Il
Luigi Settembrini (g.c. Marcello
Risolo via www.naviearmatori.net)
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Sommergibile di media crociera, capoclasse della classe Settembrini (dislocamento
di 953 tonnellate in superficie e 1153 in immersione).
La classe Settembrini, appartenente al tipo Cavallini a doppio scafo
parziale, costituì un miglioramento della precedente classe Mameli, della quale
risolse i problemi di stabilità; rispetto ai Mameli, i Settembrini avevano
dimensioni e dislocamento maggiori, tanto da essere i primi “Cavallini” ad
essere talvolta definiti non più di media crociera, ma di grande crociera
(oceanici). Grazie a forme di scafo più affinate, i Settembrini poterono
superare la velocità dei Mameli nonostante il maggiore dislocamento, e senza
bisogno di un motore più potente; dimostrarono buona capacità di tenere il mare
di prora (a differenza delle classi precedenti, che avevano dovuto per questo
subire estese modifiche; per altre fonti, però, anche i Settembrini mostrarono
invece scarsa attitudine a tenere il mare di prora, anche se non così grave da
richiedere lavori di modifica). Venne potenziato l’armamento silurante (quattro
tubi lanciasiluri a poppa, invece che due) e contraereo (più mitragliere).
I Settembrini dimostrarono buone caratteristiche di affidabilità,
velocità, autonomia (più che doppia rispetto ai Mameli, ed adatta anche
all’utilizzo in oceano) e manovrabilità.
Il Settembrini effettuò, dal
10 giugno 1940 all’8 settembre 1943, 31 missioni di guerra
(offensive/esplorative, di trasferimento e di trasporto – queste ultime in
numero di due –), percorrendo in tutto 19.380 miglia in superficie e 2400 in
immersione (per complessivi 163 giorni trascorsi in mare), oltre a 90 missioni
addestrative per la Scuola Sommergibili di Pola.
Breve e parziale
cronologia.
16 maggio 1928
Impostazione nei cantieri Franco Tosi di Taranto. Gli eredi di Luigi
Settembrini donano “al sommergibile” un fondo documentale del loro antenato,
che verrà consegnato dalla Marina al Museo del Risorgimento.
28 settembre 1930
Varo nei cantieri Franco Tosi di Taranto. Alle prove in mare raggiunge
i 17,67 nodi di velocità, leggermente più di quanto previsto dal contratto
(17,5 nodi).
25 gennaio 1932
Entrata in servizio.
Marzo 1932
Viene visitato da una delegazione sovietica, in visita in Italia per
valutare l’acquisto di unità di costruzione italiana.
Luglio 1932
Durante le esercitazioni e prove in mare, trae in salvo un marinaio
“perso” in mare alcune ore prima dal sommergibile Serpente.
1933
Il Settembrini ed il gemello
Ruggero Settimo vanno a formare
l’VIII Squadriglia Sommergibili, insieme ai più piccoli Salpa e Serpente.
11 settembre
1933-4 aprile 1934
Partito da Taranto (11 settembre) insieme al gemello Ruggero Settimo, il Settembrini compie una crociera di resistenza in Mar Rosso, facendo
scalo a Tobruk, Port Said, Massaua, Aden, Assab, Massaua (di nuovo), Ismailia,
Port Said (di nuovo) ed Alessandria d’Egitto, per poi fare ritorno a Taranto il
4 aprile. Le prestazioni messe in evidenza nel periodo in Mar Rosso sono
giudicate come ampiamente soddisfacenti, salvo l’inconveniente di una perdita
di gas refrigerante dall’impianto di condizionamento, occorsa durante una prova
d’immersione statica e dinamica di otto ore. Non ci sono conseguenze, ma è un
triste presagio di quanto accadrà tra qualche anno in Mar Rosso, con le morti
da cloruro di metile.
