martedì 26 dicembre 2017

Brindisi

Il Brindisi (da www.marinaiditalia.it)

Incrociatore ausiliario, già motonave passeggeri di 1976,28 tsl, 1073,73 tsn e 1231 tpl, lunga 76-78,5 metri, larga 12,20 e pescante 7,45, con velocità di 14-15,8 nodi. Appartenente alla Società Anonima di Navigazione Adriatica, con sede a Venezia, ed iscritta con matricola 52 al Compartimento Marittimo di Bari; nominativo di chiamata internazionale IBUE, nome in codice «Bottino».
Faceva parte di una serie di sette motonavi gemelle (tipo «Brioni») costruite dai CRDA per la società Puglia (le altre erano AdriaticoBarlettaBrioniZara, Lero e Monte Gargano), tutte requisite durante la guerra come posamine od incrociatori ausiliari.

Breve e parziale cronologia.

15 dicembre 1930
Impostata nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone (numero di costruzione 245).
15 giugno 1931
Varata nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone.
27 luglio 1931
Completata per la Puglia Società Anonima di Navigazione a Vapore, con sede a Bari. Può trasportare 22 passeggeri in prima classe, 24 in seconda e 22 in terza (per altra fonte, 72 passeggeri in tutto) ed ha quattro stive della capienza di 1722 metri cubi.
Viene destinata alla linea Venezia-Trieste-Pola-Lussinpiccolo-Zara-Sebenico-Spalato-Gravosa-Cattaro-Antivari-San Giovanni di Medua-Durazzo-Valona-Brindisi-Monopoli-Bari-Molfetta-Barletta-Bari-Durazzo.
25 dicembre 1931
S’incaglia presso Pasman, senza subire danni gravi. Viene disincagliata da mezzi della ditta Tripcovich.
21 marzo 1932
Trasferita alla Società di Navigazione San Marco (con sede a Venezia), compagnia nella quale il 21 marzo 1932 è confluita con altre compagnie adriatiche la società Puglia, che il 4 aprile cambia nome in Compagnia Adriatica di Navigazione (la Brindisi risulta formalmente trasferita a quest’ultima compagnia il 4 maggio 1932).
1° gennaio 1937
La compagnia armatrice muta nome in Società Anonima di Navigazione Adriatica. Impiegata fino ad allora sulla linea n. 42 Venezia-Dalmazia-Albania, dal 1937 in poi la Brindisi viene utilizzata su linee diverse, coprendo le tratte lasciate scoperte da altri bastimenti della compagnia sottoposti a lavori di manutenzione.


La Brindisi in servizio come nave passeggeri, con i colori della società Adriatica (da www.naviearmatori.net)

20 maggio 1940
Posta in disarmo a Bari ed avviata ai lavori di conversione in incrociatore ausiliario.
16 giugno 1940
Requisita a Brindisi dalla Regia Marina ed iscritta nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato con matricola D 15; trasformata in incrociatore ausiliario, adibito a scorta convogli.
Armato con due cannoni da 102/45 mm, quattro mitragliere da 13,2 mm ed attrezzature per il trasporto e la posa di 60 mine.
6 dicembre 1940
Salpa da Brindisi alle 00.45 per la sua prima missione di scorta, alla motonave Città di Genova, diretta a Durazzo con 774 militari e 59,5 tonnellate di artiglieria, munizioni e materiali vari. Le due navi arrivano a destinazione alle 8.30.
7 dicembre 1940
Il Brindisi e la torpediniera Francesco Stocco salpano da Brindisi alle 3.20 scortando il piroscafo Argentina (avente a bordo 1547 militari, cinque veicoli e 224 tonnellate di materiali vari), col quale arrivano a Valona alle 11.
8 dicembre 1940
Il Brindisi e la torpediniera Altair partono da Brindisi alle 4.45 scortando le motonavi Città di Agrigento e Città di Trapani, che trasportano 1135 uomini, tre automezzi e 52 tonnellate di materiali vari, materiali al seguito delle truppe e munizioni. Il convoglio raggiunge Valona alle 12.30.
10 dicembre 1940
Salpa da Bari alle 22 per scortare a Durazzo i piroscafi Vesta, Laura C. e Giacomo C., aventi a bordo 47 militari, 107 automezzi e 3157 tonnellate di provviste.
11 dicembre 1940
Il convoglio giunge a Durazzo alle 17.15.
12 dicembre 1940
Lascia Durazzo alle 16, scortando i piroscafi scarichi Nita, Monrosa e Casaregis di ritorno in Italia.
13 dicembre 1940
Il convoglio arriva a Bari a mezzogiorno.
15 dicembre 1940
Il Brindisi e la torpediniera Castelfidardo salpano da Bari alle 00.00 e scortano a Valona, dove giungono alle 13, un convoglio formato dal piroscafo Galilea e dalle motonavi Arborea, Verdi e Puccini, che trasportano il primo scaglione della 33a Divisione Fanteria "Acqui" (3936 tra ufficiali e soldati e 80 tonnellate di materiali vari).
18 dicembre 1940
Salpa da Brindisi alle 10.30 diretto a Valona, dove giunge alle 17, scortando le motonavi Città di Palermo, Argentina e Viminale con a bordo 2946 militari, 42 quadrupedi, quattro autoveicoli e 525 tonnellate di munizioni, provviste, carrette e materiali vari.
20 dicembre 1940
Il Brindisi e la torpediniera Solferino partono da Brindisi alle 8.40 di scorta al trasporto truppe Piemonte, avente a bordo 3561 militari, undici quadrupedi e 369 tonnellate di artiglieria, munizioni, viveri e materiali vari. Le tre navi raggiungono Valona alle 16.
22 dicembre 1940
Il Brindisi e la torpediniera Generale Antonio Cantore salpano da Brindisi alle 8 e scortano a Valona, dove arrivano alle 16, il trasporto truppe Sardegna, con a bordo il primo scaglione della 6a Divisione Fanteria "Cuneo" (2592 uomini e 203 tonnellate di artiglieria e materiali vari).
24 dicembre 1940
Il Brindisi salpa per ordine di Maritrafalba, per andare in soccorso del piroscafo Firenze, silurato dal sommergibile greco Papanikolis al largo di Saseno. Successivamente Maritrafalba annulla l’ordine e fa rientrare in porto il Brindisi, prima che raggiunga il luogo del siluramento; il Firenze affonderà dopo parecchie ore, ed i superstiti (903 su 996 uomini a bordo) verranno tratti in salvo dalle unità già presenti sul posto (incrociatore ausiliario Barletta e torpediniera Andromeda). Secondo una fonte (Museo della Cantieristica di Monfalcone) il Brindisi si sarebbe "distinto nel salvataggio dei naufraghi del Firenze", ma sembra più probabile un errore di scambio con il gemello Barletta, che effettivamente recuperò quasi 900 naufraghi.
28 dicembre 1940
Il Brindisi e la torpediniera Antares partono da Brindisi alle 8 diretti a Valona, scortando un convoglio composto dai piroscafi Eolo (adibito a traffico civile), Absirtea e Vittor Pisani e dalla motonave Città di Agrigento, che trasportano in tutto 383 militari, 437 quadrupedi, 18 automezzi e 256 tonnellate di viveri, foraggio e materiale vario.
