Sommergibile
costiero della classe H (dislocamento di 360 tonnellate in superficie
e 474 in immersione). Combatté in entrambe le guerre mondiali: nella
prima effettuò 17 missioni offensivo/esplorative nel Basso
Adriatico, mentre nella seconda operò in Mar Ligure effettuando 36
missioni esplorative e undici di trasferimento, per un totale di 6411
miglia di navigazione in superficie e 1355 in immersione, e tredici
uscite per gli allievi della Scuola Idrofonisti di La Spezia, per un
totale di 529 miglia di navigazione; trascorse 111 giorni ai lavori.
Nel periodo interbellico partecipò a manovre e crociere
addestrative.
Breve
e parziale cronologia.
16
maggio o 12 agosto 1916
Impostazione
nei cantieri Canadian Vickers di Montreal, succursale canadese della
compagnia statunitense Electric Boat Company creata per aggirare il
divieto per i cantieri di Paesi neutrali – come gli Stati Uniti –
di costruire sommergibili per nazioni belligeranti.
L’affare
dei “subterfuge
submarines”, la
costruzione dei sommergibili classe H per le potenze belligeranti
dell’Intesa da parte degli ancora neutrali Stati Uniti, ha avuto
inizio nell’ottobre 1914, quando Charles Michael Schwab, presidente
del consiglio d’amministrazione della Bethlehem Steel Corporation
(avente sede nell’omonima città della Pennsylvania), si è recato
nel Regno Unito per proporre al governo britannico forniture di armi
e munizioni prodotte dalla sua società. Incontrato a Londra, il 3
novembre 1914, l’ammiraglio John Fisher, primo lord del mare (cioè
capo di Stato Maggiore della Royal Navy), Schwab ha stretto un
accordo per la fornitura alla Marina britannica di venti sommergibili
tipo Holland 602 costruiti dalla Bethlehem Steel ad un prezzo doppio
rispetto a quello di mercato (500.000 dollari cadauno) in cambio di
rapidi tempi di consegna (cinque mesi e mezzo per i primi quattro
battelli, otto per i successivi sei, e dieci per gli ultimi dieci).
Per aggirare i divieti sulla costruzione di navi da guerra per un
Paese belligerante da parte di un Paese neutrale, l’accordo
prevedeva che i sommergibili venissero inviati smontati attraverso
l’Atlantico, per poi essere assemblati in cantieri britannici (ma
sotto la supervisione di personale della Bethlehem Steel).
Sebbene
Schwab abbia ottenuto l’assenso preliminare del Dipartimento di
Stato per l’operazione, quando il presidente statunitense Woodrow
Wilson ed il suo segretario di Stato William Jennings Bryan sono
venuti a sapere dei dettagli dell’accordo vi si sono fermamente
opposti, vietando alla Bethlehem Steel di produrre sommergibili per
la Gran Bretagna (più precisamente, il Dipartimento di Stato ha
stabilito che gli scafi non devono essere costruiti negli Stati
Uniti, che i lavori non devono andare oltre le fasi preliminari, e
che il materiale esportato debba richiedere ulteriori lavorazioni).
Schwab, però, non intendeva rinunciare al lucroso affare, ed ha
presto escogitato un modo per aggirare il divieto: far costruire i
sommergibili nel confinante (e belligerante) Canada, nei cantieri
Canadian Vickers di Montreal. Tornato nel Regno Unito nel dicembre
1914, ha rinegoziato i termini dell’accordo per la costruzione dei
sommergibili, dimezzando il loro numero ed aumentando il prezzo
unitario (600.000 dollari) in ragione delle maggiori spese derivanti
dal trasferimento della costruzione in Canada; ha inoltre ottenuto
che il governo britannico si faccia carico delle spese di affitto dei
cantieri Canadian Vickes e delle tasse pagate per l’esportazione
dagli Stati Uniti in Canada delle parti utilizzate per costruire i
sommergibili. Nel gennaio 1915, passati i cantieri Canadian Vickers
sotto il controllo dell’Ammiragliato britannico e giunti sul posto
gli specialisti della Bethlehem Steel, ha avuto inizio la costruzione
del primo sommergibile.
Questa
operazione ha alimentato proteste, negli Stati Uniti, per il palese
aggiramento delle regole sulla neutralità, e destato malumori anche
in Canada, le cui autorità non sono state messe al corrente del
piano (ed hanno ricevuto il rifiuto dell’Ammiragliato britannico
alla loro richiesta di assegnare due dei dieci sommergibili alla
Marina canadese per la difesa delle proprie coste); ma ciò non ha
impedito la sua realizzazione, né la ripetizione di questo sistema
per i sommergibili ordinati dall’Italia e dalla Russia.
In
tutto, saranno ben 71 i sommergibili tipo Holland 602 costruiti
durante il conflitto per ben sei Marine diverse: 35 per quella
britannica, undici per quella russa, nove per quella statunitense,
otto per quella italiana, sei per quella cilena, due per quella
canadese.
|
Un sommergibile classe H appena varato a Montreal (da “Gli squali dell’Adriatico. Monfalcone ed i suoi sommergibili nella storia navale italiana” di Alessandro Turrini, Vittorelli Edizioni, 1999, via www.betasom.it) |
17 o 24
aprile 1917
Varo nei
cantieri Canadian Vickers di Montreal.
15
maggio 1917
Entrata
in servizio. (Altra fonte fa invece coincidere l’entrata in
servizio con la data del varo, il 24 aprile 1917, il che sembra però
piuttosto strano).
Il
trasferimento degli "H", suddivisi in tre gruppi (l’H
4 farà parte del secondo,
con H 2
e H 5),
avverrà con l’accompagnamento di navi mercantili fino a
Gibilterra, dove navi militari italiane assumeranno la loro scorta
fino all’arrivo in Italia. È previsto uno scalo tecnico alle
Bermuda per fare rifornimento.
L’H
4 (secondo
da sinistra) con H
6,
H
5
e H
3 (da
sinistra a destra) nei cantieri Canadian Vickers di Montreal, 30
maggio 1917 (sopra: Warship International; sotto: da “L’arma
subacquea italiana dalle origini alla prima guerra mondiale” di
Alessandro Turrini, via www.betasom.it)
Agosto
1917
Completati i
collaudi a Montreal e l’addestramento iniziale ad Halifax, l’H
4 lascia Halifax al comando
del tenente di vascello Pietro Tacchini per raggiungere l’Italia,
insieme a H 3
e H 5.
I tre sommergibili attraversano l’Atlantico scortati da navi
mercantili, per poi proseguire dopo Gibilterra con la scorta di unità
militari, arrivando a Cagliari a fine agosto (per altra fonte, il 1°
agosto).
Ottobre
1917
Trasferito a
Brindisi, dove entra a far parte della I Squadriglia Sommergibili H
(facente parte della Flottiglia sommergibili della Squadra Navale),
avente base in tale porto alle dipendenze del comando in capo delle
forze navali riunite, che compone insieme ai gemelli H
1, H
2 e H
3.
A
partire dal novembre 1917 inizia a svolgere missioni
offensive/esplorative nel Basso Adriatico; ne compirà in tutto 17,
senza cogliere successi.
|
H 4, H 1, H 2, il sommergibile Galileo Ferraris, un sommergibile classe Glauco ed un sommergibile classe F ormeggiati nella darsena principale dell’Arsenale di Venezia, estate 1917 (g.c. STORIA militare) |
15
aprile 1918
L’H
4 salpa in serata da
Brindisi insieme al gemello H
5 ed al sommergibile
britannico HB
1,
anch’esso appartenente al tipo "H", per un agguato al
largo di Cattaro. Due giorni dopo, l’HB
1
silurerà ed affonderà l’H
5 con la perdita della
maggior parte dell’equipaggio, avendolo scambiato per un
sommergibile nemico.
20
luglio 1918
Il
sottocapo torpediniere Alessandro Caramelli, 25 anni, da Granaglione,
ed il torpediniere Stefano Sorlini, 21 anni, da Brescia, perdono la
vita in un grave incidente a bordo dell’H
4, ormeggiato a Brindisi.
Entrambi saranno decorati, alla memoria, con la Medaglia d’Argento
al Valor Militare; Caramelli con motivazione "Da
tre anni su sommergibili, compiva numerose missioni di guerra
dimostrando coraggio, perizia, tenacia ed elevato sentimento del
dovere. Ferito a morte per grave incidente avvenuto a bordo durante
una missione di guerra, sopportava con forte animo le gravi
sofferenze e spirava dando mirabile esempio di serenità e fermezza",
Sorlini con motivazione "Dopo
lungo servizio di guerra disimpegnato con slancio ed abilità, ferito
a morte per grave incidente avvenuto a bordo, sopportava con forte
animo gravi sofferenze e spirava dando mirabile esempio di serenità
e fermezza".
1918/1919
Finita
la guerra, passa alle dipendenze dell’Ispettorato Siluranti, con
sede a Taranto.
1920
Imbarca
un cannone da 76/30 mm Armstrong 1914.
Settembre
1923
L’H
4 partecipa
all’occupazione di Corfù in seguito ad una crisi tra Italia e
Grecia innescata dall’assassinio – avvenuto ad opera di ignoti il
27 agosto, sulla strada tra Giannina e Santi Quaranta – del
generale Enrico Tellini e di altri membri di una delegazione italiana
(maggiore Luigi Corti, tenente Mario Bonacini, autista Remigio
Farnetti, interprete albanese Thanas Gheziri) che avrebbe dovuto
definire i confini tra Grecia ed Albania per conto della Società
delle Nazioni, così risolvendo la disputa confinaria in atto tra i
due Paesi balcanici. I giornali italiani ed il governo albanese hanno
attribuito le responsabilità dell’eccidio alla Grecia, considerate
le pessime relazioni esistenti tra la delegazione italiana e le
autorità greche, che tramite un delegato avevano apertamente
accusato il generale Tellini di parzialità in favore dell’Albania;
il governo greco e l’ambasciatore romeno a Giannina hanno invece
imputato la strage a banditi albanesi, ma nessun oggetto è stato
rubato dalle vittime o dall’automobile su cui viaggiavano (secondo
lo storico greco Aristotle Kallis, vi sarebbero indizi sufficienti da
far ritenere che la strage sia stata compiuta da provocatori albanesi
che avrebbero attraversato il confine allo scopo di far incolpare la
Grecia). L’opinione pubblica italiana è schierata contro la
Grecia, tanto che scoppiano manifestazioni antigreche; i giornali
ellenici condannano l’eccidio di Giannina e si esprimono
amichevolmente nei confronti dell’Italia, auspicando che il governo
greco soddisfi quello italiano senza travalicare i confini dettati
dall’orgoglio nazionale greco.
A capo del governo italiano è
Benito Mussolini, in carica da pochi mesi e desideroso di “mostrare
i muscoli” in campo internazionale: l’occasione è per lui
perfetta sia per dare una dimostrazione di forza che aumenti il suo
prestigio presso i nazionalisti italiani (presentandosi come il
vendicatore della “vittoria mutilata”) e che rafforzi la
posizione dell’Italia come potenza militare in campo
internazionale, in grado di ottenere ciò che vuole con la forza,
sia, se possibile, per impadronirsi stabilmente di Corfù, il cui
possesso faciliterebbe il controllo da parte italiana del Basso
Adriatico e del Mar Ionio (e che Mussolini vede come “più
italiana che greca” per
via della plurisecolare dominazione veneziana). Mussolini, pertanto,
accusa la Grecia di responsabilità dell’eccidio ed il 29 agosto
impone un durissimo ultimatum al governo greco: questi ha
ventiquattr’ore per porgere scuse solenni all’Italia (tramite la
sua legazione di Atene) ed avviare un’inchiesta, con la
collaborazione dell’addetto militare italiano in Grecia (colonnello
Perone), che porti entro cinque giorni all’arresto e condanna a
morte dei responsabili della strage; inoltre tutti i componenti del
governo ellenico dovranno presenziare ai funerali delle vittime, che
si dovranno tenere in forma solenne nella cattedrale cattolica di
Atene, dovranno essere tributati gli onori militari agli uccisi, la
flotta greca dovrà tributare gli onori alla bandiera di una squadra
navale italiana che sarà appositamente inviata al Pireo, e la Grecia
dovrà pagare all’Italia cinquanta milioni di lire a titolo di
risarcimento entro cinque giorni. In caso contrario, l’Italia
invaderà ed occuperà per ritorsione Corfù.
