Sommergibile
di piccola crociera della classe Argonauta (650 tonnellate di
dislocamento in superficie e 800 tonnellate di dislocamento in
immersione). Insieme al gemello Jantina,
si distingueva dalle altre unità della classe per il diverso
apparato motore (motori diesel FIAT e motori elettrici CRDA,
mentre Salpa e Serpente avevano
motori diesel Tosi e motori elettrici Marelli,
ed Argonauta, Medusa e Fisalia avevano
motori sia diesel che elettrici CRDA).
In
tempo di pace svolse intensa attività addestrativa nel Mediterraneo,
e nel 1936-1937 partecipò clandestinamente alla guerra civile
spagnola con tre missioni. Nella fase iniziale del conflitto venne
impiegato in missioni offensive nel Mediterraneo orientale, senza
incontrare unità nemiche; nel marzo 1941, insieme ai gemelli
Serpente
e Medusa,
che come lui rappresentavano i più anziani e logorati sommergibili
di piccola crociera della Regia Marina (eccezion fatta per gli
obsoleti H della Grande Guerra), venne destinato a compiti
addestrativi presso la Scuola Sommergibili di Pola, dove rimase fino
all’agosto 1943, intervallando l’attività addestrativa con
pattugliamenti antisommergibili in Alto Adriatico, specialmente dopo
il tragico affondamento del suo gemello Medusa
ad opera del sommergibile britannico Thorn.
Tornò poi brevemente all’impiego “di prima linea”, presto
interrotto dall’armistizio. Complessivamente, nel periodo 10 giugno
1940-8 settembre 1943 lo Jalea
effettuò 22 missioni offensivo/esplorative ed undici di
trasferimento, percorrendo 8437 miglia nautiche in superficie e 2822
in immersione e trascorrendo 114 giorni in mare, e 147 uscite
addestrative per la Scuola Sommergibili di Pola, percorrendo 8316
miglia nautiche.
Durante
la cobelligeranza venne inizialmente destinato, come altri
sommergibili, all’impiego addestrativo alle Bermuda, cui però
dovette rinunciare per avarie che lo colsero nel viaggio di
trasferimento; venne invece impiegato nell’addestramento di navi ed
aerei britannici a Gibilterra, partecipando a 48 esercitazioni tra il
gennaio ed il maggio del 1945. Complessivamente, dall’8 settembre
1943 alla fine della guerra effettuò 18 missioni
di trasferimento, 49 uscite addestrative e sette per prove in mare, e
percorse 13.386,8 miglia nautiche.
Fu
l’unica unità della sua classe a sopravvivere al conflitto. Il suo
motto era "Aude et vinces"
(osa e vincerai).
Breve
e parziale cronologia.
20
gennaio 1930
Impostazione
presso i cantieri Odero Terni Orlando del Muggiano (La Spezia).
15
giugno 1932
Varo
presso i cantieri Odero Terni Orlando del Muggiano (La Spezia). Posto
alle dipendenze del Comando in Capo del Dipartimento Militare
Marittimo della Spezia per l’allestimento ed i collaudi.
Jalea
e Jantina
in allestimento al Muggiano (sopra: da www.grupsom.com;
sotto: da “I sommergibili italiani tra le due guerre mondiali” di
Alessandro Turrini, MariStat 1990, via www.betasom.it)
16
marzo 1933
Entrata
in servizio. Viene inizialmente assegnato ad una squadriglia “mista”
(formata, cioè, da sommergibili di classi diverse) con base a La
Spezia.
1933
Compie
una crociera in acque italiane.
1934
Partendo
da La Spezia, suo porto di dislocazione, compie una crociera
addestrativa che lo porta al Pireo, ad Alessandria, a Tobruk, a
Bengasi ed a Tripoli.
28
agosto 1936
Imbarca
sullo Jalea, come direttore di macchina, il tenente del Genio
Navale Teseo Tesei, inventore del Siluro a Lenta Corsa e futura
Medaglia d’Oro al Valor Militare. Tesei rimarrà sullo Jalea
fino al 16 aprile 1937, lasciando un diario relativo alla seconda
missione “spagnola” (riportato a fondo pagina).
|
Teseo Tesei (da www.movm.it) |
9
dicembre 1936
Inquadrato
nel I Gruppo Sommergibili di La Spezia, lo Jalea salpa La
Maddalena (per altra fonte, da Cagliari) al comando del capitano di
corvetta Silvio Garino per una missione clandestina in acque
spagnole, al largo di Barcellona, in appoggio alla fazione
nazionalista nella guerra civile in corso nel Paese iberico.
Già
da alcune settimane alcuni sommergibili italiani hanno iniziato ad
operare segretamente in appoggio alle forze di Francisco Franco, ma
la svolta nel loro impiego è giunta il 6 dicembre, in seguito ad una
riunione tenutasi a Palazzo Venezia con la partecipazione di
Mussolini, del ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, dei
sottosegretari di Stato per la Guerra (generale Alberto Pariani), la
Marina (ammiraglio Domenico Cavagnari) e l’Aeronautica (generale
Giuseppe Valle), del capo del SIM (generale Mario Roatta, che è
anche il comandante della missione militare italiana in Spagna) e di
quello dell’Abwehr tedesco (ammiraglio Wilhelm Canaris, che
partecipa alla riunione in rappresentanza delle forze armate
tedesche).
Opportunamente
imbeccato da Roatta, che nelle settimane precedenti ha scritto dalla
Spagna che quand’anche i nazionalisti riuscissero a conquistare
Madrid (dove stanno incontrando difficoltà per l’accanita
resistenza dei repubblicani: la capitale infatti non cadrà fino al
marzo 1939) la resistenza repubblicana proseguirebbe altrove, e che
l’unica speranza per una rapida vittoria nazionalista – a meno di
non inviare in Spagna grandi unità italo-tedesche – consiste nel
Troncare l’afflusso di armi e rifornimenti sovietici ai
repubblicani via mare, Mussolini ha affermato che “In questo
momento noi dobbiamo effettuare una vera “corsa al mare”. È mia
convinzione che la soluzione della situazione spagnola si potrà
ottenere dal mare. Il giorno cioè in cui avremmo bloccato i porti
rossi del Mediterraneo, il Governo di Valenza si renderà conto che
la partita è perduta. Bisogna tener conto che, tanto in Italia che
in Germania, occorrono due mesi per l’istruzione delle grandi
unità. In questo periodo soprattutto bisognerà rendere impossibile
ogni traffico nel Mediterraneo in direzione della Spagna, adoperando
nella maniera più effettiva aviazione e sottomarini”. La
visione di Roatta e Mussolini è condivisa anche dall’ammiraglio
Canaris, e del resto lo stesso Hitler ritiene che piuttosto che
iniziare una pericolosa “gara” con l’Unione Sovietica per
l’invio di rinforzi alle fazioni contrapposte, che porterebbe a
sguarnire il territorio tedesco ed aumenterebbe il rischio di un
allargamento del conflitto (in un momento in cui il riarmo tedesco è
ancora ben lungi dal raggiungere un livello soddisfacente), sia
meglio arrestare il flusso di rifornimenti sovietici via mare ai
repubblicani, anche se propende più per un’azione diplomatica per
ottenere tale risultato. Anche Francisco Franco, capo della fazione
nazionalista, ha chiesto insistentemente il blocco navale dei porti
repubblicani. È stato quindi deciso di incrementare il numero dei
sommergibili operanti nelle acque della Spagna da due ad otto, con
l’obiettivo di silurare tutte le navi che navigano nelle acque
territoriali spagnole per bloccare l’invio di armi verso i porti
repubblicani; Ciano ha proposto che venga inviato almeno un
sommergibile in agguato davanti ad ogni porto repubblicano.
Uniche
obiezioni sono state quelle avanzate dall’ammiraglio Cavagnari, che
ha fatto presente la difficoltà di identificare le navi avvistate
come al servizio della Spagna repubblicana, ed il rischio di gravi
incidenti internazionali in caso di errore. Per evitare siffatti
incidenti, i comandanti dei sommergibili ricevono ordini tassativi di
non condurre attacchi al di fuori dei limiti delle zone d’agguato
assegnate, e di silurare soltanto le navi identificate con certezza
come repubblicane o sovietiche, oltre a quelle che navigano a luci
oscurate nei loro settori d’agguato. Essendo difficile stabilire
con certezza la nazionalità delle navi avvistate (molte navi
repubblicane fanno ricorso a bandiere false nel tentativo di violare
il blocco), queste
regole d’ingaggio comporteranno risultati molto modesti in termini
di affondamenti.
A
bordo dello Jalea
è imbarcato anche un ufficiale della Marina spagnola nazionalista,
il capitano di corvetta Gonzalo Diaz, che dovrebbe fingere di essere
il comandante del sommergibile qualora il sommergibile fosse
costretto ad emergere in presenza di navi neutrali, per evitare che
venga riconosciuto come italiano (l’Italia, infatti, non ha
dichiarato guerra alla repubblica spagnola, e l’impiego dei suoi
sommergibili contro il naviglio repubblicano risulta dunque del tutto
illegale). Diaz dovrebbe inoltre aiutare nel riconoscimento della
costa e delle navi avvistate.
14
dicembre 1936
Lo
Jalea deve rientrare a La Spezia a causa di un’avaria e del
mare grosso, senza aver
raggiunto la zona d’agguato. Ha trascorso 78 ore in superficie e
106 in immersione.
20
dicembre 1936
Riparata
l’avaria, riparte da Cagliari per un’altra missione “spagnola”
davanti a Barcellona, sempre al comando del capitano di corvetta
Garino e con a bordo il tenente di vascello Diaz.
Sopra,
il capitano di corvetta Silvio Garino, e sotto, a bordo dello Jalea
(g.c. Giovanni Pinna)
22
dicembre 1936
Alle
7.13 viene avvistato un piroscafo, e lo Jalea s’immerge a
venti metri di profondità, navigando a tre nodi e salendo ogni tanto
a quota periscopica per dare un’occhiata. Nel tardo pomeriggio
passa di prua al sommergibile, a 6-7 km di distanza, una grossa
corvetta britannica, in navigazione verso la Francia. Alle 18
emersione per ricaricare le batterie; rotta 0°, viene superato Capo
Crens. Poco dopo le 20 viene superato il confine franco-spagnolo.
Durante
la notte vengono avvistati numerosi mercantili, ma non è possibile
attaccare perché non si riesce a stabilirne con certezza la
nazionalità.
23
dicembre 1936
Alle
6.30 lo Jalea torna ad immergersi a 24 metri di profondità;
intorno incrociano diversi pescherecci. Quando due di essi si portano
sui lati dello Jalea a poche centinaia di metri di distanza
procedendo a bassa velocità, temendo che si tratti di unità
requisite ed impiegate in un rastrello antisommergibili, il
comandante Garino decide di scendere a 40 metri di profondità. Nel
primo pomeriggio lo Jalea torna a quota periscopica ed è
possibile osservare Barcellona. Alle 18.20 il battello torna ad
emergere.
24
dicembre 1936
Alle
6.08 lo Jalea
s’immerge. Alle 12.15 viene avvistato un cacciatorpediniere ed il
sommergibile manovra per attaccare, ma l’attacco dev’essere
abbandonato quando il cacciatorpediniere viene riconosciuto come
britannico, con sigla H 31
(il Griffin).
Più tardi esce da Barcellona un veliero; continua anche il traffico
dei pescherecci. Alle 19 lo Jalea
riemerge.
25
dicembre 1936
Alle
cinque del mattino lo Jalea
attacca il piroscafo repubblicano Ciudad
de Barcelona al
largo di Capo San Antonio. La nave sta entrando in porto a luci
oscurate, e le ha accese all’ultimo momento; alle 5.18 vengono
lanciati due siluri, il primo da 533 mm ed il secondo da 450 mm, e
due minuti dopo lo Jalea
s’immerge. Vengono avvertite due esplosioni, ed a bordo si ritiene
che il primo siluro abbia mancato il bersaglio e sia esploso in
costa, mentre il secondo sarebbe andato a segno; in realtà nessuno
dei due siluri ha colpito, e la nave riesce a raggiungere Alicante.
Alle
7.30 viene eseguita osservazione periscopica, ma c’è della nebbia;
si vedono proiettori intenti nella ricerca. Un’ora dopo, altra
osservazione, ma la visibilità è calata drasticamente.
Nel
pomeriggio esce dal porto il Griffin,
che si mette all’ancora. Alle 19.30 lo Jalea
emerge.
26
dicembre 1936
Lo
Jalea dirige verso Tarragona. Alle due di notte viene fermato
il motore diesel di propulsione e, continuando la carica, si procede
con la propulsione diesel-elettrica, a quattro nodi. Alle tre di
notte, in vista di Tarragona, viene avvistato verso proravia un gran
numero di pescherecci; dapprima lo Jalea inverte la rotta, poi
si avvicina fino ad un miglio dalla costa, indi dirige nuovamente per
Tarragona. Verso le quattro del mattino viene avvistato un mercantile
oscurato alla fonda fuori da quel porto, e lo Jalea va
all’attacco in affioramento; giunto però ad un migliaio di metri
di distanza, avvista un peschereccio e deve immergersi. Alle 7.07,
quando gli idrofoni non captano più il rumore del motore del
peschereccio, lo Jalea torna in affioramento, con la torretta
appena fuori dall’acqua, ed il comandante Garino sale in plancia.
La nave salpa e cerca di entrare in porto. Alle 7.25 vengono lanciati
due siluri da 533 mm dai tubi 3 e 4, ma entrambe le armi mancano il
bersaglio, ed alle 7.30 lo Jalea torna ad immergersi.
La
nave attaccata è la motonave passeggeri repubblicana Villa
de Madrid, in navigazione
da Marsiglia ad Alicante (varie fonti collocano erroneamente
l’attacco al largo di Barcellona, all’ingresso del porto di
quella città od al largo di Cullera). Uno dei siluri finisce,
inesploso, sulla vicina spiaggia di Prat da Llobregat, nei pressi del
faro: recuperato dai repubblicani ed esaminato a bordo
dell’incrociatore Mendez
Nuñez,
verrà mostrato alla stampa straniera quale prova inequivocabile del
coinvolgimento italiano del conflitto (si tratta infatti di un siluro
Whitehad, prodotto a Fiume ed in uso nella Marina italiana),
scatenando un’ondata d’indignazione sulla stampa internazionale.
I diplomatici italiani all’estero ricevono da Palazzo Chigi
l’ordine di reagire alle accuse mostrando “sempre
l’ignoranza o la sorpresa più profonda”,
ma ormai la nazionalità dei sommergibili “sconosciuti” che
operano nelle acque spagnole è divenuta di dominio pubblico.