Il convoglio giunge a Valona alle 20.30.
29 dicembre 1940
Il Brindisi e la Castelfidardo partono da Brindisi alle 23.05 per scortare la motonave Viminale ed i piroscafi Zena e Monrosa, diretti a Durazzo.
30 dicembre 1940
Il convoglio arriva a Durazzo alle 9.
31 dicembre 1940
Il Brindisi e la torpediniera Aretusa partono da Brindisi per Valona alle 13.30, scortando i piroscafi Piemonte e Galilea, aventi a bordo il primo scaglione della 7a Divisione Fanteria "Lupi di Toscana" (3322 militari e 82,5 tonnellate di artiglieria, vestiario e materiali vari).
Il convoglio giunge a destinazione dopo cinque ore.
2 gennaio 1941
Brindisi e Castelfidardo partono da Brindisi alle tre di notte, scortando il piroscafo Aprilia e la motonave Città di Trapani, diretti a Valona con 497 militari e 1111 tonnellate di vestiario, provviste e materiali vari. Il convoglio arriva in porto alle 17.40.
5 gennaio 1941
Il Brindisi, la torpediniera Andromeda ed i cacciatorpediniere Vittorio Alfieri e Vincenzo Gioberti salpano da Brindisi alle 7 per Valona, di scorta ai piroscafi Argentina, Piemonte e Galilea, che trasportano il primo scaglione della 58a Divisione Fanteria "Legnano" (5345 tra ufficiali e soldati, 28 automezzi, quattro quadrupedi e 446 tonnellate di munizioni, viveri e materiali vari). Il convoglio giunge a Valona alle 13.45.
9 gennaio 1941
Brindisi ed Andromeda salpano da Bari alle 00.30 di scorta all’incrociatore ausiliario Città di Palermo (impiegato come trasporto) ed ai piroscafi Tagliamento e Monstella, che trasportano in tutto 1044 militari, 1216 quadrupedi e 112 tonnellate di materiali. Il convoglio giunge a Valona alle 13.
10 gennaio 1941
Brindisi e Castelfidardo salpano da Brindisi alle 11.45, scortando il piroscafo Piemonte e la motonave Città di Agrigento, che trasportano 3148 militari, un automezzo, 9 quadrupedi e 380 tonnellate di munizioni ed altri materiali; il convoglio arriva a Valona alle 20.05.
12 gennaio 1941
Il Brindisi e la torpediniera Pallade partono da Brindisi per Valona alle 6.40, scortando i piroscafi Argentina e Galilea, con a bordo 1778 militari e 309 tonnellate di materiali. Il convoglio raggiunge Valona alle 14.
14 gennaio 1941
Parte da Brindisi alle 5.30 per Valona, dove giunge alle 11.40, scortando il piroscafo Italia (con a bordo 1171 tra ufficiali e soldati e 57 tonnellate di munizioni e materiali vari).
16 gennaio 1941
Lascia Valona alle 7 per tornare a Brindisi, dove arriva alle 21.36, scortando i piroscafi Giglio e Scarpanto, vuoti.
19 gennaio 1941
Brindisi ed Andromeda partono da Valona alle 8.15 scortando i piroscafi Piemonte e Galilea, con a bordo 2839 soldati della 22a Divisione Fanteria "Cacciatori delle Alpi" e 215 tonnellate di materiali; il convoglio raggiunge Valona alle 14.30.
Il Brindisi ne riparte immediatamente scortando i piroscafi Italia ed Argentina, vuoti, coi quali arriva a Brindisi alle 20.40.
26 gennaio 1941
Il Brindisi e la torpediniera Solferino partono da Bari per Durazzo alle 17, scortando i piroscafi Iseo (adibito a traffico civile), Carnia, Rosandra e Laura C. (aventi a bordo 26 militari, 276 veicoli e 177 tonnellate di carne congelata).
27 gennaio 1941
Il convoglio arriva a Durazzo alle 9.15.
28 gennaio 1941
Brindisi ed Andromeda salpano da Brindisi alle due di notte ed arrivano a Valona a mezzogiorno, scortando le motonavi Città di BastiaCittà di Agrigento e Città di Trapani ed il piroscafo Aventino, aventi a bordo 2852 uomini della 2a Divisione Fanteria "Sforzesca" e 105 tonnellate di artiglieria, munizioni e materiali vari. Il convoglio viene infruttuosamente attaccato dal sommergibile greco Papanikolis (tenente di vascello Iatrides) al largo di Brindisi.
30 gennaio 1941
Il Brindisi e le vecchie torpediniere Angelo Bassini e Nicola Fabrizi salpano da Brindisi alle 2 scortando Città di Marsala ed Argentina, con a bordo 1230 uomini, dodici automezzi e 234 tonnellate di provviste, vestiario, pezzi d'artiglieria, munizioni ed altri rifornimenti.
Il convoglio arriva a Valona alle 9.30; alle 13 Brindisi e Fabrizi ne ripartono per scortare a Brindisi i piroscafi Piemonte (con a bordo militari feriti) e Galilea (vuoto) e la motonave Città di Agrigento (vuota), giungendo a destinazione alle 22.45.
1° febbraio 1941
Il Brindisi e la torpediniera Altair partono da Brindisi alle 5.50 per scortare a Valona un convoglio formato dai piroscafi Piemonte e Galilea e dalla motonave Viminale, che trasportano 4389 soldati, 33 automezzi e 438 tonnellate di materiali vari. Le navi giungono a destinazione alle 16.
2 febbraio 1941
Brindisi ed Altair lasciano Valona alle 11.40 scortando le motonavi Città di Agrigento (con feriti) e Città di Marsala (vuota), con le quali arrivano a Brindisi alle 21.40.
6 febbraio 1941
Brindisi e Pallade partono da Brindisi all’1.50 per scortare a Valona un convoglio formato dalle motonavi Città di Marsala e Città di Trapani e dai piroscafi Diana e Francesco Crispi, che trasportano 2580 militari, 362 quadrupedi e 243 tonnellate di artiglieria, munizioni, provviste, vestiario, foraggio e materiali vari.
Il convoglio arriva a Valona alle 10; il Brindisi riparte dopo appena mezz’ora, unendosi alla torpediniera Generale Marcello Prestinari ed all’incrociatore ausiliario Egeo nella scorta ai piroscafi Piemonte e Galilea ed alla motonave Viminale, i primi due con a bordo feriti e l’ultima del tutto scarica, che devono rientrare a Brindisi. Qui il convoglio giunge alle 18.30.
Poco dopo, il Brindisi lascia nuovamente Brindisi insieme all’Altair, e scorta a Valona le motonavi Città di Agrigento e Viminale (con a bordo complessivamente 1569 militari e 242 tonnellate di artiglieria, munizioni, vestiario e materiali vari).
8 febbraio 1941
Il Brindisi ed i cacciatorpediniere Lampo e Fulmine partono da Valona alle 8 scortando le motonavi Città di Trapani ed Argentina (entrambe con feriti a bordo) ed il piroscafo Francesco Crispi (vuoto), coi quali arrivano a Brindisi dopo nove ore.