Il corpo di
spedizione destinato a conquistare l’isola è composto dal 48°
Reggimento Fanteria "Ferrara", da una batteria di 8 cannoni
da 75 mm, da una brigata di fanteria di 5000 uomini, da reparti del
reggimento di fanteria di Marina "San Marco" e dalle
compagnie da sbarco delle navi, il tutto al comando dell’ammiraglio
Emilio Solari. Le truppe saranno sbarcate sulla costa settentrionale
e su quella meridionale dell’isola.
Il 30 agosto il governo
greco risponde all’ultimatum, accettando soltanto in parte le
richieste italiane, che vengono fortemente ridimensionate: il
comandante militare del Pireo esprimerà il cordoglio del governo
greco per l’accaduto al locale ministro italiano, sarà tenuto un
servizio religioso di commemorazione delle vittime alla presenza di
membri del governo greco, un distaccamento della Guardia di Palazzo
greca renderà gli onori alla bandiera italiana presso la sede della
legazione d’Italia, e reparti militare greci renderanno onori ai
feretri delle vittime quando questi saranno trasbordati su una nave
da guerra italiana per essere riportati in patria. Viene inoltre
offerta disponibilità a pagare un giusto indennizzo ai familiari
delle vittime, mentre viene opposto un rifiuto alla conduzione di
un’inchiesta in presenza dell’addetto militare italiano, dal
quale però verrebbe accettata qualsiasi informazione che potesse
agevolare l’individuazione degli assassini. Le altre richieste
vengono respinte in quanto lederebbero l’onore e la sovranità
della Grecia.
Mussolini ed il governo italiano dichiarano
insoddisfacente ed inaccettabile la controproposta greca, con
l’appoggio della stampa, che insiste affinché la Grecia ceda
pienamente alle richieste italiane. Non avendo il governo greco
ottemperato alle condizioni, l’operazione contro Corfù prende il
via.
La flotta italiana si presenta davanti a Corfù il 31
agosto: alle due del pomeriggio l’isola viene sorvolata da aerei
italiani, e poco dopo entra in porto il cacciatorpediniere Premuda,
seguito poco più tardi dal resto della squadra. La corazzata Conte
di
Cavour manda
a terra, con la propria motolancia, il capitano di vascello Antonio
Foschini, capo di Stato Maggiore dell’ammiraglio Solari, con un
ultimatum al governatore greco di Corfù: in esso si impone l’ammaino
della bandiera greca da sostituire con quella italiana, la cessazione
di tutte le comunicazioni, la resa e disarmo di truppe e gendarmeria
ed il controllo di tutte le attività da parte dell’Italia. Il
governatore telefona ad Atene per avere istruzioni, e gli viene
risposto “Niente resa, in
nessun caso”; comunica
tale risposta al comandante Foschini, che gli consegna allora un
documento in cui si impone, irrealisticamente, di evacuare entro
trenta minuti i civili stranieri, radunandoli in una località aperta
e lontana da installazioni militari.
Alle 16 del 31 agosto le
unità italiane iniziano il tiro con i pezzi di piccolo calibro,
protraendolo sino alle 16.15, sulle caserme e sulle due fortezze di
Corfù (Vecchia e Nuova) che tuttavia non sono in mano a truppe
greche, bensì occupate da profughi provenienti dall’Anatolia,
sedici dei quali rimangono uccisi, ed altri 32 feriti, in gran parte
a causa di un colpo da 152 mm (forse sparato dal Premuda)
che va al di là del forte e colpisce un edificio non visibile dal
mare, nel quale sono radunati dei profughi. Anche la locale scuola di
polizia viene cannoneggiata.
Dopo, a seconda delle fonti, sette
minuti od un quarto d’ora di fuoco, il bombardamento viene
interrotto quando un infermiere issa sul forte un lenzuolo bianco
sull’asta di una bandiera. Viene dato inizio allo sbarco del corpo
di spedizione italiano (trasportato dai piroscafi Duca
d’Aosta e Città
di Messina e
composto da alcune migliaia di uomini); il prefetto Petros Evripaios
ed altri ufficiali e funzionari ellenici vengono arrestati ed
imprigionati a bordo delle navi italiane. Nel giro di pochi giorni le
truppe italiane occupano Corfù e la maggior parte delle navi fa
ritorno a Taranto, lasciando a Corfù un incrociatore corazzato,
cinque cacciatorpediniere e qualche sommergibile e MAS sotto il
comando del contrammiraglio Aurelio Belleni, mentre il 2 settembre
1923 l’ammiraglio Diego Simonetti viene nominato governatore di
Corfù.
Dopo
l’occupazione di Corfù, l’H
4 rimane per dieci giorni
nell’isola, a disposizione del governatore.
Il bombardamento
dell’isola, e specialmente le vittime civili da esso causate,
provocheranno rimostranze in campo internazionale da parte del
presidente del Save the Children Fund (in quanto tra le vittime vi
sono anche diversi bambini), del Near East Relief e della Società
delle Nazioni, che definiranno il bombardamento di Corfù come un
atto disumano, inutile ed ingiustificabile, “un
assassinio ufficiale da parte di una nazione civilizzata”.
In
Grecia, il governo decreta la legge marziale e ritira la flotta nel
golfo di Volo, onde evitare contatti con la flotta italiana. Nella
cattedrale di Atene viene tenuta una messa solenne in ricordo delle
vittime del bombardamento di Corfù, e le campane di tutte le chiese
suonano a lutto; sempre in segno di lutto, vengono chiusi tutti i
luoghi di divertimento, mentre nelle piazze scoppiano proteste
antiitaliane, tanto che un distaccamento di trenta militari greci
dev’essere inviato a proteggere la sede della Legazione d’Italia
ad Atene. I giornali greci condannano l’attacco italiano a Corfù,
ed il quotidiano “Eleftheros Typos” si esprime pesantemente nei
confronti degli italiani, tanto che a seguito delle proteste del
Ministro d’Italia il governo ellenico ne sospende per un giorno la
pubblicazione e destituisce il censore che ha permesso la
pubblicazione dell’articolo incriminato.
Anche in Italia
scoppiano nuove dimostrazioni antigreche, mentre il governo italiano
chiude il Canale d’Otranto alle navi greche, chiude i porti alle
navi greche (mentre i porti greci rimangono aperti alle navi
italiane), ordina alle compagnie di navigazione italiane di evitare
la Grecia e persino sequestra tutte le navi greche che si trovano in
porti italiani (una viene addirittura fermata e catturata nel Canale
d’Otranto da un sommergibile italiano); il 2 settembre, tuttavia,
le navi greche verranno rilasciate per decisione del Ministero della
Marina. Vengono espulsi dall’Italia i giornalisti greci, viene
richiamato in patria l’addetto militare inviato ad indagare
sull’eccidio di Giannina, ed i riservisti ricevono l’ordine di
tenersi pronti ad un’eventuale mobilitazione; Vittorio Emanuele III
lascia la sua residenza estiva per fare ritorno a Roma.
Anche
altri Paesi nella regione prendono le parti dell’uno o dell’altro
contendente e si preparano ad un eventuale conflitto: l’Albania
rinforza il suo confine con la Grecia e proibisce a chiunque di
attraversarlo, mentre la Jugoslavia dichiara che appoggerà la Grecia
ed in Turchia la fazione più nazionalista suggerisce a Mustafà
Kemal di cogliere l’occasione per riconquistare la Tracia
occidentale ai danni della Grecia. La Cecoslovacchia esprime
solidarietà alla Grecia e condanna l’iniziativa italiana.
Tra
le poche voci contrarie, in Italia, all’occupazione di Corfù vi
sono i diplomatici di professione, che ritengono che la
spregiudicatezza di Mussolini possa mettere a repentaglio le
trattative in corso per la cessione all’Italia, da parte del Regno
Unito, dell’Oltregiuba e dell’oasi di Giarabub. Il segretario
generale del Ministero degli Affari Esteri Salvatore Contarini,
l’ambasciatore italiano in Francia Romano Avezzana ed il delegato
italiano presso la Lega delle Nazioni Antonio Salandra (già primo
ministro italiano nel 1915) cercano di persuadere Mussolini ad
abbandonare le richieste più estreme ed accetti un
compromesso.
George Curzon, segretario agli Affari Esteri del
Regno Unito, definisce le richieste di Mussolini come eccessive e
“molto peggiori
dell’ultimatum [imposto
alla Serbia dall’Impero Austroungarico] dopo
Sarajevo”, e scrive al
primo ministro britannico Stanley Baldwin che l’azione di Mussolini
è stata “violenta ed ingiustificabile” e che se il Regno Unito
non appoggerà l’appello della Grecia presso la Società delle
Nazioni, tanto varrebbe per tale istituzione chiudere baracca. Howard
William Kennard, temporaneamente a capo dell’ambasciata britannica
a Roma, scrive in un dispaccio a Curzon che Mussolini potrebbe essere
pazzo, “un miscuglio di
megalomania ed estremo patriottismo”,
e che potrebbe volutamente esasperare la situazione fino a scatenare
una guerra tra Italia e Grecia. In generale, il Foreign Office si
mostra orientato a proteggere la Grecia dall’Italia servendosi come
tramite della Società delle Nazioni; Curzon propone di affidare la
risoluzione della disputa alla Società delle Nazioni, ma Mussolini
per tutta risposta minaccia di lasciarla. Inoltre, da parte
britannica si ritiene probabile che la Francia porrebbe il veto su
qualsiasi tentativo di imporre sanzioni contro l’Italia; per di
più, gli Stati Uniti non sono un Paese membro della Società delle
Nazioni e non sarebbero vincolati a rispettare eventuali sanzioni
contro l’Italia, vanificandole ulteriormente, mentre l’Ammiragliato
britannico asserisce che per imporre un blocco navale contro l’Italia
dovrebbe prima esserci una dichiarazione di guerra. Il Regno Unito
rafforza la Mediterranean Fleet in vista di un possibile scontro con
l’Italia, mossa che provoca delle spaccature all’interno del
“fronte” italiano: il ministro della Marina Paolo Thaon di Revel,
insieme ai vertici della Marina, afferma che è necessario mantenere
rapporti di amicizia con il Regno Unito, la cui flotta è troppo
superiore a quella italiana per poterla affrontare con successo in un
eventuale conflitto. In generale, tutti i ministri militari cercano
di dissuadere Mussolini dal tirare troppo la corda, minacciando le
dimissioni e paventando un conflitto che vedrebbe l’Italia
contrapposta a Grecia, Jugoslavia, Regno Unito e probabilmente anche
la Francia (che mentre è stata finora favorevole all’Italia, non
lo sarebbe più se al partito antiitaliano dovesse unirsi anche la
Jugoslavia, sua protetta).
Il 1° settembre la Grecia si appella
alla Società delle Nazioni, ma il rappresentante dell’Italia,
Antonio Salandra, spiega al Consiglio della Società delle Nazioni di
non essere autorizzato a discutere la questione; Mussolini si rifiuta
di collaborare con la Società delle Nazioni ed asserisce invece che
la risoluzione della crisi dovrebbe essere affidata alla Conferenza
degli Ambasciatori (organo istituito nel 1920 e formato dai
rappresentanti di Italia, Francia, Regno Unito e Giappone, con
l’incarico di far rispettare i trattati di pace e mediare le
contese territoriali tra i Paesi europei), ripetendo che l’Italia
lascerebbe la Società delle Nazioni piuttosto che accettarne
l’interferenza. Francia e Regno Unito sono divisi: quest’ultimo
sarebbe favorevole all’intervento della Società delle Nazioni,
mentre la Francia è contraria, temendo che ciò possa costituire un
precedente per una successiva interferenza della Società delle
Nazioni nell’occupazione francese della Ruhr. Il risultato è che,
come vuole Mussolini, la risoluzione della crisi viene affidata alla
Conferenza degli Ambasciatori, che l’8 settembre 1923 annuncia le
condizioni che le due parti dovranno adempiere per la risoluzione
della disputa. Come previsto da Mussolini, la decisione della
Conferenza degli Ambasciatori è in massima parte favorevole alle
richieste italiane: la flotta greca dovrà salutare con 21 salve la
flotta italiana, che allo scopo si recherà al Pireo insieme a navi
da guerra francesi e britanniche (che saranno comprese nel saluto);
il governo greco presenzierà ad una cerimonia funebre; i greci
dovranno rendere gli onori militari alle vittime dell’eccidio di
Giannina quando queste verranno imbarcate a Prevesa per il ritorno in
Italia; la Grecia dovrà depositare in una banca svizzera 50 milioni
di lire a titolo di garanzia; la massima autorità militare greca
dovrà porgere le sue scuse ai rappresentanti italiano, francese e
britannico ad Atene; la Grecia dovrà condurre un’inchiesta
sull’eccidio di Giannina, da condurre sotto la supervisione di
un’apposita commissione internazionale (presieduta dal tenente
colonnello Shibuya, addetto militare presso l’ambasciata
giapponese) e da completare entro il 27 settembre; la Grecia dovrà
garantire la sicurezza della commissione d’inchiesta ed assumersene
le spese. L’unica richiesta rivolta al governo albanese è di
facilitare l’operato della commissione nel proprio territorio. La
decisione è accolta favorevolmente dalla stampa italiana e dallo
stesso Mussolini, la cui immagine esce rafforzata da questo episodio,
mentre viceversa la Società delle Nazioni ha dato in questa
occasione i primi segni della cronica debolezza che caratterizzerà
tutta la sua travagliata esistenza: non è stata capace di proteggere
una potenza minore da una più grande, la sua autorità è stata
sminuita da uno dei suoi membri fondatori, nonché membro permanente
del suo consiglio. Il regime fascista ha concluso con un successo la
sua prima disputa internazionale; la prova di forza da parte
dell’Italia dissuaderà inoltre la Grecia dall’insistere
ulteriormente per la cessione delle isole del Dodecaneso e, secondo
alcuni autori, avrebbe anche indotto la Jugoslavia a riconoscere la
sovranità italiana su Fiume con il trattato di Roma, firmato nel
1924.
