Il Lariano in navigazione verso Cadenabbia (da “Sulla scia del vapùr” di Massimo Gozzi, via www.digilander.libero.it/lariana) |
Piroscafo mezzo salone a ruote del dislocamento di 227 tonnellate, lungo 53,86 metri e largo 11,14, con capienza di 650 passeggeri (per altra fonte 700) e velocità massima di 31 km/h. Di proprietà della Società Lariana di Navigazione a Vapore; in servizio sul lago di Como.
Breve e parziale cronologia.
1872
Costruito dai cantieri Escher & Wyss di Zurigo per la Società Lariana di Navigazione a Vapore ed assemblato presso il cantiere di Campo Garibaldi (Como) della "Lariana". Ha un gemello, il Volta, insieme al quale è adibito alle corse dirette da Como verso il centro ed alto lago.
È propulso da una macchina a vapore a bassa pressione verticale oscillante di 400 CV, alimentata a carbone, su due ruote a pale laterali.
Al completamento il Lariano è l’ammiraglia della flotta della Società Lariana (di cui è il battello più grande, insieme al Volta), e ne rimarrà, di fatto, la nave simbolo anche quando verranno costruiti piroscafi di maggiori dimensioni.
Il Lariano giunge a Menaggio accolto da barche festanti, nei primi giorni di servizio (da “A tutto vapore” di Enzo Pifferi, via www.digilander.libero.it/lariana e PoliMi Como)
1874
La società Lariana si fonde con la concorrente Società Italiana per la Navigazione a Vapore sui Laghi, dando vita alle Società Riunite per la Navigazione a Vapore sul Lago di Como.
Lariano e Volta a Cadenabbia nei primi anni di servizio (da “La navigazione sui laghi italiani – Lago di Como” di Francesco Ogliari, via www.navicomo.blogspot.com) |
1884
Le Società Riunite cambiano ragione sociale in "Lariana" Società Anonima in Como per la Navigazione a Vapore nel Lago di Como.
Il Lariano, nella sua foto originale, a Bellagio nel 1890 circa (Coll. privata Elio Musso, via www.memorieinfoto.it) |
1888
Sottoposto a lavori di radicale rimodernamento: le originarie sovrastrutture in legno vengono smantellate e sostituite da nuove e più grandi sovrastrutture in metallo; la nave viene provvista di illuminazione elettrica e di un impianto di riscaldamento con caloriferi, e vengono completamente rifatti gli allestimenti interni (particolarmente lussuoso il nuovo salone di prima classe, con divani e poltrone in velluto verde scuro). Anche la macchina a vapore viene sostituita con una più potente, a 6 atmosfere (una delle primissime del tipo), della potenza di 450 CV.
Del vecchio Lariano rimane, di fatto, soltanto lo scafo; il nuovo apparato motore gli permette di raggiungere una velocità media di 27 km/h (a 43 giri al minuto) ed una massima di 31 km/h (a 48 giri al minuto), facendone il piroscafo più veloce del lago (la sua velocità media è superiore persino alla velocità massima delle moderne motonavi oggi in servizio sul Lago di Como, fatta ovviamente eccezione per aliscafi e catamarani), il che insieme alla sua linea elegante e slanciata gli vale il soprannome di “Levriero del Lario”.
Per la sua tendenza a rollare vistosamente era però soprannominato dai laghèe, in modo molto meno lusinghiero, anche “Stravacùn”, termine dialettale che definisce, per usare la definizione di Pietro Monti nel suo Vocabolario dei dialetti della città e diocesi di Como, “Chi facilmente ribalta”.
Il Lariano a Como nel 1895 (da www.navicomo.blogspot.com) |
Il Lariano a Colico (da www.navicomo.blogspot.com) |
Inverno 1898
Navigando nella fitta nebbia, il Lariano s’incaglia presso Cernobbio: la prua s’infila nella terra a tal punto da permettere ai passeggeri di scendere direttamente sulla vicina strada. Viene poi disincagliato dal piroscafo Como e rimorchiato in cantiere per le riparazioni; il direttore della “Lariana”, Ernesto Canobbio, ha supervisionato personalmente le operazioni di disincaglio, precipitandosi sul piroscafo prediletto non appena ha avuto notizia dell’incaglio e giungendo a dormirvi a bordo pur di non lasciarlo fino a che non è al sicuro in cantiere.
