Sommergibile costiero della classe H (dislocamento di 360
tonnellate in superficie e 474 in immersione). Combatté in entrambe le guerre
mondiali: nella prima effettuò 14 missioni offensive e 23 difensive, per
complessive 1274 ore di moto in superficie e 658 in immersione, mentre nella
seconda eseguì 40 missioni esplorative, 23 di trasferimento e 236 uscite per
addestramento (53 delle quali per la Scuola Idrofonisti di La Spezia) o prove
in mare, per complessive 9395 miglia di navigazione. Nei primi mesi di guerra
svolse missioni offensive e difensive nelle acque della Liguria, poi fu
trasferito a Taranto ed effettuò 25 missioni difensive nelle acque di Crotone,
Brindisi, Gallipoli e Taranto, per poi tornare all’attività addestrativa,
intervallata da saltuari pattugliamenti difensivi, presso varie basi.
Nel periodo interbellico fu adibito prevalentemente ad attività addestrativa in varie basi della penisola.
Breve e
parziale cronologia.
31 maggio 1916
Impostazione nei cantieri Canadian Vickers di Montreal, succursale canadese della compagnia statunitense Electric Boat Company creata per aggirare il divieto per i cantieri di Paesi neutrali – come gli Stati Uniti – di costruire sommergibili per nazioni belligeranti.
18 o 19 ottobre 1916
Varo nei cantieri Canadian Vickers di Montreal.
Dopo il varo, l’H 2 ed il gemello H 1 lasciano Montreal prima del congelamento invernale del San Lorenzo e raggiungono Halifax, dove completeranno le prove di collaudo.
15 dicembre 1916
Entrata in servizio; suo primo comandante è il tenente di vascello Guido Bacci. (Altra fonte colloca invece l’entrata in servizio alla stessa data del varo, il 18 ottobre).
In dicembre, terminati i collaudi e l’addestramento ad Halifax, H 2 e H 1 si trasferiscono a Shelburne, in preparazione del loro viaggio verso l’Italia, che rappresenterà per essi anche un ulteriore collaudo, nel corso del quale metteranno in mostra le loro buone qualità.
Il trasferimento degli "H", suddivisi in tre gruppi (H 2 e H 1 formano il primo) avverrà con l’accompagnamento di navi mercantili fino a Gibilterra, dove navi militari italiane assumeranno la loro scorta fino all’arrivo in Italia. È previsto uno scalo intermedio alle Bermuda per fare rifornimento.
13 gennaio 1917
L’H 2 (tenente di vascello Guido Bacci) e l’H 1 partono da Shelburne, in Nuova Scozia (Canada), diretti a Bermuda, da dove poi proseguiranno per l’Italia.
Marzo 1917
L’H 2 e l’H 1, dopo aver attraversato l’Oceano Atlantico insieme, giungono a Messina. Nell’ultimo tratto della navigazione, i due sommergibili sono scortati dal cacciatorpediniere Audace, anch’esso appena completato (in Inghilterra) ed in corso di trasferimento in Italia.
20 maggio 1917
Trasferito a Brindisi, dove viene assegnato alla I Squadriglia Sommergibili H (facente parte della Flottiglia sommergibili della Squadra Navale), avente base in tale porto (per altra fonte, probabilmente erronea, alla Squadriglia Sommergibili di Venezia), che compone insieme ai gemelli H 1, H 3 e H 4, operando intensamente nel Basso Adriatico. In tutto svolgerà, durante il conflitto, 37 missioni di guerra.
Nel periodo interbellico fu adibito prevalentemente ad attività addestrativa in varie basi della penisola.
Impostazione nei cantieri Canadian Vickers di Montreal, succursale canadese della compagnia statunitense Electric Boat Company creata per aggirare il divieto per i cantieri di Paesi neutrali – come gli Stati Uniti – di costruire sommergibili per nazioni belligeranti.
18 o 19 ottobre 1916
Varo nei cantieri Canadian Vickers di Montreal.
Dopo il varo, l’H 2 ed il gemello H 1 lasciano Montreal prima del congelamento invernale del San Lorenzo e raggiungono Halifax, dove completeranno le prove di collaudo.
15 dicembre 1916
Entrata in servizio; suo primo comandante è il tenente di vascello Guido Bacci. (Altra fonte colloca invece l’entrata in servizio alla stessa data del varo, il 18 ottobre).
In dicembre, terminati i collaudi e l’addestramento ad Halifax, H 2 e H 1 si trasferiscono a Shelburne, in preparazione del loro viaggio verso l’Italia, che rappresenterà per essi anche un ulteriore collaudo, nel corso del quale metteranno in mostra le loro buone qualità.
Il trasferimento degli "H", suddivisi in tre gruppi (H 2 e H 1 formano il primo) avverrà con l’accompagnamento di navi mercantili fino a Gibilterra, dove navi militari italiane assumeranno la loro scorta fino all’arrivo in Italia. È previsto uno scalo intermedio alle Bermuda per fare rifornimento.
13 gennaio 1917
L’H 2 (tenente di vascello Guido Bacci) e l’H 1 partono da Shelburne, in Nuova Scozia (Canada), diretti a Bermuda, da dove poi proseguiranno per l’Italia.
Marzo 1917
L’H 2 e l’H 1, dopo aver attraversato l’Oceano Atlantico insieme, giungono a Messina. Nell’ultimo tratto della navigazione, i due sommergibili sono scortati dal cacciatorpediniere Audace, anch’esso appena completato (in Inghilterra) ed in corso di trasferimento in Italia.
20 maggio 1917
Trasferito a Brindisi, dove viene assegnato alla I Squadriglia Sommergibili H (facente parte della Flottiglia sommergibili della Squadra Navale), avente base in tale porto (per altra fonte, probabilmente erronea, alla Squadriglia Sommergibili di Venezia), che compone insieme ai gemelli H 1, H 3 e H 4, operando intensamente nel Basso Adriatico. In tutto svolgerà, durante il conflitto, 37 missioni di guerra.
L’H 2 in uscita da Brindisi in una foto del 30 maggio 1917; sullo sfondo è riconoscibile la vecchia corazzata Re Umberto, usata come batteria galleggiante (g.c. STORIA militare) |
In pattugliamento al largo della costa meridionale dalmata, l’H 2 avvista una formazione austroungarica che sta ripiegando verso Cattaro inseguita da una nutrita formazione italo-franco-britannica (incrociatori britannici Weymouth, Gloucester e Newcastle, esploratori italiani Aquila, Sparviero, Guglielmo Pepe ed Alessandro Poerio, cacciatorpediniere francesi Commandant Rivière, Bory e Bisson, cacciatorpediniere italiani Rosolino Pilo, Ippolito Nievo, Indomito, Insidioso, Simone Schiaffino, Pilade Bronzetti, Antonio Mosto e Giuseppe Missori): la compongono l’esploratore Helgoland ed i cacciatorpediniere Tatra, Csepel, Lika, Triglav, Orjen e Balaton. Salpati da Cattaro il giorno precedente per attaccare convogli italiani nelle acque di Valona, non hanno trovato bersagli e si sono allora portati al largo di Brindisi allo specifico scopo di farsi avvistare ed inseguire, nel tentativo – fallito – di attirare le navi dell’Intesa nel settore d’agguato di due U-Boote dislocati al largo di Valona.
L’H 2, tuttavia, non riesce a ridurre le distanze a sufficienza da poter attaccare. L’inseguimento delle navi austroungariche da parte di quelle dell’Intesa, caratterizzato da attacchi aerei sulle due formazioni ed anche da una battaglia aerea tra i velivoli intervenuti in appoggio delle rispettive forze navali, si protrae senza che la forza dell’Intesa riesca a serrare le distanze a sufficienza da poter ingaggiare il nemico; giunte alle foci del Drin, ormai in prossimità di Cattaro, le navi italo-franco-britanniche invertono la rotta per rientrare alla base.
In pattugliamento al largo di Durazzo, l’H 2 lancia un siluro contro un cacciatorpediniere austroungarico tipo Huszar, che lo evita con la manovra.
13 febbraio 1918
L’H 2, insieme al gemello H 1 e con la scorta della torpediniera Astore, lascia Brindisi diretto a Malta. Per costringere l’Italia a distogliere forze dal fronte principale, infatti, la Germania sta inviando armi ai ribelli libici mediante gli U-Boote, per fomentare l’insurrezione in corso nella colonia; pertanto si è deciso di inviare alcuni sommergibili nelle acque della Libia, allo scopo di contrastare l’intenso contrabbando di armi per i ribelli da parte dei sommergibili tedeschi.
15 febbraio 1918
H 2, H 1 ed Astore, dopo un lungo scalo a Siracusa, raggiungono Malta.
Salpa da Malta per la prima missione contro il contrabbando di armi in Libia, al largo di Misurata. Nessun incontro sospetto.
26 marzo 1918
Parte per la seconda missione anticontrabbando al largo di Misurata.
18 aprile 1918
Rientra a Malta senza aver colto risultati.
1918
Presta servizio sull’H 2, come ufficiale di rotta e poi come comandante in seconda, il tenente di vascello Adalberto Mariano (20 anni, da Rivarolo Canavese), in seguito divenuto celebre per il suo ruolo nella sfortunata spedizione artica del generale Umberto Nobile con il dirigibile Italia.
4 novembre 1918
Al termine della prima guerra mondiale, l’H 2 fa sempre parte della Flottiglia sommergibili di Brindisi, insieme ai gemelli.
Febbraio 1920
All’epoca dell’occupazione dannunziana di Fiume, l’H 2, di base a Brindisi, è oggetto di un progetto di cattura (“con la forza, con l’astuzia, o con la persuasione”) messo a punto da alcuni seguaci di D’Annunzio, che rispondono ad un preciso appello del celebre poeta, lanciato il 21 gennaio 1920: “Compagni, nella nostra squadra del Carnaro, pronta a tutte le offese e a tutte le difese, abbiamo i più bei tipi di navi italiane – dalla gigantesca Dante Alighieri al guscio del MAS – Manca un sommergibile! Fino a oggi i tentativi dei nostri compagni audacissimi non ebbero fortuna. Ho il sentimento profondo che la fortuna sarà con me e che potremo accogliervi con le più calde feste. Conducendo qui il sommergibile, renderete un grande servizio alla Causa. Entriamo in un periodo di resistenza vigorosa, e forse di azione temeraria. Nel caso che i “divoratori di carne cruda” osino di porre il blocco ai nostri siluri avranno da compiere un buon lavoro”. In precedenza già un tentativo del genere ha avuto luogo: nell’ottobre del 1919 undici membri dell’equipaggio del sommergibile F 16, di stanza a Venezia, hanno aderito alla causa fiumana ed hanno cercato di prendere il mare per raggiungere Fiume con la loro unità, venendo però ostacolati dal maltempo e fermati dall’intervento di una torpediniera di vigilanza.
Il progetto di sequestro dell’H 2 è opera di tre uomini: il tenente di vascello Andrea Augusto Tesi, romano, di ventiquattro anni; il capitano dell’Esercito Giacomo Biasini, forlivese, di dieci anni più anziano; ed il capo meccanico Giovanni “Giannetto” Trentin. Quest’ultimo ha alle sue spalle già una notevole attività al servizio di D’Annunzio: sommergibilista della flottiglia di Brindisi, ha disertato nell’ottobre precedente per raggiungere il Vate a Fiume, progettando un colpo di mano per impossessarsi non di uno ma di diversi sommergibili classe H di base a Brindisi (e di un MAS presente a Bari) e condurli a Fiume. Tale piano è fallito a causa dell’azione preventiva della Marina, che ha fatto smontare alcuni componenti dai sommergibili classe H proprio al fine di impedire una partenza non autorizzata; ma Trentin si è rifatto partecipando con altri “legionari” alla cattura in alto mare del piroscafo Taranto, dirottato a Fiume nel gennaio 1920 con il suo carico di provviste e due milioni di lire. In seguito a questo successo, D’Annunzio gli ha affidato un ufficio per propagandare all’estero la causa fiumana e soprattutto armi, denaro e lasciapassare (per poter uscire indisturbati da Fiume ed indossare abiti civili) per il tentativo di sequestrare l’H 2, appartenente ad una classe che conosce bene per avervi prestato servizio per diversi anni. Audace e “di spirito indisciplinato e avventuroso” (come lo definiranno i documenti processuali), pur essendo il più basso in grado dei tre, Trentin è sostanzialmente il capo della spedizione, vera anima del progetto, di cui è stato incaricato personalmente da D’Annunzio.
Simile il “curriculum” di Tesi: tra i primi ufficiali a disertare per raggiungere D’Annunzio a Fiume, ha catturato e dirottato nella città quarnerina il piroscafo Trapani ed ha successivamente ricevuto dal poeta il comando di una batteria costiera posta a difesa dell’ingresso del porto.
Più terrene le motivazioni di Biasini, unitosi a Tesi e Trentin soprattutto per poter raggiungere a Bari una donna romagnola, Bianca Fagioli, di cui è follemente innamorato, e che intende portare con sé a Fiume.
I tre, partiti da Fiume il 31 gennaio 1920 a bordo del piroscafo Pannonia, diretto ad Ancona, hanno passato mesi ad elaborare il piano per impossessarsi del sommergibile, azione che dovrà avere luogo nella notte del 1° febbraio 2020 con la complicità di un quarto uomo, un militare in servizio presso la base di Brindisi: sarà però proprio quest’ultimo a tradirli e denunciarli alle autorità militari ventiquattr’ore prima che il piano sia messo in azione, portando al loro arresto (ed a quello di Bianca Fagioli) nell’albergo Cavour di Bari, dove i cospiratori sono alloggiati in attesa di avere notizie dal loro complice a Brindisi. Nella stanza occupata dai tre, la polizia trova un diario con la cronistoria di tutti i preparativi e movimenti dei cospiratori, lettere credenziali rilasciate dalla segreteria del Comando legionario di Fiume, formule telegrafiche convenzionali per le comunicazioni, un elenco dei sommergibilisti in servizio a Brindisi, pugnali, pistole, una bomba a mano ed un’ingente somma di denaro destinata a finanziare l’operazione (seimila lire italiane e tremila corone austriache, con cui Trentin pianificava di corrompere alcuni sottufficiali della flottiglia sommergibili di Brindisi), nonché una copia manoscritta del già citato proclama di D’Annunzio ai sommergibilisti, da recapitare anonimamente al comandante della flottiglia sommergibili di Brindisi, capitano di corvetta Paolo Vandone, insieme ad un messaggio in cui i tre firmatari, dichiarando di appartenere alla “Marina fiumana della centuria D’Annunzio” ed informano l’ufficiale, “per conoscenza”, che quando riceverà la missiva loro saranno già in alto mare, diretti verso la “Città Olocausta”, concludendo “Siamo decisi a tutto pur di portare a compimento la nostra missione e di fronte a nessuna difficoltà ci arresteremo o indietreggeremo. Ci scusi”.
Dopo l’arresto, Trentin, Tesi e Biasini finiranno sotto processo per “insubordinazione, diserzione, tentativo di asportare il sommergibile H 2 della flottiglia di Brindisi e falso in foglio di viaggio”. La pena sarà lieve, di pochi mesi (come tutte quelle comminate ai legionari fiumani, dei quali i comandi militari italiani, pur dovendo disapprovare la violazione della disciplina, apprezzano lo spirito nazionalistico che in fondo condividono), e non dissuaderà capo Trentin dai suoi propositi pirateschi: appena uscito di prigione, nell’ottobre 1920, il pervicace sottufficiale metterà a punto un nuovo piano per trasferire a Fiume un altro sommergibile, questa volta l’F 14 di base a Venezia. Ma nemmeno questo progetto andrà in porto.
La lettera indirizzata da D’Annunzio al capitano di vascello Vandone (da “Rapidi e invisibili”, di Alessandro Marzio Magno) |
Imbarca un cannone da 76/30 mm Armstrong 1914.
1920-1923
Dislocato a La Spezia, l’H 2 viene impiegato in attività addestrativa a beneficio degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno.
