venerdì 20 ottobre 2023

Costanza

Il Costanza sotto l’originario nome di Algethi (da www.clydeships.co.uk)

Piroscafo da carico di 582,40 tsl, 240,47 tsn e 730 tpl, lungo 52,03 metri, largo 8,30 e pescante 3,16, con velocità di 9,5 nodi. Appartenente all’armatore Alfino e Figli di Catania, iscritto con matricola 174 al Compartimento Marittimo di Catania, nominativo di chiamata ILUX.
 
Breve e parziale cronologia.
 
28 dicembre 1901
Varato come Algethi (numero di costruzione 186) dai cantieri Ardrossan Dry Dock & Shipbuilding Company Ltd. di Ardrossan (Scozia).
Marzo 1902
Completato come Algethi per l’armatore R. H. Penney & Sons (per altra fonte Sidney R. Penney) di Brighton (o Shoreham). In gestione a Sidney R. Penney; porto di registrazione Shoreham (dal 17 marzo 1902), nominativo di chiamata THBV. La velocità originaria è di 12 nodi; stazza lorda e netta 548 tsl e 227 tsn.
In servizio tra i porti di Regno Unito (tra cui Shoreham), Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania e Danimarca.
30 dicembre 1902
In difficoltà al largo della costa inglese, l’Algethi riceve assistenza in serata da parte del battello di salvataggio di Mablethorpe.
Febbraio 1914
L’Algethi, in navigazione tra Goole ed il sud dell’Inghilterra, subisce seri danni a causa dello scoppio di una caldaia; viene portato all’incaglio presso Broomfleet.
1915
È comandante dell’Algethi il capitano John H. Carlile.
1922
Acquistato da Joseph Mordan di Londra/Parigi.
1922
Acquistato dalla London & South Western Railway Company di Southampton e ribattezzato Rina.
1923
Passa alla Southern Railway Company di Londra (o Southampton), nata dalla fusione della London & South Western con altre compagnie ferroviarie dell’Inghilterra meridionale.

L’Algethi, a sinistra, ormeggiato a Weymouth con sulla destra il motoveliero Olympia (John Leather Collection, Mersea Museum)

1926
Cambia proprietario tre volte nell’arco di un anno: dapprima viene acquistato dalla York Line Ltd. (in gestione a Richards, Longstaff & Co. Ltd. di Londra); poi viene rivenduto alla Striver Steamship Company Ltd. di Londra (in gestione a H. Harrison Ltd.); che a sua volta lo rivende all’armatore Giuseppe Dormio & C. (Giuseppe Dormio fu Vincenzo) di Monopoli (o Bari), il quale lo ribattezza Costanza (nominativo di chiamata NKBC) e lo iscrive con matricola 38 al Compartimento Marittimo di Bari.
1932
L’armatore cambia ragione sociale in Ditta Giuseppe Dormio, sempre con sede a Bari.
15 dicembre 1937
Il Costanza rimane vittima di un incidente durante la navigazione da Brindisi a Gallipoli.
15 settembre 1939
Requisito dalla Regia Marina ed iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato come nave scorta ausiliaria. Successivamente derequisito.
1940
Venduto ad A. Alfino & Figli di Catania, senza cambiare nome. Porto di registrazione Catania.
14 ottobre 1940
Requisito dalla Regia Marina ed iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato come nave scorta ausiliaria.
2 febbraio 1941
Il Costanza ed un altro piccolo piroscafo, il Bombardiere, salpano da Palermo alle sette del mattino per trasferirsi a Tripoli, scortati da una torpediniera di Marilibia.
4 febbraio 1941
Il piccolo convoglio giunge a Tripoli alle 23. Successivamente i due piroscafetti rientrano a Palermo.
10 febbraio 1941
Costanza, Bombardiere ed i motopescherecci Carluccio e Francesca Madre salpano da Palermo alle otto alla volta di Tripoli, con la scorta delle motovedette Cotugno e Cicconetti della Guardia di Finanza.
16 febbraio 1941
Il convoglio giunge a Tripoli a mezzogiorno.
24 febbraio 1941
Il Costanza lascia Tripoli a mezzogiorno per trasferirsi a Buerat el Hsun, navigando da solo e senza scorta.
3 marzo 1941
Arriva a Buerat nella notte.
12 marzo 1941
Il Costanza e la piccola motonave frigorifera Amba Alagi salpano da Tripoli per Buerat alle 15, scortati dalla torpediniera Castore. Le tre navicelle procedono a sei nodi lungo la costa, dalla quale non si allontanano mai più di due miglia.
14 marzo 1941
Durante la notte tra il 13 ed il 14 marzo, la Castore perde il contatto con Costanza ed Amba Alagi, ma le ritrova in mattinata.
Il piccolo convoglio giunge a Buerat alle 9.45; la Castore lascia le due navicelle all’imboccatura del porticciolo di Buerat, dopo di che rientra a Tripoli. (La cronologia contenuta in "La difesa del traffico con l’Africa Settentrionale dal 10 giugno 1940 al 30 settembre 1942" afferma che il convoglio sarebbe arrivato a Buerat alle 22 del 20 marzo, ma si tratta di un errore, come risulta dal rapporto di missione della Castore, consultato dal ricercatore canadese Platon Alexiades).
19 marzo 1941
Alle 7.15 il sommergibile britannico Truant (capitano di corvetta Hugh Alfred Vernon Haggard) si avvicina in immersione al porticciolo di Buerat per ricognizione ed avvista Costanza ed Amba Alagi, uniche navi presenti, che ritiene essere rispettivamente una piccola nave cisterna ed un piccolo piroscafo (l’identificazione del Costanza come una nave cisterna è dovuta alla sua configurazione con sovrastrutture e fumaiolo a poppa e blocco della plancia a centro nave, proprio come le navi cisterna ed a differenza della maggior parte delle navi da carico dell’epoca). Notando che la “nave cisterna” sembra bassa sull’acqua e perciò a pieno carico, verosimilmente di benzina, il comandante del Truant ritiene che valga la pena penetrare nel porticciolo, con il favore del buio, per affondarla. Il Truant si avvicina pertanto all’ancoraggio ed aspetta che venga sera, dopo di che, alle 19.44, emerge, alle 20.00 si avvicina ulteriormente all’ormeggio ed alle 20.25 lancia due siluri contro il Costanza. Entrambi i siluri, regolati per una profondità eccessiva, passano sotto lo scafo della nave senza esplodere: a questo punto Haggard si accorge che la nave è molto più alta sull’acqua di prima, scarica, probabilmente per aver scaricato il proprio carico nel pomeriggio.
Il Costanza vede le scie di due siluri passargli vicino ed esplodere contro la costa alle 20.30 (la notizia viene comunicata con un messaggio che viene intercettato e decifrato da “ULTRA”).
25 marzo 1941
In mattinata il Costanza lascia Buerat per fare ritorno a Tripoli, da solo e senza scorta. (Così risulta dal diario di Marina Tripoli, consultato da Platon Alexiades; "La difesa del traffico" afferma invece che la nave avrebbe lasciato Buerat il 20 marzo).
26 marzo 1941
Arriva a Tripoli alle 19.
29 marzo 1941
Salpa da Tripoli per Sirte alle 13.30, da solo e senza scorta.
4 aprile 1941
Arriva a Sirte alle 13.
9 aprile 1941
Lascia Sirte all’alba per tornare a Tripoli, sempre in navigazione isolata.
11 aprile 1941
Arriva a Tripoli alle 14.30.
20 aprile 1941
Salpa da Tripoli per Bengasi alle 8.30. Varie unità si alternano nella scorta lungo il tragitto.
22 aprile 1941
Arriva a Bengasi alle undici.
26 aprile 1941
Lascia Bengasi alle 17.30 per fare ritorno a Tripoli, scortato strada facendo da varie unità.
30 aprile 1941
Arriva a Tripoli alle 19.
1° giugno 1941
Salpa da Tripoli per Trapani (con scalo intermedio a Lampedusa) alle 5.30, in convoglio con un altro piccolo piroscafo, l’Arsia, con il rimorchiatore Costante Neri e la scorta della cannoniera Riccardo Grazioli Lante.
2 giugno 1941
Il convoglietto entra a Lampedusa alle 9.
Alle 18.25 il sommergibile britannico Unique (tenente di vascello Anthony Foster Collett) avvista un piccolo convoglio, che entra nel porto di Lampedusa poco meno di un’ora più tardi.
3 giugno 1941
L’Unique si avvicina in immersione al porticciolo per vedere la situazione, e nota che una delle navi, l’Arsia, si trova in posizione esposta, posto che non vi siano reti parasiluri a difesa dell’imboccatura del porticciolo. Alle 7.53 l’Unique lancia un siluro, che esplode contro la costa poco a poppavia dell’Arsia, ed alle 8.22 ne lancia un altro, che colpisce l’Arsia a poppa sollevando una grande colonna di acqua e rottami, seguita da fumo bianco. Spezzato in due e con la zona poppiera dilaniata, l’Arsia affonda di poppa sui bassifondali del porticciolo di Lampedusa, lasciando emergere la prua e le sovrastrutture ed ostruendo con il suo relitto l’imboccatura del porticciolo. Due membri dell’equipaggio del motopeschereccio Giuseppe Padre rimangono feriti dalle schegge dello scoppio; anche un altro piccolo piroscafo ormeggiato nei pressi dell’Arsia, l’Egusa, rimane danneggiato dall’esplosione, mentre il Costanza non subisce danni.
 
Il Costanza, sulla destra, ormeggiato nel Canale Corsini di Ravenna (g.c. Giuseppe Boato, via www.naviearmatori.net)

L’affondamento
 
Alle 6.30 del 23 agosto 1941 il Costanza lasciò Lampedusa per fare ritorno a Tripoli, navigando in convoglio con i piccoli motovelieri Annibale Bosco, Antonio Rosa e San Giuseppe I; come scrive la storia ufficiale dell’USMM: "un convoglietto come in guerra se ne organizzarono a centinaia, che randeggiava le secche delle Kerkennah e poi le coste della Tripolitania per sfuggire alla ricerca avversaria".
Poche ore dopo la partenza, alle 12.30, le quattro navicelle vennero attaccate da cinque bombardieri Bristol Blenheim decollati da Malta, che presero di mira il Costanza,che costituiva di gran lunga il bersaglio più “grande” del piccolo convoglio (la già citata storia dell’USMM commenta sulla scarsa “economia” dell’impiego di cinque bombardieri per affondare una nave così piccola). Colpito da bombe nei punti vitali, il piroscafetto affondò alle 14.20, circa 36 miglia a sudest di Lampedusa (per altra fonte, 40 miglia a sud dell’isola).
 
L’intero equipaggio del Costanza, composto da 27 uomini, sopravvisse all’affondamento della propria nave e venne recuperato dai motovelieri, che lo sbarcarono a Lampedusa prima di ripartire alla volta di Tripoli; ma la sorte aveva in serbo per i naufraghi uno scherzo crudele. Imbarcatisi una settimana dopo sul piroscafo passeggeri Egadi, che li doveva riportare sul continente, dieci uomini del Costanza trovarono la morte nel suo affondamento, avvenuto sempre al largo di Lampedusa ad opera di aerosiluranti britannici.
 