Si tratta della prima delle lunghe crociere che diversi sommergibili
italiani intraprenderanno negli anni Trenta, per far familiarizzare gli
equipaggi con le lunghe navigazioni e verificare le capacità operative negli
ambienti più diversi, nonché i migliori modi di operare in tali ambienti.
Estate 1935
Settembrini (capitano di corvetta Luciano Morra, 39 anni, da Cerignola) e Settimo vengono nuovamente dislocati a
Massaua; vengono impiegati in Mar Rosso per un anno. Al rientro in Italia
riceveranno uno specifico elogio ministeriale per l’attività svolta.
Una
serie di immagini del Settembrini in Africa Orientale ed al suo rientro, nel
1935-1936 (Coll. Giuseppe Celeste, da www.associazione-venus.it):
In
bacino a Massaua nel 1936.
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Il
sommergibile di ritorno dall’Africa Orientale nel 1936 (da www.crtpesaro.it)
|
1937
Per sei mesi ha alternativamente base a Tobruk e Lero.
6 agosto 1937
Al comando del tenente di vascello Beppino Manca, salpa da Tobruk per
effettuare una missione clandestina in Mar Egeo, connessa alle operazioni della
guerra civile spagnola. Durante la missione inizierà diverse manovre d’attacco,
ma non ne porterà a termine nessuna, non riuscendo ad identificare con
chiarezza gli obiettivi.
21 agosto 1937
Conclude la missione raggiungendo Lero.
30 agosto 1937
Sempre al comando del tenente di vascello Manca, lascia Lero per una
seconda missione clandestina in Egeo (nella stessa zona della precedente),
sempre nell’ambito della guerra civile spagnola.
3 settembre 1937
A 6 miglia da Skyros (per altra fonte al largo dell’isola di Psara) il
Settembrini, mentre naviga in
superficie, incontra il piroscafo sovietico Blagoiev,
da 3100 tsl, in navigazione da Mariupol (URSS, attuale Ucraina) a Ceuta con un
carico di 4480 tonnellate di catrame di carbone (per altra fonte, in
navigazione da Odessa a Sète con un carico di asfalto, ma ritenuto utilizzato
nel trasporto di rifornimenti per le truppe repubblicane spagnole), al comando
del capitano D. F. Kaminsky.
Dopo avergli intimato il fermo con una cannonata davanti alla prora,
il Settembrini lo fa abbandonare
dall’equipaggio sulle scialuppe e poi gli lancia tre siluri, due da 533 mm ed
uno da 450 mm. Colpito da quest’ultima, il Blagoiev
affonda in mezz’ora circa in posizione 38°36'N 25°01'E.
La versione russa sull’accaduto è differente: secondo essa, il Settembrini, non riconoscibile in quanto
sprovvisto di contrassegni che ne indicano la nazionalità, emerge nella prima
mattina mentre il Blagoiev è in
navigazione 15 miglia a sud di Skyros, ed alle 6.30 lancia improvvisamente un
siluro, che viene evitato dal Blagoiev
(l’arma gli passa a poppa) con un’immediata contromanovra. A questo punto il Settembrini spara diversi colpi di
cannone a proravia del Blagoiev, poi
lancia una coppiola di siluri ed al tempo stesso issa la bandiera della Spagna
nazionalista di Franco. Non riuscendo ad evitare i siluri con la manovra, il Blagoiev viene colpito da uno di essi ed
affonda in mezz’ora; il siluramento avviene quando l’equipaggio è ancora a
bordo (ed anzi i marittimi tentano in ogni modo di salvare la nave anche una
volta silurata, ed alcuni di essi restano in sala macchine anche quando questa
è allagata).
Non vi sono vittime subitanee nell’affondamento; i naufraghi
raggiungeranno l’isola di Sarakino o Skyros sulla loro lancia, dopo una
navigazione di dieci ore, ma il marinaio Pavel Shtepenko, ferito gravemente,
morirà per le ferite e verrà sepolto sull’isola. Gli altri verranno recuperati
il giorno stesso dal veliero greco Aghios Nikolaos.