Settembre 1923
L’H 2 partecipa all’occupazione di Corfù in seguito ad una crisi tra Italia e Grecia innescata dall’assassinio – avvenuto ad opera di ignoti il 27 agosto, sulla strada tra Giannina e Santi Quaranta – del generale Enrico Tellini e di altri membri di una delegazione italiana (maggiore Luigi Corti, tenente Mario Bonacini, autista Remigio Farnetti, interprete albanese Thanas Gheziri) che avrebbe dovuto definire i confini tra Grecia ed Albania per conto della Società delle Nazioni, così risolvendo la disputa confinaria in atto tra i due Paesi balcanici. I giornali italiani ed il governo albanese hanno attribuito le responsabilità dell’eccidio alla Grecia, considerate le pessime relazioni esistenti tra la delegazione italiana e le autorità greche, che tramite un delegato avevano apertamente accusato il generale Tellini di parzialità in favore dell’Albania; il governo greco e l’ambasciatore romeno a Giannina hanno invece imputato la strage a banditi albanesi, ma nessun oggetto è stato rubato dalle vittime o dall’automobile su cui viaggiavano (secondo lo storico greco Aristotle Kallis, vi sarebbero indizi sufficienti da far ritenere che la strage sia stata compiuta da provocatori albanesi che avrebbero attraversato il confine allo scopo di far incolpare la Grecia). L’opinione pubblica italiana è schierata contro la Grecia, tanto che scoppiano manifestazioni antigreche; i giornali ellenici condannano l’eccidio di Giannina e si esprimono amichevolmente nei confronti dell’Italia, auspicando che il governo greco soddisfi quello italiano senza travalicare i confini dettati dall’orgoglio nazionale greco.
A capo del governo italiano è Benito Mussolini, in carica da pochi mesi e desideroso di “mostrare i muscoli” in campo internazionale: l’occasione è per lui perfetta sia per dare una dimostrazione di forza che aumenti il suo prestigio presso i nazionalisti italiani (presentandosi come il vendicatore della “vittoria mutilata”) e che rafforzi la posizione dell’Italia come potenza militare in campo internazionale, in grado di ottenere ciò che vuole con la forza, sia, se possibile, per impadronirsi stabilmente di Corfù, il cui possesso faciliterebbe il controllo da parte italiana del Basso Adriatico e del Mar Ionio (e che Mussolini vede come “più italiana che greca” per via della plurisecolare dominazione veneziana). Mussolini, pertanto, accusa la Grecia di responsabilità dell’eccidio ed il 29 agosto impone un durissimo ultimatum al governo greco: questi ha ventiquattr’ore per porgere scuse solenni all’Italia (tramite la sua legazione di Atene) ed avviare un’inchiesta, con la collaborazione dell’addetto militare italiano in Grecia (colonnello Perone), che porti entro cinque giorni all’arresto e condanna a morte dei responsabili della strage; inoltre tutti i componenti del governo ellenico dovranno presenziare ai funerali delle vittime, che si dovranno tenere in forma solenne nella cattedrale cattolica di Atene, dovranno essere tributati gli onori militari agli uccisi, la flotta greca dovrà tributare gli onori alla bandiera di una squadra navale italiana che sarà appositamente inviata al Pireo, e la Grecia dovrà pagare all’Italia cinquanta milioni di lire a titolo di risarcimento entro cinque giorni. In caso contrario, l’Italia invaderà ed occuperà per ritorsione Corfù.
Il corpo di spedizione destinato a conquistare l’isola è composto dal 48° Reggimento Fanteria "Ferrara", da una batteria di 8 cannoni da 75 mm, da una brigata di fanteria di 5000 uomini, da reparti del reggimento di fanteria di Marina "San Marco" e dalle compagnie da sbarco delle navi, il tutto al comando dell’ammiraglio Emilio Solari. Le truppe saranno sbarcate sulla costa settentrionale e su quella meridionale dell’isola.
Il 30 agosto il governo greco risponde all’ultimatum, accettando soltanto in parte le richieste italiane, che vengono fortemente ridimensionate: il comandante militare del Pireo esprimerà il cordoglio del governo greco per l’accaduto al locale ministro italiano, sarà tenuto un servizio religioso di commemorazione delle vittime alla presenza di membri del governo greco, un distaccamento della Guardia di Palazzo greca renderà gli onori alla bandiera italiana presso la sede della legazione d’Italia, e reparti militare greci renderanno onori ai feretri delle vittime quando questi saranno trasbordati su una nave da guerra italiana per essere riportati in patria. Viene inoltre offerta disponbilità a pagare un giusto indennizzo ai familiari delle vittime, mentre viene opposto un rifiuto alla conduzione di un’inchiesta in presenza dell’addetto miltiare italiano, dal quale però verrebbe accettata qualsiasi informazione che potesse agevolare l’individuazione degli assassini. Le altre richieste vengono respinte in quanto lederebbero l’onore e la sovranità della Grecia.
Mussolini ed il governo italiano dichiarano insoddisfacente ed inaccettabile la controproposta greca, con l’appoggio della stampa, che insiste affinché la Grecia ceda pienamente alle richieste italiane. Non avendo il governo greco ottemperato alle condizioni, l’operazione contro Corfù prende il via.
La flotta italiana si presenta davanti a Corfù il 31 agosto: alle due del pomeriggio l’isola viene sorvolata da aerei italiani, e poco dopo entra in porto il cacciatorpediniere Premuda, seguito poco più tardi dal resto della squadra. La corazzata Conte di Cavour manda a terra, con la propria motolancia, il capitano di vascello Antonio Foschini, capo di Stato Maggiore dell’ammiraglio Solari, con un ultimatum al governatore greco di Corfù: in esso si impone l’ammaino della bandiera greca da sostituire con quella italiana, la cessazione di tutte le comunicazioni, la resa e disarmo di truppe e gendarmeria ed il controllo di tutte le attività da parte dell’Italia. Il governatore telefona ad Atene per avere istruzioni, e gli viene risposto “Niente resa, in nessun caso”; comunica tale risposta al comandante Foschini, che gli consegna allora un documento in cui si impone, irrealisticamente, di evacuare entro trenta minuti i civili stranieri, radunandoli in una località aperta e lontana da installazioni militari.
Alle 16 del 31 agosto le unità italiane iniziano il tiro con i pezzi di piccolo calibro, protraendolo sino alle 16.15, sulle caserme e sulle due fortezze di Corfù (Vecchia e Nuova) che tuttavia non sono in mano a truppe greche, bensì occupate da profughi provenienti dall’Anatolia, sedici dei quali rimangono uccisi, ed altri 32 feriti, in gran parte a causa di un colpo da 152 mm (forse sparato dal Premuda) che va al di là del forte e colpisce un edificio non visibile dal mare, nel quale sono radunati dei profughi. Anche la locale scuola di polizia viene cannoneggiata.
Dopo, a seconda delle fonti, sette minuti od un quarto d’ora di fuoco, il bombardamento viene interrotto quando un infermiere issa sul forte un lenzuolo bianco sull’asta di una bandiera. Viene dato inizio allo sbarco del corpo di spedizione italiano (trasportato dai piroscafi Duca d’Aosta e Città di Messina e composto da alcune migliaia di uomini); il prefetto Petros Evripaios ed altri ufficiali e funzionari ellenici vengono arrestati ed imprigionati a bordo delle navi italiane. Nel giro di pochi giorni le truppe italiane occupano Corfù e la maggior parte delle navi fa ritorno a Taranto, lasciando a Corfù un incrociatore corazzato, cinque cacciatorpediniere e qualche sommergibile e MAS sotto il comando del contrammiraglio Aurelio Belleni, mentre il 2 settembre 1923 l’ammiraglio Diego Simonetti viene nominato governatore di Corfù.
Il bombardamento dell’isola, e specialmente le vittime civili da esso causate, provocheranno rimostranze in campo internazionale da parte del presidente del Save the Children Fund (in quanto tra le vittime vi sono anche diversi bambini), del Near East Relief e della Società delle Nazioni, che definiranno il bombardamento di Corfù come un atto disumano, inutile ed ingiustificabile, “un assassinio ufficiale da parte di una nazione civilizzata”.
In Grecia, il governo decreta la legge marziale e ritira la flotta nel golfo di Volo, onde evitare contatti con la flotta italiana. Nella cattedrale di Atene viene tenuta una messa solenne in ricordo delle vittime del bombardamento di Corfù, e le campane di tutte le chiese suonano a lutto; sempre in segno di lutto, vengono chiusi tutti i luoghi di divertimento, mentre nelle piazze scoppiano proteste antiitaliane, tanto che un distaccamento di trenta militari greci dev’essere inviato a proteggere la sede della Legazione d’Italia ad Atene. I giornali greci condannano l’attacco italiano a Corfù, ed il quotidiano “Eleftheros Typos” si esprime pesantemente nei confronti degli italiani, tanto che a seguito delle proteste del Ministro d’Italia il governo ellenico ne sospende per un giorno la pubblicazione e destituisce il censore che ha permesso la pubblicazione dell’articolo incriminato.
Anche in Italia scoppiano nuove dimostrazioni antigreche, mentre il governo italiano chiude il Canale d’Otranto alle navi greche, chiude i porti alle navi greche (mentre i porti greci rimangono aperti alle navi italiane), ordina alle compagnie di navigazione italiane di evitare la Grecia e persino sequestra tutte le navi greche che si trovano in porti italiani (una viene addirittura fermata e catturata nel Canale d’Otranto da un sommergibile italiano); il 2 settembre, tuttavia, le navi greche verranno rilasciate per decisione del Ministero della Marina. Vengono espulsi dall’Italia i giornalisti greci, viene richiamato in patria l’addetto militare inviato ad indagare sull’eccidio di Giannina, ed i riservisti ricevono l’ordine di tenersi pronti ad un’eventuale mobilitazione; Vittorio Emanuele III lascia la sua residenza estiva per fare ritorno a Roma.
Anche altri Paesi nella regione prendono le parti dell’uno o dell’altro contendente e si preparano ad un eventuale conflitto: l’Albania rinforza il suo confine con la Grecia e proibisce a chiunque di attraversarlo, mentre la Jugoslavia dichiara che appoggerà la Grecia ed in Turchia la fazione più nazionalista suggerisce a Mustafà Kemal di cogliere l’occasione per riconquistare la Tracia occidentale ai danni della Grecia. La Cecoslovacchia esprime solidarietà alla Grecia e condanna l’iniziativa italiana.
Tra le poche voci contrarie, in Italia, all’occupazione di Corfù vi sono i diplomatici di professione, che ritengono che la spregiudicatezza di Mussolini possa mettere a repentaglio le trattative in corso per la cessione all’Italia, da parte del Regno Unito, dell’Oltregiuba e dell’oasi di Giarabub. Il segretario generale del Ministero degli Affari Esteri Salvatore Contarini, l’ambasciatore italiano in Francia Romano Avezzana ed il delegato italiano presso la Lega delle Nazioni Antonio Salandra (già primo ministro italiano nel 1915) cercano di persuadere Mussolini ad abbandonare le richieste più estreme ed accetti un compromesso.
George Curzon, segretario agli Affari Esteri del Regno Unito, definisce le richieste di Mussolini come eccessive e “molto peggiori dell’ultimatum [imposto alla Serbia dall’Impero Austroungarico] dopo Sarajevo”, e scrive al primo ministro britannico Stanley Baldwin che l’azione di Mussolini è stata “violenta ed ingiustificabile” e che se il Regno Unito non appoggerà l’appello della Grecia presso la Società delle Nazioni, tanto varrebbe per tale istituzione chiudere baracca. Howard William Kennard, temporaneamente a capo dell’ambasciata britannica a Roma, scrive in un dispaccio a Curzon che Mussolini potrebbe essere pazzo, “un miscuglio di megalomania ed estremo patriottismo”, e che potrebbe volutamente esasperare la situazione fino a scatenare una guerra tra Italia e Grecia. In generale, il Foreign Office si mostra orientato a proteggere la Grecia dall’Italia servendosi come tramite della Società delle Nazioni; Curzon propone di affidare la risoluzione della disputa alla Società delle Nazioni, ma Mussolini per tutta risposta minaccia di lasciarla. Inoltre, da parte britannica si ritiene probabile che la Francia porrebbe il veto su qualsiasi tentativo di imporre sanzioni contro l’Italia; per di più, gli Stati Uniti non sono un Paese membro della Società delle Nazioni e non sarebbero vincolati a rispettare eventuali sanzioni contro l’Italia, vanificandole ulteriormente, mentre l’Ammiragliato britannico asserisce che per imporre un blocco navale contro l’Italia dovrebbe prima esserci una dichiarazione di guerra. Il Regno Unito rafforza la Mediterranean Fleet in vista di un possibile scontro con l’Italia, mossa che provoca delle spaccature all’interno del “fronte” italiano: il ministro della Marina Paolo Thaon di Revel, insieme ai vertici della Marina, afferma che è necessario mantenere rapporti di amicizia con il Regno Unito, la cui flotta è troppo superiore a quella italiana per poterla affrontare con successo in un eventuale conflitto. In generale, tutti i ministri militari cercano di dissuadere Mussolini dal tirare troppo la corda, minacciando le dimissioni e paventando un conflitto che vedrebbe l’Italia contrapposta a Grecia, Jugoslavia, Regno Unito e probabilmente anche la Francia (che mentre è stata finora favorevole all’Italia, non lo sarebbe più se al partito antiitaliano dovesse unirsi anche la Jugoslavia, sua protetta).
Il 1° settembre la Grecia si appella alla Società delle Nazioni, ma il rappresentante dell’Italia, Antonio Salandra, spiega al Consiglio della Società delle Nazioni di non essere autorizzato a discutere la questione; Mussolini si rifiuta di collaborare con la Società delle Nazioni ed asserisce invece che la risoluzione della crisi dovrebbe essere affidata alla Conferenza degli Ambasciatori (organo istituito nel 1920 e formato dai rappresentanti di Italia, Francia, Regno Unito e Giappone, con l’incarico di far rispettare i trattati di pace e mediare le contese territoriali tra i Paesi europei), ripetendo che l’Italia lascerebbe la Società delle Nazioni piuttosto che accettarne l’interferenza. Francia e Regno Unito sono divisi: quest’ultimo sarebbe favorevole all’intervento della Società delle Nazioni, mentre la Francia è contraria, temendo che ciò possa costituire un precedente per una successiva interferenza della Società delle Nazioni nell’occupazione francese della Ruhr. Il risultato è che, come vuole Mussolini, la risoluzione della crisi viene affidata alla Conferenza degli Ambasciatori, che l’8 settembre 1923 annuncia le condizioni che le due parti dovranno adempiere per la risoluzione della disputa. Come previsto da Mussolini, la decisione della Conferenza degli Ambasciatori è in massima parte favorevole alle richieste italiane: la flotta greca dovrà salutare con 21 salve la flotta italiana, che allo scopo si recherà al Pireo insieme a navi da guerra francesi e britanniche (che saranno comprese nel saluto); il governo greco presenzierà ad una cerimonia funebre; i greci dovranno rendere gli onori militari alle vittime dell’eccidio di Giannina quando queste verranno imbarcate a Prevesa per il ritorno in Italia; la Grecia dovrà depositare in una banca svizzera 50 milioni di lire a titolo di garanzia; la massima autorità militare greca dovrà porgere le sue scuse ai rappresentanti italiano, francese e britannico ad Atene; la Grecia dovrà condurre un’inchiesta sull’eccidio di Giannina, da condurre sotto la supervisione di un’apposita commissione internazionale (presieduta dal tenente colonnello Shibuya, addetto militare presso l’ambasciata giapponese) e da completare entro il 27 settembre; la Grecia dovrà garantire la sicurezza della commissione d’inchiesta ed assumersene le spese. L’unica richiesta rivolta al governo albanese è di facilitare l’operato della commissione nel proprio territorio. La decisione è accolta favorevolmente dalla stampa italiana e dallo stesso Mussolini, la cui immagine esce rafforzata da questo episodio, mentre viceversa la Società delle Nazioni ha dato in questa occasione i primi segni della cronica debolezza che caratterizzerà tutta la sua travagliata esistenza: non è stata capace di proteggere una potenza minore da una più grande, la sua autorità è stata sminuita da uno dei suoi membri fondatori, nonché membro permanente del suo consiglio. Il regime fascista ha concluso con un successo la sua prima disputa internazionale; la prova di forza da parte dell’Italia dissuaderà inoltre la Grecia dall’insistere ulteriormente per la cessione delle isole del Dodecaneso e, secondo alcuni autori, avrebbe anche indotto la Jugoslavia a riconoscere la sovranità italiana su Fiume con il trattato di Roma, firmato nel 1924.