I loro nomi:
 
Giuseppe Arrighi, marinaio torpediniere Regia Marina, da Vicenza
Rosario Battaglia, sottocapo fuochista (civile militarizzato), da Catania
Francesco Costagliola, marinaio segnalatore Regia Marina, da Torre Annunziata
Teodoro Delli Santi, marinaio cannoniere Regia Marina, da Brindisi
Pasquale Febbraro, sottotenente del Genio Navale (civile militarizzato), da Procida
Ettore Ferranti, marinaio Regia Marina, da Gubbio
Santo Maniscalco, sottocapo fuochista (civile militarizzato), da Catania
Salvatore Marino, secondo capo meccanico (civile militarizzato), da Catania
Matteo Mirabella, sottocapo nocchiere (civile militarizzato), da Catania
Vincenzo Morgera, marinaio (civile militarizzato), da Casamicciola
  
Un’altra immagine della nave quando si chiamava Algethi (Coll. Charlie Hill, via www.clydeships.co.uk)


Libro registro del RINA del 1932
Lloyd’s Register of Shipping, 1927
Ships Built or Registered in Shoreham
Il Costanza su Wrecksite
L’Algethi su Clydeships

domenica 1 ottobre 2023

Turchese

Il Turchese (Museo della Cantieristica di Monfalcone)

Sommergibile di piccola crociera della classe Perla (dislocamento di 680 tonnellate in superficie, 844 in immersione).
Durante il periodo di conflitto contro gli Alleati (10 giugno 1940-8 settembre 1943) effettuò 32 missioni offensive (perlopiù nel Canale di Sicilia e lungo le coste nordafricane) e 26 di trasferimento, percorrendo 27.904 miglia in superficie e 5255 in immersione, oltre a 95 uscite per addestramento o prove in mare. Fu così il secondo sommergibile italiano per numero di missioni svolte nel conflitto 1940-1943, superato soltanto dal vecchio H 2 che però era adibito a compiti di “seconda linea” in acque ben più tranquille.
Seriamente danneggiato da un aereo britannico in un episodio di “fuoco amico” all’indomani dell’armistizio, non venne mai riparato, rimanendo inutilizzato fino alla fine della guerra ed alla sua successiva demolizione per disposizione del trattato di pace.
 
Breve e parziale cronologia.
 
27 o 28 o 29 settembre 1935
Impostazione presso i Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone (numero di costruzione 1143).
19 luglio 1936
Varo presso i Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone.
21 settembre 1936
Entrata in servizio.


Sopra, il Turchese in costruzione (si nota il sistema di unione delle lamiere con chiodi “broche”, detto “canterino”); sotto, in allestimento a Messina il 30 maggio 1936 (g.c. Dante Flore, via www.naviearmatori.net)


15 ottobre 1936
Posto alle dipendenze di Maricosom (il Comando Squadra Sommergibili) ed assegnato alla XXXV Squadriglia Sommergibili, di base a Messina (per altra fonte, alla XXXIV Squadriglia del III Grupsom, sempre di base a Messina).
Fine 1936
Completato l’addestramento iniziale, svolge una lunga crociera di resistenza nel Dodecaneso.
1937
Svolge una campagna addestrativa nel Dodecaneso e nel Mediterraneo.
1938
Altra campagna addestrativa nel Dodecaneso e nel Mediterraneo.
5 maggio 1938
Al comando del tenente di vascello Francesco Coelli, il Turchese prende parte alla rivista navale "H" organizzata nel Golfo di Napoli per la visita in Italia di Adolf Hitler. Partecipa alla rivista la maggior parte della flotta italiana: le corazzate Giulio Cesare e Conte di Cavour, i sette incrociatori pesanti della I e III Divisione, gli undici incrociatori leggeri della II, IV, VII e VIII Divisione, 7 "esploratori leggeri" classe Navigatori, 18 cacciatorpediniere (le Squadriglie VII, VIII, IX e X, più il Borea e lo Zeffiro), 30 torpediniere (le Squadriglie IX, X, XI e XII, più le vecchie AudaceCastelfidardoCurtatoneFrancesco StoccoNicola Fabrizi Giuseppe La Masa ed i quattro "avvisi scorta" della classe Orsa), ben 85 sommergibili della Squadra Sommergibili al comando dell’ammiraglio Antonio Legnani, e 24 MAS (Squadriglie IV, V, VIII, IX, X e XI), nonché le navi scuola Cristoforo Colombo ed Amerigo Vespucci, il panfilo di Benito Mussolini, l’Aurora, la nave reale Savoia e la nave bersaglio San Marco.
La Squadra Sommergibili, al comando del contrammiraglio Antonio Legnani, è protagonista di uno dei momenti più spettacolari della parata, nella quale gli 85 battelli effettuano una serie di manovre sincronizzate: dapprima, disposti su due colonne, alle 13.15 passano contromarcia tra le due squadre  navali che procedono su rotte parallele; poi, terminato il defilamento, alle 13.25 tutti i sommergibili effettuano un’immersione simultanea di massa, procedono per un breve tratto in immersione e poi emergono simultaneamente ed eseguono una salva di undici colpi con i rispettivi cannoni.
Maggio 1938
Il Turchese, inquadrato nella XXXIV Squadriglia Sommergibili (I Grupsom di La Spezia) insieme a Medusa, Diaspro e Corallo, è tra le numerosissime unità (corazzate Cesare e Cavour, incrociatori pesanti Zara, Pola, Fiume, Gorizia, Trento, Trieste e Bolzano, incrociatori leggeri Duca degli Abruzzi, Garibaldi, Eugenio di Savoia, Duca d’Aosta, Attendolo, Da Barbiano, Di Giussano, Colleoni, Cadorna, Diaz, Bande Nere, venti cacciatorpediniere delle Squadriglie VII, VIII, IX e X, 54 sommergibili delle Squadriglie XI, XII, XIII, XIV, XV, XXI, XXXIV, XLI, XLII) concentrate a Genova per un’altra rivista navale organizzata in occasione della visita ufficiale in città di Benito Mussolini, la prima da dodici anni.
Nel suo discorso ai genovesi del 14 maggio, Mussolini dichiara: "…Le direttive della nostra politica sono chiare: noi vogliamo la pace, la pace con tutti. (…) Ma la pace, per essere sicura, deve essere armata. Ecco perché io ho voluto che a Genova si raccogliesse tutta la flotta: per mostrare a voi e agli Italiani delle due regioni più continentali, che sono il Piemonte e la Lombardia, quale è la nostra effettiva forza sul mare. Noi vogliamo la pace, ma dobbiamo esser pronti con tutte le nostre forze a difenderla, specie quando si odono discorsi, sia pure d'oltre Oceano, sui quali dobbiamo riflettere. È forse da escludere che le cosiddette grandi democrazie si preparino veramente ad una guerra di dottrine. Comunque, è bene che si sappia che, in questo caso, gli Stati totalitari faranno immediatamente blocco e marceranno fino in fondo".
La flotta rimane a Genova fino alla fine del mese, aperta alle visite da parte della popolazione civile: in tutto accorrono a vederla 650.000 visitatori, di cui 430.000 genovesi e 220.000 dal resto della Liguria, dal Piemonte e dalla Lombardia.

A Messina nel 1938 (g.c. Rosario Sessa, via Pinterest)

Giugno 1938
Riceve a Riposto la bandiera di combattimento, offerta dalla città, in occasione del ventennale della battaglia del Piave.
15 ottobre 1938
Passa alle dipendenze della Scuola Comando.
Primavera 1939
Dislocato a Cagliari, inquadrato nella LXXII Squadriglia Sommergibili insieme a Diaspro, Corallo e Medusa.
1° gennaio 1940
Assume il comando del Turchese il capitano di corvetta Gustavo Miniero, 33 anni, da Gragnano.
9 giugno 1940
Al comando del capitano di corvetta Gustavo Miniero, il Turchese salpa da Cagliari alle 20.02 per formare uno sbarramento sul meridiano di Capo Teulada, insieme ad Adua, Axum ed Aradam. Il Turchese, in particolare, si dispone in agguato 35 miglia a sud di Capo Teulada.
10 giugno 1940
All’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il Turchese fa parte della LXXII Squadriglia Sommergibili di base a Cagliari, insieme a Diaspro, Corallo e Medusa.
13 giugno 1940
Riceve ordine di spostarsi nel Golfo del Leone, dopo di che pattuglia le acque 15 miglia ad est di Capo Creus fino alla sera del 19, in cerca di traffico mercantile francese e britannico.
21 giugno 1940
Alle 10.15 avvista nel quadrante 0261, a nordest delle Baleari, tre piccole unità militari da 20 km di distanza. Avvicinatosi fino a 14 km, Miniero si rende conto di avere a che fare con una nutrita formazione nemica, ma rinuncia all’inseguimento alle 11.48.
Con ogni probabilità le unità avvistate erano i cacciatorpediniere francesi della 8éme Division de Contre-Torpilleurs, le più veloci navi da guerra del mondo.
Alle 20.05 il Turchese rientra a Cagliari, dopo aver percorso 1052 miglia.
3 luglio 1940
Salpa da Cagliari alle 14.16, al comando del tenente di vascello Gustavo Miniero, per disporsi in agguato in posizione 37°54' N e 07°40' E, formando una linea di pattugliamento tra Bona e Cap de Fer insieme ad Aradam (salpato insieme al Turchese), Alagi ed Axum.
6 luglio 1940
Rientra a Cagliari a mezzogiorno, dopo aver percorso 262 miglia.
9 luglio 1940