10 febbraio 1941
Salpa da Brindisi alle 7.15 scortando il Crispi (con a bordo 1243 tra ufficiali e soldati e 94,5 tonnellate di munizioni, viveri e materiali vari), col quale raggiunge Valona alle 14.
11 febbraio 1941
Brindisi ed Altair partono da Brindisi alle 6.20 scortando le motonavi Città di Trapani e Città di Marsala, che trasportano 1167 militari e 205 tonnellate di materiali. Il convoglio arriva a Valona alle 14.30.
12 febbraio 1941
Brindisi, Altair e Prestinari lasciano Valona alle 9 scortando la motonave Viminale (vuota) ed i piroscafi Crispi e Piemonte (aventi a bordo, tra tutti e due, 477 feriti), coi quali arrivano a Brindisi alle 15.20.
16 febbraio 1941
Brindisi ed Altair salpano da Brindisi alle 7, di scorta al piroscafo Piemonte ed alle motonavi Città di Trapani e Viminale, che trasportano in tutto 4660 uomini e 506 tonnellate di materiali. Il convoglio raggiunge Valona alle 16.30.
18 febbraio 1941
Il Brindisi e la torpediniera Giacomo Medici partono da Valona alle 13.30 diretti a Brindisi, dove giungono alle 22.35, scortando il piroscafo Monstella (scarico) e le motonavi Città di Agrigento e Argentina (aventi entrambe feriti a bordo).
23 febbraio 1941
Salpa da Brindisi alle 00.00 di scorta alla motonave Città di Agrigento (avente  bordo 603 militari e 183 tonnellate di munizioni e materiali vari), diretta a Valona, dove arriva dopo dieci ore.
2 marzo 1941
Il Brindisi parte da Trapani per Tripoli alle 5.15, in missione di trasporto. Scopo del viaggio è il suo trasferimento in acque libiche per effettuare la posa di alcuni sbarramenti di mine.
3 marzo 1941
Arriva a Tripoli alle 17.30.
3 marzo 1941
Il Brindisi posa un campo minato antisommergibili (70 mine tipo Bollo) al largo di Zuara.
5 marzo 1941
Il Brindisi posa un secondo campo minato antisom, anch’esso di 70 mine Bollo, nelle acque di Tripoli.
23 marzo 1941
Il Brindisi e la torpediniera Bassini partono da Bari alle 20, scortando le motonavi PucciniDonizettiBarbarigo e Città di Tripoli, con a bordo complessivamente 2390 militari, 158 autoveicoli e 1270 tonnellate di rifornimenti.
24 marzo 1941
Il convoglio arriva a Durazzo alle 8.35.
27 marzo 1941
Il Brindisi e la torpediniera Medici partono da Bari alle 19 diretti a Durazzo, di scorta alle motonavi Donizetti, Città di Savona e Città di Trapani ed al piroscafo Città di Tripoli, che trasportano in tutto 2717 militari e 380 tonnellate di materiali.
28 marzo 1941
Il convoglio giunge a Durazzo alle 9.
30 marzo 1941
Brindisi e Medici salpano da Bari alle 21.30 di scorta al piroscafo Monstella ed alla motonave Riv, diretti a Durazzo con 99 militari, 687 quadrupedi, 122 automezzi e 922 tonnellate di materiali.
31 marzo 1941
Il convoglio arriva a Durazzo alle 15.15.
5 aprile 1941
Il Brindisi e le torpediniere Calatafimi e Monzambano scortano da Bari a Durazzo un convoglio formato dalle motonavi Città di Marsala, Rossini e Puccini e dal piroscafo Italia, che trasportano in tutto 3645 militari e 224 tonnellate di materiali.
8 aprile 1941
Il Brindisi si aggrega, presso il punto "Y" di Brindisi, alla scorta (torpediniere Altair e Monzambano) di un convoglio in navigazione da Bari a Durazzo e composto dalle motonavi Città di Savona e Città di Bastia e dai piroscafi Milano e Quirinale, che trasportano il primo scaglione della 32a Divisione Fanteria "Marche" (3408 uomini e 213 tonnellate di materiali), diretta in Montenegro.
Il convoglio arriva a Durazzo alle 17.05, ma il Brindisi lo ha già lasciato per assumere la scorta della motonave scarica Città di Alessandria, che parte da Durazzo alle 16.30 diretta a Bari.
9 aprile 1941
Brindisi e Città di Alessandria arrivano a Bari alle 7.30.
11 aprile 1941
Brindisi e Monzambano salpano da Bari alle 4 e raggiungono Durazzo alle 16.45, scortando le motonavi Città di Alessandria, Città di Savona e Donizetti, aventi a bordo 2090 militari e 487 tonnellate di materiali.
12 aprile 1941
Lascia Durazzo alle 6.30 di scorta a Città di Alessandria e Città di Savona, che ritornano vuote a Bari.
13 aprile 1941
Il convoglio giunge a Bari all’1.15.
16 aprile 1941
Il Brindisi ed il cacciatorpediniere Augusto Riboty partono da Brindisi alle 5.45, scortando le motonavi Viminale, Caldea e Genepesca II, aventi a bordo in tutto 941 militari, 41 veicoli, 1990 tonnellate di benzina e 264 tonnellate di materiali vari. Il convoglio giunge a Valona alle 13.15.
17 aprile 1941
Lascia Durazzo alle 8.30 insieme alla torpediniera Castelfidardo, scortando il il piroscafo Monstella e le motonavi Città di Alessandria e Città di Trapani, scariche.
18 aprile 1941
Il convoglio arriva a Bari all’1.15.
19 aprile 1941
Il Brindisi e la Monzambano partono da Bari alle 19 scortando i piroscafi Anna Capano, Miseno e Pontinia, con a bordo 580 tonnellate di benzina e 980 tonnellate di materiali vari.
20 aprile 1941
Il convoglio giunge a Durazzo alle 17.15.
21 aprile 1941
Brindisi e Castelfidardo partono da Bari alle 20.50 scortando la motonave Città di Tripoli ed i piroscafi QuirinaleBolsena ed Istria, carichi di 1834 uomini e 280 tonnellate di benzina ed altri materiali.
22 aprile 1941
Il convoglio raggiunge Durazzo alle 11.30.
26 aprile 1941
Brindisi e Medici partono da Bari alle 21 diretti a Durazzo, scortando le motonavi Donizetti e Narenta ed il piroscafo Aventino, che trasportano complessivamente 1136 uomini e 1365 tonnellate di materiali.
27 aprile 1941
Il convoglio arriva a Durazzo alle 9.
1° maggio 1941
Brindisi e Medici partono da Bari alle 21 diretti a Durazzo, scortando i piroscafi Città di Tripoli e Laura C. e la motonave Donizetti, che trasportano 733 militari e 2100 tonnellate di materiali.
2 maggio 1941
Il convoglio arriva a Durazzo alle 11.30; Brindisi e Medici assumono subito la scorta di un altro convoglio (piroscafo Milano e motonave Città di Marsala, aventi a bordo 2000 soldati ed un carico di materiali vari) partito alle 11 da Durazzo e diretto a Bari, dove arriva alle 24.