La Grecia accetta lo stesso 8 settembre le condizioni della Conferenza degli Ambasciatori, mentre l’Italia fa lo stesso due giorni dopo, e non prima di aver precisato che ritirerà le proprie truppe da Corfù soltanto una volta che la Grecia avrà interamente adempiuto alle propri obbligazioni.
L’11 settembre il delegato greco presso la Società delle Nazioni, Nikolaos Politis, informa il consiglio della Conferenza degli Ambasciatori che la Grecia ha depositato i 50 milioni di lire, e quattro giorni dopo la Conferenza informa Mussolini che l’Italia dovrà evacuare Corfù entro il 27 settembre.
Un sommergibile classe H in entrata a Taranto nel 1925 circa (g.c. Marcello Risolo, via www.naviearmatori.net) |
Posto alle dipendenze della Difesa Marittima di Messina.
1924
Partecipa alle manovre della Squadra navale.
13 maggio 1924
L’H 2, facente parte della squadriglia sommergibili di Messina, imbarca il capo del governo Benito Mussolini, in visita in Sicilia, per un breve viaggio da Siracusa ad Augusta, nel corso del quale viene effettuata un’immersione dimostrativa; l’unica immersione cui Mussolini parteciperà nella sua vita. A fare da guida al dittatore, mostrandogli gli impianti del sommergibile e spiegandone funzionamento e dati, è il comandante in seconda, sottotenente di vascello Enrico Roni.
Terminata l’immersione, l’H 2 raggiunge Augusta a mezzogiorno.
A bordo dell’H 2, ormeggiato al molo Beverello nel porto di Napoli (per altra fonte, al molo occidentale della base navale), scoppia un incendio nel locale motori durante la fase finale della ricarica degli accumulatori dei motori elettrici, a causa di una perdita di cloro. Accorrono a bordo i capi torpedinieri Stefano Farina (26 anni, da Castellammare di Stabia: già in licenza natalizia di cinque giorni per passare le feste con i familiari nella vicina Castellammare, stava uscendo dalla base navale quando è suonato l’allarme: pur non essendo più in servizio, si precipita lo stesso ad aiutare i compagni che lottano contro le fiamme, lasciando nel corpo di guardia il sacco con la biancheria da lavare ed il regalo di Natale già comprato per i genitori), Donato Ceci (23 anni, da Genzano) e Francesco Paolo Di Somma (37 anni, da Pellezzano), per tentare di domare l’incendio; scesi sottocoperta, rimangono però intossicati dalle esalazioni di cloro prima di poter indossare le maschere antigas, venendo uccisi da un’esplosione verificatasi nel locale batterie.
L’incendio può essere domato soltanto dopo diverse ore.
Trasferito a Taranto ed assegnato alla squadriglia della Scuola Comando.
1935
Dislocato a La Spezia, prende parte alle esercitazioni per l’addestramento dell’Accademia Navale.
Anni ’30
Il cannone da 76/30 viene rimosso e sostituito con una mitragliera contraerea.
1937
Dislocato a Venezia.
24 agosto 1937
Inquadrato nel IV Grupsom di Taranto, l’H 2 salpa da Trapani per una missione clandestina nel Canale di Sicilia a contrasto del traffico di rifornimenti diretti nei porti della Spagna repubblicana, durante la guerra civile spagnola.
Nell’agosto 1937 Mussolini ha deciso di lanciare una seconda campagna subacquea a sostegno delle forze spagnole nazionaliste (una prima, di portata molto minore, si è svolta alcuni mesi prima) su richiesta di Francisco Franco, in risposta all’incremento del flusso di rifornimenti dall’Unione Sovietica alla Spagna repubblicana, lungo la rotta Sebastopoli-Cartagena. I comandi spagnoli nazionalisti sostengono, esagerando di molto, che l’Unione Sovietica stia per rifornire le forze repubblicane spagnole con oltre 2500 carri armati, 3000 “mitragliatrici motorizzate” e 300 aerei. Il 3 agosto Francisco Franco ha chiesto urgentemente a Mussolini di usare la sua flotta per fermare un grosso “convoglio” sovietico appena partito da Odessa e diretto nei porti repubblicani; sulle prime era previsto il solo impiego di sommergibili, ma Franco è riuscito a convincere Mussolini ad impiegare anche le navi di superficie. Nel suo telegramma Franco affermava: «Tutte le informazioni degli ultimi giorni concordano nell’annunciare un aiuto possente della Russia ai rossi, consistente in carri armati, dei quali 10 pesanti, 500 medi e 2 000 leggeri (sic), 3 000 mitragliatrici motorizzate, 300 aerei e alcune decine di mitragliatrici leggere, il tutto accompagnato da personale e organi del comando rosso. L’informazione sembra esagerata, poiché le cifre devono superare la possibilità di aiuto di una sola nazione. Ma se l’informazione trovasse conferma, bisognerebbe agire d’urgenza e arrestare i trasporti al loro passaggio nello stretto a sud dell’Italia e sbarrare la rotta verso la Spagna. Per far ciò, bisogna, o che la Spagna sia provvista del numero necessario di navi o che la flotta italiana intervenga ella stessa. Un certo numero di cacciatorpediniere operanti davanti ai porti e alle coste dell’Italia potrebbe sbarrare la rotta del Mediterraneo ai rinforzi rossi: la cattura potrebbe essere effettuata da navi battenti apertamente bandiera italiana, aventi a bordo un ufficiale e qualche soldato spagnolo, che isserebbero la bandiera nazionalista spagnola al momento stesso della cattura. Invierò d’urgenza un rappresentante a Roma per negoziare questo importante affare. Nell’intervallo, e per impedire l’invio delle navi che saranno già in rotta per la Spagna, prego il governo italiano di sorvegliare e segnalare la posizione e la rotta delle navi russe e spagnole che lasciano Odessa. Queste navi devono essere sorvegliate e perquisite da cacciatorpediniere italiani che segnaleranno la loro posizione alla nostra flotta. Vogliate trasmettere in tutta urgenza al Duce e a Ciano l’informazione di cui sopra e la nostra richiesta, unita all’assicurazione dell’indefettibile amicizia e della riconoscenza del generalissimo alla nazione italiana».
Questa seconda campagna vede l’impiego di ben dieci sommergibili in Egeo, 17 nel Canale di Sicilia e 24 nel Mediterraneo occidentale, ed è accompagnata da un servizio di sorveglianza con aerei ed unità di superficie nel Canale di Sicilia. Il blocco navale, ordinato da Roma il 7 agosto, ha avuto inizio due giorni più tardi; il dispositivo di blocco è articolato in più fasi: informatori ad Istanbul segnalano all’Alto Comando Navale le navi sovietiche, o di altre nazionalità ma sospettate di operare al servizio dei repubblicani, che passano per il Bosforo; ad attenderle in agguato per primi vi sono i sommergibili appostati all’uscita dei Dardanelli. Se le navi superano indenni questo primo ostacolo, vengono segnalate alle navi di superficie ed ai sommergibili in crociera nel Canale di Sicilia e nello Stretto di Messina; qualora dovessero riuscire ad evitare anche questo nuovo pericolo (possibile soltanto appoggiandosi a porti neutrali) troverebbero ad aspettarle altre navi da guerra in crociera nelle acque della Tunisia e dell’Algeria. Infine, come ultima barriera per i bastimenti che riuscissero ad eludere anche tale minaccia, altri sommergibili sono in agguato lungo le coste della Spagna.
Il blocco si protrae dal 7 agosto al 12 settembre con intensità variabile; ordini tassativi sono emanati per evitare interferenze o incidenti con bastimenti neutrali (il che talvolta obbliga a seguire un mercantile “sospetto” per tutto il giorno al fine di identificarlo, dato che talvolta quelli diretti nei porti repubblicani usano bandiere false), e questo rende piuttosto complessa e delicata la missione delle unità che partecipano al blocco.
Il blocco navale così organizzato (del tutto illegale, dato che l’Italia non è formalmente in guerra con la Repubblica spagnola) si rivela un pieno successo: sebbene le navi effettivamente affondate o catturate siano numericamente poche, l’elevato rischio comportato dalla traversata a causa del blocco italiano porta in breve tempo alla totale interruzione del flusso di rifornimenti dall’Unione Sovietica alla Spagna repubblicana. Soltanto qualche mercantile battente bandiera britannica o francese riesce a raggiungere i porti repubblicani, oltre a poche navi che salpano dalla costa francese del Mediterraneo e raggiungono Barcellona col favore della notte. Entro settembre, l’invio di mercantili con rifornimenti per i repubblicani dall’Unione Sovietica attraverso il Bosforo è praticamente cessato, tanto che i comandi italiani si possono ormai permettere di ridurre di molto il numero di navi in mare per la vigilanza, essendo quest’ultima sempre meno necessaria.
Oltre alla grave crisi nei rifornimenti di materiale militare, che si verifica proprio nel momento cruciale della conquista nazionalista dei Paesi Baschi (principale centro di produzione di armi tra le regioni in mano repubblicana), il blocco ha un impatto notevole anche sul morale dei repubblicani, tanto nella popolazione civile (il cui morale va deteriorandosi per la difficoltà di procurarsi beni di prima necessità) quanto nei vertici politico-militari, che si rendono conto di come, mentre i nazionalisti ricevono dall’Italia supporto incondizionato, persino sfacciato, con largo dispiegamento di mezzi, Francia e Regno Unito non sembrano disposte ad appoggiare la causa repubblicana se non a parole (in alcuni centri repubblicani si svolgono anche aperte manifestazioni contro queste due nazioni, da cui i repubblicani si sentono abbandonati).
Il blocco italiano impartisce dunque un durissimo colpo ai repubblicani, ma scatena anche gravi tensioni internazionali (specie col Regno Unito) e feroci proteste sulla stampa spagnola repubblicana ed internazionale, con accuse di pirateria – essendo, come detto, un’operazione in totale violazione di ogni legge internazionale – nei confronti della Marina italiana, ripetute anche da Winston Churchill. Il governo britannico, invece, evita di accusare apertamente l’Italia, dato che il primo ministro Neville Chamberlain intende condurre una politica di “riavvicinamento” verso l’Italia per allontanarla dalla Germania; anche questo fa infuriare i repubblicani, che hanno fornito ai britannici prove del coinvolgimento italiano (prove che i britannici peraltro possiedono già, dato che l’Operational Intelligence Center dell’Ammiragliato intercetta e decifra svariate comunicazioni italiane relative alle missioni “spagnole”), solo per vedere questi ultimi fingere di attribuire gli attacchi ai soli nazionalisti spagnoli.
Nel periodo 5 agosto-12 settembre, i sommergibili italiani effettuano complessivamente 59 missioni ed iniziano ben 444 attacchi, portandone però a termine soltanto 24 (a causa delle citate regole restrittive sulla necessità di identificare con assoluta certezza i bersagli prima di lanciare), con il lancio di 43 siluri ed il conseguente affondamento di quattro mercantili e danneggiamento di un cacciatorpediniere.
29 agosto 1937
Rientra a Trapani senza aver avvistato navi sospette.
1938
Trasferito a Taranto e poi a Napoli.
1939
Nuovamente trasferito a Taranto.
Aprile-Novembre 1936
Presta servizio sull’H 2 (di base a La Spezia), con l’incarico di comandante in seconda, il tenente di vascello Mario Arillo, futura Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Gennaio 1940
Dislocato a La Spezia.
25 aprile 1940
Assume il comando dell’H 2 il tenente di vascello Loris Albanese (32 anni, da Giuncarico).
Dislocato a Venezia.
24 agosto 1937
Inquadrato nel IV Grupsom di Taranto, l’H 2 salpa da Trapani per una missione clandestina nel Canale di Sicilia a contrasto del traffico di rifornimenti diretti nei porti della Spagna repubblicana, durante la guerra civile spagnola.
Nell’agosto 1937 Mussolini ha deciso di lanciare una seconda campagna subacquea a sostegno delle forze spagnole nazionaliste (una prima, di portata molto minore, si è svolta alcuni mesi prima) su richiesta di Francisco Franco, in risposta all’incremento del flusso di rifornimenti dall’Unione Sovietica alla Spagna repubblicana, lungo la rotta Sebastopoli-Cartagena. I comandi spagnoli nazionalisti sostengono, esagerando di molto, che l’Unione Sovietica stia per rifornire le forze repubblicane spagnole con oltre 2500 carri armati, 3000 “mitragliatrici motorizzate” e 300 aerei. Il 3 agosto Francisco Franco ha chiesto urgentemente a Mussolini di usare la sua flotta per fermare un grosso “convoglio” sovietico appena partito da Odessa e diretto nei porti repubblicani; sulle prime era previsto il solo impiego di sommergibili, ma Franco è riuscito a convincere Mussolini ad impiegare anche le navi di superficie. Nel suo telegramma Franco affermava: «Tutte le informazioni degli ultimi giorni concordano nell’annunciare un aiuto possente della Russia ai rossi, consistente in carri armati, dei quali 10 pesanti, 500 medi e 2 000 leggeri (sic), 3 000 mitragliatrici motorizzate, 300 aerei e alcune decine di mitragliatrici leggere, il tutto accompagnato da personale e organi del comando rosso. L’informazione sembra esagerata, poiché le cifre devono superare la possibilità di aiuto di una sola nazione. Ma se l’informazione trovasse conferma, bisognerebbe agire d’urgenza e arrestare i trasporti al loro passaggio nello stretto a sud dell’Italia e sbarrare la rotta verso la Spagna. Per far ciò, bisogna, o che la Spagna sia provvista del numero necessario di navi o che la flotta italiana intervenga ella stessa. Un certo numero di cacciatorpediniere operanti davanti ai porti e alle coste dell’Italia potrebbe sbarrare la rotta del Mediterraneo ai rinforzi rossi: la cattura potrebbe essere effettuata da navi battenti apertamente bandiera italiana, aventi a bordo un ufficiale e qualche soldato spagnolo, che isserebbero la bandiera nazionalista spagnola al momento stesso della cattura. Invierò d’urgenza un rappresentante a Roma per negoziare questo importante affare. Nell’intervallo, e per impedire l’invio delle navi che saranno già in rotta per la Spagna, prego il governo italiano di sorvegliare e segnalare la posizione e la rotta delle navi russe e spagnole che lasciano Odessa. Queste navi devono essere sorvegliate e perquisite da cacciatorpediniere italiani che segnaleranno la loro posizione alla nostra flotta. Vogliate trasmettere in tutta urgenza al Duce e a Ciano l’informazione di cui sopra e la nostra richiesta, unita all’assicurazione dell’indefettibile amicizia e della riconoscenza del generalissimo alla nazione italiana».
Questa seconda campagna vede l’impiego di ben dieci sommergibili in Egeo, 17 nel Canale di Sicilia e 24 nel Mediterraneo occidentale, ed è accompagnata da un servizio di sorveglianza con aerei ed unità di superficie nel Canale di Sicilia. Il blocco navale, ordinato da Roma il 7 agosto, ha avuto inizio due giorni più tardi; il dispositivo di blocco è articolato in più fasi: informatori ad Istanbul segnalano all’Alto Comando Navale le navi sovietiche, o di altre nazionalità ma sospettate di operare al servizio dei repubblicani, che passano per il Bosforo; ad attenderle in agguato per primi vi sono i sommergibili appostati all’uscita dei Dardanelli. Se le navi superano indenni questo primo ostacolo, vengono segnalate alle navi di superficie ed ai sommergibili in crociera nel Canale di Sicilia e nello Stretto di Messina; qualora dovessero riuscire ad evitare anche questo nuovo pericolo (possibile soltanto appoggiandosi a porti neutrali) troverebbero ad aspettarle altre navi da guerra in crociera nelle acque della Tunisia e dell’Algeria. Infine, come ultima barriera per i bastimenti che riuscissero ad eludere anche tale minaccia, altri sommergibili sono in agguato lungo le coste della Spagna.
Il blocco si protrae dal 7 agosto al 12 settembre con intensità variabile; ordini tassativi sono emanati per evitare interferenze o incidenti con bastimenti neutrali (il che talvolta obbliga a seguire un mercantile “sospetto” per tutto il giorno al fine di identificarlo, dato che talvolta quelli diretti nei porti repubblicani usano bandiere false), e questo rende piuttosto complessa e delicata la missione delle unità che partecipano al blocco.