Nel
tardo pomeriggio lo Jalea insegue infruttuosamente un
piroscafo che, messo in allarme da un aereo mentre stava entrando in
porto, si è dato alla fuga. Il sommergibile manifesta perdite d’aria
e problemi di manovrabilità.
Alle
19 riemerge ed inizia la carica delle batterie. Avvistato nuovamente
il mercantile di prima, alle 21.15 lo Jalea torna ad
immergersi e si porta sotto Capo Salon, a mezzo miglio dalla riva,
sperando che la nave passi tra la luna ed il sommergibile. Accortosi
di essere inseguito dal sommergibile che procede ad undici nodi,
però, il mercantile spegne tutte le luci e si allontana a bassa
velocità, riuscendo così a far perdere le proprie tracce.
Alle
22.15 lo Jalea si allontana dalla costa in immersione, ed alle
23 emerge, mette in carica le batterie e dirige per Barcellona.
27
dicembre 1936
Alle
6.30 lo Jalea s’immerge. Alle otto, davanti a Barcellona,
viene avvistata una boa con una Bandiera. Verso mezzogiorno
viene avvistato un mercantile ed iniziata una manovra d’attacco,
che dev’essere interrotta quando la Bandiera della nave
viene riconosciuta come olandese. Calata la nebbia, lo Jalea
si posa sul fondale a 65 metri di profondità, a quattro miglia dalla
costa.
Alle
20.30 il sommergibile emerge. In tarda serata, rotta verso Porto
Rosas.
28
dicembre 1936
All’una
di notte viene compiuta un’accostata sulla dritta, per allontanarsi
dalla costa; a poppavia viene avvistata una grossa nave da guerra –
il dislocamento viene stimato in 800-10.000 tonnellate – che
procede ad alta velocità, ma non si accorge della presenza del
battello italiano. Alle 7.20 lo Jalea s’immerge, ma alle
8.40 un’avaria ai timoni lo obbliga a posarsi sul fondale, a 46
metri di profondità. Alle 11.50, riparata l’avaria, il
sommergibile torna a quota periscopica. Alle 19.05, emersione e rotta
verso Barcellona.
29
dicembre 1936
Alle
6.42 lo Jalea s’immerge presso il limite meridionale del suo
settore d’agguato. Per qualche ora procede a quota periscopica
eseguendo ascolto idrofonico, dopo di che alle undici fa rotta per
Tarragona. Alle 12.10 emerge e passa alla propulsione diesel. Alle
13.05, avvistati due piroscafi, viene ordinata l’immersione rapida;
il sommergibile prosegue a mezza forza, ed alle 17 giunge a quattro
miglia dalla costa, circondato da pescherecci, alcuni dei quali
distanti non più di 150 metri. Alle 18.50, emersione per ricaricare
le batterie.
30
dicembre 1936
Poco
dopo mezzanotte viene avvistata verso poppa una grossa massa nera a
fanali spenti, e viene ordinata l’immersione rapida. Nella fretta,
l’elettricista di guardia dimentica di chiudere il condotto di
ventilazione, dal quale l’acqua si riversa all’interno dei
locali; viene ordinata “aria per tutto” ed il sommergibile torna
così in superficie. Viene così constatato che la massa nera
appartiene ad un grosso veliero completamente oscurato. L’acqua
entrata dal condotto di ventilazione entra in contatto con la
batteria di poppa, provocando il rilascio di gas di cloro, il che
costringe il personale ad indossare le maschere antigas e lavorare
tutta la notte per riparare i danni. Inizialmente lo Jalea
dirige verso La Spezia, ma dopo una decina di miglia il direttore di
macchina Tesei assicura al comandante Garino che le avarie sono state
riparate, ed il sommergibile inverte la rotta per tornare in zona
d’agguato.
Alle
7.05 lo Jalea s’immerge, ma la pompa assetto va in avaria.
Posato il sommergibile sul fondale a 45 metri, viene riparato il
guasto.
Nel
pomeriggio altra manovra d’attacco abortita contro un piroscafo
sospetto, che non batte Bandiera e deve quindi essere lasciato
passare nell’impossibilità di identificarlo con certezza. Si
procede a 20 metri di profondità fino alle 18.50, quando viene
ordinata l’emersione.
31
dicembre 1936
Alle
6.30 lo Jalea torna ad immergersi davanti a Barcellona, per
poi passare la mattinata a setacciare quelle acque. Alle 12.20 il
sommergibile si porta a quota periscopica, ed avvista verso sinistra
un grosso cacciatorpediniere francese, per cui torna in profondità.
Alle 13.03, nuovamente a quota periscopica: nella risalita, però, lo
Jalea va a sbattere – a dodici metri di profondità –
contro lo scafo del cacciatorpediniere, distruggendo il periscopio di
esplorazione. Torna a 40 metri di profondità, poi scende sul fondale
a 53 metri. Viene assunta rotta 80°, per La Spezia, ed alle 19 viene
ordinata l’emersione. Alle 20 il motore di sinistra va in avaria.
1°
gennaio 1937
Nel
pomeriggio viene tagliato il “moncherino” del periscopio
distrutto.
2
gennaio 1937
Alle
7.30 lo Jalea pone fine alla missione arrivando a La Spezia,
dopo aver trascorso 164 ore in superficie e 127 in immersione.
Ha complessivamente eseguito quattro manovre d’attacco, due delle
quali interrotte, contro mercantili in transito nella zona, senza
successo, ed ha incontrato mare agitato nel corso della missione.
|
L’equipaggio dello Jalea negli anni Trenta (da “Oltre la divisa”, di Antonio Dosio) |
5
agosto 1937
Sempre
inquadrato nel I Grupsom di La Spezia ed al comando del capitano di
corvetta Silvio Garino, lo Jalea parte da Napoli, per un’altra
missione a contrasto del traffico di rifornimenti verso i porti
spagnoli repubblicani, nella zona di Cartagena. A bordo si trova
nuovamente il capitano di corvetta Diaz; al fine di impedirne il
riconoscimento, lo Jalea è stato verniciato in nero e le
lettere del nome sullo scafo e sulla torretta sono state rimosse.
Nell’agosto
1937 Mussolini ha deciso di lanciare una seconda campagna subacquea a
sostegno delle forze spagnole nazionaliste (dopo la prima, di portata
molto minore, svolta nell’autunno-inverno del 1936-1937) su
richiesta di Francisco Franco, in risposta all’incremento del
flusso di rifornimenti dall’Unione Sovietica alla Spagna
repubblicana, lungo la rotta Sebastopoli-Cartagena. I comandi
spagnoli nazionalisti sostengono, esagerando di molto, che l’Unione
Sovietica stia per rifornire le forze repubblicane spagnole con oltre
2500 carri armati, 3000 “mitragliatrici motorizzate” e 300 aerei.
Il 3 agosto Francisco Franco ha chiesto urgentemente a Mussolini di
usare la sua flotta per fermare un grosso “convoglio” sovietico
appena partito da Odessa e diretto nei porti repubblicani; sulle
prime era previsto il solo impiego di sommergibili, ma Franco è
riuscito a convincere Mussolini ad impiegare anche le navi di
superficie. Nel suo telegramma Franco affermava: «Tutte le
informazioni degli ultimi giorni concordano nell’annunciare un
aiuto possente della Russia ai rossi, consistente in carri armati,
dei quali 10 pesanti, 500 medi e 2 000 leggeri (sic), 3 000
mitragliatrici motorizzate, 300 aerei e alcune decine di
mitragliatrici leggere, il tutto accompagnato da personale e organi
del comando rosso. L’informazione sembra esagerata, poiché le
cifre devono superare la possibilità di aiuto di una sola
nazione. Ma se l’informazione trovasse conferma, bisognerebbe
agire d’urgenza e arrestare i trasporti al loro passaggio nello
stretto a sud dell’Italia e sbarrare la rotta verso la Spagna. Per
far ciò, bisogna, o che la Spagna sia provvista del numero
necessario di navi o che la flotta italiana intervenga ella stessa.
Un certo numero di cacciatorpediniere operanti davanti ai porti e
alle coste dell’Italia potrebbe sbarrare la rotta del Mediterraneo
ai rinforzi rossi: la cattura potrebbe essere effettuata da navi
battenti apertamente Bandiera italiana, aventi a bordo un ufficiale e
qualche soldato spagnolo, che isserebbero la Bandiera nazionalista
spagnola al momento stesso della cattura. Invierò d’urgenza
un rappresentante a Roma per negoziare questo importante affare.
Nell’intervallo, e per impedire l’invio delle navi che saranno
già in rotta per la Spagna, prego il governo italiano di sorvegliare
e segnalare la posizione e la rotta delle navi russe e spagnole che
lasciano Odessa. Queste navi devono essere sorvegliate e perquisite
da cacciatorpediniere italiani che segnaleranno la loro posizione
alla nostra flotta. Vogliate trasmettere in tutta urgenza al
Duce e a Ciano l’informazione di cui sopra e la nostra richiesta,
unita all’assicurazione dell’indefettibile amicizia e della
riconoscenza del generalissimo alla nazione italiana».
Questa
seconda campagna vede l’impiego di ben dieci sommergibili in Egeo,
17 nel Canale di Sicilia e 24 nel Mediterraneo occidentale, ed è
accompagnata da un servizio di sorveglianza con aerei ed unità di
superficie nel Canale di Sicilia. Il blocco navale, ordinato da Roma
il 7 agosto, ha avuto inizio due giorni più tardi; il dispositivo di
blocco è articolato in più fasi: informatori ad Istanbul segnalano
all’Alto Comando Navale le navi sovietiche, o di altre nazionalità
ma sospettate di operare al servizio dei repubblicani, che passano
per il Bosforo; ad attenderle in agguato per primi vi sono i
sommergibili appostati all’uscita dei Dardanelli. Se le navi
superano indenni questo primo ostacolo, vengono segnalate alle navi
di superficie ed ai sommergibili in crociera nel Canale di Sicilia e
nello Stretto di Messina; qualora dovessero riuscire ad evitare anche
questo nuovo pericolo (possibile soltanto appoggiandosi a porti
neutrali) troverebbero ad aspettarle altre navi da guerra in crociera
nelle acque della Tunisia e dell’Algeria. Infine, come ultima
barriera per i bastimenti che riuscissero ad eludere anche tale
minaccia, altri sommergibili sono in agguato lungo le coste della
Spagna.
Il blocco si protrae dal 7 agosto al 12 settembre con
intensità variabile; ordini tassativi sono emanati per evitare
interferenze o incidenti con bastimenti neutrali (il che talvolta
obbliga a seguire un mercantile “sospetto” per tutto il giorno al
fine di identificarlo, dato che talvolta quelli diretti nei porti
repubblicani usano bandiere false), e questo rende piuttosto
complessa e delicata la missione delle unità che partecipano al
blocco. Le navi da guerra della Spagna repubblicana possono essere
attaccate solo di notte e solo se riconosciute con certezza; quanto
ai mercantili, possono essere attaccati, sia di giorno che di notte
quelli riconosciuti con certezza come repubblicani o sovietici, e
quelli anche stranieri dirette nei porti spagnoli repubblicani, ma
questi ultimi soltanto di notte ed entro i limiti delle acque
territoriali spagnole. Inoltre, possono essere attaccati senza
restrizione di tempo o di luogo i mercantili specificamente segnalati
dal Comando centrale e quelli compresi in una lista speciale fornita
ad ogni comandante.
Il blocco navale così organizzato si rivela
un pieno successo: sebbene le navi effettivamente affondate o
catturate siano numericamente poche, l’elevato rischio comportato
dalla traversata a causa del blocco italiano porta in breve tempo
alla totale interruzione del flusso di rifornimenti dall’Unione
Sovietica alla Spagna repubblicana. Soltanto qualche mercantile
battente Bandiera britannica o francese riesce a raggiungere i
porti repubblicani, oltre a poche navi che salpano dalla costa
francese del Mediterraneo e raggiungono Barcellona col favore della
notte. Entro settembre, l’invio di mercantili con rifornimenti per
i repubblicani dall’Unione Sovietica attraverso il Bosforo è
praticamente cessato, tanto che i comandi italiani si possono ormai
permettere di ridurre di molto il numero di navi in mare per la
vigilanza, essendo quest’ultima sempre meno necessaria.
Oltre
alla grave crisi nei rifornimenti di materiale militare, che si
verifica proprio nel momento cruciale della conquista nazionalista
dei Paesi Baschi (principale centro di produzione di armi tra le
regioni in mano repubblicana), il blocco ha un impatto notevole anche
sul morale dei repubblicani, tanto nella popolazione civile (il cui
morale va deteriorandosi per la difficoltà di procurarsi beni di
prima necessità) quanto nei vertici politico-militari, che si
rendono conto di come, mentre i nazionalisti ricevono dall’Italia
supporto incondizionato, persino sfacciato, con largo dispiegamento
di mezzi, Francia e Regno Unito non sembrano disposte ad appoggiare
la causa repubblicana se non a parole (in alcuni centri repubblicani
si svolgono anche aperte manifestazioni contro queste due nazioni, da
cui i repubblicani si sentono abbandonati).
Il blocco italiano
impartisce dunque un durissimo colpo ai repubblicani, ma scatena
anche gravi tensioni internazionali (specie col Regno Unito) e feroci
proteste sulla stampa spagnola repubblicana ed internazionale, con
accuse di pirateria – essendo, come detto, un’operazione in
totale violazione di ogni legge internazionale – nei confronti
della Marina italiana, ripetute anche da Winston Churchill. Il
governo britannico, invece, evita di accusare apertamente l’Italia,
dato che il primo ministro Neville Chamberlain intende condurre una
politica di “riavvicinamento” verso l’Italia per allontanarla
dalla Germania; anche questo fa infuriare i repubblicani, che hanno
fornito ai britannici prove del coinvolgimento italiano (prove che i
britannici peraltro possiedono già, dato che l’Operational
Intelligence Center dell’Ammiragliato intercetta e decifra svariate
comunicazioni italiane relative alle missioni “spagnole”), solo
per vedere questi ultimi fingere di attribuire gli attacchi ai soli
nazionalisti spagnoli.
Nel periodo 5 agosto-12 settembre, i
sommergibili italiani effettuano complessivamente 59 missioni ed
iniziano ben 444 attacchi, portandone però a termine soltanto 24 (a
causa delle citate regole restrittive sulla necessità di
identificare con assoluta certezza i bersagli prima di lanciare), con
il lancio di 43 siluri ed il conseguente affondamento di quattro
mercantili e danneggiamento di un cacciatorpediniere.