4 maggio 1941
Brindisi e Medici lasciano Bari alle 23 scortando i piroscafi Italia, Milano, Aventino e Quirinale, che trasportano 3520 militari ed un carico di materiali vari.
5 maggio 1941
Il convoglio arriva a Durazzo alle 10.30.
6 maggio 1941
Brindisi e Medici lasciano Durazzo alle 3 e raggiungono Bari alle 15.30, scortando Aventino, Italia, Milano e Quirinale che rientrano in Italia con 6528 militari ed un carico di materiali vari.
9 maggio 1941
Il Brindisi salpa da Bari alle 22.40 per scortare a Durazzo la motonave Donizetti ed il piroscafo Città di Tripoli, carichi di truppe e materiali.
10 maggio 1941
Le tre navi arrivano a Durazzo a mezzogiorno.
12 maggio 1941
Riparte da Durazzo alle 4 scortando ancora Città di Tripoli e Donizetti, che rientrano in Italia trasportando prigionieri. Il convoglio giunge a Brindisi alle 11.25.
20 maggio 1941
Il Brindisi (capitano di corvetta Filippo Rando) salpa da Brindisi alle sei del mattino per scortare a Patrasso (via Santa Maria di Leuca e Corinto), insieme al cacciatorpediniere Carlo Mirabello (caposcorta, capitano di corvetta Ludovico Puleo) un convoglio composto dalle navi cisterna AnnarellaDora C. e Strombo (convoglio «Annarella»).
Dopo la partenza da Brindisi, il convoglio assume la modesta velocità di 7 nodi.
Intorno alle 14.30 le navi vengono raggiunte da un altro convoglio, proveniente da Taranto e composto dai piroscafi SpeziaLivornoTrapani e Laura C. scortati dall’incrociatore ausiliario Arborea. Come stabilito in precedenza, il Laura C. lascia tale convoglio per accodarsi all’«Annarella», che prosegue poi con l’ordine di passare a due miglia per 260° da Capo Dukato.
Nel corso della notte il convoglio dell’Arborea, un po’ più veloce, viene perso di vista; viene invece avvistata la piccola cannoniera Pellegrino Matteucci, in rotta da Brindisi a Patrasso alla velocità di 7 nodi. La cannoniera rimane un poco a proravia sinistra del convoglio fino all’altezza di Otranto, poi va scadendo, finché, all’altezza di Santa Maria di Leuca, viene anch’essa persa di vista.
21 maggio 1941
Intorno alle 5.40 il convoglio sta procedendo in linea di fila, con il Brindisi in testa ed il Mirabello in coda, quando a 5-8 miglia di distanza, vicino a Capo Dukato, vengono avvistate fiamme ed alte colonne di fumo: si scoprirà poi che è la Matteucci, saltata su una mina appartenente ad un campo minato appena posato dal posamine britannico Abdiel.
Per saperne di più, il Mirabello accelera e raggiunge il Brindisi, al quale domanda se abbia visto cosa ha originato il fumo, ma anche Rando ne è all’oscuro. A questo punto il Mirabello lascia il convoglio e si dirige verso il punto dov’è stato visto il fumo, per vederci chiaro: ma alle 6.30, giunto sul posto, il cacciatorpediniere urta a sua volta una mina, perdendo la prua.
L’equipaggio del Brindisi vede il Mirabello – distante circa quattro miglia – sparire in un’altissima colonna di fumo e fiamme, poi, diradatosi il fumo, riapparire senza più la prua fino all’altezza della plancia; l’incrociatore ausiliario, pertanto, segnala al convoglio «zigzagate sul posto», e poi alle 7 comunica via radio a Supermarina che mezz’ora prima il Mirabello è saltato su una mina un miglio a nordovest di Capo Dukato.
Il Brindisi prosegue sulla rotta fino a ridurre le distanze col Mirabello ad un miglio e mezzo, poi si ferma e mette a mare la motolancia, che si dirige verso il Mirabello; avendo raccolto in mare così tanti naufraghi da essere già piena prima ancora di raggiungere il cacciatorpediniere, l’imbarcazione torna al Brindisi. Molti uomini del Mirabello, rimasti illesi, raggiungono a nuoto la costa di Santa Maura, più vicina del Brindisi; il Brindisi intanto cala altre tre lance, che vengono prese a rimorchio dalla motobarca del Mirabello, che le porta fin sotto al cacciatorpediniere, permettendo di trasbordarvi dei feriti e parte del materiale che risulta asportabile. Una delle lance del Brindisi (avente a bordo tre feriti del Mirabello – il guardiamarina Ferraresi, ferito alla testa ed al braccio, il suo parigrado Marsili, ferito alla testa, ed il radiotelegrafista De Pasquale, anch’egli ferito alla testa –, nonché parte dell’archivio segreto, il circolo, il sestante ed altro materiale prelevato sul Mirabello) viene presa a rimorchio, per ordine del comandante Puleo, da uno dei motovelieri accorsi sul posto verso le 10.
In tutto, le imbarcazioni trasferiscono sul Brindisi 61 naufraghi del Mirabello e due della Matteucci, dai quali si apprende quanto accaduto a quest’ultima. I feriti, una volta a bordo, ricevono le prime cure. Alle 10.36 il Brindisi riceve ordine da Supermarina di proseguire per Corfù con il resto del convoglio; alle 10.45 la nave si avvicina fino a portata di voce all’Arborea, intanto sopraggiunto insieme al suo convoglio, e gli comunica che il passaggio è probabilmente minato.
Il Mirabello, irrimediabilmente danneggiato, viene intanto abbandonato dagli ultimi uomini rimasti, che provvedono ad accelerarne la fine mediante cariche esplosive; affonda infine verso mezzogiorno, un paio di miglia a sud del faro di Capo Dukato. Il Brindisi ed il resto del convoglio si trattengono sul posto ancora per un po’, zigzagando, finché alle 13.20 tutte le sue lance sono tornate; l’ultima, che non ha naufraghi a bordo, riferisce che parte dell’equipaggio del Mirabello si è messo in salvo sulla costa e sui motovelieri. Il Brindisi rimane ancora in attesa del proprio motoscafo, che ha a bordo due suoi ufficiali, un sottufficiale e due marinai; tenta di mettersi in contatto con il Semaforo di Capo Dukato mediante il proiettore, ma senza successo.
Alle 14.10 il Brindisi avvista verso Punta San Nicolò di Italia, ad una decina di miglia di distanza, i piroscafi tedeschi Marburg e Kybfels, provenienti da Patrasso e diretti a Taranto con a bordo oltre mille uomini di truppa, 66 cannoni, 93 trattori, 15 mezzi corazzati, 136 automezzi e 680 veicoli di altro tipo, cioè parte di una divisione corazzata della Wehrmacht (nei piani originari, era previsto che proprio nelle acque di Capo Dukato i due convogli si dovessero incontrare, e Brindisi e Mirabello dovessero lasciare il convoglio «Annarella» per assumere la scorta dei due piroscafi tedeschi). Ignari di quanto accaduto, i piroscafi si dirigono verso il passaggio minato; il Brindisi prepara il segnale «dirigete verso un pericolo», ma alle 14.18, proprio quando sta per effettuarlo (anche via radio), entrambi i piroscafi saltano sulle mine: dal Brindisi vengono avvertite quattro esplosioni, e si vede una delle due navi in preda ad un violento incendio. (Entrambi i piroscafi affonderanno, con la perdita di 120 uomini, mentre altri 1270 potranno essere tratti in salvo).