Il blocco navale così organizzato (del tutto illegale, dato che l’Italia non è formalmente in guerra con la Repubblica spagnola) si rivela un pieno successo: sebbene le navi effettivamente affondate o catturate siano numericamente poche, l’elevato rischio comportato dalla traversata a causa del blocco italiano porta in breve tempo alla totale interruzione del flusso di rifornimenti dall’Unione Sovietica alla Spagna repubblicana. Soltanto qualche mercantile battente bandiera britannica o francese riesce a raggiungere i porti repubblicani, oltre a poche navi che salpano dalla costa francese del Mediterraneo e raggiungono Barcellona col favore della notte. Entro settembre, l’invio di mercantili con rifornimenti per i repubblicani dall’Unione Sovietica attraverso il Bosforo è praticamente cessato, tanto che i comandi italiani si possono ormai permettere di ridurre di molto il numero di navi in mare per la vigilanza, essendo quest’ultima sempre meno necessaria.
Oltre alla grave crisi nei rifornimenti di materiale militare, che si verifica proprio nel momento cruciale della conquista nazionalista dei Paesi Baschi (principale centro di produzione di armi tra le regioni in mano repubblicana), il blocco ha un impatto notevole anche sul morale dei repubblicani, tanto nella popolazione civile (il cui morale va deteriorandosi per la difficoltà di procurarsi beni di prima necessità) quanto nei vertici politico-militari, che si rendono conto di come, mentre i nazionalisti ricevono dall’Italia supporto incondizionato, persino sfacciato, con largo dispiegamento di mezzi, Francia e Regno Unito non sembrano disposte ad appoggiare la causa repubblicana se non a parole (in alcuni centri repubblicani si svolgono anche aperte manifestazioni contro queste due nazioni, da cui i repubblicani si sentono abbandonati).
Il blocco italiano impartisce dunque un durissimo colpo ai repubblicani, ma scatena anche gravi tensioni internazionali (specie col Regno Unito) e feroci proteste sulla stampa spagnola repubblicana ed internazionale, con accuse di pirateria – essendo, come detto, un’operazione in totale violazione di ogni legge internazionale – nei confronti della Marina italiana, ripetute anche da Winston Churchill. Il governo britannico, invece, evita di accusare apertamente l’Italia, dato che il primo ministro Neville Chamberlain intende condurre una politica di “riavvicinamento” verso l’Italia per allontanarla dalla Germania; anche questo fa infuriare i repubblicani, che hanno fornito ai britannici prove del coinvolgimento italiano (prove che i britannici peraltro possiedono già, dato che l’Operational Intelligence Center dell’Ammiragliato intercetta e decifra svariate comunicazioni italiane relative alle missioni “spagnole”), solo per vedere questi ultimi fingere di attribuire gli attacchi ai soli nazionalisti spagnoli.
Nel periodo 5 agosto-12 settembre, i sommergibili italiani effettuano complessivamente 59 missioni ed iniziano ben 444 attacchi, portandone però a termine soltanto 24 (a causa delle citate regole restrittive sulla necessità di identificare con assoluta certezza i bersagli prima di lanciare), con il lancio di 43 siluri ed il conseguente affondamento di quattro mercantili e danneggiamento di un cacciatorpediniere.
29 agosto 1937
Rientra a Trapani senza aver avvistato navi sospette.
1938
Trasferito a Taranto e poi a Napoli.
1939
Nuovamente trasferito a Taranto.
Aprile-Novembre 1936
Presta servizio sull’H 2 (di base a La Spezia), con l’incarico di comandante in seconda, il tenente di vascello Mario Arillo, futura Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Gennaio 1940
Dislocato a La Spezia.
25 aprile 1940
Assume il comando dell’H 2 il tenente di vascello Loris Albanese (32 anni, da Giuncarico).
10 giugno 1940
All’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, l’H 2 (tenente di vascello Loris Albanese) si trova a La Spezia, inquadrato con i gemelli H 1, H 4, H 6 e H 8 nella XVII Squadriglia Sommergibili del I Gruppo Sommergibili. Ormai obsoleto, verrà impiegato prevalentemente nell’addestramento degli idrofonisti ed in missioni di difesa costiera.
26 giugno 1940
L’H 2 (tenente di vascello Loris Albanese) salpa da La Spezia alle otto del mattino per un’esercitazione, facendo ritorno alle 14.30 dopo aver percorso 45 miglia nautiche.
28 giugno 1940
L’H 2 (tenente di vascello Loris Albanese) parte da La Spezia alle 15 per esercitazione, rientrando in porto dopo due ore, avendo percorso quattro miglia nautiche.
29 giugno 1940
Altra esercitazione, sempre al comando del tenente di vascello Albanese, con partenza da La Spezia alle 8.30 e rientro alle 11, dopo aver percorso quattro miglia nautiche.
30 giugno 1940
Il tenente di vascello Albanese viene avvicendato al comando dell’H 2 dal parigrado Alberto Galeazzi (33 anni, da Marina di Campo).
All’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, l’H 2 (tenente di vascello Loris Albanese) si trova a La Spezia, inquadrato con i gemelli H 1, H 4, H 6 e H 8 nella XVII Squadriglia Sommergibili del I Gruppo Sommergibili. Ormai obsoleto, verrà impiegato prevalentemente nell’addestramento degli idrofonisti ed in missioni di difesa costiera.
26 giugno 1940
L’H 2 (tenente di vascello Loris Albanese) salpa da La Spezia alle otto del mattino per un’esercitazione, facendo ritorno alle 14.30 dopo aver percorso 45 miglia nautiche.
28 giugno 1940
L’H 2 (tenente di vascello Loris Albanese) parte da La Spezia alle 15 per esercitazione, rientrando in porto dopo due ore, avendo percorso quattro miglia nautiche.
29 giugno 1940
Altra esercitazione, sempre al comando del tenente di vascello Albanese, con partenza da La Spezia alle 8.30 e rientro alle 11, dopo aver percorso quattro miglia nautiche.
30 giugno 1940
Il tenente di vascello Albanese viene avvicendato al comando dell’H 2 dal parigrado Alberto Galeazzi (33 anni, da Marina di Campo).
9 luglio 1940
Parte da La Spezia alle 22 al comando del tenente di vascello Alberto Galeazzi, per pattugliare un’area situata a trenta miglia per 110° da Capo Noli.
14 luglio 1940
Conclude la missione rientrando a La Spezia alle sette del mattino, dopo aver percorso 327 miglia.
25 luglio 1940
Salpa da La Spezia alle 5.45 al comando del tenente di vascello Galeazzi, per un’esercitazione. Rientra alla base alle 10.20, dopo aver percorso 26,5 miglia.
6 agosto 1940
L’H 2 (tenente di vascello Alberto Galeazzi) parte da La Spezia alle 15 per un pattugliamento difensivo nel Golfo Ligure.
10 agosto 1940
Rientra a La Spezia alle otto del mattino, dopo aver percorso 399 miglia senza avvenimenti degni di nota.
28 agosto 1940
Parte da La Spezia alle otto del mattino, sempre al comando del T.V. Galeazzi, per esercitazione; rientra in porto alle 16.30, dopo aver percorso 55 miglia.
6 settembre 1940
Sempre al comando del tenente di vascello Galeazzi, l’H 2 parte da La Spezia alle 12.30 per esercitazione, facendo ritorno alle 17.55 dopo aver percorso 21 miglia.
12 settembre 1940
Parte da La Spezia alle 12.45, ancora una volta al comando del T.V. Galeazzi, per esercitazione, rientrando alle 17.50 dopo aver percorso 21 miglia.
16 settembre 1940
Il tenente di vascello Galeazzi lascia il comando dell’H 2.
20 ottobre 1940
Assume il comando dell’H 2 il tenente di vascello Gaetano Iaccarino.
Parte da La Spezia alle 22 al comando del tenente di vascello Alberto Galeazzi, per pattugliare un’area situata a trenta miglia per 110° da Capo Noli.
14 luglio 1940
Conclude la missione rientrando a La Spezia alle sette del mattino, dopo aver percorso 327 miglia.
25 luglio 1940
Salpa da La Spezia alle 5.45 al comando del tenente di vascello Galeazzi, per un’esercitazione. Rientra alla base alle 10.20, dopo aver percorso 26,5 miglia.
6 agosto 1940
L’H 2 (tenente di vascello Alberto Galeazzi) parte da La Spezia alle 15 per un pattugliamento difensivo nel Golfo Ligure.
10 agosto 1940
Rientra a La Spezia alle otto del mattino, dopo aver percorso 399 miglia senza avvenimenti degni di nota.
28 agosto 1940
Parte da La Spezia alle otto del mattino, sempre al comando del T.V. Galeazzi, per esercitazione; rientra in porto alle 16.30, dopo aver percorso 55 miglia.
6 settembre 1940
Sempre al comando del tenente di vascello Galeazzi, l’H 2 parte da La Spezia alle 12.30 per esercitazione, facendo ritorno alle 17.55 dopo aver percorso 21 miglia.
12 settembre 1940
Parte da La Spezia alle 12.45, ancora una volta al comando del T.V. Galeazzi, per esercitazione, rientrando alle 17.50 dopo aver percorso 21 miglia.
16 settembre 1940
Il tenente di vascello Galeazzi lascia il comando dell’H 2.
20 ottobre 1940
Assume il comando dell’H 2 il tenente di vascello Gaetano Iaccarino.
24 ottobre
1940
Al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, l’H 2 salpa da La Spezia alle otto per esercitazione, facendovi ritorno alle 17 dopo aver percorso 25 miglia.
25 ottobre 1940
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) parte da La Spezia alle 12.55 scortando il sommergibile Velella; rientra a La Spezia alle 17.27, dopo aver percorso 26 miglia.
6 novembre 1940
Parte da La Spezia per esercitazione alle 9, facendo ritorno alle 14 dopo aver percorso 22 miglia e mezzo. Comandante è sempre il T.V. Iaccarino.
16 novembre 1940
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) parte da La Spezia alle 21.10 per dei collaudi, rientrando alle 22.55 dopo aver percorso sei miglia nautiche.
19 novembre 1940
Parte da La Spezia alle 11.30 al comando del T.V. Iaccarino, per un pattugliamento difensivo a 14 miglia per 260° dal faro del Tino.
20 novembre 1940
Rientra a La Spezia alle 10.35, dopo aver percorso 57 miglia senza rilevare niente di anomalo.
21 novembre 1940
Esce da La Spezia alle 9.30, sempre al comando del T.V. Iaccarino, per collaudi, rientrando alle 17 dopo aver percorso tredici miglia.
23 novembre 1940
Esce da La Spezia alle 14 per collaudi (al comando del T.V. Iaccarino), rientrando tre ore dopo, avendo percorso 17 miglia.
27 novembre 1940
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) salpa da La Spezia alle 10.34 insieme all’H 8, per trasferirsi a Brindisi. Durante la navigazione, però, riceve ordine di entrare a Civitavecchia.
28 novembre 1940
Giunge a Civitavecchia alle 10.35, dopo aver percorso 212 miglia.
29 novembre 1940
Alle 19.30 l’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) salpa da Civitavecchia per esercitazione alle 19.30.
30 novembre 1940
Rientra a Civitavecchia all’1.25, dopo aver percorso 29 miglia.
3 dicembre 1940
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) lascia Civitavecchia alle 18 per riprendere il viaggio di trasferimento verso Brindisi, insieme all’H 8. Di nuovo, però, il viaggio viene interrotto: i due sommergibili incontrano cattivo tempo e sono costretti a tornare indietro, rientrando a Civitavecchia alle 21.45 (dopo aver percorso venti miglia).
4 dicembre 1940
Una volta di più l’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) parte da Civitavecchia, alle 20.07, per riprendere il suo trasferimento.
6 dicembre 1940
Arriva a Messina alle 11.30, dopo aver percorso 323 miglia, e vi sosta per otto giorni.
14 dicembre 1940
Lascia Messina alle 10.20, diretto stavolta a Napoli.
15 dicembre 1940
Arriva a Napoli alle 10.58 (dopo aver percorso 209 miglia).
16 dicembre 1940
Alle due di notte, mentre l’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) è ormeggiato a Napoli accanto all’incrociatore pesante Pola, scoppia un incendio nel locale batterie, provocato da un cortocircuito. Le fiamme vengono domate, ma non prima di aver causato danni alle batterie che richiederanno un mese di riparazioni.
21 gennaio 1941
Completate le riparazioni, l’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) esce da Napoli alle 13 per prove in mare, rientrando alle 18 dopo aver percorso 32 miglia.
28 gennaio 1941
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) salpa da Napoli alle 15.45 (o 16) per trasferirsi a Taranto, insieme all’H 8.
30 gennaio 1941
Giunge a Taranto alle 16.45 (o 16), dopo aver percorso 445 miglia.
9 febbraio 1941
Salpa da Taranto alle dieci diretto a Gallipoli, dove giunge alle 16.40, dopo aver percorso 59 miglia nautiche.
20 febbraio 1941
Esce da Gallipoli alle 15.10 per un pattugliamento idrofonico, ma è costretto a rientrare dal mare burrascoso, tornando in porto alle 16.15 dopo aver percorso solo sei miglia.
21 febbraio 1941
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) parte da Gallipoli alle 16 e ritorna in porto un’ora dopo, percorse sei miglia nautiche.
22 febbraio 1941
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) salpa da Gallipoli subito dopo mezzanotte per un pattugliamento difensivo in posizione 39°29’ N e 17°25’ E, in seguito alla segnalazione della presenza di una corazzata al largo di Cefalonia. Il maltempo, però, lo costringe a tornare in porto alle 2.35.
Esce nuovamente in mare alle 16.35, ma dopo due ore è di nuovo costretto a tornare in porto (ha percorso sei miglia).
24 febbraio 1941
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) parte da Gallipoli alle 15.20 per un pattugliamento idrofonico in posizione 39°29’ N e 17°45’40” E, ma è costretto ad abbandonare la missione a causa del maltempo, rientrando a Gallipoli alle 23.20 dopo aver percorso 55 miglia.
2 marzo 1941
Parte da Gallipoli alle 12.20 per trasferirsi a Taranto, sempre al comando del T.V. Iaccarino. Giunge a Taranto alle 17.30, dopo aver percorso 59 miglia.
3 marzo 1941
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) salpa da Taranto alle 14.50 per un pattugliamento idrofonico sperimentale, scortato dal MAS 441. Rientra a Taranto alle 22.30, dopo aver percorso 49 miglia.
6 marzo 1941
Il tenente di vascello Iaccarino lascia il comando dell’H 2, venendo sostituito dal parigrado Giovanni Cunsolo (30 anni, da Petralia Sottana).
7 marzo 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Cunsolo) esce da Taranto alle 20 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
8 marzo 1941
Rientra a Taranto 10.45, dopo aver percorso 96 miglia senza avvenimenti di rilievo.
11 marzo 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Cunsolo) esce da Taranto alle otto per prove in mare insieme al sommergibile Tito Speri, con la scorta del dragamine RD 13. Fa ritorno a Taranto alle 15.45, dopo aver percorso trenta miglia.
14 mazo 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Cunsolo) salpa da Taranto alle 18 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
15 marzo 1941
Rientra in porto alle 10.15, dopo aver percorso 101 miglia senza avvenimenti di rilievo.
22 marzo 1941
Sempre al comando del T.V. Cunsolo, l’H 2 esce da Taranto alle 11 per esercitazione, scortato dalla torpediniera Canopo, e vi fa ritorno alle 18.59, dopo aver percorso 54 miglia.
24 marzo 1941
Esce da Taranto alle otto per esercitazione, scortato dalla torpediniera San Martino, e rientra alle 16.49, dopo aver percorso 29 miglia.
26 marzo 1941
Al comando del T.V. Cunsolo, parte da Taranto alle 17.30 per pattugliamento idrofonico.
27 marzo 1941
Rientra a Taranto alle dieci del mattino, dopo aver percorso 94 miglia.
Viene poi avviato ad un periodo di lavori di grande manutenzione, durante i quali – il 4 aprile – il tenente di vascello Cunsolo cede nuovamente il comando al parigrado Gaetano Iaccarino.