12
agosto 1937
Alle
9.25 lo Jalea
avvista al periscopio i cacciatorpediniere Churruca
ed Almirante
Antequera
(altra fonte parla dell’Alcalà
Galiano),
della Marina spagnola repubblicana, in uscita da Cartagena; le due
unità devono assumere la scorta della nave cisterna Campillo,
in navigazione da Alicante a Cartagena. Identificati correttamente i
due cacciatorpediniere come unità classe Churruca,
lo Jalea
manovra rapidamente per portarsi in posizione di lancio e poi lancia
due siluri, uno da 533 mm contro il primo cacciatorpediniere ed uno
da 450 mm contro il secondo (per altra fonte entrambi i siluri
sarebbero stati da 450 mm; per altra ancora entrambe le armi
sarebbero state lanciate contro il cacciatorpediniere capofila): la
prima delle armi va a segno, colpendo il Churruca
(tenente di vascello Manuel Nuñez Rodriguez; a bordo è presente
anche un “consulente” sovietico, S. D. Solouchin) a centro nave,
in corrispondenza dei locali caldaie 2 e 3, uccidendo tre uomini e
ferendone nove (uno dei quali poi deceduto); la seconda lo manca di
stretta misura, passandogli a poppa. Dopo il lancio, lo Jalea
viene accidentalmente in affioramento e viene così avvistato dal
Churruca,
il cui equipaggio ha così modo di notare che si tratta di un
sommergibile straniero; non si verifica però alcuna reazione da
parte dell’Almirante
Antequera
o di altre unità repubblicane. (Per altra fonte, l’attacco avrebbe
avuto luogo al largo di Tarragona).
Il
danneggiato Churruca,
rimasto immobilizzato, viene
preso a rimorchio dall’unità
di
pattuglia Rafael
Arcangel,
ma il cavo di rimorchio si spezza
due volte; alla fine sarà rimorchiato a Cartagena dal rimorchiatore
Gaditano
(altra fonte afferma che il Churruca
sarebbe stato rimorchiato in salvo dall’Alcalà
Galiano),
ma i danni subiti – uno squarcio di sette metri per due sul fianco
sinistro e tre caldaie fuori uso – lo metteranno fuori
combattimento per il resto della guerra. Per questo attacco il
comandante Garino verrà insignito della Medaglia d’Argento al
Valor Militare dalle autorità italiane (motivazione: "Comandante
del sommergibile Jalea, in due missioni di guerra sulle coste
spagnole dimostrava in varie occasioni di possedere un elevatissimo
spirito aggressivo e perizia non comune. Dopo lungo e tenace agguato,
attaccava risolutamente col siluro nelle acque di Cartagena il
cacciatorpediniere rosso Churruca che rimaneva colpito e seriamente
danneggiato")
e della Medaglia Militare spagnola da quelle franchiste.
|
Il comandante Garino riceve la Medaglia d’Argento al Valor Militare da Vittorio Emanuele III a Roma (presso la tomba del Milite Ignoto) in occasione della Festa della Marina, il 10 giugno 1939; sulla sinistra il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Domenico Cavagnari, legge la motivazione (da “La guerra civile spagnola e la Regia Marina italiana”, di Francesco Mattesini) |
21
agosto 1937
Lo
Jalea conclude
la missione rientrando a Cagliari, dopo una missione nel corso della
quale ha trascorso 222,35 ore in superficie e 127,54 in immersione ed
incontrato mare buono, percorrendo 1781 miglia nautiche in superficie
e 231 in immersione.
Oltre
al siluramento del Churruca, ha iniziato quattro manovre
d’attacco contro navi mercantili sospette in transito nella sua
zona, ma le ha sempre interrotte prima del lancio per impossibilità
di identificarle con certezza.
1938
Assegnato
al Gruppo Sommergibili di Lero. Sia lo Jalea che il
gemello Jantina passano
la maggior parte del periodo immediatamente precedente la seconda
guerra mondiale nel Dodecaneso.
1939-1940
Sono
comandanti dello Jalea dapprima il capitano di corvetta Primo
Longobardo e poi il tenente di vascello Salvatore Todaro, entrambi
destinati a farsi un nome in Atlantico di lì a poco, e ad essere
decorati – alla memoria – con la Medaglia d’Oro al Valor
Militare.
25
aprile 1940
Assume
il comando dello Jalea il tenente di vascello Sandro Cetti, 32
anni, da Como.
10
maggio 1940
Lo Jalea,
insieme ai sommergibili Ametista, Jantina, Delfino e Zaffiro,
lascia Messina per trasferirsi nell’isola di Lero, la principale
base navale del Dodecaneso. Il trasferimento dei cinque sommergibili
è stato disposto per rinforzare le forze subacquee dislocate nel
Dodecanso (sommergibili Tricheco, Squalo e Narvalo),
in preparazione della guerra ormai imminente. Pochi giorni dopo i
cinque battelli, attraversato l’Egeo, raggiungono la loro
destinazione.
Jalea,
Jantina,
Ametista
e Zeffiro
vanno a formare la LII Squadriglia Sommergibili (V Grupsom), avente
base a Lero.
9
giugno 1940
Alle
7.45 lo Jalea
(tenente di vascello Sandro Cetti) salpa da Portolago (Lero) per un
pattugliamento in posizione 35°08’ N e 26°58’ E, nel Canale di
Caso ed a sud di Caso; deve formare uno sbarramento insieme al
gemello Jantina
ed al più grande Delfino.
10
giugno 1940
L’Italia
entra nella seconda guerra mondiale.
11
giugno 1940
Alle
8.10 un mezzo antisommergibili attacca lo Jalea nel Canale di
Caso con il lancio di tre bombe di profondità; il sommergibile si
ritira verso sudest, ed alle 10.30 avverte l’esplosione di una
quarta bomba di profondità. Non risulterebbe però che fossero
presenti in zona unità antisommergibili Alleate.
14
giugno 1940
Lo
Jalea rientra a Portolago alle 16.15, dopo aver percorso 579
miglia.
29
giugno 1940
Al
comando del tenente di vascello Sandro Cetti, salpa da Portolago alle
9.30 per un pattugliamento nel Canale di Caso, in posizione 35°10' N
e 26°40' E.
9
luglio 1940
Rientra
a Portolago alle 9.55, dopo aver percorso 811 miglia.
5
agosto 1940
Salpa
da Portolago alle 7.30, al comando del tenente di vascello Sandro
Cetti, per un pattugliamento nel Canale di Scarpanto, a nord del
Canale tra Rodi e Scarpanto (per altra fonte, probabilmente erronea,
a nord di Creta).
17
agosto 1940
Rientra
a Portolago alle 6.52 dopo aver percorso 1116,5 miglia senza eventi
di rilievo.
7
settembre 1940
Lascia
Portolago alle 18 per trasferirsi a Taranto, al comando del tenente
di vascello Sandro Cetti.
12
settembre 1940
Arriva
a Taranto alle 16.25, dopo aver percorso 640 miglia.
22
ottobre 1940
Uscita
da Taranto per esercitazione dalle 8.40 alle 18.15, al comando del
tenente di vascello Sandro Cetti. Percorse 61 miglia.
Altre
due immagini dello Jalea tratte da “Oltre la divisa” di
Antonio Dosio
10
novembre 1940
Salpa
da Taranto alle 21.30, al comando del tenente di vascello Sandro
Cetti, per effettuare vigilanza idrofonica nel Golfo di Taranto.
11
novembre 1940
Rientra
a Taranto alle 9.30, dopo aver percorso 181 miglia.
12
novembre 1940
Parte
da Taranto alle quattro, al comando del tenente di vascello Sandro
Cetti, per effettuare vigilanza idrofonica in posizione 39°39' N e
18°53' E, a quindici miglia per 118° da Torre Scanzano.
13
novembre 1940
Rientra
a Taranto alle 13.30, dopo aver percorso 181 miglia senza rilevare
niente.
14
novembre 1940
Parte
da Taranto alle sette, al comando del tenente di vascello Sandro
Cetti, per un pattugliamento ad ovest di Corfù, in un raggio di
cinque miglia dal punto 39°39' N e 18°53' E, a protezione dei
convogli con rifornimenti in navigazione verso l’Albania.
22
novembre 1940
Rientra
a Taranto alle 15.30, dopo aver percorso 519,5 miglia.
1°
dicembre 1940
Parte
da Taranto alle nove, al comando del tenente di vascello Sandro
Cetti, per un altro pattugliamento a sud del Canale d'Otranto, in
posizione 39°40' N e 19°10' E (a sudovest di Corfù), a protezione
dei convogli per l’Albania, insieme al Giovanni Da Procida.
11
dicembre 1940
Rientra
a Taranto alle 14.35, dopo aver percorso 638 miglia.
26
dicembre 1940
Parte
da Taranto alle 21.09, al comando del tenente di vascello Sandro
Cetti, per un nuovo pattugliamento a sud del Canale d’Otranto a
tutela del traffico con l’Albania, partendo dal punto 38°40' N e
20°00' E e spingendosi fino a dieci miglia verso est.
5
gennaio 1941
Fa
ritorno a Taranto alle 13.30, dopo aver percorso 1006,5 miglia senza
eventi di rilievo.
19
gennaio 1941
Uscita
da Taranto per esercitazione dalle 14.35 alle 15.40, al comando del
tenente di vascello Sandro Cetti. Percorse tre miglia.
21
gennaio 1941
Parte
da Taranto alle 8.05, al comando del tenente di vascello Sandro
Cetti, per un pattugliamento a sud del Canale d’Otranto, in
posizione 38°40' N e 19°40' E, sempre a salvaguardia dei convogli
con l’Albania. Forma uno sbarramento nel Basso Adriatico e nell
Ionio settentrionale insieme ai sommergibili Ambra, Turchese, Tito
Speri, Filippo
Corridoni, Domenico
Millelire,
Ciro
Menotti e Dessiè.
31
gennaio 1941
Rientra
a Taranto alle 16.30 dopo aver percorso 663 miglia senza aver
rilevato niente, all’infuori di rumore di macchine ed esplosioni in
lontananza.
1°
febbraio 1941
Uscita
da Taranto per esercitazione dalle 14.30 alle 16.50, al comando del
tenente di vascello Sandro Cetti. Percorse quattro miglia.
26
febbraio 1941
Uscita
da Taranto per esercitazione dalle 8.30 alle 16.40, al comando del
tenente di vascello Sandro Cetti e con la scorta del dragamine RD
16. Percorse 36 miglia.
27
febbraio 1941
Uscita
da Taranto per esercitazione dalle 9.10 alle 10.34, al comando del
tenente di vascello Sandro Cetti. Percorse due miglia.
28
febbraio 1941
Il
tenente di vascello Cetti lascia il comando dello Jalea,
venendo rilevato dal capitano di corvetta Gustavo Miniero, 34 anni,
da Gragnano.
6
marzo 1941
Uscita
da Taranto per esercitazione dalle 8.40 alle 17.10, al comando del
capitano di corvetta Gustavo Miniero e con la scorta del dragamine RD
30. Percorse 44 miglia.
|
Jalea (al centro), Onice (a sinistra) ed Ametista (a destra) ormeggiati a Civitavecchia (da “Oltre la divisa” di Antonio Dosio) |
10
marzo 1941
Parte
da Taranto alle 21.25, al comando del capitano di corvetta Gustavo
Miniero, per un pattugliamento difensivo nel Golfo.
11
marzo 1941
Rientra
a Taranto alle 10.45, dopo aver percorso 87 miglia senza avvistare
niente.
15
marzo 1941
Uscita
da Taranto per esercitazione dalle 15.10 alle 16.40, al comando del
capitano di corvetta Gustavo Miniero. Percorse quattro miglia.
16
marzo 1941
Lascia
Taranto alle 9.10, al comando del capitano di corvetta Gustavo
Miniero, per trasferirsi a Pola, dove sarà adibito
all’addestramento: è ormai logorato nei motori ed in altri
apparati, e non più adatto al servizio di “prima linea”. Durante
la navigazione incontra un convoglio italiano.
18
marzo 1941
Arriva
a Pola alle 10.48, dopo aver percorso 534 miglia. Passa quindi alle
dipendenze del XII Gruppo Sommergibili, composto dalle unità
impiegate nell’addestramento degli allievi della Scuola
Sommergibili di Pola.
25
marzo 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.10 alle 15.50, al comando del
capitano di corvetta Gustavo Miniero. Percorse 50 miglia.
27
marzo 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.17 alle 19.29, al comando del
capitano di corvetta Gustavo Miniero ed insieme ai sommergibili
Medusa,
Des
Geneys
e Marcantonio
Bragadin,
con la scorta delle navi scorta ausiliarie F
88 Jadera
e F
95 San Giorgio.
Percorse 71 miglia.
28
marzo 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 9.51 alle 16.50, al comando del
capitano di corvetta Gustavo Miniero. Percorse 29 miglia.
31
marzo-1° aprile 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 13.28 del 31 marzo alle 00.15 del 1°
aprile, al comando del capitano di corvetta Gustavo Miniero. Percorse
71 miglia.
4
aprile 1941
Salpa
da Pola alle 16.10, al comando del capitano di corvetta Gustavo
Miniero, per un pattugliamento al largo di Punta Planca e Sebenico,
lungo una linea orientata nordovest-sudest sul punto 43°24' N e
15°48' E (o 41°50' N e 18°25' E) in sostituzione del Medusa,
rientrato per avaria. Finalità della missione è la protezione del
traffico con l’Albania.
13
aprile 1941
Rientra
a Pola alle 13.25, dopo aver percorso 827 miglia.
15
aprile 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.50 alle 9.15, al comando del
capitano di corvetta Gustavo Miniero. Percorse due miglia.
4
maggio 1941
Entra
in bacino a Pola per un periodo di lavori.
17
maggio 1941
Cambio
al comando durante i lavori: il capitano di corvetta Miniero viene
sostituito dal parigrado
Vincenzo D’Amato, 31 anni, da Bari.
|
Il tenente di vascello Vincenzo D’Amato (da www.sommergibilemillo.it) |
28
maggio 1941
Lascia
il bacino al termine dei lavori. Il comandante è cambiato: adesso
comanda il capitano di corvetta Vincenzo D’Amato.
14
giugno 1941
Uscita
da Pola per prove in mare dalle 8.40 alle 18.30, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 72 miglia.
16
giugno 1941
Entra
nuovamente in bacino a Pola.
19
giugno 1941
Lascia
il bacino.
