Il Diaspro in allestimento a Trieste, in una fotografia datata 31 agosto 1936 (da “Gli squali dell’Adriatico. Monfalcone e i suoi sommergibili nella storia navale italiana” di Alessandro Turrini, via Marcello Risolo e www.naviearmatori.net) |
Sommergibile di piccola crociera della classe Perla
(dislocamento di 680 tonnellate in superficie, 844 in immersione).
Durante il conflitto 1940-1943 effettuò 53 missioni di
guerra, di cui 30 offensive/esplorative e 23 di trasferimento, percorrendo
22.345 miglia in superficie e 3057 in immersione e trascorrendo 806 giorni in
mare; nei primi due anni di guerra operò quasi esclusivamente nel Canale di
Sardegna, mentre dal 1° aprile al 10 settembre 1942 svolse 32 uscite addestrative
per gli allievi della Scuola Sommergibili di Pola, per poi tornare al servizio
“di prima linea” nel Mediterraneo occidentale. Nel periodo della cobelligeranza
effettuò 59 missioni (48 delle quali per esercitazione) percorrendo 4030
miglia; dal marzo 1944 all’aprile 1945 svolse attività addestrativa per le navi
italiane tra Brindisi e Taranto (trovando anche il tempo, nell’agosto 1944, per
una missione speciale di sbarco di agenti Alleati nelle Isole Ionie), e nell’aprile-maggio
1945 fece lo stesso a Malta, effettuando 17 missioni addestrative per le navi
antisommergibili Alleate.
Breve
e parziale cronologia.
21
o 29 settembre 1935
Impostazione presso i Cantieri Riuniti dell’Adriatico di
Monfalcone (numero di costruzione 1142).
5
luglio 1936
Varo presso i Cantieri Riuniti dell’Adriatico di
Monfalcone.
22
agosto 1936
Entrata in servizio.
27
settembre 1936
Posto alle dipendenze di Maricosom ed assegnato alla
XXXV Squadriglia Sommergibili di Messina (per altra fonte sarebbe stato
assegnato inizialmente alla XVII Squadriglia Sommergibili, come unità
caposquadriglia, passando alla XXXV soltanto nel 1938). Negli anni successivi
effettua crociere addestrative annuali in Mediterraneo.
12
febbraio 1937
Al
comando del capitano di corvetta Angelo Lo Schiavo, il Diaspro prende il mare per svolgere
una missione clandestina in acque spagnole, in appoggio alle forze franchiste,
durante la guerra civile in Spagna.
È in corso la prima campagna subacquea italiana della
guerra di Spagna, che ha visto l’impiego in totale di 36 sommergibili nell’arco
di tre mesi (a partire dal novembre 1936) allo scopo di ostacolare l’afflusso
di rifornimenti verso i porti controllati dai repubblicani; campagna condotta
clandestinamente, non essendovi uno stato di guerra tra l’Italia e la
Repubblica spagnola, tanto che i sommergibili che vi partecipano devono
rimuovere da scafi e torrette nomi e lettere identificative, non mostrare mai
la bandiera e condurre gli attacchi in modo da non essere riconosciuti come
italiani, anche se la loro nazionalità diverrà comunque ben presto nota a tutti
(ma non verrà ufficialmente ammessa dalle autorità di Francia e Regno Unito,
desiderose di non incrinare ulteriormente i rapporti con l’Italia). Tuttavia
proprio ad inizio febbraio, in seguito all’arrivo in Spagna dei reparti
italiani del Corpo Truppe Volontarie ed alla presa di Malaga (in cui le truppe
italiane hanno avuto un ruolo determinante), la posizione internazionale
dell’Italia si è fatta complicata, con il coinvolgimento diretto nel conflitto
interno alla Spagna; Mussolini teme che la prosecuzione della campagna
subacquea possa aggravare la crisi internazionale scatenata dal conflitto e
portare potenzialmente ad un allargamento della guerra ad altri Paesi, e compromettere
il processo di distensione dei rapporti tra Italia e Regno Unito, deterioratisi
da tempo in seguito alla guerra d’Etiopia, per il quale da inizio dicembre sono
stati avviati colloqui con il governo britannico. Tali colloqui hanno portato
alla firma di un “accordo tra gentiluomini” il 2 gennaio 1937, con cui il Regno
Unito si impegna a promuovere presso la Società delle Nazioni il riconoscimento
della sovranità italiana sull’Etiopia, in cambio dell’impegno da parte italiana
a ritirare tutte le proprie truppe dalla Spagna a guerra finita, e della
garanzia dell’assenza di mire espansionistiche italiane in terra iberica;
Mussolini non desidera mettere a repentaglio questo ritrovato, vantaggioso
equilibrio. Inoltre, sono a buon punto le trattative per il raggiungimento di
un accordo tra le grandi potenze per il non intervento in Spagna, ed in
particolare per l’istituzione di un sistema di blocco volto ad impedire
l’afflusso di armi e volontari ad entrambe le fazioni in lotta (tale accordo
sarà raggiunto il 22 febbraio 1937, con l’affidamento ad Italia e Germania del
controllo del traffico marittimo al largo delle coste sotto controllo
repubblicano ed a Francia e Regno Unito di quello che si svolge al largo delle
coste sotto controllo nazionalista), che renderebbe superfluo il blocco dei porti
repubblicani attuato dai sommergibili italiani. Per queste ragioni, Mussolini
decide di sospendere l’attività subacquea italiana nelle acque spagnole; il Diaspro, al pari di altri sommergibili
da poco partiti, viene richiamato alla base prima ancora di raggiungere il
settore assegnato per l’agguato.
14
febbraio 1937
Rientra alla base.
5
maggio 1937
A Napoli il cardinale Alessio Ascalesi benedice la
bandiera di combattimento del Diaspro,
offerta dai premarinari (i ragazzi che frequentano il corso premilitare della
Marina); madrina della bandiera è la madre della medaglia d’oro Tommasi.
17
giugno 1937
Il Diaspro
partecipa alle ricerche del capo silurista di seconda classe Giuseppe Bonelli,
trascinato in mare da un’onda dalla coperta del sommergibile Medusa (tenente di
vascello Fausto Sestini) durante un’esercitazione al largo di Trapani. Le
ricerche proseguono per tutto il 17 giugno ed anche il giorno seguente, ma
senza successo.
5 agosto
1937
Inquadrato nel III Grupsom di Messina ed al comando del
capitano di corvetta Giuseppe Mellina, il Diaspro
salpa da Trapani per un pattugliamento a nord di Capo Bon, nel Canale di
Sicilia, a contrasto del contrabbando di rifornimenti verso i porti della
Spagna repubblicana, durante la guerra civile spagnola.
Nell’agosto 1937 Mussolini ha deciso di lanciare una
seconda campagna subacquea a sostegno delle forze spagnole nazionaliste su
richiesta di Francisco Franco, in risposta all’incremento del flusso di
rifornimenti dall’Unione Sovietica alla Spagna repubblicana, lungo la rotta
Sebastopoli-Cartagena. Il 3 agosto Franco ha chiesto urgentemente a Mussolini
di usare la sua flotta per fermare un grosso “convoglio” sovietico appena
partito da Odessa e diretto nei porti repubblicani; sulle prime era previsto il
solo impiego di sommergibili, ma Franco è riuscito a convincere Mussolini ad
impiegare anche le navi di superficie. Nel suo telegramma Franco afferma: «Tutte le informazioni degli ultimi giorni
concordano nell’annunciare un aiuto possente della Russia ai rossi, consistente
in carri armati, dei quali 10 pesanti, 500 medi e 2 000 leggeri, 3 000
mitragliatrici motorizzate [sic], 300 aerei e alcune decine di mitragliatrici
leggere, il tutto accompagnato da personale e organi del comando rosso [si
trattava, in realtà, di una grossolana esagerazione]. L’informazione sembra esagerata, poiché le cifre devono superare la
possibilità di aiuto di una sola nazione. Ma se l’informazione trovasse
conferma, bisognerebbe agire d’urgenza e arrestare i trasporti al loro
passaggio nello stretto a sud dell’Italia e sbarrare la rotta verso la Spagna.
Per far ciò, bisogna, o che la Spagna sia provvista del numero necessario di
navi o che la flotta italiana intervenga ella stessa. Un certo numero di
cacciatorpediniere operanti davanti ai porti e alle coste dell’Italia potrebbe
sbarrare la rotta del Mediterraneo ai rinforzi rossi: la cattura potrebbe
essere effettuata da navi battenti apertamente bandiera italiana, aventi a
bordo un ufficiale e qualche soldato spagnolo, che isserebbero la bandiera
nazionalista spagnola al momento stesso della cattura. Invierò d’urgenza
un rappresentante a Roma per negoziare questo importante affare. Nell’intervallo,
e per impedire l’invio delle navi che saranno già in rotta per la Spagna, prego
il governo italiano di sorvegliare e segnalare la posizione e la rotta delle
navi russe e spagnole che lasciano Odessa. Queste navi devono essere
sorvegliate e perquisite da cacciatorpediniere italiani che segnaleranno la
loro posizione alla nostra flotta. Vogliate trasmettere in tutta urgenza
al Duce e a Ciano l’informazione di cui sopra e la nostra richiesta, unita
all’assicurazione dell’indefettibile amicizia e della riconoscenza del
generalissimo alla nazione italiana».
Mussolini ha pertanto ordinato alla Marina di bloccare
il Canale di Sicilia, per impedire l’invio di rifornimenti dall’Unione
Sovietica (Mar Nero) alle forze repubblicane spagnole.
Il blocco navale viene ordinato da Marina Roma il 7
agosto ed ha inizio due giorni più tardi; oltre ai sommergibili, inviati sia al
largo dei Dardanelli che lungo le coste della Spagna, prendono il mare gli
incrociatori Diaz e Cadorna, otto cacciatorpediniere ed
altrettante torpediniere che si posizionano nel Canale di Sicilia e lungo le
coste del Nordafrica francese. Cacciatorpediniere e torpediniere operano in
cooperazione con quattro sommergibili (tra cui il Diaspro) ed un sistema di esplorazione aerea a maglie strette
(idrovolanti dell’83° Gruppo Ricognizione Marittima, di base ad Augusta) e sono
alle dipendenze dell’ammiraglio di divisione Riccardo Paladini, comandante
militare marittimo della Sicilia, cui è affidata la direzione del dispositivo
di sbarramento; successivamente verranno avvicendati da altre siluranti e dalla
IV Divisione Navale (incrociatori leggeri Armando Diaz, Alberto Di
Giussano, Luigi Cadorna, Bartolomeo Colleoni). Sono
complessivamente ben 40 le navi mobilitate per il blocco: i quattro
incrociatori della IV Divisione, l’esploratore Aquila, dieci cacciatorpediniere (Freccia, Dardo, Saetta, Strale, Fulmine, Lampo, Espero, Borea, Ostro e Zeffiro), 24 torpediniere (Cigno, Canopo, Castore, Climene, Centauro, Cassiopea, Andromeda, Antares, Altair, Aldebaran, Vega, Sagittario, Astore, Sirio, Spica, Perseo, Giuseppe La Masa, Generale Carlo Montanari, Ippolito Nievo, Giuseppe Cesare Abba, Generale
Achille Papa, Nicola Fabrizi, Giuseppe Missori e Monfalcone) e la nave coloniale Eritrea. Altre due navi, gli incrociatori
ausiliari Adriatico e Barletta, camuffati da spagnoli Lago e Rio, hanno l’incarico di visitare i mercantili sospetti avvistati
dalle navi da guerra in crociera. I primi quattro sommergibili a partecipare al
blocco, a partire dal 9 agosto, sono il Diaspro, il gemello Berillo
ed i più grandi Ciro Menotti e Santorre Santarosa, che operano in
cooperazione con le Squadriglie Cacciatorpediniere "Freccia" e "Zeffiro"
e con le Squadriglie Torpediniere "Cigno" ed "Altair".
Il dispositivo di blocco è articolato in più fasi:
informatori ad Istanbul segnalano all’Alto Comando Navale le navi sovietiche, o
di altre nazionalità ma sospettate di operare al servizio dei repubblicani, che
passano per il Bosforo; ad attenderle in agguato per primi vi sono i
sommergibili appostati all’uscita dei Dardanelli. Se le navi superano indenni
questo primo ostacolo, vengono segnalate alle navi di superficie ed ai
sommergibili in crociera nel Canale di Sicilia e nello Stretto di Messina;
qualora dovessero riuscire ad evitare anche questo nuovo pericolo (possibile
soltanto appoggiandosi a porti neutrali) troverebbero ad aspettarle altre navi
da guerra in crociera nelle acque della Tunisia e dell’Algeria. Infine, come
ultima barriera per i bastimenti che riuscissero ad eludere anche tale minaccia,
altri sommergibili sono in agguato lungo le coste della Spagna.
Il blocco si protrae dal 7 agosto al 12 settembre con
intensità variabile; nel periodo di maggiore attività sono contemporaneamente
in mare nel Canale di Sicilia 12 navi di superficie, 5 sommergibili e 6 aerei.
Gli ordini per le navi di superficie sono di avvicinare e riconoscere tutti i
mercantili avvistati, specialmente quelli privi di bandiera (e che non la
issano subito dopo averne ricevuto l’intimazione dalle unità italiane), quelli
che di notte procedono a luci spente, quelli con bandiera sovietica o spagnola
repubblicana, quelli che hanno in coperta carichi di natura palesemente
militare, e quelli che sono stati specificamente indicati per nome dal Comando
Centrale. Se un mercantile viene riconosciuto come al servizio della Spagna
repubblicana, la nave italiana che l’ha avvistato deve seguirlo e segnalarlo al
sommergibile più vicino, che dovrà poi procedere ad affondarlo. Se quest’ultimo
fosse impossibilitato a farlo, spetterebbe alla nave di superficie il compito
di seguire il mercantile fino a notte, tenendosi in contatto visivo, per poi
silurarlo una volta calata l’oscurità. I piroscafi identificati come
“contrabbandieri” di notte devono invece essere subito affondati. Se venisse
incontrato un mercantile repubblicano a grande distanza dalle acque
territoriali della Tunisia, la nave che lo avvista deve chiamare sul posto uno
tra Rio e Lago oppure una nave da guerra
spagnola nazionalista (parecchie di queste sono appositamente dislocate nel
Mediterraneo centrale) che provvederanno a catturarlo. Ordini tassativi sono
emanati per evitare interferenze o incidenti con bastimenti neutrali (il che
talvolta obbliga a seguire un mercantile “sospetto” per tutto il giorno al fine
di identificarlo, dato che talvolta quelli diretti nei porti repubblicani usano
bandiere false), e questo, insieme all’intensità del traffico navale nel Canale
di Sicilia, rende piuttosto complessa e delicata la missione delle navi che
partecipano al blocco.
Il blocco navale così organizzato (del tutto illegale,
dato che l’Italia non è formalmente in guerra con la Repubblica spagnola) si
rivela un pieno successo: sebbene le navi effettivamente affondate o catturate
siano numericamente poche, l’elevato rischio comportato dalla traversata a
causa del blocco italiano porta in breve tempo alla totale interruzione del
flusso di rifornimenti dall’Unione Sovietica alla Spagna repubblicana. Soltanto
qualche mercantile battente bandiera britannica o francese riesce a raggiungere
i porti repubblicani, oltre a poche navi che salpano dalla costa francese del
Mediterraneo e raggiungono Barcellona col favore della notte. Entro settembre,
l’invio di mercantili con rifornimenti per i repubblicani dall’Unione Sovietica
attraverso il Bosforo è praticamente cessato, tanto che i comandi italiani si
possono ormai permettere di ridurre di molto il numero di navi in mare per la
vigilanza, essendo quest’ultima sempre meno necessaria e non volendo provare
troppo le navi in una zona dove c’è spesso maltempo con mare grosso. Ad ogni
modo, le navi assegnate al blocco vengono mantenute nelle basi siciliane,
pronte a riprendere il mare qualora dovesse manifestarsi una ripresa nel
traffico verso la Spagna.
Oltre alla grave crisi nei rifornimenti di materiale
militare, che si verifica proprio nel momento cruciale della conquista
nazionalista dei Paesi Baschi (principale centro di produzione di armi tra le
regioni in mano repubblicana), il blocco ha un impatto notevole anche sul
morale dei repubblicani, tanto nella popolazione civile (il cui morale va
deteriorandosi per la difficoltà di procurarsi beni di prima necessità) quanto
nei vertici politico-militari, che si rendono conto di come, mentre i
nazionalisti ricevono dall’Italia supporto incondizionato, persino sfacciato,
con largo dispiego di mezzi, Francia e Regno Unito non sembrano disposte a fare
molto più che parlare in aiuto alla causa repubblicana (in alcuni centri
repubblicani si svolgono anche aperte manifestazioni contro queste due nazioni,
da cui i repubblicani si sentono abbandonati).
Il blocco italiano impartisce dunque un durissimo colpo
ai repubblicani, ma scatena anche gravi tensioni internazionali (specie col
Regno Unito) e feroci proteste sulla stampa spagnola repubblicana ed
internazionale, con accuse di pirateria – essendo, come detto, un’operazione in
totale violazione di ogni legge internazionale – nei confronti della Marina
italiana, ripetute anche da Winston Churchill. Il governo britannico, invece,
evita di accusare apertamente l’Italia, dato che il primo ministro Neville
Chamberlain intende condurre una politica di “riavvicinamento” verso l’Italia
per allontanarla dalla Germania; anche questo fa infuriare i repubblicani, che
hanno fornito ai britannici prove del coinvolgimento italiano (prove che i
britannici peraltro possiedono già, dato che l’Operational Intelligence Center
dell’Ammiragliato intercetta e decifra svariate comunicazioni italiane relative
alle missioni “spagnole”), solo per vedere questi ultimi fingere di attribuire
gli attacchi ai soli nazionalisti spagnoli.
Nel periodo 5 agosto-12 settembre, i sommergibili italiani effettuano
complessivamente 59 missioni ed iniziano ben 444 attacchi, portandone però a
termine soltanto 24 (a causa delle citate regole restrittive sulla necessità di
identificare con assoluta certezza i bersagli prima di lanciare), con il lancio
di 43 siluri ed il conseguente affondamento di quattro mercantili e
danneggiamento di un cacciatorpediniere.
13
agosto 1937
Nel Canale di Sicilia il Diaspro lancia infruttuosamente due siluri da 533 mm (per altra
fonte, uno), da 500 metri di distanza, contro un piroscafo proveniente dai
porti della Spagna repubblicana, identificato dal comandante Mellina come lo spagnolo
Sainte Bernadette (per altra fonte Sainte Bernadote). Un siluro viene visto
accostare subito dopo il lancio, mentre l’altro viene visto passare sotto lo
scafo del bersaglio senza esplodere (per altra fonte, a bordo del sommergibile
si ritenne erroneamente di aver colpito il bersaglio).
Alcune ore più tardi il Diaspro avvista a venti miglia da Biserta il piroscafo francese Paramè, in navigazione da Marsiglia a
Tunisi, contro cui lancia un siluro da 450 mm. L’attacco fallisce per
irregolare corsa del siluro, che esplode sul fondale a poppavia del sommergibile
dopo essere uscito dal tubo di lancio; l’esplosione avviene 150 metri a
proravia del Paramè, il cui
comandante ed equipaggio denunceranno l’accaduto all’arrivo in porto il giorno
seguente (per altra fonte, il siluro sarebbe stato visto passare a 150 metri
dalla nave da alcuni membri dell’equipaggio, tra cui il comandante).
14
o 15 agosto 1937
Conclude la missione raggiungendo Cagliari. Per via
dell’ubicazione della sua zona d’agguato, proprio allo sbocco del Canale di
Sicilia, ha compiuto numerosi avvistamenti ed effettuato ben 25 manovre
d’attacco, ma soltanto le due del 13 agosto sono effettivamente culminate nel
lancio di siluri. Ha trascorso 148,3 ore in superficie, percorrendo 1048,6
miglia, e 116 in immersione, percorrendo 267,9 miglia, incontrando sempre mare
buono.
25
agosto 1937
Sempre inquadrato nel III Gruppo Sommergibili di Messina,
il Diaspro (capitano di corvetta
Giuseppe Mellina) salpa da Napoli per la sua seconda missione a supporto delle
forze franchiste, un pattugliamento al largo di Capo Oropesa.
Nei giorni successivi effettua una prima manovra di
attacco, che però non porta a termine.
1°
settembre 1937
All’alba il Diaspro,
in agguato al largo di Capo Oropesa, avvista a poca distanza dalla costa la
nave cisterna Woodford, di 6987 tsl,
che batte bandiera britannica ma presenta una bandiera francese dipinta sulle
murate.
In realtà la nave di britannico ha, appunto, soltanto il
nome e la bandiera: fino a poche settimane prima batteva bandiera greca e si
chiamava Iolcos, porto di registrazione
il Pireo, di proprietà della Hellenic Tramp Steamship Company con sede appunto
al Pireo (armatore S. Iossifoglu). Solo da poco è stata “acquistata” dalla
Finchley Steamship Company di Londra, di proprietà anch’essa di un armatore
greco, J. N. Vassiliou, e registrata (“provvisoriamente”, secondo quanto
l’armatore dichiarerà alla stampa il 2 settembre) a Londra; in realtà vero
proprietario della Woodford è la
Compañia Primera de Navegacion, una controllata della Mid Atlantic Shipping
Company Ltd., società creata a Londra dal governo spagnolo repubblicano e di
proprietà della CAMPSA Gentibus, a sua volta controllata dalla compagnia
petrolifera di Stato spagnola CAMPSA.
Il trasferimento sotto bandiera britannica è avvenuto al
preciso scopo di proteggere la nave dagli attacchi dei sommergibili italiani e
franchisti, e risulta irregolare, non avendo la nave un comandante britannico.