La Grecia accetta lo stesso 8 settembre le condizioni
della Conferenza degli Ambasciatori, mentre l’Italia fa lo stesso
due giorni dopo, e non prima di aver precisato che ritirerà le
proprie truppe da Corfù soltanto una volta che la Grecia avrà
interamente adempiuto alle propri obbligazioni.
L’11 settembre
il delegato greco presso la Società delle Nazioni, Nikolaos Politis,
informa il consiglio della Conferenza degli Ambasciatori che la
Grecia ha depositato i 50 milioni di lire, e quattro giorni dopo la
Conferenza informa Mussolini che l’Italia dovrà evacuare Corfù
entro il 27 settembre.
In
questo periodo è comandante dell’H
4 il tenente di vascello
Isidoro Wiel, al suo primo comando.
Novembre
1923-Ottobre 1925
Opera
alle dipendenze del Comando in Capo dell’Armata Navale.
1924-1925
Partecipa
alle manovre della flotta.
|
Un sommergibile classe H entra in Mar Piccolo a Taranto, 1925 circa (g.c. Marcello Risolo, via www.naviearmatori.net) |
Ottobre
1925
Posto
alle dipendenze del Comando Divisione Sommergibili.
1932
Frequenta
la Scuola Comando a bordo dell’H
4 (per una fonte,
assumendone il comando) il tenente di vascello Primo Longobardo.
|
Il tenente di vascello Primo Longobardo (da www.movm.it) |
1935
Assegnato
al Gruppo Sommergibili di La Spezia, effettuando crociere ed uscite
addestrative per gli allievi dell’Accademia Navale.
29
agosto 1937
Inquadrato
nel IV Grupsom di Taranto, l’H
4 (tenente di vascello
Salvatore Todaro) salpa da Trapani (per altra fonte, Taranto)
per una agguato nel Canale di Sicilia, missione clandestina a
contrasto del traffico di rifornimenti verso i porti della Spagna
repubblicana, durante la guerra civile spagnola.
Nell’agosto
1937 Mussolini ha deciso di lanciare una seconda campagna subacquea a
sostegno delle forze spagnole nazionaliste (una prima, di portata
molto minore, si è svolta alcuni mesi prima) su richiesta di
Francisco Franco, in risposta all’incremento del flusso di
rifornimenti dall’Unione Sovietica alla Spagna repubblicana, lungo
la rotta Sebastopoli-Cartagena. I comandi spagnoli nazionalisti
sostengono, esagerando di molto, che l’Unione Sovietica stia per
rifornire le forze repubblicane spagnole con oltre 2500 carri armati,
3000 “mitragliatrici motorizzate” e 300 aerei. Il 3 agosto
Francisco Franco ha chiesto urgentemente a Mussolini di usare la sua
flotta per fermare un grosso “convoglio” sovietico appena partito
da Odessa e diretto nei porti repubblicani; sulle prime era previsto
il solo impiego di sommergibili, ma Franco è riuscito a convincere
Mussolini ad impiegare anche le navi di superficie. Nel suo
telegramma Franco affermava: «Tutte
le informazioni degli ultimi giorni concordano nell’annunciare un
aiuto possente della Russia ai rossi, consistente in carri armati,
dei quali 10 pesanti, 500 medi e 2 000 leggeri (sic), 3 000
mitragliatrici motorizzate, 300 aerei e alcune decine di
mitragliatrici leggere, il tutto accompagnato da personale e organi
del comando rosso. L’informazione sembra esagerata, poiché le
cifre devono superare la possibilità di aiuto di una sola
nazione. Ma se l’informazione trovasse conferma, bisognerebbe
agire d’urgenza e arrestare i trasporti al loro passaggio nello
stretto a sud dell’Italia e sbarrare la rotta verso la Spagna. Per
far ciò, bisogna, o che la Spagna sia provvista del numero
necessario di navi o che la flotta italiana intervenga ella stessa.
Un certo numero di cacciatorpediniere operanti davanti ai porti e
alle coste dell’Italia potrebbe sbarrare la rotta del Mediterraneo
ai rinforzi rossi: la cattura potrebbe essere effettuata da navi
battenti apertamente bandiera italiana, aventi a bordo un ufficiale e
qualche soldato spagnolo, che isserebbero la bandiera nazionalista
spagnola al momento stesso della cattura. Invierò d’urgenza
un rappresentante a Roma per negoziare questo importante affare.
Nell’intervallo, e per impedire l’invio delle navi che saranno
già in rotta per la Spagna, prego il governo italiano di sorvegliare
e segnalare la posizione e la rotta delle navi russe e spagnole che
lasciano Odessa. Queste navi devono essere sorvegliate e perquisite
da cacciatorpediniere italiani che segnaleranno la loro posizione
alla nostra flotta. Vogliate trasmettere in tutta urgenza al
Duce e a Ciano l’informazione di cui sopra e la nostra richiesta,
unita all’assicurazione dell’indefettibile amicizia e della
riconoscenza del generalissimo alla nazione italiana».
Questa
seconda campagna vede l’impiego di ben dieci sommergibili in Egeo,
17 nel Canale di Sicilia e 24 nel Mediterraneo occidentale, ed è
accompagnata da un servizio di sorveglianza con aerei ed unità di
superficie nel Canale di Sicilia. Il blocco navale, ordinato da Roma
il 7 agosto, ha avuto inizio due giorni più tardi; il dispositivo di
blocco è articolato in più fasi: informatori ad Istanbul segnalano
all’Alto Comando Navale le navi sovietiche, o di altre nazionalità
ma sospettate di operare al servizio dei repubblicani, che passano
per il Bosforo; ad attenderle in agguato per primi vi sono i
sommergibili appostati all’uscita dei Dardanelli. Se le navi
superano indenni questo primo ostacolo, vengono segnalate alle navi
di superficie ed ai sommergibili in crociera nel Canale di Sicilia e
nello Stretto di Messina; qualora dovessero riuscire ad evitare anche
questo nuovo pericolo (possibile soltanto appoggiandosi a porti
neutrali) troverebbero ad aspettarle altre navi da guerra in crociera
nelle acque della Tunisia e dell’Algeria. Infine, come ultima
barriera per i bastimenti che riuscissero ad eludere anche tale
minaccia, altri sommergibili sono in agguato lungo le coste della
Spagna.
Il blocco si protrae dal 7 agosto al 12 settembre con
intensità variabile; ordini tassativi sono emanati per evitare
interferenze o incidenti con bastimenti neutrali (il che talvolta
obbliga a seguire un mercantile “sospetto” per tutto il giorno al
fine di identificarlo, dato che talvolta quelli diretti nei porti
repubblicani usano bandiere false), e questo rende piuttosto
complessa e delicata la missione delle unità che partecipano al
blocco.
Il blocco navale così organizzato (del tutto illegale,
dato che l’Italia non è formalmente in guerra con la Repubblica
spagnola) si rivela un pieno successo: sebbene le navi effettivamente
affondate o catturate siano numericamente poche, l’elevato rischio
comportato dalla traversata a causa del blocco italiano porta in
breve tempo alla totale interruzione del flusso di rifornimenti
dall’Unione Sovietica alla Spagna repubblicana. Soltanto qualche
mercantile battente bandiera britannica o francese riesce a
raggiungere i porti repubblicani, oltre a poche navi che salpano
dalla costa francese del Mediterraneo e raggiungono Barcellona col
favore della notte. Entro settembre, l’invio di mercantili con
rifornimenti per i repubblicani dall’Unione Sovietica attraverso il
Bosforo è praticamente cessato, tanto che i comandi italiani si
possono ormai permettere di ridurre di molto il numero di navi in
mare per la vigilanza, essendo quest’ultima sempre meno
necessaria.
Oltre alla grave crisi nei rifornimenti di materiale
militare, che si verifica proprio nel momento cruciale della
conquista nazionalista dei Paesi Baschi (principale centro di
produzione di armi tra le regioni in mano repubblicana), il blocco ha
un impatto notevole anche sul morale dei repubblicani, tanto nella
popolazione civile (il cui morale va deteriorandosi per la difficoltà
di procurarsi beni di prima necessità) quanto nei vertici
politico-militari, che si rendono conto di come, mentre i
nazionalisti ricevono dall’Italia supporto incondizionato, persino
sfacciato, con largo dispiegamento di mezzi, Francia e Regno Unito
non sembrano disposte ad appoggiare la causa repubblicana se non a
parole (in alcuni centri repubblicani si svolgono anche aperte
manifestazioni contro queste due nazioni, da cui i repubblicani si
sentono abbandonati).
Il blocco italiano impartisce dunque un
durissimo colpo ai repubblicani, ma scatena anche gravi tensioni
internazionali (specie col Regno Unito) e feroci proteste sulla
stampa spagnola repubblicana ed internazionale, con accuse di
pirateria – essendo, come detto, un’operazione in totale
violazione di ogni legge internazionale – nei confronti della
Marina italiana, ripetute anche da Winston Churchill. Il governo
britannico, invece, evita di accusare apertamente l’Italia, dato
che il primo ministro Neville Chamberlain intende condurre una
politica di “riavvicinamento” verso l’Italia per allontanarla
dalla Germania; anche questo fa infuriare i repubblicani, che hanno
fornito ai britannici prove del coinvolgimento italiano (prove che i
britannici peraltro possiedono già, dato che l’Operational
Intelligence Center dell’Ammiragliato intercetta e decifra svariate
comunicazioni italiane relative alle missioni “spagnole”), solo
per vedere questi ultimi fingere di attribuire gli attacchi ai soli
nazionalisti spagnoli.
Nel periodo 5 agosto-12 settembre, i
sommergibili italiani effettuano complessivamente 59 missioni ed
iniziano ben 444 attacchi, portandone però a termine soltanto 24 (a
causa delle citate regole restrittive sulla necessità di
identificare con assoluta certezza i bersagli prima di lanciare), con
il lancio di 43 siluri ed il conseguente affondamento di quattro
mercantili e danneggiamento di un cacciatorpediniere.
|
Il
tenente di vascello Salvatore Todaro (da www.movm.it) |
3
settembre 1937
L’H
4 rientra a Trapani senza
aver avvistato navi sospette, dopo aver percorso 171 miglia in
superficie (23,35 ore di moto) e 67 in immersione (20,30 ore di
moto). Durante la missione ha incontrato mare cattivo.