23
giugno 1941
Uscita
da Pola dalle 8.35 alle 19, al comando del capitano di corvetta
Vincenzo D’Amato, per esercitazioni e prove della girobussola.
Percorse 25,5 miglia.
24
giugno 1941
Uscita
da Pola dalle 6.51 alle 20.30, al comando del capitano di corvetta
Vincenzo D’Amato, per prove in mare. Percorse 95 miglia.
26
giugno 1941
Uscita
da Pola per prove in mare dalle 8.15 alle 16.12, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato e con la scorta della nave
scorta ausiliaria F 107 Grado. Percorse 25 miglia; al rientro
entra in bacino.
27
giugno 1941
Lascia
il bacino.
30
giugno 1941
Uscita
da Pola dalle otto alle 18.48 per prove di velocità, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 65 miglia.
1°
luglio 1941
Uscita
da Pola per prove in mare dalle otto alle 18.48, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 54 miglia.
3
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazioni di tiro con il cannone dalle 12.30 alle
18.45, al comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato,
insieme ai sommergibili Tito
Speri
e Vettor
Pisani
ed alla nave scorta ausiliaria F
54 Principessa Mafalda.
Percorse 57 miglia.
4
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 12.12 alle 18.26, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 57 miglia.
5
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.56 alle 18.17, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 72 miglia.
8
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.26 alle 17.02, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato e con la scorta della
torpediniera Audace
e della San
Giorgio.
Percorse 56 miglia.
9-10
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 19.09 del 9 alle 3.04 del 10, al
comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 75
miglia.
12
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.54 alle 17.30, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato e con la scorta della Jadera.
Percorse 76 miglia.
13
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.47 alle 17.43, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 71 miglia.
16
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.45 alle 19.40, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato e con la scorta delle
torpediniere Audace
ed Insidioso,
della Jadera
e del rimorchiatore Grado.
Percorse 72 miglia.
17
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.40 alle 18.59, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 68 miglia.
18
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 14.50 alle 18.59, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 68 miglia.
26-27
luglio 1941
Uscita
da Pola per prove in mare dalle 7.45 del 26 alle 3.31 del 27, al
comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, dopo alcuni
giorni ai lavori. Percorse 128 miglia.
29-30
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 18.48 del 29 alle 3.24 del 30, al
comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 65
miglia.
31
luglio 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.35 alle 18.20, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 64 miglia.
1°
agosto 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.36 alle 18.32, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 65 miglia.
|
(da “L’intervento navale italiano nella guerra civile spagnola” di Franco Bargoni, su “Rivista Italiana di Difesa” numero 3 del marzo 1985, via www.betasom.it) |
2
agosto 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 5.41 alle 17.47, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 62 miglia.
4
agosto 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.40 alle 17.43, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 59 miglia.
8
agosto 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.36 alle 17.04, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 60 miglia.
12
agosto 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.38 alle 16.35, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 60 miglia.
Alle
21.15 salpa per un’altra uscita addestrativa, in cui parteciperà
ad un’esercitazione insieme a Des Geneys, Pisani,
Jadera, Audace e l’incrociatore leggero Alberico
Da Barbiano.
13
agosto 1941
Rientra
a Pola alle 6.10, dopo aver percorso 65 miglia.
15
agosto 1941
Uscita
da Pola per esercitazioni di lancio siluri dalle 7.40 alle 17.46, al
comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme al
sommergibile Giovanni
Bausan
ed all’Audace,
con la scorta della Jadera.
Percorse 72 miglia.
19
agosto 1941
Uscita
da Pola per esercitazione di lancio siluri dalle 7.35 alle 19.35, al
comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme ai
sommergibili Enrico
Toti
e Tito
Speri
ed all’Insidioso,
con la scorta della San
Giorgio e del
cacciasommergibili ausiliario AS
134
Salvore.
Percorse 84 miglia.
25
agosto 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.41 alle 19.25, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 73 miglia.
29-30
agosto 1941
Uscita
da Pola per esercitazione di lancio siluri (in cui funge da bersaglio
l’Insidioso, mentre la scorta è assicurata dalla Jadera)
dalle 19.12 del 29 all’1.15 del 30, al comando del capitano di
corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 48 miglia.
2-3
settembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 10.45 del 2 all’1.30 del 3, al
comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 81,3
miglia.
3-4
settembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 22.05 del 3 alle 6.57 del 4, al
comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme ad
Audace e Da Barbiano. Percorse 74,8 miglia.
5
settembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.05 alle 17.35, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 53,7 miglia.
|
Lo Jalea effettua un’immersione di prova nella rada di Pola (g.c. STORIA militare) |
8
settembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.32 alle 18.13, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme ai sommergibili
Ammiraglio
Cagni,
Tito
Speri
e Des Geneys
e con la scorta di Jadera,
Salvore
e della nave scorta ausiliaria F
79 Morrhua.
Percorse 60,5 miglia.
11
settembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.40 alle 18.24, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme al Toti e con
la scorta del Salvore. Percorse 59,2 miglia.
13
settembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.35 alle 17.31, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme a Pisani,
Medusa e Bausan e con la scorta di Insidioso,
Morrhua e Jadera. Percorse 69,6 miglia.
15
settembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.40 alle 18.25, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme al Medusa e
con la scorta di Audace e San Giorgio. Percorse 73,5
miglia.
16
settembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.40 alle 17.45, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 51,5 miglia.
18-19
settembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 10.10 del 18 all’1.55 del 19, al
comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme allo
Speri e con la scorta del Morrhua. Percorse 97,5
miglia.
23
settembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle otto alle 16.02, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme ai sommergibili
Goffredo Mameli, Des Geneys e Giovanni Bausan,
con la scorta di Audace, Salvore e Jadera.
Percorse 55,1 miglia.
25
settembre 1941
Salpa
da Pola alle 17.53, al comando del capitano di corvetta Vincenzo
D’Amato, per un pattugliamento ad ovest di Cherso ed al largo del
Golfo del Quarnaro, a nord del meridiano 44°46’ N.
28
settembre 1941
Rientra
a Pola alle 8.25 dopo aver percorso 257,5 miglia senza eventi degni
di nota.
1°
ottobre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 13.02 alle 00.20 del 2, al comando
del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme al Medusa
e con la scorta della Jadera. Percorse 85 miglia.
4
ottobre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 9.54 alle 17.12, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 59 miglia.
6-7
ottobre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 10.59 del 6 all’1.40 del 7, al
comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme al
Mameli
e con la scorta della vedetta foranea V
157 Salvatore.
Percorse 89 miglia.
9
ottobre 1941
Salpa
da Pola alle 16.34, al comando del capitano di corvetta Vincenzo
D’Amato, per un pattugliamento difensivo.
12
ottobre 1941
Rientra
a Pola alle 2.40 dopo aver percorso 416 miglia.
30
ottobre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 11.03 alle 17.18, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 58,2 miglia.
1°
novembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.56 alle 17.19, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme ai sommergibili Des
Geneys e Francesco
Rismondo
e con la scorta del Morrhua.
Percorse 80,5 miglia.
5
novembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.03 alle 17.40, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, con la scorta di Grado
e San Giorgio.
Percorse 63,5 miglia.
7
novembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle otto alle 18.19, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme al Des Geneys
e con la scorta del Grado. Percorse 76,5 miglia.
10
novembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle otto alle 18.46, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, con la scorta di Audace
e Jadera. Percorse 83,5 miglia.
12
novembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle otto alle 17.07, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 73 miglia.
18
novembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle otto alle 16.47, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme a Toti e Des
Geneys e con la scorta di San Giorgio e Jadera.
Percorse 65 miglia.
22
novembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle otto alle 17.10, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 74,5 miglia.
25
novembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.03 alle 17.10, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 64,5 miglia.
26
novembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.01 alle 17.10, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 71,5 miglia.
28
novembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle otto alle 16.25, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme a Pisani,
Speri e Mameli e con la scorta della Jadera e
della nave ausiliaria Tron. Percorse 73,5 miglia.
1°
dicembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.10 alle 16.50, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, con la scorta di Jadera
e San Giorgio. Percorse 72,78 miglia.
2
dicembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 16.35 alle 00.35 del 3, al comando
del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 62,72 miglia.
9
dicembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 16.20 a mezzanotte, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme al Medusa e
con la scorta dell’Insidioso. Percorse 70,14 miglia.
11
dicembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.45 alle 18.30, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 67,56 miglia.
12
dicembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.10 alle 17.15, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme a Speri e
Pisani e con la scorta di Insidioso, San Giorgio
e della nave scorta ausiliaria F
148 Traù. Percorse 58,49 miglia.
13
dicembre 1941
Salpa
da Pola alle 14.21, al comando del capitano di corvetta Vincenzo
D’Amato, per rilevare il Des Geneys (rientrato alla base per
avarie) in un pattugliamento difensivo con pattugliamento idrofonico
tra Trieste e Venezia, insieme al Mameli, a copertura del
passaggio di un importante convoglio.
14
dicembre 1941
Rientra
a Pola alle 12.49, dopo aver percorso 121,5 miglia.
24
dicembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 7.58 alle 16.30, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme al Des Geneys
e con la scorta del Traù; effettuano simulazioni di attacco
col siluro con bersaglio l’Audace. Percorse 58,13 miglia.
27
dicembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.10 alle 17.40, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme allo Speri e
con la scorta della San Giorgio. Percorse 69,44 miglia.
29
dicembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione di lancio siluri dalle 16.10 alle 2.10 del
30, al comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato e con la
scorta della San Giorgio. Percorse 88,85 miglia.
31
dicembre 1941
Uscita
da Pola per esercitazione di tiro con il cannone dalle 8.35 alle
14.25, al comando del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato,
insieme al Des Geneys e con la scorta della Jadera.
Percorse 49,5 miglia.
4
gennaio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.40 alle 16.40, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme a Toti,
Medusa e Des Geneys e con la scorta di Audace,
Jadera e San Giorgio. Percorse 43,2 miglia.
5
gennaio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.30 alle 17.05, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme ai sommergibili
Speri, Ondina, Medusa e Des Geneys e con
la scorta di Audace, Jadera, San Giorgio e Traù.
Percorse 62 miglia.
7
gennaio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.35 alle 16.38, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 57,5 miglia.
12
gennaio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 10.53 alle 00.28 del 13, al comando
del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato. Percorse 87,8 miglia.
15
gennaio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.32 alle 18.05, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme all’Ondina
e con la scorta della Jadera. Percorse 58,5 miglia.
19
gennaio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 15.05 alle 00.57 del 20, al comando
del capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme al Toti
e con la scorta del Grado.
I due sommergibili effettuano dapprima prove di tiro notturno col
cannone contro la Jadera,
poi prove di lancio dei siluri, sempre notturne, contro la
torpediniera Giuseppe
Missori.
Percorse 80,2 miglia.
28
gennaio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 16.03 alle 19.07, al comando del
capitano di corvetta Vincenzo D’Amato, insieme al Medusa e
con la scorta della San Giorgio. Percorse 26 miglia.
1-14
febbraio 1942
In
lavori a Pola. Durante questo periodo ne è interinalmente comandante
il capitano di fregata Riccardo Boris, 35 anni, da Borgo San Martino;
al termine dei lavori, il 14 febbraio, il comando viene assunto dal capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, 31 anni, da Roma, salvo che
per il viaggio di trasferimento da Pola a Porto Baross, nel quale
sarà comandato dal tenente di vascello Teucle Meneghini, 34 anni, da
Pitelli.
|
Giuseppe Roselli Lorenzini in una foto del dopoguerra (USMM) |
25
febbraio 1942
Lascia
Pola alle 7.40, al comando del tenente di vascello Teucle Meneghini,
per trasferirsi a Porto Baross insieme ai sommergibili Velella
e Vettor
Pisani,
all’Audace
ed alla nave appoggio sommergibili Quarnerolo.
Il piccolo convoglio giunge a Porto Baross alle 14.50, dopo un
viaggio di 60 miglia.
7
marzo 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle otto alle 13.57, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini. Percorse 26,5
miglia.
9
marzo 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 12.35 alle 18.26, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme al
Pisani e con la scorta del Traù. Percorse 32,6 miglia.
10
marzo 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 8.02 alle 14, al comando del
capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme al Pisani
e con la scorta di Jadera e Traù. Percorse 28,2
miglia.
14
marzo 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 8.25 alle 14, al comando del
capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini. Percorse 26,5
miglia.
16
marzo 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 13.30 alle 17.45, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini. Percorse 19,9
miglia.
17
marzo 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 8.35 alle 14.02, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini. Percorse 23,6
miglia.
18
marzo 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 9.13 alle 16.15, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme ai
sommergibili Asteria
e Luciano
Manara
e con la scorta della Jadera
e della motonave requisita Abbazia.
Percorse 38,4 miglia.
1°
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 9.20 alle 17.40, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme ad
Asteria e Manara e con la scorta di Audace,
Jadera e due motoscafi. Percorse 38,5 miglia.
2
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 20.18 del 2 alle 00.55 del 3,
al comando del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, con
la scorta di Audace,
San Giorgio
e del motoscafo 6
F.
Percorse 31 miglia.
4
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 8.30 alle 13.30, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini. Percorse 25,3
miglia.
6
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 10.26 alle 13.01, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme al
Pisani e con la scorta dell’Audace. Percorse 8,5
miglia.
8
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle nove dell’8 alle 2.05 del
9, al comando del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini e
con la scorta di Traù ed Abbazia. Percorse 83,5
miglia.
9
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 10.04 del 9 alle 2.16 del 10,
al comando del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini.
Percorse 64 miglia.
11
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 9.15 alle 14.42, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme ai
sommergibili Diaspro, Asteria e Manara e con la
scorta di Jadera ed Insidioso. Percorse 23,2 miglia.
Alcune
immagini scattate sullo Jalea
dal sottotenente di vascello Vittorio Villa durante un’uscita nelle
acque di Fiume nell’aprile del 1942 (per g.c. del figlio Alberto
Villa)
16
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 12.25 del 16 all’1.16 del
17, al comando del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini,
insieme al Manara e con la scorta di Jadera ed
Insidioso. Percorse 48 miglia.
18
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 9.20 alle 13.40, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini e con la scorta
della Jadera. Percorse 37,3 miglia.
21
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 12.40 alle 21.56, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini e con la scorta
della Jadera. Percorse 43,1 miglia.
23
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 12.20 del 23 alle 00.42 del
24, al comando del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini e
con la scorta della torpediniera T 3. Percorse 61,9 miglia.
