L’Absirtea prima della guerra (g.c. Mauro Millefiorini).
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Piroscafo da carico di 4170 tsl e 2492 tsn, lungo 117,5 metri, largo 15,7 e pescante 7,3, con velocità di dieci nodi. Di proprietà della G. L. Premuda Società Anonima di Navigazione a Vapore, avente sede a Trieste, iscritto con matricola 83 al Compartimento Marittimo di Trieste, nominativo di chiamata radio IBBA.
Raro caso di nave da carico che mai cambiò nome o proprietario in quasi trent’anni di esistenza.
Breve e parziale cronologia.
15 agosto 1913
Varato come Absirtea (numero di costruzione 158) nei cantieri Craig, Taylor & Co. Ltd. di Stockton-on-Tees, Inghilterra.
Ottobre 1913
Completato come Absirtea per la Società Anonima di Navigazione a Vapore G. L. Premuda di Trieste; bandiera austroungarica, essendo Trieste all’epoca parte dell’impero asburgico. Stazza lorda e netta 4133 tsl e 2192 tsn.
1919
In seguito al collasso dell’Impero austroungarico ed all’annessione di Trieste all’Italia in conseguenza della prima guerra mondiale, l’Absirtea passa sotto bandiera italiana, come tutta la flotta della società Premuda.
1935
Il nominativo di chiamata radio viene cambiato da NBIG a IBBA.
Marzo 1940
A guerra mondiale già scoppiata, ma durante la non belligeranza italiana, l’Absirtea finisce al centro di un incidente internazionale: partito da Rotterdam e diretto in Italia con un carico di carbone tedesco, viene sequestrato e dirottato da cacciatorpediniere britannici nella rada delle Downs (al largo di Deal, nel Kent, dove è stata stabilita una base britannica per i controlli sul contrabbando) dalle unità britanniche che assicurano il blocco navale contro la Germania (dal 1° marzo è entrato in vigore il divieto, imposto dal Regno Unito, dell’esportazione di carbone tedesco da Rotterdam in Italia, pena l’intercettazione in alto mare e conseguente sequestro delle navi e confisca dei carichi come preda bellica), per effettuare controlli. Stessa sorte subiscono anche altre sette navi italiane anch’esse cariche di carbone: i piroscafi Orata, Liana, Caterina, Rapido, Ernesto e Felce e la motonave Loasso, ed entro l’8 marzo il numero salirà a 15, tra cui i mercantili Pozzuoli, Ischia, Integritas, Pamia, Semien e San Luigi (in tutto in quei giorni vi sono a Rotterdam 17 navi intente a caricare carbone: l’Italia, per questa risorsa di energia, dipende infatti dalle importazioni, ed il 60 % del carbone importato – 11.000.000 di tonnellate – viene dalla Germania). Complessivamente, più di 100.000 tonnellate di carbone vengono confiscate. Il governo italiano invia a Londra una forte nota di protesta, dicendo che l’accaduto mette in discussione le relazioni politiche ed economiche stabilite tra i due paesi, e la notizia viene riportata da numerosi giornali tedeschi (che parlano di pirateria e furto ai danni dell’Italia), britannici (alcuni dei quali rivendicano il diritto del Regno Unito di interdire le esportazioni di carbone della Germania, mentre altri prospettano una crisi con l’Italia ed ipotizzano i suoi risvolti), italiani (tra i quali “Il popolo d’Italia” denuncia l’accaduto come imperdonabile, mentre altre testate auspicano una soluzione che non nuocia ai rapporti anglo-italiani), australiani, americani. A Venezia un folto gruppo di studenti universitari organizza una manifestazione di protesta (la prima manifestazione antibritannica dai tempi della guerra d’Etiopia) contro il blocco navale britannico sotto il consolato del Regno Unito, venendo disperso da polizia e carabinieri. L’accaduto sconcerta anche molti circoli italiani usualmente favorevoli ai britannici.
Tutte le navi, tranne la Loasso (che ha caricato il suo carbone prima che il divieto entrasse in vigore), vengono rilasciate solo dopo la confisca del carico.
12 agosto 1940
Lascia Palermo alle 9, in convoglio con il piroscafo Zena e con la scorta della torpediniera Cigno.
14 agosto 1940
Absirtea, Zena e Cigno arrivano a Tripoli alle 17.30.
26 agosto 1940
Absirtea e Zena lasciano Tripoli alle 15 diretti a Bengasi, con la scorta della torpediniera Climene.
28 (?) agosto 1940
Absirtea, Zena e Climene arrivano a Bengasi alle 10.30.