A questo punto il comandante Rando, stimando che Marburg e Kybfels siano saltati su fondali di 300 metri, e ritenendo pericolosa la posizione del convoglio a causa del rischio costituito dalle mine, decide di non attendere oltre in zona il motoscafo, e di proseguire subito con il convoglio per Corfù, come ordinato da Supermarina fin dalle 10.36.
Alle 18.45 il Dora C. segnala «sommergibile sulla sinistra»; il convoglio accosta ad un tempo sulla dritta, ed il Brindisi si dirige a tutta forza verso il punto indicato, lanciandovi due bombe di profondità regolate per scoppiare rispettivamente a 25 e 50 metri di profondità (la seconda, però, non esplode).
Le navi riprendono poi la navigazione, assumendo dalle 20.30 la formazione notturna.
22 maggio 1941
Alle 5.45 del 22 maggio la Dora C. deve uscire dalla formazione per una ventina di minuti, per riparare delle avarie al timone; alle 6.30 viene avvistato l’Arborea, sotto costa ed avvolto da alte colonne di fumo, entrare a Porto Edda con il suo convoglio. Per il timore di mine nel passaggio, il Brindisi dirige per Valona invece che per Corfù, informandone Supermarina. Alle 10.30, infatti, quest’ultimo Comando ordina al Brindisi di andare a Valona.
Le navi concludono il loro travagliato viaggio alle 17.30, entrando a Valona. Il Brindisi si mette all’ancora presso Dukati, dopo di che trasborda feriti e naufraghi del Mirabello sulla nave ospedale Gradisca.
29 maggio 1941
Brindisi e Prestinari salpano da Durazzo alle 20 per scortare a Bari un convoglio formato dal piroscafo Milano e dalle motonavi Marin Sanudo, Città di Alessandria e Città di Marsala, che trasportano complessivamente 830 prigionieri nonché un carico di materiali vari.
30 maggio 1941
Il convoglio raggiunge Bari con l’eccezione della Marin Sanudo, che si ferma a Brindisi.
4 giugno 1941
Brindisi e Prestinari scortano da Valona a Bari i trasporti truppe Città di Tripoli, Argentina e Viminale, con a bordo 3130 soldati ed un carico di materiali vari.
6 giugno 1941
Il Brindisi salpa da Bari scortando il piroscafo Città di Tripoli, diretto a Valona con truppe e materiali. Le due navi fanno scalo intermedio a Brindisi, dove si uniscono al convoglio i piroscafi Francesco Crispi e Galilea e la torpediniera Prestinari.
8 giugno 1941
Il Brindisi scorta da Bari a Patrasso la motonave Viminale, con a bordo il Battaglione "Bafile" del Reggimento "San Marco" e personale della Milizia Marittima di Artiglieria (MILMART).
9 giugno 1941
Brindisi e Solferino scortano a Durazzo a Bari i piroscafi Milano e Quirinale e le motonavi Città di Marsala e Città di Bastia, che trasportano in tutto 3913 uomini ed un carico di materiali vari.
10 giugno 1941
Scorta da Bari a Durazzo le motonavi Città di Alessandria e Città di Marsala ed il piroscafo Italia, con truppe e materiali.
13 giugno 1941
Scorta da Durazzo a Bari le stesse tre navi dell’andata, che hanno ora a bordo 2800 militari nonché materiali vari.
15 giugno 1941
Brindisi e Medici scortano Italia e Città di Marsala, con truppe e materiali, da Bari a Durazzo.
16 giugno 1941
Brindisi e Medici scortano Italia e Città di Marsala che ritornano da Durazzo a Bari con truppe e materiali.
18 giugno 1941
Scorta le motonavi Donizetti e Puccini ed il piroscafo Milano, con truppe e materiali vari, a Bari a Valona.
21 giugno 1941
Brindisi e Prestinari scortano Milano, Donizetti e Puccini che trasportano da Valona a Brindisi truppe rimpatrianti della 58a Divisione Fanteria "Legnano".
22 giugno 1941
Scorta da Brindisi a Durazzo il piroscafo Rosandra, con a bordo personale e materiale militare.
24 giugno 1941
Brindisi e Prestinari scortano i piroscafi Italia e Quirinale con truppe rimpatrianti della Divisione "Legnano" da Valona a Brindisi.
27 giugno 1941
Brindisi e Prestinari scortano da Valona a Brindisi le motonavi Città di Agrigento e Viminale.
22 luglio 1941
Brindisi e Medici scortano da Durazzo a Cattaro i piroscafi Aventino e Milano e la motonave Città di Marsala, con truppe e rifornimenti.
24 luglio 1941
Il Brindisi e la torpediniera Francesco Stocco scortano da Durazzo a Bari l’Aventino ed il Milano, di ritorno con 1600 militari rimpatrianti, veicoli e materiali.
25 luglio 1941
Brindisi e Medici scortano il piroscafo Rosandra, con a bordo 1420 militari rimpatrianti, da Durazzo a Brindisi.
30 luglio 1941
Il Brindisi scorta da Durazzo a Bari la motonave Città di Marsala, con a bordo personale rimpatriante del Regio Esercito.
31 luglio 1941
Scorta da Durazzo a Bari il Milano, carico di truppe rimpatrianti.
1° agosto 1941
Scorta da Bari a Durazzo il piroscafo Quirinale, con personale e materiale militare diretto a varie destinazioni.
4 agosto 1941
BrindisiStocco scortano da Bari a Durazzo il Milano e la Rossini con personale del Regio Esercito (avente varie destinazioni), poi scortano sulla rotta inversa la Donizetti ed il Quirinale con 2000 soldati che rimpatriano.
7 agosto 1941
Scorta da Bari a Durazzo Città di Marsala e Quirinale, che trasportano personale militare diretto a varie destinazioni.
9 agosto 1941
Brindisi e Medici scortano Città di Marsala e Quirinale, con 1500 militari che rimpatriano, da Durazzo a Bari.
10 agosto 1941
Brindisi e Medici scortano il piroscafo Milano e la motonave Maria, carichi di truppe, automezzi, rimorchi e materiale militare, da Bari a Durazzo.
11 agosto 1941
Brindisi e Medici scortano Milano e Rosandra, con a bordo 1500 militari che rimpatriano nonché automezzi e materiali vari, da Durazzo a Bari.
13 agosto 1941
Il Brindisi ed il cacciatorpediniere Augusto Riboty scortano Città di Marsala e Quirinale, con truppe e materiale militare, da Bari a Durazzo.