L’unico britannico a bordo è il funzionario del comitato di non intervento (istituito
a seguito dell’accordo italo-franco-anglo-tedesco del febbraio 1937 per
controllare che non si contrabbandino truppe ed armamenti verso i porti
spagnoli), Walter Percy, imbarcato a Marsiglia; l’equipaggio di 32 uomini è
quasi interamente composto da greci, tranne un cuoco romeno ed un radiotelegrafista
ungherese, mentre il comandante Gregorij Dimitrov è bulgaro (per altra fonte il
nome del comandante sarebbe stato Gregorios Dimitriu e sarebbe stato anch’egli
greco).
Il 25 agosto il ministro degli Esteri italiano Galeazzo
Ciano ha ricevuto un rapporto spagnolo in cui Francisco Franco afferma che
ormai tutte le navi impegnate nel contrabbando di rifornimenti verso i porti
spagnoli repubblicani battono bandiera britannica per evitare di essere
attaccati, ed anche il comando navale britannico di Gibilterra ha iniziato a
criticare tale stratagemma. Il 31 agosto l’incrociatore ausiliario Barletta, che opera sotto bandiera
nazionalista spagnola sotto il nome di Rio,
ha catturato una nave cisterna greca, la Nausicaa,
diretta in Spagna sotto il nome fittizio di Burlington
e battente illegalmente bandiera britannica; l’ammiragliato britannico ha
annunciato che sequestrerà qualsiasi nave che ricorre a pratiche simili.
Lo storico Franco Bargoni non esita a parlare, per la Woodford, di nome falso e bandiera ombra.
Al momento dell’attacco, la Woodford si trova in navigazione da Costanza a Valencia (per altra
fonte, probabilmente erronea, Alicante) con 10.000 tonnellate di prodotti
petroliferi provenienti dalla Romania (3200 tonnellate di gasolio e 6800 di nafta);
originariamente la destinazione doveva essere Barcellona, dove la nave era
arrivata il 27 agosto, ma non potendovi scaricare il carico è dovuta ripartire
per Valencia (per altra versione, vi avrebbe scaricato parte del carico prima
di proseguire per Valencia). Durante la navigazione in Mar Egeo, subito dopo
aver attraversato i Dardanelli, la petroliera era incappata nei resti di un
altro attacco condotto da un sommergibile italiano: pezzi di scialuppe ed un
salvagente della motonave Ciudad de Cadiz,
affondata dal Galileo Ferraris due
settimane prima. Raccolti i relitti, l’equipaggio della Woodford li ha consegnati alle autorità di Barcellona durante la
sosta in quel porto.
Il comandante Mellina decide di attaccare, ma non
essendo possibile condurre raggiungere la petroliera rimanendo in immersione,
decide di emergere; serrate le distanze lancia contro la Woodford due siluri da 533 mm, che la nave cisterna evita per poi
manovrare per speronare il Diaspro,
ma il sommergibile sventa la manovra dell’avversario e lancia altri due siluri,
stavolta da 450 mm, che vanno entrambi a segno a centro nave, sul lato di
dritta, colpendo le cisterne 5 e 6 (per altra fonte, 5 e 8) e scatenando un
violento incendio.
Ciò secondo la versione italiana; il comandante della Woodford affermerà invece che alle 6.30
una vedetta aveva avvistato quelle che riteneva essere balene verso est, ma che
l’ufficiale di guardia, Michael Elertis, aveva presto identificato come un
sommergibile dopo averlo osservato con il binocolo. L’equipaggio avrebbe issato
la bandiera britannica a poppa e sull’albero più alto, per poi sventolare anche
il vessillo del comitato di non intervento (che garantiva che la nave non stava
trasportando armi) su ordine di Percy, senza però che ciò dissuadesse il
sommergibile dall’attaccare.
La petroliera in fiamme affonda dopo circa tre ore, alle
10.15, nel punto 40°09’ N e 00°46’ E (o 40°08,94’ N e 000°45,65’ E), tra le
isole Columbretes e la costa spagnola, al largo di Peñiscola ed una quarantina
di miglia a nordest di Castellón.
Dei 33 uomini a bordo, perde la vita il secondo
ufficiale di macchina, il greco Militin Sofreres (o Meletius Zofras, o Zoforas
Meletiu), ucciso dallo scoppio dei siluri, mentre altri sei od otto marittimi
rimangono feriti, due o tre dei quali seriamente (tra di essi il marinaio
Trimatus Kachisilis subisce una commozione viscerale, il marinaio Ristos
Pallivides una ferita alla mano, ed il cuoco Totius Stefanus una ferita alla
regione precordiale; altri hanno riportato ustioni di varia entità). L’equipaggio
abbandona la nave su due scialuppe, che dopo due ore di navigazione a remi
incontrano due pescherecci di Benicarló (uno dei quali di proprietà di Antonio
Castañes) i quali, abbandonate le reti per andare in soccorso dei naufraghi,
rimorchiano le lance a terra. Sbarcato a Benicarló (a nord di Valencia,
distante 24 miglia dal luogo dell’affondamento) con i suoi uomini, il
comandante Dimitrov comunica la notizia dell’accaduto agli armatori ed ai
Lloyd’s; riferisce di essere stato attaccato alle 6.30, a circa 20-25 miglia
dalla costa (altre fonti parlano di 18 miglia), da un sommergibile grigio,
senza alcun tipo di contrassegno (come riferito anche da Michael Elertis,
ufficiale di guardia al momento dell’attacco), ma “di tipo italiano”. Anche il
secondo ufficiale della Woodford, il
greco Jikola Kela, dichiara alla stampa che l’equipaggio ritiene unanimemente
che il sommergibile affondatore fosse italiano; Kela asserisce inoltre che il
sommergibile si è allontanato a tutta forza dal luogo dell’attacco, e si
dichiara convinto che il siluramento sia stato causato da attività di
spionaggio durante i cinque giorni di sosta a Barcellona (su questo ha torto:
l’incontro con il Diaspro è stato, in
realtà, del tutto fortuito). Anche i giornali della Spagna repubblicana non
esiteranno a denunciare l’attaccante come italiano.
Successivamente verranno forniti maggiori particolari:
la Woodford era a nord delle
Columbretes quando alle 6.45 un sommergibile è comparso tra la nave e la costa
un sommergibile che ha effettuato dei segnali, ma prima che l’equipaggio della
petroliera potesse issare la bandiera del comitato di controllo, il
sommergibile ha lanciato due siluri, che hanno colpito le cisterne 5 e 8,
facendole esplodere. La nave è affondata alle 10.15, dopo che l’equipaggio
l’aveva abbandonata.
Le autorità locali prestano i primi soccorsi ai
superstiti, ricoverando in ospedale i feriti e fornendo cibo e vestiario agli
altri; un commissario ed un agente del comitato di sorveglianza si recano
subito a Benicarló per ottenere maggiori informazioni.
(A decenni di distanza, l’affondamento della Woodford rischierà di causare un
disastro ambientale: nel 2009, infatti, pescatori spagnoli hanno scoperto una
chiazza di combustibile formatasi sulla superficie del mare a sole quindici
miglia dal parco nazionale delle isole Columbretes, in una zona in cui erano
state segnalate sporadiche chiazze oleose fin dal 1997, e le successive
indagini hanno mostrato che il carburante proveniva proprio dal relitto della
petroliera, giacente ad ottanta metri di profondità. Il peggio è stato evitato
con un’operazione di pompaggio, effettuata nel settembre-ottobre 2012, con cui
la nave per recuperi Clara Campoamor dell’agenzia governativa spagnola Salvamento
Marítimo ha recuperato il carburante ancora contenuto nelle cisterne della Woodford, circa 450 metri cubi).
Nonostante la Woodford
avesse ben poco di britannico, il suo affondamento provoca una dura reazione da
parte della stampa britannica e del parlamento di Londra, anche perché avvenuto
a meno di ventiquattr’ore dal tentato siluramento, da parte del sommergibile Iride, del cacciatorpediniere HMS Havock. Il 4 settembre il comandante
delle forze navali britanniche dislocate nelle acque spagnole con funzioni
anticontrabbando, contrammiraglio James Somerville, fa visita al comandante
delle forze navali italiane in Spagna, ammiraglio Alberto Marenco di MOriondo, cui fa capire che da parte
britannica si sa benissimo che gli attacchi ai danni dell’Havock e della Woodford
sono stati opera di sommergibili italiani, e che in futuro la Royal Navy agirà
senza limitazioni contro sommergibili che tenteranno di attaccare navi
britanniche. Il giorno precedente Winston Churchill, in una lettera al
segretario agli affari esteri Anthony Eden, ha addirittura suggerito di
imbarcare clandestinamente sulle petroliere e sui mercantili britannici in
partenza dal Mar Nero, con l’aiuto delle autorità turche, del personale della
Royal Navy e qualche cannone da 100 mm, opportunamente nascosto, con cui
colpire a sorpresa i sommergibili “pirati” che tentassero di attaccarle. Come
tanti altri piani strampalati proposti da Churchill durante la sua carriera,
l’idea viene respinta sia da Eden che dal segretario di Stato alla guerra,
Alfred Duff Cooper, che commenta in proposito che la proposta di Churchill è “ammirevole se la nostra politica fosse di
accelerare lo scoppio di una guerra”.
Qualche giorno dopo l’affondamento della Woodford, Ciano sottoporrà a Mussolini
un rapporto spagnolo sull’accaduto; il dittatore non avrà niente da eccepire
sull’operato del comandante Mellina, cui anzi sarà conferita la Medaglia
d’Argento al Valor Militare, con motivazione "Comandante del
sommergibile Diaspro in una importante missione di guerra sulle coste spagnole,
dava ripetute prove di elevato spirito aggressivo. All’alba del 1° settembre
1937, con pronta decisione ed audacissima iniziativa, riconosciuto un piroscafo
contrabbandiere, emergeva e dopo averlo inseguito lo attaccava decisamente col
siluro e lo affondava nonostante che il piroscafo manovrasse per investirlo".
Anche il comandante in seconda del Diaspro,
tenente di vascello Pietro Abate, viene decorato, con la Medaglia di Bronzo al
Valor Militare "Ufficiale in 2a del sommergibile Diaspro in una
importante missione di guerra sulla costa spagnola, assolveva il suo incarico
con serenità ed entusiasmo, coadiuvando efficacemente e con intelligenza il
proprio comandante nell’attacco ad un piroscafo contrabbandiere che, stando il
sommergibile in superficie, veniva affondato col siluro".
Tuttavia, anche per via della reazione britannica
all’affondamento della Woodford ed
all’attacco contro l’Havock, oltre
che per le crescenti proteste internazionali e per le accuse sempre meno velate
(specie da parte dell’Unione Sovietica, che anzi parla apertamente di
responsabilità italiana) rivolte nei confronti dell’Italia, il 4 settembre
Mussolini decide di sospendere la campagna sottomarina.
Gli episodi della Woodford
e dell’Havock contribuiranno alla
decisione di indire una conferenza internazionale sulla crisi dei “sommergibili
fantasma”, proposta dal Ministro degli Esteri francese, Yvon Delbos, e subito
appoggiata dal suo collega britannico Anthony Eden.
Il 10 settembre i rappresentanti di Francia, Gran
Bretagna, Unione Sovietica, Bulgaria, Jugoslavia, Egitto, Grecia, Turchia e
Romania (cioè tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e sul Mar Nero,
più il Regno Unito ed escluse l’Italia – che, invitata, ha rifiutato di
partecipare per protesta contro le accuse rivoltele apertamente dall’Unione
Sovietica di essere la responsabile dei siluramenti – e la Spagna) daranno il
via alla conferenza di Nyon, tenuta nell’omonima cittadina svizzera e durata
quattro giorni: al termine della conferenza verrà stabilito che le Marine
francese e britannica pattuglieranno le acque internazionali del Mediterraneo
con un totale di sessanta cacciatorpediniere supportati da forze aeree, e che
ogni sommergibile "pirata" (viene intenzionalmente evitato ogni
esplicito riferimento all’Italia) che attaccherà naviglio neutrale dovrà essere
attaccato e distrutto. Il Mediterraneo verrà diviso in settori (con punto di
cesura Malta), il cui pattugliamento sarà assegnato alle principali potenze
partecipanti: Francia e Regno Unito nel Mediterraneo occidentale, Unione
Sovietica in quello orientale. Il Regno Unito, in particolare, assegnerà al
pattugliamento contro i “pirati” ben due corazzate, due incrociatori da
battaglia, 36 cacciatorpediniere e numerosi incrociatori, appoggiati da due
navi officina, una nave appoggio, una nave ospedale e svariate altre unità
ausiliarie.
A completamento della farsa, all’Italia, che ha
rifiutato di partecipare per via dei contrasti con l’Unione Sovietica (i
sovietici, a differenza di britannici e francesi, non hanno problemi a
dichiarare che dietro i sommergibili “pirati” si trova l’Italia: per lo stesso
motivo anche la Germania, sebbene invitata, non partecipa alla conferenza),
verrà offerta la possibilità di pattugliare il Mar Tirreno (contro i propri
stessi sommergibili!). Di fatto lo scopo della conferenza di Nyon è proprio
quello di porre un freno alla campagna sottomarina intrapresa dall’Italia,
evitando al contempo di accusare apertamente questo Paese. La sistematicità con
cui le autorità britanniche e francesi, desiderose di non urtare Mussolini (che
ancora sperano di poter allontanare da Hitler e riavvicinare a sé) a qualsiasi
costo, continuano a parlare di "pirati sconosciuti" quando la loro
nazionalità è evidente a tutti, genera anzi non pochi commenti ironici
nell’opinione pubblica: i comici londinesi del West End cominciano a chiamare
Mussolini "lo statista sconosciuto", mentre a Parigi il Boulevard des
Italiens (boulevard degli italiani) inizia ad essere chiamato con ironia "Boulevard
des Inconnus" (boulevard degli sconosciuti).
Secondo lo storico Franco Bargoni l’affondamento della Woodford sarebbe stato il primo successo
colto da un sommergibile italiano contro il traffico di contrabbando diretto in
Spagna navigando entro le acque territoriali (altri sommergibili italiani hanno
affondato navi impegnate nel contrabbando, ma al di fuori delle acque
territoriali spagnole, nonché navi impegnate nel traffico costiero entro le
acque territoriali).
La notizia dell’affondamento della Woodford sul gionale australiano “Argus” del 3 settembre 1937 (da www.trove.nla.gov.au) |
4 o
5 settembre 1937
Il Diaspro rientra
a Napoli dopo aver percorso 1519,5 miglia in superficie (dove ha passato 182,32
ore) e 189,5 in immersione (dove ha passato 74,40 ore), incontrando sempre mare
buono.
Viene poi dislocato a Cagliari.
Luglio
1939
Al comando del tenente di vascello Giuseppe Roselli
Lorenzini, il Diaspro effettua delle
prove nella rada di Napoli per testare un sistema di lancio dei siluri “senza
bolla” (progettato cioè per evitare il rilascio di bolle d’aria al lancio dei
siluri, il che agevola l’avvistamento del sommergibile oltre a provocare
potenziali problemi d’assetto) ideato dal tenente di vascello Giuseppe Aicardi.
L’apparato dà risultati giudicati soddisfacenti.
23 maggio
1940
Assume il comando del Diaspro il capitano di corvetta Oderisio Maresca, 36 anni, da Piano
di Sorrento.
5
giugno 1940
Al comando del capitano di corvetta Oderisio Maresca, il
Diaspro salpa da Monfalcone alle 4.02
per trasferirsi a Pola, dove giunge alle 10.40 dopo aver percorso 64 miglia.
8
giugno 1940
Lascia Pola alle 3.10 per trasferirsi a Fiume, dove
arriva alle 16.55 dopo aver percorso 66 miglia.
10
giugno 1940
L’Italia entra nella seconda guerra mondiale. Il Diaspro fa parte della LXXII Squadriglia
Sommergibili (VII Grupsom), avente sede a Cagliari, insieme ai sommergibili Corallo, Turchese e Medusa.
Lo stesso giorno, il Diaspro
compie un’uscita da Fiume per esercitazione dalle 3.10 alle 16.55, al comando
del capitano di corvetta Oderisio Maresca. Percorse sette miglia.
11
giugno 1940
Il capitano di corvetta Maresca cede il comando del Diaspro al tenente di vascello Luigi
Bonatti, 30 anni, da Firenze.
12
giugno 1940
Lascia Fiume alle 22.03 per trasferirsi a Napoli, al
comando del tenente di vascello Luigi Bonatti.
17
giugno 1940
Arriva a Napoli alle 9.07, dopo aver percorso 1080,5
miglia.
19
giugno 1940
Uscita per esercitazione da Napoli dalle 9 alle 17.04,
al comando del tenente di vascello Luigi Bonatti. Al termine
dell’esercitazione, raggiunge Castellammare di Stabia. Percorse 32 miglia.
20
giugno 1940
Uscita per esercitazione da Napoli dalle 8.20 alle
16.55, al comando del tenente di vascello Luigi Bonatti. Al termine dell’esercitazione,
raggiunge Castellammare di Stabia. Percorse 35 miglia.
23
giugno 1940
25
giugno 1940
Uscita da Castellammare di Stabia per esercitazione
dalle 8 alle 16, al comando del tenente di vascello Marino Salvatori. Percorse
18 miglia.
27
giugno 1940
Lascia Castellammare di Stabia alle 9, al comando del
tenente di vascello Marino Salvatori, per trasferirsi a La Maddalena.
28
giugno 1940
Arriva alla Maddalena alle 12.47, dopo aver percorso 230
miglia.
3
luglio 1940
Salpa da La Maddalena alle 14.13, al comando del tenente
di vascello Marino Salvatori, per la sua prima missione di guerra: un
pattugliamento al largo dell’isola di La Galite, in posizione 37°47’ N e 08°51’
E, formando uno sbarramento insieme ai sommergibili Neghelli e Scirè su un
asse 45°-225°.
6
luglio 1940
Rientra alla Maddalena alle 19.32, dopo aver percorso
541 miglia senza eventi di rilievo.
10
luglio 1940
Salpa dalla Maddalena alle 00.40, al comando del tenente
di vascello Marino Salvatori, per un pattugliamento a 125 miglia per 310° (per
altra fonte, 38 miglia per 310°) da Punta Asinara, cioè a nordovest della
stessa. Successivamente si sposterà al largo dell’isola di La Galite. Partono
insieme ad esso i sommergibili Argo, Iride e Scirè, con i quali deve formare uno sbarramento.
12
luglio 1940
Rientra alla Maddalena alle 4.50, dopo aver percorso 180
miglia.
16
luglio 1940
Uscita dalla Maddalena per esercitazione dalle 13.52
alle 20.12, al comando del tenente di vascello Marino Salvatori. Percorse 32
miglia.
23-25
luglio 1940
In bacino a La Maddalena per due giorni per dei lavori
di breve durata.
30
luglio 1940
Lascia La Maddalena alle 17.50, al comando del tenente
di vascello Marino Salvatori, per trasferirsi a Cagliari.
31
luglio 1940
Arriva a Cagliari alle 10.14, dopo aver percorso 160
miglia.
1°
agosto 1940
Salpa da Cagliari alle 2.20, al comando del tenente di
vascello Marino Salvatori, per un pattugliamento a nord di Capo Bougaroni,
sulla linea congiungente i punti 38°10’ N e 06°30’ E e 38°10’ N e 05°20’ E,
formando uno sbarramento insieme ai sommergibili Medusa, Turchese ed Axum per intercettare una forza navale
britannica uscita da Gibilterra.
La forza navale in questione è la Forza H, che ha preso
il mare per effettuare l’operazione "Hurry", il lancio da parte della
portaerei Argus di dodici caccia
Hawker Hurricane e due bombardieri Blackburn Skua che andranno a rinforzare le
forze aeree di base a Malta; è la prima di una lunga serie di operazioni di
questo tipo (soprannominate “Club Runs”) che i britannici condurranno nel corso
del conflitto, e che più di una volta s’intrecceranno con la storia del Diaspro. "Hurry" comprende tre
sotto-operazioni minori: "Crush", un attacco diversivo contro
Cagliari da parte di velivoli decollati dalla portaerei Ark Royal; "Tube", l’invio di rifornimenti a Malta per
mezzo di due sommergibili (Pandora e Proteus, partiti da Gibilterra
rispettivamente il 31 luglio ed il 1° agosto); e "Spark", l’invio
dell’incrociatore leggero Enterprise
al largo di Minorca per effettuare trasmissioni radio con cui distogliere
l’attenzione dei comandi italiani dall’operazione principale.
Supermarina, informata della partenza da Gibilterra
della Forza H, ha disposto l’uscita in mare di sette sommergibili per
contrastare l’operazione nemica, schierandoli su due linee di tre e quattro
unità distanziate tra loro di dieci miglia (mentre la distanza tra due
sommergibili di una stessa linea è di venti miglia); oltre alla linea formata
da Diaspro, Axum, Medusa (che dopo
due giorni dev’essere sostituito dal Luciano
Manara in seguito ad un’avaria) e Turchese
vi è un’altra linea composta da Argo,
Scirè e Neghelli.
La Forza H, composta da Argus, Ark Royal, le
corazzate Valiant e Resolution, l’incrociatore da battaglia Hood (nave ammiraglia), gli incrociatori
leggeri Arethusa ed Enterprise e dieci cacciatorpediniere (Active, Wrestler, Encounter, Escapade, Gallant, Greyjound, Faulknor, Fearless, Forester ed Hotspur), esce da Gibilterra tra le 8 e
le 8.30 del 31 luglio. Alle 15.30 del 1° agosto, a nordovest di Bougie, la
squadra britannica viene attaccata da tre aerosiluranti Savoia Marchetti S.M.