La stampa francese, nei giorni successivi, diffonde la falsa notizia
che il sommergibile (definito “pirata” e non identificato) abbia mitragliato la
lancia dei naufraghi del Blagoiev.
4 settembre 1937
Conclude la missione raggiungendo Lero.
1938
Settembrini e Settimo vengono assegnati alla XLI
Squadriglia Sommergibili (successivamente divenuta XLII Squadriglia), di base a
Taranto.
5 maggio 1938
Partecipa alla rivista navale "H", tenuta nel Golfo di Napoli durante la visita in Italia di Adolf Hitler.
Il
Settembrini fotografato durante la
rivista “H”; sullo sfondo la corazzata Conte
di Cavour (g.c. STORIA militare)
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24 giugno 1938
Riceve la bandiera di combattimento, donata dalla moglie del rettore
dell’Università di Napoli, Giunio Salvi.
1939
Settembrini e Settimo vengono posti alle dipendenze
della Scuola Comando di Augusta, con la quale resteranno fino all’entrata in
guerra.
10 giugno 1940
All’entrata in guerra dell’Italia, Settembrini
e Settimo costituiscono la XLIII
Squadriglia Sommergibili (IV Grupsom), di base a Taranto.
21 giugno 1940
Compie la prima missione di guerra, un agguato difensivo
antisommergibili nel Golfo di Taranto.
Luglio 1940
Prima missione offensiva, ad est di Capo Passero; non incontra nave
nemiche.
7 agosto 1940
Inviato in agguato 60 miglia ad ovest del Canale di Cerigotto, al
comando del capitano di corvetta Alcide Bardi. Nelle prime ore della mattina, avvista
due cacciatorpediniere mentre procede in superficie. Avvicinatosi in superficie
(per ridurre le distanze più in fretta) e poi immersosi, lancia un siluro, che
viene però evitato con rapida contromanovra da parte dei cacciatorpediniere.
16 agosto 1940
Rientra alla base.
Settembre 1940
Trasferito a Messina ed assegnato al locale Gruppo Sommergibili.
11-12 novembre
1940
Si trova a Taranto durante il famoso attacco di aerosiluranti
britannici (“notte di Taranto”), che affondano la corazzata Conte di Cavour e danneggiano gravemente
le corazzate Littorio e Duilio; apre il fuoco contro gli aerei
attaccanti con le proprie mitragliatrici.
Novembre 1940
È tra i sommergibili inviati a formare uno sbarramento tra Mar Ionio e
Mar Egeo. Nonostante l’uscita in mare della Mediterranean Fleet (che opera
proprio in quell’area, spingendosi fino ad ovest delle Isole Ionie), il Settembrini non avvista nulla: lo
sbarramento che forma con altri tre battelli (Menotti, Dessiè, Tricheco) è infatti a maglie troppo
larghe.
Il
Settembrini si ormeggia a Taranto al
rientro da una missione, nell’autunno del 1940. Sulla destra la vecchia nave
caserma Buttafuoco (g.c. STORIA
militare)
|
24 dicembre 1940
Alle 5.30, in posizione 33°20’ N e 22°43’ E (a nord di Derna), il Settembrini (capitano di corvetta Bardi),
mentre procede in superficie su rotta 124°, viene avvistato dal sommergibile
britannico Otus (capitano di corvetta
Edward Christian Frederick Nicolay). L’avvistamento, che avviene nel mare in
burrasca, è reciproco; entrambi i sommergibili s’immergono ed il Settembrini lancia un siluro, che però
manca l’Otus (immersosi a 17 metri di
profondità, dopo essere passato da una rotta di 299° ad una di 55°). Il
sommergibile britannico, da parte sua, non riesce ad attaccare.