14 agosto 1941
Brindisi e Riboty scortano il Quirinale, con a bordo mille soldati rimpatrianti, da Durazzo a Bari.
17 agosto 1941
Brindisi e Riboty scortano Milano e Rosandra, con personale militare che rimpatria, da Durazzo a Bari.
19 agosto 1941
Brindisi e Riboty scortano da Bari a Durazzo la motonave Città di Alessandria ed i piroscafi Milano, Rosandra e Quirinale, carichi di truppe e materiali.
21 agosto 1941
Scorta Milano e Rosandra, carichi di truppe e materiali, da Durazzo a Spalato.
23 agosto 1941
Brindisi e Medici scortano da Durazzo a Bari Città di Alessandria, Città di Bastia e Quirinale, aventi a bordo 2400 militari rimpatrianti.
27 agosto 1941
Brindisi e Stocco scortano Città di AlessandriaMilano e Rosandra con 3250 militari rimpatrianti, da Durazzo a Bari.
28 agosto 1941
Il Brindisi e la torpediniera Antares scortano la motonave Città di Bastia ed il piroscafo Sant’Agata, carichi di truppe e materiali, da Prevesa ad Argostoli.
30 agosto 1941
Brindisi ed Antares scortano le motonavi Città di Bastia e Città di Trapani, cariche di truppe rimpatrianti, da Argostoli a Prevesa, e poi a Brindisi.
5 settembre 1941
Scorta da Corfù a Prevesa il piroscafo Devoli, con truppe a bordo.
9 settembre 1941
Brindisi e Riboty scortano da Patrasso a Brindisi i piroscafi Palermo, Campina e Fanny Brunner, con personale rimpatriante delle forze armate.
13 settembre 1941
Brindisi e Riboty scortano da Bari a Durazzo i piroscafi Aventino e Rosandra, con truppe e materiali.
18 settembre 1941
Brindisi e Medici scortano da Bari a Durazzo i piroscafi Italia, Aventino e Rosandra, con truppe e materiali.
19 settembre 1941
Brindisi e Medici scortano da Durazzo a Bari Italia, Rosandra ed Aventino che trasportano 2470 militari rimpatrianti.
21 settembre 1941
Il Brindisi e la torpediniera Bassini scortano da Bari a Durazzo, con scalo intermedio a Cattaro, i piroscafi Italia, Aventino e Rosandra, con a bordo personale, automezzi e materiale del Regio Esercito.
24 settembre 1941
Brindisi e Bassini scortano ItaliaRosandra ed Aventino che rientravano da Durazzo a Bari con 3500 militari rimpatrianti.
29 settembre 1941
Brindisi e Medici scortano da Durazzo a Bari Italia e Rosandra, con 2600 militari rimpatrianti.
3 ottobre 1941
Brindisi e Stocco scortano da Valona a Patrasso i piroscafi Aventino e Galilea con truppe e rifornimenti.
10 ottobre 1941
Brindisi e Riboty scortano Aventino e Galilea, con a bordo prigionieri e personale rimpatriante del Regio Esercito, da Patrasso a Bari.
26 ottobre 1941
Salpa da Brindisi per scortare a Patrasso il piroscafo Mameli, con a bordo personale militare e materiali vari; al largo di Santa Maria di Leuca si unisce al convoglio anche il piroscafo Resurrectio, proveniente da Taranto. Il convoglio viene poi dirottato temporaneamente ad Argostoli.
27 ottobre 1941
Le navi ripartono da Argostoli e raggiungono Patrasso.
31 ottobre 1941
Scorta da Argostoli a Patrasso i piroscafi Resurrectio e Cartagena.
3 novembre 1941
Scorta da Patrasso a Taranto le navi cisterna Rondine e Campina.
25 novembre 1941
Brindisi e Solferino scortano da Bari a Durazzo i piroscafi Italia, Rosandra ed Aventino, aventi a bordo 3406 militari della Regia Marina e della Regia Aeronautica nonché un carico di materiali vari.
17 dicembre 1941
Brindisi e Stocco scortano da Durazzo a Bari Aventino, Rosandra, Italia e Viminale, che trasportano 3000 militari rimpatrianti.
19 dicembre 1941
Brindisi e Stocco scortano da Bari a Durazzo DonizettiRosandra e Quirinale con truppe e rifornimenti.
21 dicembre 1941
Brindisi e Stocco scortano da Durazzo a Bari Rosandra e Quirinale con truppe che rimpatriano.
5 gennaio 1942
Scorta da Bari a Patrasso, e poi da lì a Brindisi, i piroscafi Fedora ed Hans Harp (tedesco), con a bordo materiali per le forze tedesche.
9 gennaio 1942
Il Brindisi (capitano di corvetta Filippo Rando) lascia Brindisi in mattinata per scortare a Patrasso il piroscafo Fedora lasciò, carico di carbone.
10 febbraio 1942
All’1.06 di notte il sommergibile britannico Thrasher (al comando del tenente di vascello Hugh Stirling Mackenzie), in posizione 39°14’ N e 19°41’ E, avvista in lontananza il Fedora, su rilevamento 310°. Il battello britannico accosta verso la nave e si avvicina, identificandola, all’1.15, come un mercantile di medie dimensioni che procede proprio verso il Thrasher, su rotta 130°, accompagnato da una nave più piccola (il Brindisi). All’1.20 il sommergibile s’immerge per attaccare da quota periscopica, essendo le condizioni meteomarine in superficie troppo avverse per poter condurre un attacco in emersione, ma Brindisi e Fedora passano oltre prima che il Thrasher possa attaccare; all’1.54 il sommergibile emerge per inseguire le due navi (che non hanno minimamente notato la presenza dell’unità nemica) in superficie, approfittando del buio, finché alle 3.55, infine, lancia quattro siluri contro il Fedora.
Appena prima delle quattro del mattino il Brindisi, che procede a zig zag davanti al Fedora (le due navi si trovano circa 35 miglia a sudest di Capo Dukato), avvista la torretta affiorante del Thrasher, che ha già lanciato i suoi siluri contro il Fedora. Il Brindisi effettua i segnali previsti, manovra rapidamente ed apre il fuoco contro il Thrasher con la mitragliera di dritta, mentre i cannoni vengono caricati, ma dopo pochi istanti il Fedora viene colpito da due delle armi. Mentre il Brindisi si porta sulla verticale del sommergibile, che si è immerso subito dopo lo scoppio dei siluri (avendo osservato che il secondo ed il terzo erano andati a segno), ed inizia a lanciare bombe di profondità, l’equipaggio del Fedora abbandona la nave sulle scialuppe.
L’incrociatore ausiliario effettua diversi giri intorno al mercantile agonizzante, continuando a gettare bombe di profondità per un paio d’ore; il Comando Militare Marittimo della Morea (Marimorea) invia in assistenza il cacciatorpediniere Turbine. Il Fedora affonda infine alle 5.40 in posizione 39°00’ N e 19°58’ E (oppure 38°59’ N e 19°51’5” E o 38°59’ N e 19°59’ E), a 35 miglia per 132° da Capo Dukato, sull’isola di Santa Maura, e 120 miglia ad ovest di Patrasso. Al Brindisi, dopo aver effettuato un ultimo lancio di cariche di profondità a scopo intimidatorio, non rimane che recuperare i 36 naufraghi del piroscafo e dirigere poi per Patrasso. Dopo aver incontrato il Turbine alle 8.20, il Brindisi, accompagnato dal cacciatorpediniere, arriva a Patrasso alle 14.15.