5
maggio 1938
Al comando
del tenente di vascello Giuseppe Aicardi, l’H
4 prende parte alla
rivista navale "H" organizzata nel Golfo di Napoli per la
visita in Italia di Adolf Hitler. Partecipa alla rivista la maggior
parte della flotta italiana: le corazzate Giulio
Cesare e Conte
di
Cavour,
i sette incrociatori pesanti della I e III Divisione, gli undici
incrociatori leggeri della II, IV, VII e VIII Divisione, sette
"esploratori leggeri" classe Navigatori, diciotto
cacciatorpediniere (le Squadriglie VII, VIII, IX e X, più il Borea e
lo Zeffiro),
trenta torpediniere (le Squadriglie IX, X, XI e XII, più le
vecchie Audace, Castelfidardo, Curtatone, Francesco Stocco, Nicola
Fabrizi e Giuseppe
La
Masa ed
i quattro "avvisi scorta" della classe Orsa), ben 85
sommergibili della Squadra Sommergibili al comando dell’ammiraglio
Antonio Legnani, e 24 MAS (Squadriglie IV, V, VIII, IX, X e XI),
nonché le navi scuola Cristoforo
Colombo ed Amerigo
Vespucci,
il panfilo di Benito Mussolini, l’Aurora,
la nave reale Savoia e
la nave bersaglio San
Marco.
La
Squadra Sommergibili è protagonista di uno dei momenti più
spettacolari della parata, nella quale gli 85 battelli effettuano una
serie di manovre sincronizzate: dapprima, disposti su due colonne,
alle 13.15 passano contromarcia tra le due squadre navali che
procedono su rotte parallele; poi, terminato il defilamento, alle
13.25 tutti i sommergibili effettuano un’immersione simultanea di
massa, procedono per un breve tratto in immersione e poi emergono
simultaneamente ed eseguono una salva di undici colpi con i
rispettivi cannoni.
1938
È
comandante dell’H 4
il tenente di vascello Mario Milano. L’anno successivo il comando
passa al capitano di corvetta Lorenzo Bezzi.
Sopra,
il tenente di vascello Mario Milano, e sotto, il tenente di vascello
Lorenzo Bezzi. Entrambi sarebbero caduti nel conflitto e decorati
alla memoria con la Medaglia d’Oro al Valor Militare (da
www.movm.it)
24
maggio 1940
Assume
il comando dell’H 4
il tenente di vascello Loris Albanese, 32 anni, da Giuncarico.
Giugno
1940
Alla
vigilia dell’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale,
l’H 4 (tenente
di vascello Loris Albanese), insieme alle residue unità della classe
H (H 1, H
2, H
6 e H
8), forma la XVII
Squadriglia Sommergibili del I Grupsom di La Spezia.
9
giugno 1940
Al
comando del tenente di vascello Loris Albanese, l’H
4 salpa da La Spezia alle
23 – prima ancora dell’inizio delle ostilità – per la sua
prima missione di guerra, un pattugliamento al largo di Imperia.
Escono in agguato nel Golfo di Genova anche i gemelli H
1, H
6 e H
8.
14
giugno 1940
Rientra
a La Spezia alle 7.30, dopo aver percorso 382 miglia.
20
giugno 1940
Al
comando del tenente di vascello Loris Albanese, lascia La Spezia alle
23.55 per trasferirsi a Savona, insieme al ben più moderno
sommergibile Gondar.
21
giugno 1940
Arriva
a Savona alle otto, dopo aver percorso 70 miglia.
22
giugno 1940
Salpa
da Savona alle 17.27, al comando del tenente di vascello Loris
Albanese, per un pattugliamento a sud e ad ovest del Golfo di Genova;
deve formare uno sbarramento insieme al ben più moderno sommergibile
Gondar,
inviato in agguato a sud di Hyères.
25
giugno 1940
Deve
abbandonare la missione per problemi ai motori elettrici,
raggiungendo Savona alle 19.35, dopo aver percorso 361 miglia.
26
giugno 1940
Al
comando del tenente di vascello Loris Albanese, lascia Savona alle
12.36 per trasferirsi a La Spezia, dove giunge alle 20.30, dopo aver
percorso 71 miglia.
5
luglio 1940
Salpa
da La Spezia alle 22, al comando del tenente di vascello Loris
Albanese, per un pattugliamento al largo di Capo Noli, a nord del
parallelo 44°00’ N e tra i meridiani 09°00’ E e 09°30’ E
(nel Golfo di Genova).
10
luglio 1940
Rientra
a La Spezia alle 8.30, dopo aver percorso 449,5 miglia.
27
luglio 1940
Uscita
da La Spezia dalle 9.30 alle 15.45, al comando del tenente di
vascello Loris Albanese, per un’esercitazione insieme al ben più
grande sommergibile Enrico
Tazzoli
(capitano di corvetta Vittore Raccanelli), tre miglia e mezzo a sud
di Moneglia. Percorse 43 miglia.
29
luglio 1940
Il
tenente di vascello Albanese cede il comando dell’H
4 al trentaduenne parigrado
Leone Monteleoni.
5
agosto 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 17.10, al comando del
tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 55 miglia. (Per altra
fonte, l’H 4
sarebbe uscito in pattugliamento difensivo in seguito alla notizia
dell’uscita in mare della Forza H britannica).
14
agosto 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9 alle 16.45, al comando del
tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 48 miglia.
16
agosto 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 11.10, al comando del
tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 26 miglia.
24
agosto 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 13.05 alle 17.50, al comando del
tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 30 miglia.
27
agosto 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.50 alle 11.45, al comando del
tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 23 miglia.
28
agosto 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8 alle 16.30, al comando del
tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 53 miglia.
3
settembre 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 14.20 alle 17.15, al comando del
tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 25 miglia.
17
settembre 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.05 alle 16.55, al comando del
tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 50 miglia.
20
settembre 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 12.20 del 20 all’1.15 del 21,
al comando del tenente di vascello Leone Monteleoni ed insieme ai
sommergibili H 1,
Neghelli
e Comandante
Cappellini;
percorse 99,5 miglia.
14
ottobre 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 12.50 alle 18.10, al comando del
tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 49 miglia.
24
ottobre 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 12.50 alle 17.40, al comando del
tenente di vascello Leone Monteleoni; percorse 48 miglia.
26
ottobre 1940
Il
tenente di vascello Monteleoni lascia il comando dell’H
4, che il 2 novembre verrà
assunto dal parigrado Teucle Meneghini, 34 anni, da Pitelli.
6
novembre 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.05 alle 12.57, al comando del
tenente di vascello Teucle Meneghini; percorse 11,8 miglia.
21
novembre 1940
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9.25 alle 17.05, al comando del
tenente di vascello Teucle Meneghini; percorse 30 miglia.
10
dicembre 1940
Il
tenente di vascello Meneghini lascia il comando dell’H
4.
9
gennaio 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 11.25; percorse 30
miglia.
15
gennaio 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9 alle 18.30; percorse 30
miglia.
25
gennaio 1941
Leone
Monteleoni, intanto promosso a capitano di corvetta, torna al comando
dell’H 4.
Lo stesso giorno, il sommergibile compie un’uscita da La Spezia per
esercitazione dalle 9.20 alle 11; percorse 15 miglia.
31
gennaio 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.45 alle 10.45, al comando del
capitano di corvetta Leone Monteleoni; percorse 22 miglia.
2
febbraio 1941
Salpa
da La Spezia alle 19.50, al comando del capitano di corvetta Leone
Monteleoni, per un agguato difensivo al largo di Livorno a contrasto
di un possibile bombardamento navale britannico delle coste liguri,
in seguito all’uscita da Gibilterra della Forza H diretta verso
est. Allo stesso scopo, anche l’H
1 viene inviato in agguato
tra La Spezia e Livorno, mentre i più moderni sommergibili Ascianghi
e Scirè
sono inviati a sudest di Capo Mele.
La
Forza H, partita da Gibilterra il 31 gennaio con la corazzata Barham,
l’incrociatore da battaglia Renown,
la portaerei Ark
Royal,
l’incrociatore leggero Sheffield e
dieci cacciatorpediniere, intende effettivamente bombardare Genova il
mattino del 3 febbraio, oltre a minare le acque di accesso a La
Spezia con aerei dell’Ark
Royal e
lanciare un attacco aereo (sempre con i velivoli della portaerei)
contro la diga del Tirso il mattino del 2; grazie al maltempo,
tuttavia, la formazione nemica si limita a lanciare un infruttuoso
attacco aereo contro la diga del Tirso e rientra alla base nel
pomeriggio del 4, senza attaccare Genova (il tentativo sarà
ripetuto, e portato a termine con successo, il successivo 9
febbraio). I sommergibili vengono pertanto richiamati alla base.
3
febbraio 1941
L’H
4 rientra a La Spezia alle
15.45, dopo aver percorso cento miglia senza avvistare niente.
13
marzo 1941
Salpa
da La Spezia alle 17.55, al comando del capitano di corvetta Leone
Monteleoni, per effettuare vigilanza idrofonica nel punto 44°03.5’
N e 09°09’ E.
14
marzo 1941
Rientra
a La Spezia alle 11.15, dopo aver percorso 113 miglia senza rilevare
niente di anomalo.
25
marzo 1941
Parte
da La Spezia alle 18.20, al comando del capitano di corvetta Leone
Monteleoni, per svolgere sorveglianza idrofonica nel punto 44°00’
N e 09°15’ E, in pattugliamento difensivo in cooperazione con l’H
1.
26
marzo 1941
Rientra
a La Spezia alle 10.40, dopo aver percorso 99 miglia senza rilevare
niente.
5
aprile 1941
Salpa
da La Spezia alle 21.30, al comando del capitano di corvetta Leone
Monteleoni, per un pattugliamento difensivo in 43°45’ N e 09°30’
E, in seguito alla segnalazione di una forza navale nemica in
avvicinamento a ovest.
6
aprile 1941
Rientra
a La Spezia alle 9.55, senza aver avvistato niente, dopo aver
percorso 65,5 miglia.
10
aprile 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 15.20 alle 17.45, al comando del
capitano di corvetta Leone Monteleoni. Percorse 25 miglia.
11
aprile 1941
Il
capitano di corvetta Monteleoni cede il comando dell’H
4 al tenente di vascello
Giovanni Celeste, 36 anni, da Messina.
14
aprile 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 11.50, al comando del
tenente di vascello Giovanni Celeste. Percorse 30 miglia.
21
aprile 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.20 alle 12.45, al comando del
tenente di vascello Giovanni Celeste. Percorse 30 miglia.
24
aprile 1941
Uscita
da La Spezia per prove della girobussola dalle 8.05 alle 11.15, al
comando del tenente di vascello Giovanni Celeste. Percorse quattro
miglia.
26
aprile 1941
Salpa
da La Spezia alle 18.25, al comando del tenente di vascello Giovanni
Celeste, per vigilanza idrofonica al largo dell’Isola del Tino, in
seguito all’uscita di un’imponente forza navale britannica da
Gibilterra, che si teme possa essere diretta in Mar Ligure.
La
Forza H è infatti uscita da Gibilterra il giorno precedente con
l’incrociatore da battaglia Renown, la portaerei Ark Royal, gli
incrociatori leggeri Dido
e Sheffield,
l’incrociatore posamine Abdiel
ed i cacciatorpediniere Kelly,
Kelvin,
Kipling,
Kashmir,
Jersey,
Jackal,
Fortune,
Faulknor,
Fearless,
Fury
e Foresight
per le operazioni "Salient" e "Dunlop": la prima
consiste nel trasferimento da Gibilterra ad Alessandria di
un’aliquota di naviglio destinata a rinforzare la Mediterranean
Fleet (Dido,
Abdiel,
Jackal, Jersey, Kashmir, Kelly, Kelvin e Kipling,
raggruppati per l’occasione nella Forza S), che al contempo
trasporteranno anche rifornimenti a Malta prima di raggiungere la
loro destinazione; la seconda, nel lancio da parte dell’Ark
Royal
di un gruppo di aerei destinati a rimpolpare le squadriglie di Malta.
Conseguentemente,
le navi britanniche non si avvicineranno minimamente al Mar Ligure.
29
aprile 1941
Termina
la missione raggiungendo Livorno alle 10.05, dopo aver percorso 346,5
miglia.
Lo
stesso giorno compie un’uscita per esercitazione da Livorno dalle
10.25 alle 16.05, sempre al comando del tenente di vascello Giovanni
Celeste.
1°
maggio 1941
Salpa
da La Spezia alle 20.15, al comando del tenente di vascello Giovanni
Celeste, per vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure.
2
maggio 1941
Rientra
a La Spezia alle 10.30, dopo aver percorso 90 miglia senza
avvistamenti.
Ne
salpa nuovamente alle 19, per un nuovo pattugliamento idrofonico nel
Golfo Ligure.
3
maggio 1941
Fa
ritorno a La Spezia alle 10.45, dopo aver percorso 91 miglia senza
rilevare niente.