Al comando del tenente di vascello Gustavo Miniero, il Turchese salpa da Cagliari alle 00.57 per un pattugliamento in posizione 37°50' N e 09°40' E, tra l’isola della Galite e la Tunisia.
12 luglio 1940
Alle 2.25, durante la navigazione di rientro, l’ufficiale di guardia avvista in posizione 38°24' N e 09°19' E una nave illuminata; il Turchese si avvicina usando i motori elettrici, per rimanere silenzioso ed evitare di rivelare la propria presenza. La nave sconosciuta si comporta in modo strano (sembra ferma), tanto da far ritenere che si tratti non di un bastimento neutrale – come dovrebbe essere, date le luci accese – ma di una nave nemica impegnata nella posa di mine.
Alle 3.25, il Turchese lancia un siluro da 533 mm dai tubi prodieri, da soli 500 metri di distanza: la scia fosforescente punta dritta al centro del bersaglio, ma il siluro passa sotto lo scafo senza esplodere. Alle 3.26 viene allora lanciato un secondo siluro, sempre da 533 mm e sempre da cinquecento metri, ma anche questo passa sotto lo scafo della nave sconosciuta; il comandante Miniero vorrebbe ritentare con un terzo siluro, ed aprire anche il fuoco con il cannone, ma alle 3.35 il Turchese urta violentemente un oggetto metallico, d alle 3.38 si verifica un secondo urto, più violento del primo. Alle 4.10, il sommergibile rompe il contatto e si allontana (per altra fonte, la nave sconosciuta sarebbe riuscita a disimpegnarsi grazie alla maggiore velocità).
Alle 11.05 il Turchese rientra a Cagliari, dopo aver percorso 354 miglia.
1° agosto 1940
Al comando del tenente di vascello Gustavo Miniero, il Turchese salpa da Cagliari all’una di notte per un pattugliamento a sud delle Baleari, in posizione 37°25' N e 06°30' E. Deve formare uno sbarramento insieme ai sommergibili Argo, Scirè, Neghelli, Medusa, Axum e Diaspro, disposti su due linee di tre e quattro unità distanziate tra loro di dieci miglia (mentre la distanza tra due sommergibili di una stessa linea è di venti miglia) a nord di Capo Bougaroni; la formazione dello sbarramento è stata ordinata da Supermarina in seguito alla segnalazione dell’uscita da Gibilterra della Forza H britannica (salpata con le portaerei Argus ed Ark Royal, l’incrociatore da battaglia Hood, l’incrociatore leggero Enterprise ed i cacciatorpediniere Faulknor, Foxhound, Foresight, Forester, Encounter, Gallant, Greyhound ed Hotspur per le operazioni "Hurry" e "Crush", consistenti rispettivamente nell’invio a Malta di dodici caccia lanciati dall’Argus ed in un attacco aereo contro Cagliari da parte di aerei decollati dall’Ark Royal).
Il Turchese fa parte della linea di quattro unità, insieme a Diaspro, Axum e Medusa (che dopo due giorni dev’essere sostituito dal Luciano Manara in seguito ad un’avaria). La Forza H, però, passerà a nord dell’area in cui sono schierati i sommergibili, che non avranno così modo di attaccare.
9 agosto 1940
Rientra alle 11.40 a La Maddalena, dopo aver percorso 1342 miglia senza incontri degni di nota.
23 agosto 1940
Lascia La Maddalena all’una di notte, al comando del tenente di vascello Miniero, per trasferirsi a Pola.
28 agosto 1940
Arriva a Pola alle 11.40, dopo aver percorso 1054 miglia.
30 agosto 1940
Lascia Pola alle 5.45, sempre al comando del tenente di vascello Miniero, per trasferirsi a Monfalcone, dove arriva alle 12.30 dopo aver percorso 74 miglia. Qui entra in cantiere per un periodo di lavori.
9 novembre 1940
Terminati i lavori, compie un’uscita per esercitazione da Monfalcone, dalle 9.18 alle 16.10, percorrendo 40 miglia. Comandante è sempre il tenente di vascello Gustavo Miniero.
22 novembre 1940
Altra uscita per esercitazione da Monfalcone, dalle 9.30 alle 15.50, al comando del tenente di vascello Miniero. Percorse 44 miglia.
24 novembre 1940
Lascia Monfalcone alle 9.33, al comando del tenente di vascello Miniero, per trasferirsi a Pola, dove arriva alle 16.40, dopo aver percorso 74 miglia.
29 novembre 1940
Uscita da Pola per esercitazione dalle 9.03 alle 9.53, al comando del tenente di vascello Miniero. Percorse cinque miglia.
2 dicembre 1940
Lascia Pola alle 9.10, al comando del tenente di vascello Miniero, per trasferirsi a Fiume, scortato dal gemello Galatea. Durante la navigazione di trasferimento effettua un’esercitazione d’immersione a 60 metri. Arriva a Fiume alle 17.45, dopo aver percorso 63 miglia.
5 dicembre 1940
Il tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, 31 anni, da Milano, assume il comando del Turchese, sostituendo il capitano di corvetta Miniero.
Lo stesso giorno il sommergibile compie un’uscita da Fiume, al comando del tenente di vascello Di Domenico, dalle 12.12 alle 16.35, per esercitazione d’immersione a 60 metri. Rientra in porto dopo aver percorso 18 miglia.
6 dicembre 1940
Lascia Fiume alle 8.36 per trasferirsi a Pola, dove giunge alle 14.36, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico. Percorse 63 miglia.
7 dicembre 1940
Mezz’ora di moto, dalle 14.10 alle 14.40, per cambiare ancoraggio, restando sempre a Pola.
9 dicembre 1940
Uscita per esercitazione da Pola dalle 8.05 alle 17.25, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, con la scorta della nave scorta ausiliaria F 134 Laurana. Percorse 61 miglia.
11 dicembre 1940
Uscita per esercitazione da Pola dalle otto alle 17.15, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico. Percorse 57 miglia.
12 dicembre 1940
Uscita da Pola dalle 8.20 alle 14.25, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per prove della girobussola. Percorse 14 miglia.
13 dicembre 1940
Al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, esce da Pola dalle 8.10 alle 17.10, insieme al sommergibile Ettore Fieramosca e con la scorta del rimorchiatore Tenace, per esercitazioni di lancio siluri con la torpediniera Audace. Percorse 57 miglia.
14 dicembre 1940
In moto dalle 14.18 alle 14.35 per cambiare ancoraggio nel porto di Pola.
26 dicembre 1940
Lascia Pola alle 19.40, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per trasferirsi a Brindisi.
28 dicembre 1940
Arriva a Brindisi alle 14.15, dopo aver percorso 370 miglia.
30 dicembre 1940
Salpa da Brindisi alle dieci del mattino per un pattugliamento a sud del Canale d’Otranto e ad ovest di Corfù, in posizione 39°30' N e 19°10' E, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico. Insieme ai sommergibili Ambra e Filippo Corridoni, dovrà proteggere il traffico convogliato tra Italia ed Albania.
9 gennaio 1941
Alle 7.25 il sommergibile greco Triton (capitano di corvetta Dyonisios Zeppos) attacca infruttuosamente un sommergibile ad ovest di Othoni, nel Canale d’Otranto. È possibile che il sommergibile attaccato fosse il Turchese, che da parte sua non nota però l’attacco.
10 gennaio 1941
Rientra a Brindisi alle 17.30, dopo aver percorso 887 miglia senza eventi di rilievo, a parte aver rilevato del rumore di macchine.
22 gennaio 1941
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 9 alle 12.30, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico. Percorse 18 miglia.
29 gennaio 1941
Uscita da Brindisi per esercitazione dalle 8.42 alle 12.30, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico. Percorse 18 miglia.
30 gennaio 1941
Salpa da Brindisi alle dieci, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per un pattugliamento al largo della costa albanese, in un raggio di dieci miglia dal punto 39°10' N e 19°20' E, a protezione del traffico tra Italia e Albania.
10 febbraio 1941
Rientra a Brindisi alle 18.15, dopo aver percorso 908 miglia senza aver rilevato niente più che distante rumore di macchine.
21 febbraio 1941
Salpa da Brindisi alle 13, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per un pattugliamento ad ovest di Corfù, in un raggio di dieci miglia dal punto 39°10' N e 19°20' E, di nuovo a protezione dei convogli in navigazione da e per l’Albania.
4 marzo 1941
Rientra a Brindisi alle 14.50, dopo aver percorso 985 miglia senza eventi di rilievo.
15 marzo 1941
Lascia Brindisi alle 22, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per trasferirsi a Crotone.
16 marzo 1941
Arriva a Crotone alle 17.35, dopo aver percorso 179 miglia.
20 marzo 1941
Lascia Crotone alle 14, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per trasferirsi a Cagliari.
Alcune fonti affermano erroneamente che in questa data il Turchese avrebbe infruttuosamente attaccato un cacciatorpediniere, venendo bombardato con bombe di profondità, ma si tratta di un errore; non c’è traccia di questo episodio nel suo rapporto di missione.

