L’Assiria (g.c. Guglielmo Lepre).
|
L’11 marzo l’Assiria, ancora in porto a Tripoli, venne
nuovamente colpita durante un’altra incursione aerea iniziata all’1.15 e
terminata alle 4.00: subito dopo l’allarme, lanciato all’1.15, una bomba andò a
segno a dritta quasi in corrispondenza della linea di galleggiamento, nella
parte poppiera della stiva n. 2, e la motonave, sbandando ed imbarcando acqua, dovette
essere portata ad adagiarsi su bassofondale per salvare il carico militare
ancora a bordo (circa 250 tonnellate). L’Assiria
aveva riportato diverse falle e la stiva era completamente allagata, perciò si
rinunciò al pompaggio. Non si ebbero vittime né feriti. Tra l’11 marzo ed il 20
aprile la carena venne ispezionata da palombari ed ebbero luogo lavori di
recupero e riparazione che riportarono la motonave quasi in condizione di
navigare, ma proprio a questo punto arrivò il colpo di grazia.
Alle 02.00 del 21
aprile ebbe infatti inizio un nuovo attacco aereo su Tripoli, cui alle 3.45 si
aggiunse anche un bombardamento navale. Stava infatti avendo luogo il
bombardamento navale di Tripoli: dapprima, infatti, il porto fu oggetto di
incursioni aeree da parte di bombardieri Vickers Wellington del 148th
Squadron della Royal Air Force e Fairey Swordfish dell’830th
Squadron della Fleet Air Arm e di altri velivoli decollati dalla portaerei
britannica Formidable, poi, tra le 5.02 e le 5.40-5.45 del 21
aprile (l’orario è in discordanza con quello indicato dal comandante dell’Assiria e sopra riportato) il porto
della città libica venne bombardato dalle corazzate britanniche Barham, Valiant e Warspite e
dall’incrociatore leggero Gloucester (scortati
dai cacciatorpediniere Hotspur, Havock, Hero, Hasty, Hereward, Jervis, Janus e Juno), che spararono complessivamente
circa 2000 proiettili (circa 530 tonnellate di munizioni), tra cui 478 da 381
mm. Il risultato dell’azione fu il danneggiamento della torpediniera Partenope e del piroscafo Sabbia e l’affondamento del piroscafo Marocchino e della motovedetta Cicconetti della Regia Guardia di
Finanza, oltre che dell’Assiria. Intorno
alle 5, infatti, l’Assiria venne
gravemente danneggiata nelle stive prodiere e lungo lo scafo. Le lamiere poste
a tamponare le falle riportate nella stiva n. 2 durante il precedente attacco
dell’11 marzo si staccarono, provocando il rapido allagamento delle due stive
prodiere: l’Assiria sbandò fortemente
sulla dritta, appruandosi, poi l’acqua allagò anche la sala macchine e le due
stive poppiere, ed alle 6.45 la motonave si rovesciò sul lato di dritta ed
affondò adagiandosi con il lato dritto su un fondale di nove metri. Circa un
terzo del relitto rimase emergente. Non si ebbero vittime né feriti. Il relitto
venne sorvegliato sino al 5 maggio, poi l’equipaggio venne rimpatriato con il
piroscafo Marco Polo. Il relitto venne
poi ulteriormente danneggiato il 20 gennaio 1943, alla caduta di Tripoli, per
evitarne il recupero, ma fu egualmente recuperato dai britannici,
presumibilmente per essere demolito.
Pagina del sito Giornale Nautico Parte Prima sull’Assiria, con estratti dal suo giornale di bordo concernenti gli ultimi giorni
Il relitto dell’Assiria nel porto di Tripoli (foto tratta da “Navi Mercantili Perdute” di Rolando Notarangelo e Gian Paolo Pagano, USMM, Roma 1997).
|
A seguito del primo bombardamento, mio padre Scuticchio Foca riportò ferite da schegge al polpaccio della gamba sn ed alle spalla!!!!
RispondiEliminaA seguito del primo bombardamento, mio padre Scuticchio Foca riportò ferite da schegge al polpaccio della gamba sn ed alle spalla!!!!
RispondiElimina