giovedì 31 ottobre 2013

Alabastro

L’Alabastro in navigazione (g.c. Marcello Risolo/Giorgio Parodi)

Il sommergibile Alabastro era una delle moderne unità della classe Platino (712 tonnellate di dislocamento in superficie ed 865 in immersione), l’ultima evoluzione della numerosa serie “600” di sommergibili di piccola crociera. Impostato nei CRDA di Monfalcone il 12 marzo 1941 e varato il 18 dicembre dello stesso anno, era entrato in servizio per la Regia Marina il 9 maggio 1942, e dopo il normale addestramento – svolto a ritmo serrato, per rendere l’unità operativa il prima possibile – era divenuto effettivamente operativo all’inizio del settembre 1942.

Alle 17 del 13 settembre 1942 l’Alabastro lasciò Cagliari al comando del tenente di vascello Giuseppe Bonadies per la sua prima missione offensiva, per andare a rimpiazzare un altro sommergibile in agguato in un’area tra Maiorca e l’Algeria, a cavallo del 37° parallelo Nord (a sud delle Baleari). Di fatto questa si poteva considerare la sua prima vera missione di guerra: in precedenza aveva compiuto solo quattro missioni di trasferimento, percorrendo complessivamente 1554 miglia (tutte in superficie) e trascorrendo appena sei giorni in mare.
Partì da Cagliari, al tempo stesso, anche un altro sommergibile, l’Argo, che avrebbe dovuto posizionarsi un’area di agguato contigua a quella dell’Alabastro, anch’essa a sud dell’arcipelago delle Baleari. I due sommergibili da sostituire erano il Velella (gemello dell’Argo) e l’Asteria (gemello dell’Alabastro): il “passaggio di consegne” sarebbe dovuto avvenire il 15 settembre, dopo di che l’Argo e l’Alabastro avrebbero mantenuto una particolare attenzione nei confronti del naviglio proveniente da Gibilterra.
Verso le 16.10 del 14 settembre l’Argo, in navigazione in superficie all’altezza di Capo Carbon e solo un miglio (o poco più) più avanti dell’Alabastro, avvistò un idrovolante Short Sunderland in pattugliamento antisommergibile: l’Argo effettuò un’immersione rapida per evitare di essere attaccato, ma alle 16.21 sentì scoppi di bombe in lontananza. L’Alabastro non diede più notizia di sé, e non fece mai ritorno alla base.

 Tre foto (nell’ordine, in divisa da guardiamarina, sottotenente di vascello e tenente di vascello) di Giuseppe Bonadies, comandante dell’Alabastro dal 14 luglio 1942 (quando rilevò il parigrado Paolo Monechi, che ne aveva avuto il comando dal precedente 9 maggio) al giorno dell'affondamento, scomparso con il suo sommergibile e tutto il suo equipaggio (Coll. famiglia Bonadies, via Mirco Martinini)




Come nel caso di molti altri sommergibili persi con tutti i loro equipaggi, si scoprì cos’era successo all’Alabastro solo nel dopoguerra, dalle informazioni provenienti dai rapporti britannici.
Secondo una versione, il sommergibile britannico Talisman, prima di sparire a sua volta con tutto l’equipaggio (si ritenne che avesse urtato una mina), aveva comunicato di aver avvistato un U-Boot in posizione 37°48' N e 06°00' E, con rotta 250° e velocità 14 nodi. Il sommergibile segnalato dal Talisman, con ogni probabilità, era italiano ed era l’Alabastro: sulla base della comunicazione del Talisman, un idroricognitore Short Sunderland del 202nd Squadron della Royal Air Force era stato inviato da Gibilterra ad attaccare il presunto U-Boot. Va però notato che questa versione colloca la comunicazione da parte del Talisman al 15 settembre, mentre l’Alabastro fu certamente affondato il 14. Inoltre, la maggior parte delle fonti descrive l’incontro tra il Sunderland ed il sommergibile italiano come casuale, senza fare alcuna menzione di una comunicazione da parte del Talisman.
Secondo quanto riportato dalla storia ufficiale della Royal Australian Air Force, il Sunderland del 202nd Squadron pilotato dal capitano (flight lieutenant) Ernest Paul Walshe della Royal Australian Air Force, di base a Gibilterra, era stato inviato nel Mediterrane occidentale per pattugliare un’area a nordest di Algeri, da dove ultimamente erano state rilevate provenire trasmissioni radio sospette. Alle 14.30 (ora dell’aereo, probabilmente), l’idrovolante, mentre volava a 240-250 metri di quota, aveva avvistato un sommergibile grigio-verde. (Secondo quanto riportato da giornali dell’epoca, il Sunderland avvistò il sommergibile nemico a tre miglia di distanza, trovandolo in superficie, a nordovest di Algeri, in navigazione verso ovest, oppure lo vide emergere a cinque miglia di distanza, ma quest’ultima versione appare poco probabile.)
L’Alabastro (la cui identità era in quel momento sconosciuta: il pilota dell’idrovolante lo ritenne un U-Boot) non aveva tentato di immergersi per sfuggire all’attacco, mentre l’aereo si avvicinava, ma era rimasto in superficie, aprendo il fuoco con le proprie mitragliere. Il Sunderland, tuttavia, si era avvicinato al sommergibile da poppa, in modo da porsi fuori tiro rispetto al cannone situato a proravia della torretta, e, compiendo manovre per evitare di essere colpito, aveva poi aperto un preciso fuoco di soppressione con le proprie mitragliatrici: il mitragliere di prua dell’aereo, aprendo il fuoco da 270 metri di distanza, aveva ucciso i serventi della mitragliera situata nella parte posteriore torretta. Il fuoco del sommergibile, che era andato scemando quando le mitragliere di prua del Sunderland avevano aperto il fuoco, era cessato del tutto quando l’idrovolante l’aveva sorvolato e le sue mitragliere di coda, da pochissima distanza, avevano sparato una prolungata raffica nella torretta.