25
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 9.20 alle 14.53, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme al
Manara e con la scorta della T 3. Percorse 38,8 miglia.
28
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 12.52 del 28 alle 00.29 del
29, al comando del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini,
insieme ai sommergibili Giada e Manara e con la scorta
dell’Audace. Percorse 3,3 miglia.
30
aprile 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 8.22 a mezzanotte, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme a Giada
e Manara e con la scorta dell’Audace. Percorse 58
miglia.
Altre
immagini scattate da Vittorio Villa durante le uscite dello Jalea
nelle acque di Fiume dell’aprile 1942: il capo cannoniere Rosselli
con il tenente di vascello Esposito...
|
...il sottotenente di vascello Lando Caimmi... |
|
...il tenente guastatore Bernardini del Reggimento "San Marco" (g.c. Vittorio Villa). |
2
maggio 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 10.01 alle 14.32, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini e con la scorta
dell’Audace. Percorse 12,3 miglia.
5
maggio 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 12.32 del 5 alle 00.43 del 6,
al comando del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini,
insieme al sommergibile Fratelli Bandiera e con la
scorta dell’Audace. Percorse 50,4 miglia.
7
maggio 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 9.32 alle 12.13, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme al
Bandiera e con la scorta dell’Audace. Percorse 24,7
miglia.
9
maggio 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 10.51 alle 14.55, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme al
Bandiera e con la scorta della T 3. Percorse 15,7
miglia.
11
maggio 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 13.25 alle 23.10, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme a Giada
e Manara e con la scorta della T 3. Percorse 37,5
miglia.
13
maggio 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 13.15 alle 16.48, al comando
del capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini. Percorse 24,7
miglia.
15
maggio 1942
Uscita
da Porto Baross per esercitazione dalle 11 alle 21.15, al comando del
capitano di corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini, insieme al Manara
e con la scorta dell’Insidioso. Percorse 38,9 miglia.
16
maggio 1942
Sempre
al comando del capitano di corvetta Roselli Lorenzini, lascia Porto
Baross alle 13.30 per trasferirsi a Pola, dove arriva alle 19, dopo
aver percorso 58,9 miglia.
17
maggio 1942
Il
comandante Roselli Lorenzini sbarca, avvicendato dal capitano di
corvetta Guido D’Alterio, 33 anni, a Napoli.
19
maggio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.30 alle 11.30, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 3,9 miglia.
Jalea
(in primo piano a destra), Topazio
(a sinistra) e Giada
(sullo sfondo, in manovra) in una foto scattata a Fiume il 19 maggio
1942, quando tutti e tre erano adibiti all’addestramento presso la
Scuola Sommergibili (g.c. STORIA militare)
5
giugno 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.45 alle 14.10, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 26,5 miglia.
8
giugno 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.25 alle 14.40, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 20,2 miglia.
11
giugno 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 13.20 alle 19.40, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 24,7 miglia.
15
giugno 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.25 alle 14.27, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 20,8 miglia.
16
giugno 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 13.28 alle 19.15, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 26 miglia.
18
giugno 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.40 alle 15.50, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 23,1 miglia.
19
giugno 1942
Salpa
da Pola alle 19.10, al comando del capitano di corvetta Guido
D’Alterio, per un pattugliamento in Alto Adriatico.
20
giugno 1942
Rientra
a Pola alle 10.35, dopo aver percorso 38 miglia senza rilevare altro
che rumore di motrici. Alle 18.35 riparte da Pola per un altro
pattugliamento in Alto Adriatico.
21
giugno 1942
Fa
ritorno a Pola alle 10.50, dopo aver percorso 72,3 miglia; di nuovo,
ha rilevato soltanto rumore di macchine.
22
giugno 1942
Parte
da Pola alle 18.30, al comando del capitano di corvetta Guido
D’Alterio, per un pattugliamento in Alto Adriatico con
esercitazione idrofonica insieme al dragamine ausiliario G 67
Roma.
23
giugno 1942
Fa
ritorno a Pola alle 10.20, dopo aver percorso 65,8 miglia senza
eventi di rilievo.
24
giugno 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 9.35 alle 16, al comando del capitano
di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 23,3 miglia.
26
giugno 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.36 alle 14.37, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 21,5 miglia.
30
giugno 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 13.10 alle 19.14, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 21,4 miglia.
3
luglio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 13.16 alle 18.46, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 18,5 miglia.
Alle
19.30 riparte da Pola, sempre al comando del capitano di corvetta
D’Alterio, per un pattugliamento difensivo con vigilanza
idrofonica.
4
luglio 1942
Rientra
a Pola alle 10.50, dopo aver percorso 93,5 miglia senza eventi di
rilievo.
7
luglio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 8.15 alle 12.40 e poi di nuovo dalle
18.35 del 7 all’1.10 dell’8, al comando del capitano di corvetta
Guido D’Alterio. Percorse 26,7 miglia il mattino, 15,5 la sera.
9
luglio 1942
Uscita
da Pola per esercitazione dalle 13.15 alle 19.55, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 27,3 miglia.
12
luglio 1942
Salpa
da Pola alle 18.19, al comando del capitano di corvetta Guido
D’Alterio, per un pattugliamento idrofonico nell’Alto Adriatico.
13
luglio 1942
Rientra
a Pola alle 10.22, dopo aver percorso 113,7 miglia senza rilevare
niente di anomalo.
Riparte
alle 18.27 per un altro pattugliamento idrofonico.
14
luglio 1942
Rientra
a Pola alle 10.42, dopo aver percorso 104,3 miglia senza niente da
segnalare.
Luglio-Settembre
1942
In
lavori.
21
settembre 1942
Uscita
da Pola per prove in mare dalle 13.25 alle 17.45, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 14,6 miglia.
23
settembre 1942
Uscita
da Pola per prove in mare dalle 5.25 alle 19.39, al comando del
capitano di corvetta Guido D’Alterio. Percorse 130 miglia.
28
settembre 1942
Lascia
Pola alle 8.20, al comando del capitano di corvetta Guido D’Alterio,
per trasferirsi a Venezia, dove giunge alle 18.17, dopo aver percorso
ottanta miglia.
1°
ottobre 1942
Uscita
da Venezia dalle 8.50 alle 11.57, al comando del capitano di corvetta
Guido D’Alterio, per prove con i siluri G7e. Percorse 15 miglia.
3
ottobre 1942
Lascia
Venezia alle 00.05, al comando del capitano di corvetta Guido
D’Alterio, per trasferirsi a Pola, dove arriva alle 7.48, dopo aver
percorso 76 miglia.
11
ottobre 1942
Il
capitano di corvetta D’Alterio viene avvicendato al comando dello
Jalea dal parigrado
Alberto Torri, 35 anni, da Gallarate.
17
ottobre 1942
Lascia
Pola alle 10.05, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri,
per trasferirsi a Fiume, dove arriva alle 16.15, dopo aver percorso
61 miglia.
19
ottobre 1942
Uscita
da Fiume per esercitazione dalle 8.25 alle 18.20, al comando del
capitano di corvetta Alberto Torri, insieme ai sommergibili Delfino
e Manara e con la scorta dell’Insidioso. Percorse 30
miglia.
21
ottobre 1942
Uscita
da Fiume per esercitazione dalle 8.40 alle 18.10, al comando del
capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 29 miglia.
23
ottobre 1942
Uscita
da Fiume per esercitazione dalle 8.45 alle 18.23, al comando del
capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 40 miglia.
26
ottobre 1942
Uscita
da Fiume per esercitazione dalle 8.15 alle 22.10, al comando del
capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 89,5 miglia.
28
ottobre 1942
Uscita
da Fiume per esercitazione dalle 7.25 alle 18.25, al comando del
capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 29,9 miglia.
29
ottobre 1942
Uscita
da Fiume per esercitazione da mezzogiorno alle 16.47, al comando del
capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 25,4 miglia.
31
ottobre 1942
Uscita
da Fiume per esercitazione dalle otto del 31 alle 00.32 del 1°
novembre, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse
61,8 miglia.
2
novembre 1942
Lascia
Porto Sauro alle 12.25, al comando del capitano di corvetta Alberto
Torri, e si sposta a Bergondi, dove entra in bacino alle 14.55.
10
novembre 1942
Esce
dal bacino alle 9.19, lascia Bergondi, compie un’esercitazione e
poi raggiunge Porto Sauro alle 21.55, al comando del capitano di
corvetta Alberto Torri. Percorse 33,2 miglia.
12
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 7.12 alle 21.22, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 62,6 miglia.
13
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 7.20 alle 14.51, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 48,4 miglia.
16
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 11.41 alle 21.35, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 51,6 miglia.
17
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.55 alle 19.57, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 63,1 miglia.
19
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.30 alle 22.25, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 85,9 miglia.
20
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.30 alle 17.05, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 33,7 miglia.
21
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.25 alle 17.30, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 20,1 miglia.
23
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 7.40 alle 20.28, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 40,5 miglia.
24
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.58 alle 12.51, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 24,4 miglia.
25
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.55 alle 14.23, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 22,6 miglia.
26
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 10.35 alle 20.27, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 47,1 miglia.
27
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 11.44 alle 17.50, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 28,8 miglia.
30
novembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.20 alle 20.30, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 35,9 miglia.
1°
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 12.15 alle 20.33, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 24,7 miglia.
2
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 13.10 alle 19.55, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 36,2 miglia.
5
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 16.50 alle 20.30, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 27 miglia.
7
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.30 alle 15.20, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 27,2 miglia.
8
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.15 alle 11.30, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 18,2 miglia.
9
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.46 alle 16.32, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 43,6 miglia.
11
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.20 alle 12.22 e poi di nuovo
alle 16.40 alle 19.16, al comando del capitano di corvetta Alberto
Torri. Percorse 20,3 miglia il mattino, 17,5 la sera.
12
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.15 alle 12.15, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 20 miglia.
15
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 8.22 alle 11.48, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 19 miglia.
17
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione dalle 13.35 alle 16.05, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 14,6 miglia.
18
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per prove dalle 13.20 alle 15.50, al comando del
capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 9,4 miglia.
21
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per prove dalle 11.15 alle 14.50, al comando del
capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 13,4 miglia.
22
dicembre 1942
Uscita
da Porto Sauro per prove dalle undici alle 12.05, al comando del
capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 6,8 miglia.
28
dicembre 1942
Salpa
da Porto Sauro alle 9.05, al comando del tenente di vascello Teucle
Meneghini, per un pattugliamento in Alto Adriatico, in posizione
43°50' N e 14°30' E.
31
dicembre 1942
Rientra
a Pola alle sei del mattino, dopo aver percorso 423,7 miglia senza
notare niente di strano.
1°
gennaio 1943
Lascia
Pola alle 5.30, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri,
per trasferirsi a Fiume, dove arriva alle 11.05, dopo aver percorso
39 miglia.
Lo
Jalea con colorazione mimetica, fotografia datata
variabilmente al 1942 od al 1943 (sopra: g.c. STORIA militare; sotto:
Coll. Erminio Bagnasco, via www.associazione-venus.it)
2
gennaio 1943
Lascia
Porto Sauro alle 9, al comando del capitano di corvetta Alberto
Torri, per trasferirsi a Bergondi, dove arriva tre quarti d’ora più
tardi, dopo aver percorso due miglia e mezzo.
15
gennaio 1943
Lascia
Bergondi alle 7.45, al comando del capitano di corvetta Alberto
Torri, per trasferirsi a Porto Sauro, dove arriva alle 9.30, dopo
aver percorso due miglia e mezzo.
19
gennaio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.40 alle 20.50, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 61 miglia.
20
gennaio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 13.02 alle 20.45, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 38 miglia.
23
gennaio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.24 alle 15.05, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 24,7 miglia.
26
gennaio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.40 alle 21.20, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 69 miglia.
28
gennaio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.26 alle 23.45, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 129,4 miglia.
29
gennaio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 11.06 alle 21.20, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 60,5 miglia.
2
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.50 alle 15.19, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 16,4 miglia.
3
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.20 alle 21.12, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 43 miglia.
4
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.35 alle 22.20, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 54 miglia.
6
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.21 alle 22.56, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 60 miglia.
8
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.34 alle 20.47, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 51 miglia.
10
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.36 alle 21.58, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 53 miglia.
11
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.30 alle 22.10, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 99 miglia.
13
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.11 alle 22.17, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 56 miglia.
16
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.12 alle 16.05, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 33,5 miglia.
18
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle undici alle 13.56, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 24,5 miglia.
19
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.40 alle 20.52, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 47 miglia.
20
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.17 alle 21.35, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 28 miglia.
22
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 9.12 alle 22.05, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 25 miglia.
23
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 9.50 alle 14.17, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 67 miglia.
25
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.07 alle 22.30, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 65,5 miglia.
27
febbraio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.40 alle 22.08, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 55 miglia.
1°
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 11.50 alle 23.20, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 68,3 miglia.
2
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 9.22 alle 22.45, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 92 miglia.
5
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 8.50 alle 23.01, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 74 miglia.
9
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.20 a mezzanotte, al
comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 67 miglia.
11
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 9.30 alle 21.30, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 58 miglia.
13
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.05 alle 21.52, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 62,3 miglia.
16
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.30 alle 23.12, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 89,4 miglia.
18
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 10.50 alle 22.50, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 77 miglia.
20
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 11.35 alle 21.30, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 62,3 miglia.
23
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.28 alle 22.32, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 52,1 miglia.
24
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 9.30 alle 13.53, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 56 miglia.
27
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per prove in mare, dalle 9.23 alle 9.53, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 0,2 miglia.
30
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.40 alle 23.35, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 68,6 miglia.
|
Lo Jalea ed un altro sommergibile durante un’uscita per esercitazione in Alto Adriatico, nel marzo 1943 (foto tratta da Axis History Forum, utente Oliviero) |
31
marzo 1943
Uscita
da Porto Sauro per prove in mare, dalle 11.05 alle 13.45, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 8,4 miglia.
1°
aprile 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 14.30 alle 23.35, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 51,43 miglia.
3
aprile 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.05 alle 22.57, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 60,2 miglia.
6
aprile 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.02 alle 23.19, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 70,5 miglia.
8
aprile 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 13.59 alle 22.41, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 45 miglia.
10
aprile 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 14 alle 23.47, al comando del
capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 47,9 miglia.
13
aprile 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 9.44 alle 23.18, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 94,95 miglia.
15
aprile 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.12 alle 23.07, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 75,2 miglia.
17
aprile 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 14.30 alle 19.20, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 39,26 miglia.