23 aprile 1941
In mattinata il Settembrini
(capitano di corvetta Bardi), in pattugliamento al largo del Golfo di Sollum,
avvista un incrociatore leggero classe Leander, fortemente scortato, e gli
lancia infruttuosamente due siluri; esce poi indenne dalla reazione della
scorta.
10 luglio 1941
Durante la notte il Settembrini
(capitano di corvetta Alcide Baldi), in agguato al largo di Tobruk, avvista due
motoscafi antisommergibili a circa un chilometro di distanza; manovra per
attaccarli ed anch’essi si avvicinano, uno a dritta e l’altro a sinistra,
scambiando raffiche di mitragliera con il Settembrini,
che apre il fuoco anche col cannone. Giunti a 500 metri, i due motoscafi si
ritirano, uno di essi apparentemente danneggiato.
11 luglio 1941
Durante la notte, verso le 3.30, il Settembrini avvista due cacciatorpediniere (con rotta
perpendicolare alla sua), che però avanzano a velocità e distanza (8 km) troppo
elevata perché sia possibile colpirli. Apparsi nella luce lunare, scompaiono
quasi subito.
12 luglio 1941
Verso le 19 il Settembrini
avvista al periscopio due cacciasommergibili in ascolto; scende in profondità e
ferma i motori. Dopo un paio d’ore i cacciasommergibili se ne vanno senza
averlo rilevato.
13 luglio 1941
Avvistato un cacciatorpediniere in mattinata, gli si avvicina in
superficie e lancia un siluro, che però è difettoso; avvistato, s’immerge, ma
dalla parte opposta sopraggiunge un altro cacciatorpediniere. Dopo un breve ma
violento lancio di bombe di profondità, che arreca modesti danni, i
cacciatorpediniere se ne vanno.
La notte successiva avvista di nuovo due cacciatorpediniere, molto
lontani.
15 luglio 1941
Durante la notte, all’1.35, avvista di nuovo due motoscafi armati e li
attacca con cannone e mitragliera, ma questi si ritirano.
Prima dell’alba avvista quella che ritiene essere una nave cisterna da
700 tsl, apre contro di essa il fuoco con cannone (che però s’inceppa dopo soli
cinque colpi, nessuno dei quali sembra aver colpito) e mitragliere e le lancia
un siluro, che però passa sotto lo scafo senza detonare, seguito da altri due
che non vanno a segno. Il Settembrini
giunge addirittura a speronare la nave nemica, danneggiandosi vistosamente la
prua; avendo notato che la nave sembra deserta, abbandonata dall’equipaggio,
effettua un giro intorno ad essa per cercare eventuali naufraghi, poi se ne va,
lasciandola in apparente stato di lento affondamento.
In realtà, l’unità attaccata dal Settembrini
è probabilmente la bettolina britannica A
10 (un’unità dell’esercito britannico di 360 tonnellate di dislocamento),
abbandonata poco prima dall’equipaggio a seguito di un attacco aereo, dopo un
infruttuoso tentativo di rimorchio da parte della gemella A 11. L’A 10 verrà
affondata più tardi da bombardieri Junkers Ju 87.
Alle 23.10 il Settembrini
attacca ancora, con le sole mitragliere, due piccole imbarcazioni, ma alla fine
interrompe l’attacco perché il cannone è ancora inceppato.
Durante il viaggio di ritorno verrà attaccato anche da un aereo con
bombe di profondità, uscendone indenne.
La movimentata settimana del Settembrini
verrà raccontata dal grande giornalista Dino Buzzati in un articolo pubblicato
sul “Corriere della Sera” del 2 agosto 1941. Il comandante Bardi riceverà la
Medaglia d’Argento al Valor Militare, con motivazione: «Comandate di
sommergibile sosteneva, stando in superficie in prossimità di una base nemica,
ripetuti combattimenti, a distanza ravvicinata, contro unità cacciasommergibili,
riuscendo sempre a fugare il nemico, colpendolo ripetutamente con le
mitragliatrici. Attaccava col siluro una sezione di ct. e, fatto segno a
violenta caccia, riusciva abilmente a disimpegnarsi. Successivamente effettuava
altro attacco contro una nave cisterna che mandava a picco. (Mediterraneo
Centrale, 13 luglio 1941).»