Il Turchese in navigazione (g.c. Marcello Risolo, via www.naviearmatori.net)

22 marzo 1941
Arriva a Cagliari alle 17.30, dopo aver percorso 485 miglia.
31 marzo 1941
Uscita da Cagliari dalle otto alle 12.15, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per esercitazione. Percorse 31 miglia.
3 aprile 1941
Lascia Cagliari alle 12.50, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per un pattugliamento a nord di Capo Blanc, in un raggio di venti miglia dal punto 37°30' N e 09°50' E; deve formare uno sbarramento con il gemello Corallo.
9 aprile 1941
Rientra a Cagliari alle 17.15, dopo aver percorso 552 miglia senza avvistare altro che navi della Francia di Vichy.
18 aprile 1941
Lascia Cagliari alle otto di sera, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per trasferirsi a Messina.
20 aprile 1941
Arriva a Messina alle dieci del mattino, dopo aver percorso 360 miglia.
21 aprile 1941
Al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, il Turchese salpa da Messina alle 18.56 per un pattugliamento nel Golfo di Sollum ed al largo di Marsa Matruh, in un raggio di 20 miglia dal punto 32°10' N e 27°30' E, lungo un asse orientato da nordest a sudovest.
30 aprile 1941
Alle 17.27 il Turchese, impegnato in vigilanza idrofonica in immersione, viene improvvisamente scosso da due esplosioni, che vengono attribuite a bombe d’aereo. Alle 18.42 si verificano altre otto esplosioni, e poi altre ancora fino alle 19.40.
Non sono bombe d’aereo ma bombe di profondità, lanciate in posizione 32°59' N e 27°52' E dai cacciatorpediniere britannici Jaguar e Juno, che riterranno a torto di aver affondato il sommergibile attaccato (il Juno avrà cinque morti ed undici feriti tra l’equipaggio a causa dell’esplosione prematura di una bomba di profondità). Per sottrarsi alla caccia, il Turchese scende a 90-95 metri di profondità.
1° maggio 1941
Vengono sentite delle altre esplosioni, ma a grande distanza.
3 maggio 1941
In seguito a problemi ai motori diesel, il Turchese interrompe la missione e dirige verso Lero.
7 maggio 1941
Il Turchese raggiunge Lero alle 14.40, dopo aver percorso 1451 miglia.
26 maggio 1941
Uscita per esercitazione da Lero dalle 8.05 alle 12.19, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico. Percorse 23 miglia.
27 maggio 1941
Uscita da Lero dalle 7.38 alle 10.43, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per prove in mare. Percorse tre miglia.
31 maggio 1941
Lascia Lero alle 3.20, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per un pattugliamento a sud dell’isola di Kupho (a sudest di Creta), in un raggio di venti miglia dal punto 33°50' N e 26°00' E.
5 giugno 1941
Alle 20.43, venti miglia a sudovest di Capo Krio, viene avvistato un sommergibile a duemila metri di distanza; il comandante Di Domenico decide precauzionalmente di immergersi, ma durante la fase d’immersione il nuovo arrivato viene identificato come italiano. Si tratta infatti dello Smeraldo, che a sua volta riconosce l’altra unità come italiana (pur sbagliando relativamente alla classe, ritenuta essere la Fisalia) ed effettua i segnali di riconoscimento.
Successivamente, il Turchese dirige per Taranto a causa di problemi ai motori.
8 giugno 1941
Arriva a Taranto alle 14.35, dopo aver percorso 1040 miglia.
20 giugno 1941
Uscita da Taranto dalle 14.45 alle 17.50, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per prove della girobussola. Percorse due miglia.
24 giugno 1941
Dieci minuti di moto per cambio di ancoraggio nel porto di Taranto.
21 agosto 1941
Uscita da Taranto dalle 11.49 alle 19.30, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per prove in mare, con la scorta della nave scorta ausiliaria F 46 Limbara. Percorse 29 miglia.
23 agosto 1941
Uscita da Taranto dalle 14.14 alle 16.24, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per prove della girobussola. Percorse due miglia.
24 agosto 1941
Uscita per esercitazione da Taranto dalle 8.42 alle 17.52, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico. Percorse 63 miglia.
27 agosto 1941
Uscita per esercitazione da Taranto dalle 8.05 alle 17.10, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico. Percorse 60 miglia.
29 agosto 1941
Uscita per esercitazione da Taranto dalle undici alle 18.10, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, con la scorta della torpediniera Altair. Percorse 33 miglia.
1° settembre 1941
Lascia Taranto alle 8.55, al comando del tenente di vascello Pier Vincenzo Di Domenico, per trasferirsi a Messina.
2 settembre 1941
Arriva a Messina alle 12.10, dopo aver percorso 255 miglia.
3 settembre 1941
Lascia Messina alle 19 per trasferirsi a Cagliari, sempre al comando del tenente di vascello Di Domenico.
5 settembre 1941
Arriva a Cagliari alle 7.07, dopo aver percorso 351 miglia.
9 settembre 1941
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 7.30 alle 13.55, al comando del tenente di vascello Di Domenico. Percorse 26 miglia.
11 settembre 1941
Salpa da Cagliari alle 13.40, al comando del tenente di vascello Di Domenico, per un pattugliamento in posizione 38°00' N e 06°00' E, a nord di Capo Bougaroni; deve formare uno sbarramento insieme ad Adua ed Axum.
14 settembre 1941
Riceve ordine di spostarsi in un nuovo settore d’agguato, incentrato sul punto 38°10' N e 04°00' E.
16 settembre 1941
Rientra a Cagliari alle 9.33, dopo aver percorso 685 miglia senza eventi di rilievo.
22 settembre 1941
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 7.08 alle 12.24, al comando del tenente di vascello Di Domenico, insieme ai sommergibili Adua e Serpente e con la scorta della torpediniera Giuseppe Cesare Abba e del posamine ausiliario R 176 Balear. Percorse 35 miglia.
23 settembre 1941
Salpa da Cagliari alle 19, al comando del tenente di vascello Di Domenico, per un pattugliamento a sud delle Baleari, tra Capo Palos e Capo Caxine (a sud/sudovest di Ibiza), in un’area delimitata dai meridiani 00°20' E e 00°40' E e dai paralleli 36°50' N (o 36°30' N) e 37°30' N. Formerà uno sbarramento insieme all’Adua, a contrasto dell’operazione britannica «Halberd». Nell’ambito di tale operazione, da Gibilterra esce in mare la Forza H, con le corazzate Prince of WalesRodney e Nelson, la portaerei Ark Royal ed i cacciatorpediniere DuncanFuryLanceLegionLivelyGurkhaZuluIsaac Sweers (olandese), Garland (polacco) e Piorun (polacco). La formazione è stata suddivisa dai britannici in vari sottogruppi, partiti in momenti diversi tra il 24 ed il 25 settembre: suo scopo è proteggere la navigazione verso Malta di un convoglio con rifornimenti (WS. 11X, formato dalla cisterna militare Breconshire e dalle navi da carico AjaxCity of LincolnCity of CalcuttaClan MacDonaldClan FergusonRowallan CastleImperial Star e Dunedin Star con un carico complessivo di 81.000 tonnellate di rifornimenti e la scorta diretta degli incrociatori leggeri EdinburghSheffieldEuryalusKenya ed Hermione e dei cacciatorpediniere CossackFarndaleForesightForesterHeythropLaforeyLightning ed Oribi della Forza X), che si svolgerà in contemporanea con la navigazione di un altro convoglio (tre mercantili scarichi, scortati da una corvetta) da Malta a Gibilterra e con un’azione diversiva della Mediterranean Fleet nel Mediterraneo orientale.
La partenza della Forza H in più gruppi, e le rotte seguite da questi fino alla riunione (che avviene il mattino del 27 settembre, cento miglia a sud di Cagliari), traggono in inganno i comandi italiani, che ritengono erroneamente che lo scopo dell’operazione sia un bombardamento navale contro obiettivi sulle coste della Penisola (come attestato dal "Notiziario 73" di Maristat Informazioni, del mattino del 25 settembre, secondo cui “Scopo missione sarebbe rappresaglia contro coste italiane”). Per contrastare questo ipotetico bombardamento, Supermarina ha inviato quattro sommergibili ad est delle Baleari, altri tre a sudovest della Sardegna, tre a sud/sudovest di Ibiza e cinque in Mar Ligure. Turchese, AduaDandoloSqualoDelfino e Fratelli Bandiera vengono inviati a nord di Capo Ferrat, il Narvalo a nord di Capo Bon.
Turchese, Adua e Dandolo raggiungeranno le zone assegnate soltanto dopo che la formazione britannica le ha già attraversate. Maricosom, di conseguenza, ordinerà a tutti i sommergibili di spostarsi più a sud, tentando d’intercettare le forze britanniche (il cui vero obiettivo è stato intanto compreso da Supermarina il mattino del 27, quando è giunta notizia dell’esistenza di un convoglio diretto a Malta) durante la fase di rientro, comunicando alle 20.45 del 27: “Forza navale nemica già attaccata e danneggiata da ARMERA (alt) Nella ricerca et nell’attacco agite con massimo impegno et precisione per infliggere al nemico ulteriori et più gravi danni possibili (alt) Sono certo che vi mostrerete degni della fiducia che in voi ripone la Marina (alt)”. Ma neanche questi nuovi ordini porteranno a risultati.
Parimenti infruttuosa risulterà l’uscita in mare della squadra da battaglia al comando dell’ammiraglio Angelo Iachino (corazzate Littorio e Vittorio Veneto, incrociatori pesanti TrentoTrieste e Gorizia, incrociatori leggeri Muzio Attendolo e Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi, cacciatorpediniere GranatiereBersagliereFuciliereAscariLanciereCorazziereCarabiniereFolgoreMaestraleGrecaleSciroccoVincenzo GiobertiNicoloso Da Recco ed Emanuele Pessagno).