79 “Sparviero”, decollati dall’aeroporto cagliaritano di Elmas e guidati
personalmente dal generale di brigata aerea Stefano Cagna, comandante della X
Brigata Aerea Bombardamento Terrestre; l’attacco è infruttuoso e si conclude
con l’abbattimento dello “Sparviero” del generale Cagna, che rimane ucciso con
tutto l’equipaggio.
Alle 20.45, superata Maiorca, la Forza H si divide in
due gruppi, destinati l’uno a "Hurry" e l’altro a "Crush",
e tre quarti d’ora più tardi l’Enterprise si separa da quest’ultimo per
effetture la propria missione.
Alle 2.30 del 2 agosto l’Ark Royal inizia a lanciare nove biplani Fairey Swordfish armati
con bombe e tre muniti di mine per l’attacco contro Cagliari, ma a causa del
maltempo uno degli Swordfish precipita con la perdita dell’intero equipaggio,
ed il decollo degli altri viene rimandato fino all’alba, quando il tempo
migliora. Gli Swordfish bombardieri colpiscono l’aeroporto di Cagliari, danneggiando
quattro hangar e distruggendo o danneggiando al suolo diversi aerei, mentre i
tre “colleghi” posano le loro mine all’imboccatura del porto. Uno degli
attaccanti è colpito dalla contraerea e costretto ad un atterraggio di
emergenza, venendo catturato con il suo equipaggio.
Nel mentre l’Argus,
giunta a 420 miglia da Malta, lancia i suoi quattordici aerei, che raggiungono
tutti la base maltese di Luqa, dove però due si schiantano in fase di
atterraggio.
Completata la propria missione, la Forza H rientra a
Gibilterra il 4 agosto. Nessuno dei sommergibili italiani ha avuto occasione di
attaccarla, essendo essa passata a nord rispetto alle loro zone d’agguato.
11
agosto 1940
Il Diaspro conclude
la missione raggiungendo Maddalena alle 15.43, dopo aver percorso 1236 miglia
senza aver avvistato niente.
24
agosto 1940
Uscita dalla Maddalena per esercitazione dalle 8 alle
17.30, al comando del tenente di vascello Marino Salvatori. Percorse 53 miglia.
30
agosto 1940
Salpa dalla Maddalena alle 22.50, al comando del tenente
di vascello Marino Salvatori, per un altro pattugliamento a nord di Capo
Bougaroni ed a sud della Sardegna (per altra fonte, tra Capo Spartivento e La
Galite, allo scopo di intercettare la Forza H uscita da Gibilterra), sul
parallelo dal punto 38°20’ N e 09°00’ E al punto 38°20’ N e 09°00’ E, formando
uno sbarramento insieme ai sommergibili Alagi,
Medusa ed Axum (per altra versione ne avrebbe fatto parte anche l’Aradam).
1°
settembre 1940
Alle 6.10 viene avvistato a ridotta distanza un velivolo
identificato come un idrovolante Short Sunderland, che punta proprio verso il Diaspro; mentre supera il sommergibile
passandogli sulla sinistra, il comandante Salvatori ordina di immergersi.
Provenendo da poppa, il Sunderland mitraglia il Diaspro mentre s’immerge (per una fonte, anche il Diaspro si sarebbe difeso con le sue
mitragliere), senza causare danni; il sommergibile scende a 40-50 metri di
profondità e poi prosegue la navigazione verso ponente.
Alle 7.40 vengono avvertite le esplosioni di cinque bombe,
di cui una particolarmente forte verso proravia, abbastanza da scuotere
violentemente il sommergibile, e le altre a maggiore distanza sui lati. Il
comandante Salvatori decide di scendere ulteriormente in profondità, a 70-80
metri; vengono avvertiti rumori all’idrofono ed il Diaspro manovra per allontanarsi dalla loro sorgente. Alle 8.54
viene sentita un’altra esplosione, seguita da altre cinque verso poppa alle
10.35, tre sulla dritta alle 12.20, una (attribuita ad una bomba) verso
proravia alle 17.07, e cinque (anch’esse attribuite a bombe) verso poppavia
alle 17.25. L’attaccante è un Fairey Swordfish decollato dalla portaerei Ark Royal; in realtà, anche il
“Sunderland” responsabile del mitragliamento del Diaspro era uno Swordfish lanciato da questa portaerei, in mare
nell’ambito dell’operazione "Hats" (consistente in varie
sotto-operazioni: trasferimento da Gibilterra ad Alessandria, per rinforzare la
Mediterranean Fleet, della corazzata Valiant,
della portaerei Illustrious e
degli incrociatori Calcutta e Coventry; invio di un convoglio da
Alessandria a Malta e di un altro da Nauplia a Porto Said; bombardamenti su
basi italiane in Sardegna e nell’Egeo). Compito dell’Ark Royal, partita da Gibilterra il 30 agosto insieme al resto
della Forza H, è di fornire copertura aerea alle forze britanniche nel
Mediterraneo occidentale, contribuire alla ricognizione con i suoi aerei e
lanciare con i suoi Swordfish un attacco aereo contro l’aeroporto cagliaritano
di Elmas.
Il Diaspro è
stato appunto attaccato dagli Swordfish dell’Ark Royal di ritorno dall’attacco contro la base di Elmas:
decollati alle 3.25 a 155 miglia per 264° da Cagliari, i nove biplani erano
armati ciascuno con quattro bombe dirompenti da 250 libbre (113 kg) ed otto
bombe incendiarie anch’esse da 250 libbre. Alle sei del matino hanno sganciato
il loro carico su Elmas, danneggiando ed incendiando edifici ed aerei, e poi
hanno diretto per il rientro, facendo rotta per un punto a 120 miglia per 226°
da Cagliari in cui l’Ark Royal si
troverà pronta per l’appontaggio, arrivandovi alle otto del mattino. Proprio
durante il volo di rientro, in posizione 38°20’ N e 07°20’ E, hanno avvistato
un sommergibile emerso – il Diaspro –
attaccandolo con le mitragliatrici (non avendo più bombe) ed osservandolo
immergersi dopo aver lanciato un razzo giallo. In seguito alla loro
segnalazione, la Forza H distacca i cacciatorpediniere Greyhound ed Hostpur per
dare la caccia al sommergibile, ma le due unità non riusciranno a trovarlo.
(Per altra fonte il Diaspro
sarebbe riuscito ad avvicinarsi fino a dieci miglia dalla Forza H, ma non poté
attaccare perché attaccato e costretto ad immergersi dagli aerei dell’Ark Royal).
4
settembre 1940
Conclude la missione rientrando alla Maddalena alle 22,
dopo aver percorso 753 miglia.
26
settembre 1940
Al comando del tenente di vascello Marino Salvatori, il Diaspro lascia La Maddalena alle 10.08
per trasferirsi a Cagliari.
27
settembre 1940
Arriva
a Cagliari alle 12.35, dopo aver percorso 176 miglia.
7
novembre 1940
Uscita da Cagliari per esercitazione, dalle 7.50 alle
12.25, al comando del tenente di vascello Salvatori.
9
novembre 1940
Lascia Cagliari alle 18.35, al comando del tenente di
vascello Marino Salvatori, per un pattugliamento a 20 miglia per 315° dalla
Galite, con l’ordine di spingersi nottetempo fino a 120 miglia più ad ovest,
formando uno sbarramento a maglie larghe insieme a Medusa, Alagi, Aradam ed Axum a sudovest della Sardegna a contrasto dell’operazione
britannica «Coat».
Tale operazione, iniziata tre giorni prima, consiste
nell’invio da Gibilterra a Malta di un convoglio di navi da guerra cariche di
truppe (2150 soldati) ed armi antiaeree (tre batterie di cannoni contraerei),
denominato Forza F e composto dalla corazzata Barham (con a bordo 700 soldati), dall’incrociatore pesante Berwick (con 750 soldati), dall’incrociatore
leggero Glasgow (con 400
soldati) e dai cacciatorpediniere Encounter, Gallant, Griffin e Greyhound
(con a bordo 50 soldati ciascuno), con una forza di copertura costituita dalla
Forza H dell’ammiraglio James Somerville, formata dalla portaerei Ark Royal (che lo stesso 9 novembre
lancerà anche un attacco aereo diversivo su Cagliari con bombardieri Fairey
Swordfish, denominato operazione «Crack» dell’810th, 818th
e 820th Squadron della Fleet Air Arm), dall’incrociatore
leggero Sheffield e dai
cacciatorpediniere Duncan, Forester, Fortune, Firedrake, Fury e Faulknor, che le dovranno accompagnare fino a sud della Sardegna,
nell’ambito dell’operazione complessa «MB.8». Quest’ultima prevede anche altre
operazioni secondarie: il trasferimento di unità da guerra da Gibilterra ad
Alessandria a rinforzo della Mediterranean Fleet (sempre nel quadro di «Coat»:
le navi della Forza F, una volta sbarcate le truppe a Malta, entreranno a far
parte della Mediterranean Fleet), l’invio da Alessandria a Malta del convoglio
«MW. 3» (cinque mercantili, partiti il 4 novembre e scortati dagli incrociatori
antiaerei Calcutta e Coventry e dai
cacciatorpediniere Dainty, Vampire, Voyager e Waterhen);
l’invio da Malta ad Alessandria del convoglio di ritorno «ME. 3» (i mercantili
scarichi Clan Macauley, Clan Ferguson, Memnon e Lanarkshire, scortati dalla
corazzata Ramillies, dal Coventry e dai
cacciatorpediniere Dainty, Vampire e Waterhen), l’invio di convogli in Grecia (l’«AN. 6», formato da
quattro navi cisterna partite da Port Said il 4 novembre e dirette a Suda con
la scorta di un peschereccio armato, nonché l’invio da Alessandria a Suda degli
incrociatori leggeri Ajax e Sydney il 5-6 novembre, poi
ricongiuntisi con il grosso della Mediterranean Fleet, e l’invio al Pireo
dell’incrociatore leggero Orion,
tutti con rinforzi e rifornimenti per le truppe britanniche in Grecia); il
transito del convoglio di ritorno «AS. 5» dalla Grecia all’Egitto, l’attacco di
aerosiluranti contro Taranto dell’11-12 novembre (operazione «Judgment», ad
opera della portaerei Illustrious,
scortata dagli incrociatori York, Berwick, Glasgow e Gloucester e
dai cacciatorpediniere Havock, Hasty, Hyperion ed Ilex)
ed una puntata offensiva contro convogli italiani nel Canale d’Otranto (da
parte dei cacciatorpediniere Ajax, Orion e Sydney e dei cacciatorpediniere Nubian e Mohawk).
L’operazione è coperta dal grosso della Mediterranean Fleet (Forza A, al
comando dell’ammiraglio Andrew Browne Cunningham), con le corazzate Valiant, Warspite, Ramillies e Malaya, la portaerei Illustrious (che lancerà l’attacco
contro Taranto), gli incrociatori Orion, York e Gloucester ed i cacciatorpediniere Nubian, Mohawk, Jervis, Janus, Juno, Hyperion, Hasty, Hereward, Hero, Havock, Ilex, Defender e Decoy; questa forza è anche quella
incaricata dell’esecuzione di «Judgment» (gli aerei decolleranno dalla Illustrious). In tutto, sono in mare
cinque corazzate, due portaerei, undici incrociatori e venticinque
cacciatorpediniere, oltre ai mercantili.
Il Diaspro e gli altri quattro
battelli si posizionano sul rilevamento 315° da La Galite, a 30 miglia di
distanza l’uno dall’altro, con l’incarico di effettuare ricerca notturna per
parallelo senza spingersi a più di 120 miglia ad ovest rispetto alla linea
dello schieramento. Supermarina (nella persona dell’ammiraglio Domenico
Cavagnari) ha ordinato a Maricosom (ammiraglio Mario Falangola) la formazione
di questo sbarramento nel Mediterraneo occidentale dopo averne già fatto
formare un altro a sudest di Malta con i sommergibili Topazio, Pier Capponi e Fratelli Bandiera.
Agenti italiani appostati sulla costa spagnola dello stretto di Gibilterra
hanno infatti riferito, la sera del 7 novembre, della partenza della Forza H
(ammiraglio James Somerville) da quel porto, e lo stesso giorno un ricognitore
S.M. 79 dell’Aeronautica della Libia ha notato la mancanza delle grandi unità
della Mediterranean Fleet nel porto di Alessandria, notizia poi confermata
dall’intercettazione di traffico radio, dalla quale Supermarina ha dedotto che
debbano essere in navigazione da Alessandria verso ovest 2-3 corazzate, 6
incrociatori ed una dozzina di cacciatorpediniere. A Roma non si conosce,
naturalmente, lo scopo di questi movimenti.
Scopo dello sbarramento di cui fa parte il Diaspro
è di intercettare la Forza H, che secondo quanto riferito da ricognitori aerei
francesi e spagnoli è in navigazione verso il Canale di Sicilia (per altra
fonte, la Forza H sarebbe stata localizzata il mattino del 9 novembre dalla
Regia Aeronautica in seguito all’attacco aereo contro Cagliari lanciato dagli
Swordfish dell’Ark Royal). L’ordine
di Cavagnari (n. 1772, urgentissimo e recapitato a mano), in particolare,
stabilisce: «Disponete che cinque
sommergibili pronti Cagliari partono al tramonto di oggi eseguendo durante la
notte trasferimento su linea sbarramento orientata da La Galite per nord ovest
(alt) Sommergibili a distanza di 30 miglia l'uno dall'altro su linea anzidetta
rimarranno in agguato profondo idrofonico durante il giorno et eseguiranno durante
ore notturne agguato in superficie spostandosi per parallelo entro limiti linea
iniziale et linea parallela spostata 120 miglia verso ponente (alt) Scopo
attaccare forze navali nemiche in movimento nelle acque fra la Sardegna e le
Baleari (alt) Durante notte siano tenuti pronti 2 tubi lanciasiluri per ogni
estremità (alt) Unità rientreranno all'ordine (alt) assicurare (alt) Cavagnari».
Conseguentemente, nelle prime ore del 9 novembre Maricosom ha ordinato al VII
Grupsom di Cagliari, con il messaggio numero 43846, di inviare cinque
sommergibili (tra quelli scelti è appunto il Diaspro) che dovranno posizionarsi per parallelo a nordovest di La
Galite, spostandosi nottetempo, navigando in superficie, di 120 miglia verso
ovest.
Oltre a schierare sommergibili in entrambi i bacini del Mediterraneo,
Supermarina allerta anche la flotta perché sia pronta a muovere entro l’8
mattina, e dispone crociere di vigilanza con alcuni MAS, la XIV Squadriglia
Cacciatorpediniere e la XIV Squadriglia Torpediniere (MAS e cacciatorpediniere
non potranno poi compiere tali pattugliamenti a causa del mare mosso). Vengono
infine ordinate ricognizioni da parte degli idrovolanti dell’83° Gruppo della
Ricognizione Marittima della Sicilia, che alle 11 dell’8 avvistano cinque
piroscafi, scortati da un incrociatore e quattro cacciatorpediniere, 180 miglia
ad est di Malta (dove evidentemente è diretto), ed alle 15.20 localizzano anche
due corazzate, una portaerei e parecchi incrociatori e cacciatorpediniere che
si trovano a nord del convoglio, con l’apparente compito di proteggerlo.
Nessuno dei sommergibili riuscirà ad entrare in contatto
con le forze nemiche, tranne il Pier Capponi dello sbarramento a sudest di
Malta, che attaccherà senza successo la Ramillies.
I sommergibili dello sbarramento occidentale, tra cui il Diaspro, cercano il nemico senza successo dal 9 al 12 novembre. La
Forza F sbarcherà le truppe a Malta il 10 novembre.
10
novembre 1940
Alle otto avvista un convoglio della Francia di Vichy,
che non viene pertanto attaccato.
12
novembre 1940
Conclude la missione rientrando a Cagliari alle 19.07,
dopo aver percorso 443 miglia.
15
novembre 1940
Parte da Cagliari alle 18.41, al comando del tenente di
vascello Marino Salvatori, per un pattugliamento a nord di Capo Bougaroni lungo
il parallelo 37°20’ N, tra i meridiani 05°00’ E e 06°00’ E, formando uno
sbarramento insieme all’Aradam ed
all’Alagi.
Stavolta l’operazione britannica da contrastare è
«White», consistente nell’invio a Malta di quattordici aerei lanciati dalle
portaerei della Forza H. Quest’ultima, uscita da Gibilterra il 15 novembre al
comando dell’ammiraglio James Somerville (la formano l’incrociatore da
battaglia Renown, le
portaerei Argus ed Ark Royal, gli incrociatori Despatch e Sheffield, i cacciatorpediniere Wishart, Duncan, Firedrake, Faulknor, Fortune, Fury, Foxhound e Forester; un altro incrociatore,
il Newcastle, è distaccato per
trasportare a Malta personale e materiale della RAF), si porta a sud della
Sardegna, da dove l’Argus lancia
dodici caccia Hawker Hurricane e due bombardieri Blackburn Skua; tuttavia, il
lancio degli aerei viene effettuato a distanza eccessiva, a causa dell’uscita
in mare della flotta italiana (corazzate Vittorio Veneto e Cesare,
incrociatori pesanti Pola, Fiume, Gorizia, Trento, Trieste e Bolzano, cacciatorpediniere Ascari, Lanciere, Corazziere, Carabiniere, Bersagliere, Granatiere, Fuciliere, Alpino, Alfieri, Oriani, Gioberti, Carducci, Vivaldi, Da Noli, Tarigo e Malocello, salpati da Napoli, Messina e Palermo il 16 novembre al
comando degli ammiragli Inigo Campioni ed Angelo Iachino), che ha indotto
Somerville a spingersi prudenzialmente meno in là del previsto prima di
lanciare gli aerei ed invertire la rotta (nei piani, il decollo degli aerei
sarebbe dovuto avvenire a 400 miglia di distanza dall’isola). Il risultato sarà
il fallimento dell’operazione, con nove aerei su quattordici che precipiteranno
in mare od in Sicilia per esaurimento del carburante. Al contempo, un
pianificato attacco aereo diversivo contro Alghero da parte dei velivoli dell’Ark Royal dovrà essere cancellato a
causa delle avverse condizioni meteorologiche.
17 novembre 1940
Alle 10.30, a nord di Capo Bougaroni, il Diaspro avvista da 7 km di distanza un
cacciatorpediniere britannico classe H, avente rotta 080° e velocità 12 nodi.
Il sommergibile non riesce ad avvicinarsi a sufficienza per poter attaccare.
19
novembre 1940
Rientra a Cagliari alle 15.41, dopo aver percorso 542
miglia.
26
novembre 1940
Parte da Cagliari all’1.38, al comando del tenente di
vascello Marino Salvatori, per un pattugliamento a sudovest della Sardegna, dal
punto 38°20’ N e 08°40’ E verso sud per dieci miglia, formando uno sbarramento
insieme ad Alagi, Axum ed Aradam.
L’invio dei quattro sommergibili è stato deciso in
seguito all’avvistamento da parte di un aereo civile italiano della Forza D
britannica (corazzata Ramillies, incrociatore pesante Berwick ed incrociatore
leggero Newcastle, usciti da
Alessandria il 24 per trasferirsi a Gibilterra; incrociatore antiaerei Coventry e cacciatorpediniere Hereward, Defender, Gallant, Griffin e Greyhound, che le accompagneranno fino a sud della Sardegna, quando
assumeranno la scorta di un convoglio proveniente da Gibilterra) ed alla
segnalazione della partenza da Gibilterra della Forza B (forza di copertura, al
comando del viceammiraglio James Somerville, composta dall’incrociatore da
battaglia Renown, dalla
portaerei Ark Royal, dagli
incrociatori Sheffield e Despatch e dai
cacciatorpediniere Firedrake, Forester, Fury, Faulknor, Encounter, Duncan, Wishart, Kelvin e Jaguar). Queste formazioni, insieme alla Forza A (corazzate Valiant e Warspite, portaerei Illustrious,
incrociatori leggeri Ajax, Orion e Sydney e vari cacciatorpediniere, uscita in mare per
proteggere la navigazione di un convoglio da Alessandria a Suda; l’Illustrious deve anche lanciare un
attacco aereo contro Rodi), alla Forza C (corazzate Barham e Malaya e
portaerei Eagle, incaricate di
fornire copertura alla Forza D e di lanciare un attacco aereo contro Tripoli),
alla Forza E (incrociatori York, Glasgow e Gloucester, di scorta al convoglio MW. 4 diretto a Malta) ed alla
Forza F (incrociatori Manchester e Southampton, cacciatorpediniere Hotspur, corvette Gloxinia, Peony, Salvia e Hyacinth, salpati da Gibilterra per
scortare il convoglio ME. 4 formato dai piroscafi Clan Forbes, Clan
Fraser e New Zealand Star diretti
a Malta e ad Alessandria), costituiscono il complesso navale britannico messosi
in moto nel quadro dell’operazione "Collar", che sfocerà due giorni
dopo nell’inconclusiva battaglia di Capo Teulada contro la flotta italiana.
2
dicembre 1940
Rientra a Cagliari alle 13.52, dopo aver percorso 702
miglia.
19
dicembre 1940
Mentre il sommergibile è a Cagliari, il tenente di
vascello Salvatori cede il comando al parigrado Rodolfo Bombig, 38 anni, da Pola.
29
dicembre 1940
Sempre a Cagliari, il tenente di vascello Bombig è a sua
volta avvicendato dal capitano di corvetta Junio Valerio Borghese, 34 anni, da
Roma.
Il capitano di corvetta Junio Valerio Borghese (da www.betasom.it) |
13
gennaio 1941
Uscita da Cagliari dalle 9.35 alle 11.10, al comando del
capitano di corvetta Junio Valerio Borghese, per prove in mare. Percorso un
miglio e mezzo.