13 settembre 1940
L’Absirtea, il piroscafo Vincenzina e la piccola nave cisterna Alcione partono da Tripoli a mezzogiorno per fare ritorno in Italia, scortati dalla torpediniera Orione.
16 settembre 1940
Il convoglio giunge a Palermo alle undici.
13 novembre 1940
Requisito a Livorno dalla Regia Marina, senza essere iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
14 dicembre 1940
L’Absirtea, il piroscafo Sant'Agata e la motonave Città di Savona, salpano da Brindisi alle 6.30 con un carico di 1145 quadrupedi, 178,5 tonnellate di viveri, foraggio, vestiario ed altri rifornimenti e 742 soldati.
Il convoglio, scortato dalla torpediniera Solferino, raggiunge Valona alle 14.50.
20 dicembre 1940
Parte da Valona alle 8 insieme alla nave cisterna Strombo. Le due navi, scariche, sono scortate dall’incrociatore ausiliario Capitano A. Cecchi.
21 dicembre 1940
Il convoglio arriva a Bari alle 6.
Lascia Palermo alle 9, in convoglio con il piroscafo Zena e con la scorta della torpediniera Cigno.
14 agosto 1940
Absirtea, Zena e Cigno arrivano a Tripoli alle 17.30.
Absirtea e Zena lasciano Tripoli alle 15 diretti a Bengasi, con la scorta della torpediniera Climene.
Absirtea, Zena e Climene arrivano a Bengasi alle 10.30.
L’Absirtea, il piroscafo Vincenzina e la piccola nave cisterna Alcione partono da Tripoli a mezzogiorno per fare ritorno in Italia, scortati dalla torpediniera Orione.
16 settembre 1940
Il convoglio giunge a Palermo alle undici.
13 novembre 1940
Requisito a Livorno dalla Regia Marina, senza essere iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
14 dicembre 1940
L’Absirtea, il piroscafo Sant'Agata e la motonave Città di Savona, salpano da Brindisi alle 6.30 con un carico di 1145 quadrupedi, 178,5 tonnellate di viveri, foraggio, vestiario ed altri rifornimenti e 742 soldati.
Il convoglio, scortato dalla torpediniera Solferino, raggiunge Valona alle 14.50.
20 dicembre 1940
Parte da Valona alle 8 insieme alla nave cisterna Strombo. Le due navi, scariche, sono scortate dall’incrociatore ausiliario Capitano A. Cecchi.
21 dicembre 1940
Il convoglio arriva a Bari alle 6.
28 dicembre 1940
L’Absirtea, il piroscafetto Eolo (adibito a traffico civile) e le motonavi Città di Agrigento e Vettor Pisani partono da Brindisi alle 8 diretti a Valona, scortati dall’incrociatore ausiliario Brindisi e dalla torpediniera Antares.
Il convoglio, che complessivamente trasporta 383 militari, 437 quadrupedi, 18 automezzi e 256 tonnellate di viveri, foraggio e materiale vario, giunge a Valona alle 20.30.
31 dicembre 1940
L’Absirtea lascia Valona alle 7 diretto a Brindisi, in convoglio con il piroscafo Argentina e la motonave Città di Agrigento e con la scorta della torpediniera Castelfidardo. Il convoglio giunge a Brindisi alle 23.05, ultimo arrivo del 1940.
12 gennaio 1941
Lascia Valona alle 7 insieme ai piroscafi Brunner e Neghelli, con la scorta della torpediniera Altair, arrivando a Brindisi alle 21.
20 gennaio 1941
L’Absirtea ed i piroscafi Absirtea, Favorita, Ausonia e Cesco (quest’ultimo adibito a traffico civile), aventi a bordo in tutto 95 militari, 4289 quadrupedi e 2932 tonnellate di foraggio, provviste e materiali vari, partono da Brindisi per Valona all’1.45, scortati dalla torpediniera Andromeda. Il convoglio raggiunge Valona alle 12.15.
27 gennaio 1941
L’Absirtea, il piroscafo Arpione e la pirocisterna Conte di Misurata lasciano scarichi Valona alle 17.30, diretti a Brindisi con la scorta della torpediniera Angelo Bassini.
28 gennaio 1941
Il convoglio raggiunge Brindisi alle 8.
L’Absirtea, il piroscafetto Eolo (adibito a traffico civile) e le motonavi Città di Agrigento e Vettor Pisani partono da Brindisi alle 8 diretti a Valona, scortati dall’incrociatore ausiliario Brindisi e dalla torpediniera Antares.
Il convoglio, che complessivamente trasporta 383 militari, 437 quadrupedi, 18 automezzi e 256 tonnellate di viveri, foraggio e materiale vario, giunge a Valona alle 20.30.