20 maggio 1941
Terminati i lavori, l’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) esce da Taranto alle 7.30 per effettuare delle prove in mare, scortato dalla piccola nave ausiliaria F 46 Limbara. Rientra in porto dopo sei ore, e dopo aver percorso 22,5 miglia.
24 maggio 1941
Altra uscita da Taranto per prove in mare, sempre al comando del T.V. Iaccarino e con la scorta del Limbara, dalle 7.35 alle 12.07 (percorse 30,5 miglia).
28 maggio 1941
Il tenente di vascello Iaccarino lascia definitivamente il comando dell’H 2, venendo avvicendato dal parigrado Giovanni Celeste, 36 anni, da Messina.
Al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, l’H 2 salpa da La Spezia alle otto per esercitazione, facendovi ritorno alle 17 dopo aver percorso 25 miglia.
25 ottobre 1940
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) parte da La Spezia alle 12.55 scortando il sommergibile Velella; rientra a La Spezia alle 17.27, dopo aver percorso 26 miglia.
6 novembre 1940
Parte da La Spezia per esercitazione alle 9, facendo ritorno alle 14 dopo aver percorso 22 miglia e mezzo. Comandante è sempre il T.V. Iaccarino.
16 novembre 1940
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) parte da La Spezia alle 21.10 per dei collaudi, rientrando alle 22.55 dopo aver percorso sei miglia nautiche.
19 novembre 1940
Parte da La Spezia alle 11.30 al comando del T.V. Iaccarino, per un pattugliamento difensivo a 14 miglia per 260° dal faro del Tino.
20 novembre 1940
Rientra a La Spezia alle 10.35, dopo aver percorso 57 miglia senza rilevare niente di anomalo.
21 novembre 1940
Esce da La Spezia alle 9.30, sempre al comando del T.V. Iaccarino, per collaudi, rientrando alle 17 dopo aver percorso tredici miglia.
23 novembre 1940
Esce da La Spezia alle 14 per collaudi (al comando del T.V. Iaccarino), rientrando tre ore dopo, avendo percorso 17 miglia.
27 novembre 1940
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) salpa da La Spezia alle 10.34 insieme all’H 8, per trasferirsi a Brindisi. Durante la navigazione, però, riceve ordine di entrare a Civitavecchia.
28 novembre 1940
Giunge a Civitavecchia alle 10.35, dopo aver percorso 212 miglia.
29 novembre 1940
Alle 19.30 l’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) salpa da Civitavecchia per esercitazione alle 19.30.
30 novembre 1940
Rientra a Civitavecchia all’1.25, dopo aver percorso 29 miglia.
3 dicembre 1940
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) lascia Civitavecchia alle 18 per riprendere il viaggio di trasferimento verso Brindisi, insieme all’H 8. Di nuovo, però, il viaggio viene interrotto: i due sommergibili incontrano cattivo tempo e sono costretti a tornare indietro, rientrando a Civitavecchia alle 21.45 (dopo aver percorso venti miglia).
4 dicembre 1940
Una volta di più l’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) parte da Civitavecchia, alle 20.07, per riprendere il suo trasferimento.
6 dicembre 1940
Arriva a Messina alle 11.30, dopo aver percorso 323 miglia, e vi sosta per otto giorni.
14 dicembre 1940
Lascia Messina alle 10.20, diretto stavolta a Napoli.
15 dicembre 1940
Arriva a Napoli alle 10.58 (dopo aver percorso 209 miglia).
16 dicembre 1940
Alle due di notte, mentre l’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) è ormeggiato a Napoli accanto all’incrociatore pesante Pola, scoppia un incendio nel locale batterie, provocato da un cortocircuito. Le fiamme vengono domate, ma non prima di aver causato danni alle batterie che richiederanno un mese di riparazioni.
21 gennaio 1941
Completate le riparazioni, l’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) esce da Napoli alle 13 per prove in mare, rientrando alle 18 dopo aver percorso 32 miglia.
28 gennaio 1941
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) salpa da Napoli alle 15.45 (o 16) per trasferirsi a Taranto, insieme all’H 8.
30 gennaio 1941
Giunge a Taranto alle 16.45 (o 16), dopo aver percorso 445 miglia.
9 febbraio 1941
Salpa da Taranto alle dieci diretto a Gallipoli, dove giunge alle 16.40, dopo aver percorso 59 miglia nautiche.
20 febbraio 1941
Esce da Gallipoli alle 15.10 per un pattugliamento idrofonico, ma è costretto a rientrare dal mare burrascoso, tornando in porto alle 16.15 dopo aver percorso solo sei miglia.
21 febbraio 1941
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) parte da Gallipoli alle 16 e ritorna in porto un’ora dopo, percorse sei miglia nautiche.
22 febbraio 1941
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) salpa da Gallipoli subito dopo mezzanotte per un pattugliamento difensivo in posizione 39°29’ N e 17°25’ E, in seguito alla segnalazione della presenza di una corazzata al largo di Cefalonia. Il maltempo, però, lo costringe a tornare in porto alle 2.35.
Esce nuovamente in mare alle 16.35, ma dopo due ore è di nuovo costretto a tornare in porto (ha percorso sei miglia).
24 febbraio 1941
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) parte da Gallipoli alle 15.20 per un pattugliamento idrofonico in posizione 39°29’ N e 17°45’40” E, ma è costretto ad abbandonare la missione a causa del maltempo, rientrando a Gallipoli alle 23.20 dopo aver percorso 55 miglia.
2 marzo 1941
Parte da Gallipoli alle 12.20 per trasferirsi a Taranto, sempre al comando del T.V. Iaccarino. Giunge a Taranto alle 17.30, dopo aver percorso 59 miglia.
3 marzo 1941
L’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) salpa da Taranto alle 14.50 per un pattugliamento idrofonico sperimentale, scortato dal MAS 441. Rientra a Taranto alle 22.30, dopo aver percorso 49 miglia.
6 marzo 1941
Il tenente di vascello Iaccarino lascia il comando dell’H 2, venendo sostituito dal parigrado Giovanni Cunsolo (30 anni, da Petralia Sottana).
7 marzo 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Cunsolo) esce da Taranto alle 20 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
8 marzo 1941
Rientra a Taranto 10.45, dopo aver percorso 96 miglia senza avvenimenti di rilievo.
11 marzo 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Cunsolo) esce da Taranto alle otto per prove in mare insieme al sommergibile Tito Speri, con la scorta del dragamine RD 13. Fa ritorno a Taranto alle 15.45, dopo aver percorso trenta miglia.
14 mazo 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Cunsolo) salpa da Taranto alle 18 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
15 marzo 1941
Rientra in porto alle 10.15, dopo aver percorso 101 miglia senza avvenimenti di rilievo.
22 marzo 1941
Sempre al comando del T.V. Cunsolo, l’H 2 esce da Taranto alle 11 per esercitazione, scortato dalla torpediniera Canopo, e vi fa ritorno alle 18.59, dopo aver percorso 54 miglia.
24 marzo 1941
Esce da Taranto alle otto per esercitazione, scortato dalla torpediniera San Martino, e rientra alle 16.49, dopo aver percorso 29 miglia.
26 marzo 1941
Al comando del T.V. Cunsolo, parte da Taranto alle 17.30 per pattugliamento idrofonico.
27 marzo 1941
Rientra a Taranto alle dieci del mattino, dopo aver percorso 94 miglia.
Viene poi avviato ad un periodo di lavori di grande manutenzione, durante i quali – il 4 aprile – il tenente di vascello Cunsolo cede nuovamente il comando al parigrado Gaetano Iaccarino.
20 maggio 1941
Terminati i lavori, l’H 2 (tenente di vascello Gaetano Iaccarino) esce da Taranto alle 7.30 per effettuare delle prove in mare, scortato dalla piccola nave ausiliaria F 46 Limbara. Rientra in porto dopo sei ore, e dopo aver percorso 22,5 miglia.
24 maggio 1941
Altra uscita da Taranto per prove in mare, sempre al comando del T.V. Iaccarino e con la scorta del Limbara, dalle 7.35 alle 12.07 (percorse 30,5 miglia).
28 maggio 1941
Il tenente di vascello Iaccarino lascia definitivamente il comando dell’H 2, venendo avvicendato dal parigrado Giovanni Celeste, 36 anni, da Messina.
Il tenente di vascello Giovanni Celeste (da www.uboat.net) |
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Celeste) esce da Taranto alle otto per esercitazioni insieme alla Limbara, facendo ritorno alle 11.30 dopo aver percorso 32 miglia.
3 giugno 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Celeste) salpa da Taranto alle otto per esercitazione, rientrando alle 15.15 dopo aver percorso 22,5 miglia.
13 giugno 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Celeste) parte da Taranto alle 22 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
14 giugno 1941
Rientra a Taranto alle 10.20, dopo aver percorso 98 miglia senza eventi degni di nota. Riparte alle 21 per un altro pattugliamento idrofonico.
15 giugno 1941
Torna a Taranto alle 10.30, dopo aver percorso cento miglia.
16 giugno 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Celeste) esce da Taranto alle nove del mattino per un’esercitazione insieme al sommergibile Filippo Corridoni, con la scorta del Limbara. Torna in porto alle 14.57, dopo aver percorso 97 miglia.
17 giugno 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Celeste) parte da Taranto alle 8.35 per un’esercitazione nel Golfo di Taranto, da svolgere insieme a H 8, Corridoni ed alla torpediniera Aretusa. Rientra alla base alle 13.12, dopo aver percorso 28,5 miglia.
26 giugno 1941
Esce da Taranto alle sei del mattino per esercitazione, sempre al comando del T.V. Celeste e con la scorta della Limbara. Torna in porto alle 13.57, dopo aver percorso 35 miglia.
1° luglio 1941
Al comando del T.V. Celeste, l’H 2 salpa da Taranto per esercitazione alle otto e vi torna alle 14.35, dopo aver percorso 32 miglia.
16 luglio 1941
Esce da Taranto alle 8.15 per esercitazione e fa ritorno alle 16, dopo aver percorso 36,5 miglia. Comandante sempre il T.V. Celeste.
18 luglio 1941
Esce da Taranto alle 4.23, al comando del T.V. Celeste, per un’esercitazione insieme alla torpediniera San Martino. Torna in porto alle 17.15, dopo aver percorso 72 miglia.
25 luglio 1941
Parte da Taranto alle 21.15, al comando del T.V. Celeste, per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
26 luglio 1941
Rientra a Taranto alle 10.45, dopo una missione priva di eventi. Ha percorso cento miglia.
28 luglio 1941
Parte da Taranto alle 9.24, al comando del T.V. Celeste, per un’esercitazione; rientra alla base alle 13.04, dopo aver percorso 27 miglia.
5 agosto 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Celeste) salpa da Taranto alle 11 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
6 agosto 1941
Torna a Taranto alle 5.45, dopo aver percorso 104,5 miglia senza incontri sospetti.
7 agosto 1941
Parte alle 21 da Taranto per un altro pattugliamento idrofonico nel Golfo, sempre al comando del T.V. Celeste.
8 agosto 1941
Ritorna alla base alle 12.40, dopo un’altra missione tranquilla in cui ha percorso 98 miglia.
10 agosto 1941
Parte da Taranto alle 21, al comando del T.V. Celeste, per un altro pattugliamento idrofonico nel Golfo.
11 agosto 1941
Rientra alla base alle 10.15 dopo una missione ordinaria, ha percorso 96 miglia.
18 agosto 1941
Esce da Taranto alle 22, sempre al comando del T.V. Celeste, per un altro pattugliamento idrofonico nel Golfo.
19 agosto 1941
Rientra alla base ha mezzogiorno, ha percorso 99 miglia senza eventi degni di nota. Riparte già alle 22.45 per un altro pattugliamento idrofonico.
20 agosto 1941
Fa ritorno a Taranto alle 10.30 dopo aver percorso 94 miglia, ancora una volta niente da segnalare.
24 agosto 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Celeste) parte da Taranto alle 21.10 per un altro pattugliamento idrofonico nel Golfo.
25 agosto 1941
Rientra a Taranto alle 12.10, di nuovo senza che si sia verificato alcunché di rilevante. Ha percorso 100 miglia.
29 agosto 1941
Al comando del T.V. Celeste, esce da Taranto alle 6.47 per un’esercitazione, rientrando alle 9.26 dopo aver percorso otto miglia e mezzo.
7 settembre 1941
Parte da Taranto alle 21 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo.
8 settembre 1941
Torna a Taranto alle 11.12 dopo aver percorso 96 miglia, missione tranquilla.
Riparte già alle 21.03 per un altro pattugliamento idrofonico.
9 settembre 1941
Rientra alla base alle 13 dopo aver percorso 95 miglia senza eventi anomali.
14 settembre 1941
Parte da Taranto alle 21.05 (tenente di vascello Giovanni Celeste) per un altro pattugliamento idrofonico nel Golfo.
15 settembre 1941
Rientra a Taranto alle 12.50, ha percorso 100,5 miglia senza niente da segnalare.
16 settembre 1941
Parte da Taranto alle 21.46, sempre per pattugliamento idrofonico nel Golfo al comando del T.V. Celeste.
17 settembre 1941
Torna in porto alle 13.25, ha percorso 98,5 miglia senza eventi di rilievo. Riparte alle 21.15 per un altro pattugliamento idrofonico.
L’H 2 in navigazione (g.c. Anton Shitarev, via www.naviearmatori.net) |
Ritorna a Taranto alle 13.40, dopo aver percorso 98 miglia senza aver rilevato niente di strano.
20 settembre 1941
Esce da Taranto alle sette, sempre al comando del T.V. Celeste, per un’esercitazione, rientrando alle 9.32 dopo aver percorso sei miglia.
21 settembre 1941
L’H 2 salpa da Taranto alle sette al comando del T.V. Celeste, per collaudare gli idrofoni e compiere un’esercitazione insieme all’avviso veloce Diana in posizione 40°00’ N e 17°33’ E. Rientra alla base alle 20.13, dopo aver percorso 93,5 miglia.
23 settembre 1941
Al comando ancora una volta del T.V. Celeste, salpa da Taranto alle 23.10 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo.
24 settembre 1941
Ritorna a Taranto alle 11.05, ha percorso 98 miglia senza eventi degni di nota.
25 settembre 1941
Parte da Taranto alle sette al comando del T.V. Celeste, per esercitazione. Torna a Taranto alle 8.50, dopo aver percorso quattro miglia e mezzo.
28 settembre 1941
Sempre al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste, l’H 2 lascia Taranto alle due di notte per trasferirsi a Gallipoli, dove arriva alle 8.10, dopo aver percorso 56,5 miglia.
29 settembre 1941
Esce da Gallipoli alle 6.10, al comando del T.V. Celeste, per esercitazione, rientrando alle 16.26 dopo aver percorso 39 miglia.
30 settembre 1941
Esce da Gallipoli alle 7.02, al comando del T.V. Celeste, per esercitazione, rientrando alle 16.30 dopo aver percorso 49 miglia.
1° ottobre 1941
Alle sette l’H 2 (tenente di vascello Giovanni Celeste) esce da Gallipoli per un’esercitazione insieme ad un MAS. Rientra alle 14.55, dopo aver percorso 28 miglia.
2 ottobre 1941
Esce da Gallipoli alle 7, sempre al comando del T.V. Celeste, per esercitazione, facendo ritorno in porto alle 18.29 dopo aver percorso venti miglia.
3 ottobre 1941
Ancora una volta al comando del T.V. Celeste, salpa da Gallipoli per esercitazione alle sette, rientrando alle 14.35 dopo aver percorso dodici miglia e mezzo.
4 ottobre 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Celeste) salpa da Gallipoli alle otto del mattino per trasferirsi a Taranto, dove giunge alle 13.40, dopo aver percorso 56 miglia.
6 ottobre 1941
Esce da Taranto alle 7.10 per esercitazione, rientrando alle 10.05 (o 9.41) dopo aver percorso otto miglia e mezzo. Comandante sempre il T.V. Celeste.
11 novembre 1941
Al comando del T.V. Celeste, l’H 2 salpa da Taranto alle 16.40 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
12 novembre 1941
Rientra a Taranto alle 11.15, dopo aver percorso 113 miglia in una missione priva di eventi, ed entra in bacino per alcuni giorni di lavori.