9
maggio 1941
Parte
da La Spezia alle 18.15, al comando del tenente di vascello Giovanni
Celeste, per vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure, nel quadro di un
pattugliamento difensivo in cooperazione con l’H
1.
10
maggio 1941
Rientra
a La Spezia alle 10.12 dopo aver percorso 87 miglia.
14
maggio 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.20 alle 16.45, al comando del
tenente di vascello Giovanni Celeste. Percorse 38,3 miglia.
16
maggio 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.10 alle 12.45, al comando del
tenente di vascello Giovanni Celeste. Percorse 24,4 miglia.
27
maggio 1941
Il
tenente di vascello Celeste viene avvicendato al comando dell’H
4 dal parigrado Gaetano
Iaccarino, 32 anni, da Sorrento: questi rimarrà sull’H
4 esattamente per un anno,
il periodo di comando più lungo tra i diversi comandanti di questo
battello in tempo di guerra.
30
maggio 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.12 alle 16.56, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 30 miglia.
2
giugno 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 15.27, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 37 miglia.
12
giugno 1941
Salpa
da La Spezia alle 17.57, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino, per un altro pattugliamento idrofonico nel Golfo Ligure.
13
giugno 1941
Rientra
a La Spezia alle 10.40, dopo aver percorso 97,5 miglia senza
avvistare niente.
14
giugno 1941
Salpa
da La Spezia alle 20.14, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino, per effettuare vigilanza idrofonica 24 miglia ad est di
Colonna, in corrispondenza del parallelo 43°40’ N. Deve formare
uno sbarramento insieme ai sommergibili H
6, Giovanni
Da
Procida
e Marcantonio
Colonna.
16
giugno 1941
Torna
a La Spezia alle otto, dopo aver percorso 197,3 miglia.
17
giugno 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 10.06, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse dodici miglia.
24
giugno 1941
Salpa
da La Spezia alle 18 per un pattugliamento idrofonico nel Golfo
Ligure al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme
al gemello H 6.
28
giugno 1941
Ritorna
a La Spezia alle 8.35, dopo aver percorso 335 miglia. Ha avvistato
solo navi italiane.
6
luglio 1941
Lascia
La Spezia alle 16.30 per l’ennesimo pattugliamento idrofonico nel
Golfo Ligure, al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino.
7
luglio 1941
Rientra
a La Spezia alle 12.40, dopo aver percorso 166 miglia senza eventi di
rilievo.
11
luglio 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9.50 alle 13.14, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 11,2 miglia.
15
luglio 1941
Salpa
da La Spezia alle 18 per un’altra missione di vigilanza idrofonica
nel Golfo Ligure, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino.
16
luglio 1941
Rientra
a La Spezia alle otto, dopo aver percorso 108,5 miglia senza
riscontrare niente di strano.
18-19
luglio 1941
Altra
missione di vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure, dalle 18 del 18
alle 8.20 del 19, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino. Percorse 106 miglia, senza avvistare niente di anomalo.
26-27
luglio 1941
Altra
missione di vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure, dalle 18 del 26
alle 8.43 del 27, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino. Percorse 106 miglia, senza avvistare niente di strano.
28-29
luglio 1941
Altra
missione di vigilanza idrofonica nel Golfo Ligure, dalle 18 del 28
alle 8.30 del 29, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino. Percorse 100,5 miglia, senza rilevare niente di anomalo.
31
luglio 1941
Parte
da La Spezia alle 00.35, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino, per un agguato difensivo nel Golfo di Genova insieme al
gemello H 1,
a dieci miglia per 300° dal punto 43°57.5’ N e 08°42’ E.
L’uscita
in mare dei due sommergibili è stata decisa in seguito alla notizia
della partenza da Gibilterra di una forza navale britannica diretta
verso ovest: si tratta delle navi impegnate nell’operazione
«Style», consistente nell’invio a Malta dell’incrociatore
posamine Manxman e
degli incrociatori leggeri Hermione ed Arethusa (Forza
X, al comando del contrammiraglio Edward Neville Syfret), in missione
di trasporto veloce di 1746 uomini (70 ufficiali e 1676 sottufficiali
e soldati, in parte rimasti a Gibilterra quando il
piroscafo Leinster,
facente parte del precedente convoglio «Substance» diretto a Malta,
si era incagliato, ed in parte imbarcati su navi dello stesso
convoglio che erano dovute rientrare a Gibilterra perché
danneggiate) e 130 tonnellate di rifornimenti, con la scorta diretta
dei cacciatorpediniere Lightning e Sikh ed
indiretta di parte della Forza H dell’ammiraglio James Somerville
(corazzata Nelson,
incrociatore da battaglia Renown,
portaerei Ark
Royal,
due incrociatori ed otto cacciatorpediniere). Quale azione diversiva,
i britannici effettuano anche un bombardamento di Porto Conte ed
Alghero da parte dei cacciatorpediniere Maori e Cossack e
di nove bombardieri Fairey Swordfish della portaerei Ark
Royal (attacchi
compiuti tra le 2.15 e le 4.45 del 1° agosto, con danni
trascurabili).
Le navi dirette a Malta hanno lasciato Gibilterra
alle sei del mattino del 30 luglio, ed alle 17.30 la notizia che la
Forza H è partita da Gibilterra alle 7 diretta verso est è giunta a
Supermarina, che ha disposto subito una serie di contromisure, tra
cui l’invio di H 4,
H 1
e del più grande sommergibile Marcantonio
Colonna in
agguato nel Golfo di Genova, per l’eventualità di un nuovo
tentativo di bombardamento navale di Genova. Al contempo, altri
sommergibili vengono inviati in agguato tra Malta e Pantelleria
(Tembien, Zaffiro, Fratelli
Bandiera e Luciano
Manara)
ed a sudovest della Sardegna (Alagi, Aradam, Diaspro e Serpente)
per contrastare il transito di un eventuale convoglio diretto a
Malta, le sei torpediniere disponibili a Trapani
(Castore, Cigno, Calliope, Centauro, Circe e Pallade)
vengono approntate per un eventuale attacco contro tale convoglio,
tredici MAS vengono concentrati a Trapani e Pantelleria per
effettuare rastrelli notturni nel Canale di Sicilia, viene sospeso il
traffico nel Mediterraneo centrale, messe in allarme le difese
costiere di Liguria, Sicilia, Sardegna e costa tirrenica italiana ed
ordinate ricognizioni aeree su vaste zone di entrambi i bacini del
Mediterraneo. Successivamente anche le forze navali di stanza a
Taranto, Napoli e Messina ricevono ordine di tenersi pronte ad
un’uscita in mare.
L’H
4 non incontrerà le navi
britanniche, dal momento che la forza avversaria non si avvicinerà
neanche al Mar Ligure. L’operazione britannica verrà portata a
termine senza perdite, essendosi la ricognizione aerea dell’Asse
concentrata interamente sulla Forza H, mentre la Forza X riesce a
passare inosservata e sbarcare truppe e rifornimenti a Malta per poi
fare immediatamente ritorno a Gibilterra, affondando strada facendo
il sommergibile Tembien.
5
agosto 1941
L’H
4 rientra a La Spezia alle
8.15, dopo aver percorso 379,6 miglia senza avvistare niente.
7
agosto 1941
Salpa
da La Spezia alle 23.20, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino, per un pattugliamento difensivo in posizione 43°57.5’ N
e 08°42’ E, in cooperazione con l’H
1.
9
agosto 1941
Rientra
a La Spezia alle 8.15, dopo aver percorso 167,5 miglia.
12
agosto 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.35 alle 14, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 28,6 miglia.
13
agosto 1941
Salpa
da La Spezia alle 17.35, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino, per effettuare vigilanza idrofonica in 44°00’ N e
09°27’ E, nel quadro di un pattugliamento difensivo in
cooperazione con l’H 1.
14
agosto 1941
Rientra
a La Spezia alle 9.54, dopo aver percorso 74,8 miglia.
16
agosto 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 17.22, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 32 miglia.
19
agosto 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.40 alle 18.10, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 34 miglia.
23
agosto 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 5.25 alle 13.55, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 47,3 miglia.
Alle
20.55 l’H 4
lascia nuovamente La Spezia, sempre al comando del T.V. Iaccarino,
per un pattugliamento difensivo a 8 miglia per 268° dal punto 44°13’
N e 09°07.5’ E, in seguito alla notizia dell’uscita da
Gibilterra di una consistente forza navale britannica.
Dalla
base britannica sullo stretto è infatti uscita il 21 agosto la Forza
H con la corazzata Nelson,
la portaerei Ark
Royal,
l’incrociatore leggero Hermione,
i cacciatorpediniere Encounter, Fury, Forester, Foresight e Nestor,
per l’operazione "Mincemeat", consistente nell’invio
del posamine veloce Manxman (partito
da solo il 22 agosto per non dare nell’occhio) al largo di Livorno,
per posare un campo di 70 mine in quelle acque, ed in attacchi aerei
lanciati dall’Ark
Royal contro
obiettivi in Sardegna (stabilimenti industriali e boschi di sughero
nella parte settentrionale dell’isola), allo scopo di dissuadere la
Spagna di Francisco Franco dall’entrare in guerra a fianco
dell’Asse, mostrando le capacità della Royal Navy di colpire il
nemico anche in casa propria.
Le
forze britanniche porteranno a termine la propria missione senza
interferenza da parte di quelle italiane, che hanno concentrato la
loro attenzione sul Canale di Sicilia nell’erronea convinzione che
la Forza H fosse uscita in mare per dare appoggio alla navigazione di
un (inesistente) convoglio da Gibilterra a Malta.
27
agosto 1941
Rientra
a La Spezia alle 8.15, dopo aver percorso 260 miglia.
29
agosto 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.35 alle 18, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 30,8 miglia.
31
agosto 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.50 alle 14.25, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 30 miglia.
3
settembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 17.30, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 34 miglia.
5
settembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.35 alle 13.47, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme ai gemelli H
1 e H
6 e con la scorta dei
rimorchiatori Capodistria
e Torre
Annunziata.
Percorse 27,5 miglia.
9
settembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.35 alle 17.35, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H
1 e con la scorta dei
rimorchiatori militari Capodistria
e Sant’Antioco.
Percorse 29 miglia.
10
settembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 17.25, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 36,8 miglia.
15
settembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 14.35, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 21 miglia.
17
settembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.37 alle 17.50, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 33,5 miglia.
20
settembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 17.30, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 50,5 miglia.
22
settembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.50 alle 18, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 40 miglia.
26
settembre 1941
Salpa
da La Spezia alle 18.30, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino, per un pattugliamento nel Golfo di Genova insieme ai
sommergibili H 1,
H 6,
Beilul
e Giovanni
Da
Procida,
in previsione dell’arrivo da Gibilterra di una forza navale
britannica. L’H 4,
in particolare, deve pattugliare nel punto 44°11’ N e 09°10’ E.
La
forza navale di cui è segnalato il possibile avvicinamento è la
Forza H, salpata da Gibilterra tra le 18.15 e le 23.30 del 24
settembre per l’operazione "Halberd": la compongono le
corazzate Prince
of
Wales, Rodney e Nelson,
la portaerei Ark
Royal ed
i
cacciatorpediniere Duncan, Fury, Lance, Legion, Lively, Gurkha, Zulu, Isaac
Sweers (olandese), Garland (polacco)
e Piorun (polacco).
La formazione, denominata per l’operazione “Forza A”, è stata
suddivisa dai britannici in vari sottogruppi, partiti in momenti
diversi tra il 24 ed il 25 settembre: suo scopo è proteggere la
navigazione verso Malta di un convoglio con rifornimenti (WS. 11X,
formato dalla cisterna militare Breconshire e
dalle navi da carico Ajax, City of Lincoln, City
of
Calcutta, Clan
MacDonald, Clan
Ferguson, Rowallan
Castle, Imperial Star e Dunedin Star con
un carico complessivo di 81.000 tonnellate di rifornimenti e la
scorta diretta degli incrociatori
leggeri Edinburgh, Sheffield, Euryalus, Kenya ed Hermione e
dei
cacciatorpediniere Cossack, Farndale, Foresight, Forester, Heythrop, Laforey, Lightning ed Oribi della
Forza X), che si svolgerà in contemporanea con la navigazione di un
altro convoglio (MG. 2, formato dai mercantili scarichi Port
Chalmers, City
of
Pretoria e Melbourne
Star,
scortati dalla corvetta Gloxinia nel
primo tratto della navigazione) da Malta a Gibilterra e con un’azione
diversiva della Mediterranean Fleet nel Mediterraneo orientale. A
completamento del dispositivo britannico, i
sommergibili Urge, Utmost, Upholder, Unbeaten, Ursula, Upright, Trusty, Sokol (polacco)
e O
21 (olandese)
della 8th e
10th Flotilla
sono schierati in agguato agli imbocchi dello stretto di Messina, nel
golfo di Cagliari, al largo di Capo Carbonara e lungo la costa
nordorientale della Sicilia, pronti ad intercettare eventuali forze
navali di superficie che dovessero tentare di attaccare il
convoglio.
