L’Alabastro in navigazione (g.c. Marcello Risolo/Giorgio Parodi) |
Il sommergibile Alabastro era una delle moderne unità della classe Platino (712 tonnellate di dislocamento in superficie ed 865 in immersione), l’ultima evoluzione della numerosa serie “600” di sommergibili di piccola crociera. Impostato nei CRDA di Monfalcone il 12 marzo 1941 e varato il 18 dicembre dello stesso anno, era entrato in servizio per la Regia Marina il 9 maggio 1942, e dopo il normale addestramento – svolto a ritmo serrato, per rendere l’unità operativa il prima possibile – era divenuto effettivamente operativo all’inizio del settembre 1942.
Alle 17 del 13
settembre 1942 l’Alabastro lasciò
Cagliari al comando del tenente di vascello Giuseppe Bonadies per la sua prima
missione offensiva, per andare a rimpiazzare un altro sommergibile in agguato in
un’area tra Maiorca e l’Algeria, a cavallo del 37° parallelo Nord (a sud delle
Baleari). Di fatto questa si poteva considerare la sua prima vera missione di
guerra: in precedenza aveva compiuto solo quattro missioni di trasferimento,
percorrendo complessivamente 1554 miglia (tutte in superficie) e trascorrendo
appena sei giorni in mare.
Partì da Cagliari, al
tempo stesso, anche un altro sommergibile, l’Argo, che avrebbe dovuto posizionarsi un’area di agguato contigua a
quella dell’Alabastro, anch’essa a
sud dell’arcipelago delle Baleari. I due sommergibili da sostituire erano il Velella (gemello dell’Argo) e l’Asteria (gemello dell’Alabastro):
il “passaggio di consegne” sarebbe dovuto avvenire il 15 settembre, dopo di che
l’Argo e l’Alabastro avrebbero mantenuto una particolare attenzione nei
confronti del naviglio proveniente da Gibilterra.
Verso le 16.10 del 14
settembre l’Argo, in navigazione in
superficie all’altezza di Capo Carbon e solo un miglio (o poco più) più avanti
dell’Alabastro, avvistò un
idrovolante Short Sunderland in pattugliamento antisommergibile: l’Argo effettuò un’immersione rapida per
evitare di essere attaccato, ma alle 16.21 sentì scoppi di bombe in lontananza.
L’Alabastro non diede più notizia di
sé, e non fece mai ritorno alla base.
Tre foto
(nell’ordine, in divisa da guardiamarina, sottotenente di vascello e tenente di
vascello) di Giuseppe Bonadies, comandante dell’Alabastro dal 14 luglio 1942 (quando rilevò il parigrado Paolo Monechi, che ne aveva avuto il comando dal precedente 9 maggio) al giorno dell'affondamento, scomparso con il suo
sommergibile e tutto il suo equipaggio (Coll. famiglia Bonadies, via Mirco
Martinini)
Come nel caso di molti
altri sommergibili persi con tutti i loro equipaggi, si scoprì cos’era successo
all’Alabastro solo nel dopoguerra,
dalle informazioni provenienti dai rapporti britannici.
Secondo una versione,
il sommergibile britannico Talisman,
prima di sparire a sua volta con tutto l’equipaggio (si ritenne che avesse
urtato una mina), aveva comunicato di aver avvistato un U-Boot in posizione 37°48'
N e 06°00' E, con rotta 250° e velocità 14 nodi. Il sommergibile segnalato dal Talisman, con ogni probabilità, era
italiano ed era l’Alabastro: sulla
base della comunicazione del Talisman,
un idroricognitore Short Sunderland del 202nd Squadron della Royal
Air Force era stato inviato da Gibilterra ad attaccare il presunto U-Boot. Va
però notato che questa versione colloca la comunicazione da parte del Talisman al 15 settembre, mentre l’Alabastro fu certamente affondato il 14.
Inoltre, la maggior parte delle fonti descrive l’incontro tra il Sunderland ed
il sommergibile italiano come casuale, senza fare alcuna menzione di una
comunicazione da parte del Talisman.
Secondo quanto
riportato dalla storia ufficiale della Royal Australian Air Force, il
Sunderland del 202nd Squadron pilotato dal capitano (flight lieutenant) Ernest Paul Walshe
della Royal Australian Air Force, di base a Gibilterra, era stato inviato nel
Mediterrane occidentale per pattugliare un’area a nordest di Algeri, da dove
ultimamente erano state rilevate provenire trasmissioni radio sospette. Alle
14.30 (ora dell’aereo, probabilmente), l’idrovolante, mentre volava a 240-250
metri di quota, aveva avvistato un sommergibile grigio-verde. (Secondo quanto
riportato da giornali dell’epoca, il Sunderland avvistò il sommergibile nemico
a tre miglia di distanza, trovandolo in superficie, a nordovest di Algeri, in
navigazione verso ovest, oppure lo vide emergere a cinque miglia di distanza,
ma quest’ultima versione appare poco probabile.)