20
aprile 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 11.33 del 20 alle 00.02 del
21, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 67,4
miglia.
22
aprile 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 13.05 alle 15.40, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse undici miglia.
8
maggio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 13.40 alle 23.25, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 56,7 miglia.
11
maggio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 13.25 dell’11 alle 00.15
del 12, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse
57,8 miglia.
13
maggio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 13.11 del 13 alle 00.35 del
14, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 62
miglia.
15
maggio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 13.43 del 15 alle 00.46 del
16, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 74,6
miglia.
18
maggio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.23 del 18 alle 2.45 del
19, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 82
miglia.
20
maggio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.12 del 20 alle 2.40 del
21, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 72
miglia.
22
maggio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 13.10 del 22 alle 00.45 del
23, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 29,5
miglia.
25
maggio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.15 del 25 alle 2.56 del
26, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 73,5
miglia.
27
maggio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.36 del 27 all’1.08 del
28, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 71,7
miglia.
29
maggio 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.11 del 29 all’1.18 del
30, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 74,3
miglia.
1°
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 9.07 del 1° giugno all’1.55
del 2, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse
92,8 miglia.
5
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 11.40 del 5 all’1.15 del 6,
al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 70,9
miglia.
8
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 16.43 dell’8 all’1.15 del
9, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 59
miglia.
11
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 16.46 alle 21.30, al comando
del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 29,5 miglia.
12
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 15.19 del 12 alle 2.30 del
13, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 77,7
miglia.
14
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.25 del 14 all’1.30 del
15, al comando del capitano di corvetta Alberto Torri. Percorse 70,9
miglia.
15
giugno 1943
Il
capitano di corvetta Torri lascia il comando dello Jalea,
venendo sostituito dal tenente di vascello Pasquale Gigli, 30 anni,
da Taranto.
|
Pasquale Gigli in una foto del dopoguerra (USMM) |
16 giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.40 del 16 alle 00.40 del
17, al comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 74,5
miglia.
18
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 15.04 del 18 all’1.25 del
19, al comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 66,7
miglia.
21
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 11.55 del 21 alle 00.10 del
22, al comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 69,5
miglia.
23
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.30 del 23 all’1.45 del
24, al comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 65
miglia.
25
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.10 del 25 alle 00.55 del
26, al comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 67,5
miglia.
28
giugno 1943
Uscita
da Porto Sauro per esercitazione, dalle 12.05 del 28 alle 4.48 del
29, al comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 77,5
miglia.
1°
luglio 1943
Uscita
da Fiume per esercitazione, dalle 12.20 dell’1 alle 2.02 del 2, al
comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 69,5 miglia.
2
luglio 1943
Uscita
da Fiume per esercitazione, dalle 13.10 del 2 alle 3.45 del 3, al
comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 78,5 miglia.
5
luglio 1943
Uscita
da Fiume per esercitazione, dalle 12.10 del 5 alle 00.30 del 6, al
comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 71,5 miglia.
7
luglio 1943
Uscita
da Fiume per esercitazione, dalle 12.14 del 7 all’1.30 dell’8, al
comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 79,5 miglia.
9
luglio 1943
Uscita
da Fiume per esercitazione, dalle 15.13 del 9 all’1.10 del 10, al
comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 58 miglia.
10
luglio 1943
Uscita
da Fiume per esercitazione, dalle 11.50 alle 15.15, al comando del
tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 18 miglia.
12
luglio 1943
Uscita
da Fiume per esercitazione, dalle 12.15 del 12 alle 00.35 del 13, al
comando del tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 71,5 miglia.
13
luglio 1943
Lascia
Fiume alle 22.40, al comando del tenente di vascello Pasquale Gigli,
per trasferirsi a Pola.
14
luglio 1943
Arriva
a Pola alle 6.20, dopo aver percorso 63,8 miglia.
16
luglio 1943
Lascia
Pola alle 00.13, al comando del tenente di vascello Pasquale Gigli,
per trasferirsi a Brindisi, dove entrerà a far parte del IX Gruppo
Sommergibili, ivi avente base, insieme a Squalo,
Fratelli
Bandiera
e Luciano
Manara.
18
luglio 1943
Arriva
a Brindisi alle 19.10, dopo aver percorso 385 miglia.
5
agosto 1943
Uscita
da Brindisi per prove in mare dalle 14.20 alle 17.54, al comando del
tenente di vascello Pasquale Gigli. Percorse 22,2 miglia.
9
agosto 1943
Lascia
Brindisi alle 20.40 per trasferirsi a Taranto, al comando del tenente
di vascello Pasquale Gigli.
12
agosto 1943
Arriva
a Taranto alle 7.17, dopo aver percorso 328 miglia.
15
agosto 1943
Salpa
da Taranto alle 5.13, al comando del tenente di vascello Pasquale
Gigli, per un pattugliamento al largo di Capo Spartivento, tra il
punto 37°44' N e 16°00' E, il punto 37°44' N e 16°36' E e la
costa della Calabria.
22
agosto 1943
Alle
tre di notte viene osservato intenso tiro contraereo nella direzione
di Crotone, e quasi contemporaneamente giunge la notizia
dell’avvistamento di una forza navale nemica al largo di Capo
Rizzuto, con rotta 45°. Il comandante Gigli decide di tentarne
l’intercettazione.
Alle
4.33, in posizione 38°48' N e 17°11' E, vengono avvistate ad un
migliaio di metri di distanza due unità veloci (forse motosiluranti)
dirette a tutta forza verso lo Jalea, che s’immerge per
sottrarsi ad un attacco.
Alle
6.12, in posizione 38°53' N e 17°28' E, vengono avvistate tre
motosiluranti in navigazione verso Crotone.
23
agosto 1943
Lo
Jalea rientra a Taranto alle 6.40, dopo aver percorso 688,2
miglia.
7
settembre 1943
Parte
da Taranto alle 13.15 (per altra fonte, 14.37), al comando del
tenente di vascello Pasquale Gigli, per un pattugliamento al largo di
Crotone.
Maricosom
(il Comando Squadra Sommergibili), ricevuta notizia dell’avvistamento
della flotta d’invasione angloamericana diretta verso le coste
dell’Italia meridionale (si tratta delle navi destinate
all’operazione "Avalanche", lo sbarco a Salerno), ha dato
il via al Piano "Zeta" (elaborato fin dal 23 marzo 1943 per
la protezione delle coste del Sud Italia, della Sicilia e della
Sardegna con l’impiego su larga scala delle residue forze
subacquee, modificato più volte e diramato il 2 luglio): lo
schieramento in massa dei sommergibili in quelle acque, per
contrastare lo sbarco Alleato.
Nell’ambito
del Piano "Zeta", lo Jalea viene
inviato a formare uno sbarramento in Mar Ionio (tra le coste
orientali della Sicilia e della Calabria e capo Santa Maria di Leuca
in Puglia) insieme ad altri sette sommergibili (Squalo, Marcantonio
Bragadin, Fratelli
Bandiera, Zoea, Luigi Settembrini, Onice e Vortice): Onice, Vortice, Settembrini e Zoea vi
sono già stati schierati in precedenza, mentre Jalea,
Squalo,
Bandiera
e Bragadin vanno
ad estendere tale sbarramento preesistente fino al Golfo di Taranto.
Altri otto battelli
(Brin, Diaspro, Topazio, Alagi, Marea, Galatea, Velella, Platino e Nichelio)
vengono dispiegati nel Basso Tirreno a copertura della costa compresa
tra i golfi di Paola e di Gaeta, mentre altri due (Giada e Turchese)
sono inviati ad ovest della Sardegna.
In
realtà, mentre questo avviene l’armistizio tra l’Italia e gli
Alleati è già stato firmato da quattro giorni; ma rimane coperto da
massimo segreto, tutti ne sono tenuti all’oscuro all’infuori una
ristretta cerchia facente capo a Pietro Badoglio ed a Vittorio
Emanuele III. Il comandante di Maricosom ha partecipato alla riunione
organizzata dall’ammiraglio Raffaele De Courten, capo di Stato
Maggiore della Marina, per spiegare ai comandanti superiori le
disposizioni previste dal Promemoria numero 1, inviatogli il 6
settembre dal Comando Supremo, e nel quale si impartiscono ordini per
un imminente rovesciamento delle alleanze. Il dispiegamento dei
sommergibili nelle acque del Sud Italia è stato concordato con i
comandi Alleati al fine di non insospettire i tedeschi; gli equipaggi
non ne sono ovviamente a conoscenza, e quello del Velella pagherà
con la vita quest’assurda situazione, venendo silurato lo stesso 7
settembre dal sommergibile britannico Shakespeare.
8
settembre 1943
L’annuncio
dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati
sorprende lo Jalea
nel Mar
Ionio.
Alle
19.50, otto minuti dopo che l’EIAR ha annunciato la notizia alla
nazione (gli Alleati ne hanno dato notizia già alle 18.30, tramite
Radio Algeri), Maricosom dirama a tutti i sommergibili in mare il
messaggio «Alla ricezione del presente ordine assumere un compito
esclusivamente ripeto esclusivamente esplorativo», seguito alle
21.10 da «Alla ricezione del presente messaggio cessare ogni
ostilità alt Accusate ricevuta». Alle 21.50 Maricosom ordina a
tutti i sommergibili: «Immergetevi subito a quota 80 metri alt
Alle 8 del giorno 9 emergete rimanendo in superficie con bandiera
nazionale a riva e pennello nero al periscopio di prora alt
Riceverete ulteriori ordini alt Accusate ricevuta».
9
settembre 1943
Alle
8.20 lo Jalea
incontra il sommergibile Ciro
Menotti
(tenente di vascello Giovanni Manunta); i due comandanti discutono
sul da farsi, dopo di che il Menotti
decide di dirigere per Siracusa (ma strada facendo verrà
intercettato dal sommergibile HMS Unshaken
e dirottato a Malta), mentre il comandante Gigli opta per il ritorno
a Taranto. Successivamente viene dirottato su Gallipoli.
10
settembre 1943
Arriva
a Gallipoli alle 21.35, dopo aver percorso 297 miglia.
11
settembre 1943
Lascia
Gallipoli alle 3.55, al comando del tenente di vascello Pasquale
Gigli, per trasferirsi a Taranto, dove arriva alle 10.03, dopo aver
percorso 56,6 miglia.
12
settembre 1943
Lascia
Taranto alle 9.46, al comando del tenente di vascello Pasquale Gigli,
per trasferirsi a Malta, insieme ai sommergibili Atropo
e Fratelli
Bandiera
e con la scorta del cacciatorpediniere italiano Augusto
Riboty
e del britannico Troubridge
(per altra versione, quest’ultimo avrebbe incontrato le unità
italiane alle 13.20 del 13, guidandole poi fino a Malta).
14
settembre 1943
Arriva
a Malta alle 17.40, dopo aver percorso 310,2 miglia. Jalea,
Atropo
e Bandiera
sono i primi sommergibili italiani ad arrivare a Malta, con
l’eccezione del Menotti,
che li ha preceduti il 12 settembre. Molti altri seguiranno nei
giorni successivi.
21
settembre 1943
Lo
Jalea viene
temporaneamente dislocato nell’ormeggio di San Paolo (Malta),
insieme ad altri dieci sommergibili (Alagi, Brin, Galatea, H
1, H
2, H
4,
Onice, Ciro
Menotti,
Squalo e Zoea),
alle “dipendenze” della nave appoggio idrovolanti Giuseppe
Miraglia (si
tratta del "Gruppo
San Paolo", uno dei due gruppi in cui sono stati suddivisi i
sommergibili italiani giunti a Malta: l’altro, denominato "Gruppo
Marsa Scirocco", è ubicato in tale località alle dipendenze
della corazzata Giulio
Cesare).
5
ottobre 1943
Durante
l’internamento a Malta, il tenente di vascello Gigli lascia il
comando dello Jalea, che viene temporaneamente assunto dal
guardiamarina Emilio Catalano.
21
novembre 1943
Lascia
Malta alle 16.55, al comando del guardiamarina Emilio Catalano, per
tornare in Italia. (Per altra fonte, probabilmente erronea, lo Jalea
avrebbe lasciato Malta già il 13 ottobre, insieme ai sommergibili
Alagi,
Atropo,
Fratelli
Bandiera,
Marcantonio
Bragadin,
Brin,
Filippo
Corridoni,
Galatea,
H
1, H
2, H
4,
Ciro
Menotti,
Luigi
Settembrini,
Squalo
e Zoea).
22
novembre 1943
Arriva
ad Augusta alle 11.20, dopo aver percorso 108 miglia. Lo stesso
giorno guardiamarina Catalano lascia il comando, che viene assunto,
per il periodo dei successivi lavori, dal capitano del Genio Navale
Nireo Bassetti, 30 anni, da Sarsina.
23
novembre 1943-19 gennaio 1944
Lavori
di raddobbo ad Augusta.
19
gennaio 1944
Al
termine dei lavori, assume per pochi giorni il comando dello Jalea
il sottotenente di vascello Arturo Spina, che il 23 gennaio lo cederà
al tenente di vascello Eugenio Parodi, 27 anni, da La Spezia.
27
gennaio 1944
Lascia
Augusta alle 7.30, al comando del tenente di vascello Eugenio Parodi,
per trasferirsi a Taranto, insieme al cacciatorpediniere Grecale,
alle torpediniere Sirio
e Cassiopea
ed alle corvette Urania
e Sibilla.
29
gennaio 1944
Il
convoglio arriva a Taranto alle 8.45, dopo aver percorso 263 miglia.
Lo
Jalea viene poi sottoposto ad un periodo di lavori di
manutenzione a Taranto.
3
maggio 1944
Il
capo cannoniere di prima classe Raffaele Zazzetta dello Jalea,
58 anni, da Grottammare, muore in territorio metropolitano. Si tratta
dell’unico membro dell’equipaggio dello Jalea ad essere
deceduto durante la seconda guerra mondiale.
7
maggio 1944
Il
tenente di vascello Parodi cede il comando dello Jalea al
parigrado
Giuseppe Ridella, 25 anni, da Ferrara, che lo manterrà fino
all’agosto 1945.
8
maggio 1944
Uscita
da Taranto per prove in mare, al comando del tenente di vascello
Giuseppe Ridella, dalle 6.12 alle 17.34. Percorse 68,5 miglia.
11
maggio 1944
Uscita
da Taranto per prove in mare, al comando del tenente di vascello
Giuseppe Ridella, dalle 6.30 alle 18.50. Percorse 81 miglia.