Il
Settembrini a Taranto dopo la
missione, con la prora deformata dallo speronamento (Centro Risorse
Territoriali di Pesaro e Urbino).
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17 ottobre 1941
Inviato in agguato nelle acque di Pantelleria, a seguito della notizia
dell’uscita in mare della Forza H britannica (corazzata Rodney, portaerei Ark Royal,
incrociatore leggero Hermione,
cacciatorpediniere Cossack, Foresight, Forester, Fury, Legion, Sikh e Zulu), salpata da
Gibilterra per l’operazione «Callboy» (invio a Malta di 13 aerosiluranti, 11
Albacore e due Swordfish, decollati dall’Ark
Royal).
7 novembre 1941
Il Settembrini (capitano di
corvetta Mario Resio) prende il mare per raggiungere la zona di agguato «A», ad
est di Malta (delimitata dai paralleli 36°00’ N e 36°40’ N e dai meridiani
16°00’ E e 16°20’ E), per avvisare di eventuali uscite in mare da parte della
Forza K (incrociatori leggeri Aurora
e Penelope e cacciatorpediniere Lance e Lively), ed eventualmente attaccarla, a tutela del grosso convoglio
«Beta» (meglio noto come «Duisburg»), in navigazione verso la la Libia.
Alle 21.45 il Settembrini raggiunge
la posizione indicata per l’agguato.
8 novembre 1941
Alle 4.03 il Settembrini viene
avvistato dal sommergibile britannico Upholder
(capitano di corvetta Malcolm David Wanklyn; l’attacco è però eseguito
dall’ufficiale di guardia, tenente di vascello J. H. Norman) in posizione
36°19’ N e 16°22’ E (una sessantina di miglia a sudest di Capo Passero), mentre
procede a circa 8 nodi su rotta 180°. L’avvistamento avviene ad una distanza di
3660 metri, su rilevamento 030° dall’Upholder;
alle 4.05 questi vira nella direzione del Settembrini
e s’immerge, identificando erroneamente il bersaglio come un più piccolo
battello delle classi Perla, Sirena od Argonauta. Alle 4.18 l’Upholder lancia quattro siluri da 1370
metri; benché il sommergibile britannico affermi di aver colpito, il Settembrini viene mancato e non nota
nemmeno l’attacco.
Quando la Forza K, effettivamente uscita da Malta per attaccare il
convoglio «Duisburg», attraversa la sua zona d’agguato (precisamente il suo
spigolo nordoccidentale), alle 21 circa, il Settembrini
non vede né sente nulla, perché si trova ad almeno dodici miglia di distanza.
9 novembre 1941
Alle due di notte il Settembrini
rileva agli idrofoni una sorgente sonora: è la Forza K che torna a Malta, dopo
aver distrutto il convoglio «Duisburg». Avendo correttamente identificato la
sorgente sonora come una forza navale di ritorno a Malta, il sommergibile
lascia la zona d’agguato e segue la sorgente in superficie per quattro ore,
procedendo a tutta forza con i motori termini. Ma è ugualmente troppo lento, ed
alle 6.15 vede la Forza K defilare alla distanza di 5 miglia, troppo lontana
per poter lanciare i siluri.
22 novembre 1941
Il Settembrini (capitano di
corvetta Mario Resio) viene inviato nuovamente in agguato al largo di Malta
(area compresa tra 34°24’ N e 34°40’ N e tra 15°40’ E e 16°00’ E) di nuovo a
copertura del traffico con la Libia.