L’Alabastro (la cui identità era in quel momento sconosciuta: il
pilota dell’idrovolante lo ritenne un U-Boot) non aveva tentato di immergersi
per sfuggire all’attacco, mentre l’aereo si avvicinava, ma era rimasto in
superficie, aprendo il fuoco con le proprie mitragliere. Il Sunderland,
tuttavia, si era avvicinato al sommergibile da poppa, in modo da porsi fuori tiro
rispetto al cannone situato a proravia della torretta, e, compiendo manovre per
evitare di essere colpito, aveva poi aperto un preciso fuoco di soppressione
con le proprie mitragliatrici: il mitragliere di prua dell’aereo, aprendo il
fuoco da 270 metri di distanza, aveva ucciso i serventi della mitragliera
situata nella parte posteriore torretta. Il fuoco del sommergibile, che era
andato scemando quando le mitragliere di prua del Sunderland avevano aperto il
fuoco, era cessato del tutto quando l’idrovolante l’aveva sorvolato e le sue
mitragliere di coda, da pochissima distanza, avevano sparato una prolungata
raffica nella torretta.
Questo aveva permesso
all’aereo di sganciare con precisione le proprie bombe di profondità: a causa
di un’avaria, solo quattro su sei erano state sganciate, ma Walshe aveva
calcolato il momento dello sgancio con grande precisione, così che due delle
bombe caddero a dritta subito a proravia della torretta, ed altre due
scoppiarono accanto alla prua (secondo articoli di giornale, due delle bombe
erano scoppiate nei pressi della torretta ed altre due accanto alla prua, sul
lato sinistro, oppure due bombe erano cadute dritte sulla prua, ed altre due
contro di essa sul lato sinistro): l’esplosione di queste ultime aveva fatto
sollevare completamente la prua fuori dall’acqua. Mentre il Sunderland
sorvolava il sommergibile, il mitragliere di coda aveva aperto il fuoco sui
serventi del cannone di prua. Il sommergibile era diventato completamente
ingovernabile, si era fermato ed era rimasto immobilizzato, mentre un fiotto di
carburante zampillava dai serbatoi.
Mentre l’aereo
volteggiava in cerchio sopra di esso, il sommergibile aveva iniziato ad
inabissarsi lentamente, e dopo mezz’ora era affondato di prua: l’equipaggio
aveva avuto il tempo di abbandonarlo, e Walshe aveva visto 40 sopravvissuti (secondo
la storia ufficiale della RAAF; 36 invece secondo gli articoli dei giornali
dell’epoca; in ogni caso, pressoché l’intero equipaggio, considerando che
alcuni uomini dovevano essere rimasti uccisi durante l’attacco aereo), parte su
canotti gonfiabili, parte che nuotavano in acqua.
L’Alabastro in navigazione al largo di Sorrento nell’estate del 1942 (foto tratta da "Sommergibili in Guerra" di Erminio Bagnasco e Achille Rastelli, Albertelli, Parma 1994, via www.betasom.it) |
L’azione si era
verificata alle 16.20 del 14 settembre, a nord di Bougie (Algeria), ed il sommergibile
era affondato nel punto 37°28’ N e 04°34’ E (altra fonte indica invece la
posizione come 37°30’ N e 04°30’ E, a sud delle Baleari ed a cinque miglia da
Algeri). L’unico sommergibile dell’Asse ad essere andato perduto in data e
luogo che coincidessero con quelli indicati dal Sunderland era l’Alabastro (e ciò combaciava anche con
quanto riferito dall’Argo al suo
rientro alla base).
Nessuno dei 36-40
uomini visti in mare dall’idrovolante sopravvisse: tutti i 44 uomini che
componevano l’equipaggio dell’Alabastro
(cinque ufficiali, 13 sottufficiali e 26 tra sottocapi e marinai) risultarono
dispersi.
Il capitano Walshe,
per la sua azione, ricevette un telegramma di congratulazioni da parte del
comandante del Coastal Command della RAF, maresciallo dell’aria Joubert, e da
parte dell’Ammiragliato britannico, ed il 13 novembre 1942 venne decorato con
la Distinguished Flying Cross a Buckingham Palace. L’affondamento dell’Alabastro (di cui si parlava come di un
U-Boot, senza specificarne il nome, che non era noto) venne riportato da vari
giornali australiani.