21
gennaio 1941
Salpa da Cagliari alle 15.25, al comando del capitano di
corvetta Junio Valerio Borghese, per un pattugliamento a sud della Sardegna;
deve sostituire il gemello Corallo,
che ha dovuto interrompere la missione per problemi ai motori. A sua volta,
però, il Diaspro viene colpito da
avarie di macchina che lo costringono ad abbandonare la missione dopo un solo
giorno.
22
gennaio 1941
Rientra a Cagliari alle 23.35, dopo aver percorso 201,7
miglia.
9
febbraio 1941
Parte da Cagliari alle 00.57, al comando del capitano di
corvetta Junio Valerio Borghese, per un pattugliamento ad est della Galite, dal
punto 37°30’ N e 09°50’ E verso nord per venti miglia. Forma uno sbarramento
con altri sommergibili.
11
febbraio 1941
Ritorna a Cagliari alle 12.26, dopo aver percorso 294,5
miglia.
Il comandante Borghese verrà criticato dall’ammiraglio
Romeo Oliva, vicecomandante di Maricosom, per essersi immerso da mezzanotte
all’1.55 del 10 febbraio, contravvenendo alle istruzioni emanate il 20 gennaio
che prescrivevano di operare in superficie, nelle ore notturne, almeno per il
primo quarto di ogni ora.
12
febbraio 1941
Il capitano di corvetta Borghese sbarca, sostituito dal
tenente di vascello Antonio Dotta, 36 anni, da Fossano.
14
febbraio 1941
Uscita da Cagliari per esercitazione, al comando del
tenente di vascello Antonio Dotta, dalle 8.29 alle 12.15. Percorse 28,5 miglia.
6
marzo 1941
Lascia Cagliari alle 00.10, al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, per trasferirsi a Napoli.
7
marzo 1941
Arriva a Napoli alle 8.30, dopo aver percorso 271
miglia.
18
aprile 1941
Uscita da Napoli per esercitazione, al comando del
tenente di vascello Antonio Dotta, dalle 9.11 alle 18.41. Percorse 52 miglia.
21
aprile 1941
Uscita da Napoli per esercitazione, al comando del
tenente di vascello Antonio Dotta, dalle 8.25 alle 11.48. Percorse 35 miglia.
23
aprile 1941
Uscita da Napoli per esercitazione, al comando del
tenente di vascello Antonio Dotta, dalle otto alle 18.11. Percorse 46 miglia.
28
aprile 1941
Uscita da Napoli per esercitazione, al comando del
tenente di vascello Antonio Dotta, dalle 9.48 alle 17.05. Percorse 39 miglia.
30
aprile 1941
Uscita da Napoli per esercitazione, al comando del
tenente di vascello Antonio Dotta, dalle 8.35 alle 12.55. Percorse 29 miglia.
2
maggio 1941
Uscita da Napoli per esercitazione, al comando del
tenente di vascello Antonio Dotta, dalle 8.37 alle 14.07. Percorse 26 miglia.
6-7
maggio 1941
Uscita da Napoli per esercitazione, al comando del
tenente di vascello Antonio Dotta, dalle 19.40 del 6 alle 00.50 del 7. Percorse
30 miglia.
12
maggio 1941
Lascia Napoli alle 8.10, al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, per trasferirsi a Cagliari.
13
maggio 1941
Arriva a Cagliari alle 18.10, dopo aver percorso 300
miglia.
21
maggio 1941
Salpa da Cagliari alle 4.40, al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, per un pattugliamento ad est della Galite ed una
ventina di miglia a nord di Capo Blanc, in posizione 37°40’ N e 09°50’ E.
Insieme al Corallo, che pattuglia il
settore adiacente, deve intercettare la Forza H britannica, di cui è stata
segnalata l’uscita da Gibilterra.
23
maggio 1941
Rientra a Cagliari alle 11.20, dopo aver percorso 314
miglia avvistando soltanto un aereo e rilevando rumori di motrici senza però
riuscire ad avvistare alcuna nave.
5
giugno 1941
Parte da Cagliari alle 23.15, al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, per un pattugliamento nel Mediterraneo occidentale, tra
la Sardegna e Bona, dal punto 37°54’ N e 08°00’ E al punto 37°54’ N e 06°00’ E
lungo la rotta 265°, per intercettare un convoglio di cui è previsto l’arrivo
da Gibilterra. Forma uno sbarramento ad ovest del Canale di Sicilia insieme ai
sommergibili Fratelli Bandiera e Luciano Manara.
In realtà non c’è nessun convoglio: la Forza H (incrociatore
da battaglia Renown, portaerei Furious ed Ark Royal, incrociatore leggero Sheffield,
cacciatorpediniere Faulknor, Foresight, Forester, Fearless, Fury e Foxhound) è uscita da Gibilterra per l’operazione
"Rocket", il lancio di 41 caccia Hakwer Hurricane diretti a Malta da parte
dell’Ark Royal. Lanciati gli aerei il
6 giugno, la Forza H rientrerà a Gibilterra il giorno seguente, superando
indenne anche gli attacchi aerei lanciati dalla Francia di Vichy in
rappresaglia per l’invasione britannica della Siria francese.
Nell’impossibilità di conoscere gli scopi
dell’operazione nemica altri due sommergibili italiani, Marcantonio Colonna e Giovanni
Da Procida, sono stati schieati in agguato al largo di Genova per
l’eventualità di un tentativo da parte britannica di ripetere il bombardamento
navale effettuato quattro mesi prima.
12
giugno 1941
Ritorna a Cagliari alle 11.50, dopo aver percorso 824,5
miglia senza avvistare niente.
2
luglio 1941
Parte da Cagliari alle 21.19, al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, per un pattugliamento nel Mediterraneo occidentale, nel
raggio di venti miglia dal punto 37°20’ N e 02°40’ E (tra l’Algeria e le
Baleari). Di nuovo insieme al Corallo,
cui è assegnato un settore contiguo, deve intercettare la Forza H, di cui è
prevista una sortita da Gibilterra a copertura dell’invio a Malta di un
convoglio di rifornimenti.
12
luglio 1941
Rientra a Cagliari a mezzogiorno, dopo aver percorso
991,5 miglia senza avvistare niente.
16
luglio 1941
Salpa da Cagliari alle 17.25, al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, per un pattugliamento nel Mediterraneo occidentale, tra
i meridiani 37°30’ N e 37°40’ N ed i paralleli 05°00’ E e 06°00’ E. Stavolta è
l’Alagi ad occupare il settore
adiacente; insieme ad esso il Diaspro
deve intercettare una forza navale britannica di cui è previsto l’arrivo da
Gibilterra, ma anche stavolta non avvista niente.
19
luglio 1941
Fa ritorno a Cagliari alle 8.05, dopo aver percorso
429,5 miglia.
21
luglio 1941
Parte da Cagliari alle 14.58, al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, per un pattugliamento a nord di Capo Bougaroni (a 55
miglia alla costa algerina) ed a sudovest della Sardegna, lungo il parallelo
37°30’ N tra i meridiani 05°00’ E e 06°00’ E, insieme all’Alagi, che pattuglia il settore adiacente, a contrasto di una
possibile uscita da Gibilterra verso Malta della Forza H; il Comando Supremo,
informato della partenza della Forza H da agenti italiani operanti ad
Algeciras, ritiene – dopo un momento di iniziale allarmismo in cui addirittura
si era temuto un tentativo di sbarco britannico in Sud Italia - si tratti
soltanto di un’altra sortita per lanciare aerei diretti a Malta, ragion per cui
la squadra da battaglia rimane in porto.
Diaspro ed
Alagi, raggiunti i punti di agguato
situati sul meridiano 06°00’ E, dovranno poi pattugliare la zona fino al
meridiano 05°00’ E.
22
luglio 1941
Alle 10.05, quando Capo Bougaroni è in vista, viene
ricevuto un messaggio che informa che alle 8.50 un aereo ha avvistato una
grossa formazione navale nemica nel punto 38°26’ N e 03°25’ E. Giunto nel
settore assegnato, il Diaspro inizia
il pattugliamento in superficie, immergendosi periodicamente per brevi lassi di
tempo onde effettuare ascolto idrofonico.
Alle 11.30 viene ricevuto un messaggio da Maricosom che
comunica l’avvistamento, alle 9.20, di una corazzata, una portaerei e quattro
cacciatorpediniere, aventi rotta 090° e velocità 18 nodi, in posizione 38°26’ N
e 03°35’ E. Il comandante Dotta stima che alle 16.30 la formazione nemica potrebbe
trovarsi 45 miglia a nord della sua posizione, pertanto ordina subito un
cambiamento di rotta nella speranza di riuscire ad intercettare il nemico alle
16.
Alle 14.40, mentre il Diaspro è in navigazione, riceve da Maricosom un messaggio con cui
gli viene concessa libertà di azione per uscire dal settore assegnato per la
missione al fine di intercettare il nemico.
Alle 19.20 viene ricevuto un altro messaggio da
Maricosom, che informa che alle 15.45 la formazione avversaria, descritta
adesso come composta da una corazzata, una portaerei e sette cacciatorpediniere
in luogo dei precedenti quattro, si trovava 75 miglia a nord di Capo Bougaroni
ed aveva rotta 090° e velocità 20 nodi. Dato però che alle 15.45 il Diaspro si trovava a sole sette miglia
dalla posizione indicata, e non aveva rilevato alcunché all’idrofono, il
comandante Dotta ritiene che la posizione indicata nel messaggio sia errata.
Alle 19.50 vengono avvertite esplosioni di bombe verso ovest.
Alle 20.15 il Diaspro
viene avvertito da Maricosom che alle 15.50 una formazione nemica composta da
una corazzata, una portaerei, quattro incrociatori e cinque cacciatorpediniere
è stata segnalata 75 miglia a nord di Capo Sigli; non è chiaro se si tratti
della stessa formazione cui si riferivano i messaggi precedenti o di un gruppo
diverso.
Alle 22 il Diaspro
s’immerge brevemente per effettuare ascolto idrofonico, e rileva rumori di
turbine di diverse navi verso est, a grande distanza, pertanto prepara tutti i
tubi lanciasiluri e riprende la navigazione in superficie in tale direzione, in
cerca del nemico.
Alle 22.58 – dopo sette ore di ricerca e circa 45 miglia
nautiche percorse verso nord dall’arrivo nel settore d’agguato – vengono
avvistate delle sagome nell’oscurità, e due minuti dopo vengono fermati i
motori diesel ed azionati quelli elettrici, per avvicinarsi silenziosamente.
Alle 23.04 viene avvistata una formazione di otto-dieci
navi da guerra che sta invertendo la rotta da 090° a 270°; il comandante Dotta
ne identifica la composizione come uno o due cacciatorpediniere che procedono
in testa, seguiti da quattro incrociatori, altri cacciatorpediniere, una
corazzata, una portaerei ed infine un altro cacciatorpediniere o due in coda.
La velocità è stimata in dieci nodi, la distanza compresa tra i mille ed i 1300
metri. (Altra fonte afferma che il Diaspro
si sarebbe trovato in mezzo ad una formazione composta da una corazzata, una
portaerei e sette cacciatorpediniere).
Alle 23.07, in posizione 38°10’ N e 05°30’ E (al largo
di Bougie; altra fonte parla di 38°10’ N e 24°53’ E, ma deve trattarsi di un
errore), il Diaspro lancia contro gli
incrociatori una salva di quattro siluri dai tubi prodieri. Nessuna delle armi
va a segno; Dotta ritiene che l’avversario le abbia avvistate ed evitate grazie
all’elevata fosforescenza delle scie dei siluri, che le rende particolarmente
visibili, come da lui personalmente constatato.
Alle 23.09, invertita la rotta accostando a dritta in
modo da rivolgere la poppa al nemico, il Diaspro
lancia due siluri dai tubi poppieri contro la corazzata e la portaerei, da
appena 700 metri di distanza; poi s’immerge in profondità con la rapida (per
altra fonte, sarebbe rimasto in superficie per alcuni minuti dopo i lanci).
Circa un minuto dopo i lanci vengono avvertite due detonazioni, che inducono
Dotta a ritenere di aver colpito almeno una, e forse anche entrambe, le navi
maggiori nemiche (scriverà nel rapporto: "Dalla plancia non ho inteso esplosioni da potersi attribuire ai siluri
di prora. I siluri di poppa sono invece esplosi sicuramente tutti e due dopo
poco più di un minuto dal lancio. La loro esplosione è stata udita
distintamente da me e da tutto il personale di bordo e non può assolutamente
essere confusa con l’eventuale esplosione tempestiva di bombe avendo queste
ultime caratteristiche sonore completamente diverse da quelle dei siluri che
producono uno schianto facilmente riconoscibile. Non sono in grado di precisare
se i siluri hanno colpito una sola o tutte e due le unità maggiori.
Dall’impressione riportata osservando l’inizio delle scie sono portato a
ritenere che entrambi abbiano colpito la nave portaerei").
La formazione attaccata dal Diaspro è la Forza H britannica, uscita da Gibilterra per l’operazione
"Substance": la formano la corazzata Nelson, l’incrociatore da battaglia Renown, la portaerei Ark
Royal, l’incrociatore leggero Hermione
e sei cacciatorpediniere. La Nelson,
insieme agli incrociatori leggeri Edinburgh, Manchester ed Arethusa, al posamine veloce Manxman e ai cacciatorpediniere Nestor, Lightning, Farndale, Avon Vale, Eridge, Cossack, Sikh e Maori (Forza X), deve scortare da Gibilterra a Malta il convoglio GM.
1, partito dalla Rocca all’1.45 del 21 luglio e formato da un trasporto truppe
(il Leinster, incagliatosi però poco
dopo la partenza e conseguentemente escluso dall’operazione) e sei navi da
carico (Deucalion, Port Chalmers, City of Pretoria, Sydney
Star, Durham e Melbourne Star) cariche di rifornimenti, mentre sulla rotta opposta
procederanno sei mercantili scarichi e la cisterna militare Breconshire (convoglio MG. 1), scortati
dal cacciatorpediniere Encounter;
Renown, Ark Royal, Hermione ed
otto cacciatorpediniere (Faulknor, Fearless, Firedrake, Forester, Foxhound, Fury, Foresight e Duncan), salpati da Gibilterra alle tre
di notte del 21, devono fornire copertura all’operazione, mentre unità della
Mediterranean Fleet uscite da Haifa ed Alessandria compiono azioni diversive
nel Mediterraneo orientale (intensificando inoltre il traffico radio per
attirare l’attenzione su di sé, distogliendola dal bacino occidentale del
Mediterraneo), ed otto sommergibili britannici ed olandesi della 8th
e 10th Flotilla sono stati schierati al largo delle basi navali
italiane in modo da intercettare la flotta italiana se dovesse uscire in mare a
contrastare l’operazione.
Nessuno dei siluri lanciati dal Diaspro è andato a segno; il cacciatorpediniere australiano Nestor, situato sul fianco destro della
formazione (a protezione dell’Ark Royal,
che secondo alcuni siti sarebbe stata anch’essa mancata di stretta misura dai
siluri, mentre altri affermano lo stesso del Renown), segnala di aver avvistato ed evitato di stretta misura due
siluri (la seconda salva lanciata dal Diaspro)
e subito prima ha avvertito due esplosioni (le stesse sentite a bordo del
sommergibile ed attribuite erroneamente a siluri a segno), con ogni probabilità
originate da due dei siluri della prima salva del Diaspro, esplosi prematuramente o dopo aver urtato il fondale.
(Secondo Giorgio Giorgerini nel suo libro “Uomini sul
fondo”, il Nestor avrebbe avvistato i
primi quattro siluri ed allertato la formazione, che li avrebbe evitati con un’immediata
accostata sulla sinistra; i due siluri lanciati dai tubi di poppa del Diaspro sarebbero invece passati sotto
lo scafo del Nestor senza esplodere,
perché regolati per colpire navi maggiori e dunque per una profondità eccessiva
rispetto al pescaggio del cacciatorpediniere. Anche l’ammiraglio Somerville
menzionò nel suo rapporto che erano state avvertite quattro esplosioni
subacquee, prima tre raggruppate e poi una quarta molto vicina al Renown. Secondo www.naval-history.net, alle 23.15 il Nestor, che procedeva a 15 nodi su rotta
085,25°, sul fianco destro dello schermo di cacciatorpediniere del gruppo
formato da Renown, Nelson, Ark Royal ed Hermione,
avrebbe avvistato un siluro in avvicinamento da dritta in posizione 38°03’ N e
05°45’ E; il Renown accostò
bruscamente a sinistra poco dopo aver avvertito quattro esplosioni, la più
vicina delle quali circa duecento metri a proravia del Renown. Secondo www.uboat.net,
alle 23.17 il Diaspro avrebbe
lanciato contro il Renown, ma le scie
dei siluri sarebbero state avvistate dal Nestor,
che avrebbe avvisato l’incrociatore da battaglia permettendogli così di
evitarli con una virata d’emergenza a sinistra. Per altra fonte, il Diaspro avrebbe lanciato senza successo
contro una portaerei, poi il Nestor,
che aveva sentito la corsa dei siluri, l’avrebbe attaccato ed allora il Diaspro avrebbe lanciato due siluri contro
di esso, evitati dal cacciatorpediniere).
Evitati i siluri, il Nestor
passa al contrattacco; localizzato il Diaspro
attraverso l’ASDIC, che ottiene un contatto a 1550 metri, lo attacca con il
lancio di un pacchetto di cinque bombe di profondità regolato per esplodere a
media profondità, che esplodono mentre il battello italiano raggiunge la quota
di 40 metri, senza causare danni. Il cacciatorpediniere esegue poi un secondo
passaggio durante il quale lancia un altro “pacchetto” di sei bombe di profondità,
e poi un terzo durante cui ne lancia altre sei. Il Nestor riferirà poi di aver sentito un forte odore di carburante
diesel.
Sul Diaspro
vengono contate una trentina di esplosioni attribuite a bombe di profondità tra
le 23.12 del 22 luglio e le 00.50 del 23; il primo pacchetto è esploso vicino,
ma quelli successivi no, ed il sommergibile ha subito solo danni lievi, pur
“precipitando” a 138 metri di profondità prima di riuscire a stabilizzarsi sui
116 metri. La caccia subita è considerata breve, ma molto intensa.
23
luglio 1941
Alle 3.30, terminata la caccia ed allontanatasi la Forza
H, il Diaspro lancia il segnale di
scoperta relativo alla formazione che ha appena attaccato, ed alle 5.57 avvista
una squadriglia di cacciatorpediniere apparentemente intenti a dargli la
caccia. Tornato ad immergersi, il Diaspro
fa rotta per Cagliari, avendo esaurito i siluri (evento raro in Mediterraneo,
mare povero di bersagli per i sommergibili italiani).
In seguito alla ricezione del segnale di scoperta
lanciato dal Diaspro, Supermarina
invierà tra Malta e Pantelleria i sommergibili Fratelli Bandiera, Luciano
Manara, Ruggiero Settimo e Dessiè per tentare, senza successo, di
intercettare la formazione britannica. Il mattino del 23 luglio ricognitori
italiani avvisteranno la squadra britannica a nord di Bona, ma troppo tardi per
un intervento della squadra da battaglia italiana (corazzate Littorio, Vittorio Veneto e Duilio
a Taranto, incrociatori pesanti Trieste,
Bolzano e Gorizia a Messina, incrociatori leggeri Garibaldi, Montecuccoli, Da Barbiano e Di Giussano a Palermo: tutti sono stati messi in allerta dal 21
luglio, quando ci sono state le prime avvisaglie di un’operazione nemica);
verranno invece inviati ad attaccare le navi nemiche i bombardieri Savoia
Marchetti S.M. 79 e CANT Z. 1007 del 32° Stormo da Bombardamento Terrestre e
del 51° Gruppo da Bombardamento Terrestre e gli aerosiluranti Savoia Marchetti
S.M. 79 della 280a e 283a Squadriglia, che affonderanno
il cacciatorpediniere Fearless e
danneggeranno gravemente il suo gemello Firedrake,
l’incrociatore leggero Manchester e
la nave cisterna Høegh Hood, oltre a
causare lievi danni ad un altro cacciatorpediniere, il Foxhound. Questi successi saranno pagati con l’abbattimento di due
bombardieri e cinque aerosiluranti abbattuti dai caccia dell’Ark Royal. I britannici subiranno
inoltre la perdita di tre caccia Fairey Fulmar ed il grave danneggiamento della
motonave Sydney Star, silurata dal MAS 532.
Il convoglio GM. 1 raggiungerà Malta il 24 luglio,
mentre l’MG. 1 e la Forza H raggiungeranno Gibilterra il 27.
24
luglio 1941
Rientra a Cagliari alle 7.45, dopo aver percorso 352
miglia.
Il Diaspro in manovra di ormeggio a Cagliari al rientro dalla missione, il 24 luglio 1941 (g.c. STORIA militare) |
30
luglio 1941
Parte da Cagliari alle 20.25, al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, per l’ennesimo pattugliamento al largo di Capo
Bougaroni ed a sudovest della Sardegna, stavolta sul meridiano 06°00’ E.