Come nel caso di "Style" qualche mese
prima, non conoscendo gli scopi dell’operazione britannica, dopo
aver appreso dell’uscita da Gibilterra della Forza H Supermarina ha
deciso di predisporre agguati di sommergibili per far fronte alla
possibilità di un nuovo bombardamento navale britannico delle coste
liguri. La partenza della Forza H in più gruppi, e le rotte seguite
da questi fino alla riunione (che avviene il mattino del 27
settembre, cento miglia a sud di Cagliari), traggono in inganno i
comandi italiani, i quali, ricevute nella tarda mattinata del 25
settembre le prime notizie sulla partenza della Forza H da
Gibilterra, ritengono erroneamente che lo scopo dell’operazione sia
un bombardamento navale contro obiettivi sulle coste della Penisola,
come attestato dal "Notiziario 73" di Maristat
Informazioni, delle 11.10 del 25 settembre, secondo cui "N.B.
NELSON partita ieri ore 18.30 per ponente con 4 CC.TT. alt RODNEY
alzata insegna ammiraglio alt Nella notte tutte forze navali
Gibilterra partite con scorta numerosi CC.TT. presumesi per
Mediterraneo alt Al RODNEY risulterebbe aggregatosi gruppo NELSON con
tipo BELFAST alt Scopo missione sarebbe rappresaglia contro coste
italiane" (e poi dalla
relazione inviata da Supermarina al Comando Supremo ed a Mussolini il
successivo 8 ottobre, in cui si afferma che le misure intraprese si
prefiggevano di "intervenire
sia nel caso che le forze nemiche avessero agito all’alba contro
Genova, sia nel caso che avessero agito contro la Sardegna o comunque
si trovassero verso sud").
Oltre ai cinque sommergibili schierati in Mar Ligure (i tre "H",
Beilul
e Da
Procida),
altri tre sono inviati a sudovest della Sardegna (Squalo,
Delfino,
Fratelli
Bandiera),
tre a sud-sudovest di Ibiza (Adua,
Turchese,
Dandolo)
e quattro a levante delle Baleari (Diaspro,
Serpente,
Axum
ed Aradam),
lungo la probabile rotta di una forza navale britannica che da
Gibilterra intendesse avvicinarsi
alle coste italiane per eseguire un bombardamento navale.
Anche
stavolta, come con "Style", i sommergibili schierati in Mar
Ligure non incontreranno le navi britanniche, che si sono dirette da
tutt’altra parte, e quelli nel Mediterraneo centrale – i cui
ordino sono stati modificati da Maricosom dopo che il mattino del 27
è giunta notizia della presenza di un convoglio diretto a Malta, in
seguito alla quale i comandi italiani hanno compreso il vero scopo
dell’operazione britannica – non saranno in grado di infliggere
danni alle forze britanniche (che invece ne subiranno qualcuno ad
opera della Regia Aeronautica: il grave danneggiamento della
corazzata Nelson
e l’affondamento del mercantile Imperial
Star,
entrambi colpiti da aerosiluranti).
29
settembre 1941
Conclude
la missione entrando a Santa Margherita Ligure alle otto, dopo aver
percorso 306 miglia senza avvistare niente.
30
settembre 1941
Esce
nuovamente da La Spezia alle 7.30, sempre al comando del tenente di
vascello Gaetano Iaccarino, per un pattugliamento in posizione 44°11’
N e 08°43’ E, allo scopo di intercettare una forza navale
britannica segnalata in avvicinamento da Gibilterra. Torna in porto
già alle 13, dopo aver percorso 39 miglia.
3
ottobre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9.17 alle 16.50, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 27,5 miglia.
4
ottobre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 16.50, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, con la scorta del Torre
Annunziata
e del posamine Crotone.
Percorse 30,5 miglia.
7
ottobre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.50 alle 16.45, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H
6 e con la scorta del
Crotone,
del rimorchiatore militare Favignana
e della cannoniera Rimini.
Percorse 25 miglia.
8-9
ottobre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 18.15 dell’8 alle 00.30 del 9,
al comando del tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme ad H
1 e H
6 e con la scorta del
rimorchiatore militare Taormina.
Percorse 25 miglia.
10
ottobre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.50 alle 16, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 26 miglia.
18
ottobre 1941
Salpa
da La Spezia alle 12.30, al comando del tenente di vascello
Iaccarino, ma torna alla base già alle 14.10, dopo aver percorso
solo quattordici miglia.
21
ottobre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.50 alle 17.20, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H
1 e con la scorta del
rimorchiatore militare Capodistria.
Percorse 28 miglia.
22
ottobre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 16.55, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, con la scorta del Capodistria.
Percorse 33 miglia.
24
ottobre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.50 alle 11.27, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 18,6 miglia.
28
ottobre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9 alle 16.42, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H
6 e con la scorta del
Sant’Antioco
durante l’esercitazione e di Crotone
e Capodistria
durante la navigazione di ritorno. Percorse 38,5 miglia.
31
ottobre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9.05 alle 10.55, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H
1 e con la scorta di
Crotone
e Capodistria.
Percorse 12 miglia.
4
novembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.55 alle 16.36, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 27 miglia.
7
novembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.45 alle 16.15, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 25 miglia.
17
novembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.05 alle 12.55, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 32,1 miglia.
20
novembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 15.20, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 36 miglia.
21
novembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.45 alle 10.15, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 25 miglia.
25
novembre-1° dicembre 1941
In
bacino a La Spezia per lavori.
3
dicembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.10 alle 16.42, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H
1 e con la scorta di
Crotone
e Capodistria
e dei MAS
510
e 525.
Percorse 27,5 miglia.
5
dicembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9.10 alle 16.54, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, con la scorta di Crotone,
Favignana
e dei MAS
510
e 525.
Percorse 24,5 miglia.
10
dicembre 1941
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.20 alle 10.10, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 13 miglia.
27
dicembre 1941
Lascia
La Spezia alle 10.06, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino, per trasferirsi a Genova, dove dovrà sottoporsi ad un
periodo di lavori. Giunge a destinazione alle 16.49, dopo aver
percorso 47 miglia.
|
Due sommergibili classe H a La Spezia; dietro di essi, sommergibili delle classi Squalo e Bandiera (Coll. Guido Alfano, via g.c. Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net) |
4
febbraio 1942
Uscita
da Genova per prove in mare dalle 8.30 alle 17, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta della nave
scorta ausiliaria F
130 Luigi Rizzo.
Percorse 58 miglia.
6
febbraio 1942
Uscita
da Genova per prove in mare dalle 00.50 alle 14, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 47 miglia.
9
febbraio 1942
Lascia
Genova alle 9.15, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino, per fare ritorno a La Spezia, dove arriva alle 15, dopo
aver percorso 47 miglia.
10
febbraio 1942
Salpa
da La Spezia alle 19.45, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino ed insieme ai sommergibili H
6 e Marcantonio
Colonna,
per un pattugliamento idrofonico in posizione 44°11’ N e 09°10’
E.
15
febbraio 1942
Rientra
a La Spezia alle 8.30, dopo aver percorso 88,7 miglia senza avvistare
niente.
17
febbraio 1942
Uscita
da La Spezia dalle 9.05 alle 11.40, al comando del tenente di
vascello Gaetano Iaccarino, per prove della girobussola. Percorse due
miglia.
18
febbraio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.15 alle 12.35, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 25 miglia.
19
febbraio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 14.45 alle 16.45, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 1,8 miglia.
20
febbraio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 15.55, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 25,5 miglia.
24
febbraio 1942
Uscita
da La Spezia per prove in mare dalle 12.56 alle 15.22, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 23 miglia.
26
febbraio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.15 alle 17.30, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme al sommergibile
tascabile CB 1 e
con la scorta dei MAS 505
e 525.
Percorse 32 miglia.
28
febbraio 1942
Salpa
da La Spezia alle 20.50, al comando del tenente di vascello
Iaccarino, per un pattugliamento difensivo in 44°11’ N e 08°43’
E (nel Golfo di Genova) insieme ai sommergibili H
6 e Francesco
Rismondo,
ma deve abbandonare la missione a causa di avarie al motore diesel di
dritta.
1°
marzo 1942
Arriva
a Savona alle 11.15, dopo aver percorso 42,5 miglia. Riparte alle
11.30 diretto a La Spezia.
2
marzo 1942
Arriva
a La Spezia alle 17.30, dopo aver percorso 68 miglia.
4
marzo 1942
Uscita
da La Spezia per prove in mare dalle 9.05 alle 14.15, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 47 miglia.
5
marzo 1942
Uscita
da La Spezia per prove in mare dalle 13.50 alle 16.30, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 23 miglia.
6
marzo 1942
Lascia
La Spezia alle 11.50, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino, per trasferirsi a Livorno, dove giunge alle 17.15, dopo
aver percorso 49,5 miglia.
7
marzo 1942
Salpa
alle 22 da Livorno, al comando del tenente di vascello Iaccarino, per
un pattugliamento idrofonico, ma rientra già alle 23.30, dopo aver
percorso solo tre miglia.
10
marzo 1942
Uscita
da Livorno per esercitazione dalle 9.20 alle 17.45, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 35 miglia.
11
marzo 1942
Lascia
Livorno alle 7.05, al comando del tenente di vascello Iaccarino, per
trasferirsi a La Spezia, dove giunge a mezzogiorno, dopo aver
percorso 49 miglia.
13
marzo 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.05 alle 15.38, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta del Crotone
e della torpediniera Giacinto
Carini.
Percorse 26 miglia.
17
marzo 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.25 alle 16.35, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta di Capodistria
e Sant’Antioco.
Percorse 22 miglia.
20
marzo 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.39 alle 16.55, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta del MAS
509.
Percorse 19 miglia.
25
marzo 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 18.53, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta di Crotone
e Capodistria.
Percorse 21,5 miglia.
27
marzo 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 14.30, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme al sommergibile
Antonio
Bajamonti
e con la scorta del Crotone.
Percorse 21,8 miglia.
31
marzo 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 17.05, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta del Crotone.
Percorse 39,5 miglia.
8
aprile 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 18.32, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme all’H
1 e con la scorta del
Crotone.
Percorse 57 miglia.
13
aprile 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9.03 alle 13.25, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta della Carini.
Percorse 19,8 miglia.
16
aprile 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 15.40, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta del Crotone.
Percorse 29,6 miglia.
21
aprile 1942
Salpa
da La Spezia alle 23.55, al comando del tenente di vascello Gaetano
Iaccarino, per un pattugliamento difensivo nel Golfo di Genova, in
posizione 44°11’ N e 08°43’ E, insieme ai sommergibili H
1 e Rismondo.
23
aprile 1942
Rientra
a La Spezia alle 9.15, dopo aver percorso 185,9 miglia.
29
aprile 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 11.45 alle 17.25, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 31 miglia.
30
aprile 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 13.10 alle 16.50, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino, insieme a H
1 e H
6 e con la scorta del MAS
501.
Percorse 23 miglia.
3
maggio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 10.05 alle 16.10, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 30,8 miglia.
5
maggio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 5.25 alle 13.30, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 36,3 miglia.
8
maggio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle dieci alle 15.55, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta del
cacciatorpediniere Nicoloso
Da
Recco.
Percorse 29,7 miglia.
20
maggio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 16.20, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino ed insieme ai sommergibili
Cobalto
e Rismondo.
Percorse 37 miglia.
21
maggio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.40 alle 12.55, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino ed insieme ad H
1 e H
6, con la scorta del MAS
509.
Percorse 18 miglia.
22
maggio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.45 alle 11.45, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 26,5 miglia.
25
maggio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 12.45, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino e con la scorta della
torpediniera Giuseppe
La
Masa,
del rimorchiatore Mesco
e della cannoniera Rimini.
