse raggiunse Orano, dove
poté essere riparato. Durante la navigazione di rientro il tenente di vascello
Berthelot si ritirò nella propria cabina, dove recitò un De Profundis per
l’equipaggio italiano.
La Curieuse fortemente appruata dopo lo speronamento del Provana e, sotto, i danni riportati dall’avviso nella collisione (da atf40.forumculture.net)
Il Provana fu il primo sommergibile
italiano ad affondare in Mediterraneo in quella guerra (altri si erano già
persi in Mar Rosso); l’unico ad essere affondato da unità francesi, dato che la
nazione transalpina si sarebbe arresa all’Asse pochi giorni più tardi. Il Provana fu uno dei due soli sommergibili
affondati dalla Marine Nationale nel corso di tutta la guerra (l’altro fu il
tedesco U 55, affondato da unità
francesi e britanniche in cooperazione il 30 gennaio 1940).
Il comandante Ugo
Botti divenne il primo sommergibilista italiano a ricevere la Medaglia d’oro al
Valor Militare – alla memoria – durante la seconda guerra mondiale.
Morirono con il Provana:
Antonio Albanese, marinaio, da Capri
Filippo Amadei, marinaio, da Comacchio
Giuseppe Amerise, marinaio, 21 anni, da
Trebisacce
Giovanni Arena, sottocapo cannoniere, da
Messina
Francesco Azzarelli, marinaio, da Pozzallo
Ciro Bali, marinaio, da Castellammare di
Stabia
Arturo Bellati, capo elettricista di terza
classe, da Como
Ugo Botti, capitano di corvetta (comandante),
36 anni, da Venezia (MOVM)
Giuseppe Bruno, marinaio cannoniere, da
Palermo
Giovanni Calabria, sergente silurista, da
Milano
Antonio Caminiti, secondo capo silurista, da
Santa Teresa di Riva
Giuseppe Cammuso, sottocapo motorista, da
Quartu Sant’Elena
Ulisse Cattaneo, marinaio fuochista, 21 anni,
da Colognola (Bergamo)
Bruno Cerioni, secondo capo cannoniere, da
Jesi
Carlo Cesa, secondo capo motorista, da Castel
Frentano
Angelo Ciol, marinaio elettricista, da Casarsa
della Delizia
Silvio Costabile, sergente radiotelegrafista,
da Torre del Greco
Orazio Cucca, sottocapo segnalatore, da Loceri
Bruno Cugini, marinaio fuochista, da Mantova
Alessandro Danese, capo nocchiere di terza
classe, da Verona (MBVM)
Gelmino Deambrogio, sottocapo elettricista, da
Balzola
Alberto Della Monica, sottocapo
radiotelegrafista, da Gragnano
Umberto Del Prete, capo silurista di terza
classe, da Sant’Arpino
Gaetano De Martino, marinaio fuochista, da
Meta
Francesco Di Costanzo, marinaio cannoniere, da
Barano d’Ischia
Angelo Di Meglio, marinaio silurista, da
Barano d’Ischia
Giuseppe Favaloro, marinaio, da Isola delle
Femmine
Domenico Fazio, marinaio, da Augusta
Salvatore Ferrara, marinaio silurista, da
Portici
Giovanni Ferrari, tenente del Genio Navale, da
La Spezia
Luigi Giardiello, sottocapo elettricista, da
Poggio Imperiale
Bruno Goso, marinaio silurista, da Bardineto
Giovanni Granata, tenente di vascello
(comandante in seconda), da Meta
Francesco Laudadio, marinaio fuochista, da
Colli a Volturno
Riccardo Leone, secondo capo furiere, da
Palermo
Mario Lepri, sottotenente del Genio Navale, da
Roma
Mario Limatola, marinaio radiotelegrafista, da
Napoli
Ferdinando Losardo, guardiamarina, da Grisolia
Ivo Marchi, sottocapo motorista, da
Fontanellato
Alberto Marinelli, marinaio silurista, da
Teramo
Giovanni Masneri, marinaio elettricista, da
Torino
Vincenzo Mauro, marinaio silurista, da Napoli
Croce Messina, sottocapo fuochista, da
Sommatino
Arnaldo Miele, sottotenente di vascello, da
Napoli
Procolo Mirabella, sergente elettricista, da
Pozzuoli
Vincenzo Mucci, marinaio silurista, da
Castelnuovo della Daunia
Sante Neroni, secondo capo motorista, da
Monteprandone
Leonardo Perini, sottocapo segnalatore, da
Fiume
Olimpio Piroli, secondo capo nocchiere, da
Fidenza
Giuseppe Pischedda, capo meccanico di seconda
classe, da Sassari
Costantino Prato, guardiamarina, da Mondovì
(MBVM)
Giuseppe Riciputo, marinaio cannoniere, da
Augusta