L’equipaggio dell’Alabastro, scomparso con il sommergibile:
Dino
Ambrosini, sottocapo motorista, da La Spezia
Achille
Antoci, secondo capo motorista, da Palmanova
Nicola
Avanzini, marinaio silurista, da Parma
Aldo
Ballerini, secondo capo radiotelegrafista, da Acqui Terme
Giovanni
Barbera, guardiamarina, da Portoferraio
Pietro
Biancu, sottocapo motorista, da Siniscola
Giuseppe
Bonadies, tenente di vascello (comandante), da Corato
Alberto
Bonucelli, capo silurista di seconda classe, da Milano
Antonio
Capriotti, marinaio silurista, da Ripatransone
Luigi
Cardona, marinaio elettricista, da Nizza Monferrato
Giuseppe
Epifani, marinaio elettricista, da Gallipoli
Nunzio
Esposito, sottotenente di vascello, da Meta
Italo
Fabbri, marinaio, da Cento
Aldo
Frangi, sergente elettricista, da Trequanda
Sante
Gambino, sergente radiotelegrafista, da Udine
Stefano
Gavazzi, sottocapo cannoniere, da Cologno Monzese
Guerriero
Guerrini, secondo capo silurista, da Cortona
Giuseppe
Jaoforte, guardiamarina, da Palermo
Pasquale
Longo, sottocapo furiere, da Melendugno
Elvio
Luccioli, capo motorista di terza classe, da Sinalunga
Emilio
Maggi, marinaio silurista, da Pavia
Gennaro
Maione, marinaio, da Pozzuoli
Gagliano
Marson, sottocapo silurista, da Carlino
Renato
Martinelli, capitano del Genio Navale (direttore di macchina), da Parma
Stefano
Merati, marinaio motorista, da Cinisello Balsamo
Sergio
Millo, marinaio fuochista, da Muggia
Cosimo
Monaco, sergente motorista, da Brindisi
Pasquale
Picchireddu, sottocapo nocchiere, da Orosei
Antonio
Piccolini, marinaio elettricista, da Napoli
Donato
Pisano, marinaio, da Procida
Clemente
Pizzutelli, sergente segnalatore, da Frosinone
Giuseppe
Quintavalle, sottocapo motorista, da Rimini
Roberto
Rizzini, marinaio cannoniere, da Gardone Val Trompia
Giuseppe
Rosa, sottocapo motorista, da Gimino
Michele
Rutilo, sottocapo cannoniere, da Acerenza
Pietro
Saglietto, sergente radiotelegrafista, da Imperia
Andrea
Savo, sottocapo silurista, da Napoli
Vito
Grazio Schimera, sottocapo radiotelegrafista, da Tricase
Bruno
Sosna, sottocapo fuochista, da Caldonazzo
Luigi
Trevisan, marinaio, da Porto Tolle
Giovanni
Turco, capo di terza classe (operaio militarizzato), da Castelnuovo Don Bosco
Bruno
Ventura, secondo capo elettricista, da Parma
Alfredo
Vingiano, marinaio elettricista, da La Spezia
Luigi
Zuccoli, sergente nocchiere, da Trieste
Ufficiali e marinai dell’Alabastro (Coll. famiglia Bonadies, via Mirco Martinini) |
Sopra, il
marinaio Pasquale Longo, scomparso sull’Alabastro,
e sotto, un ricordo suo e del fratello Luigi, anch’egli scomparso in mare
durante la seconda guerra mondiale (g.c. Rita Longo, via Mirco Martinini)
L’affondamento dell’Alabastro (di cui si parla come di un U-Boot) in un articolo del giornale australiano “Army News” del 14 ottobre 1942 (g.c. National Library of Australia/Trove). |
L’affondamento dell’Alabastro (citato erroneamente di un U-Boot) in un articolo del giornale australiano “The Argus” del 13 novembre 1942 sul conferimento della DFC al capitano Walshe (g.c. National Library of Australia/Trove). |
Alla memoria del
comandante Bonadies fu conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare, con
motivazione: "Comandante di
sommergibile, distintosi sin dall'inizio delle ostilità, nell'incarico
di ufficiale in 2a, per le spiccate doti di professionalità ed il
valoroso comportamento in difficili missioni di guerra, veniva destinato ad
operare in acque particolarmente pericolose per la presenza del nemico vigile e
in forze. Attaccato da aerei nemici, stroncata la sua eroica resistenza
da schiacciante superiorità dell'avversario, scompariva in mare con la sua
unità nel supremo adempimento del dovere. (Mediterraneo Occidentale, 14
settembre 1942)".