Insieme a Serpente ed Alagi, deve formare uno sbarramento tra
Capo Bougaroni e La Galite a contrasto dell’operazione britannica «Style»,
consistente nell’invio a Malta dell’incrociatore posamine Manxman e degli incrociatori
leggeri Hermione ed Arethusa (Forza X, al comando del
contrammiraglio Edward Neville Syfret), in missione di trasporto veloce di 1746
uomini (70 ufficiali e 1676 sottufficiali e soldati, in parte rimasti a
Gibilterra quando il piroscafo Leinster,
facente parte del precedente convoglio «Substance» diretto a Malta, si era
incagliato, in parte imbarcati su navi dello stesso convoglio che erano dovute
rientrare a Gibilterra perché danneggiate) e 130 tonnellate di rifornimenti,
con la scorta diretta dei cacciatorpediniere Lightning e Sikh ed
indiretta di parte della Forza H dell’ammiraglio James Somerville (corazzata Nelson, incrociatore da battaglia Renown, portaerei Ark Royal, due incrociatori ed otto
cacciatorpediniere). Quale azione diversiva, i britannici effettuano anche un
bombardamento di Porto Conte ed Alghero da parte dei cacciatorpediniere Maori e Cossack e di nove bombardieri Fairey Swordfish della
portaerei Ark Royal (attacchi
compiuti tra le 2.15 e le 4.45 del 1° agosto, con danni trascurabili).
Le navi dirette a Malta hanno lasciato Gibilterra alle
sei del mattino del 30 luglio, ed alle 17.30 la notizia che la Forza H è
partita da Gibilterra alle 7 diretta verso est è giunta a Supermarina, che
dispone subito l’approntamento delle sei torpediniere disponibili a Trapani (Castore, Cigno, Calliope, Centauro, Circe e Pallade), l’invio
in agguato di vari sommergibili (Tembien, Zaffiro, Bandiera e Manara tra
Malta e Pantelleria a contrasto di un probabile convoglio diretto a Malta; Alagi, Aradam, Diaspro e Serpente a sudovest della Sardegna
per lo stesso motivo; H 1, H 4 e Marcantonio Colonna nel Golfo di Genova nell’eventualità di un
nuovo tentativo di bombardamento navale di Genova), e varie altre misure
(sospensione del traffico nel Mediterraneo Centrale, concentrazione a Trapani e
Pantelleria di tredici MAS per effettuare rastrelli notturni nel Canale di
Sicilia, ricognizioni aeree su vaste zone di entrambi i bacini del
Mediterraneo, messa in stato di allarme delle difese costiere di Liguria,
Sicilia, Sardegna e costa tirrenica italiana). Supermarina è già stata messa in
allarme dall’intensificarsi, nei giorni precedenti, del traffico radio nemico a
carattere operativo e degli attacchi aerei contro le basi aeree della
ricognizione marittima in Sicilia e Sardegna, oltre che dalla comparsa di
ricognitori britannici a Taranto e nelle basi del Tirreno meridionale: l’alto
comando della Regia Marina prevede che la Forza H si stia spostando verso est e
ritiene che potrebbe essere in atto un’operazione congiunta con la
Mediterranean Fleet di Alessandria, siccome rivelazioni radiogoniometriche
hanno rivelato la presenza di un’unità appartenente a quest’ultima alle 17.45
dello stesso giorno, a 60 miglia per 350° da Marsa Matruh. Alle due di notte
del 31 luglio rilevazioni radiogoniometriche hanno individuato la Forza H nelle
acque della Spagna, stimandone la velocità in una decina di nodi, e più tardi è
giunta notizia della partenza da Gibilterra di alcuni mercantili e di tre
incrociatori, con destinazione ignota (in realtà i mercantili sono diretti in
Atlantico, e non c’è nessun incrociatore). Alle 8.45 il Servizio Informazioni
dell’Aeronautica fa sapere che da Gibilterra sono partite, dirette in
Mediterraneo, la portaerei Ark Royal,
la corazzata Nelson,
l’incrociatore da battaglia Renown e
due incrociatori, arrivati nottetempo dall’Atlantico e di scorta a «due piroscafi carichi di truppe e otto
mercantili carichi di materiali, munizioni e viveri, probabilmente destinati in
Egitto (…) Fonte
attendibile comunica che at Gibilterra si parla di rappresaglie contro l’Italia».
Nonostante i ricognitori inviati dalla Sardegna durante il mattino a cercare
tali forze non trovino nulla, alle 15.45 Supermarina dà ordine di approntare
all’uscita in due ore la III Divisione Navale (incrociatori pesanti Trento, Trieste e Gorizia e
XIII Squadriglia Cacciatorpediniere) a Messina e la V Divisione Navale
(corazzate Cesare e Doria) e tutti i cacciatorpediniere
disponibili a Taranto. Contestualmente viene ordinato anche alla IX Divisione
Navale (corazzate Littorio e Vittorio Veneto) ed alla corazzata Duilio, a Napoli, di tenersi pronte a partire
entro mezz’ora; viene ordinato che nella notte tra l’1 ed il 2 agosto inizino
gli agguati di torpediniere e MAS al largo di Pantelleria e di Capo Bon; mentre
la IV e VIII Divisione incrociatori, che si trovano a Palermo, vengono
mantenuti in approntamento normale. In base alle informazioni raccolte,
infatti, Supermarina ritiene più probabile che l’operazione britannica riguardi
un attacco contro le coste tirreniche italiane che non l’invio di un convoglio
attraverso il Canale di Sicilia, ritenuto a torto poco probabile. Alle 16.45
del 31 luglio un aereo di linea tedesco (della Lufthansa) segnala tredici navi
da guerra, tra cui una portaerei, 50 miglia ad est delle Baleari, dirette verso
est; durante la giornata del 1° agosto undici ricognitori dell’Aeronautica
della Sardegna cercano la Forza H, che si è spostata a nordest delle Baleari,
con rotta sudovest, e che è stata avvistata alle nove del mattino da un aereo
francese (che ne ha stimato correttamente la composizione come una portaerei,
due corazzate e dieci cacciatorpediniere, con rotta 160°), 35 miglia a nord di
Minorca. Gli avvistamenti da parte di trimotori CANT Z. 1007 bis del 50° Gruppo
segnalano che la Forza H sembra restare nello stesso punto in cui l’aveva
trovata l’aereo francese (a nordest di Minorca e con rotta nordest), e quattro
successivi rilevamenti radiogoniometrici individuano inoltre una nave
sconosciuta a 70 miglia per 30° da Capo Sant’Antonio (a sud di Valencia).
L’attenzione dell’apparato aeronavale italiano si concentra così sulla Forza H,
mentre passa del tutto inosservato il transito in Mediterraneo occidentale
della Forza X, che naviga ad alta velocità tenendosi vicina alle acque
territoriali del nordafrica francese, seguendo la costa algerina e poi
tunisina, dopo di che attraversa indisturbata il Canale di Sicilia.
Supermarina, infatti, ha dato ordine che i MAS stanziati ad Augusta rimangano
in porto in caso di mancato avvistamento di navi nemiche dirette verso il
Mediterraneo centrale da parte della ricognizione (e nessun ricognitore le ha
avvistate), mentre i MAS di Pantelleria non trovano niente a causa del mare
grosso, che ne intralcia seriamente l’attività. Alle 7.35 del 2 agosto una
rilevazione radiogoniometrica mostra che c’è un’unità britannica 50 miglia ad
ovest di Malta, diretta verso tale isola; Supermarina chiede allora a
Superaereo di condurre una ricognizione sul porto di La Valletta, e mette
nuovamente in allarme la III Divisione a Messina e le corazzate a Napoli.
La Forza X raggiunge Malta alle nove del mattino del 2
agosto, scarica truppe e rifornimenti e riparte alle 16.30 per tornare a
Gibilterra. Alle 18 la Forza X, in navigazione ad alta velocità una decina di
chilometri a nordovest di Gozo (a levante di Malta), viene infine avvistata da
dieci caccia Macchi Mc 200 del 10° Gruppo dell’Aeronautica della Sicilia, di
ritorno dalla richiesta ricognizione su La Valletta, che riconoscono
correttamente le navi avvistate come tre incrociatori e due cacciatorpediniere,
diretti verso Gibilterra. In conseguenza di tale avvistamento, tre
aerosiluranti S.M. 79 “Sparviero” della 278a Squadriglia
decollano da Pantelleria per attaccare la Forza X (uno di essi, avvistata la
formazione avversaria, lancia un siluro contro l’Hermione, che lo evita con la manovra); inoltre, la notizia arriva
anche a Marina Messina, che intanto aveva ordinato un agguato notturno di
quattro torpediniere ed altrettanti MAS tra Capo Bon, Pantelleria e Trapani, ed
altri due MAS al largo di Malta.
Alle 00.25 del 3 agosto Marina Messina ordina alla XV
Squadriglia Cacciatorpediniere (Pigafetta, Pessagno, Da Mosto, Da Verrazzano ed Usodimare) di accendere le caldaie, ed
alle 3.45 di salpare per portarsi entro le 8 trenta miglia a sud di Marettimo.
Al contempo, Marina Messina ordina al Comando Militare Marittimo di Pantelleria
di tenere le torpediniere Pallade e Castore in agguato sottocosta,
vicino all’isola, e di tenere le batterie costiere pronte all’intervento. La
Forza X passa però ad ovest di Pantelleria, dal lato opposto rispetto agli
sbarramenti italiani, molto lontano dalle zone in cui si trovano le
torpediniere ed i cacciatorpediniere italiani (che sono state scelte tenendo
presente il concetto precauzionale di evitare un incontro notturno, data la
superiorità britannica nel combattimento di notte), che non riescono così ad
intercettarla (per loro fortuna, probabilmente, data la netta superiorità di
armamento delle navi britanniche).
Dei sommergibili, l’unico ad entrare in contatto con le
forze nemiche è il Tembien, che nelle
prime ore del 2 agosto viene speronato ed affondato con tutto l’equipaggio
dall’Hermione. La Forza X raggiunge
Malta indisturbata lo stesso 2 agosto, sbarcando truppe e rifornimenti per poi
rientrare a Gibilterra il 4.
3
agosto 1941
Alle 13.35 il Diaspro
viene informato di un convoglio di otto navi con rotta 270° e velocità 10 nodi,
in posizion 37°20’ N e 10°45’ E; si sposa verso ovest per tentare un attacco
notturno, ma avvista solo navi della Francia di Vichy.
6
agosto 1941
Fa ritorno a Cagliari alle 6.50, dopo aver percorso 432 miglia.
15
agosto 1941
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 8.15 alle
13.20, al comando del tenente di vascello Antonio Dotta. Lo scorta il dragamine
ausiliario R 176 Balear.
22
agosto 1941
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 8.58 alle
13.35, al comando del tenente di vascello Antonio Dotta. Percorse 22,5 miglia.
23
agosto 1941
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 13.20 alle
18.16, al comando del tenente di vascello Antonio Dotta. Percorse 27 miglia.
24
agosto 1941
Parte da Cagliari alle 22 al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta per un pattugliamento ad ovest di La Galite, in un
raggio di dieci miglia dal punto 37°30’ N e 07°40’ E.
Insieme ai sommergibili Alagi, Serpente ed Aradam, deve formare uno sbarramento a
sudovest della Sardegna per intercettare un presunto convoglio britannico in
navigazione da Gibilterra a Malta, a seguito dell’avvistamento di ingenti forze
navali britanniche (la Forza H con la corazzata Nelson, la portaerei Ark
Royal, l’incrociatore leggero Hermione,
i cacciatorpediniere Encounter, Fury, Forester, Foresight e Nestor) salpate da Gibilterra il 21
agosto e dirette verso est. Oltre allo sbarramento di cui fa parte i Diaspro, un secondo sbarramento composto
da altri cinque sommergibili (Squalo,
Tricheco, Topazio, Zaffiro e Fratelli Bandiera) e ben tredici MAS è
stato schierato nel Canale di Sicilia.
In realtà non c’è nessun convoglio: è in corso l’operazione
britannica "Mincemeat", consistente nell’invio del posamine
veloce Manxman (partito da
solo il 22 agosto per non dare nell’occhio) al largo di Livorno, per posare un
campo di 70 mine in quelle acque, ed in attacchi aerei lanciati dall’Ark Royal contro obiettivi in
Sardegna (stabilimenti industriali e boschi di sughero nella parte
settentrionale dell’isola), allo scopo di dissuadere la Spagna di Francisco
Franco dall’entrare in guerra a fianco dell’Asse, mostrando le capacità della
Royal Navy di colpire il nemico anche in casa propria.
La flotta di superficie italiana (al comando
dell’ammiraglio Angelo Iachino), uscita da Taranto, Trapani, Messina e Palermo
con le corazzate Littorio e Vittorio Veneto, gli incrociatori
pesanti Trento, Trieste, Bolzano e Gorizia,
gli incrociatori leggeri Luigi di Savoia
Duca degli Abruzzi, Raimondo Montecuccoli e Muzio Attendolo e 17
cacciatorpediniere (Lanciere, Ascari, Corazziere, Carabiniere,
Aviere, Camicia Nera, Granatiere, Bersagliere, Fuciliere, Alpino, Maestrale, Scirocco, Ugolino Vivaldi,
Nicoloso Da Recco, Lanzerotto Malocello,
Antonio Pigafetta, Giovanni Da
Verrazzano), non riuscirà ad intercettare la formazione avversaria, subito
rientrata alle basi dopo aver adempiuto ai propri obiettivi senza spingersi
fino al Canale di Sicilia come invece supposto dal Comando italiano nell’errata
ipotesi della presenza di un convoglio diretto a Malta.
25
agosto 1941
Alle 9.10 viene avvistato in posizione 37°48’ N e 08°00’
E un sommergibile che il comandante Dotta ritiene essere l’Aradam; ad ogni modo, Dotta decide di proseguire in immersione
verso il settore di pattugliamento, distante 25 miglia. Alle 10.13 il
sommergibile sconosciuto viene avvistato di nuovo.
27
agosto 1941
Rientra a Cagliari alle 14.10, dopo aver percorso 307
miglia.
12
settembre 1941
Parte da Cagliari alle 13.55, al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, per un pattugliamento ad est della Galite, tra il
parallelo 37°32’ N, la costa africana ed i meridiani 08°56’ E e 09°20’ E. Forma
uno sbarramento insieme ad altri sommergibili.
Alle 18.55, in posizion 38°42’ N e 09°30’ E, il Diaspro viene attaccato dall’idrovolante
CANT Z. 506 numero 3 della 188a Squadriglia, decollato dalla base
cagliaritana di Elmas, che l’ha scambiato per un sommergibile nemico.
L’idrovolante sgancia due bombe di profondità regolate per esplodere a 15 metri
di profondità; le detonazioni scuotono il Diaspro,
che però riesce ad allontanarsi indenne scendendo a 70 metri. L’osservatore
dell’idrovolante, guardiamarina Paolo Tavolato, riceverà un rimprovero per il
suo grave errore.
15
settembre 1941
Rientra a Cagliari alle 10.50, dopo aver percorso 359
miglia.
16
settembre 1941
Parte da Cagliari alle 23.55 al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, per un pattugliamento a sudest di Minorca, dove dovrà
formare uno sbarramento insieme al Serpente.
17
settembre 1941
Riceve l’ordine di rientrare alla base. Alle 12.40
avvista a 8 km di distanza il Serpente,
in navigazione su rotta opposta, venendo a sua volta avvistato da questi: a
differenza del Diaspro, non ha ancora
ricevuto l’ordine di rientro.
Il Diaspro
raggiunge Cagliari alle 21.45, dopo aver percorso 184 miglia.
25
settembre 1941
Salpa da Cagliari alle 18.35 al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, insieme ai sommergibili Serpente, Aradam ed Axum (con cui deve formare uno
sbarramento), per pattugliare un settore compreso tra i meridiani 06°40’ E e
07°00’ E ed i paralleli 39°10’ N e 39°50’ N (a sudovest di Minorca).
Scopo dello sbarramento è contrastare l’operazione
britannica "Halberd", per la quale è salpata da Gibilterra, tra le
18.15 e le 23.30 del 24 settembre, la Forza H, con le corazzate Prince of Wales, Rodney e Nelson, la portaerei Ark
Royal ed i cacciatorpediniere Duncan, Fury, Lance, Legion, Lively, Gurkha, Zulu, Isaac Sweers (olandese), Garland (polacco) e Piorun (polacco). La formazione,
denominata per l’operazione “Forza A”, è stata suddivisa dai britannici in vari
sottogruppi, partiti in momenti diversi tra il 24 ed il 25 settembre: suo scopo
è proteggere la navigazione verso Malta di un convoglio con rifornimenti (WS.
11X, formato dalla cisterna militare Breconshire e
dalle navi da carico Ajax, City of Lincoln, City of Calcutta, Clan MacDonald, Clan Ferguson, Rowallan Castle, Imperial
Star e Dunedin Star con un carico complessivo di 81.000
tonnellate di rifornimenti e la scorta diretta degli incrociatori leggeri Edinburgh, Sheffield, Euryalus, Kenya ed Hermione e dei cacciatorpediniere Cossack, Farndale, Foresight, Forester, Heythrop, Laforey, Lightning ed Oribi della
Forza X), che si svolgerà in contemporanea con la navigazione di un altro
convoglio (MG. 2, formato dai mercantili scarichi Port Chalmers, City of
Pretoria e Melbourne Star,
scortati dalla corvetta Gloxinia nel
primo tratto della navigazione) da Malta a Gibilterra e con un’azione diversiva
della Mediterranean Fleet nel Mediterraneo orientale. A completamento del
dispositivo britannico, i sommergibili Urge,
Utmost, Upholder, Unbeaten, Ursula, Upright, Trusty, Sokol (polacco) e O 21 (olandese) della 8th e 10th Flotilla
sono schierati in agguato agli imbocchi dello stretto di Messina, nel golfo di
Cagliari, al largo di Capo Carbonara e lungo la costa nordorientale della
Sicilia, pronti ad intercettare eventuali forze navali di superficie che
dovessero tentare di attaccare il convoglio.
La partenza della Forza H in più gruppi, e le rotte seguite da questi fino alla
riunione (che avviene il mattino del 27 settembre, cento miglia a sud di
Cagliari), traggono in inganno i comandi italiani, i quali, ricevute nella
tarda mattinata del 25 settembre le prime notizie sulla partenza della Forza H
da Gibilterra, ritengono erroneamente che lo scopo dell’operazione sia un
bombardamento navale contro obiettivi sulle coste della Penisola (come
attestato dal "Notiziario 73" di Maristat Informazioni, delle 11.10
del 25 settembre, secondo cui "N.B. NELSON
partita ieri ore 18.30 per ponente con 4 CC.TT. alt RODNEY alzata insegna
ammiraglio alt Nella notte tutte forze navali Gibilterra partite con scorta
numerosi CC.TT. presumesi per Mediterraneo alt Al RODNEY risulterebbe
aggregatosi gruppo NELSON con tipo BELFAST alt Scopo missione sarebbe
rappresaglia contro coste italiane"). Per contrastare questo ipotetico
bombardamento, Supermarina ha inviato il Diaspro e
gli altri tre sommergibili ad est delle Baleari, altri tre a sudovest della
Sardegna, tre a sud/sudovest di Ibiza e cinque in Mar Ligure. Il Narvalo viene inviato al largo di
Capo Bon, Adua, Dandolo, Squalo, Delfino, Turchese e Fratelli Bandiera a nord di Capo
Ferrat; un gruppo di MAS viene schierato al largo di Pantelleria.
All’andata la squadra britannica non transiterà nella
zona d’agguato del Diaspro, né degli
altri sommergibili, perché tutti raggiungeranno le zone assegnate soltanto dopo
che le formazioni britanniche le hanno già attraversate. Maricosom, di
conseguenza, ordinerà a tutti i sommergibili di spostarsi più a sud, tentando
d’intercettare le forze britanniche (il cui vero obiettivo sarà stato intanto
compreso da Supermarina il mattino del 27, in seguito alla notizia
dell’esistenza di un convoglio diretto a Malta) durante la fase di rientro,
comunicando alle 20.45 del 27: "Forza
navale nemica già attaccata e danneggiata da ARMERA (alt) Nella ricerca et
nell’attacco agite con massimo impegno et precisione per infliggere al nemico
ulteriori et più gravi danni possibili (alt) Sono certo che vi mostrerete degni
della fiducia che in voi ripone la Marina (alt)".
Risulterà infruttuosa l’uscita in mare della squadra da battaglia al comando
dell’ammiraglio Angelo Iachino (corazzate Littorio e Vittorio
Veneto, incrociatori pesanti Trento, Trieste e Gorizia, incrociatori leggeri Muzio Attendolo e Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi,
cacciatorpediniere Granatiere, Bersagliere, Fuciliere, Ascari, Lanciere, Corazziere, Carabiniere, Folgore, Maestrale, Grecale, Scirocco, Vincenzo Gioberti, Nicoloso Da Recco ed Emanuele Pessagno), salpata da
Napoli, Palermo e Messina in seguito all’avvistamento della Forza H a sud delle
Baleari da parte di un ricognitore italiano, il 26 settembre (la Forza H
distaccherà per affrontare la squadra italiana le sue tre corazzate e sei
cacciatorpediniere, ma i due gruppi non si incontreranno); miglior successo
avranno invece gli aerosiluranti della Regia Aeronautica, che il 27 settembre
riusciranno ad affondare la grossa motonave Imperial
Star e danneggiare seriamente con un siluro la Nelson, oltre a causare lievi danni al cacciatorpediniere Zulu per una bomba caduta vicina. Oltre
a queste perdite, i britannici subiranno il danneggiamento accidentale dei
mercantili City of Calcutta e Rowallan Castle, per collisione, e la
perdita di ben tre caccia Fairey Fulmar dell’Ark Royal per fuoco amico (due abbattuti per errore dalla Rodney ed uno dall’Ark Royal).
Come coda all’operazione, nella notte tra il 27 ed il 28
settembre l’incrociatore Hermione
effettuerà un breve bombardamento navale di Pantelleria. Terminata l’operazione,
la Forza H rientrerà a Gibilterra divisa in più gruppi (la danneggiata Nelson con Duncan, Garland e Piorun e successivamente anche il
cacciatorpediniere Rockingham e le
corvette Jonquil, Arbutus, Samphire e Fleur de Lys,
usciti da Gibilterra per rinforzarne la scorta; la Prince of Wales con Kenya,
Sheffield, Laforey, Lightning, Oribi, Fury, Forester e Foresight; la Rodney e l’Ark Royal con Hermione, Edinburgh, Euryalus, Heythrop, Cossack, Lance, Legion, Lively, Zulu, Farndale, Gurkha ed Isaac Sweers)
tra il 30 settembre ed il 1° ottobre.