31 dicembre 1940
L’Absirtea lascia Valona alle 7 diretto a Brindisi, in convoglio con il piroscafo Argentina e la motonave Città di Agrigento e con la scorta della torpediniera Castelfidardo. Il convoglio giunge a Brindisi alle 23.05, ultimo arrivo del 1940.
12 gennaio 1941
Lascia Valona alle 7 insieme ai piroscafi Brunner e Neghelli, con la scorta della torpediniera Altair, arrivando a Brindisi alle 21.
20 gennaio 1941
L’Absirtea ed i piroscafi Absirtea, Favorita, Ausonia e Cesco (quest’ultimo adibito a traffico civile), aventi a bordo in tutto 95 militari, 4289 quadrupedi e 2932 tonnellate di foraggio, provviste e materiali vari, partono da Brindisi per Valona all’1.45, scortati dalla torpediniera Andromeda. Il convoglio raggiunge Valona alle 12.15.
27 gennaio 1941
L’Absirtea, il piroscafo Arpione e la pirocisterna Conte di Misurata lasciano scarichi Valona alle 17.30, diretti a Brindisi con la scorta della torpediniera Angelo Bassini.
28 gennaio 1941
Il convoglio raggiunge Brindisi alle 8.
L’Absirtea in porto (g.c. Aldo Cavallini, via www.naviearmatori.net) |
L’Absirtea ed il piroscafo Monstella, carichi complessivamente di 92,5 tonnellate di munizioni, foraggio e materiali vari oltre a 138 tra ufficiali e soldati, salpano da Brindisi per Valona alle 23.50, scortati dalla torpediniera Nicola Fabrizi.
1° febbraio 1941
Absirtea, Monstella e Fabrizi arrivano a Valona a mezzogiorno.
L’Absirtea riparte da Valona alle 7 insieme alla motonave Città di Marsala ed al piroscafo Diana, scarichi come lui, giungendo a Bari alle 16 con la scorta della torpediniera Altair.
22 febbraio 1941
L’Absirtea parte da Brindisi alle 7.30 insieme al piroscafo Monrosa ed alla piccola motonave frigorifera Genepesca II: le tre navi hanno a bordo 194 militari, 1477 quadrupedi e 250 tonnellate di carne congelata; le scorta la torpediniera Aretusa. Il convoglio giunge a Valona alle 15.30.
15 marzo 1941
Parte da Bari alle 23 insieme ai piroscafi Zena e Monstella, con la scorta della torpediniera Castelfidardo. In tutto il convoglio trasporta 197 tra ufficiali e soldati, 1537 quadrupedi e 128 tonnellate di materiali.
16 marzo 1941
Il convoglio arriva a Durazzo alle 13.15.
18 marzo 1941
Parte da Durazzo alle 10 insieme alla motonave Città di Trapani (con a bordo 199 feriti lievi), il piroscafo postale Campidoglio ed il piroscafo scarico Zena, scortati dalla torpediniera Solferino.
19 marzo 1941
Il convoglio arriva a Bari alle 8.
15 aprile 1941
L’Absirtea ed i piroscafi Fertilia e Dormio partono da Bari per Valona alle 3.20, trasportando complessivamente 775 tonnellate di benzina, 850 di provviste e 281 di legname. Il convoglio, scortato dal cacciatorpediniere Carlo Mirabello, arriva a Valona alle 15.
9 maggio 1941
L’Absirtea parte da Valona alle 6 con carico di materiali vari, arrivando a Brindisi alle 14, scortato dalla torpediniera Generale Marcello Prestinari.
1° luglio 1941
Compie un viaggio da Valona a Brindisi senza scorta, insieme al piroscafo Albachiara.
12 dicembre 1941
Derequisito a Bari dalla Regia Marina, ma simultaneamente requisito dal Ministero delle Comunicazioni (Marina Mercantile).
Vista di poppa (g.c. Aldo Cavallini, via www.naviearmatori.net) |
Il 30 gennaio 1942 l’Absirtea lasciò Brindisi diretto Patrasso, con la scorta del cacciatorpediniere Turbine (capitano di corvetta Giulio Rocca). Dopo una breve sosta a Corfù, il 1° febbraio il convoglio, cui si erano uniti anche il piroscafo tedesco Macedonia ed il cacciatorpediniere Euro (provenienti da Bari), ripartì alla volta di Patrasso; caposcorta del convoglio unico così formato era il comandante del Turbine.