24 novembre 1941
Alle 5.03 il Settembrini
rileva agli idrofoni una forza navale in movimento non molto lontana,
stimandone con buon grado di esattezza la direttrice di marcia; è ancora la
Forza K, uscita da Malta a caccia di convogli. Il Settembrini lancia il segnale di scoperta (che viene intercettato
anche da una delle navi scorta in mare, il cacciatorpediniere Strale), informando Supermarina che una
forza navale si trova a 105 miglia per 125° da Malta, con rilevamento 135° e
velocità imprecisata.
Ciò permette a Supermarina di dirottare i convogli a rischio nei porti
più vicini; uno dei convogli, però, non riceverà l’ordine a causa di un
disguido e verrà intercettato e distrutto dalla Forza K, con la perdita dei
piroscafi tedeschi Maritza e Procida.
Durante la missione, caratterizzata dal maltempo, si verificano vari
inconvenienti: l’aereo della radio si spezza ed il nostromo, andato a prua per
ripararlo, cade in mare durante la notte, ma si riesce a recuperarlo con
difficile manovra (per evitare che venga risucchiato dalle eliche); il
comandante si ammala d’influenza (febbre a 40°) e chiede il permesso di
rientrare, ma, essendogli stato negato, cede il comando all’ufficiale in
seconda, sottotenente di vascello Ottorino Beltrami.
1° ottobre 1942
Assegnato alla Scuola Sommergibili di Pola.
Ottobre-novembre
1942
Effettua dieci missioni addestrative
per la Scuola Sommergibili di Pola.
7 dicembre 1942
Parte da Taranto per Tripoli alle 12.15, trasportando 27 mortai da 81
mm del Regio Esercito e le relative munizioni, per un totale di 41 tonnellate.
10 dicembre 1942
Arriva a Tripoli alle 9.30. Sbarcato il carico, riparte già alle
12.45.
13 dicembre 1942
Arriva a Taranto alle 13.
Il
battello con l’equipaggio schierato in coperta (da “Gli squali dell’Adriatico.
Monfalcone ed i suoi sommergibili nella storia navale italiana” di Alessandro
Turrini, Vittorelli Edizioni, 1999, via www.betasom.it)
|
21 dicembre 1942
Salpa da Taranto alle 14.25 in missione di trasporto, con a bordo 45,4
tonnellate di munizioni.
25 dicembre 1942
Giunge a Tripoli alle otto del mattino. Scaricate le munizioni,
riparte alle 15.
28 dicembre 1942
Arriva a Taranto alle 12.30.
1943
Subisce lavori di modifica, con la riduzione della torretta.
Primavera-luglio
1943
Di nuovo alle dipendenze della
Scuola Sommergibili di Pola, effettua 80 missioni addestrative.
16
luglio 1943
Alle 13.56 il Settembrini, proveniente da Pola e diretto a Brindisi, viene
avvistato dal sommergibile britannico Tactician
(capitano di covetta Anthony Foster Collett), mentre sta apprestandosi ad
entrare nel porto di Brindisi seguendo un peschereccio armato (che il Tactician ha già avvistato in uscita dal
porto, alle 13). Alle 14.03 il Tactician
lancia sei siluri; il Settembrini
avvista le scie di due di essi, che gli passano a poppa (uno a 200 metri,
l’altro a soli 15), ma non viene colpito.
Luglio 1943
Durante l’invasione angloamericana
della Sicilia, il Settembrini è
dislocato con compiti difensive nelle acque tra Sicilia e Calabria, ma non
ottiene alcun successo.
3
settembre 1943
Nell’ambito del «Piano Zeta», lo
schieramento di sommergibili per difendere le coste di Calabria e Campagnia dagli
sbarchi angloamericani, il Settembrini
(sottotenente di vascello Scarpa) viene inviato in agguato nello Ionio
occidentale, al largo dello Stretto di Messina. In tutto altri dieci
sommergibili vengono inviati in agguato nello Ionio e nel Basso Tirreno, ma
quando diviene chiaro che lo sbarco in atto riguarda solo la Calabria
(operazione «Baytown») viene disposto il rientro di tutti i battelli tranne Settembrini, Zoea, Vortice ed Onice.