30 settembre 1941
Alle 5.03 viene ricevuto un messaggio che riferisce dell’avvistamento da parte dell’Adua, alle 3.50, di un gruppo di ben undici cacciatorpediniere, che però, data la sua posizione e rotta, passerà molto più a nord rispetto alla posizione del Turchese.
Alle 10.17 viene avvistato del fumo da 14.000 metri, in posizione 36°49' N e 00°24' E; il Turchese manovra per avvicinarsi, ed alle 10.39, calata la distanza a 6000 metri, riesce a distinguere due incrociatori classe Arethusa e due cacciatorpediniere. Alle 11.10, mentre il Turchese si trova a 19 metri di profondità, vengono rilevate sei esplosioni piuttosto vicine; il comandante Di Domenico decide di scendere a 40 metri. Alle 13.39 gli idrofoni non captano più alcun rumore.
I cacciatorpediniere avvistati dal Turchese erano probabilmente i britannici Legion e Gurkha, che formano lo schermo avanzato della Forza H di ritorno dall’operazione "Halberd": di lì a poche ore affonderanno l’Adua.
2 ottobre 1941
Alle 6.50 viene avvistato un sommergibile, probabilmente italiano, da duemila metri di distanza, in posizione 37°15' N e 03°12' E. Data la scarsa visibilità, comunque, il Turchese manovra precauzionalmente per allontanarsi.
4 ottobre 1941
Rientra a Cagliari alle 22.25, dopo aver percorso 1258 miglia.
15 ottobre 1941
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 8.05 alle 12.30, al comando del tenente di vascello Di Domenico. Percorse trenta miglia.
16 ottobre 1941
Salpa da Cagliari alle 23.40, al comando del tenente di vascello Di Domenico, per un pattugliamento a nord di Cap de Fer, insieme ai sommergibili Alagi, Serpente, Diaspro ed Aradam, in un’area compresa tra i paralleli 37°40' N e 37°50' N (per altra fonte, 37°10' N e 37°20' N) ed i meridiani 06°40' N e 07°20' E. I cinque sommergibili formano uno sbarramento tra 37°10' N e 37°50' N, occupando ciascuno un’area di dieci miglia di raggio (altra fonte parla di un ben più grande sbarramento nel Canale di Sicilia, formato da Ambra, Alagi, AmetistaCoralloFratelli Bandiera, DiasproSerpenteSqualoTurcheseDelfino e Narvalo).
21 ottobre 1941
Rientra a Cagliari alle 11.16, dopo aver percorso 552 miglia senza aver avvistato altro che navi della Francia di Vichy.
27 ottobre 1941
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 13.10 alle 16.15, al comando del tenente di vascello Di Domenico, con la scorta del Balear. Percorse quindici miglia. Al termine della missione, il tenente di vascello Di Domenico sbarca e viene avvicendato al comando del Turchese dal capitano di corvetta Giovanni Cunsolo, 31 anni, da Petralia Sottana.
11 novembre 1941
Al comando del capitano di corvetta Giovanni Cunsolo, il Turchese salpa da Cagliari alle 18.30 per un pattugliamento nella zona "K.1", tra Capo Bon e Ras Mustafà (più precisamente, tra il parallelo 37°12' N e la costa tunisina, e tra i meridiani 06°20' E e 06°30' E). Forma uno sbarramento insieme ad Alagi, Axum ed Aradam.
13 novembre 1941
Alle sei del mattino viene avvistato un mercantile illuminato, ad otto miglia per 000° da Capo Blanc; il Turchese si avvicina a 6000 metri e vede che la nave dirige verso Biserta.
Nei giorni successivi vengono avvistate soltanto navi italiane o della Francia di Vichy.
14 novembre 1941
Alle 3.04 il Turchese viene avvistato dall’Aradam.
17 novembre 1941
Rientra a Cagliari alle 16.10, dopo aver percorso 672 miglia.
1° dicembre 1941
Il capitano di corvetta Cunsolo lascia il comando del Turchese, che viene nuovamente assunto dal tenente di vascello Pier Vincenzo De Domenico.
18 dicembre 1941
Al comando del tenente di vascello De Domenico, il Turchese salpa da Cagliari alle 20.25 per un pattugliamento al largo di Capo Bougaroni, in una zona delimitata dalla costa algerina, dal meridiano 37°30' N e dai paralleli 06°20' E e 06°30' E. Deve formare uno sbarramento insieme ad Axum, Alagi ed Aradam.
19 dicembre 1941
Alle 9.40 viene avvistato a tremila metri di distanza, in posizione 38°05' N e 07°47' E, un sommergibile tedesco (forse l’U 74), che effettua un segnale indecifrabile. Il Turchese prosegue per la propria rotta.
21 dicembre 1941
All’1.24 viene avvistato un piroscafo, ritenuto francese, in posizione 37°21' N e 06°22' E.
22 dicembre 1941
Alle 2.55 viene avvistato un altro piroscafo francese, in posizione 37°32' N e 06°28' E.
23 dicembre 1941
Alle 14.45 vengono captati rumori di navi all’idrofono, su rilevamento 248°; la loro direzione varia però considerevolmente. Il Turchese si dirige verso di essi, ed alle 17.05, in posizione 37°21' N e 06°26' E (al largo di Capo Bougaroni), avvista due incrociatori identificati come della classe Newcastle e quattro cacciatorpediniere ritenuti della classe Jervis, in navigazione verso sudovest a 25 nodi, a 12 km di distanza; lancia il segnale di scoperta. Non riesce però ad avvicinarsi a meno di 7000 metri.
Le navi avvistate erano probabilmente l’incrociatore leggero britannico Dido ed i cacciatorpediniere Zulu, Gurkha, Arrow, Foxhound e Nestor, quest’ultimo australiano.
25 dicembre 1941
Rientra a Cagliari alle 16.30, dopo aver percorso 763 miglia.

Un’altra immagine del Turchese (da Uboat.net)

1° gennaio 1942
Alle 20 il Turchese salpa da Cagliari al comando del tenente di vascello Di Domenico, per formare uno sbarramento tra le 60 e le 100 miglia a sud di Malta (linea che passa per il punto 35°00' N e 13°00' E) insieme ad Alagi, Aradam ed Axum, a protezione dei convogli in navigazione tra l’Italia e la Libia: loro compito è di avvistare ed attaccare eventuali forze navali britanniche che dovessero prendere il mare per contrastare l’operazione «M. 43», consistente nell’invio di un grosso convoglio di rifornimenti in Libia. In totale, ben undici sommergibili (TurcheseAradamPlatinoOniceGalateaBeilulDelfinoAlagiAxumZaffiro e Dessiè) vengono dislocati in agguato sulle probabili rotte che potrebbe percorrere una formazione navale britannica; un gruppo (Turchese, AradamAxumPlatinoOniceAlagi e Delfino) viene dislocato ad est di Malta, contro eventuali provenienze da quest’isola, un altro (BeilulGalatea e Dessiè) più a levante, tra Creta e la Cirenaica, sulla rotta che seguirebbe una formazione che prendesse il mare da Alessandria. I sommergibili hanno compito offensivo-esplorativo nelle ore diurne ed offensivo totale in quelle notturne.
Il Turchese, in particolare, deve pattugliare una zona delimitata dai meridiani 14°00' E e 14°40' E e dai paralleli 34°20' N e 34°40' N. (Altra fonte parla di uno sbarramento tra Tobruk e Ras Aamer, insieme ad Ametista e Galatea).
Nessuna forza navale britannica sortirà per attaccare il convoglio, essendo la Mediterranean Fleet ridotta ai minimi termini in conseguenza delle perdite inflitte a fine 1941 dalle mine, dai mezzi d’assalto italiani e dai sommergibili tedeschi (situazione di cui però a Roma non si ha contezza, così da portare a misure precauzionali estreme come questo dispiegamento di unità subacquee per proteggere la navigazione di un convoglio importante come «M. 43»); il convoglio raggiungerà indenne la propria destinazione, portando in Libia 15.379 tonnellate di carburante, 2417 tonnellate di munizioni, 10.242 tonnellate di materiali vari, 144 carri armati, 520 automezzi e 901 tra ufficiali, sottufficiali e soldati.
2 gennaio 1942
Un’avaria lo costringe a dirottare su Trapani; entra in porto alle 16.50, ma riparato il guasto, può ripartire alle 19 e raggiungere la zona assegnata per l’agguato.
8 gennaio 1942
Rientra a Cagliari alle 19.40, dopo aver percorso 1027 miglia.
16 gennaio 1942
Uscita da Cagliari per prove in mare dalle 13.45 alle 17.15, al comando del tenente di vascello Di Domenico. Percorse 14 miglia.
28 gennaio 1942
Salpa da Cagliari alle 14.20, al comando del tenente di vascello Di Domenico, per un pattugliamento della zona compresa tra i meridiani 07°00' E e 07°10' E ed i paralleli 37°30' N e 38°00' N insieme ad Alagi, Aradam, Axum e Brin (con cui deve formare uno sbarramento). Alle 16.46 viene però richiamato alla base, rientrando a Cagliari alle 19.30, dopo aver percorso 46 miglia.
3 febbraio 1942
Uscita da Cagliari per esercitazione dalle 12.25 alle 17.35, al comando del tenente di vascello Di Domenico. Percorse 33 miglia.
9 febbraio 1942
Salpa da Cagliari alle 15.35, al comando del tenente di vascello Di Domenico, per formare uno sbarramento al largo di Philippeville ed a nord di Capo Bougaroni, insieme ad Aradam ed Axum. Deve pattugliare un settore compreso tra i meridiani 06°00' E e 06°10' E e tra i paralleli 37°30' N e 38°00' N.
11 febbraio 1942
Alle 15 viene avvistato un sommergibile avente rotta verso ovest; si ritiene che si tratti del Brin.
21 febbraio 1942
Rientra a Cagliari alle 11.10, dopo aver percorso 1143 miglia.
27 febbraio 1942
Alle 12.38 il Turchese salpa da Cagliari, al comando del tenente di vascello Di Vincenzo, per un pattugliamento al largo della costa algerina, insieme ad Aradam, Axum e Brin. In particolare, deve pattugliare un settore compreso tra i meridiani 03°40' E e 04°40' E ed i paralleli 37°20' N e 37°30' N.
4 marzo 1942
Rientra a Cagliari alle 16.30, dopo aver percorso 765 miglia avvistando soltanto navi della Francia di Vichy.