27
settembre 1941
Il Diaspro riceve
ordine di spostarsi cento miglia più a sud, in posizione 38°25’ N e 07°00’ E.
28
settembre 1941
Nuovo ordine di spostamento: deve portarsi nel punto
37°30’ N e 07°00’ E e poi al largo di Capo Bougaroni.
Verso le 17.25 due vedette del piroscafo britannico City of Pretoria, in navigazione scarico
da Malta a Gibilterra insieme al Port
Chalmers nell’ambito di una delle sotto-operazioni secondarie di "Halberd",
avvistano un sommergibile a poppa dritta mentre la nave è sotto attacco da
parte di tra aerosiluranti al largo della costa africana. Da bordo del
piroscafo vengono gettati in mare tre nebbiogeni galleggianti per nasconderla
alla vista del sommergibile; secondo la storia ufficiale dell’USMM, il battello
avvistato dal City of Pretoria
potrebbe essere stato il Diaspro,
essendo l’incontro avvenuto nel cui settore d’agguato. Tuttavia, il Diaspro non riferì di aver avvistato
nessuna nave in quel luogo ed a quell’ora, ed è quindi abbastanza probabile che
le due vedette britanniche, coi nervi a fior di pelle dopo ripetuti attacchi di
aerei e MAS mentre attraversavano senza scorta il Canale di Sicilia, avessero
semplicemente preso un abbaglio. Anche il giorno seguente City of Pretoria e Port Chalmers
avrebbero “avvistato” un inesistente sommergibile emerso che li seguiva, al
largo di Almeria.
29
settembre 1941
Alle 6.17, in posizione 37°32’ N e 06°45’ E (una
quarantina di miglia a nordovest di Philippeville e 25 miglia a nord di Capo
Bougaroni), un cacciatorpediniere viene improvvisamente avvistato a soli 250 metri
di distanza in mezzo a forti piovaschi. Quasi contemporaneamente, un’altra
grossa ombra viene avvistata a 2500-3000 metri; il comandante Dotta intuisce
che il cacciatorpediniere fa parte dello schermo avanzato di una formazione di
navi maggiori. Il Diaspro attacca
lanciando due siluri con i tubi di poppa, poi effettua immersione rapida. Dopo
tre minuti, mentre il sommergibile si trova a trenta metri di profondità, viene
avvertita una forte esplosione (anche l’Aradam,
in pattugliamento nella zona adiacente, avverte due esplosioni alle 6.19 e
ritiene che si tratti di una nave colpita dal Diaspro).
Il cacciatorpediniere avvistato dal Diaspro è il britannico Gurkha,
facente parte dello schermo di cacciatorpediniere sul lato sinistro della Forza
H, uscita da Gibilterra con le corazzate Rodney
e Prince of Wales e la portaerei Ark Royal a copertura dell’operazione "Halberd".
Alle 5.55, in posizione 37°30’ N e 06°45’ E, il radar Type
273 della Prince of Wales ha rilevato
un contatto sette miglia a proravia; alle 6.09 la Forza H ha compiuto
un’accostata d’emergenza di 40° a sinistra assumendo rotta 050°, per evitare il
contatto rilevato dalla Prince of Wales.
(Nel suo rapporto sull’operazione all’Ammiragliato, il comandante della Home
Fleet rileverà che il radar tipo 273 è stato fondamentale per evitare i
sommergibili italiani in più occasioni). Alle 16.12 il Gurkha ha avvistato la scia di un siluro in avvicinamento da
rilevamento 330° e subito dopo un altro, entrambi aventi velocità di 40 nodi ed
ormai troppo vicini per essere evitati, ma entrambe le armi sono passate sotto
lo scafo del cacciatorpediniere senza esplodere, probabilmente perché diretti
contro le corazzate e dunque regolati per una profondità eccessiva rispetto al
pescaggio del Gurkha (per altra
fonte, il Diaspro avrebbe lanciato
proprio contro il cacciatorpediniere più avanzato, ed il Gurkha avrebbe evitato i siluri di pochi metri con una brusca
accostata; per altra ancora, avrebbe ottenuto un contatto radar alle 6.17 in
posizione 37°32’ N e 06°45’ E ed avrebbe poco dopo visto due siluri passargli
sotto lo scafo). Accostato verso sinistra, direzione di provenienza dei lanci,
e risalite le scie dei siluri, il Gurkha
dà infruttuosamente la caccia all’attaccante effettuando ricerca sonar insieme
al cacciatorpediniere olandese Isaac
Sweers, ma nessuno dei due cacciatorpediniere ottiene un contatto sonar o
lancia bombe di profondità, ed alle sette tornano entrambi ad assumere la loro
posizione nello schermo protettivo della Forza H. Alle 6.22 il Gurkha ha avvertito delle esplosioni,
probabilmente i siluri giunti a fine corsa.
Alle 8.10 il Gurkha
ottiene un contatto sonar in posizione 37°26’ N e 07°14’ E, verso proravia, attaccandolo
con quattordici bombe di profondità alle 8.15 ed avvertendo una forte
esplosione subacquea sei minuti più tardi. Continua ad incrociare nella zona
fino alle 8.41, quando riceve ordine di riunirsi alla formazione. Tuttavia,
dato che nel frattempo la Forza H, Gurkha
compreso, ha continuato la navigazione verso est a 17 nodi, il contatto del Gurkha, ammesso che non fosse un falso
allarme, non poteva essere il Diaspro,
che infatti non rileva alcun contrattacco (secondo qualche sito, invece, il Diaspro sarebbe sfuggito alla reazione
con bombe di profondità del cacciatorpediniere; qualche fonte britannica
afferma erroneamente che il Diaspro
sarebbe stato danneggiato dal Gurkha).
A mezzogiorno il Diaspro
comunica di aver lanciato due siluri contro una formazione prima dell’alba,
colpendo un’unità alle 6.17, 40 miglia a nord-nord-ovest di Philippeville,
trovandosi con la prua rivolta a nordovest.
Oltre al Diaspro,
la Forza H in navigazione di rientro viene avvistata anche da Dandolo, Aradam, Adua e Serpente: questi ultimi due tenteranno
anch’essi di attaccare, ma senza successo, e l’Adua sarà affondato con tutto l’equipaggio proprio dal Gurkha insieme ad un altro
cacciatorpediniere, il Legion.
1°
ottobre 1941
Alle 8.14 viene avvistato un sommergibile al largo di La
Galite. Il comandante Dotta ritiene si tratti dell’Aradam, ed in effetti è così; anche questi, infatti, avvista il Diaspro alle 8.20, identificandolo
correttamente ed osservandolo immergersi.
2
ottobre 1941
Alle sette, al largo di Cagliari, viene avvistato un
altro sommergibile, ritenuto essere il Serpente.
Il Diaspro rientra a Cagliari alle
undici, dopo aver percorso 814 miglia.
16
ottobre 1941
Alle 23.55 il Diaspro
(tenente di vascello Antonio Dotta) salpa da Cagliari insieme a Turchese, Alagi, Serpente e Aradam per un pattugliamento a nord di
Cap de Fer, tra i meridiani 06°40’ E e 07°20’ E ed i paralleli 37°30’ N e
37°40’ N. I cinque sommergibili devono formare uno sbarramento tra i meridiani
37°10’ N e 37°50’ N; ognuno occupa un settore di dieci miglia di ampiezza.
L’invio dei sommergibili è stato ordinato a seguito
della notizia dell’uscita in mare della Forza H britannica (corazzata Rodney, portaerei Ark Royal, incrociatore leggero Hermione, cacciatorpediniere Cossack, Foresight, Forester, Fury, Legion, Sikh e Zulu), salpata da Gibilterra per
l’operazione «Callboy», consistente nell’invio a Malta di tredici
aerosiluranti, undici Albacore e due Swordfish, decollati dall’Ark Royal. Altri sommergibile vengono
schierati al largo di Capo Bougaroni (Fratelli
Bandiera), Capo Bon (Squalo e Narvalo) e Pantelleria (Delfino e Luigi Settembrini).
(Nessuno riuscirà ad intercettare la formazione
britannica. Raggiunto il 18 ottobre il punto stabilito per il lancio, a 450
miglia da Malta, l’Ark Royal lancerà
i tredici velivoli, appartenenti all’828th Squadron della Fleet Air
Arm al comando del capitano di corvetta D. E. Langmore; uno andrà perduto
durante il volo, gli altri giungeranno a destinazione. La Forza H rientrerà a
Gibilterra il 19 ottobre).
17
ottobre 1941
Alle 7, in posizione 38°27’ N e 08°28’ E, il Diaspro avvista il Serpente a 8 km di distanza; questi rimane in vista fino alle
10.10.
20
ottobre 1941
Alle 19, in posizione 38°05’ N e 08°00’ E, vengono
avvistate tre navi a 10 km di distanza; Dotta le identifica come cacciatorpediniere,
due “classe Fearless” ed un “classe Jervis”. In realtà si tratta probabilmente
della Forza K britannica (incrociatori leggeri Aurora e Penelope,
cacciatorpediniere Lance e Lively), in navigazione da Gibilterra a
Malta, dove ha ricevuto ordine di dislocarsi per operare contro i convogli
dell’Asse diretti in Nordafrica. Il Diaspro
non riesce ad avvicinarsi a sufficienza per poter attaccare.
21
ottobre 1941
Rientra a Cagliari alle 12.25, dopo aver percorso 540
miglia.
24
ottobre 1941
Parte da Cagliari alle 23.05, al comando del tenente di
vascello Antonio Dotta, insieme all’Alagi,
per un pattugliamento tra i meridiani 05°20’ E e 06°00’ E ed i paralleli 37°15’
N e 37°30’ N.
3
novembre 1941
Rientra a Cagliari alle 14.15, dopo aver percorso 972
miglia senza avvistare niente, pur avendo rilevato rumore di motori agli
idrofoni.
12
novembre 1941
Lascia Cagliari alle 18.45, al comando del tenente di
vascello Dotta, per trasferirsi a Messina, navigando in superficie a 9 nodi.
14
novembre 1941
Arriva a Messina alle 9.20, dopo aver percorso 345,5
miglia.
17
novembre 1941
Lascia Messina alle 10.35, al comando del tenente di
vascello Dotta, per trasferirsi a Pola, sempre navigando in superficie a 9
nodi. Il comandante Dotta è stato informato che all’una del 18 potrebbe
incontrare un convoglio scortato dalla torpediniera Libra.
20
novembre 1941
Arriva a Pola alle 14.35, dopo aver percorso 680 miglia.
22
novembre 1941
Lascia Pola alle 8.30, sempre al comando del tenente di
vascello Dotta, per trasferirsi a Fiume, dove sarà sottoposto ad un periodo di
lavori. Giunge nella città quarnerina alle 15.10, dopo aver percorso 62 miglia.
26
febbraio 1942
Terminati i lavori, esce da Fiume per prove in mare
dalle 9.10 alle 18, al comando del tenente di vascello Dotta; lo scorta la piccola
nave ausiliaria Abbazia. Percorse 43
miglia.
Il Diaspro ormeggiato accanto ad un sommergibile oceanico (da www.grupsom.com) |
2
aprile 1942
Altra uscita da Fiume per prove in mare (dalle 9.50 alle
18.30), al comando del tenente di vascello Dotta, con la scorta della
torpediniera T 7. Percorse 59 miglia.
9
aprile 1942
Lascia Fiume alle 16.10, al comando del tenente di
vascello Dotta, per trasferirsi Sussak,
dove arriva alle 16.25, dopo aver percorso due miglia.
11
aprile 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 8.50 alle 19,
al comando del tenente di vascello Dotta, con la scorta della torpediniera Insidioso e della piccola nave scorta
ausiliaria F 88 Jadera. Percorse 19 miglia.
15-16
aprile 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 12.40 del 15
alle 00.30 del 16, al comando del tenente di vascello Dotta, con la scorta
della torpediniera Insidioso e della piccola
nave scorta ausiliaria F 148 Traù. Percorse 63 miglia.
17
aprile 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 12.40 alle
17.30, al comando del tenente di vascello Dotta, insieme al sommergibile Fratelli Bandiera e con la scorta del Traù. Percorse 38 miglia.
20-21
aprile 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 20.35 del 20
all’1.15 del 21, al comando del tenente di vascello Dotta, con la scorta del Traù. Percorse 36 miglia.
22
aprile 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 12.25 alle
20.15, al comando del tenente di vascello Dotta, con la scorta della
torpediniera T 3 e del Traù. Percorse 28 miglia.
24-25
aprile 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 14 del 24 alle
00.35 del 25, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 68 miglia.
25
aprile 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 8.30 alle
11.10, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse nove miglia.
27
aprile 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 9.25 alle
12.40, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse nove miglia.
27-28
aprile 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 20.15 del 27
alle 00.40 del 28, al comando del tenente di vascello Dotta, insieme ai
sommergibili Giada e Bandiera e con
la scorta della torpediniera Audace.
Percorse 31 miglia.
1°
maggio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 6.50 alle
12.35, al comando del tenente di vascello Dotta, con la scorta della
torpediniera Audace. Percorse 32
miglia.
1-2
maggio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 20.20 dell’1
all’1.10 del 2, al comando del tenente di vascello Dotta, con la scorta dell’Audace. Percorse 28 miglia.
4-5
maggio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 12.30 del 4
alle due di notte del 5, al comando del tenente di vascello Dotta, insieme al
sommergibile Luciano Manara e con la
scorta della torpediniera Audace.
Percorse 64 miglia.
6
maggio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 9.20 alle 12.25
e poi di nuovo dalle 14.20 all 17.10, al comando del tenente di vascello Dotta.
Percorse 18 miglia nel mattino e 17 nel pomeriggio.
8
maggio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 14.10 alle
19.20, al comando del tenente di vascello Dotta, insieme al Manara e con la scorta della Jadera. Percorse 17 miglia.
12-13
maggio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 13.10 del 12
alle due di notte del 13, al comando del tenente di vascello Dotta, insieme a Giada e Bandiera e con la scorta della T
3. Percorse 60 miglia.
14-15
maggio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 11 del 14
all’1.40 del 14, al comando del tenente di vascello Dotta, insieme al Bandiera e con la scorta dell’Insidioso. Percorse 68 miglia.
16
maggio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 6.50 alle
13.50, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 24,5 miglia.
27
giugno 1942
Salpa da Fiume alle 5.10, al comando del tenente di
vascello Dotta, per trasferirsi a Venezia testando, strada facendo, l’apparato "Silenta".
Arriva a Venezia alle 18, dopo aver percorso 131 miglia.
30
giugno 1942
Uscita da Venezia per esercitazione dalle 10.20 alle
13.40, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse tredici miglia.
1°
luglio 1942
Uscita da Venezia per esercitazione dalle 9.50 alle
14.30, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse undici miglia.
4
luglio 1942
Lascia Venezia alle 5.20, al comando del tenente di
vascello Dotta, per tornare a Fiume, dove arriva alle 19, dopo aver percorso
133 miglia.
5
luglio 1942
Uscita da Fiume per esercitazione dalle 9.20 alle 12.20,
al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse undici miglia.
15
luglio 1942
Lascia Fiume alle 10.30, al comando del tenente di vascello
Dotta, per trasferirsi a Sussak, dove arriva alle 11.10, dopo aver percorso un
miglio.
16-17
luglio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 14.26 del 16
alle 2.45 del 17, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 46 miglia.
20-21
luglio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 15 del 20
all’1.25 del 21, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 34 miglia.
22
luglio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 13.05 alle
23.35, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 31 miglia.
24-25
luglio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 13 del 24
all’1.15 del 25, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 48 miglia.
28
luglio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 12.35 alle
17.55, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 26 miglia.
30
luglio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 7.35 alle
16.50, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 72 miglia.
31
luglio 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle tre di notte
alle 19, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 46 miglia. Durante
l’uscita, mentre il Diaspro si trova
a sud dell’Istria, il sommergibile britannico Traveller (tenente di vascello Michael Beachamp St. John),
spintosi fin nell’Alto Adriatico, attacca infruttuosamente la cannoniera Cattaro in posizione 44°36’ N e
13°54’ E, poco distante; a seguito dell’attacco, il Diaspro ed altri due sommergibili in mare nella stessa zona
per esercitazioni, Porfido e Delfino, vengono messi in allerta.
3-4
agosto 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 13.15 del 3
all’1.15 del 4, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 50 miglia.
5-6
agosto 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 12.35 del 5
alle 00.40 del 6, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 52 miglia.
7-8
agosto 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 12.30 del 7
alle 00.40 dell’8, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 57
miglia.
11
agosto 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 9.35 alle
13.35, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 14 miglia.
13-14
agosto 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 14.25 del 13
alle 00.05 del 14, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 56
miglia.
17-18
agosto 1942
Uscita da Sussak per esercitazione dalle 14.30 del 17
alle 00.10 del 18, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 56
miglia.
19
agosto 1942
Lascia Sussak alle 7.35 per trasferirsi a Fiume, dove
arriva alle 8.10, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse due
miglia.
26
agosto 1942
Uscita da Fiume per prove in mare dalle 13.30 alle 17,
al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse tredici miglia.
27
agosto 1942
Lascia Fiume alle 5.40, al comando del tenente di
vascello Dotta, per trasferirsi a Venezia, dove arriva alle 18.45, dopo aver
percorso 127 miglia.
29
agosto 1942
Uscita da Venezia per prove in mare dalle 8.50 alle
11.50, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse dieci miglia.
2
settembre 1942
Lascia Venezia alle sette per trasferirsi a Pola, dove
arriva alle 14.50, al comando del tenente di vascello Dotta. Percorse 78,5
miglia.
5
settembre 1942
Uscita da Pola per esercitazione in posizione 44°45’ N e
13°27’ E, al comando del T.V. Dotta ed insieme alla nuova torpediniera di
scorta Fortunale, da mezzogiorno alle
19.20. Percorse 43 miglia.
10
settembre 1942
Lascia Pola alle 14, al comando del tenente di vascello
Dotta, per trasferirsi a Trapani. Dotta viene informato che lugno il percorso
potrebbe incontrare un sommergibile tedesco (l’U 205) alle 14 dell’11, ed il sommergibile italiano Pietro Micca all’alba del 13.
15
settembre 1942
Arriva a Trapani alle 10.10, dopo aver percorso 950
miglia.
24
ottobre 1942
Uscita da Trapani per esercitazione dalle 7.30 alle
12.35, al comando del T.V. Dotta. Percorse 31 miglia.
7
novembre 1942
Salpa da Trapani all’1.45, al comando del capitano di
corvetta Dotta, per un pattugliamento in posizione 37°25’ N e 10°15’ E (al
largo di Biserta), dov’è previsto il passaggio di un convoglio nemico, che
dovrà attaccare.
Scopo della missione del Diaspro è di contrastare gli sbarchi angloamericani nel Nordafrica
francese (operazione "Torch"): più di ottocento navi britanniche e
statunitensi di tutti i tipi sono in navigazione verso le coste del Marocco e
dell’Algeria, per sbarcarvi le truppe che dovranno aprire un secondo fronte in
Nordafrica, contemporaneamente allo sfondamento operato dall’VIII Armata
britannica in Egitto, ad El Alamein.
Supermarina, informata dell’avvistamento di ingenti
forze navali angloamericane in navigazione da Gibilterra verso ovest, ha
correttamente intuito che probabilmente gli Alleati vogliano tentare uno sbarco
in Nordafrica, pur non escludendo del tutto la possibilità di un convoglio
diretto a Malta
In totale, Maricosom – in base ad ordine di Supermarina,
trasmesso alle 22.06 del 6 novembre – invia ben ventuno sommergibili nel
Mediterraneo occidentale e centro-occidentale, per contrastare l’operazione
nemica: dodici sommergibili del VII Grupsom (Acciaio, Argento, Asteria, Aradam, Brin, Dandolo, Emo, Galatea, Mocenigo, Platino, Porfido, Velella) vengono schierati ad ovest
dell’isola di La Galite (zona "A"), sette sommergibili dell’VIII
Grupsom (Bronzo, Alagi, Avorio, Corallo, Diaspro, Turchese) vengono inviati a nord di Biserta (zona "B"),
ed altri due (Axum e Topazio) in posizione avanzata tra
l’Algeria e le Baleari, in modo da “ampliare
le acque assegnate all’agguato dei sommergibili (…) per dare loro maggiore liberà di azione nelle zone stesse”. Queste
posizioni si riveleranno troppo lontane dalle effettive zone dello sbarco
(Orano ed Algeri), ma non verranno modificate, perché i comandi tedeschi
ritengono, erroneamente, che gli Alleati potrebbero tentare ulteriori sbarchi
anche in Tunisia (nel qual caso i sommergibili italiani si troverebbero in
posizione ideale).
Alle 15.31 Maricosom (il Comando Squadra Sommergibili)
comunica a tutti i sommergibili in agguato nel Mediterraneo occidentale la
posizione di una squadra navale britannica e di un convoglio nemico, riferita
alle 10.40. Alle 20.07 il Comando Squadra Sommergibili segnala la posizione di
due convogli avvistati in due distinte occasioni, aventi entrambi rotta verso
est e formati da mercantili scortati da corazzate, portaerei, incrociatori e
navi scorta.