3 febbraio 1942
Il Brindisi e le torpediniere Solferino e Generale Carlo Montanari scortano i piroscafi Piemonte, Viminale e Galilea, con truppe rimpatrianti, da Patrasso a Bari.
7 febbraio 1942
Brindisi e Montanari scorano i piroscafi Rosario e Salvatore, con truppe e materiali, da Bari a Corfù.
11 febbraio 1942
Brindisi e Bassini salpano da Bari alle 18 scortando i piroscafi CrispiMilano e Piemonte, con truppe e materiali.
12 febbraio 1942
Il convoglio giunge a Corfù alle 10, e vi si trattiene fino alle 22, poi prosegue per Patrasso con l’aggiunta del cacciatorpediniere Turbine.
13 febbraio 1942
Le navi arrivano a Patrasso alle 15.
25 febbraio 1942
Brindisi e Bassini scortano i piroscafi Pozzuoli ed Abbazia (quest'ultimo proveniente da Valona), carichi di grano e materiali vari, da Brindisi a Corfù.
4 marzo 1942
Brindisi e Bassini scortano i piroscafi Pozzuoli ed Abbazia da Corfù a Patrasso.
Al contempo, il Brindisi si trasferisce al Pireo per un periodo di scorta ai convogli diretti a Creta.
14 marzo 1942
Il Brindisi, insieme alle torpediniere Sirio e Monzambano ed al cacciasommergibili tedesco Drache, scorta dal Pireo a Suda le motonavi Città di Agrigento, Città di Alessandria e Città di Savona.
17 marzo 1942
Brindisi, Drache, Sirio e Monzambano scortano le stesse tre motonavi dell’andata, più il piroscafo tedesco Arcadia, di ritorno da Suda al Pireo.
25 marzo 1942
Il Brindisi, il Drache e le torpediniere Lupo e Cassiopea scortano Città di Agrigento, Città di Alessandria e Città di Savona dal Pireo a Suda.
28 marzo 1942
Brindisi e Drache scortano le stesse tre motonavi da Suda al Pireo.
3 aprile 1942
Brindisi, Monzambano, Calatafimi e tre motovedette tedesche scortano dal Pireo a Suda Città di Agrigento, Città di Alessandria e Città di Savona ed i piroscafi Delos, Elli e Teseo.
6 aprile 1942
Brindisi, Monzambano e Calatafimi scortano le tre motonavi più il Delos da Suda al Pireo.
10 aprile 1942
Brindisi, Monzambano e Calatafimi scortano le stesse quattro navi dal Pireo a Suda.
22 aprile 1942
Brindisi, Monzambano e Calatafimi, insieme ad una motovedetta tedesca, scortano Città di Agrigento, Città di Alessandria e Città di Savona da Suda al Pireo.
28 aprile 1942
Brindisi, Monzambano e Calatafimi scortano Città di Agrigento, Città di Savona e Delos dal Pireo ad Iraklion.
2 maggio 1942
Brindisi, Monzambano e Calatafimi, insieme a due motovedette tedesche, scortano Città di Agrigento, Città di Savona, Delos ed il piroscafo tedesco Santa Fe da Iraklion al Pireo.
10 maggio 1942
Brindisi, Lupo e Calatafimi, unitamente a due motovedette tedesche, scortano Città di Agrigento e Città di Savona da Iraklion al Pireo.
15 maggio 1942
Brindisi, Sirio e Calatafimi, insieme a due motovedette tedesche, scortano dal Pireo a Suda un numeroso convoglio composto da Città di Agrigento, Città di Alessandria, Città di Savona e Santa Fe, dal piroscafo Tagliamento e dalla motonave Tabarca.
21 maggio 1942
Brindisi, Sirio e Calatafimi, insieme a quattro motovedette della Kriegsmarine, scortano da Suda al Pireo Città di Agrigento, Città di Alessandria, Città di Savona, Santa Fe e la nave cisterna tedesca Ossag.
28 maggio 1942
Il Brindisi scorta la motonave Probitas da Patrasso a Brindisi.
Con questo viaggio, il Brindisi termina il periodo al Pireo e fa ritorno a Brindisi.
27 luglio 1942
Il Brindisi, insieme alla torpediniera Pallade ed al cacciatorpediniere Premuda, scorta da Bari a Patrasso il piroscafo Italia, carico di truppe e materiali.
31 luglio 1942
Brindisi ed Antares scortano da Patrasso a Taranto i piroscafi cisterna Alberto Fassio e Sanandrea.
Dopo l’arrivo a Taranto, il Brindisi viene avviato ad un periodo di lavori presso quell’arsenale, restandovi diversi mesi.
11 novembre 1942
Completati i lavori, il Brindisi ritorna in servizio. Adibito, per un breve periodo, alla scorta dei convogli diretti in Africa Settentrionale.
12 novembre 1942
Salpa da Taranto per Tunisi alle 16.50, in missione di trasporto, da solo e senza scorta.
14 novembre 1942
Dopo una breve sosta a Messina, raggiunge Tunisi alle 14.30.
Un idrovolante CANT Z. 506B, pilotato dal capitano Giuseppe Valvo e decollato da Stagnone alle 11 per fornire scorta antisommergibili al Brindisi, viene abbattuto da due Bristol Beaufighter al largo di Capo Bon.
15 novembre 1942
Riparte da Tunisi alle 17, diretto a Napoli.
16 novembre 1942
Arriva a Napoli alle 18.40.
19 novembre 1942
Salpa da Napoli per Tripoli alle 21.30, in missione di trasporto, scortato dalla torpediniera Lince.
20 novembre 1942
Sosta a Trapani.
21 novembre 1942
Arriva a Tripoli alle 20.
25 novembre 1942
Lascia Tripoli alle 21 diretto a Trapani, scortato dalle torpediniere Animoso (caposcorta) e Giacomo Medici. Le tre navi fanno due brevi soste a Sfax e Susa, prima di proseguire per l’Italia.
26 novembre 1942
All’1.12 il sommergibile britannico P 44 (poi United, tenente di vascello Thomas Erasmus Barlow) avvista il Brindisi e le due torpediniere a 6 miglia di distanza, su rilevamento 105°, in posizione 33°24’ N e 12°33’ E (una cinquantina di miglia a nordovest di Tripoli); all’1.25 identifica le tre navi e ne stima la rotta in 315° e la distanza in 2,5 miglia, iniziando a manovrare per avvicinarsi alla massima velocità.
All’1.50 il P 44 lancia due siluri da 4600 metri di distanza, ma le armi non vanno a segno; alle 2.11 il sommergibile emerge e si pone all’inseguimento del convoglio italiano (che non si è accorto dell’attacco), ma la velocità di quest’ultimo è troppo superiore, ed alle 2.55 il P 44 perde il contatto con le navi italiane.