Vittorio Armistizio Rosini, marinaio
cannoniere, da Brescia
Vincenzo Santella, sottocapo motorista, da
Catanzaro
Mario Salvatore Sciacca, capitano del Genio
Navale (direttore di macchina), 29 anni, da Patti
Guerrino Sebastianutti, sottocapo silurista,
da Udine (CGVM)
Giovanni Severino, secondo capo elettricista,
da Angri
Pasquale Spanu, secondo capo
radiotelegrafista, da Sorso
Cesare Specos, marinaio, da Rio Marina
Vito Troise, marinaio, da Salve
Gaetano Verde, marinaio fuochista, da Napoli
Alberto Zilli, marinaio cannoniere, da Auronzo
di Cadore
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Il
secondo capo nocchiere Olimpio Piroli, da Fidenza (Parma), perito sul Provana (g.c. Stefano Ferrari) |
Medaglietta
dell’epoca raffigurante il Provana,
su un lato, e sull’altro la battaglia di Lepanto nella quale combatté l’eponimo
ammiraglio piemontese (g.c. Stefano Ferrari)
Lapide
nel cimitero di Cavo (Rio Marina, Isola d’Elba) in memoria del marinaio Cesare
Specos, disperso sul Provana (foto
Marco Pasquini)
|
Il
marinaio fuochista Ulisse Cattaneo, 21 anni, da Bergamo, morto sul Provana (da un numero del 1941 della “Rivista
di Bergamo”, via Rinaldo Monella/www.combattentibergamaschi.it) |
|
Il
tenente di vascello Giovanni Granata, comandante in seconda del Provana (g.c. Giovanni Pinna) |
La motivazione della
Medaglia d’oro al Valor Militare conferita alla memoria del capitano di
corvetta Ugo Botti, nato a Venezia il 20 luglio 1903:
“Abile, sperimentato
Comandante di sommergibile, curò in modo perfetto l'approntamento bellico della
sua unità prodigandosi con le sue magnifiche doti di organizzatore.
Nel corso di una missione attaccava con risoluto ardimento un convoglio
fortemente scortato da unità da guerra.
A seguito di violenta reazione nemica essendo il sommergibile colpito da bombe
così gravemente da risultarne menomata l'integrità ed oltremodo difficile la
permanenza in immersione, manovrava abilmente per venire in superficie ed
affrontare l'avversario col cannone.
Constatato che le navi di scorta, insistendo tenacemente nel contrattacco, da
brevissima distanza dirigevano per investirlo, riprendeva rapidamente
l'immersione con indomita volontà di offendere ancora il nemico. Il
sommergibile veniva però speronato ed egli vi trovava col suo equipaggio morte
gloriosa.
Esempio di animo prode e di ammirevole spirito aggressivo anche dinanzi alle
estreme decisioni.”
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Ritratto
del capitano di corvetta Ugo Botti (USMM) |
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Targa
apposta sulla murata de La Curieuse,
con la citazione all’ordine del giorno di cui la nave fu insignita per l’affondamento
del Provana. Caso più unico che raro, sulla
medesima targa venne riportata anche la motivazione della M.O.V.M. conferita
alla memoria del comandante avversario (da “Navires & Histoire des Marines
du Monde” – n°26 – “LES AVISOS DRAGUEURS DE 630 TW DU TYPE 'ELAN' – Tome 2”
di Gérard Garier, via Museo Navale di Francavilla al Mare e www.betasom.it) |
La motivazione della
Medaglia di bronzo al Valor Militare conferita alla memoria del guardiamarina
Costantino Prato e del capo nocchiere di terza classe Alessandro Danese:
"Imbarcato su un
sommergibile, partecipava all'attività offensiva della sua unità,
apportando il contributo del suo animo elevato, della sua opera infaticabile.
Nel corso di un ardimentoso attacco ad un convoglio nemico scortato immolava la
propria vita in servizio della Patria"
La motivazione della
Croce di Guerra al Valor Militare conferita alla memoria del sottocapo
silurista Guerrino Sebastianutti:
"Imbarcato su un
sommergibile, partecipava con alto spirito all'attività offensiva della
sua unità. Nel corso di un ardimentoso attacco ad un convoglio nemico scortato,
sacrificava la propria vita in servizio della Patria"