Il Lariano in uscita da Como, visto dai colli di Brunate: dietro di esso sono visibili il Volta, il piroscafo Unione e la poppa del piroscafo Como (da www.navicomo.blogspot.it) |
28 luglio 1905
Durante la notte il Lariano salpa da Como diretto a Bellano, dove il piroscafo Milano si è incagliato alle sei della sera precedente durante la navigazione da Como a Colico; grazie alla potenza delle sue macchine, il Lariano riesce a disincagliare il Milano in appena mezz’ora.
Il Lariano a Como (da www.navicomo.blogspot.com) |
c. 1918/1919
Nel primo dopoguerra il Lariano entra in cantiere a Tavernola per essere sottoposto a nuovi lavori di rimodernamento, che tuttavia non prendono il via a causa degli scioperi del personale della “Lariana” nel quadro del “Biennio Rosso”. Per qualche anno il Lariano langue in cantiere, privo delle caldaie.
Il Lariano, in secondo piano, ormeggiato senza fumaiolo in diga a Como. In primo piano il gemello Volta (da www.navicomo.blogspot.com) |
Agosto 1925
I lavori di rimodernamento vengono finalmente completati: le sovrastrutture sono state completamente ricostruite, le caldaie sostituite, gli interni interamente rifatti. Vengono altresì introdotte nuove attrezzature di sicurezza, compresi un faro antinebbia di notevole potenza, nuovi salvagente ed un lettino ripiegabile in timoniera per i malori.
Il Lariano in uscita da Como dopo i lavori di rimodernamento; sulla sinistra la prua della motonave Balilla (da www.navicomo.blogspot.com) |
12 agosto 1925
Al comando del capitano Manfredo Stoppani, il Lariano lascia il cantiere di Tavernola per le prove di macchina, con a bordo un ristretto gruppo di giornalisti ed autorità. Le macchine si accendono subito senza problemi, ed il Lariano raggiunge Colico in un’ora e 50 minuti; vi sosta brevemente e poi riparte per Como effettuando lungo il tragitto le prove di velocità, con risultati estremamente soddisfacenti. Rientra a Como verso le 19.30, pavesato a festa, sotto gli sguardi ammirati di una folta folla radunatasi sul lungolago.
Una serie di immagini del Lariano nel periodo interbellico:
Ormeggiato a Como in Piazza Cavour tra i piroscafi Adda (a destra) e Lombardia (a sinistra); dietro il Como ed altri piroscafi minori (da www.como.polimi.it) |
In uscita a marcia indietro dal porto di Como; sulla sinistra il piroscafo Como (da www.navicomo.blogspot.com) |
In arrivo a Varenna (a sinistra) al cui pontile è ormeggiato il piroscafo Bisbino (da www.navicomo.blogspot.com) |
Al pontile di Bellano, tra i piroscafi Plinio e Bisbino (da www.navicomo.blogspot.com) |
A Como nel 1926 circa; sullo sfondo i piroscafi Elvezia, Cadenabbia e Brunate (da sinistra a destra) ormeggiati alla diga, ed una barca da lavoro (da www.navicomo.blogspot.com) |
A Como; sulla destra è visibile il piroscafo Commercio (da www.navicomo.blogspot.com) |
A Como; in primo piano, sulla destra, la poppa del Commercio (da www.navicomo.blogspot.com) |
A Varenna (da www.navicomo.blogspot.com) |
A Como, insieme al piccolo piroscafo Brunate (da www.navicomo.blogspot.com) |
In navigazione, insieme al Como (Politecnico di Milano) |
In entrata a Como (da www.navicomo.blogspot.com) |
Ancora in entrata a Como, sulla destra è visibile il piroscafo Baradello (da www.navicomo.blogspot.com) |
In arrivo a Cernobbio (da www.navicomo.blogspot.com) |
In arrivo a Como (da www.navicomo.blogspot.com)
In arrivo a Dongo (da www.navicomo.blogspot.com) |
In arrivo a Moltrasio (da www.navicomo.blogspot.com) |
In centro lago (da www.navicomo.blogspot.com) |
In partenza da Cadenabbia (da www.navicomo.blogspot.com) |
In partenza da Como (da www.navicomo.blogspot.com) |
In uscita da Como negli anni Trenta (da www.navicomo.blogspot.com) |
1944
Dopo l’armistizio il Lariano viene impiegato, fino a novembre 1944, nel trasporto di truppe tedesche e della RSI nel centro ed alto lago. Sorprendentemente, non viene mai attaccato dagli aerei angloamericani.