8 settembre 1943
La dichiarazione dell’armistizio lo
sorprende ancora in Mar Ionio. In base alle disposizioni ricevute, raggiunge
Augusta, dove si consegna agli Alleati.
16 settembre 1943
Lascia Augusta al tramonto, insieme
ad altri cinque sommergibili (Onice, Squalo, Vortice, Zoea, Marcantonio Bragadin), per raggiungere Malta. Subito fuori dal porto di Augusta
i sommergibili si immergono, per evitare il rischio di essere scambiati per
nemici, ed attaccati, da navi od aerei angloamericani; sono state comunicate
loro istruzioni sulle rotte di avvicinamento presumibilmente sgombre da mine.
17 settembre 1943
Riemerge a sudest di Malta nel
pomeriggio, e raggiunge l’isola.
21
settembre 1943
Viene temporaneamente dislocato
nell’ormeggio di Marsa Scirocco (Malta), insieme ad altri nove sommergibili,
alle “dipendenze” della corazzata Giulio
Cesare.
13 ottobre 1943
A seguito della dichiarazione di
guerra dell’Italia alla Germania, il Settembrini
lascia Malta insieme ad altri 14 sommergibili (Alagi, Atropo, Fratelli Bandiera, Marcantonio Bragadin, Jalea,
Brin, Squalo, H 1, H 2, H 4, Filippo
Corridoni, Galatea, Ciro Menotti e Zoea) e fa ritorno in Italia, a Taranto.
Viene poi sottoposto ad un turno di
grandi lavori nell’arsenale di quella base, in preparazione del suo invio alle
Bermuda.
Il Settembrini con colorazione mimetica, durante la guerra (da www.betasom.it) |
L'ultima perdita
Come molti altri sommergibili italiani, durante la cobelligeranza il Settembrini fu destinato all’invio in
Atlantico per essere impiegato nell’addestramento delle unità antisommergibili
Alleate.
L’11 novembre 1944 il sommergibile,
al comando del tenente di vascello Eugenio Parodi, salpò da Gibilterra (dov’era
arrivato con la scorta della torpediniera Indomito)
per il raggiungere le Bermuda (con scalo intermedio a Horta, nelle Azzorre),
scortato dal cacciatorpediniere di scorta statunitense Frament. Parte della navigazione avvenne a rimorchio del Frament.
Per il Settembrini questo
viaggio, che sarebbe dovuto essere solo un normale trasferimento, fu fatale: alle
2.23 (o 2.21) del 15 novembre 1944, durante una violenta tempesta, il timoniere
del Frament sbagliò un’accostata durante lo zigzagamento, ed il
cacciatorpediniere statunitense speronò il Settembrini
subito a proravia della torretta, sul lato di dritta.
Al rapido affondamento, avvenuto in posizione 36°11’ N e 19°45’ O (al
largo delle Azzorre e circa 685 miglia ad ovest di Gibilterra), scamparono
soltanto il comandante Parodi, il comandante in seconda e sei tra sottocapi e
marinai: affondarono col Settembrini
42 membri dell’equipaggio (4 ufficiali, 12 sottufficiali e 26 tra sottocapi e
marinai) ed i tre membri della squadra di collegamento dell’US Navy presente a
bordo (un ufficiale e due marinai, tutti italoamericani).
Samuel Peter Bifarella, comandante della squadra di collegamento statunitense imbarcata sul Settembrini, morto nell’affondamento (da www.database.memoire.eu) |
Salvatore Tosi, addetto ai timoni
verticali, si allontanò a nuoto dal sommergibile in affondamento e si diresse
verso le luci del Frament, portando
in salvo il comandante Parodi. Tosi in tarda età sarebbe divenuto noto nella
sua zona, a Massa, per il suo annuale tuffo dal pontile di Marina di Massa,
compiuto in inverno e fino a tarda età, talvolta nell’ambito di iniziative di
beneficenza (morì a 92 anni, travolto e ucciso da una macchina mentre andava in
bicicletta a vedere il mare).