8
novembre 1942
Gli sbarchi hanno inizio: 500 navi da trasporto
angloamericane, scortate da 350 navi da guerra di ogni tipo, sbarcano in tutto
107.000 soldati sulle coste dell’Algeria e del Marocco. Siccome tali operazioni
avvengono nelle zone di Algeri e di Orano, i sommergibili italiani si trovano
troppo ad est per intervenire; dato che i comandi tedeschi ritengono che gli
Alleati potrebbero effettuare ulteriori sbarchi più ad est, verso la Tunisia,
inizialmente si decide di lasciare i sommergibili dove sono.
Il Diaspro riceve
ordine di spostarsi in un’area delimitata dai meridiani 06°00’ E e 06°20’ E e
dai paralleli 37°00’ N e 37°20’ N, al largo di Capo Bougaroni.
Alle 11.58, mentre è in navigazione in immersione verso
l’area assegnata, entra in collisione in posizione 35°25’ N e 10°15’ E (al
largo di Biserta) con il sommergibile Alagi,
anch’esso diretto in immersione verso il suo settore d’agguato. La collisione
avviene a dodici metri di profondità; il Diaspro
subisce solo danni lievi, a differenza dell’Alagi,
che è costretto ad abbandonare la missione e rientrare alla base.
11
novembre 1942
Alle 17.56 Maricosom comunica ai sommergibili che truppe
nemiche stanno sbarcando nella rada di Bougie ed ordina a Diaspro, Ascianghi, Avorio, Argo, Argento ed Emo di spostarsi immediatamente in tale
zona per operarvi “senza alcuna limitazione con energia e decisione”, per poi
rientrare nei settori assegnati il giorno seguente. Il Diaspro e gli altri sommergibili eseguono l’ordine, spostandosi
alla massima velocità e rilevando nella rada di Bougie un’intensa sorveglianza
antisommergibili.
12
novembre 1942
Penetrato nella baia di Bougie, alle 4.56 avvista una
grossa nave, trasporto truppe od incrociatore ausiliario, di cui stima la
velocità in 14 nodi, a 1200 metri di distanza, in posizione 36°46’ N e 05°06’
E: si tratta con ogni probabilità del transatlantico olandese Marnix Van St. Aldegonde, in navigazione
da Capo Aokas (dove si è rifugiato il giorno precedente) a Capo Bouak, dove
darà fondo alle otto. Alle 5.05 il Diaspro
lancia contro di esso tutti e quattro i siluri dei tubi prodieri, tipo G7e (elettrico)
da 533 mm, da ottocento metri di distanza, dopo aver rivisto al ribasso la
stima della velocità del bersaglio, ritenuta ora di dieci nodi. Tuttavia,
subito dopo il lancio la nave vira verso sinistra, vanificando l’attacco
(secondo alcune fonti, avrebbe avvistato i siluri ed accostato per evitarli).
Alle 5.10 il Diaspro ruota in modo da
rivolgere la poppa al nemico e lancia un siluro dai tubi poppieri da 1500
metri; alle 5.13 vengono sentite due esplosioni, ma neanche quest’arma è andata
a segno, sebbene il comandante Dotta ritenga di aver colpito la nave
avversaria, non più visibile.
14
novembre 1942
Alle 7 il Diaspro
incontra il sommergibile Corallo
(informato la sera prima, da Maricosom, della possibilità di incontrare il Diaspro), con cui scambia i segnali di
riconoscimento.
Rientra a Trapani alle 18.30, dopo aver percorso 1820,5
miglia.
16
novembre 1942
Lascia Trapani alle 19.05, al comando del capitano di
corvetta Dotta, per trasferirsi a Napoli.
17
novembre 1942
Arriva a Napoli alle 21.45, dopo aver percorso 237
miglia.
20
novembre 1942
Uscita da Napoli per esercitazione dalle otto alle
11.50, al comando del capitano di corvetta Dotta. Percorse dieci miglia.
25
novembre 1942
Lascia Napoli alle 15 per trasferirsi a La Maddalena,
sempre al comando del capitano di corvetta Dotta.
26
novembre 1942
Arriva alla Maddalena alle 20.17, dopo aver percorso 231
miglia.
30
novembre 1942
Il capitano di corvetta Dotta lascia il comando del Diaspro, venendo sostituito dal tenente
di vascello Alberto Donato, 28 anni, da La Spezia.
Il tenente di vascello Alberto Donato (per g.c. del nipote Stefano Canavassi, via www.grupsom.com) |
2
dicembre 1942
Salpa da La Maddalena alle 3.16, al comando del tenente
di vascello Alberto Donato, per un pattugliamento difensivo al largo della base
sarda, in una zona compresa tra i paralleli 41°40’ N e 41°55’ N, il meridiano
08°20’ E e la costa corsa (al largo di Ajaccio).
4
dicembre 1942
Rientra alla Maddalena alle 00.06, dopo aver percorso
278,5 miglia senza avvenimenti di rilievo.
6
dicembre 1942
Lascia La Maddalena alle 17.45 per trasferirsi a
Cagliari, al comando del tenente di vascello Alberto Donato.
7
dicembre 1942
Arriva a Cagliari alle 15.30, dopo aver percorso 197,6
miglia.
12
dicembre 1942
Salpa da Cagliari alle 23.45, al comando del tenente di
vascello Donato, per un pattugliamento nel Mediterraneo occidentale, in un
settore delimitato dai meridiani 08°20’ E e 08°40’ E e dai paralleli 38°00’ N e
38°20’ N (tra La Galite e Cap de Fer, area in cui operano anche i sommergibili Argento, Malachite e Mocenigo).
13
dicembre 1942
Alle 7.25 vengono avvistati tre aerei tedeschi, che
scambiano col Diaspro i segnali di
riconoscimento. Alle 9.30 viene avvistato un aereo italiano; anche con esso
viene scambiato il segnale di riconoscimento.
14 dicembre
1942
Incursione nel porto di Bona, senza risultato.
21
dicembre 1942
Alle 00.55, in posizione 38°05’ N e 08°30’ E, viene
avvistata un’unità ritenuta inizialmente essere un sommergibile, ma che avrebbe
potuto invece essere un’unità antisommergibili. Il Diaspro s’immerge ed avverte delle esplosioni provenienti dalla
direzione dell’unità sconosciuta.
22
dicembre 1942
Alle 22.45 viene avvistato in posizione 38°12’ N e
08°29’ E un sommergibile con rotta nord, ma poco dopo viene perso il contatto a
causa di un piovasco. È possibile che si trattasse del sommergibile britannico P 247 (successivamente divenuto Saracen).
23
dicembre 1942
Alle 2.55 viene avvistato in posizione 38°12’ N e 08°27’
E un sommergibile con rotta nord, da tremila metri di distanza. È possibile che
si trattasse di nuovo del P 247;
comunque, il Diaspro perde nuovamente
il contatto.
24
dicembre 1942
Rientra a Cagliari alle 9.25, dopo aver percorso 1032,5
miglia.
1°
gennaio 1943
Lascia Cagliari alle 14.57, al comando del tenente di
vascello Alberto Donato, per trasferirsi a Napoli.
2
gennaio 1943
Arriva a Napoli alle 21.10, dopo aver percorso 271
miglia.
20
febbraio 1943
Uscita da Napoli per prove in mare ed esercitazione
dalle 8.36 alle 14.01, al comando del tenente di vascello Alberto Donato.
Percorse 17 miglia.
23
febbraio 1943
Uscita da Napoli per prove in mare ed esercitazione
dalle 13.40 alle 18.30, al comando del tenente di vascello Alberto Donato.
Percorse 22,5 miglia.
24
febbraio 1943
Uscita da Napoli per prove in mare ed esercitazione
dalle 13.43 alle 20.30, al comando del tenente di vascello Alberto Donato.
Percorse 25 miglia.
27
febbraio 1943
Uscita da Napoli per prove in mare ed esercitazione
dalle 10.09 alle 16.33, al comando del tenente di vascello Alberto Donato.
Percorse 29 miglia.
20
marzo 1943
Uscita da Napoli per prove della girobussola ed
esercitazione dalle 8.20 alle 17.47, al comando del tenente di vascello Alberto
Donato. Percorse 21 miglia.
21 marzo
1943
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 15.35 alle
19.47, al comando del tenente di vascello Alberto Donato. Percorse sette
miglia.
23
marzo 1943
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 10.18 alle
13.31, al comando del tenente di vascello Alberto Donato. Percorse 19 miglia.
24
marzo 1943
Uscita da Napoli per esercitazione dalle 12.12 alle
13.55, al comando del tenente di vascello Alberto Donato. Percorse 12,5 miglia;
al termine dell’esercitazione raggiunge Pozzuoli.
25
marzo 1943
Uscita da Pozzuoli per esercitazione dalle 8.55 alle
15.51, al comando del tenente di vascello Alberto Donato. Percorse 28 miglia.
26
marzo 1943
Uscita da Pozzuoli per esercitazione dalle 8.24 alle
16.07, al comando del tenente di vascello Alberto Donato. Percorse 37 miglia.
3
aprile 1943
Lascia Pozzuoli alle 14, al comando del tenente di
vascello Donato, per tornare a Napoli, dove arriva alle 15.55, dopo aver
percorso 12,5 miglia.
4
aprile 1943
Lascia Napoli alle 00.45, al comando del tenente di
vascello Donato, per trasferirsi alla Maddalena.
5
aprile 1943
Arriva alla Maddalena alle 6.45, dopo aver percorso
250,2 miglia.
7
aprile 1943
Lascia La Maddalena alle 8.53, al comando del tenente di
vascello Donato, per trasferirsi ad Ajaccio, dove arriva alle 17.47, dopo aver
percorso 68,1 miglia.
2
maggio 1943
Salpa da Ajaccio alle 23.10, al comando del tenente di
vascello Alberto Donato ed insieme all’Aradam,
per un pattugliamento nel Mediterraneo occidentale, tra i meridiani 05°00’ E e
05°40’ E ed i paralleli 39°00’ N e 39°40’ N (ad ovest della Sardegna).
12
maggio 1943
Alle 22.51, in posizione 38°56’ N e 05°22’ E, viene
avvistato un aereo a mille metri di distanza e viene dato l’ordine
d’immersione. Quando il Diaspro
raggiunge i 50 metri di profondità, viene notata una via d’acqua dal tubo
lanciasiluri numero 6 di poppa. Il comandante Donato ordina pertanto di
riemergere.
13
maggio 1943
Alle 5.45 un marinaio con attrezzatura per immersione
viene mandato ad ispezionare dall’esterno il tubo numero 6; trova e rimuove
l’ostruzione che impediva al portello del tubo di chiudersi completamente,
provocando l’infiltrazione d’acqua.
17
maggio 1943
In navigazione verso La Maddalena al termine della
missione, alle 6.30 il Diaspro, a 4,7
miglia per 058° da Porto Torres, viene preso sotto il tiro di una batteria
costiera italiana, che l’ha scambiato per un sommergibile nemico. Per fortuna
il colpo più vicino risulta troppo corto di ottocento metri, e dopo che il Diaspro ha effettuato i segnali di
riconoscimento ed esposto la bandiera italiana, la batteria cessa il fuoco. Il
sommergibile raggiunge La Maddalena alle 12.15, dopo aver percorso 1076,2
miglia.
27
maggio 1943
Lascia La Maddalena alle undici, al comando del tenente
di vascello Alberto Donato, per trasferirsi a Porto Palma, dove arriva alle
12.02, dopo aver percorso tre miglia e mezzo.
28
maggio 1943
Lascia Porto Palma alle 9.25, al comando del tenente di
vascello Donato, per trasferirsi nella rada di Mezzo Schifo, dove giunge alle
10.30, dopo aver percorso quattro miglia.
6
giugno 1943
Lascia Mezzo Schifo alle 9.20, al comando del tenente di
vascello Donato, per trasferirsi a Cala Villamarina, dove arriva alle 10.10,
dopo aver percorso due miglia.
10
giugno 1943
Lascia Cala Villamarina alle 4.55, al comando del
tenente di vascello Donato, per trasferirsi a Bonifacio, dove giunge alle 8.20,
dopo aver percorso 21,5 miglia.
18
giugno 1943
Lascia Bonifacio alle 13.42, al comando del tenente di
vascello Donato, per trasferirsi alla Maddalena, dove giunge alle 17.30, dopo
aver percorso 23,5 miglia.
22
giugno 1943
Lascia La Maddalena alle 8.55, al comando del tenente di
vascello Donato, per trasferirsi nel Golfo delle Saline, dove giunge alle 10,
dopo aver percorso cinque miglia.
24
giugno 1943
Lascia il Golfo delle Saline alle 10.30, al comando del
tenente di vascello Donato, per trasferirsi a Porto Palma, dove giunge alle
11.04, dopo aver percorso due miglia e mezzo.
26
giugno 1943
Lascia Porto Palma alle 5.07, al comando del tenente di
vascello Donato, per trasferirsi a Bonifacio, dove giunge alle 8.26, dopo aver
percorso 23,5 miglia.
28
giugno 1943
Uscita da Bonifacio per esercitazione dalle 7.55 alle
12.55, al comando del tenente di vascello Donato. Percorse venti miglia.
1°
luglio 1943
Uscita da Bonifacio per esercitazione dalle 8.30 alle 13.30,
al comando del tenente di vascello Donato.
3
luglio 1943
Lascia Bonifacio alle cinque del mattino, al comando del
tenente di vascello Donato, per trasferirsi alla Maddalena, dove giunge alle
7.32, dopo aver percorso 23,5 miglia.
6
luglio 1943
10
luglio 1943
Salpa da Ajaccio alle quattro del mattino, al comando
del tenente di vascello Alberto Donato ed insieme al sommergibile Platino, per un pattugliamento nel
Mediterraneo occidentale, nel settore 99 (a sudovest di Sant’Antioco ed al
largo di Cap de Fer in Algeria, tra i meridiani 07°20’ E e 07°40’ E, il
parallelo 37°20’ N e la costa africana; altra fonte afferma, erroneamente, che
sarebbe stato inviato al largo della Sicilia a contrasto delle forze da sbarco
angloamericane).
Diaspro e Platino, insieme a Giada, Turchese, Alagi, Nichelio, Nereide ed Argento, devono andare a rinforzare lo
sbarramento preventivo a sud della Sardegna a contrasto delle forze navali
angloamericane impegnate nell’invasione della Sicilia.
11
luglio 1943
Alle 21.41, al largo della Sardegna, il Diaspro avvista un sommergibile con
rotta sud, a circa 5 km di distanza; poco dopo viene avvistato un secondo
sommergibile a circa 3 km, con rotta ovest-nord-ovest. Nel dubbio sulla loro
nazionalità, il Diaspro manovra per
allontanarsi.
13
luglio 1943
Subito dopo mezzanotte vengono avvistate due sagome in
posizione 37°05’ N e 07°40’ E (al largo di Cap de Fer). Avvicinatosi a
cinquemila metri di distanza, il Diaspro
le identifica come appartenenti a due grossi piroscafi di 10.000 tsl ciascuno,
e poco dopo avvista anche un cacciatorpediniere che procede tra di essi. Alle
00.07 il cacciatorpediniere, che si sta avvicinando al Diaspro, dista solo mille metri ed il comandante Donato decide
d’immergersi a 60 metri.
Tornato in superficie all’1.02, il Diaspro avvista subito un grosso piroscafo scortato da due
corvette, a tremila metri di distanza; all’1.13 lancia quattro siluri dai tubi
prodieri, da 2500 metri, contro il piroscafo, la cui stazza è valutata da
Donato come 15.000 tsl e la velocità come otto nodi, rivedendo al ribasso un iniziale
apprezzamento di 15 nodi. Dato che i siluri non vanno a segno, però, il
comandante italiano si rende conto che probabilmente la reale velocità del
bersaglio è ancora più bassa; il Diaspro
inverte la rotta ed all’1.20 lancia due siluri dai tubi poppieri, da 2500 metri
di distanza, per poi scendere in profondità. Dopo 148 secondi vengono avvertite
due esplosioni, che vengono attribuite ad altrettanti siluri a segno (il tempo
trascorso corrisponde infatti a quello necessario ai siluri per raggiungere i
bersagli, ed il comandante Donato ritiene che le esplosioni non siano
attribuibili ad armi antisommergibili), ma in realtà le armi hanno mancato il
bersaglio. Sottoposto a breve caccia da parte di una delle corvette, il Diaspro riesce ad allontanarsi indenne.
16
luglio 1943
Conclude la missione raggiungendo Napoli alle 6.30, dopo
aver percorso 753 miglia.
A titolo di curiosità si può ricordare che qualcuno (probabilmente
proprio un membro dell’equipaggio del Diaspro,
durante una sosta in porto tra una missione e l’altra) disegnò la sagoma ed il
nome del Diaspro, insieme alla data
(13 luglio 1943) del presunto affondamento del piroscafo di 15.000 tsl ed al
suo tonnellaggio, all’interno del ricovero antiaereo di Sant’Anna di Palazzo a
Napoli; alla riscoperta del ricovero decenni più tardi, il significato del
disegno e delle scritte è stato da molti equivocato come a significare che il Diaspro, sommergibile di 15.000
tonnellate (!), fosse stato affondato il 13 luglio 1943, e qualcuno avesse
voluto così ricordarlo. Questo è quanto tutt’ora riportato da vari siti.
23
luglio 1943
Salpa da Napoli alle 22.05, al comando del tenente di
vascello Alberto Donato, per un pattugliamento al largo di Pantelleria e della
costa orientale (per altra fonte, meridionale) della Sicilia, nel quadro
dell’operazione "Zeta". Nella zona opereranno anche i sommergibili Ambra, Argo, Nereide, Beilul e Platino ed il tedesco U 453.
In questa data risulterebbe essere deceduto nel
Mediterraneo centrale il sergente silurista Gaetano Loffredo, 28 anni, da Torre
del Greco, unico caduto in guerra tra l’equipaggio del Diaspro; non è però stato possibile risalire alle esatte circostanze
della sua morte.
25
luglio 1943
Alle tre di notte, vicino al punto convenzionale M3 (al
largo di Capo Vaticano), viene avvistata una nave ospedale con rotta verso sud.
Dieci minuti dopo, il Diaspro
incontra un convoglio italiano in navigazione da Messina a Napoli, formato dai
piroscafetti Petsamo e Giuseppe Magliulo e dalla grossa motonave Viminale, scortati dalla torpediniera Pallade, dalla corvetta Gabbiano
e dai rimorchiatori Forte e Tenax (a bordo del sommergibile, che ha
rotta opposta, la composizione del convoglio è valutata come due piroscafi ed
una corvetta). La Pallade spara
quattro proiettili illuminanti prima di riconoscere il Diaspro.
26
luglio 1943
Alle 2.20, in posizione 37°38’ N e 16°38’ E, viene
avvistato un aereo; il comandante Donato dà ordine d’immergersi.
Alle 21.33 viene avvistata una motosilurante, e di nuovo
il Diaspro s’immerge a 50 metri.
27
luglio 1943
Nuova immersione in seguito all’avvistamento di una
motosilurante, alle 2.43.
Alle 4.05 il Diaspro
s’immerge di nuovo, stavolta in seguito all’avvistamento di un aereo, in
posizione 36°30’ N e 16°09’ E, scena che si ripete alle 4.40, dopo l’avvistamento
di numerosi aerei, ed alle 23.08, dopo l’avvistamento in posizione 36°20’ N e
15°02’ E di bengala apparentemente lanciati da un aereo.
28
luglio 1943
Di nuovo il Diaspro
s’immerge, alle 2.32, dopo aver avvistato una motosilurante.
Alle 17.13 il sommergibile è invece già immerso a quota
periscopica, in posizione 36°22’ N e 14°40’ E, quando avvista un aereo e scende
allora in profondità.
Alle 23.45, nuova immersione in seguito all’avvistamento
di una motosilurante.
29
luglio 1943
All’1.20 il Diaspro
s’immerge a 50 metri dopo aver avvistato una motosilurante.
Alle 22.10 viene avvistata una nave ospedale, ed il Diaspro effettua immersione rapida,
forse per evitare una collisione.
2
agosto 1943
Alle 22.15, in posizione 39°07’ N e 11°56’ E, vengono
avvistati dei bengala lanciati apparentemente da un aereo, ed il Diaspro s’immerge per l’ennesima volta
nel corso della travagliata missione.
3
agosto 1943
Rientra a Napoli alle 7.38, dopo aver percorso 887,7
miglia. Durante la missione ha riscontrato una forte sorveglianza
antisommergibili, senza essere riuscito ad effettuare alcun attacco.
11
agosto 1943
Uscita da Napoli per esercitazione dalle otto alle
12.57, al comando del tenente di vascello Donato. Percorse sette miglia.
15
agosto 1943
Salpa da Napoli alle 8.30, al comando del tenente di
vascello Donato, per un pattugliamento a nord dello stretto di Messina, tra il
parallelo di Stromboli e la costa.
18
agosto 1943
Alle 00.48, in posizione 38°41’ N e 15°20’ E (al largo
di Stromboli; altra fonte parla di 38°55’ N e 15°00’ E), avvista due
cacciatorpediniere nemici, a 8000 metri di distanza su rilevamento 149°. Alle
00.52 li attacca col lancio di due siluri da 533 mm, tipo S.I., dai tubi di
poppa, da una distanza di 5000 metri. Le armi non vanno a segno.
19
agosto 1943
Alle 23.19, durante la navigazione di rientro a Napoli,
avvista due cacciatorpediniere su rilevamento 099°, in posizione 38°42’ N e
15°20’ E, attaccandoli alle 23.23 (22.23 per altra fonte) con il lancio di
quattro siluri (tipo G7e elettrico da 533 mm) dai tubi prodieri, da una
distanza di 3500 metri. Vengono sentite due forti esplosioni dopo il tempo
calcolato (cinque minuti e 22 secondi), il che induce il comandante Donato a
ritenere che due dei siluri siano andati a segno, affondando uno dei cacciatorpediniere
e danneggiando l’altro; all’1.45 del 20, tornato in emersione, avvisterà un cacciatorpediniere
apparentemente immobilizzato e danneggiato, che non riesce a finire avendo
esaurito tutti i siluri.