19
maggio 1944
Uscita
da Taranto per prove in mare, al comando del tenente di vascello
Giuseppe Ridella, dalle 6.20 alle 17.40. Percorse 57 miglia.
30
maggio 1944
Uscita
da Taranto per esercitazione, al comando del tenente di vascello
Giuseppe Ridella, dalle 6.15 alle 14. Percorse 42 miglia.
10
giugno 1944
Lascia
Taranto alle 17.11 per trasferirsi ad Augusta, insieme al
sommergibile Onice
e con la scorta delle torpediniere Calliope,
Fortunale
e Monzambano
e delle corvette Folaga
e Danaide.
12
giugno 1944
Il
convoglio giunge ad Augusta alle 11.30, dopo aver percorso 259
miglia.
13
giugno 1944
Jalea
(tenente di vascello Giuseppe Ridella) ed Onice lasciano
Augusta alle 17.52 alla volta di Gibilterra.
19
giugno 1944
I
due sommergibili giungono a Gibilterra alle 20.32, dopo aver percorso
1084 miglia.
25
giugno 1944
Lo
Jalea (tenente di vascello Giuseppe Ridella) compie un’uscita
da Gibilterra dalle 9.23 alle 11.26 per prove d’immersione.
Percorse 14 miglia.
30
giugno 1944
Jalea
(tenente di vascello Giuseppe Ridella) ed Onice
(capitano di corvetta Ferdinando Boggetti) salpano da Gibilterra alle
10.10 diretti a Bermuda, dove dovranno essere impiegati
nell’addestramento delle unità antisommergibili Alleate; li scorta
il cacciatorpediniere statunitense Fessenden.
3
luglio 1944
Lo
Jalea
è costretto ad invertire la rotta a causa di avarie ai motori,
scortato dal cacciatorpediniere britannico Antelope
(per altra versione sarebbe stato scortato dal Fessenden,
che sarebbe poi tornato ad assumere la scorta dell’Onice).
4
luglio 1944
Arriva
a Gibilterra alle 12.18, dopo aver percorso 699 miglia.
10
settembre 1944
Uscita
da Gibilterra dalle 9.10 alle 17.12 per prove in mare, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Ridella.
15
settembre 1944
Lascia
Gibilterra alle 8.52, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Ridella, per trasferirsi ad Algeri, scortato dal cacciatorpediniere
Legionario.
17
settembre 1944
Arriva
ad Algeri alle 11.51, dopo aver percorso 452 miglia; già alle 19.15
riparte alla volta di Taranto, sempre scortato dal Legionario.
21
settembre 1944
Arriva
a Taranto alle 21.20, dopo aver percorso 884 miglia.
16
ottobre 1944
Uscita
da Taranto dalle 6.51 alle 14.27 per prove in mare, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Ridella. Percorse 63 miglia.
29
ottobre 1944
Salpa
da Taranto alle 7.30, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Ridella, per trasferirsi ad Augusta, insieme al sommergibile Fratelli
Bandiera
e con la scorta della torpediniera Animoso.
30
ottobre 1944
Arriva
ad Augusta alle 13.24, dopo aver percorso 246 miglia.
3
novembre 1944
Lascia
Augusta alle 6.24, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Ridella, per trasferirsi a La Valletta, insieme al Bandiera
e con la scorta del peschereccio armato britannico Stroma.
4
novembre 1944
Arriva
alla Valletta alle 14.25, dopo aver percorso 218 miglia.
7
novembre 1944
Lascia
La Valletta alle 6.19, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Ridella, per trasferirsi a Port Said. Insieme allo Jalea salpa
per la stessa destinazione anche il Bandiera, che però deve
tornare indietro per via di un’avaria.
12
novembre 1944
Arriva
a Port Said alle 10.40, dopo aver percorso 1019 miglia.
14
novembre 1944
Lascia
Port Said alle 6.01, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Ridella, diretto al Grande Lago Amaro, dove arriva alle 12.12 dello
stesso giorno, dopo aver percorso 52 miglia.
Nel
lago sono internate da mesi le corazzate Italia
e Vittorio
Veneto,
in base a quanto deciso dagli Alleati dopo l’armistizio. Il capo
elettricista Ivano Leonardi, imbarcato sull’Italia,
ricorda così nel suo diario l’arrivo dello Jalea:
"Si profila all’orizzonte
un sommergibile, a mano a mano si avvicina sempre più per poi
compiere la manovra ed attraccarsi sotto il nostro bordo sul fianco
sinistro della nave. Una voce corre per i corridoi che avverte essere
il sommergibile Jalea; raccolgo anch’io questa frase ed allora mi
reco immediatamente in coperta per assicurarmi, con i miei occhi, se
è proprio il mio vecchio e caro Jalea. Salito sopra, mi avvicino
infatti e scorgo il battello di prora; immediatamente riconosco
essere un battello da piccola crociera e del tipo Jalea, ma, avendo
notato le modificazioni anche se relative delle sovrastrutture, non
sono ancora ben convinto che sia proprio lui, quel vecchio scafo che
mi aveva visto partecipe di tante battaglie. Chiedo a qualcuno di
bordo e mi si risponde ancora con la stessa precisazione ed allora
che cosa faccio io? Il mio sguardo si rivolge verso la poppa del
sommergibile e cerco di scorgere qualche lettera; da quel momento non
avevo più dubbi: vi erano segnate le due lettere tanto conosciute:
JA. Mentre provavo una grande emozione, riguardavo punto per punto
tutta la coperta del battello per ritrovare in ogni cosa
l’espressione della mia soddisfazione nel rivedere l’JA dopo così
lungo tempo. Ed ecco che la mente ritornava al passato, ritornava a
quegli anni della mia giovinezza quando, ormeggiati in una banchina
del grande porto militare a me tanto caro (l’arsenale di La
Spezia), lo Jalea faceva parte della mia vita, quando, quasi ogni
giorno, si usciva in mare in quei paraggi noti a tutta la grande
famiglia di marinai, e poi a tutte le vicissitudini passate con le
mille e una immersioni compiute nell’azzurro mare della nostra
penisola. Tutto questo mi ha fatto ricordare il mio caro sommergibile
che mi ha tenuto con sé per oltre 7 anni della mia vita militare,
ininterrottamente dal 1932 al 1940".
1°
dicembre 1944
Lascia
il Grande Lago Amaro alle 7.44, al comando del tenente di vascello
Giuseppe Ridella, per tornare a Port Said, dove arriva alle 15.12,
dopo aver percorso 52 miglia.
3
dicembre 1944
Lascia
Port Said alle 14.12, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Ridella, per trasferirsi a La Valletta.
8
dicembre 1944
Arriva
alla Valletta alle 14.22, dopo aver percorso 1021 miglia.
21
dicembre 1944
Lascia
La Valletta alle 16.20, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Ridella, per trasferirsi a Gibilterra, scortato dal peschereccio
armato britannico Pirouette.
26
dicembre 1944
Arriva
a Gibilterra alle 8.10, dopo aver percorso 1033 miglia. Inizia a
svolgervi attività addestrativa a beneficio di unità
antisommergibili britanniche, imbarcando anche un’aliquota di
personale della Royal Navy.
3
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra per prove in mare, dalle 9.20 alle 12.55, al comando
del tenente di vascello Giuseppe Ridella. Percorse 27,5 miglia.
8
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 12.04 alle 18.25, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
Royal Air Force. Percorse 43 miglia.
9
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 12.11 alle 17.10, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF. Percorse 43 miglia.
12
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.05 alle 16.20, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 40,5 miglia.
13
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 11.57 alle 17.40, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF. Percorse 36,5 miglia.
20
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.24 alle 15, al comando del tenente di vascello
Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta della Royal
Navy. Percorse 32 miglia.
21
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.09 alle 15.15, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 39,5 miglia.
25
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.11 alle 17.10, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 61 miglia.
27
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.07 alle 15.22, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF. Percorse 53 miglia.
28
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.03 alle 14.47, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 50 miglia.
29
gennaio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.10 alle 17.55, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy ed aerei della RAF. Percorse 57 miglia.
1°
febbraio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.05 alle 14.45, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF. Percorse 52 miglia.
2
febbraio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.55 alle 20.15, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 59 miglia.
3
febbraio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.03 alle 15.07, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF. Percorse 57 miglia.
5
febbraio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle otto alle 14.50, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 40 miglia.
6
febbraio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.43 alle 17.27, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 49 miglia.
12-13
febbraio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 12.47 del 12 alle 18.10 del 13, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a
navi scorta della Royal Navy ed aerei della RAF. Percorse 187 miglia.
15-16
febbraio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 17.30 del 15 alle 10.22 del 16, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad
aerei della RAF. Percorse 139 miglia.
22
febbraio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.07 alle 15.30, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 41 miglia.
24-25
febbraio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 12.25 del 24 alle 9.50 del 25, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad
aerei della RAF. Percorse 145 miglia.
26-27
febbraio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 12.20 del 26 alle 8.55 del 27, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad
aerei della RAF. Percorse 129 miglia.
28
febbraio-1° marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 12.25 del 28 alle 9.50 del 1° marzo, al comando
del tenente di vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a
navi scorta della Royal Navy ed aerei della RAF. Percorse 127 miglia.
2
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.57 alle 18.57, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 48 miglia.
3
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle otto alle 14, al comando del tenente di vascello
Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta della Royal
Navy. Percorse 28 miglia.
6-7
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.14 del 6 alle 10.20 del 7, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a
navi scorta della Royal Navy ed aerei della RAF. Percorse 108 miglia.
7-8
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 17.04 del 7 alle 11.05 dell’8, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad
aerei della RAF. Percorse 80 miglia.
8-9
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 17.10 dell’8 alle 10.55 del 9, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad
aerei della RAF. Percorse 97 miglia.
10
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.04 alle 19.05, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy ed aerei della RAF. Percorse 40 miglia.
14
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.02 alle 19.32, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy ed aerei della RAF. Percorse 45 miglia.
16
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.55 alle 15.05, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF. Percorse 34,5 miglia.
19
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.57 alle 19.05, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF e navi scorta della Royal Navy. Percorse 52 miglia.
21
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.02 alle 18.25, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF e navi scorta della Royal Navy. Percorse 50 miglia.
24
marzo 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.15 alle 13.55, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF e navi scorta della Royal Navy. Percorse 35 miglia.
16
aprile 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.55 alle 14.55, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 36 miglia.
19
aprile 1945
Uscita
da Gibilterra dalle otto alle 14.25, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 35 miglia.
20
aprile 1945
Uscita
da Gibilterra dalle otto alle 18.40, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 50 miglia.
21
aprile 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.05 a mezzogiorno, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF. Percorse 32 miglia.
23
aprile 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 8.03 alle 14.30, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 34 miglia.
24
aprile 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.48 alle 19, al comando del tenente di vascello
Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della RAF.
Percorse 43 miglia.
25-26
aprile 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 20.15 del 25 alle 8.35 del 26, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad
aerei della RAF. Percorse 75 miglia.
27
aprile 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.48 alle 14.02, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 36 miglia.
28
aprile 1945
Uscita
da Gibilterra dalle otto alle 18.40, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF. Percorse 60 miglia.
30
aprile 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.46 alle 14.10, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme a navi scorta
della Royal Navy. Percorse 37 miglia.
In
serata riparte alle 20.32 per un’altra esercitazione, stavolta con
aerei della RAF.
1°
maggio 1945
Rientra
a Gibilterra alle 14.20, dopo aver percorso 130 miglia.
2
maggio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.55 alle 18.55, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF. Percorse 71 miglia.
3
maggio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 11.45 alle 20.40, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad unità navali
britanniche. Percorse 60 miglia.
4
maggio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.55 alle 14.20, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della
RAF. Percorse 48 miglia.
6
maggio 1945
Uscita
da Gibilterra dalle 7.50 alle 14, al comando del tenente di vascello
Giuseppe Ridella, per esercitazione insieme ad aerei della RAF.
Percorse 35 miglia.
In
serata, alle 20.20, salpa per un’altra esercitazione, con navi
scorta della Royal Navy ed aerei della RAF.
7
maggio 1945
Rientra
a Gibilterra alle 14.25, dopo aver percorso 125 miglia.
4
giugno 1945
Lascia
Gibilterra alle 14.45, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Ridella, per tornare in Italia. Navigherà insieme al sommergibile
Nichelio e con la scorta della corvetta Cormorano.
10
giugno 1945
Arriva
a Taranto alle 8.45, dopo aver percorso 1325 miglia. La guerra è
finita anche per lo Jalea, che viene posto in disarmo.
1°
febbraio 1948
Radiato
dai quadri del naviglio militare in base alle disposizioni del
trattato di pace. Successivamente demolito.
|
Lo
Jalea
(secondo da sinistra) in disarmo a Taranto nel 1947 insieme ad Onice,
Diaspro
e H
2
(g.c. Giorgio Parodi, via www.naviearmatori.net) |
Il
diario di Teseo Tesei relativo alla seconda missione “spagnola”
dello Jalea
(dall’Archivio Teseo Tesei di Marina di Campo – Giorgio Giusti,
via Roberta Bais e www.betasom.it):
"22-XII-36
Alle
7,13 si vede un piroscafo. Immersione. Assetto. Navigazione a 20 m.
Colazione: caffè e latte. A tavolo l’06 studia la carta. C’è un
po’ di mare. Si va a 3 mg. Ogni tanto si sale a vedere. A
mezzogiorno prosciutto e olive poi tonno patate e fagiolini, mela.
Dopopranzo whisky. Lettura coll’06 della “guerra sottomarina”.
Alle 16 guardia in imm. Sul tardi ci passa di prua una grossa
corvetta diretta verso la Francia. Distanza 6-7000 m. Niente da fare,
sembra batta bandiera Inglese. Verso le 18 emergiamo, è ancora un
po’ chiaro. L’ultima ora di immersione, l’undicesima è stata
un po’ pesante. Sopra si sta bene, soffia un vento freddo di N.N.E.
Navighiamo per 0°, passiamo il confine, Capo Crens, lentamente.
Carichiamo aspettando la mezzanotte, ora in cui entreremo nella zona
di agguato. Alle 20, poco prima di passare il traverso del confine
Francese, smonto di guardia e vado a mangiare. Pastasciutta con
cipolle, carne in scatola con patate, una mela. Dopo cena si
decifrano i cifrati. Prima di andare a letto vado un po’ su, c’è
una bellissima luna e mare abbastanza calmo. Guardo la stellina di
Cassiopea. Alle 23 sento il giornale radio. Poi me ne vado a letto.