19 (o 20) novembre 1941
Terminati i lavori, esce da Taranto per esercitazione alle 7.10, sempre al comando del T.V. Celeste, facendo ritorno alle dieci dopo aver percorso sette miglia.
26 (o 27) novembre 1941
Ancora al comando del T.V. Celeste, l’H 2 esce da Taranto per esercitazione alle 7.13 e ritorna alle 10.50, dopo aver percorso sette miglia.
3 dicembre 1941
Altra uscita da Taranto per esercitazione, con partenza alle 12.16 e rientro alle 17.15, comandante sempre il T.V. Celeste. Percorse 35,5 miglia.
10 dicembre 1941
Uscita da Taranto per collaudi, con partenza alle 7.22 e rientro alle 17.36, comandante sempre il T.V. Celeste. Percorse 57 miglia.
11 dicembre 1941
Esce da Taranto alle 7.30 al comando del T.V. Celeste, per esercitazione.
12 dicembre 1941
Scortato dalla torpediniera Lince, rientra a Taranto alle 15.52, dopo aver percorso 47 miglia.
21 dicembre 1941
Parte da Taranto alle 7.18, sempre al comando del T.V. Celeste, per trasferirsi a Gallipoli, dove arriva alle 13.15, dopo aver percorso 55 miglia.
22 dicembre 1941
Esce da Gallipoli alle 6.15, sempre al comando del T.V. Celeste, per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto. Rientra a Gallipoli alle 16.45, dopo aver percorso 43 miglia.
23 dicembre 1941
L’H 2 (tenente di vascello Giovanni Celeste) salpa da Gallipoli alle otto per trasferirsi a Taranto, dove giunge sette ore e 55 miglia più tardi.
31 dicembre 1941
Il tenente di vascello Celeste cede il comando dell’H 2 al tenente di vascello Enrico Lesen d’Aston (27 anni, da Milano), al comando del quale il sommergibile salpa da Taranto alle otto per esercitazione, rientrando alle 11.45 dopo aver percorso 21 miglia.
L’H 2 durante la guerra (da “I sommergibili in Mediterraneo” dell’USMM, via Marcello Risolo e www.betasom.it) |
L’H 2 (tenente di vascello Enrico Lesen d’Aston) esce da Taranto alle otto per esercitazione, facendo ritorno alle 16.17 dopo aver percorso trenta miglia.
14 gennaio 1942
Esce da Taranto alle 12.41, al comando del tenente di vascello Enrico Lesen d’Aston, per esercitazione, rientrando alle 17.32 dopo aver percorso 32,5 miglia.
18 gennaio 1942
Altra uscita da Taranto per esercitazione, al comando del tenente di vascello Enrico Lesen d’Aston, dalle 12.30 alle 14.30. Percorse undici miglia.
11 febbraio 1942
Il tenente di vascello Lesen d’Aston viene sostituito al comando dell’H 2 dal parigrado Renzo Fossati (37 anni, da Novi Ligure).
12 febbraio 1942
Esce da Taranto alle 8.30 al comando del tenente di vascello Renzo Fossati, per esercitazione, facendo ritorno alle 15.35, dopo aver percorso 34 miglia.
15 febbraio 1942
L’H 2 (tenente di vascello Renzo Fossati) esce da Taranto per esercitazione dalle 12.25 alle 17.20, percorrendo trenta miglia.
17 febbraio 1942
Esce da Taranto alle 6.05, al comando del tenente di vascello Renzo Fossati, per delle prove in mare, rientrando alle 15.56 dopo aver percorso trenta miglia.
19 febbraio 1942
L’H 2 (tenente di vascello Renzo Fossati) salpa da Taranto alle 6.35 per collaudi del sonar, insieme alla torpediniera San Martino. Fa ritorno in porto alle 16.05, dopo aver percorso 64 miglia.
22 febbraio 1942
Al comando del tenente di vascello Renzo Fossati, l’H 2 parte da Taranto alle 6.15 per esercitazione, facendovi ritorno alle 11.09 dopo aver percorso 40 miglia.
2 marzo 1942
Esce da Taranto alle 10.40, al comando del T.V. Fossati, per esercitazione, rientrando alle 18.55 dopo aver percorso 49 miglia.
3 marzo 1942
Esce da Taranto alle 7.10, al comando del T.V. Fossati, per un’esercitazione, con la scorta della cannoniera-cacciasommergibili Pasman e del cacciasommergibili ausiliario AS 97 Gino Nais. Rientra in porto alle 14.15, dopo aver percorso 43 miglia.
4 marzo 1942
Salpa da Taranto alle 19.03, al comando del T.V. Fossati, per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
5 marzo 1942
Rientra a Taranto alle 12.03, dopo aver percorso 102 miglia, senza avvenimenti di rilievo.
6 marzo 1942
Esce da Taranto alle 11.50, al comando del T.V. Fossati, per un’esercitazione in cooperazione con aerei. Rientra in porto alle 18.10, dopo aver percorso 27 miglia.
9 marzo 1942
Assume il comando dell’H 2, in sostituzione del tenente di vascello Fossati, il tenente di vascello Antonio Canezza, 34 anni, da Bogliasco, che ne è già stato comandante in seconda col grado di tenente di vascello dal marzo al novembre 1940. Al suo comando, l’H 2 lascia Taranto alle 14.40 per trasferirsi a Brindisi.
10 marzo 1942
Alle 2.40, a cinque miglia per 156° da Capo Otranto, viene avvistata una scia di siluro che manca l’H 2 di stretta misura, passandogli pochi metri a proravia. Nessun sommergibile Alleato risulta però essere stato presente in zona in questa data, pertanto è probabile che in realtà l’equipaggio dell’H 2 abbia scambiato per scia di siluro quella di una focena.
L’H 2 arriva a Brindisi alle 8.45, dopo aver percorso 157 miglia nautiche.
15 aprile 1942
Al comando del tenente di vascello Antonio Canezza, l’H 2 esce da Brindisi alle 8.35 per prove in mare, rientrando alle 11.54 dopo aver percorso dodici miglia.
19 aprile 1942
Sempre al comando del T.V. Canezza, l’H 2 lascia Brindisi alle 8.15 per trasferirsi a Gallipoi, dove arriva alle 18.35, dopo aver percorso 109,5 miglia, con la scorta della nave scorta ausiliaria F 80 Enrico Gismondi.
21 aprile 1942
L’H 2 (tenente di vascello Antonio Canezza) esce da Gallipoli alle 8.20 per collaudi, insieme ai MAS 439 e 441, rientrando alle 16.50 dopo aver percorso sei miglia.
22 aprile 1942
Sempre al comando del T.V. Canezza, esce da Gallipoli per ulteriori prove a mare con due MAS. Torna in porto alle 15.10, dopo aver percorso otto miglia.
23 aprile 1942
Esce da Gallipoli per altri collaudi, dalle 7.30 alle 12.40, percorrendo quattro miglia. Comandante sempre il T.V. Canezza.
24 aprile 1942
Altra uscita per collaudi dalle 7.15 alle 15, al comando del T.V. Canezza. Percorse cinque miglia.
25 aprile 1942
Salpa da Gallipoli alle sei del mattino, al comando del tenente di vascello Antonio Canezza, per trasferirsi a Taranto, dove giunge alle 10.35, dopo aver percorso 52 miglia, con la scorta del MAS 441.
29 aprile 1942
Esce da Taranto alle otto del mattino per esercitazione, sempre al comando del T.V. Canezza, rientrando alle 10.15 dopo aver percorso sei miglia.
30 aprile 1942
Al comando del T.V. Canezza, l’H 2 salpa da Taranto alle otto per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
1° maggio 1942
Rientra alla base a mezzogiorno, dopo aver percorso cento miglia, senza eventi di rilievo.
21 maggio 1942
L’H 2 (tenente di vascello Antonio Canezza) esce da Taranto alle 13.30 per collaudi. Fa ritorno alle 15.22, dopo aver percorso sei miglia.
22 maggio 1942
L’H 2 (tenente di vascello Antonio Canezza) esce da Taranto alle 4.45 per trasferirsi a Gallipoli, dove giunge dopo sei ore e 54 miglia nautiche di navigazione. Da Gallipoli esce poi per esercitazione dalle 13.05 alle 17.05, percorrendo sette miglia, con la scorta dei MAS 438, 439 e 440.
23 maggio 1942
Al comando del T.V. Canezza, esce da Gallipoli alle 7.20 per esercitazione, rientrando alle 11.16 dopo aver percorso undici miglia nautiche.
24 maggio 1942
Salpa da Gallipoli alle 5.20 per trasferirsi a Taranto, dove giunge alle 10.40 (dopo 53 miglia), sempre al comando del T.V. Canezza (altra fonte parla di partenza alle 7.35 e ritorno alle 13.50, dopo 39 miglia di navigazione).
1° giugno 1942
Al comando del T.V. Canezza, esce da Taranto alle 6.50 per esercitazione, rientrando alle 15.05 dopo aver percorso 54 miglia.
6 giugno 1942
Esce da Taranto alle sette del mattino per esercitazioni sonar con il cacciatorpediniere Corazziere, facendo ritorno alle 15.50 dopo 63 miglia. Comandante è, come al solito, il T.V. Canezza.
27 giugno 1942
Alle 4.17 l’H 2 (tenente di vascello Antonio Canezza) salpa da Taranto per trasferirsi a Crotone, dove arriva alle 17.05, dopo aver percorso 110 miglia.
28 giugno 1942
Uscita per esercitazione da Crotone, dalle 5.25 alle 16, al comando del T.V. Canezza. Percorse 89 miglia.
29 giugno 1942
Uscita per esercitazione da Crotone, dalle 7 alle 14, al comando del T.V. Canezza. Percorse 49 miglia.
1° luglio 1942
Lascia Crotone alle 6.10, al comando del T.V. Canezza, per trasferirsi a Taranto, dove giunge alle 17.55, dopo aver percorso 110 miglia.
14 agosto 1942
Esce da Taranto alle 13.30, al comando del T.V. Canezza, per prove in mare, rientrando alle 16 dopo aver percorso otto miglia.
17 agosto 1942
Uscita per esercitazione da Taranto, dalle 7.45 alle 12.15, al comando del T.V. Canezza. Percorse dieci miglia.
21 agosto 1942
Al comando del T.V. Canezza, l’H 2 salpa da Taranto alle 19.30 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
22 agosto 1942
Rientra a Taranto alle 11.50, dopo aver percorso 99 miglia senza eventi di rilievo.
10 settembre 1942
Esce da Taranto alle 7.50, sempre al comando del T.V. Canezza, per esercitazione, rientrando alle 15.25 dopo aver percorso 38 miglia.
15 settembre 1942
Salpa da Taranto alle 19.30, al comando del T.V. Canezza, per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
16 settembre 1942
Rientra a Taranto alle 13.22, dopo aver percorso 102 miglia senza eventi degni di nota.
Riparte già alle 19.30 per un altro pattugliamento idrofonico.
17 settembre 1942
Fa ritorno a Taranto alle 13.15, dopo aver percorso 101 miglia senza riscontrare nulla d’insolito.
20 settembre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.55 alle 15.12, sempre al comando del T.V. Canezza. Percorse 43,8 miglia.
21 settembre 1942
Altra uscita addestrativa al comando del T.V. Canezza, dalle 6.50 alle 12.25; percorse 35 miglia.
26 settembre 1942
Ancora un’uscita da Taranto per esercitazione al comando del T.V. Canezza; partenza alle 6.45, rientro alle 9.25, miglia percorse dodici.
8 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.45 alle 15, al comando del T.V. Canezza. Percorre 40 miglia nautiche.
10 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.50 a mezzogiorno, al comando del T.V. Canezza. Percorre trenta miglia nautiche.
11 ottobre 1942
Salpa da Taranto alle 19.55 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo, al comando del T.V. Canezza.
12 ottobre 1942
Rientra a Taranto alle 12.04, dopo aver percorso 104 miglia, senza avvenimenti di rilievo.
16 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 8.15 alle 13.35, al comando del T.V. Canezza. Percorre 26 miglia nautiche.
17 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 13.40 alle 18.40, al comando del T.V. Canezza. Percorre 26,5 miglia nautiche.
19 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.50 alle 13.30, al comando del T.V. Canezza. Percorre 32 miglia nautiche.
31 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 10.05 alle 17.10, al comando del T.V. Canezza. Percorre 31,5 miglia nautiche.
4 novembre 1942
Lascia Taranto alle 3.30 diretto a Crotone, dove giunge alle 16, dopo aver percorso 110 miglia. Comandante sempre il T.V. Canezza.
5 novembre 1942
Uscita da Crotone per esercitazione dalle 8.14 alle 16.50, al comando del T.V. Canezza. Percorre 38 miglia nautiche.
Esce da Taranto alle sette del mattino per esercitazioni sonar con il cacciatorpediniere Corazziere, facendo ritorno alle 15.50 dopo 63 miglia. Comandante è, come al solito, il T.V. Canezza.
27 giugno 1942
Alle 4.17 l’H 2 (tenente di vascello Antonio Canezza) salpa da Taranto per trasferirsi a Crotone, dove arriva alle 17.05, dopo aver percorso 110 miglia.
28 giugno 1942
Uscita per esercitazione da Crotone, dalle 5.25 alle 16, al comando del T.V. Canezza. Percorse 89 miglia.
29 giugno 1942
Uscita per esercitazione da Crotone, dalle 7 alle 14, al comando del T.V. Canezza. Percorse 49 miglia.
1° luglio 1942
Lascia Crotone alle 6.10, al comando del T.V. Canezza, per trasferirsi a Taranto, dove giunge alle 17.55, dopo aver percorso 110 miglia.
14 agosto 1942
Esce da Taranto alle 13.30, al comando del T.V. Canezza, per prove in mare, rientrando alle 16 dopo aver percorso otto miglia.
17 agosto 1942
Uscita per esercitazione da Taranto, dalle 7.45 alle 12.15, al comando del T.V. Canezza. Percorse dieci miglia.
21 agosto 1942
Al comando del T.V. Canezza, l’H 2 salpa da Taranto alle 19.30 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
22 agosto 1942
Rientra a Taranto alle 11.50, dopo aver percorso 99 miglia senza eventi di rilievo.
10 settembre 1942
Esce da Taranto alle 7.50, sempre al comando del T.V. Canezza, per esercitazione, rientrando alle 15.25 dopo aver percorso 38 miglia.
15 settembre 1942
Salpa da Taranto alle 19.30, al comando del T.V. Canezza, per un pattugliamento idrofonico nel Golfo di Taranto.
16 settembre 1942
Rientra a Taranto alle 13.22, dopo aver percorso 102 miglia senza eventi degni di nota.
Riparte già alle 19.30 per un altro pattugliamento idrofonico.
17 settembre 1942
Fa ritorno a Taranto alle 13.15, dopo aver percorso 101 miglia senza riscontrare nulla d’insolito.
20 settembre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.55 alle 15.12, sempre al comando del T.V. Canezza. Percorse 43,8 miglia.
21 settembre 1942
Altra uscita addestrativa al comando del T.V. Canezza, dalle 6.50 alle 12.25; percorse 35 miglia.
26 settembre 1942
Ancora un’uscita da Taranto per esercitazione al comando del T.V. Canezza; partenza alle 6.45, rientro alle 9.25, miglia percorse dodici.
8 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.45 alle 15, al comando del T.V. Canezza. Percorre 40 miglia nautiche.
10 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.50 a mezzogiorno, al comando del T.V. Canezza. Percorre trenta miglia nautiche.
11 ottobre 1942
Salpa da Taranto alle 19.55 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo, al comando del T.V. Canezza.
12 ottobre 1942
Rientra a Taranto alle 12.04, dopo aver percorso 104 miglia, senza avvenimenti di rilievo.
16 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 8.15 alle 13.35, al comando del T.V. Canezza. Percorre 26 miglia nautiche.
17 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 13.40 alle 18.40, al comando del T.V. Canezza. Percorre 26,5 miglia nautiche.
19 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.50 alle 13.30, al comando del T.V. Canezza. Percorre 32 miglia nautiche.
31 ottobre 1942
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 10.05 alle 17.10, al comando del T.V. Canezza. Percorre 31,5 miglia nautiche.
4 novembre 1942
Lascia Taranto alle 3.30 diretto a Crotone, dove giunge alle 16, dopo aver percorso 110 miglia. Comandante sempre il T.V. Canezza.