Il Turchese nel 1942 (Coll. Erminio Bagnasco, via www.associazione-venus.it)

27 marzo 1942
Salpa da Cagliari alle 22.05, al comando del tenente di vascello Di Domenico, per formare uno sbarramento al largo di Capo Bougaroni insieme all’Aradam (e, secondo un’altra fonte, Narvalo e Santorre Santarosa). Deve pattugliare una zona delimitata dai meridiani 05°20' E e 06°20' E e dai paralleli 37°10' N e 37°20' N; compito dei sommergibili è di intercettare la Forza H (al comando dell’ammiraglio Neville Syfret), uscita da Gibilterra e diretta verso est, se questa dovesse spingersi fin lì. Tuttavia la formazione britannica, il cui scopo è lanciare aerei destinati a rinforzare le squadriglie di Malta (si tratta dell’operazione «Picket II», che vede le portaerei Eagle ed Argus salpare da Gibilterra il 27 marzo con la scora della corazzata Malaya, dell’incrociatore leggero Hermione e dei cacciatorpediniere ActiveAnthonyBlankneyCroomeDuncanExmoorLaforeyLightning e Wishart, lanciando il 29 marzo otto caccia Supermarine Spitfire che raggiungeranno tutti Malta, mentre non sarà possibile lanciare, come previsto, sei aerosiluranti Fairey Albacore) si fermerà molto prima.
30 marzo 1942
Alle 17.12, mentre il Turchese sta dirigendo per intercettare un incrociatore nemico segnalato alle 20.09 del giorno precedente a sudst di La Galite, viene avvistato un aereo a 7000 metri di distanza, in posizione 37°25' N e 06°29' E. Il sommergibile s’immerge. A bordo si ritiene che l’incrociatore sia passato ad una decina di miglia di distanza.
1° aprile 1942
Alle tre di notte viene avvistato in posizione 37°40' N e 06°26' E, ad un migliaio di metri di distanza, un grosso idrovolante, identificato come un PBY Catalina. Il Turchese s’immerge precipitosamente mentre esplodono cinque bombe, che causano solo danni minori.
L’attaccante è effettivamente un Catalina, l’aereo "J" (matricola AJ. 160) del 202nd Squadron della Royal Air Force, pilotato dal tenente I. F. Edgar, che ha rilevato il Turchese al radar da una distanza di otto miglia e l’ha poi avvistato anche otticamente su rotta 075°, sganciando le sue bombe (otto cariche di profondità, una delle quali però non si sgancia a causa di un’avaria) da una quota di poco più di venti metri mentre il sommergibile s’immergeva. Edgar comunicherà poi di aver avvistato una grossa chiazza di nafta sul luogo dell’attacco.
2 aprile 1942
Il Turchese raggiunge Cagliari alle 9.38, dopo aver percorso 643 miglia.
4 aprile 1942
Salpa da Cagliari all’1.18, sempre al comando del tenente di vascello Di Domenico, per pattugliare la zona "K.1" a nord di Capo Bon (delimitata dai meridiani 11°00' E e 11°05' E, dal parallelo 37°12’ N e dalla costa tunisina), formando uno sbarramento con l’Aradam, che al contempo pattuglierà la zona "K.2", a nord di Capo Kelibia, con il duplice scopo di proteggere i convogli italiani diretti in Libia dalle incursioni delle forze navali britanniche di base a Malta, e di attaccare eventuale traffico isolato britannico che dovesse attraversare queste acque. L’ordine d’operazione di Maricosom (209/SRP del 3 aprile, ore 19.45) stabilisce: "Riservato personale (alt) Esecutivo agguati Kappa uno sommergibile Turchese et Kappa due sommergibile Aradam (alt) Sommergibile Turchese rotta andata numero uno (semialt) rotta ritorno numero quattro con rientro a Trapani sua nuova dislocazione (alt) Sommergibile Aradam rotta andata numero uno (semialt) rotta ritorno numero cinque con rientro a Trapani sua nuova dislocazione (alt) Lasciare agguato ad ordine (alt) Parziale modifica ordine generale di operazione Kappa durante agguato in ore diurne rimanere posati sul fondo senza venire quota periscopica per ascolto SITI (semialt) anziché tramonto giorno cinque arrivare su punti agguato al più presto possibile dopo eseguita navigazione occulta ore diurne giorno quattro".
8 aprile 1942
Alle 21.20 viene ricevuto un messaggio relativo all’avvistamento di un incrociatore ed un cacciatorpediniere in navigazione verso ovest; Turchese ed Aradam ricevono ordine di avvicinarsi alla costa africana. Il Turchese si porta fino a sole due miglia da Capo Bon, ma non avvista niente.
11 aprile 1942
Rientra a Cagliari alle 8.50, dopo aver percorso 674 miglia.
18 aprile 1942
Lascia Cagliari alle 14.05, al comando del tenente di vascello Di Domenico, per trasferirsi a Trapani.
19 aprile 1942
Arriva a Trapani alle 10.40, dopo aver percorso 181 miglia.
20 aprile 1942
Alle 15.40 il Turchese, sempre al comando del tenente di vascello Di Domenico, salpa da Trapani per un pattugliamento di un’area compresa tra i meridiani 09°20' E e 09°40' E ed i paralleli 38°00' N e 38°40' N, nella quale è stata segnalata una forza navale nemica. Alle 13.41 viene però richiamato alla base, dove fa ritorno alle 21.55, dopo ave percorso 50 miglia.
1° maggio 1942
Salpa da Trapani alle 19.52, al comando del tenente di vascello Di Domenico, per un pattugliamento a sud di Formentera, in una zona compresa tra i meridiani 01°20' E e 01°40' E ed i paralleli 37°40' N e 38°20' N.
8 maggio 1942
Alle 00.10 viene informato di un convoglio in navigazione verso est, ma non è in posizione adatta per tentarne l’intercettazione (si trova in 38°18' N e 01°31' E).
Alle otto di sera riceve ordine di spostarsi venti miglia più a sud.
9 maggio 1942
Alle 12.43 viene avvistato da 7000 metri di distanza un idrovolante Short Sunderland, in posizione 37°27' N e 01°37' E.
11 maggio 1942
Alle 17, mentre si trova in posizione 37°27' N e 01°27' E, riceve un segnale di scoperta relativo ad un incrociatore avvistato a sudovest della Galite, in navigazione verso est; dirige per intercettarlo, ma alle 20 riceve ordine di spostarsi 40 miglia più a sud, posizione che raggiunge alle 23.53. S’immerge per effettuare ascolto idrofonico, ma non capta alcun rumore.
15 maggio 1942
Alle 14.33, in posizione 38°05' N e 04°20' E, viene avvistato il piroscafo francese Île Rousse, in navigazione su rotta 325°.
17 maggio 1942
Rientra a Trapani alle 10.15, dopo aver percorso 1842 miglia.
21 maggio 1942
Salpa da Trapani alle 21.08, al comando del tenente di vascello Di Domenico, per trasferirsi a La Spezia.
23 maggio 1942
Arriva a La Spezia alle 21.25, dopo aver percorso 400 miglia.
29 maggio 1942
Lascia La Spezia alle 7.30, al comando del tenente di vascello Di Domenico e scortato dal MAS 566, per trasferirsi a Genova, dove giunge alle 13.43, dopo aver percorso 56 miglia.
A Genova entra in cantiere per un periodo di lavori di raddobbo.
Durante i lavori avvengono due avvicendamenti al comando: il 20 giugno il tenente di vascello Di Domenico cede il comando al sottotenente di vascello Sergio Parodi, 25 anni, da Pistoia, che il 15 luglio lo cede a sua volta al tenente di vascello Giandaniele Asquini, 27 anni, da Udine.
6 agosto 1942
Conclusi i lavori, compie un’uscita da Genova dalle 10.10 alle 16.30, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per prove in mare. Percorse 26 miglia.
9 agosto 1942
Uscita da Genova dalle 9.09 alle 15.08, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per prove in mare. Percorse 47 miglia.
11 agosto 1942
Lascia Genova alle 9.55, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per trasferirsi a La Spezia, dove giunge alle 15.46, dopo aver percorso 53 miglia.
14 agosto 1942
Uscita da La Spezia per prove in mare dalle 8.10 alle 13.15 e dalle 15 alle 18.30, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini. Percorse 45 miglia.
17 agosto 1942
Uscita da La Spezia per prove in mare dalle 10.36 alle 12.03, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini. Percorse otto miglia.
28 agosto 1942
Uscita da La Spezia per prove in mare dalle 14.40 alle 18.20, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini. Percorse 25 miglia.
29 agosto 1942
Salpa da La Spezia alle 8.24, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per un’esercitazione; dopo una sosta a Portovenere dalle 17.30 alle 20.06, esce nuovamente in mare per proseguire l’esercitazione.
30 agosto 1942
Rientra a La Spezia alle 00.30, dopo aver percorso in tutto 81 miglia.
1° settembre 1942
Esce da La Spezia alle 11.02, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per prove in mare. Alle 23.45, dopo aver percorso sei miglia, si ormeggia alla boa di Fezzano.
2 settembre 1942
Lascia la boa di Fezzano alle sette di mattina per un’uscita addestrativa, conclusa la quale rientra a La Spezia alle 15.50, dopo aver percorso 36 miglia.
3 settembre 1942
Al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, lascia La Spezia alle 12.26 per trasferirsi a Trapani, scortato dal MAS 509 nel tratto iniziale della navigazione.
Alle 14.20 viene informato dall’incrociatore leggero Attilio Regolo dell’avvistamento di un sommergibile nemico nel quadrante 7648.
5 settembre 1942
Arriva a Trapani alle 9.30, dopo aver percorso 416 miglia.
8 settembre 1942
Uscita da Trapani per esercitazione dalle 7.45 alle 13.06, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini. Percorse 24 miglia.
11 settembre 1942
Uscita da Trapani per esercitazione dalle 7.50 alle 12.40, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini. Percorse 20 miglia.
22 settembre 1942
Uscita da Trapani per esercitazione dalle 8.32 alle 11.47, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini. Percorse 18 miglia.
19 ottobre 1942
Dopo aver imbarcato siluri tedeschi G7e, salpa da Trapani alle 13.10, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per un pattugliamento a sud delle Baleari, tra i meridiani 02°20' E e 02°40' E ed i paralleli 37°40' N e 38°10' N. Deve formare uno sbarramento insieme al Corallo.
21 ottobre 1942
Alle 00.40, all’1.40 ed alle 2.50 il Turchese viene avvistato a più riprese dal Corallo.
Alle 11.19 avvista un aereo a 7000 metri di distanza, in posizione 37°13' N e 04°46' E; s’immerge per evitare attacchi.
24 ottobre 1942
Alle 7.50 avvista un aereo a 5000 metri di distanza, in posizione 38°06' N e 02°29' E; di nuovo s’immerge.
25 ottobre 1942
Altro avvistamento di aereo, stavolta alle 13.44 in posizione 37°47' N e 02°29' E, da cinquemila metri di distanza. Ancora una volta s’immerge.
28 ottobre 1942
Alle 21.41 viene informato dell’uscita da Gibilterra, quel mattino, di una forza navale britannica: si tratta della Forza H (portaerei Furious, incrociatori antiaerei Aurora e Charybdis, cacciatorpediniere LaforeyLookoutBicesterEskimoVenomous e Tartar), impegnata nell’operazione "Baritone", consistente nel lancio di 29 caccia Spitfire V diretti a Malta. Oltre al Turchese, vengono diretti contro di essa anche i sommergibili Brin, Corallo, Emo, Topazio ed Axum, per formare uno sbarramento di sommergibili a sud delle Baleari.
Il Turchese si sposta all’estremità meridionale del suo settore di pattugliamento e si dispone in ascolto idrofonico, ma senza risultato. Nessuno dei sommergibili incontra le unità britanniche, che si portano a nord di Algeri per effettuare il lancio e poi rientrano alla base.
29 ottobre 1942
Alle 11 riceve ordine da Maricosom di spostarsi a sudovest di Capo Palos, ma anche qui non avvista niente.
30 ottobre 1942
Alle 12.52, in posizione 38°50' N e 03°16' E, viene avvistato un piroscafo in navigazione verso sud, da 13 km di distanza; il comandante Asquini ritiene che la nave sia della Francia di Vichy.
Alle 18 viene avvistato un altro piroscafo diretto verso sud, da 11 km di distanza, in posizione 38°50' N e 04°02' E. Anche questo viene ritenuto francese.
1° novembre 1942
Rientra a Trapani alle 14.40, dopo aver percorso 1823 miglia.
7 novembre 1942
Al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, il Turchese salpa da Trapani all’una di notte per un pattugliamento al largo di Biserta, in posizione 37°12' N e 08°00' E (per altra fonte, 37°30' N e 10°00' E, e poco dopo 37°20' N e 07°50' E), per contrastare gli sbarchi angloamericani nel Nordafrica francese (operazione "Torch"). Più di ottocento navi britanniche e statunitensi di tutti i tipi sono in navigazione verso le coste del Marocco e dell’Algeria, per sbarcarvi le truppe che dovranno aprire un secondo fronte in Nordafrica, contemporaneamente allo sfondamento operato dall’VIII Armata britannica in Egitto, ad El Alamein.
Supermarina, informata dell’avvistamento di ingenti forze navali angloamericane in navigazione da Gibilterra verso ovest, ha correttamente intuito che probabilmente gli Alleati vogliano tentare uno sbarco in Nordafrica, pur non escludendo del tutto la possibilità di un convoglio diretto a Malta
In totale, Maricosom – in base ad ordine di Supermarina, trasmesso alle 22.06 del 6 novembre – invia ben ventuno sommergibili nel Mediterraneo occidentale e centro-occidentale, per contrastare l’operazione nemica: dodici sommergibili del VII Grupsom (AcciaioArgentoAsteriaAradamBrinDandoloEmoGalateaMocenigoPlatinoPorfidoVelella) vengono schierati ad ovest dell’isola di La Galite (zona "A"), sette sommergibili dell’VIII Grupsom (BronzoAlagiAvorioCoralloDiasproTurchese) vengono inviati a nord di Biserta (zona "B"), ed altri due (Axum e Topazio) in posizione avanzata tra l’Algeria e le Baleari. Queste posizioni si riveleranno troppo lontane dalle effettive zone dello sbarco (Orano ed Algeri), ma non verranno modificate, perché i comandi tedeschi ritengono, erroneamente, che gli Alleati potrebbero tentare ulteriori sbarchi anche in Tunisia (nel qual caso i sommergibili italiani si troverebbero in posizione ideale).
Alle 15.31 Maricosom (il Comando Squadra Sommergibili) comunica a tutti i sommergibili in agguato nel Mediterraneo occidentale la posizione di una squadra navale britannica e di un convoglio nemico, riferita alle 10.40. Alle 20.07 il Comando Squadra Sommergibili segnala la posizione di due convogli avvistati in due distinte occasione, aventi entrambi rotta verso est e formati da mercantili scortati da corazzate, portaerei, incrociatori e navi scorta.
8 novembre 1942
Gli sbarchi hanno inizio: 500 navi da trasporto angloamericane, scortate da 350 navi da guerra di ogni tipo, sbarcano in tutto 107.000 soldati sulle coste dell’Algeria e del Marocco. Siccome tali operazioni avvengono nelle zone di Algeri e di Orano, i sommergibili italiani si trovano troppo ad est per intervenire; dato che i comandi tedeschi ritengono che gli Alleati potrebbero effettuare ulteriori sbarchi più ad est, verso la Tunisia, inizialmente si decide di lasciare i sommergibili dove sono.
Alle 17.58, a nord di Biserta, il Turchese avvista un sommergibile che viene identificato come il Bronzo. Entrambi i battelli accostano per allontanarsi, onde evitare incidenti.
9 novembre 1942
Alle 7.30, in posizione 37°18' N e 08°40' E, viene avvistata una nave francese di 2000 tonnellate, da 4500 metri di distanza.
11 novembre 1942
Alle 16.45 viene avvistato in posizione 37°08' N e 07°58' E un sommergibile che viene identificato come l’Aradam.
13 novembre 1942
Alle 7.45 viene avvistato un aereo in posizione 37°58' N e 10°06' E, a quattromila metri di distanza. Il Turchese s’immerge per sottrarsi ad eventuali attacchi; successivamente dirige per rientrare alla base, passando per il punto convenzionale T.3. Arriva a Cagliari alle 21.10, dopo aver percorso 741 miglia.
15 novembre 1942
Al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, lascia Trapani alle 15 per trasferirsi a Napoli.
16 novembre 1942
Arriva a Napoli alle 15.55, dopo aver percorso 220 miglia.
25 novembre 1942
Lascia Napoli alle 15.05, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per trasferirsi a La Maddalena.
27 novembre 1942
Arriva alla Maddalena alle 8.30, dopo aver percorso 232 miglia.
2 dicembre 1942
Al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, salpa da La Maddalena alle 3.54 per un pattugliamento al largo di Ajaccio, in un settore compreso tra il meridiano 08°20' E, la costa corsa ed i paralleli 41°40' N e 41°55' N.