(Coll.
famiglia Bonadies, via Mirco Martinini)
Regio Sommerginile Alabastro
Schede dei sommergibili della classe Platino su Betasom
Pagina di Wikipedia sull’Alabastro
“Australian News”, notizia del giornale australiano “Army News” del 14 ottobre1942
The Royal Australian Air Force (RAAF) Fighting the U-Boats
Le principali azioni compiute dalla Royal Australian Air Force controsommergibili dell’Asse
“Awards for attacks on U-Boats”, notizia sul giornale australiano “The Argus”del 13 novembre 1942
“Australians Honoured”, notizia sul giornale australiano “The Sydney Morning Herald” del 13 novembre 1942
Nonno... non ti ho mai conosciuto... ancora oggi sento la tua mancanza.
RispondiEliminaera fratello di mia madre e non l'ho perché sono nato 4 anni dopo
RispondiEliminaCortesemente ci può dire chi era suo zio e se possiede qualche sua foto?
EliminaIl sergente Luigi Zuccoli (non zoccoli) era il fratello di mio nonno, partito da casa nel 1942 all'età di 21 anni
RispondiEliminaBuongiorno, mi scuso per l'errore, correggo subito il nome.
EliminaMaggi Emilio era mio nonno
RispondiEliminaBsera Lorenzo. Il TV di complemento Giusppe Bonadies, nato a Corato il 25.10.13, non fu l'unico comandante del nuovo Alabastro. Infatti, prima di lui, comandò il battello in parola il TV spe Paolo Monechi (nato a Reggello il 28.1.11) dal 9 maggio al 14 luglio 42. GP
RispondiEliminaGrazie, aggiungo.
EliminaSono il primo nipote di Pietro Biancu mi piacerebbe sapere ulteriori notizie di mio zio mio padre mi raccontava del fratello disperso su questo sommergibile che ancora oggi porto nel cuore alabastro ,come un vero eroe.
RispondiEliminaciao sono di siniscola anche io. Mia nonna raccontava che suo marito Pasquale Picchereddu è scomparso con l'alabastro. bello sapere che noi compaesani condividiamo questo passo di storia triste ma interessante.
EliminaGrazie se mi terra in considerazione sig Colombo:
RispondiEliminaBuonasera,
Eliminapurtroppo non ho altre informazioni specifiche su suo zio... potrebbe provare a chiedere all'Archivio di Stato della sua provincia di nascita il suo foglio matricolare.
Sono la nipote di Achille antoci, mio padre aveva 3 anni quando mio nonno è andato disperso e mia zia stava per nascere, ho conosciuto mio nonno dietro i racconti e ricordi di mia nonna dei pochi anni in cui sono stati sposati, solo 4 e vissuti in guerra, ho un'immagine mentale di mio nonno ricordi delle poche foto che mia nonna ha conservato del loro matrimonio, di lui in divisa bianca con i capelli scuri ondulati e i baffetti, assomigliava all'ufficiale nella terza foto, e mio figlio il secondo gli assomiglia.....
RispondiEliminaSalve a tutti vorrei sapere se qualcuno di voi ha notizie di un marinaio imbarcato sul Alabastro mio zio Elio Calveri di Messina. Lo stesso non viene citato in nessuna notizia su Internet. Dovrebbe essere stato uno dei quattro sopravvissuti all'affondamento. Grazie Gennaro Longo
RispondiEliminaNon risulta che vi sia stato alcun sopravvissuto dell'Alabastro...
Eliminada notizie di sua figlia vi sono stati tre sopravvissuti dopo l'affondamento
RispondiEliminaCiò non risulta da nessuna parte...
EliminaAvanzini Nicola un cugino di mio nonno Mia madre ,all'epoca bambina, lo ricorda ancora vestito di bianco da marinaio
RispondiEliminaBuongiorno, lo zio di mio padre era Capriotti Antonio marinaio silurista era imbarcato sul sommergibile Tembien e poi purtroppo perse la vita sull'Alabastro, mio padre Antonio classe 44 porta il suo nome nel suo splendido ricordo fatto da sua madre
RispondiEliminaCortesemente potrebbe dirmi se possiede qualche foto? Il nonno della mia compagna era il comandante dell'Alabastro, la invito a visitare la pagina facebook a lui dedicata
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