5 novembre 1942
Uscita da Crotone per esercitazione dalle 8.14 alle 16.50, al comando del T.V. Canezza. Percorre 38 miglia nautiche.
Un sommergibile classe H (g.c. Giorgio Parodi, via www.naviearmatori.net) |
Uscita da Crotone per esercitazione dalle 7.44 alle 18.20, al comando del T.V. Canezza. Percorre 69 miglia nautiche.
9 novembre 1942
Uscita da Crotone per esercitazione dalle 6.55 alle 17.25, al comando del T.V. Canezza. Percorre 47 miglia nautiche.
10 novembre 1942
Uscita da Crotone per esercitazione dalle 7.25 alle 11.45, al comando del T.V. Canezza. Percorre 16 miglia nautiche.
11 novembre 1942
Uscita da Crotone per esercitazione dalle 7.40 alle 16.25, al comando del T.V. Canezza. Percorre 25 miglia nautiche.
12 novembre 1942
Alle 3.50 l’H 2 (tenente di vascello Antonio Canezza) lascia Crotone per trasferirsi a Taranto, dove giunge alle 16.25, dopo aver percorso 110 miglia.
13 novembre 1942
Riparte da Taranto alle 00.25 per trasferirsi a Messina, dove arriva alle dieci del mattino dopo un viaggio tranquillo.
16 novembre 1942
Lascia Messina alle 11.45 per trasferirsi a Napoli.
17 novembre 1942
Alle quattro del mattino, in posizione 40°25’ N e 14°03’ E, viene avvistato un sommergibile nemico a circa 2500-3000 metri di distanza: si tratta quasi certamente del britannico Turbulent (capitano di fregata John Wallace Linton) che da parte sua non si accorge della presenza del battello italiano. L’H 2 prepara i tubi 1 e 3 al lancio, ma il sommergibile avversario si allontana, e l’unità italiana non riesce a ridurre le distanze; deve così rinunciare all’attacco e proseguire per Napoli, dove giunge alle 10.50.
19 novembre 1942
Lascia Napoli alle 19 per trasferirsi a La Spezia, sempre al comando del T.V. Canezza.
21 novembre 1942
Arriva a La Spezia alle 7.25, dopo aver percorso 845 miglia.
28 novembre 1942
Esce da La Spezia alle 12.50 per prove in mare, al comando del T.V. Canezza, rientrando alle 15.30 dopo aver percorso 18,3 miglia.
3 dicembre 1942
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 7.35 alle 13.55, al comando del T.V. Canezza. Percorse 40,7 miglia.
9 dicembre 1942
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 7 alle 16.22, al comando del T.V. Canezza. Percorse 35 miglia.
11 dicembre 1942
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 12.30 alle 16.40, al comando del T.V. Canezza. Percorse 27 miglia.
18 dicembre 1942
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 7.30 alle 16.50, al comando del T.V. Canezza. Percorse 36,5 miglia.
22 dicembre 1942
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 7.45 alle 17.45, al comando del T.V. Canezza. Percorse 39 miglia.
24 dicembre 1942
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 7.33 alle 16.15, al comando del T.V. Canezza. Percorse 40 miglia.
28 dicembre 1942
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 7.40 alle 15, al comando del T.V. Canezza. Percorse 40 miglia.
30 dicembre 1942
Uscita per esercitazione da La Spezia al comando del T.V. Canezza. Percorse 49 miglia.
2 gennaio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 8.30 alle 14.10, al comando del T.V. Canezza. Percorse 34 miglia.
7 gennaio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 7.30 alle 16.40, al comando del T.V. Canezza. Percorse 39 miglia.
12 gennaio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 7.45 alle 17, al comando del T.V. Canezza. Percorse 36 miglia.
14 gennaio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 8.30 alle 14.20, al comando del T.V. Canezza. Percorse 30 miglia.
21 gennaio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 8.40 alle 18.25, al comando del T.V. Canezza. Percorse 26,5 miglia.
26 gennaio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 7.30 alle 16.30, al comando del T.V. Canezza. Percorse 29 miglia.
28 gennaio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia dalle 7.35 alle 16.25, al comando del T.V. Canezza. Percorse 35 miglia.
1° febbraio 1943
Al comando del tenente di vascello Antonio Canezza, l’H 2 lascia La Spezia alle 8.45 per trasferirsi a Genova, dove giunge alle 14.25 dopo aver percorso 58 miglia. Qui viene sottoposto ad un periodo di lavori della durata di alcune settimane.
12 marzo 1943
Uscita per esercitazione da Genova dalle 9.15 alle 16.05, al comando del T.V. Canezza. Percorse 20,8 miglia.
15 marzo 1943
Uscita da Genova per prove di velocità, dalle 9 alle 13, al comando del T.V. Canezza. Percorse 43 miglia.
16 marzo 1943
Lascia Genova, al comando del T.V. Canezza, per trasferirsi a La Spezia, ove giunge alle 14.20, dopo aver percorso 57 miglia.
20 marzo 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 8.44 alle 19, al comando del T.V. Canezza. Percorse 28,5 miglia.
24 marzo 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.25 alle 16.10, al comando del T.V. Canezza. Percorse 37 miglia.
31 marzo 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.10 alle 19.05, al comando del T.V. Canezza. Percorse 42,5 miglia.
1° aprile 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 10.05 alle 16.35, al comando del T.V. Canezza. Percorse 29 miglia.
6 aprile 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.25 alle 13.25, al comando del T.V. Canezza. Percorse 35,5 miglia.
7 aprile 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 9 alle 17.30, al comando del T.V. Canezza. Percorse 35 miglia.
8 aprile 1943
Uscita da La Spezia, dalle otto alle 10.40, per collaudo della girobussola. Comandante sempre il tenente di vascello Antonio Canezza; percorse tre miglia.
10 aprile 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 8 alle 16.35, al comando del T.V. Canezza. Percorse 26 miglia.
15 aprile 1943
Sempre al comando del T.V. Canezza, l’H 2 salpa da La Spezia alle 18 per un pattugliamento idrofonico difensivo da svolgere insieme all’H 8, in un settore delimitato dai punti 43°45’ N e 09°33’ E, 43°43’ N e 09°35’ E, 43°41’ N e 09°18’ E, e 43°38’ N e 09°20’ E.
16 aprile 1943
Rientra a La Spezia alle 9.35 dopo una missione priva di eventi di rilievo.
Uscita per esercitazione da Genova dalle 9.15 alle 16.05, al comando del T.V. Canezza. Percorse 20,8 miglia.
15 marzo 1943
Uscita da Genova per prove di velocità, dalle 9 alle 13, al comando del T.V. Canezza. Percorse 43 miglia.
16 marzo 1943
Lascia Genova, al comando del T.V. Canezza, per trasferirsi a La Spezia, ove giunge alle 14.20, dopo aver percorso 57 miglia.
20 marzo 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 8.44 alle 19, al comando del T.V. Canezza. Percorse 28,5 miglia.
24 marzo 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.25 alle 16.10, al comando del T.V. Canezza. Percorse 37 miglia.
31 marzo 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.10 alle 19.05, al comando del T.V. Canezza. Percorse 42,5 miglia.
1° aprile 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 10.05 alle 16.35, al comando del T.V. Canezza. Percorse 29 miglia.
6 aprile 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.25 alle 13.25, al comando del T.V. Canezza. Percorse 35,5 miglia.
7 aprile 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 9 alle 17.30, al comando del T.V. Canezza. Percorse 35 miglia.
8 aprile 1943
Uscita da La Spezia, dalle otto alle 10.40, per collaudo della girobussola. Comandante sempre il tenente di vascello Antonio Canezza; percorse tre miglia.
10 aprile 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 8 alle 16.35, al comando del T.V. Canezza. Percorse 26 miglia.
15 aprile 1943
Sempre al comando del T.V. Canezza, l’H 2 salpa da La Spezia alle 18 per un pattugliamento idrofonico difensivo da svolgere insieme all’H 8, in un settore delimitato dai punti 43°45’ N e 09°33’ E, 43°43’ N e 09°35’ E, 43°41’ N e 09°18’ E, e 43°38’ N e 09°20’ E.
16 aprile 1943
Rientra a La Spezia alle 9.35 dopo una missione priva di eventi di rilievo.
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 6.50 alle 17.52, al comando del T.V. Canezza. Percorse 39 miglia.
30 aprile 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.18 alle 13.50, al comando del T.V. Canezza. Percorse 32 miglia.
2 maggio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.10 alle 13.12, al comando del T.V. Canezza. Percorse 27 miglia.
3 maggio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.20 alle 14.48, al comando del T.V. Canezza. Percorse 29 miglia.
5 maggio 1943
Esce da La Spezia alle 18 per un pattugliamento idrofonico difensivo, insieme all’H 8, da svolgere in un’area delimitata dai punti 43°42.5’ N e 09°24.5’ E, 43°40’ N e 09°26’ E, 43°47’ N e 09°35’35” E, e 43°44.5’ N e 09°41’ E.
6 maggio 1943
Rientra a La Spezia alle 9.15 dopo aver percorso 74 miglia.
8 maggio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.55 alle 15.55, al comando del T.V. Canezza. Percorse 36 miglia.
11 maggio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 6.50 alle 16.50, al comando del T.V. Canezza. Percorse 51 miglia.
12 maggio 1943
L’H 2 (tenente di vascello Antonio Canezza) salpa da La Spezia alle 17.50 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo Ligure.
13 maggio 1943
Rientra a La Spezia alle 8.10, dopo aver percorso 74 miglia senza niente da segnalare.
14 maggio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 5.50 alle 12.15, al comando del T.V. Canezza. Percorse 49,5 miglia.
15 maggio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.46 alle 17.28, al comando del T.V. Canezza. Percorse 37 miglia.
24 maggio 1943
L’H 2 (tenente di vascello Antonio Canezza) salpa da La Spezia alle 18.17, unitamente all’H 8, per un pattugliamento idrofonico difensivo da effettuare nel settore delimitato dai punti 44°00’ N e 09°22’ E, 43°58’ N e 09°24’ E, 43°54’ N e 09°07’ E e 43°52’ N e 09°05’ E.
25 maggio 1943
Rientra a La Spezia alle 8.30 dopo aver percorso 85 miglia senza eventi degni di nota. Riparte già alle 21.57 per un altro pattugliamento idrofonico difensivo nel Golfo Ligure, sempre in compagnia dell’H 8.
26 maggio 1943
Rientra a La Spezia alle 8.22, dopo aver percorso 69 miglia. Nessun evento degno di nota.
28 maggio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.30 alle 17, al comando del T.V. Canezza. Percorse 37 miglia.
30 maggio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.20 alle 15.20, al comando del T.V. Canezza. Percorse 25 miglia.
1° giugno 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.11 alle 13.21, al comando del T.V. Canezza. Percorse 34 miglia.
2 giugno 1943
Salpa da La Spezia alle 16.40, al comando del T.V. Canezza, per un pattugliamento difensivo nel Golfo Ligure.
3 giugno 1943
Rientra alla base alle dieci dopo aver percorso 103 miglia. Ancora una volta missione priva di eventi.
5 giugno 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 6.40 alle 16.20, al comando del T.V. Canezza. Percorse 28 miglia.
7 giugno 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 10.12 alle 15.56, al comando del T.V. Canezza. Percorse 22 miglia.
Già alle 17.50 l’H 2 riprende il mare per un pattugliamento difensivo nel Golfo Ligure.
8 giugno 1943
Rientra a La Spezia alle 9.40, dopo aver percorso 101 miglia. Nessun evento di rilievo.
9 giugno 1943
Sempre al comando del T.V. Canezza, esce da La Spezia alle 6.55 per un pattugliamento idrofonico, rientrando alle 18.20 dopo aver percorso 32 miglia.
11 giugno 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.40 alle 19.30, al comando del T.V. Canezza. Percorse 60 miglia.
14 giugno 1943
Esce da La Spezia alle 19.10 per un pattugliamento difensivo nel Golfo Ligure.
15 giugno 1943
Rientra a La Spezia alle 7.12, dopo aver percorso 55 miglia. Nessun evento di rilievo.
21 giugno 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.13 alle 20.24, al comando del T.V. Canezza. Percorse 50 miglia.
24 giugno 1943
Esce da La Spezia alle 19.20, al comando del T.V. Canezza, per un pattugliamento difensivo nel Golfo Ligure.
25 giugno 1943
Rientra a La Spezia alle 7.35 dopo una missione priva di eventi, in cui ha percorso 57 miglia.
27 giugno 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 4.45 alle 12.04, al comando del T.V. Canezza. Percorse 35 miglia.
29 giugno 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 5.30 alle 15.45, al comando del T.V. Canezza. Percorse 34 miglia.
1° luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 5.10 alle 19.17, al comando del T.V. Canezza. Percorse 49 miglia.
3 luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 5.15 alle 18.25, al comando del T.V. Canezza. Percorse 35 miglia.
5 luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 8.31 alle 15.42, al comando del T.V. Canezza. Percorse 28 miglia.
8 luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.33 alle 9, al comando del T.V. Canezza. Percorse otto miglia.
12 luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 6.24 alle 19.32, al comando del T.V. Canezza. Percorse 49 miglia.
14 luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 6.30 alle 18.21, al comando del T.V. Canezza. Percorse 40 miglia.
16 luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 8.25 alle 19.10, al comando del T.V. Canezza. Percorse 35 miglia.
18 luglio 1943
Al comando del T.V. Canezza, l’H 2 salpa da La Spezia alle 18.20 per un pattugliamento difensivo nel Golfo Ligure.
19 luglio 1943
Rientra a La Spezia alle 7, dopo aver percorso 68 miglia, al termine di una missione tranquilla.
21 luglio 1943
Salpa alle 18.10, al comando del tenente di vascello Antonio Canezza, per un altro pattugliamento difensivo nel Golfo Ligure.
22 luglio 1943
Rientra a La Spezia alle 7.30 dopo aver percorso 61 miglia. Nessun evento di rilievo.
24 luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7 alle 16.42, al comando del T.V. Canezza. Percorse 28 miglia.
27 luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.30 alle 13.05, al comando del T.V. Canezza. Percorse 31 miglia.
29 luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 8.25 alle 16, al comando del T.V. Canezza. Percorse 42 miglia.
31 luglio 1943
Uscita per esercitazione da La Spezia, dalle 7.15 alle 11.54, al comando del T.V. Canezza. Percorse 16 miglia.
12 agosto 1943
Sempre al comando del tenente di vascello Antonio Canezza, esce da La Spezia alle 18.25 per un pattugliamento idrofonico.
13 agosto 1943
Ritorna a La Spezia alle 13.30.
1° settembre 1943
Esce da La Spezia alle 6.10, al comando del T.V. Canezza, per esercitazioni antisommergibili rientrando alle 13.20 dopo aver percorso 46 miglia nautiche.
7 settembre 1943
Al comando del tenente di vascello Antonio Canezza, l’H 2 lascia La Spezia alle 16.50 per trasferirsi ad Ajaccio.
Insieme ad esso partono per la Corsica anche anche i gemelli H 1 (tenente di vascello Antonio Marracini), H 4 (tenente di vascello Enrico Beverini) e H 6 ed il sommergibile ex jugoslavo Francesco Rismondo: l’ordine è stato impartito da Supermarina nel pomeriggio, a seguito dell’avvistamento della forza navale statunitense diretta a Salerno per effettuarvi lo sbarco (Operazione «Avalanche»); dalle basi corse i sommergibili dovranno poi proseguire verso la zona di Salerno, per contrastare lo sbarco Alleato (“un’impresa disperata”, come commenterà nelle sue memorie il comandante in seconda, tenente di vascello Luciano Barca).
Per altra fonte tale trasferimento è disposto da Supermarina in vista dell’imminente annuncio dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, per spostare questi sommergibili da La Spezia e sottrarli così alla cattura da parte dei tedeschi che certamente occuperanno la base ligure.
8 settembre 1943
Alle 2.25 l’H 2 avvista un sommergibile nemico al largo di Capo Corso: si tratta probabilmente del britannico Sportsman, in pattugliamento nella zona. Non riesce però ad attaccarlo.