Percorse 24,8 miglia.
26
maggio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.28 alle 16.24, al comando del
tenente di vascello Gaetano Iaccarino. Percorse 31,2 miglia.
28
maggio 1942
Il
tenente di vascello Iaccarino cede il comando dell’H
4 al parigrado Giuseppe
Simonetti, 34 anni, da Marciana Marina.
30
maggio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 13.45 alle 18.06, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 18,4 miglia.
4
giugno 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.35 alle 17.28, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 38,5 miglia.
7
giugno 1942
Uscita
da La Spezia dalle 13.50 alle 19.03, al comando del tenente di
vascello Giuseppe Simonetti, per prove dell’ecogoniometro con il
cacciatorpediniere Vincenzo
Gioberti.
Percorse 21,1 miglia.
12
giugno 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 13.30, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 27,2 miglia.
19
giugno 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.40 alle 12.28, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 20 miglia.
22
giugno 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 12.05 alle 18.03, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 26,9 miglia.
24-25
giugno 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 20 del 24 alle 00.33 del 25, al
comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 29
miglia.
26
giugno 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 13.40, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 26,5 miglia.
29-30
giugno 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 22.40 del 29 alle 5.35 del 30,
al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 24
miglia.
30
giugno 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 13.30 alle 18.10, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 15,7 miglia.
2
luglio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.40 alle 15.43, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 24 miglia.
11
luglio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 10.50 alle 12.12, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 4,3 miglia.
13
luglio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle sette alle 12.37, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti, insieme alla torpediniera
Procione.
Percorse 22,9 miglia.
16
luglio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 13.01, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 29,7 miglia.
21
luglio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 13.10 alle 17.45, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 23,5 miglia.
|
L’H 2 in Tirreno nel 1942 (Coll. Maurizio Brescia, via www.betasom.it) |
23-29
luglio 1942
Ai
lavori in bacino a La Spezia.
31
luglio 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.43 alle 11.55, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 23,2 miglia.
5
agosto 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.05 alle 16.55, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 30 miglia.
10
agosto 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.30 alle 12.43, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 31,8 miglia.
11
agosto 1942
Salpa
da La Spezia alle 23.55 per un pattugliamento difensivo, al comando
del tenente di vascello Giuseppe Simonetti; deve formare uno
sbarramento contro una forza navale britannica proveniente da ovest,
insieme a H 1,
H 6,
Bajamonti
e Rismondo.
Come
nel caso di "Halberd" e "Style" l’anno
precedente, lo schieramento dei sommergibili in Mar Ligure ha scopo
meramente precauzionale; in realtà, la forza navale britannica
proveniente da Gibilterra è diretta a Malta, di scorta al grosso
convoglio "Pedestal" carico di rifornimenti essenziali per
la sopravvivenza dell’isola. (E questa volta, a differenza che con
"Halberd" e "Style", i sommergibili schierati nel
Mediterraneo centrale riusciranno a cogliere notevoli successi contro
il convoglio britannico).
14
agosto 1942
Rientra
a La Spezia alle 19.10, dopo aver percorso 309,2 miglia, al termine
di una missione priva di eventi di rilievo.
18
agosto 1942
Salpa
da La Spezia all’1.30, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Simonetti, per formare uno sbarramento difensivo in 44°11’ N e
08°56’ E insieme a H 1,
H 6
e Bajamonti.
Alle
17 dello stesso giorno viene però richiamato alla base, dove giunge
alle 22, dopo aver percorso 117,4 miglia.
21
agosto 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.07 alle 12.20, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 21,6 miglia.
24
agosto 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.58 alle 11.05, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 20,2 miglia.
28
agosto 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle sette alle 12.45, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 27,9 miglia.
1°
settembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle sette alle 12.55, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 22,5 miglia.
7
settembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 12.05 alle 17.15, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 21 miglia.
11
settembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.40 alle 12.22, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 21,7 miglia.
19
settembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 17.37, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti e con la scorta dei
cacciasommergibili VAS
218,
VAS
221
e VAS
226.
Percorse 35,3 miglia.
21
settembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.15 alle 17.44, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 54 miglia.
3
ottobre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.45 alle 15.10, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 32,8 miglia.
6
ottobre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.02 alle 12.52, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 30,5 miglia.
8
ottobre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7 alle 16.30, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 48,5 miglia.
13
ottobre 1942
Uscita
per esercitazione da La Spezia, insieme all’H
6 ed al ben più moderno
sommergibile Ambra,
con la scorta del MAS
556.
14
ottobre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.22 alle 16.45, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 56 miglia.
16
ottobre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 13.39 alle 19.35, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 35 miglia.
21
ottobre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.22 alle 19.10, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 62 miglia.
23
ottobre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 10.55 alle 18.40, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 40 miglia.
26
ottobre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.10 alle 12.35, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 29 miglia.
4
novembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 17.22, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 47 miglia.
8
novembre 1942
Salpa
da La Spezia all’una di notte, al comando del tenente di vascello
Giuseppe Simonetti, per un pattugliamento difensivo nel Golfo di
Genova, insieme a H 1,
H 6
e Bajamonti.
11
novembre 1942
Rientra
a La Spezia alle 11.50, dopo aver percorso 392,6 miglia senza
avvistare niente.
13
novembre 1942
Lascia
La Spezia alle 7.55, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Simonetti, per trasferirsi a La Maddalena insieme all’H
1.
14
novembre 1942
Arriva
a La Maddalena alle 10.55, dopo aver percorso 201 miglia.
22
novembre 1942
Lascia
La Maddalena alle 17, al comando del tenente di vascello Giuseppe
Simonetti, per tornare a La Spezia.
23
novembre 1942
Arriva
a La Spezia alle 17, dopo aver percorso 201 miglia.
27
novembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 17.30, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 49 miglia.
5
dicembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 12.55, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 24,5 miglia.
10
dicembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 17.05, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 29,2 miglia.
17
dicembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.05 alle 15.15, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 35,7 miglia.
19
dicembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.03 alle 16.43, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 40,5 miglia.
23
dicembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 16.10, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 37,5 miglia.
26
dicembre 1942
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.27 alle 13.07, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 29 miglia.
2
gennaio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 12.45, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 19 miglia.
3
gennaio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.45 alle 12.15, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse otto miglia.
5
gennaio 1943
Il
tenente di vascello Simonetti viene sostituito al comando dell’H
4 dal parigrado Augusto
Marraccini, 29 anni, da Rocca San Casciano.
8
gennaio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.35 alle 17.15, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 34 miglia.
13
gennaio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 16.45, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 32 miglia.
15
gennaio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 10.15 alle 14.10, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 24 miglia.
19
gennaio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.10 alle 18.10, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 37 miglia.
22
gennaio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 16.49, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 31,5 miglia.
27
gennaio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 16.35, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 31 miglia.
29
gennaio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 15.20, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 29 miglia.
1°
febbraio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.22 alle 15.10, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 35,7 miglia.
4
febbraio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.30 alle 12.15, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 12 miglia.
10
febbraio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.35 alle 13.30, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 22,8 miglia.
15
febbraio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 17.25, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 24,7 miglia.
20
febbraio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.30 alle 13.20, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 16,8 miglia.
24
febbraio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9.45 alle 16, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 19,9 miglia.
3
marzo 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 17, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 23,5 miglia.
8
marzo 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 14 alle 17.30, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 17 miglia.
10
marzo 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.25 alle 16, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 15 miglia.
15
marzo 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 12.45 alle 18.27, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 17 miglia.
17
marzo 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 17.27, al comando del
tenente di vascello Augusto Marraccini. Percorse 17 miglia.
19
marzo 1943
Lascia
La Spezia alle 7.30, al comando del tenente di vascello Augusto
Marraccini, per trasferirsi a Genova, dove dovrà sottoporsi ad un
periodo di lavori. Arriva a Genova alle 15, dopo aver percorso 55,25
miglia.
27
marzo 1943
Il
tenente di vascello Marraccini cede il comando dell’H
4 al ventottenne
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio.
|
Il tenente di vascello Luigi Ginocchio, qui a bordo del Luigi Settembrini negli anni Trenta (g.c. Giovanni Pinna) |
27
aprile 1943
Uscita
da Genova per prove in mare dalle 9.55 alle 16.45, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 35 miglia.
1°
maggio 1943
Lascia
Genova alle 9.45, al comando del sottotenente di vascello Luigi
Ginocchio, per trasferirsi a La Spezia, dove arriva alle 15, dopo
aver percorso 46 miglia.
10
maggio 1943
Salpa
da La Spezia alle 18.30 per un pattugliamento idrofonico, al comando
del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio.
11
maggio 1943
Rientra
a La Spezia alle 7.50, dopo aver percorso 73 miglia.
13
maggio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.10 alle 17.20, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 48 miglia.
14
maggio 1943
Salpa
da La Spezia alle 18 per un pattugliamento idrofonico, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio.
15
maggio 1943
Rientra
a La Spezia alle 8.07, dopo aver percorso 74 miglia.
18
maggio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.10 alle 18.18, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 51 miglia.
20
maggio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 9.30 alle 15.12, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 29 miglia.
22
maggio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.10 alle 14.45, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 25 miglia.
27
maggio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.17 alle 20.57, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 63 miglia.
29
maggio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.02 alle 13.17, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 32 miglia.
31
maggio-1° giugno 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 16.30 del 31 maggio alle 9.27
del 1° giugno, al comando del sottotenente di vascello Luigi
Ginocchio. Percorse 108 miglia.
2
giugno 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.35 alle 21.22, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 62 miglia.
4
giugno 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.39 alle 21.35, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 89 miglia.
11
giugno 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 10.02 alle 12.50, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 12 miglia.
12
giugno 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 8.43 alle 16.50, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 35 miglia.
14
giugno 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.10 alle 14.45, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 47 miglia.
19
giugno 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.30 a mezzogiorno, al comando
del sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 31,5 miglia.
21
giugno 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 12.05, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 32,5 miglia.
23
giugno 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.09 alle 14.04, al comando del
sottotenente di vascello Luigi Ginocchio. Percorse 30 miglia.
26
giugno 1943
Il
sottotenente di vascello Ginocchio viene rilevato al comando dell’H
4 dal tenente di vascello
Giuseppe Simonetti, 35 anni, da Marciana Marina.
4
luglio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 10.35 alle 15.05, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 18,5 miglia.
5
luglio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.05 alle 17.05, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 30 miglia.
8
luglio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.20 alle 9.23, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 13,5 miglia.
9
luglio 1943
Salpa
da La Spezia alle 18.30 per un pattugliamento idrofonico, al comando
del tenente di vascello Giuseppe Simonetti.
10
luglio 1943
Rientra
a La Spezia alle 6.55, dopo aver percorso 64 miglia.
13
luglio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle otto alle 15, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 84 miglia.
14
luglio 1943
Salpa
da La Spezia alle 18.52 per un pattugliamento idrofonico, al comando
del tenente di vascello Giuseppe Simonetti.
15
luglio 1943
Rientra
a La Spezia alle 8.36, dopo aver percorso 79 miglia.
16
luglio 1943
Uscita
da La Spezia per prove della girobussola dalle 13.40 alle 17.31, al
comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 3,5
miglia.
19
luglio 1943
Salpa
da La Spezia alle 18.15 per un pattugliamento idrofonico, al largo
del tenente di vascello Giuseppe Simonetti.
20
luglio 1943
Rientra
a La Spezia alle 2.31, dopo aver percorso 54 miglia.
22
luglio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.10 alle 14.50, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti. Percorse 31 miglia.
29-30
luglio 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 14.50 del 29 alle 7.45 del 30,
al comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti, insieme al
Rismondo ed alla cannoniera Zagabria. Percorse 52 miglia.
25
agosto 1943
Salpa
da La Spezia alle 15.10 per un pattugliamento idrofonico, al comando
del tenente di vascello Giuseppe Simonetti.
26
agosto 1943
Rientra
a La Spezia alle 6.50.
28
agosto 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 6.35 alle 12.50, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti.
30
agosto 1943
Uscita
da La Spezia per esercitazione dalle 7.45 alle 16.50, al comando del
tenente di vascello Giuseppe Simonetti.
31
agosto 1943
Assume
il comando dell’H 4
il capitano di corvetta Francesco Pedrotti, 32 anni, da Genova.
|
Il tenente di vascello Francesco Pedrotti (g.c. Giovanni Pinna) |
7
settembre 1943
Salpa
da La Spezia alle 17.15, al comando del capitano di corvetta
Francesco Pedrotti, per trasferirsi ad Ajaccio.