Due immagini scattate a bordo del Turchese durante una missione di guerra (Coll. Angelo Ortu, via www.betasom.it)


3 dicembre 1942
Alle 7.02 il Turchese avvista due piroscafi scortati da una torpediniera al largo di Capo Senetosa, con rotta nord; la torpediniera viene però identificata come un’unità italiana del tipo “tre pipe”, pertanto non viene intrapresa azione offensiva.
Alle 22.10 il Turchese rientra a La Maddalena dopo aver percorso 262 miglia.
6 dicembre 1942
Al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, il Turchese lascia La Maddalena alle 18.15 per trasferirsi a Cagliari, insieme a Diaspro e Corallo.
7 dicembre 1942
Arriva a Cagliari alle 14.40, dopo aver percorso 191 miglia.
9 dicembre 1942
Salpa da Cagliari alle 18, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per un pattugliamento al largo della costa algerina, nella zona compresa tra i meridiani 08°20' E e 08°40' E ed i paralleli 37°40' N e 38°00' N.
Alle 21.45 viene incontrato il sommergibile Galatea, di ritorno alla base, con cui vengono scambiati i segnali di riconoscimento.
Poco dopo, il Turchese deve invertire la rotta per rientrare alla base a causa di problemi ai motori.
10 dicembre 1942
Arriva a Cagliari alle 12.08, dopo aver percorso 86 miglia.
22 dicembre 1942
Uscita da Cagliari per esercitazione, dalle 8.27 alle 11.27, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini. Percorse 22 miglia.
29 dicembre 1942
Lascia Cagliari alle 12.50, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per trasferirsi ad Augusta. Durante la navigazione avverte delle esplosioni di bombe in lontananza.
31 dicembre 1942
Arriva ad Augusta alle 15.40, dopo aver percorso 481 miglia.
4 gennaio 1943
Salpa da Augusta alle 3.37, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per un pattugliamento a sudovest di Malta. Alle 3.52, tuttavia, mentre esce dal porto al buio ed in condizioni di scarsa visibilità, il Turchese va a sbattere contro una delle ostruzioni antisiluro della base, riportando danni tali da dover tornare indietro, andandosi ad ormeggiare ad Augusta alle 8.43 dopo aver percorso trenta miglia. Il comandante Asquini riceverà un rimprovero per l’accaduto, mentre l’ufficiale di rotta sarà severamente punito.
5 gennaio 1943
Lascia Augusta alle 17.15, al comando del tenente di vascello Giandaniele Asquini, per trasferirsi a Messina.
6 gennaio 1943
Arriva a Messina alle 8.15, dopo aver percorso 74 miglia.
11 gennaio 1943
Lascia Messina alle 6.34, sempre al comando del tenente di vascello Asquini, per tornare ad Augusta, dove giunge alle 13.41, dopo aver percorso 73 miglia.
17 gennaio 1943
Salpa da Augusta alle 21.55 per pattugliare un’area compresa tra i meridiani 21°00' E e 21°30' E, il parallelo 34°00' N e la costa libica.
20 gennaio 1943
Alle 17, prima di raggiungere il settore assegnato per la missione, riceve ordine di tornare alla base.
22 gennaio 1943
Arriva ad Augusta alle 7.11, dopo aver percorso 704 miglia.
7 febbraio 1943
Salpa da Augusta alle 16.20, al comando del tenente di vascello Asquini, per un pattugliamento al largo di Capo Misurata, tra i meridiani 15°20' E e 15°40' E ed i paralleli 32°40' N e 33°30' N.
14 febbraio 1943
Riceve ordine di spostarsi in una nuova area d’agguato, compresa tra i meridiani 15°50' E e 16°40' E ed i paralleli 32°00' N e 32°10' N (per altra fonte, tra 32°20' N e 32°30' N e tra 15°00' E e 18°00' E).
16 febbraio 1943
Alle 3.56 riceve un segnale di scoperta relativo ad un convoglio, lanciato dall’Axum. Il Turchese accosta per 120° per intercettarlo, ma non avvista niente.
21 febbraio 1943
Rientra ad Augusta alle 9.50, dopo aver percorso 1395 miglia.
26 febbraio 1943
Salpa da Augusta alle 16, al comando del tenente di vascello Asquini, per trasferirsi a Taranto, dove dovrà sottoporsi ad un periodo di lavori di raddobbo.
28 febbraio 1943
Arriva a Taranto a mezzanotte, dopo aver percorso 297 miglia, ed entra in arsenale.
20 aprile 1943
Terminati i lavori, esce da Taranto per esercitazione dalle 13 alle 18.30, sempre al comando del tenente di vascello Asquini. Percorre otto miglia.
22 aprile 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 6 alle 17.15, al comando del tenente di vascello Asquini. Percorse 38,5 miglia.
24 aprile 1943
Uscita da Taranto per prove in mare dalle 14.20 alle 18.30, al comando del tenente di vascello Asquini. Percorse due miglia.
26 aprile 1943
Uscita da Taranto per prove in mare dalle 6.30 alle 14.10, al comando del tenente di vascello Asquini. Percorse 27 miglia.
27 aprile 1943
Uscita da Taranto per prove in mare dalle 7.35 alle 13.40, al comando del tenente di vascello Asquini. Percorse 24,5 miglia.
28 aprile 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 11.46 alle 17.33, al comando del tenente di vascello Asquini, insieme al rimorchiatore Gagliardo e con la scorta della nave ausiliaria Claretta. Percorse 20 miglia.
29 aprile 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 5.40 alle 10.40, al comando del tenente di vascello Asquini. Percorse 21 miglia.
30 aprile 1943
Il tenente di vascello Asquini cede il comando del Turchese al parigrado Aredio Galzigna, 29 anni, da Sebenico.
2 maggio 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 12.05 alle 19.40, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 27 miglia.
3 maggio 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 12.45 alle 18.50, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 23 miglia.
6 maggio 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 11.35 alle 19.45, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 34,5 miglia.
8 maggio 1943
Uscita da Taranto dalle 11.35 alle 17.30, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna, per un’esercitazione insieme alla cannoniera-cacciasommergibili Vergada. Percorse 21,5 miglia.
10 maggio 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 11.40 alle 18.24, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 28 miglia.
11 maggio 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 7.05 alle 19.05, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 32 miglia.
12 maggio 1943
Il capitano di fregata Carlo Liannazza, comandante del IV Gruppo Sommergibili, raccomanda di prolungare il periodo di addestramento del Turchese, dal momento che quattro dei cinque ufficiali sono imbarcati da poco e che il comandante Galzigna è al suo primo comando.
15 maggio 1943
Uscita da Taranto per esercitazione dalle 15.35 all’1.05 del 16, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 34,5 miglia.
17 maggio 1943
Uscita da Taranto per esercitazione sonar dalle 6.30 alle 11.20, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna, insieme alla torpediniera Monzambano ed alla corvetta Gabbiano. Percorse 27,5 miglia.
20 maggio 1943
Lascia Taranto alle 18.46, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna, per trasferirsi a Napoli.
25 maggio 1943
Alle 11.35 avvista una formazione di bombardieri quadrimotori in volo verso est, nello stretto di Messina, e s’immerge per evitarli; gli aerei lo avvistano e lo attaccano mentre è in fase d’immersione, costringendolo a zigzagare alla massima velocità mentre diverse bombe cadono in mare circa 900 metri a poppavia.
Tornato in superficie, alle 12.09 avvista un’altra formazione di quadrimotori in volo verso est: di nuovo s’immerge con la rapida e scende a 70 metri di profondità, mentre si sentono diverse esplosioni di bombe di profondità in lontananza.
Tornato ancora una volta in superficie, alle 13.34 il Turchese avvista un terzo gruppo di quadrimotori, stavolta in volo verso sud; di nuovo s’immerge precipitosamente, avvertendo le esplosioni di bombe vicine (ma probabilmente non dirette contro di esso) alle 13.38 ed alle 13.40.
27 maggio 1943
Arriva finalmente a Napoli alle 6.45, dopo aver percorso 644 miglia.
Alle 11.32 riparte alla volta di Pozzuoli, dove giunge alle 12.50, dopo aver percorso otto miglia.
29 maggio 1943
Uscita da Pozzuoli per esercitazione, dalle undici alle 15.30, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse undici miglia.
30 maggio 1943
Lascia Pozzuoli alle 9.30, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna, per trasferirsi a Napoli, dove giunge alle 11.10, dopo aver percorso otto miglia.
1° giugno 1943
Esce da Napoli alle 17.30 al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna, per un’esercitazione.
2 giugno 1943
Terminata l’esercitazione, rientra a Napoli alle 5.50, dopo aver percorso 42 miglia. Ne riparte alle 9.35 per trasferirsi a Pozzuoli, dove giunge alle undici, dopo aver percorso otto miglia.
3 giugno 1943
Uscita da Pozzuoli per esercitazione e collaudi, dalle 9.03 alle 15.53, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 18 miglia.
4 giugno 1943
Uscita da Pozzuoli per esercitazione e collaudi, dalle 14.05 alle 17.56, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 18 miglia.
16 giugno 1943
Uscita da Pozzuoli per esercitazione e collaudi, dalle 4.23 alle 12.16 e alle 17.15 alle 21.20, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 32 miglia il mattino, 30,5 la sera.
17 giugno 1943
Uscita da Pozzuoli per esercitazione e collaudi, dalle 14.15 alle 18.45, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 15 miglia.
18 giugno 1943
Uscita da Pozzuoli per esercitazione e collaudi, dalle 8.34 alle 12.05, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse 18 miglia.
19 giugno 1943
Uscita da Pozzuoli per esercitazione e collaudi, dalle 8.20 alle 10.05 e dalle 19.05 alle 3.05 del 20 giugno, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse otto miglia il mattino, 34 in serata.
23 giugno 1943
Uscita da Pozzuoli per esercitazione e collaudi, dalle 11.13 alle 12.30, al comando del tenente di vascello Aredio Galzigna. Percorse otto miglia.
Alle 23.01 lascia Pozzuoli per trasferirsi a La Maddalena.
26 giugno 1943
Arriva alla Maddalena alle 6.40, dopo aver percorso 312 miglia, e riparte alle 9.15 per trasferirsi a Santo Stefano, dove giunge alle 10.16, dopo altre quattro miglia.
28 giugno 1943
Lascia Santo Stefano alle 16.57, al comando del tenente di vascello Galzigna, per trasferirsi a Bonifacio, dove giunge alle 19.45, dopo aver percorso 21 miglia.
30 giugno 1943
Al comando del tenente di vascello Galzigna, salpa da Bonifacio alle 22.36 per un pattugliamento a sudovest della Sardegna, tra i meridiani 07°00' E e 07°40' E e tra i paralleli 38°00' N e 38°40' N.
1° luglio 1943
Alle 9.15, in posizione 38°20' N e 07°28' E, viene avvistata una grossa formazione aerea in volo verso est ed il sommergibile s’immerge per evitare di essere attaccato.
2 luglio 1943
Alle 19.58 riceve ordine di spingersi fino al parallelo 37°20' N, tra 36°40' N e 07°40' E, per poi rientrare nel settore precedentemente assegnato.
6 luglio 1943
Alle 12.55 riceve ordine di spostarsi dieci miglia ad est, e poi di raggiungere il parallelo 37°50' N entro l’alba del 7. Successivamente si sposta verso ovest, dal meridiano 08°10' E a quello di Cap de Fer (07°10' E) sul parallelo 37°20' N, trasferimento che avviene in ritardo per noie ai motori, per poi tornare nella zona d’agguato originaria all’alba dell’8.
Deve formare uno sbarramento preventivo a sud della Sardegna, a contrasto di un possibile sbarco angloamericano (che invece avverrà poi in Sicilia), insieme a Giada, Alagi, Argento, Nereide, Nichelio, Platino e Diaspro.
10 luglio 1943
Alle 2.15 riceve l’ordine, impartito alle 00.15, di eseguire l’ordine "Zeta" e raggiungere il quadrante 96. Alle 14.25 riceve un nuovo messaggio, trasmesso alle 11.41, con l’ordine di raggiungere subito la zona 172.
11 luglio 1943
Alle 00.13 riceve l’ordine (trasmesso alle 22.13 della sera precedente) di raggiungere la zona 83 (costa orientale della Sicilia) passando per il punto 39°00' N e 15°00' E e per il punto convenzionale M 3 (al largo di Capo Vaticano).
Alle 5.22 avvista un aereo bimotore in volo a bassa quota con rotta sudest, in posizione 38°20' N e 09°25' E, e s’immerge precauzionalmente. Tornato in superficie, alle 9.08 (in 38°20' N e 09°25' E) avvista un altro aereo in volo verso sud: di nuovo il Turchese s’immerge; alle 20.22 (posizione 38°24' N e 10°10' E) viene avvistato un terzo aereo in volo verso sudest, ed ancora una volta il battello s’immerge.
Alle 21.10 viene ricevuto l’ennesimo nuovo ordine, trasmesso alle 18.40: trasferirsi nella zona 81; ma alle 21.32 viene avvistato l’ennesimo aereo, in volo verso nordovest, in posizione 38°25' N e 10°12' E, ed il Turchese s’immerge per l’ennesima volta.
12 luglio 1943
Alle 4.28, in posizione 38°43' N e 11°35' E, viene avvistato un altro aereo: altra immersione, ripetuta alle 10.50 in seguito all’avvistamento di un secondo aereo con rotta ovest.
13 luglio 1943
Ennesimo avvistamento di un aereo, alle 3.50, in posizione 38°48' N e 12°30' E: di nuovo il Turchese s’immerge.
14 luglio 1943
Alle 00.07 riceve ordine da Maricosom di portarsi nella metà settentrionale del quadrante 80, ma deve abbandonare la missione per avarie.
Alle 5.13 s’immerge in seguito all’avvistamento di un aereo in posizione 39°00' N e 13°20' E.
16 luglio 1943
Arriva a Napoli alle 6.45, dopo aver percorso 1300,5 miglia.
Alle 11.05 ne riparte per trasferirsi a Castellammare di Stabia, dove giunge alle 12.50, dopo aver percorso 13,3 miglia.
30 luglio 1943
Uscita da Castellammare di Stabia per prove in mare, dalle 7.20 alle 10.15; percorse dieci miglia. Alle 20.47, sempre al comando del tenente di vascello Galzigna, lascia Castellammare per trasferirsi a La Maddalena.
31 luglio 1943
Alle 2.20 vengono avvistati dei bengala a circa duemila metri di distanza; il Turchese s’immerge a scopo precauzionale.

Il Turchese a Napoli in una fotografia del luglio 1943 (Coll. Erminio Bagnasco, via Coll. Maurizio Brescia e www.associazione-venus.it)