L’Alabastro, in secondo piano, ed il gemello Granito in allestimento nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone. (Foto tratta dal libro di Alessandro Turrini “Gli squali dell’Adriatico”, per g.c. di Marcello Risolo).

Questo aveva permesso all’aereo di sganciare con precisione le proprie bombe di profondità: a causa di un’avaria, solo quattro su sei erano state sganciate, ma Walshe aveva calcolato il momento dello sgancio con grande precisione, così che due delle bombe caddero a dritta subito a proravia della torretta, ed altre due scoppiarono accanto alla prua (secondo articoli di giornale, due delle bombe erano scoppiate nei pressi della torretta ed altre due accanto alla prua, sul lato sinistro, oppure due bombe erano cadute dritte sulla prua, ed altre due contro di essa sul lato sinistro): l’esplosione di queste ultime aveva fatto sollevare completamente la prua fuori dall’acqua. Mentre il Sunderland sorvolava il sommergibile, il mitragliere di coda aveva aperto il fuoco sui serventi del cannone di prua. Il sommergibile era diventato completamente ingovernabile, si era fermato ed era rimasto immobilizzato, mentre un fiotto di carburante zampillava dai serbatoi.
Mentre l’aereo volteggiava in cerchio sopra di esso, il sommergibile aveva iniziato ad inabissarsi lentamente, e dopo mezz’ora era affondato di prua: l’equipaggio aveva avuto il tempo di abbandonarlo, e Walshe aveva visto 40 sopravvissuti (secondo la storia ufficiale della RAAF; 36 invece secondo gli articoli dei giornali dell’epoca; in ogni caso, pressoché l’intero equipaggio, considerando che alcuni uomini dovevano essere rimasti uccisi durante l’attacco aereo), parte su canotti gonfiabili, parte che nuotavano in acqua. 

L’Alabastro in navigazione al largo di Sorrento nell’estate del 1942 (foto tratta da "Sommergibili in Guerra" di Erminio Bagnasco e Achille Rastelli, Albertelli, Parma 1994, via www.betasom.it)

L’azione si era verificata alle 16.20 del 14 settembre, a nord di Bougie (Algeria), ed il sommergibile era affondato nel punto 37°28’ N e 04°34’ E (altra fonte indica invece la posizione come 37°30’ N e 04°30’ E, a sud delle Baleari ed a cinque miglia da Algeri). L’unico sommergibile dell’Asse ad essere andato perduto in data e luogo che coincidessero con quelli indicati dal Sunderland era l’Alabastro (e ciò combaciava anche con quanto riferito dall’Argo al suo rientro alla base).
Nessuno dei 36-40 uomini visti in mare dall’idrovolante sopravvisse: tutti i 44 uomini che componevano l’equipaggio dell’Alabastro (cinque ufficiali, 13 sottufficiali e 26 tra sottocapi e marinai) risultarono dispersi.
Il capitano Walshe, per la sua azione, ricevette un telegramma di congratulazioni da parte del comandante del Coastal Command della RAF, maresciallo dell’aria Joubert, e da parte dell’Ammiragliato britannico, ed il 13 novembre 1942 venne decorato con la Distinguished Flying Cross a Buckingham Palace. L’affondamento dell’Alabastro (di cui si parlava come di un U-Boot, senza specificarne il nome, che non era noto) venne riportato da vari giornali australiani.