Il Frament, danneggiato (necessitò poi di un mese di riparazioni),
venne raggiunto dal cacciatorpediniere di scorta Scott, distaccato per dargli assistenza (prese parte anche alle
ricerche dei sopravvissuti del Settembrini)
e raggiunse Boston il 3 dicembre.
Il Luigi Settembrini fu
l’ultimo sommergibile italiano ad essere affondato durante la seconda guerra
mondiale.
Le vittime:
Giuseppe Agnelli,
guardiamarina, da Laurana
Emilio
Annunziata, sottocapo radiotelegrafista, da Poggiomarino
Pietro Beretti,
sottocapo motorista, da Rovato
Angelo Besagni,
sottocapo silurista, da Germignaga
Samuel Peter
Bifarella, tenente di vascello, da New York (United States Navy)
Nazzareno Canova,
marinaio motorista, da Campolongo Maggiore
Luigi Capraro,
marinaio nocchiere, da Diso
Pietro Cardini,
marinaio nocchiere, da Mola di Bari
Pasquale
Colagrande, sottocapo silurista, da Bari
Nibbio Colopi,
marinaio silurista, da Nardò
Pietro Contegni,
marinaio fuochista, nato negli Stati Uniti
Pasquale
Coviello, secondo capo elettricista, da Lavello
Luigi D'Amore,
marinaio silurista, da Taranto
Felice D'Angeli,
capo radiotelegrafista di terza classe, da Cantalice
Domenico Di
Catania, capo furiere di terza classe, da Fuscaldo
Caspar George Di
Maggio, radiotelegrafista di terza classe, da New York (United States Navy)
Nicola Di Rienzo,
marinaio motorista, da Barletta
Daniel D.
Esposito, segnalatore di seconda classe, da Boston (United States Navy)
Giovanni Felotti,
sottocapo cannoniere, da Castelli Calepio
Giuseppe Ferrara,
sottocapo cannoniere, da Venosa
Giuseppe Carlo Ghiardo,
sergente silurista, da Torino
Donato
Giovanniello, sottocapo meccanico, da Camposano
Roberto
Marchetti, marinaio radiotelegrafista, da Genova
Francesco
Martini, capo silurista di prima classe, da Torino
Aniello
Mastellone, sergente silurista, da Sassano
Vittorio
Micheletti, sottocapo silurista, da Luogosanto
Michele Mitolo,
marinaio elettricista, da Bitonto
Leonardo Musarra,
sottocapo elettricista, da Mascali
Paolo Nicotra,
marinaio elettricista, da Catania
Mario Paganini
Froldi, capo motorista di terza classe, da Napoli
Nicolò Palazzo,
sottocapo nocchiere, da Terlizzi
Francesco
Palmisano, sottotenente del Genio Navale, da Napoli
Natale
Partipilio, marinaio silurista, da Bari
Olivio Patrizi,
marinaio elettricista, da Montecassiano
Attilio Pavone,
capo elettricista di seconda classe, da Benevento
Pasquino Razzoli,
sergente motorista, da Villafranca in Lunigiana
Francesco
Rivelli, marinaio motorista, da Portici
Marcello Rossini,
guardiamarina, da Roma
Domenico Sapia,
sergente elettricista, da Andali
Carlo Scarpa,
tenente del Genio Navale, da Cagliari
Giuseppe Schino,
marinaio, da Bari
Elio Serafini,
sottocapo radiotelegrafista, da Castrignano del Capo
Oliviero Siardi,
capo nocchiere di seconda classe, da Pola
Luigi Tarantini,
sergente silurista, da Monteroni di Lecce
Giovanni Vinci,
marinaio motorista, da Venezia
Un’altra immagine del Settembrini (da www.grupsom.com) |