I due trasporti, con rotta 173°, procedevano in linea di fronte (Macedonia a dritta ed Absirtea a sinistra), ad una velocità di appena cinque nodi, in conseguenza del mare molto agitato con venti di scirocco. Il Turbine zigzagava a sinistra del convoglio, l’Euro a dritta.
Alle 10.45 del 1° febbraio, a sette miglia per 320° da Capo Dukato nell’isola di Santa Maura (odierna Leucade, nell’arcipelago delle Isole Ionie), l’Absirtea avvistò le scie di tre siluri a sinistra. Nonostante la contromanovra subito iniziata, solo un siluro poté essere evitato, mentre gli altri due colpirono l’Absirtea a poppa, alle 10.46. Subito l’equipaggio abbandonò la nave, che andò rapidamente appoppandosi, prendendo posto nelle scialuppe; prima di abbandonare la nave, il comandante provvide a distruggere le pubblicazioni segrete, come da procedure.
Subito dopo il siluramento dell’Absirtea, il Macedonia accostò immediatamente a dritta e ricevette ordine di allontanarsi alla massima velocità, mentre Euro e Turbine si portarono sulla sinistra dell’Absirtea e lanciarono bombe di profondità, per impedire al sommergibile di attaccare anche il piroscafo tedesco. I comandanti dei due cacciatorpediniere non avevano però modo di stimare la posizione del sommergibile, non avendone visto il periscopio né, a causa del mare mosso, le scie dei siluri.
L’attaccante era il sommergibile britannico Thunderbolt (capitano di corvetta Cecil Bernard Crouch), che alle 10.30, a 4,4 miglia per 291° da Capo Dukato, aveva avvistato – in condizioni di scarsa visibilità – il convoglio italiano mentre procedeva su rotta 130°, da una distanza di 3800 metri. Penetrato all’interno dello schermo dei cacciatorpediniere, alle 10.43 il sommergibile aveva lanciato una salva di tre siluri contro l’Absirtea, da soli 915 metri di distanza. Anche dopo il lancio, il Thunderbolt era rimasto a quota periscopica allo scopo di attaccare anche il secondo mercantile; aveva visto uno dei siluri andare a segno sull’Absirtea, ma la rapida accostata a dritta del Macedonia aveva vanificato il proposito di attaccarlo, pertanto Crouch aveva ordinato di scendere in profondità. Sul Thunderbolt vennero contate 21 esplosioni di bombe di profondità, delle quali risultarono vicine le prime, che causarono alcuni danni di minore entità.
Mentre Turbine e Macedonia proseguivano per Patrasso, l’Euro ricevette ordine dal caposcorta di assistere la nave colpita; il mare mosso rese impossibile il tentativo dell’Euro di rimorchiare l’Absirtea in costa, pertanto al cacciatorpediniere non rimase che trarre in salvo i 35 superstiti, cinque dei quali feriti. Completato il recupero dei naufraghi, alle 13 l’Absirtea, in lento affondamento con la poppa prossima ad essere sommersa (l’acqua era al livello del ponte di coperta) e la prua che andava sollevandosi, venne abbandonato alla deriva a 6-7 miglia per 320° da Capo Dukato, dove affondò poco dopo le 13.35 nel punto 38°35' N, 20°27' E.
Morirono due membri dell'equipaggio dell'Absirtea, un marittimo civile ed un militare della Regia Marina.
L’Absirtea in lento affondamento, il mattino del 1° febbraio 1942 (foto tratta da “Navi Mercantili Perdute” di Rolando Notarangelo e Gian Paolo Pagano, USMM, Roma, 1997).
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Dal rapporto del Lieutenant Commander (capitano di corvetta) Cecil Bernard Crouch, comandante del Thunderbolt (dal sito Uboat.net):
"1030 hours - In position 291 degrees Cape Dukato Light 4.4 nautical miles sighted, in poor visibility, a convoy of two merchant ships escorted by two destroyers. Range was 4200 yards, enemy course was 130 degrees. Manouvered into an attack position inside the screen.
1043 hours - Fired a salvo of 3 torpedoes from 1000 yards. Thunderbolt remained at periscope depth to attack the other merchant [il Macedonia]. One of the torpedoed was seen to hit the target [l’Absirtea] between the stern and the mainmast. The other merchant immediately went hard to starboard making an attack impossible so Lt.Cdr. Crouch took Thunderbolt deep. 21 Depth charges were dropped following the attack [dal Turbine e dall’Euro, a sinistra dell’Absirtea, per impedire che il sommergibile attaccasse anche il Macedonia]. The first few were close causing minor damage.
1335 hours - Took a look at the ship that was about a mile away. It sank shortly afterwards."
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