L’equipaggio dell’Alabastro, scomparso con il sommergibile:

Dino Ambrosini, sottocapo motorista, da La Spezia
Achille Antoci, secondo capo motorista, da Palmanova
Nicola Avanzini, marinaio silurista, da Parma
Aldo Ballerini, secondo capo radiotelegrafista, da Acqui Terme
Giovanni Barbera, guardiamarina, da Portoferraio
Pietro Biancu, sottocapo motorista, da Siniscola
Giuseppe Bonadies, tenente di vascello (comandante), da Corato
Alberto Bonucelli, capo silurista di seconda classe, da Milano
Antonio Capriotti, marinaio silurista, da Ripatransone
Luigi Cardona, marinaio elettricista, da Nizza Monferrato
Giuseppe Epifani, marinaio elettricista, da Gallipoli
Nunzio Esposito, sottotenente di vascello, da Meta
Italo Fabbri, marinaio, da Cento
Aldo Frangi, sergente elettricista, da Trequanda
Sante Gambino, sergente radiotelegrafista, da Udine
Stefano Gavazzi, sottocapo cannoniere, da Cologno Monzese
Guerriero Guerrini, secondo capo silurista, da Cortona
Giuseppe Jaoforte, guardiamarina, da Palermo
Pasquale Longo, sottocapo furiere, da Melendugno
Elvio Luccioli, capo motorista di terza classe, da Sinalunga
Emilio Maggi, marinaio silurista, da Pavia
Gennaro Maione, marinaio, da Pozzuoli
Gagliano Marson, sottocapo silurista, da Carlino
Renato Martinelli, capitano del Genio Navale (direttore di macchina), da Parma
Stefano Merati, marinaio motorista, da Cinisello Balsamo
Sergio Millo, marinaio fuochista, da Muggia
Cosimo Monaco, sergente motorista, da Brindisi
Pasquale Picchireddu, sottocapo nocchiere, da Orosei
Antonio Piccolini, marinaio elettricista, da Napoli
Donato Pisano, marinaio, da Procida
Clemente Pizzutelli, sergente segnalatore, da Frosinone
Giuseppe Quintavalle, sottocapo motorista, da Rimini
Roberto Rizzini, marinaio cannoniere, da Gardone Val Trompia
Giuseppe Rosa, sottocapo motorista, da Gimino
Michele Rutilo, sottocapo cannoniere, da Acerenza
Pietro Saglietto, sergente radiotelegrafista, da Imperia
Andrea Savo, sottocapo silurista, da Napoli
Vito Grazio Schimera, sottocapo radiotelegrafista, da Tricase
Bruno Sosna, sottocapo fuochista, da Caldonazzo
Luigi Trevisan, marinaio, da Porto Tolle
Giovanni Turco, capo di terza classe (operaio militarizzato), da Castelnuovo Don Bosco
Bruno Ventura, secondo capo elettricista, da Parma
Alfredo Vingiano, marinaio elettricista, da La Spezia
Luigi Zuccoli, sergente nocchiere, da Trieste

Ufficiali e marinai dell’Alabastro (Coll. famiglia Bonadies, via Mirco Martinini)


Sopra, il marinaio Pasquale Longo, scomparso sull’Alabastro, e sotto, un ricordo suo e del fratello Luigi, anch’egli scomparso in mare durante la seconda guerra mondiale (g.c. Rita Longo, via Mirco Martinini)


L’affondamento dell’Alabastro (di cui si parla come di un U-Boot) in un articolo del giornale australiano “Army News” del 14 ottobre 1942 (g.c. National Library of Australia/Trove). 

L’affondamento dell’Alabastro (citato erroneamente di un U-Boot) in un articolo del giornale australiano “The Argus” del 13 novembre 1942 sul conferimento della DFC al capitano Walshe (g.c. National Library of Australia/Trove).