L’H 2 giunge ad Ajaccio alle 13.23, dopo aver percorso 160 miglia, insieme ad H 1 e H 4 (l’H 6 è stato invece inviato a Bonifacio, insieme al Rismondo).
Alla dichiarazione dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, poche ore dopo, l’H 2 si trova ancora ad Ajaccio, e così pure i due gemelli.
Dopo il proclama di Badoglio, il caposquadriglia, capitano di corvetta Francesco Pedrotti, raduna gli equipaggi dei tre "H", mantenendo la calma e la disciplina, in attesa di ordini sul da farsi.
11 settembre 1943
Alle 00.30, arrivati gli ordini, il caposquadriglia Pedrotti fa imbarcare il personale della «MariSezSom Ajaccio» sull’H 2 e sui due gemelli, poi ordina che i tre sommergibili lascino Ajaccio diretti a Portoferraio. Così avviene: mezz’ora dopo mezzanotte i tre battelli partono per Portoferraio.
Alle dieci del mattino H 2 ed H 4, in navigazione in immersione a venti metri di profondità, si urtano al largo di Capo Corso, ma nessuno dei due battelli subisce danni di rilievo.
12 settembre 1943
All’1.15, in posizione 43°03’ N e 09°46’ E, viene avvistata una motosilurante tedesca, che segnala all’H 2 di fermarsi; poi apre il fuoco con le mitragliere, mentre il sommergibile aumenta la velocità. Si tratta della S 158 (per altra fonte, della S 154), che rivendica erroneamente un colpo a segno sull’H 2. Quest’ultimo, secondo l’unità tedesca, risponde in italiano ai segnali e prosegue per la sua rotta; dopo un’ora la motosilurante rinuncia all’inseguimento e lo perde di vista.
A bordo dell’H 2, in seguito all’apertura del fuoco da parte della motosilurante, si accende una discussione tra il comandante Canezza ed il secondo, sottotenente di vascello Luciano Barca: Canezza vorrebbe immergersi, mentre Barca, che teme che col tiro delle mitragliere la motosilurante, sprovvista di siluri, miri proprio ad indurre il battello ad immergersi per poi affondarlo con le bombe di profondità, insiste per rimanere in superficie e tenta anche a più riprese di speronare l’attaccante (secondo Barca sarebbero stati proprio questi tentativi di speronamento ad indurre infine l’unità tedesca a ritirarsi). (Una versione dell’episodio afferma addirittura che Canezza avrebbe manifestato proposto di arrendersi e che Barca avrebbe guidato un “ammutinamento”, assumendo il comando al suo posto, ma sembra probabile un’esagerazione, considerato anche che Canezza mantenne il comando dell’H 2 per altri due mesi).
Alle 18.25 l’H 2 giunge a Portoferraio insieme ai gemelli, dopo aver percorso 170 miglia. Qui i tre sommergibili sbarcano il personale della MariSezSom Ajaccio e si aggregano alla flottiglia di unità sottili confluita all’Elba agli ordini degli ammiragli Amedeo Nomis di Pollone ed Aimone di Savoia-Aosta. Insieme a questa flottiglia, alle 20.10 i tre "H" ripartono diretti a Palermo, in mano agli Alleati, come da ordini ricevuti.
Luciano Barca, comandante in seconda dell’H 2 (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondo Luciano Barca) |
I tre sommergibili giungono a Palermo alle 8.13, dopo aver percorso 330 miglia.
19 settembre 1943
L’H 2, sempre al comando del tenente di vascello Canezza, lascia Palermo alle 12.55 per trasferirsi a Malta, come stabilito dalle condizioni d’armistizio. Insieme ad esso partono per Malta altri cinque sommergibili (H 1 e H 4, Filippo Corridoni, Nichelio ed Axum) e diverse navi di superficie (le torpediniere Aliseo, Animoso, Ardimentoso, Ariete, Calliope, Fortunale, Indomito ed Antonio Mosto, le corvette Ape, Cormorano, Danaide, Gabbiano, Minerva e Pellicano, il cacciasommergibili ausiliario AS 121 Regina Elena, le motosiluranti MS 35, MS 55 e MS 64, i cacciasommergibili VAS 201, VAS 204, VAS 224, VAS 233, VAS 237, VAS 240, VAS 241, VAS 246 e VAS 248).
20 settembre 1943
Arriva a Malta alle 17.50, ormeggiandosi nella baia di St. Paul, dopo 230 miglia di navigazione.
2 ottobre 1943
Sempre al comando del tenente di vascello Canezza, lascia St. Paul’s Bay alle 13 e si trasferisce nella baia di Sliema, dove entra tre ore più tardi, dopo aver percorso 25 miglia, passando con altri dieci sommergibili (Alagi, Brin, Galatea, H 1, H 4, Jalea, Menotti, Onice, Squalo, Zoea) alle "dipendenze" della nave appoggio Giuseppe Miraglia.
Viene posto a disposizione delle autorità britanniche per attività addestrativa antisommergibili.
2 novembre 1943
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 8.13 alle 11.30, al comando del tenente di vascello Canezza. Percorse 14 miglia.
9 novembre 1943
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 6.45 alle 16.26, al comando del tenente di vascello Canezza. Percorse 45 miglia.
17 novembre 1943
Il tenente di vascello Antonio Canezza lascia il comando dell’H 2, venendo sostituito dal tenente del Genio Navale Alfredo Bianco.
Al comando del tenente G.N. Alfredo Bianco, l’H 2 lascia Malta alle 16 per tornare in Italia. (Altre fonti affermano che l’H 2 sarebbe rientrato in Italia già il 13 ottobre, con un gruppo di altri sommergibili – tra cui H 1 e H 4 – ed unità sottili, ma si tratta evidentemente di un errore).
23 novembre 1943
Giunge ad Augusta a mezzogiorno, dopo aver percorso 120 miglia. Assegnato a Maristasom Augusta, viene adibito all’addestramento delle corvette italiane.
11 dicembre 1943
Assume il comando dell’H 2, al posto del tenente G.N. Bianco, il tenente di vascello Enrico Beverini (42 anni, da La Spezia).
23 dicembre 1943
Al comando del tenente di vascello Enrico Beverini, l’H 2 esce da Augusta alle 6.45 per un’esercitazione insieme alla torpediniera di scorta Animoso ed alla corvetta Minerva. Rientra in porto alle 16.09, dopo aver percorso 33 miglia.
20 aprile 1944
Uscita da Augusta per prove in mare, dalle otto alle nove del mattino, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse otto miglia.
26 aprile 1944
Altra uscita da Augusta per prove in mare, dalle 14 alle 19, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 14 miglia.
6 maggio 1944
Uscita da Augusta per esercitazione, dalle 7 alle 14.35, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 27 miglia.
9 maggio 1944
Uscita da Augusta per esercitazione, dalle 8.10 alle 16.40, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 29 miglia.
20 maggio 1944
Al comando del tenente di vascello Beverini, l’H 2 lascia Augusta alle 19.40 per trasferirsi a Malta, scortato dal dragamine britannico BYMS 2009.
Si è infatti deciso di inviare alcuni sommergibili italiani a Malta per essere impiegati in esercitazioni per la scuola di lotta antisommergibili: in totale si alternano in questo compito otto unità (H 2, H 1, Luciano Manara, Otaria, Diaspro, CB 9, CB 10 e CB 12). Gli equipaggi vengono alloggiati sul posamine in disarmo HMS Medusa, al quale i vari sommergibili si ormeggiano affiancati. L’H 2 sarà il più attivo tra i sommergibili di questo gruppo, svolgendo ben 79 esercitazioni.
21 maggio 1944
Giunge a Malta alle 11.05, dopo aver percorso 96 miglia.
29 maggio 1944
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 8.10 alle 19.54, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 48 miglia.
30 maggio 1944
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 8.55 alle 17.54, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 41,5 miglia.
31 maggio 1944
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 9.40 alle 19.10, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 46,5 miglia.
3 giugno 1944
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 8.25 alle 16.01, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 39 miglia.
8 giugno 1944
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 13.40 alle 18.36, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 40 miglia.
14 giugno 1944
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 13.40 alle 18.36, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 46 miglia.
15 giugno 1944
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 6.14 alle 14.44, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 41 miglia.
19 giugno 1944
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 7.07 alle 16.37, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 65 miglia.
23 giugno 1944
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 8.35 alle 14.38, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 41 miglia.
29 giugno 1944
Uscita da Malta per esercitazione, dalle 7.26 alle 18.06, al comando del tenente di vascello Beverini. Percorse 46 miglia.
16 luglio 1944
Al comando del tenente di vascello Beverini, l’H 2 lascia Malta alle sette del mattino per rientrare ad Augusta.
17 luglio 1944
Arriva ad Augusta alle 8.15, dopo aver percorso 109 miglia.
20 luglio 1944
Lascia Augusta alle 9.34, sempre al comando del T.V. Beverini, per trasferirsi a Taranto, a rimorchio della torpediniera Libra.
21 luglio 1944
Giunge a Taranto alle 9.50, dopo aver percorso 256 miglia.
Entra poi in Arsenale per un periodo di lavori di grande manutenzione, che si protrarranno fino a novembre. Terminati i lavori, sarà adibito all’addestramento antisommergibili a Taranto.
1° novembre 1944
Sempre al comando del tenente di vascello Enrico Beverini, l’H 2 esce da Taranto alle 6.10 per prove in mare, rientrando alle 11.03 dopo aver percorso 20 miglia.
8 novembre 1944
Altra uscita da Taranto per collaudi, dalle 11.50 alle 16, al comando del T.V. Beverini; percorse 26 miglia.
10 novembre 1944
Uscita da Taranto al comando del tenente di vascello Beverini, dalle 8.20 alle 12.15, per prove della girobussola. Percorse due miglia.
17 novembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 7.35 alle 17.12, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 35 miglia.
20 novembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 8.06 alle 17, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 32 miglia.
30 novembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.15 alle 12.02, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 21 miglia.
5 dicembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.49 alle 12.45, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 24 miglia.
9 dicembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.30 alle 12.45, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 26 miglia.
12 dicembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.45 alle 14.25, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 26 miglia.
14 dicembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.40 alle 14.35, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 24 miglia.
16 dicembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.45 alle 12.10, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 21 miglia.
19 dicembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.45 a mezzogiorno, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 24 miglia.
20 dicembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.10 alle 16.20, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 53 miglia.
28 dicembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione, dalle 6.30 alle 14.42, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 28 miglia.
Successivamente trasferito a Napoli, dove viene sempre adibito all’addestramento antisommergibili.
2 gennaio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 6.45 alle 13.30, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 27,1 miglia.
4 gennaio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 6.35 alle 14.20, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 29 miglia.
9 gennaio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 6.45 alle 14.15, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 30,3 miglia.
16 gennaio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 6.40 alle 14.15, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 31,1 miglia.
18 gennaio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 6.40 alle 14.10, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 29,2 miglia.
23 gennaio 1945
Sempre al comando del tenente di vascello Enrico Beverini, l’H 2 lascia Napoli alle sette del mattino per trasferirsi a Messina.
24 gennaio 1945
Arriva a Messina alle 16.06, dopo aver percorso 287,1 miglia.
25 gennaio 1945
Sempre al comando del tenente di vascello Enrico Beverini, l’H 2 lascia Messina alle dieci del mattino per fare ritorno a Napoli.
26 gennaio 1945
Arriva a Napoli alle nove del mattino, dopo aver percorso 191,4 miglia.
11 febbraio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 7.45 alle 13.10, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 20,6 miglia.
17 febbraio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 7.30 alle 13.20, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 23,7 miglia.
20 febbraio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 7.30 alle 13.25, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 27,2 miglia.
24 febbraio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 7.20 alle 17, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 34,8 miglia.
1° marzo 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 7.58 alle 17.30, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 37,3 miglia.
6 marzo 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 7.30 alle 14.25, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 28,8 miglia.
8 marzo 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 12.10 alle 16, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 18,3 miglia.
13 marzo 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 8 alle 15.25, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 34,7 miglia.
31 marzo 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 11.23 alle 16.05, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 22,8 miglia.
5 aprile 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 10.30 alle 15.30, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 23,4 miglia.
6 aprile 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 9.15 alle 14.35, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 21,9 miglia.
9 aprile 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 8.15 alle 14.50, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 25,9 miglia.
14 aprile 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 7.30 alle 20.15, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 53,5 miglia.
15 aprile 1945
Uscita da Napoli per esercitazione insieme al sommergibile Otaria, dalle 9.09 alle 13.15, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 19,1 miglia.
17-18 aprile 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 12.20 del 17 alle 3.10 del 18, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 57,2 miglia.
21 aprile 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 12.55 alle 17.08, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 20,9 miglia.
23 aprile 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 9.25 alle 18.10, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 43 miglia.
30 aprile 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 12.18 alle 16.10, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 18,2 miglia.
1° maggio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 7.15 alle 18.55, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 49,5 miglia.
4 maggio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 12.30 alle 16.45, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 20,7 miglia.
5 maggio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 7.15 alle 16.45, sempre al comando del T.V. Beverini. Percorse 41,1 miglia.
11 maggio 1945
Assume il comando dell’H 2, al posto del tenente di vascello Beverini, il parigrado Alberto Volterri (37 anni, da Roma), che lo manterrà fino ad agosto.
12 maggio 1945
L’H 2 (tenente di vascello Alberto Volterri) esce da Napoli per esercitazione alle 9.30, facendovi ritorno alle 18.45 dopo aver percorso 46,4 miglia.
23 maggio 1945
Altra uscita da Napoli per esercitazione, dalle 9.30 alle 17.05, al comando del tenente di vascello Alberto Volterri; l’H 2 percorre 41,7 miglia nautiche.
26 maggio 1945
Altra uscita da Napoli per esercitazione, dalle 8.35 alle 15.30, al comando del tenente di vascello Volterri; l’H 2 percorre 23,8 miglia nautiche
30 maggio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 7.10 alle 17.45, sempre al comando del tenente di vascello Volterri. Percorse 49,4 miglia.
9 giugno 1945
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 8.20 alle 15.45, sempre al comando del tenente di vascello Volterri. Percorse 25,3 miglia.
16 giugno 1945
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 7 alle 19.10, sempre al comando del tenente di vascello Volterri. Percorse 57,2 miglia.
27 giugno 1945
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 14.15 alle 17.45, sempre al comando del tenente di vascello Volterri. Percorse 18,1 miglia.
1° luglio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 2.10 alle 11.45, sempre al comando del tenente di vascello Volterri. Percorse 57,7 miglia.
5 luglio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 2.10 alle 12.50, sempre al comando del tenente di vascello Volterri. Percorse 60,8 miglia.
10 luglio 1945
Uscita da Napoli per esercitazione dall’una di notte alle 13.15, sempre al comando del tenente di vascello Volterri. Percorse 61,9 miglia.
Ottobre 1945
Passato in disponibilità.
Novembre 1945
Posto in riserva.
Marzo 1946
Posto in disarmo a Taranto.
L’H 2 (quarto da sinistra) in disarmo a Taranto nel 1947, insieme ad Onice, Jalea e Diaspro (g.c. Giorgio Parodi, via www.naviearmatori.net) |
Radiato dai quadri del naviglio militare (altra fonte indica la radiazione come avvenuta il 23 marzo 1947).
1949
Demolito in conformità con le disposizioni del trattato di pace di Parigi, che lo ha incluso nella “lista di unità in soprannumero” della Marina italiana, che dovranno essere demolite.
I sommergibili classe H su Betasom
L’H 2 ed i gemelli su U-Historia
I sommergibili classe H su Grupsom
I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre 1945
Luciano Barca
L’incidente del 1928 su La Voce del Marinaio
L’incendio sull’H 2
L’eroica morte del 2° Capo Torpediniere Francesco Paolo Di Somma sul sommergibile H 2
Rapidi e invisibili. Storie di sommergibili
“Affondate le navi: 9 settembre 1943, la scelta del comandante Roni salva il porto di Savona”
Luciano Barca
L’incidente del 1928 su La Voce del Marinaio
L’incendio sull’H 2
L’eroica morte del 2° Capo Torpediniere Francesco Paolo Di Somma sul sommergibile H 2
Rapidi e invisibili. Storie di sommergibili
“Affondate le navi: 9 settembre 1943, la scelta del comandante Roni salva il porto di Savona”