In realtà, nessuna nave è stata colpita. A quanto
risulta, questo è l’ultimo attacco compiuto da un sommergibile italiano in
Mediterraneo prima della firma dell’armistizio.
22
agosto 1943
Arriva a Napoli alle 7.25, dopo aver percorso 335,6
miglia.
28
agosto 1943
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 9.20 alle
16.04, al comando del tennete di vascello Donato. Percorse 37,8 miglia.
29
agosto 1943
Uscita da Napoli per esercitazione, dalle 13.50 alle
15.55, al comando del tennete di vascello Donato. Percorse 10,3 miglia.
3
agosto 1943
Salpa da Napoli all’1.31, al comando del tenente di
vascello Donato, per un pattugliamento difensivo nel golfo di Policastro.
4
agosto 1943
Alle 8.20 avvista una boa che dalla forma potrebbe
essere una mina, e la affonda a colpi di mitragliera.
5
agosto 1943
Rientra a Napoli alle 8.52, dopo aver percorso 231,1
miglia.
3
settembre 1943
Salpa da Napoli alle 2.10 e viene inviato in agguato nel
Golfo di Policastro insieme al sommergibile Marea,
in seguito all’attivazione da parte di Maricosom del Piano "Zeta"
(l’utilizzo in massa dei superstiti sommergibili della Regia Marina per
contrastare l’invasione angloamericana dell’Italia continentale) in risposta allo
sbarco britannico in Calabria verificatosi lo stesso 3 settembre (operazione
"Baytown"). Contestualmente, vengono inviati nel Golfo di Salerno i
sommergibili Alagi e Brin, lungo la costa ionica della
Sicilia i sommergibili Vortice e Luciano Manara, in Mar Ionio tra il
Golfo di Squillace e lo stretto di Messina i sommergibili Onice, Luigi Settembrini,
Zoea e Ciro Menotti, e tra Capo Colonne e Punta Alice i piccoli
sommergibili tascabili CB 8, CB 9 e CB 10.
Gli ordini relativi al Piano "Zeta", per la
difesa di Italia meridionale, Corsica e Sardegna, sono stati emanati da
Maricosom fin dal 2 luglio; i sommergibili hanno ricevuto i grafici con le
rotte da seguire, i punti di agguato e l’ordine di priorità per gli attacchi
(navi mercantili, seguite dalle portaerei, seguite dalle corazzate, seguite
dagli incrociatori, mentre le navi scorta non vanno attaccate).
4
settembre 1943
In serata Maricosom ordina ai sommergibili schierati nel
Tirreno, tra cui il Diaspro, di
rientrare alla base: avendo correttamente intuito che lo sbarco in Calabria
costituisce soltanto un diversivo in preparazione di un imminente sbarco
principale più a nord (che sarà quello di Salerno, il 9 settembre), si vogliono
conservare le forze per impiegarle in massa quando tale sbarco avrà luogo.
5
settembre 1943
Rientra a Napoli alle 5.32.
7
settembre 1943
Salpa da La Maddalena alle 14.48, al comando del tenente
di vascello Alberto Donato, per un pattugliamento nel Golfo di Salerno (con
ordine di spostarsi successivamente al largo di Gaeta), a contrasto
dell’imminente sbarco Alleato (operazione "Avalanche"). Nel quadro
del Piano "Zeta", il Diaspro
deve formare uno sbarramento nel Golfo di Salerno insieme a Topazio, Turchese e Marea, a
contrasto dell’imminente sbarco angloamericano; altri otto sommergibili (Brin, Giada, Galatea, Platino, Nichelio, Alagi, Axum e Velella) completano il dispositivo antisbarco nel Basso Tirreno,
lungo le coste tirreniche di Campania e Calabria tra Paola e Gaeta, mentre
dieci (Onice, Settembrini, Vortice, Zoea, Bragadin, Squalo, Menotti, Bandiera, Jalea e Manara) vengono schierati in Mar Ionio
lungo le coste orientali di Sicilia e Calabria. Supermarina ha ordinato a
Maricosom di attivare nuovamente il Piano "Zeta" in seguito
all’avvistamento nel Basso Tirreno da parte della ricognizione aerea tedesca,
la sera del 7 settembre, della flotta da sbarco Alleata diretta verso Salerno.
Alle 21.30 il Diaspro
avvista una nave ospedale da 3 km di distanza.
8
settembre 1943
Riceve la notizia dell’armistizio tra l’Italia e gli
Alleati, con il conseguente ordine di Maricosom a tutti i sommergibili di
cessare le ostilità, immergersi immediatamente ad ottanta metri di profondità e
riemergere alle otto del mattino del 9 settembre, per poi restare in superficie
con la bandiera italiana a riva ed un pennello nero al periscopio quale segno
di riconoscimento per gli Alleati, in attesa di ulteriori disposizioni (il
promemoria Dick, documento redatto dal capo di Stato Maggiore della
Mediterranean Fleet con le istruzioni per il trasferimento delle navi militari
e mercantili italiane in porti Alleati in seguito all’armistizio, prescrive per
i sommergibili “a) I sommergibili
dovranno navigare in superficie sia di giorno che di notte. b) Quelle
provenienti dai porti dell’Italia continentale o della Sardegna dovranno
seguire le stesse rotte prescritte per le altri navi da guerra e dovranno
essere scortate, se possibile, da unità di superficie. c) I sommergibili in
mare dovranno far rotta, in superficie, per il più vicino dei porti indicati”).
Successivamente il Diaspro riceve ordine
di raggiungere Bona in Algeria, mantenendo ben visibili i segni di
riconoscimento.
9
settembre 1943
Dirigendo dalla sua posizione d’agguato a sud della
Sardegna, nel primo pomeriggio il Diaspro
incontra Turchese (tenente di
vascello Eugenio Parodi), Topazio
(tenente di vascello Pier Vittorio Casarini) e Marea (sottotenente di vascello Attilio Russo), ed i rispettivi
comandanti iniziano a “discutere” la situazione mediante segnalazioni luminose
effettuate con i piccoli proiettori a lampi di luce in dotazione a ciascun
sommergibile (per un’altra versione, la “discussione” tra i comandanti sarebbe
avvenuta per mezzo dei megafoni, dalle rispettive torrette, data la ridotta
distanza). Successivamente, tutti e quattro si riuniscono a bordo del Diaspro per decidere il da farsi; sul
risultato di tale riunione esistono versioni contrastanti: secondo vari autori
(tra cui Achille Rastelli e Giuliano Manzari) a questa prima riunione ne
sarebbero seguite altre nelle mattine del 10 e dell’11 settembre, ed alla fine
ognuno dei comandanti avrebbe preso una decisione diversa, il Marea di fare rotta per Bona, il Diaspro per Cagliari (a condizione che
non vi fossero truppe tedesche), il Topazio
verso nord ed il Turchese di
raggiungere la neutrale Spagna, più precisamente le Baleari (il che però non è
confermato dal rapporto del Turchese,
secondo cui il sommergibile avrebbe inizialmente diretto verso il 42° parallelo
e poi verso Bona). Secondo il rapporto del Marea,
invece, al termine della riunione i quattro comandanti avrebbero deciso di
comune accordo di puntare su Bona, navigando insieme ed aspettando altri
sommergibili.
A causa di problemi al motore diesel di sinistra, il Diaspro deve rinunciare a raggiungere
Bona, dirigendo invece per Cagliari (per altra versione, il comandante Donato
sarebbe stato indeciso per due giorni se dirigere per Bona o per Cagliari;
deciso infine per il primo porto, fu costretto a ripiegare sul secondo
dall’avaria, previa richiesta di autorizzazione al Comando). Alle 22.30 Diaspro e Marea perdono di vista Turchese
e Topazio; mezz’ora dopo il Diaspro autorizza il Marea a cercarli, ma senza successo, e nel
mentre anche Diaspro e Marea si perdono di vista anche tra di
loro (ciò secondo il rapporto del Marea,
mentre per altra versione i quattro sommergibili rimasero riuniti o comunque in
vista l’uno dell’altro fino alla sera del 10).
12
settembre 1943
Quando il Diaspro
giunge al largo di Capo Carbonara, il guardiamarina Massimo Frugeri si getta in
mare e raggiunge a nuoto la riva per verificare che non vi siano truppe
tedesche in zona; giunto a terra e constatato che non vi sono tedeschi, Frugeri
raggiunge la locale stazione segnali e da lì lancia un razzo very verde,
segnale convenuto per comunicare che Cagliari è in mano italiana.
Il Diaspro arriva
così a Cagliari alle 12.39, dopo aver percorso 474,3 miglia.
I lavori di riparazione del motore, che dovrebbero
essere completati entro fine ottobre, si protrarranno fino a metà dicembre a
causa della mancanza di parti di ricambio. (Secondo Giuliano Manzari,
all’arrivo delle prime truppe statunitensi a Cagliari, il 17 settembre 1943, il
comandante Donato avrebbe tergiversato per non doversi trasferire a Bona,
accettando soltanto dopo quindici giorni di spostarsi a Palermo e poi ad
Augusta; sembra però probabile un errore, dal momento che in realtà il Diaspro non poteva muovere e rimase a
Cagliari in riparazione fino a dicembre).
Lo stesso 12 settembre il comandante Donato sbarca,
venendo sostituito dal tenente di vascello Emilio Botta, 24 anni, da Foggia.
9
dicembre 1943
Uscita da Cagliari per prove in mare dopo la conclusione
dei lavori di riparazione, al comando del tenente di vascello Emilio Botta,
dalle 9.45 alle 12.33. Percorse sette miglia e mezzo.
18
dicembre 1943
Lascia Cagliari alle 13.20, al comando del tenente di
vascello Emilio Botta, per trasferirsi a Palermo insieme al piroscafo Lucera e con la scorta della
torpediniera Giacinto Carini.
20
dicembre 1943
Arriva a Palermo alle 10.20, dopo aver percorso 224
miglia.
21
dicembre 1943
Lascia Palermo alle 23.12 al comando del tenente di
vascello Emilio Botta, per trasferirsi ad Augusta in convoglio con il Lucera, il piroscafo statunitense Conasauga ed i britannici Portsea ed Empire Fay, scortati dalla Carini
e dalla torpediniera Clio.
23
dicembre 1943
Il convoglio arriva ad Augusta alle 10.50, dopo aver
percorso 195 miglia.
21
gennaio 1944
Uscita da Augusta per esercitazione dalle 7.20 alle
13.53, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 33 miglia.
16
febbraio 1944
Al comando del tenente di vascello Emilio Botta, lascia
Augusta alle 9.05 per trasferirsi a Brindisi, insieme ad un convoglio scortato
dal cacciatorpediniere Granatiere,
dalle torpediniere Libra e Monzambano e dalle corvette Fenice e Sfinge.
18
febbraio 1944
Il convoglio raggiunge Brindisi alle 9.30, dopo aver
percorso 291 miglia.
16
luglio 1944
Uscita da Brindisi per prove in mare dalle 8.05 alle
16.26, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 35 miglia.
19
luglio 1944
Uscita da Brindisi per prove in mare dalle otto alle
17.40, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 54,8 miglia.
22
luglio 1944
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 8.20 alle
16.25, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 46,4 miglia.
28
luglio 1944
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 8.30 alle
16.10, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 40,8 miglia.
29
luglio 1944
Uscita da Brindisi per prove della girobussola dalle
9.35 alle 16.53, al comando del tenente di vascello Emilio Botta.
5
agosto 1944
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 8.10 alle
15.15, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 28,9 miglia.
9
agosto 1944
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 8.36 alle
16.01, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 23,5 miglia.
17
agosto 1944
Salpa da Brindisi alle 7.51, al comando del tenente di
vascello Emilio Botta, per una missione speciale: deve sbarcare agenti Alleati
a Zante e Cefalonia.
Queste missioni speciali di infiltrazione di agenti in
territorio sotto controllo tedesco, effettuate da sommergibili italiani con
base a Brindisi (sono in tutto sei i battelli destinati a questo impiego, che
svolgono complessivamente 19 missioni), sono caratterizzate da varie
peculiarità, che testimoniano il non idilliaco rapporto tra le autorità
italiane ed i Comandi Alleati: i comandanti dei sommergibili impiegati in
queste missioni devono redigere un duplice rapporto, uno estremamente sintetico
(orari, punti convenzionali indicati senza riferimento geografico, omissione di
nomi e numero degli agenti imbarcati) per il Comando italiano, ed uno più
dettagliato per quello Alleato; inoltre una stessa missione ha più nomi
convenzionali, a seconda del comando Alleato che la ordina, del tipo di
operazione, del nome della missione operativa e di quello del piano radio
utilizzato. In seguito alle proteste dei Comandi italiani, le differenze tra i
due rapporti verranno successivamente eliminate.
(da www.marina.difesa.it) |
19
agosto 1944
Tra le 00.20 e l’1.52, il Diaspro sbarca a Zante un ufficiale britannico, un ufficiale greco
e due soldati greci, oltre ad alcuni rifornimenti.
20
agosto 1944
Tra l’una e le 4.25, il Diaspro sbarca altri agenti a Cefalonia.
22
agosto 1944
Rientra a Brindisi alle 9.56, dopo aver percorso 542,9
miglia.
16
settembre 1944
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle otto alle 15,
al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 42 miglia.
13
ottobre 1944
Al comando del tenente di vascello Emilio Botta, lascia
Brindisi alle 9.09 per trasferirsi a Taranto, insieme al Platino ed alla corvetta Minerva.
14
ottobre 1944
Arriva a Taranto alle 9.32, dopo aver percorso 163
miglia.
16
ottobre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 8.38 alle
17.30, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 24 miglia.
18
ottobre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.53 alle
23.30, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 45,7 miglia.
23
ottobre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 14.20 alle
21.45, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 32,6 miglia.
28
ottobre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.18 alle
14.55, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse venti miglia.
30
ottobre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 11.35 alle
20.20, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 34 miglia.
3
novembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 11.32 alle
15.42, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 22,2 miglia.
7
novembre 1944
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 15.55 alle
20.21, al comando del tenente di vascello Emilio Botta. Percorse 23,3 miglia.
13
novembre 1944
Sempre al comando del tenente di vascello Botta, lascia
Taranto alle 14.30 per trasferirsi a Brindisi insieme all’Alagi, che è a rimorchio della torpediniera Sagittario.
14
novembre 1944
Arriva a Brindisi alle 14.48, dopo aver percorso 154,6
miglia.
22
novembre 1944
Il tenente di vascello Botta viene sostituito al comando
del Diaspro dal tenente di vascello
Giovanni Tarabini Castellani, 30 anni, da Genova.
20
dicembre 1944
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 8.12 alle
16.40, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 36 miglia.
28
dicembre 1944
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 8.10 alle
16.43, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 19,4 miglia.
8
gennaio 1945
Lascia Brindisi alle 8.47, al comando del tenente di
vascello Giovanni Tarabini Castellani, per trasferirsi a Taranto insieme al
cacciatorpediniere Artigliere.
9
gennaio 1945
Arriva a Brindisi alle nove, dopo aver percorso 153,1
miglia.
15
gennaio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.58 alle
17.30, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 29 miglia.
17
gennaio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7 alle 16.58,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 14,3
miglia.
19
gennaio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.20 alle
15.35, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 14,2 miglia.
25
gennaio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.40 alle
15.10, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 22,1 miglia.
27
gennaio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.51 alle
15.15, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 19,6 miglia.
30
gennaio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7 alle 16.54,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 53,4
miglia.
31
gennaio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.45 alle
15.52, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 14,6 miglia.
5
febbraio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 8.55 alle
22.15, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani, insieme
ai sommergibili Platino e Vettor Pisani. Percorse 60,7 miglia.
6
febbraio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.08 alle
16.11, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 23,2 miglia.
13
febbraio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.39 alle
16.10, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 6,5 miglia.
23
febbraio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.58 alle
15.48, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 29,1 miglia.
24
febbraio 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6 alle 16.10,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 58,4
miglia.
1°
marzo 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.37 alle 15.38,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 22,6
miglia.
13-14
marzo 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 9.37 del 13
alle 2.05 del 14, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini
Castellani. Percorse 67 miglia.
14
marzo 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 8.14 alle 16,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani, insieme al
sommergibile Vettor Pisani. Percorse
31 miglia.
15
marzo 1945
Lascia Taranto alle 12.36, al comando del tenente di
vascello Giovanni Tarabini Castellani, per trasferirsi a Brindisi, rimorchiando
il MAS 510 ed accompagnato dalla
torpediniera di scorta Animoso, che
rimorchia a sua volta il pontone G.G.S.
185.
16
marzo 1945
Arriva a Brindisi alle 10.58, dopo aver percorso 150,1
miglia.
22
marzo 1945
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 9 alle 16.20,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 28
miglia.
24
marzo 1945
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 9 alle 16.45,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 28,2
miglia.
30
marzo 1945
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 9 alle 16.10,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 23,5
miglia.
4
aprile 1945
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 8.20 alle
17.26, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 32 miglia.
7
aprile 1945
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 8.12 alle 14.50,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 14,7
miglia.
10
aprile 1945
Lascia Brindisi alle dieci, al comando del tenente di
vascello Giovanni Tarabini Castellani, per trasferirsi a Malta, dove sarà
impiegato nell’addestramento antisommergibili delle navi Alleate. Lo scorta la
torpediniera Animoso.
12
aprile 1945
Arriva a Malta alle 8.59, dopo aver percorso 401 miglia.
Durante il periodo trascorso a Malta, l’equipaggio del Diaspro viene alloggiato sul posamine in
disarmo HMS Medusa, al quale il
sommergibile si ormeggia affiancato.
13
aprile 1945
Uscita per esercitazione da Sliema (Malta), al comando
del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 56 miglia.
14
aprile 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 6.25 alle
19.50, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse
56 miglia.
16
aprile 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 6.35 alle
20.17, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 69 miglia.
20
aprile 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 10.05 alle 20.58,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 53
miglia.
21
aprile 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 6.40 alle
14.55, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 43 miglia.
23
aprile 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 10.30 alle
13.45, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 48,5 miglia.
24
aprile 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 10.55 alle
20.05, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 47 miglia.
25
aprile 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 6.58 alle
15.24, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 43 miglia.
27
aprile 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 6.40 alle
16.35, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 47 miglia.
1°
maggio 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 6.20 alle
15.35, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 53 miglia.
3
maggio 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 6.45 alle
15.15, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 42,5 miglia.
5
maggio 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 6.58 alle
16.44, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 57 miglia.
7
maggio 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 10.30 alle
20.12, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 50 miglia.
13
maggio 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 6.55 alle
19.42, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 52 miglia.
16
maggio 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 6.46 alle
15.35, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 44 miglia.
18
maggio 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle cinque alle
13.40, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 56 miglia.
21
maggio 1945
Uscita per esercitazione da Sliema dalle 8.47 alle 16, al
comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 43
miglia.
27
maggio 1945
Lascia Malta alle 8.06 per trasferirsi ad Augusta, al
comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Qu giunge alle
21.13, dopo aver percorso 110 miglia.
28
maggio 1945
Salpa da Augusta alle 23.36, al comando del tenente di
vascello Giovanni Tarabini Castellani, per trasferirsi a Taranto, ma deve
invertire la rotta a causa di avarie.
29
maggio 1945
Rientra ad Augusta alle 9.49, dopo aver percorso ottanta
miglia.
Riparate le avarie, riparte alle 23.30.
31
maggio 1945
Arriva a Taranto alle 8.36, dopo aver percorso 251
miglia.
15
agosto 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.12 alle
13.48, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 21 miglia.
17
agosto 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 16.03 alle
21.01, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 33,5 miglia.
20
agosto 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 15.59 alle
22.24, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 33,6 miglia.
22
agosto 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 10 alle 18.22,
al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani. Percorse 50,4
miglia.
24
agosto 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.25 alle
18.05, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 55 miglia.
25
agosto 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.10 alle
13.35, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 23,2 miglia.
28
agosto 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.13 alle
16.13, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 42 miglia.
30
agosto 1945
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6.06 alle
16.21, al comando del tenente di vascello Giovanni Tarabini Castellani.
Percorse 27,9 miglia.
Al rientro viene posto in disarmo: ormai anche il
Giappone si è arreso, la seconda guerra mondiale è finita.
1° febbraio 1948
Radiato dai quadri del naviglio militare in base alle disposizioni del trattato di pace. Successivamente demolito.
Il Diaspro sul sito del Museo della Cantieristica di Monfalcone)
I sommergibili classe Perla su Betasom
Il Diaspro su Sommergibili.com)
Regio Sommergibile Diaspro, su Grupsom
Il Diaspro su Trentoincina
Il Diaspro su U-Historia
Il Diaspro su Regiamarina.net
Il blocco aeronavale italiano nella guerra di Spagna
Sangre y fuego en el Mediterraneo
L’impegno navale italiano durante la guerra civile spagnola
I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre 1945
La guerra dei sommergibili dell’Asse nel Mediterraneo nell’estate del 1943
I sommergibili dell’Asse e l’Operazione Torch
Se inician las operaciones de descontaminación del petrolero Woodford
Rivista spagnola “Mar”, con notizia sulle operazioni di recupero del carburante dal relitto della Woodford
Marineros de Benicarló en 1937 salvaron vidas de la tripulación inglesa tras el hundimiento del petrolero Woodford tras ser torpedeado por un submarino
Rivista “Practicos de puerto”, con articolo sulla Woodford
Mussolini and the origins of the Second World War, 1933-1940
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The Mediterranean Fleet, 1933-1939
La San Joaquin su Sunderland Ships
I sommergibili emersero all’alba