Alla memoria del comandante Bonadies fu conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare, con motivazione: "Comandante di sommergibile, distintosi sin dall'inizio delle ostilità, nell'incarico di ufficiale in 2a, per le spiccate doti di professionalità ed il valoroso comportamento in difficili missioni di guerra, veniva destinato ad operare in acque particolarmente pericolose per la presenza del nemico vigile e in forze. Attaccato da aerei nemici, stroncata la sua eroica resistenza da schiacciante superiorità dell'avversario, scompariva in mare con la sua unità nel supremo adempimento del dovere. (Mediterraneo Occidentale, 14 settembre 1942)".



(Coll. famiglia Bonadies, via Mirco Martinini)





Regio Sommerginile Alabastro
Scheda dell’Alabastro sul sito dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico
Schede dei sommergibili della classe Platino su Betasom
Pagina di Wikipedia sull’Alabastro
“Australian News”, notizia del giornale australiano “Army News” del 14 ottobre1942
The Royal Australian Air Force (RAAF) Fighting the U-Boats
Le principali azioni compiute dalla Royal Australian Air Force controsommergibili dell’Asse
“Awards for attacks on U-Boats”, notizia sul giornale australiano “The Argus”del 13 novembre 1942
“Australians Honoured”, notizia sul giornale australiano “The Sydney Morning Herald” del 13 novembre 1942

20 commenti:

  1. Nonno... non ti ho mai conosciuto... ancora oggi sento la tua mancanza.

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  2. era fratello di mia madre e non l'ho perché sono nato 4 anni dopo

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    1. Cortesemente ci può dire chi era suo zio e se possiede qualche sua foto?

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  3. Il sergente Luigi Zuccoli (non zoccoli) era il fratello di mio nonno, partito da casa nel 1942 all'età di 21 anni

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    1. Buongiorno, mi scuso per l'errore, correggo subito il nome.

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  4. Bsera Lorenzo. Il TV di complemento Giusppe Bonadies, nato a Corato il 25.10.13, non fu l'unico comandante del nuovo Alabastro. Infatti, prima di lui, comandò il battello in parola il TV spe Paolo Monechi (nato a Reggello il 28.1.11) dal 9 maggio al 14 luglio 42. GP

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  5. Sono il primo nipote di Pietro Biancu mi piacerebbe sapere ulteriori notizie di mio zio mio padre mi raccontava del fratello disperso su questo sommergibile che ancora oggi porto nel cuore alabastro ,come un vero eroe.

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    1. ciao sono di siniscola anche io. Mia nonna raccontava che suo marito Pasquale Picchereddu è scomparso con l'alabastro. bello sapere che noi compaesani condividiamo questo passo di storia triste ma interessante.

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  6. Grazie se mi terra in considerazione sig Colombo:

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    1. Buonasera,
      purtroppo non ho altre informazioni specifiche su suo zio... potrebbe provare a chiedere all'Archivio di Stato della sua provincia di nascita il suo foglio matricolare.

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  7. Sono la nipote di Achille antoci, mio padre aveva 3 anni quando mio nonno è andato disperso e mia zia stava per nascere, ho conosciuto mio nonno dietro i racconti e ricordi di mia nonna dei pochi anni in cui sono stati sposati, solo 4 e vissuti in guerra, ho un'immagine mentale di mio nonno ricordi delle poche foto che mia nonna ha conservato del loro matrimonio, di lui in divisa bianca con i capelli scuri ondulati e i baffetti, assomigliava all'ufficiale nella terza foto, e mio figlio il secondo gli assomiglia.....

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  8. Salve a tutti vorrei sapere se qualcuno di voi ha notizie di un marinaio imbarcato sul Alabastro mio zio Elio Calveri di Messina. Lo stesso non viene citato in nessuna notizia su Internet. Dovrebbe essere stato uno dei quattro sopravvissuti all'affondamento. Grazie Gennaro Longo

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    1. Non risulta che vi sia stato alcun sopravvissuto dell'Alabastro...

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  9. da notizie di sua figlia vi sono stati tre sopravvissuti dopo l'affondamento

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  10. Avanzini Nicola un cugino di mio nonno Mia madre ,all'epoca bambina, lo ricorda ancora vestito di bianco da marinaio

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  11. Buongiorno, lo zio di mio padre era Capriotti Antonio marinaio silurista era imbarcato sul sommergibile Tembien e poi purtroppo perse la vita sull'Alabastro, mio padre Antonio classe 44 porta il suo nome nel suo splendido ricordo fatto da sua madre

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    1. Cortesemente potrebbe dirmi se possiede qualche foto? Il nonno della mia compagna era il comandante dell'Alabastro, la invito a visitare la pagina facebook a lui dedicata

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