(Coll. Achille Rastelli) |
Fine di un levriero
Nella fase conclusiva della seconda guerra mondiale anche il Lario conobbe la minaccia dei cacciabombardieri angloamericani in caccia libera contro «targets of opportunity», bersagli da scegliersi a discrezione dei piloti tra quelli potenzialmente impiegabili dalle forze tedesche per i loro spostamenti. Scopo di queste missioni era paralizzare i movimenti della Wehrmacht nel Nord Italia, colpendo tutto quello che avrebbero potuto impiegare per i loro movimenti: vale a dire, nella pratica, qualsiasi mezzo di trasporto, dal treno all’automobile. Battelli compresi.
Il Lariano scampò indenne ai primi attacchi aerei, che provocarono l’affondamento del piroscafo Baradello e il danneggiamento di diversi altri battelli, ma nel febbraio 1945 (per altra fonte ad inizio marzo) la “Lariana” prese una decisione che appare ancor oggi inspiegabile: fece arenare il Lariano, il Volta ed il più grande piroscafo salone Lombardia sulla spiaggia La Punta, nel Pian di Spagna (tra Sorico e Gera Lario, alla foce del fiume Mera), di prua ed affiancati bordo contro bordo (per altra versione i tre piroscafi non furono fatti arenare, ma posti alla fonda).
I tre battelli erano stati mimetizzati, ma le loro grosse dimensioni, il fatto che fossero ormeggiati fianco a fianco, ed il loro contrasto con il colore della pianura verde a proravia e quello dell’acqua azzurra del lago e della spiaggia giallastra a poppa, rendevano comunque impossibile non vederli: messi lì così, erano un vero e proprio invito per i piloti angloamericani. Lo storico della R.S.I. Pieramedeo Baldrati, diciottenne all’epoca dei fatti, avrebbe in seguito adombrato la possibilità che i piroscafi fossero stati usati come esca, ma se Lombardia e Volta erano già stati danneggiati da precedenti attacchi aerei (rimanendo però in grado di muovere con le proprie macchine), non troverebbe spiegazione plausibile la scelta di sacrificare il Lariano, fiore all’occhiello della flotta e fino a quel momento perfettamente indenne, come rilevato dallo stesso Baldrati. Del resto, nel successivo attacco gli aerei Alleati non subirono alcuna perdita: non si capisce quindi, se i battelli fossero stati l’esca, dove sarebbe stata la trappola. Poco lontano si trovava il Forte Montecchio Nord di Colico, il cui armamento contraereo si sarebbe però rivelato quanto mai inefficace.
Il 14 marzo 1945, a metà mattina, una squadriglia di sei cacciabombardieri statunitensi – tenendosi fuori del tiro delle mitragliere del vicino forte di Montecchio Nord – attaccò i tre piroscafi immobilizzati ed indifesi. Dopo reiterati passaggi di mitragliamento, Lariano, Volta e Lombardia furono trasformati in altrettanti roghi. I pompieri volontari di Menaggio e Gravedona e numerosi soldati della RSI accorsero rapidamente sul posto, al pari – nonostante il coprifuoco – di numerosi abitanti del luogo, ma i tentativi di domare le fiamme non servirono a niente: i tre battelli bruciarono furiosamente per tutto il giorno e tutta la notte successiva (per altra fonte, per ben tre giorni). A causa dei fori aperti negli scafi dai colpi di mitragliatrice, affondarono tutti e tre sul bassofondale sabbioso.
Quando le fiamme si spensero, del “Levriero del Lario” non restava che un relitto carbonizzato. Dato che a bordo non c’era nessuno al momento dell’attacco, non si lamentarono vittime. Non risultano esistere immagini dell’attacco o dei relitti, in quanto fu subito decretato il divieto di avvicinarsi, che rimase in vigore fino alla rimozione dei relitti due anni dopo.
I relitti dei tre piroscafi languirono a La Punta per oltre due anni, in stato di sequestro da parte dell’autorità di occupazione; nel maggio 1947 furono rimorchiati a Tavernola, dove Volta e Lombardia furono subito demoliti, mentre per il glorioso Lariano si covò ancora qualche speranza di recupero: ma i danni erano troppo gravi, e la “Lariana”, duramente provata dalla guerra, non era in grado di sostenere i costi esorbitanti necessari a ridare vita a quello scafo devastato. Il relitto del Lariano venne tristemente avviato alla demolizione nel 1950.
Il Lariano sulla "Pagina non ufficiale della Navigazione Lago di Como"
Acta della Fondazione R.S.I. del settembre 2012, con articolo sull'affondamento del Lariano