Insieme
ad esso partono per la Corsica anche i gemelli H
1 (tenente di vascello
Antonio Marracini), H
2 (tenente di vascello
Antonio Canezza) e H
6 (tenente di vascello
Paolo Scrobogna) ed il sommergibile ex jugoslavo Francesco
Rismondo
(tenente di vascello Mario Priggione): l’ordine è stato impartito
da Supermarina nel pomeriggio, a seguito dell’avvistamento della
forza navale statunitense diretta a Salerno per effettuarvi lo sbarco
(Operazione «Avalanche»); dalle basi corse i sommergibili dovranno
poi proseguire verso la zona di Salerno, per contrastarvi l’imminente
sbarco Alleato.
Per altra fonte tale trasferimento è disposto
da Supermarina in vista dell’imminente annuncio dell’armistizio
tra l’Italia e gli Alleati, per spostare questi sommergibili da La
Spezia e sottrarli così alla cattura da parte dei tedeschi che
certamente occuperanno la base ligure.
8
settembre 1943
Arriva
ad Ajaccio alle 13.30, dopo aver percorso 160 miglia. Contestualmente
giungono ad Ajaccio anche H
1 e H
2, mentre H
6 e Rismondo
raggiungono Bonifacio.
Poche
ore dopo, la radio dà l’annuncio della firma a Cassibile
dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati. Dopo il proclama di
Badoglio il comandante Pedrotti, che è anche il caposquadriglia,
raduna gli equipaggi dei tre "H", mantenendo la calma e la
disciplina, in attesa di ordini sul da farsi.
11
settembre 1943
Alle
00.30, arrivati gli ordini, il comandante Pedrotti fa imbarcare il
personale della «MariSezSom Ajaccio» sull’H
4 e sui due gemelli,
poi ordina che i tre sommergibili lascino Ajaccio diretti a
Portoferraio. Così avviene: mezz’ora dopo mezzanotte i tre
battelli partono per l’Isola d’Elba.
Alle dieci del
mattino H 4 ed H
2, in navigazione in
immersione a venti metri di profondità, si urtano al largo di Capo
Corso, ma nessuno dei due battelli subisce danni di rilievo.
12
settembre 1943
Alle
8.10 l’H 4 giunge
a Portoferraio dopo aver percorso 170 miglia; nelle ore successive
arrivano in porto anche i due gemelli. Qui i tre sommergibili
sbarcano il personale della MariSezSom Ajaccio e si aggregano alla
flottiglia di unità sottili confluita all’Elba agli ordini degli
ammiragli Amedeo Nomis di Pollone ed Aimone di Savoia-Aosta: ne fanno
parte un totale di undici torpediniere (Impavido,
Indomito,
Aliseo,
Ardito,
Animoso,
Ardimentoso,
Fortunale,
Calliope,
Antonio
Mosto,
Nicola
Fabrizi,
Giacinto
Carini),
cinque corvette (Ape,
Folaga,
Danaide,
Minerva,
Cormorano),
cinque sommergibili (Axum,
Filippo
Corridoni
ed i tre “H”) ed una quindicina di unità minori (la
motosilurante MS
55,
i MAS
544 e 551,
il rimorchiatore militare Porto
Palo,
due cannoniere ed una decina di vedette antisommergibili VAS),
affluite dai porti di La Spezia, Genova, Lerici, Bastia, La
Maddalena, Ajaccio, Gaeta e Pozzuoli.
Insieme
a questa flottiglia, alle 21.05 l’H
4 riparte diretto a
Palermo, in mano agli Alleati, come da ordini ricevuti.
14
settembre 1943
Alle
3.15, sessanta miglia a sudovest di Punta Guardia e ad un’ottantina
di miglia da Palermo, l’H
4 avvista un aereo che
viene identificato come un bombardiere tedesco Dornier 215, in volo a
100-200 metri di quota ad un migliaio di metri di distanza; l’aereo
attacca l’H 4
mitragliandolo e sganciando quattro bombe, che per fortuna lo
mancano.
In
realtà l’attaccante non è tedesco, ma statunitense: il B-24
“Liberator” 'Q' del 1st
USAAF Anti-Submarine Squadron (480th
Anti-Submarine Group), decollato da Protville (Tunisia) e pilotato
dal tenente H. S. Cantrell, che ha sganciato sei (e non quattro)
bombe di profondità per poi abbandonare l’attacco avendo
identificato il suo bersaglio come italiano.
Alle
19.30 l’H 4
giunge a Palermo dopo aver percorso 330 miglia. Contestualmente
arrivano in porto anche i due gemelli ed il resto della flottiglia di
Nomis di Pollone.
Qui
le navi italiane sostano per alcuni giorni, risultando un incomodo
non da poco per i locali comandi statunitensi; il comandante della
locale base della US Navy, capitano di vascello Leonard Doughty,
annuncerà ai suoi superiori l’arrivo della flottiglia di Nomis di
Pollone parafrasando sarcasticamente il messaggio inviato in
precedenza dall’ammiraglio Andrew Browne Cunningham (capo di Stato
Maggiore della Royal Navy e comandante in capo della Mediterranean
Fleet britannica) relativamente all’arrivo a Malta della flotta da
battaglia italiana in seguito all’armistizio (“Mi compiaccio di
informare le loro signorie che la flotta italiana è all’ancora
sotto i cannoni della fortezza di Malta”): “Mi compiaccio di
informare le loro signorie che Palermo è sotto i cannoni di una
flotta italiana”.
L’ammiraglio Cunningham ha già deciso di
utilizzare le siluranti italiane per la scorta ai convogli Alleati
nel Mediterraneo, in modo da liberare un eguale numero di siluranti
angloamericane per altri impieghi; non avendo però ancora concordato
tale collaborazione con l’ammiraglio Raffaele De Courten (capo di
Stato Maggiore della Marina italiana) e non essendo del tutto certo
della realizzabilità di un accordo del genere con l’ex nemico,
decide per il momento di trasferire le navi di Nomis di Pollone a
Malta (dove già è confluito, in base alle disposizioni
armistiziali, il grosso della flotta italiana), dove potrà, nel
peggiore dei casi, impossessarsene con la forza qualora non
risultasse possibile raggiungere un accordo per il loro
utilizzo.
Incontrati i due ammiragli italiani a bordo
dell’Aliseo
(nave ammiraglia di Nomis di Pollone), il capitano di vascello
Doughty e due suoi sottoposti organizzano il rifornimento delle navi
italiane con provviste e medicinali, in modo da consentirne la
prosecuzione verso Malta.
|
Sommergibili italiani a Sliema (Marsa Muscetto, Malta) nella terza decade del settembre 1943: l’H 4 è il primo da sinistra della seconda fila (g.c. STORIA militare) |
15
settembre 1943
Durante
la sosta a Palermo, il capitano di corvetta Pedrotti cede il comando
dell’H 4
al tenente di vascello Enrico Beverini, 42 anni, da La Spezia.
19
settembre 1943
La
flottiglia di Nomis di Pollone inizia a lasciare Palermo all’alba
del 19. Al comando del tenente di vascello Enrico Beverini, l’H
4 lascia Palermo alle 21.40
per trasferirsi a Malta, come stabilito dalle condizioni
d’armistizio. Insieme ad esso partono per Malta altri cinque
sommergibili (H 1 e H
2, Filippo
Corridoni, Nichelio ed Axum)
e diverse navi di superficie (le
torpediniere Aliseo, Animoso, Ardimentoso, Ariete, Calliope, Fortunale, Indomito ed Antonio Mosto,
le corvette Ape, Cormorano, Danaide, Gabbiano, Minerva e Pellicano,
il cacciasommergibili ausiliario AS
121 Regina Elena,
le motosiluranti MS
35, MS
55 e MS
64, i
cacciasommergibili VAS
201, VAS
204, VAS
224, VAS
233, VAS
237, VAS
240, VAS
241, VAS
246 e VAS
248).
L’H 4
naviga di conserva con l’Axum
e la scorta delle torpediniere Nicola
Fabrizi
e Giacinto
Carini
e del rimorchiatore Liscanera.
21 settembre
1943
Arriva a Malta
alle 11.30, dopo 240 miglia di navigazione, andandosi ad ormeggiare
nella baia di San Paolo.
2
ottobre 1943
Lascia
St. Paul’s Bay e si trasferisce nella baia di Sliema, dove entra
tre ore più tardi, dopo aver percorso 25 miglia, passando con altri
dieci sommergibili (Alagi, Brin, Galatea, H
1, H
2, Jalea, Menotti, Onice, Squalo, Zoea)
alle "dipendenze" della nave appoggio idrovolanti Giuseppe
Miraglia.
Vi rimarrà per i successivi dieci mesi (secondo una fonte, durante
la permanenza a Malta l’H
4 avrebbe svolto attività
addestrativa a beneficio dei mezzi aeronavali antisommergibili
britannici).
(Altre
fonti affermano che l’H
4 sarebbe rientrato in
Italia già il 13 ottobre, con un gruppo di altri sommergibili –
tra cui H 1 e H
2 – ed unità
sottili, ma si tratta evidentemente di un errore; parimenti erronea è
la notizia dell’impiego in quattro missioni di trasporto, riportata
dal sito U-Historia).
5
ottobre 1943
Il
tenente di vascello Beverini cede il comando dell’H
4 al sottotenente di
vascello Luciano Barca (22 anni, da La Spezia), già comandante in
seconda dell’H 2.
|
Il tenente di vascello Luciano Barca (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondo Luciano Barca) |
1°
novembre 1943
Il
sottotenente di vascello Barca viene avvicendato al comando dell’H
4 dal tenente di vascello
Antonio Canezza (36 anni, da Bogliasco), già suo superiore come
comandante dell’H 2.
22
maggio 1944
Il
tenente di vascello Canezza lascia il comando dell’H
4, che viene nuovamente
assunto dal tenente di vascello Enrico Beverini.
16
luglio 1944
Altro
cambio di comando, sempre mentre il battello si trova a Malta: il
comando passa al tenente di vascello Giovanni Febbraro, 31 anni, da
Roma.
|
Il tenente di vascello Giovanni Febbraro (g.c. Giovanni Pinna) |
6
agosto 1944
Il
tenente di vascello Febbraro lascia il comando dell’H
4 al parigrado Antonio
Canezza, che già lo aveva tenuto mesi prima.
9
agosto 1944
Al
comando del tenente di vascello Antonio Canezza, alle 19.10 l’H
4 lascia finalmente Malta
per fare ritorno in Italia, a rimorchio della torpediniera Giuseppe
Cesare
Abba
ed insieme al sommergibile Otaria
(che però se ne separa successivamente per dirigere su Augusta).
11
agosto 1944
Arriva
a Taranto alle 11.35, dopo aver percorso 360 miglia.
Vi
rimane poi in riserva fino alla fine della guerra, il che non gli
impedisce di cambiare di nuovo comandante a più riprese: dapprima,
per la terza volta, il tenente di vascello Beverini (dal 16 agosto al
10 ottobre 1944), poi il capitano di corvetta Leone Monteleoni (altra
vecchia conoscenza dell’H
4, anche lui al suo terzo
periodo di comando di questo battello: dall’11 ottobre al 30
novembre 1944), infine il tenente di vascello Luigi De Ferrante (dal
30 novembre 1944 all’agosto 1945).
(Altra
fonte afferma che dopo un turno di lavori a Taranto nell’agosto
1944, l’H 4
avrebbe effettuato missioni difensive e di ascolto idrofonico nel
Golfo di Taranto fino alla fine delle ostilità, per poi essere posto
in disarmo).
23
marzo 1947 o 1° febbraio 1948
Radiato
dai quadri del naviglio militare, come da disposizioni del trattato
di pace, ed avviato alla demolizione.
|
Un’altra
immagine dell’H 4 (da “L’arma subacquea italiana dalle
origini alla prima guerra mondiale” di Alessandro Turrini, via
www.betasom.it) |
L'H 4 su Uboat.net
I sommergibili classe H su Betasom
I sommergibili classe H su Grupsom
The Subterfuge Submarines
L'H 4 su U-Historia
I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre 1945
I sommergibili in Mediterraneo, volume II
Lastra ai caduti sui sommergibili, Maribase Brindisi
L’impegno navale italiano durante la guerra civile spagnola