2 agosto 1943
Arriva a La Maddalena alle 7.20, dopo aver percorso 257 miglia, e ne riparte alle 12.15 per trasferirsi a Mezzoschifo, dove arriva alle 13.55, dopo altre due miglia.
3 agosto 1943
Lascia Mezzoschifo alle 4.34, al comando del tenente di vascello Galzigna, per trasferirsi a Bonifacio, dove arriva alle 7.25, dopo aver percorso 19 miglia.
19 agosto 1943
Uscita da Bonifacio per esercitazione dalle 7.29 alle 11.40, al comando del tenente di vascello Galzigna. Percorse 22,5 miglia.
21 agosto 1943
Il tenente di vascello Galzigna viene sostituito al comando del Turchese dal parigrado Eugenio Parodi, 26 anni, da La Spezia.
24 agosto 1943
Uscita da Bonifacio per esercitazione dalle 7.25 alle 11.59, al comando del tenente di vascello Eugenio Parodi. Percorse 26 miglia.
27 agosto 1943
Uscita da Bonifacio per esercitazione dalle 7.36 alle 12.22, al comando del tenente di vascello Parodi. Percorse 27,5 miglia.
31 agosto 1943
Uscita da Bonifacio per esercitazione dalle 7.47 alle 12.30, al comando del tenente di vascello Parodi. Percorse 24 miglia.
2 settembre 1943
Salpa da Bonifacio alle 5.20, al comando del tenente di vascello Eugenio Parodi, per trasferirsi a Villa Marina (nell’isola di Santo Stefano), dove arriva alle 7.59, dopo aver percorso 24 miglia.
7 settembre 1943
Alle 15.15 (o 13.15) il Turchese (tenente di vascello Eugenio Parodi) salpa da Villa Marina insieme al similare Topazio, per un pattugliamento nei golfi di Paola e Gaeta. Entrambi i sommergibili, insieme a Diaspro e Marea, devono formare uno sbarramento nel Golfo di Salerno, a contrasto dell’imminente sbarco angloamericano (operazione "Avalanche"). Altri otto sommergibili (Brin, Giada, Galatea, Platino, Nichelio, Alagi, Axum e Velella) completano il dispositivo antisbarco nel Basso Tirreno, lungo le coste tirreniche di Campania e Calabria tra Paola e Gaeta, mentre dieci (Onice, Settembrini, Vortice, Zoea, Bragadin, Squalo, Menotti, Bandiera, Jalea e Manara) vengono schierati in Mar Ionio lungo le coste orientali di Sicilia e Calabria, il tutto nel quadro del Piano "Zeta": Supermarina ha ordinato a Maricosom la sua attivazione in seguito all’avvistamento nel Basso Tirreno da parte della ricognizione aerea tedesca, la sera del 7 settembre, della flotta da sbarco Alleata diretta verso Salerno.
Alle 16, al largo della Maddalena, viene accidentalmente bersagliato da una batteria costiera, che spara tre salve senza colpire; i colpi cadono corti di circa duecento metri.
8 settembre 1943
Viene annunciato l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati: Maricosom ordina a tutti i sommergibili di cessare le ostilità, immergersi immediatamente ad ottanta metri di profondità e riemergere alle otto del mattino del 9 settembre, per poi restare in superficie con la bandiera italiana a riva ed un pennello nero al periscopio, in attesa di ulteriori disposizioni. Successivamente giungerà l’ordine di dirigere verso Bona, in Algeria (per i sommergibili in agguato ad est della Sicilia, verso altri porti sotto controllo Alleato quali Malta, Brindisi ed Augusta), mantenendo ben visibili i segni di riconoscimento.
9 settembre 1943
Interrotta la missione come ordinato, dirigendo dalla sua posizione d’agguato a sud della Sardegna, alle 12.21 il Turchese s’incontra con il Topazio (tenente di vascello Pier Vittorio Casarini) ed il Marea (sottotenente di vascello Attilio Russo), e poco dopo si unisce al gruppo anche il Diaspro (tenente di vascello Alberto Donato); i rispettivi comandanti iniziano a “discutere” la situazione mediante segnalazioni luminose effettuate con i piccoli proiettori a lampi di luce in dotazione a ciascun sommergibile (per un’altra versione, la “discussione” tra i comandanti sarebbe avvenuta per mezzo dei megafoni, dalle rispettive torrette, data la ridotta distanza). Successivamente, tutti e quattro si riuniscono a bordo del Diaspro per decidere il da farsi; sul risultato di tale riunione esistono versioni contrastanti: secondo vari autori (tra cui Achille Rastelli e Giuliano Manzari) a questa prima riunione ne sarebbero seguite altre nelle mattine del 10 e dell’11 settembre, ed alla fine ognuno dei comandanti avrebbe preso una decisione diversa, il Marea di fare rotta per Bona, il Diaspro per Cagliari (posto che non vi fossero truppe tedesche), il Topazio verso nord ed il Turchese di raggiungere la neutrale Spagna, più precisamente le Baleari (il che però non è confermato dal rapporto del Turchese, secondo cui il sommergibile avrebbe inizialmente diretto verso il 42° parallelo e poi verso Bona). Secondo il rapporto del Marea, invece, al termine della riunione i quattro comandanti avrebbero deciso di comune accordo di puntare su Bona, navigando insieme ed aspettando altri sommergibili; i quattro sommergibili rimasero riuniti o comunque in vista l’uno dell’altro fino alla sera del 10 (secondo il rapporto del Marea, invece, quest’ultimo ed il Diaspro avrebbero perso di vista Turchese e Topazio già alle 22.30 del 9, per poi perdersi di vista anche tra di loro).
Dalle dieci del 9 settembre, il Turchese naviga verso il 42° parallelo.
10 settembre 1943
Turchese e Topazio si separano all’altezza del parallelo di Anzio, leggermente a levante del parallelo 11° E.
Alle otto del mattino il comandante Parodi decide di puntare direttamente su Bona.
11 settembre 1943
Alle 21.27 il Turchese viene attaccato al largo di Bona a un aereo che viene identificato come un bombardiere tedesco Junkers Ju 88. Le bombe che cadono più vicine finiscono in mare a sei metri dalla prua, sulla sinistra, esplodendo sott’acqua ad una profondità di dieci metri; le esplosioni arrecano seri danni al sommergibile, mettendone fuori uso il motore diesel di sinistra (per altra versione, entrambi i motori, rendendo impossibile proseguire la navigazione).
In realtà, l’aereo attaccante non è tedesco, ma britannico: un bombardiere Lockheed Hudson del 500th Squadron della Royal Air Force, il velivolo "O" del sottotenente G. M. Shires. Avvistato il sommergibile, e dubbioso sulla sua nazionalità, Shires lo ha sorvolato due volte girando in cerchio, lanciando al secondo giro i colori convenuti per quel giorno come segnale di riconoscimento; non avendo ricevuto risposta, è passato all’attacco, puntando sul sommergibile dalla direzione opposta a quella della luna (da proravia dritta) e lanciando un pacchetto di quattro bombe di profondità, che sono cadute in mare a cavallo della torretta (per una fonte, mentre il sommergibile stava immergendosi). Dopo l’attacco, Shires ha osservato il sommergibile immergersi di poppa; mezz’ora dopo, ha ricevuto dalla base l’ordine di non attaccare a meno che il battello non intraprendesse azione ostile.
12 settembre 1943
Nel tardo pomeriggio il Turchese incontra un convoglio britannico e viene preso a rimorchio dal peschereccio armato britannico Stroma.
13 settembre 1943
Il danneggiato Turchese raggiunge Bona alle 00.02, a rimorchio dello Stroma, dopo aver percorso 695 miglia.
L’equivoco di cui è stato vittima il Turchese si estende, con tragiche conseguenze, anche al Topazio. Il Turchese, infatti, non è stato il solo sommergibile italiano ad essere erroneamente attaccato da aerei britannici: il mattino del 12 settembre anche il Topazio, scambiato da un Bristol Blenheim per un U-Boot tedesco, è stato da questi bombardato ed affondato a sud della Sardegna. Gran parte dell’equipaggio, quindici o venti uomini, è sopravvissuta all’affondamento: i Comandi britannici hanno iniziamente inviato sul posto mezzi aerei e navali per recuperarli, ma li hanno richiamati in seguito alla notizia che il Turchese è stato danneggiato da un attacco aereo ed è in navigazione verso Bona, ritenendo erroneamente che il sommergibile attaccato dal Blenheim fosse appunto il Turchese, e che l’asserzione del pilota di averlo affondato fosse frutto di un apprezzamento errato. Il risultato di questa incredibile sequenza di errori ed equivoci sarà che nessuno andrà in soccorso dei naufraghi del Topazio, del qual non vi sarà, di conseguenza, alcun superstite.
14 settembre 1943
Sempre al comando del tenente di vascello Eugenio Parodi, il Turchese salpa da Bona alle 13.30 per trasferirsi a Malta, a rimorchio del sommergibile Marea ed insieme ai sommergibili Alagi, Giada, Galatea, Brin, Menotti e Platino, confluiti a Bona in seguito all’armistizio. Il gruppo è scortato dal cacciatorpediniere britannico Isis.
Qualche ora dopo la partenza, tuttavia, il cavo di rimorchio si spezza, ed il Turchese dev’essere nuovamente rimorchiato a Bona da una nave britannica, arrivandovi alle 22, dopo aver percorso trenta miglia.
Rimane poi in riparazione a Bona, dove i lavori vengono completati il 24 settembre.
27 settembre 1943
Lascia Bona alle 17.21, sempre al comando del tenente di vascello Parodi, per trasferirsi a Malta; dopo alcune ore, però, i motori vanno in avaria, il che costringe a farlo nuovamente rimorchiare in porto.
28 settembre 1943
Rientra a Bona alle 7.30, dopo aver percorso 59 miglia, a rimorchio di un’unità britannica.
1° ottobre 1943
Lascia Bona a rimorchio alle 16.30, per trasferirsi a Biserta. Comandante è sempre il tenente di vascello Parodi.
2 ottobre 1943
Arriva a Biserta alle 17.15, dopo aver percorso 123 miglia.
4 ottobre 1943
Lascia Biserta alle 11.30, al comando del tenente di vascello Parodi, per il terzo tentativo di trasferirsi a Malta. Stavolta è a rimorchio del peschereccio armato britannico Goth, insieme al rimorchiatore portuale dell’Esercito C.T. 13, alle motolancie ML 480 e HDML 1243 ed al peschereccio armato HMS Tango, in un convoglio di tre mercantili.
6 ottobre 1943
Arriva finalmente a Malta alle 10.30, dopo aver percorso 251 miglia; è il ventitreesimo ed ultimo sommergibile italiano a raggiungere l’isola dopo l’armistizio. Va ad ormeggiarsi a Marsa Scirocco, alle dipendenze della corazzata Giulio Cesare, andandosi ad unire ai sommergibili Atropo, Axum, Bandiera, Bragadin, Corridoni, Giada, Marea, Nichelio, Settembrini e Vortice, ivi ormeggiati già da settembre.
27 novembre 1943
Sempre al comando del tenente di vascello Parodi, ed ancora una volta a rimorchio (stavolta, della corvetta Chimera), il Turchese lascia Malta alle 15.30 per tornare in Italia: è l’ultimo sommergibile italiano a lasciare l’isola.
Nella stessa data il sottocapo silurista Giuseppe Da Rold del Turchese, 22 anni, da Belluno, muore in territorio metropolitano.
28 novembre 1943
Arriva ad Augusta alle 9.30, dopo aver percorso 117 miglia.
11 dicembre 1943
Il tenente di vascello Parodi viene avvicendato al comando del Turchese dal sottotenente di vascello Giorgio Mogni, 28 anni, da Savignano Irpino.
11 marzo 1944
Al comando del sottotenente di vascello Giorgio Mogni, il Turchese lascia Augusta a rimorchio della torpediniera Monzambano per trasferirsi a Brindisi.
12 marzo 1944
Arriva a Brindisi alle 19.45, dopo aver percorso 335 miglia. Qui entra in arsenale per lunghi lavori di raddobbo (per altra fonte, vi sarebbe invece stato posto in disarmo).
31 marzo 1944
Il sottotenente di vascello Mogni viene rimpiazzato al comando del Turchese dal capitano di corvetta Renato Frascolla, 33 anni, da Taranto.
13 settembre 1944
Il capitano di corvetta Frascolla viene sostituito al comando del Turchese dal parigrado Marco Revedin, 33 anni, da Bologna.

Il capitano di corvetta Marco Revedin (g.c. Giovanni Pinna)

22 novembre 1944
Il capitano di corvetta Revedin cede il comando del Turchese al tenente di vascello Emilio Botta, 26 anni, da Foggia, che lo manterrà fino all’agosto successivo.
22 giugno 1945
Lascia Brindisi alle 6.05, al comando del tenente di vascello Emilio Botta, per trasferirsi a Napoli.
23 giugno 1945
Arriva a Napoli alle otto del mattino, dopo aver percorso 450 miglia. Vi rimane poi in riserva fino alla fine delle ostilità.

Il Turchese (in secondo piano) in disarmo a Taranto in un’immagine del 27 febbraio 1947. In primo piano il più grande Ammiraglio Cagni, in terza fila il Galatea (da “In guerra sul mare” di Erminio Bagnasco, via www.betasom.it)

1° febbraio 1948
Radiato dai quadri del naviglio militare, come disposto dal trattato di pace. Successivamente demolito.
Secondo Vittorio Iovino, militare in Marina dal 1949 al 1951, dopo la radiazione il Turchese sarebbe stato impiegato per qualche tempo come deposito di nafta, venendo al contempo utilizzato clandestinamente per l’addestramento dei sommergibilisti: "la falsa torre era stata asportata ed il battello ufficialmente era destinato a deposito di nafta. Ma noi rimediammo e costruimmo con lamiere la parte interessata alla torretta in modo da risultare il tutto efficiente per poter continuare ad uscire in mare. Gli americani sapevano tutto, ma chiudevano un occhio e noi potemmo di nuovo uscire in mare per le esercitazioni". Di siffatto impiego non vi è però traccia in alcuna pubblicazione, e sembra più probabile che Iovino ricordasse male il nome del sommergibile in questione (altri due sommergibili, Giada e Vortice, vennero infatti realmente utilizzati clandestinamente per l’addestramento, mentre ufficialmente erano stati declassati a pontoni di carica, nel periodo tra la sottoscrizione del trattato di pace di Parigi, che proibiva all’Italia di possedere sommergibili, e l’ingresso nella NATO, in seguito al quale tale clausola venne lasciata decadere insieme a molte altre).
 
Un’altra immagine dei resti della flotta subacquea italiana in disarmo a Taranto nel febbraio 1947: il Turchese è in fondo a destra, nella darsena prospiciente la Caserma Farinati (g.c. STORIA militare)

 
Il Turchese su Uboat.net
I sommergibili classe Perla su Betasom
Il Turchese sul sito del Museo della Cantieristica di Monfalcone
Regio Sommergibile Turchese, su Grupsom
I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre 1945
I sommergibili dell’Asse e l’operazione “Torch”