Anche stanotte sono franco perché c’è stato un cambiamento nel
servizio di guardia. Così mi infilo sotto le coperte tutto contento.
23-XII-36
Alle
6,30 in vista di molte luci tutto intorno.Ci immergiamo. L’06 mi
racconta che stanotte si sono visti molti piroscafi. Peccato aver le
mani tanto legate e non poter proclamare il blocco! Anche questo lo
dobbiamo all’Inghilterra. Alle 8 monto di guardia. Intorno a noi
ronzano diversi pescherecci. Devono essere unità di vigilanza.
Navighiamo a quota 24 m. Abbiamo un peschereccio a dritta ed uno a
sinistra, distanti tra loro 5 o 600 metri. Non si capisce bene se
pescano pesci oppure sommergibili nostrani. Mettiamo avanti mezza e
ci sfiliamo scendendo a 40 m. Il rilevamento idrofonico scade
rapidamente. Dalla loro bassissima velocità è presumibile che
rastrellino. Smonto di guardia a mezzogiorno. Prosciutto con
sottaceti, dentice in scatola con fagiolini, pera. Il pane riscaldato
è ancora buonissimo. Dopo pranzo il Com.te mi fa vedere al
periscopio Barcellona. Eran cinque anni che non la vedevo. Alle 17,30
monto di guardia per tutela al Guardiamarina. Siamo all’undicesima
ora d’immersione, anche nel cielo dello scafo il fiammifero si
spenge. Per cena: minestra, carne in scatola con patate, pera. Alle
18,20 veniamo a galla. Dodici ore di immersione. Resistenza ottima.
Molto meglio di ieri. Forse perché ho riposato. O perché è tutta
questione di abitudine. La sera dopo cena lavoro ad aiutare
l’ufficiale di rotta: grafici, cifrati, tabelle. Penso che Dunsi
stasera parte.
24-XII-36
A
mezzanotte monto di guardia. Freddo cane. Barcellona li davanti.
Dalla collina del Montjuik i proiettori perlustrano in cielo e in
mare. Ce ne infischiamo. C’è una luna a giorno, anche troppa per
noi. Facciamo la carica. Alle 4 monto. Andiamo molto sottocosta. Alle
6,08 immersione. Il giorno passa col solito ritmo. A pranzo sardine
sott’olio, alici piccanti, olive e sott’aceti. Poi tonno in
scatola con fagiolini e mela. Verso le 12,15 attenti. Apri cappello.
Si va all’attacco. Purtroppo niente da fare. E’ un CT inglese,
l’H31. Poi esce un veliero. Pescherecci sempre in giro. Alle 14 si
fa un po’ di assorbimento di CO2. Alle 16 monto di guardia. Alle 17
cena di Vigilia! Noi siamo di guardia e andiamo a mangiare alle
17,30: minesTrone, carne in scatola con patate, una mela. Purtroppo
il pane è finito. Si mangia gallette. Alle 19 emergiamo. Luna e
nuvolo. Passeggio un po’ in coperta dalle 20 alle 24. Lavoro
solito: grafici e cifrati. Mi faccio la barba mi metto una camicia e
il pullover fatto da Dunsi. A mezzanotte vado in coperta a pregare.
Poi uno spuntino con un po’ di tonno, gallette prestate da un R.T.
e ½ mandarino e un po’ di vino.
25-XII-36
Alle
5 mi sento svegliare: Attenzione, pronti al Lancio. Alle 5,18 Fuori
1, Fuori 2. Alle 5,20 immersione. E’ un piroscafo che entrava a
luci oscurate e che ha acceso all’ultimo momento. Da prua sentono i
due scoppi. Si presume che il 533(1°) abbia fallito e sia scoppiato
a terra e che il 450(2°) abbia colpito. Alle 7,30 mettiamo un po’
di periscopio fuori. C’è un po’ di nebbia. Si vedono i
proiettori che cercano. Speriamo. Verso le 8,30 cacciamo fuori il
naso ma non si vede assolutamente niente. Un po’ di scoraggiamento
a bordo. Alle 10 preghiera del marinaio in Camera di Manovra. Alle 11
si mangia. Antipasto misto, tonno e fagiolini, panettone e panforte.
Frutta. Alle 12 smette la mia guardia. Riposo pomeridiano. Nel
pomeriggio l’H31 esce e si mette all’ancoraggio di sicurezza.
Buon segno. Si fa un po’ di circolazione con assorbimento di Co2.
La cena alle 17 passa un po’ triste. Antipasto poi carne con patate
e una banana. alle 19,30 emergiamo. 14 ore di immersione. Buon
Natale. La sera passa col solito lavoro. Si ascolta la radio pieni di
speranza. Dio voglia. A mezzanotte vado a montar di guardia.
26-XII-36
C’è
un tempo magnifico. Mare calmissimo e una luna splendida. Noi
navighiamo verso Tarragona. Alle 2 si ferma il termico di propulsione
e continuando la carica si procede con andatura Diesel Elettrico a 4
mg. Alle 3 in vista di Tarragona il mare di prua a noi si riempie di
pescherecci. Dapprima invertiamo la rotta, poi ci buttiamo sotto
costa, dove arriviamo a circa 1 Mg. di distanza. Dirigiamo di nuovo
per Tarragona, invertiamo,viriamo di nuovo. Alle 4 finita la guardia
resto alzato per aiutare. Siamo ormai vicinissimi a Tarragona. Si
vede un piroscafo alla fonda, fuori del porto, a luci oscurate. Si va
all’attacco. Ci portiamo a un migliaio di metri,ci mettiamo in
affioramento. In quel momento esce un peschereccio. Ci immergiamo.
Ore 7,07. Riaffioriamo appena gli idrofoni danno sparito il
peschereccio. Mettiamo appena la torretta fuori d’acqua. Il
comandante esce. Attacchiamo di poppa, poi di prua. Il piroscafo
salpa e si butta dentro il porto. Tubo 3. Tubo 4. Attenti. Fuori 3.
Fuori 4. Ore 7,25. Mancato! Mi sembra che la fortuna non sia con noi.
Alle 7,30 ci immergiamo. Me ne vado a dormire. Dormo tutto il giorno
fino alle 15. Alle 16 monto di guardia. Inseguiamo un piroscafo che
messo sull’avviso da un aeroplano è scappato via mentre stava
entrando in porto. Il battello governa male. Perdite di aria. Alle 19
emergiamo. Attacchiamo la carica. Il piroscafo sospetto compare di
nuovo. Ci immergiamo (21,15) e ci buttiamo sotto Capo Salon nella
speranza che il piroscafo passi tra noi e la luna. Siamo a ½ miglio
dalla costa. Il dannato deve aver visto qualche cosa quando lo
inseguivamo a 11 mg., infatti spenge tutte le luci e si allontana al
minimo. Non si sente né si vede più niente. Alle 22,15 ci
allontaniamo da terra in immersione. Alle 23 emergiamo, attacchiamo
la carica e dirigiamo su Barcellona.
27-XII-36
Lavoro
fino alle 2 di notte. Cifra. Alle 6,30 immersione. Dormo fino alle 8
ora in cui monto di guardia. Siamo davanti a B. Si avvista una boa
con bandiera sopra. Dio volesse che fosse il segnale
dell’appuntamento! Verso mezzogiorno andiamo all’attacco di un
piroscafo. Rinunziamo, batte bandiera Olandese. Ci posiamo sul fondo.
Nebbia. Giochiamo a bridge a 65m. di profondità, a 4 mg dalla costa
nemica. Alle 20,30 emergiamo. E’ già passato il bollettino radio.
Sentiamo quello delle 23. C’è molta nebbia stasera. Lasciamo B.
diretti a Porto Rosas. Nessuna notizia. Radio Barcellona ci copre di
insulti in lingua Italiana.
28-XII-36
A
mezzanotte monto di guardia . Mare calmo, cielo coperto. Alle 1
accostiamo sulla dritta per allontanarci dalla costa. C’è una nave
da guerra dietro di noi che avanza velocissima. Ci allontaniamo non
visti. Dalla rotta si direbbe che è un Francese. 8 o 10000 T. Alle
7,20 immersione. Alle 8,40 un avaria ai timoni ci costringe a posarci
sul fondo a 46 m. Si ripara e dopopranzo, ore 11,50 risaliamo a quota
per. Esploriamo Golfo Rosso. Non c’è anima viva. Tutto il giorno
lavoro solito, grafici etc. Dalle 16 guardia. Ce ne andiamo. Cena.
Solita roba. Alle 19,05 veniamo su. Navighiamo larghi verso
Barcellona. Solito lavoro. Alle 21,45 un urgentissimo. Buona caccia
fuori B. Alle 22,15 mettiamo a 400 giri e fino alle 6,30
dell’indomani i bravi motori tirano. Quello di dritta ha delle
temperature molto elevate.(400°-405°)
29-XII-36
Resto
in piedi per sorvegliarmi i motori fino alle 3. Poi a dormire. Alle
6,30 ferma i motori. Alle 6,42 immersione. Siamo al limite Sud della
zona. Aspettiamo. Dalle 8 alle 12 guardia. Navighiamo a quota perisc.
Ascolto idrofonico. Alle 11 perdiamo ogni speranza. Dirigiamo per
Tarragona. Alle 12,10 emergiamo e mettiamo in moto i termici, siamo a
30 mg dalla terra. Alle 13,05 in vista di due piroscafi ci immergiamo
rapidamente. Continuiamo a ½ forza e alle 17 siamo a 4 mg da costa.
Il mare è pieno di pescherecci. Qualcuno a 150 metri. Dio li mandi a
farsi benedire! Alle 18,50 emergiamo. Mettiamo in moto per la carica.
Solito lavoro serale. Alle 23,30 scoppia un tubo della sirena di
allarme. Restiamo privi di quota.
30-XII-36
Alle
ore 0 monto di guardia. Mentre ci stiamo passando le consegne la
vedetta di poppa grida: ”una grossa massa nera a fanali spenti”.
Rapida immersione. Impossibile dare il segnale d’allarme. Si arriva
giù che tutti ancora dormono. I timoni orizzontali non si muovono.
L’elettricista di guardia corre a prua. Ad un tratto colonne
d’acqua cadono dal soffitto in tutte le direzioni! Aria per tutto.
Veniamo a galla. L’elettricista ha lasciato aperto il condotto di
ventilazione. Il nemico è un grosso veliero tutto oscurato! E le
nostre istruzioni non ci permettono di attaccarlo! Temo fortemente
che le batterie siano allagate. Invece solo in quella poppiera vi è
entrata un po’ d’acqua. Si sviluppano gas di cloro. Faccio
mettere le maschere antigas al personale. Tutta la notte al lavoro.
Alle 6 tutto è pronto. Ho visto per un momento terribilmente vicino
lo spettro di un simile inglorioso ritorno. Per 10 mg camminiamo a
tutta forza verso Spezia. Poi, garantito al Comandante che si può
restare, invertiamo. Alle 7,05 ci immergiamo. Avaria alla pompa
assetto. Si ripara. Ci posiamo sul fondo a 45 m. Si verifica tutto,si
mangia. A mezzogiorno e ½ dopo una notte intera e una mattinata di
lavoro vado a dormire. Dormo fino alle 17, poi mangio e monto di
guardia. Durante il mio sonno attacco a un piroscafo. Molto sospetto.
Non batte bandiera. Maledette istruzioni. Ci tocca lasciarlo passare.
Navighiamo a 20 m. Alle 18,50 emergiamo. Si esaurisce: E’
scurissimo. non si vede a un metro di distanza. Piove. Alle 20 smonto
di guardia. Sono franco. Mi farò una bella dormita.
31-XII-36
Alle
6,1/2 immersione. Siamo a Barcellona. Ho dormito dieci ore. Mi ci
voleva proprio. Tutta la mattina rastrelliamo davanti a Barcellona.
Guardia dalle 8 alle 12. Alle 12,20 veniamo a quota periscopica.
Troppo abbrivo, veniamo molto fuori. A sinistra B120 un 3000
francese. Ci immergiamo. Alle 1,03 veniamo a quota periscopica.
Mentre saliamo e siamo a 12 m. si sente un urto. Il francese ci ha
speronato. Ci buttiamo sul fondo. Quel porco ci ha fregato il
periscopio di esplorazione, se eravamo più su ci fregava per le
feste. Siamo a 40 metri. Ci trasciniamo un po’ fuori fino a 53 m.
Poi dopo molte manovre d’acqua riusciamo a staccarci dal fondo.
Prora 80. Dirigiamo su Spezia. Alle 19 emergiamo. Giri 400. Alle 20
sospetto di avaria al motore di Sn. Niente da fare. Lo faremo a
Spezia. Si rimette in moto. Sono un po’ triste. A mezzanotte monto
di guardia.
1-I-37
O.00.Prego.
Per te soprattutto liebster. Notte scura. A tratti piove. Colpi di
mare ci bagnano tutti. Siamo ancora in zona d’agguato. Visibilità
pessima. Ogni tanto la luna buca le nuvole e fa una breve
esplorazione. Pericolosa. Verso le 2 il tempo migliora. Alle 4 è
decisamente meglio. Dormo fino a mezzogiorno. Pranzetto solito. Nel
pomeriggio tagliamo il moncone del periscopio. Dalle 16 alle 20
guardia. Tempo discreto; alle 17 preghiera. Nella serata devo essere
di guardia dalle 16 alle 20, invece lavoro ai grafici. Dopocena dalle
21 alle 22,30 faccio la guardia per il guardiamarina. Dopo lavoro ai
grafici assiduamente. Gli altri dormono. Si è messo un po’ di mare
e fa abbastanza freddo. Lavoro fitto fitto per cercare di far presto.
2-I-37
(…)
[parte illeggibile] (…)
Alle
7,30 siamo dentro (…) ormeggiamo alla banchina. Come
al solito non c’è un cane ad aspettarci".
|
Il
cofanetto portabandiera dello Jalea
(a sinistra) esposto insieme a quelli di Iride
ed Onice
in una teca a Palazzo Marina a Roma (da Wikimedia Commons) |
Lo Jalea
su Uboat.net
I sommergibili classe Argonauta su Betasom
Lo Jalea su Grupsom
Lo Jalea su U-Historia
Il blocco navale italiano nella Guerra di Spagna, ottobre 1936-marzo 1939
Destructor Churruca
Spanish Republican Navy during the Civil War)
La guerra civile spagnola e la Regia Marina italiana
Viva la muerte! Mito e realtà
della guerra civile spagnola
L’impegno navale italiano durante la guerra civile spagnola
I Laghi Amari
I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre 1945
8 settembre, il dramma della flotta italiana
Oltre la divisa