Alle 2.30, intanto, scoppia un incendio accidentale nel locale caldaie n. 1 del Brindisi; il focolaio può tuttavia essere rapidamente estinto.
27 novembre 1942
Il convoglietto arriva a Trapani alle 14.30.
Già alle 21 il Brindisi riparte per Biserta, andandosi ad unire all’incrociatore ausiliario Città di Tunisi ed alla torpediniera Climene, anch’essi diretti a Biserta (provenienti da Palermo con il convoglio «G», le due navi si sono temporaneamente rifugiate a Trapani dopo che il Città di Tunisi ha accidentalmente speronato e affondato la torpediniera Circe, riportando alcuni danni), nonché al cacciatorpediniere Folgore ed alla torpediniera Animoso, unitesi alla scorta per rinforzarla.
28 novembre 1942
Il convoglio subisce ripetuti attacchi aerei;  alle 3.57 viene mitragliata la Climene, con due morti a bordo.
Le navi arrivano a Biserta alle 12.15.
29 novembre 1942
Il Brindisi (capitano di fregata Giorgio La Scala) lascia Biserta alle 16.30 scortando il Città di Tunisi, diretto a La Spezia per lavori di riparazione dei danni riportati nella collisione del 27. Nelle prime ore della navigazione, le due navi sono anche protette dalla torpediniera Climene e dalla motosilurante MS 34, che però lasciano la scorta alle 18. “ULTRA” ha decrittato alcuni messaggi relativi ai preparativi per la partenza delle due navi.
Alle 20.53 le due navi vengono avvistate dal sommergibile britannico P 219 (poi Seraph, tenente di vascello Norman Limbury Auchinleck Jewell) su rilevamento 080°. Dopo aver accostato per attaccare, alle 21.49 il sommergibile lancia tre siluri da 4600 metri, in posizione approssimata 38°00’ N e 10°00’ E (a 60 miglia per 155°, cioè a a sud/sudest, da Capo Carbonara, ed una trentina di miglia a ponente di Marettimo), per poi immergersi alle 21.54.
Nessuna delle armi va a segno; il Brindisi evita con rapida manovra due siluri (l’orario indicato dalle fonti italiane per l’attacco sono le 22.10), che poi esplodono a fine corsa, così vicini alla poppa della nave da causare con la sola concussione alcune avarie alla trasmissione elettrica del timone (che viene comunque prontamente rimessa in efficienza). La nave reagisce lanciando tre bombe di profondità, senza però causare danni.
1° dicembre 1942
Alle 5.30 il Brindisi lascia la scorta del Città di Tunisi e dirige su Civitavecchia, dove giunge alle 13.30.
Torna poi a scortare i convogli sulle rotte per l’Albania.
21 dicembre 1942
Scorta da Brindisi a Patrasso i piroscafi Pluto e Merano.
23 dicembre 1942
Scorta da Patrasso a Taranto la nave cisterna Rondine.
3 gennaio 1943
Scorta da Patrasso a Brindisi i piroscafi Salvatore e Valentino Coda, con a bordo truppe rimpatrianti.
7 gennaio 1943
Scorta da Brindisi a Patrasso i piroscafi Polcevera e Capo Pino.
12 gennaio 1943
Scorta da Patrasso a Brindisi il piroscafo Alba Julia.
19 gennaio 1943
Il Brindisi e la torpediniera Rosolino Pilo scortano da Bari a Durazzo il piroscafo Rosandra, con a bordo truppe e materiali.
1° febbraio 1943
Brindisi e Pilo scortano il piroscafo Rosandra, con truppe e materiali, da Bari a Durazzo.
3 febbraio 1943
Brindisi e Pilo scortano Rosandra e Milano, con truppe rimpatrianti, da Durazzo a Bari.
15 febbraio 1943
Il Brindisi e l’incrociatore ausiliario Lazzaro Mocenigo scortano il Milano, con truppe rimpatrianti, da Durazzo a Bari.
16 febbraio 1943
Brindisi e Mocenigo scortano il piroscafo Milano, con truppe e materiali, da Bari a Durazzo.
19 febbraio 1943
Brindisi e Mocenigo scortano il Milano, con truppe rimpatrianti, da Durazzo a Bari.
20 febbraio 1943
Verso le 8.40-8.45 il Brindisi, che si trova ormeggiato nel porto di Bari, apre il fuoco contro il sommergibile britannico Thunderbolt (tenente di vascello Cecil Bernard Crouch), il quale alle 8.38 ha attaccato col cannone il motoveliero albanese Villanzen Veli poco fuori del porto. Trovandosi sotto il tiro combinato del Brindisi e di una batteria costiera da 120 mm, il Thunderbolt interrompe il tiro e s’immerge alle 8.45. Il Villanzen Veli ha subito alcuni modesti danni ed è stato abbandonato dall’equipaggio; finirà con l’incagliarsi sulla vicina costa, ma potrà essere agevolmente recuperato.
22 febbraio 1943
Brindisi, Mocenigo e Pilo scortano il Milano, con truppe e rifornimenti, da Bari a Durazzo.
24 febbraio 1943
Brindisi e Mocenigo scortano il Milano da Durazzo a Bari.
27 febbraio 1943
Il Brindisi e la torpediniera Missori scortano da Bari a Durazzo il piroscafo Quirinale, carico di truppe e materiali.
6 marzo 1943
Brindisi, MissoriMocenigo scortano da Durazzo a Bari i piroscafi ZeilaMilano e Quirinale, che trasportano personale militare rimpatriante.
12 marzo 1943
Brindisi, MissoriMocenigo  scortano Milano e Quirinale da Bari a Durazzo.
21 marzo 1943
Il Brindisi scorta da Durazzo a Bari, insieme a Missori e MocenigoMilano e Quirinale.
31 marzo 1943
Brindisi e Missori scortano il Milano da Bari a Durazzo.
13 maggio 1943
Brindisi, Missori e l’incrociatore ausiliario Francesco Morosini scortano Milano e Quirinale, con truppe e materiali, da Bari a Durazzo.
29 maggio 1943
Brindisi e Missori scortano da Bari a Durazzo Milano e Quirinale, con truppe e materiali.


Il Brindisi, sulla destra, ormeggiato a Bari il 9 giugno 1943. In secondo piano la nave ospedale Gradisca (g.c. STORIA militare)

27 giugno 1943
Il Brindisi si unisce al piccolo incrociatore ausiliario Rovigno nella scorta ai piroscafi Milano, Campidoglio e Quirinale, in navigazione da Patrasso a Brindisi. Nel Canale di Santa Maura, il convoglio viene attaccato da quattro aerei a volo radente; il Quirinale viene colpito e dev’essere portato ad incagliare, mentre il resto del convoglio prosegue.
28 giugno 1943
Il Brindisi scorta i piroscafi Italia ed Argentina da Brindisi a Patrasso.
6 luglio 1943
Il Brindisi, insieme alle torpediniere Lince e Sagittario, scorta da Patrasso a Brindisi i piroscafi Italia ed Argentina, con truppe rimpatrianti.
13 luglio 1943
Brindisi e Missori scortano la motonave Città di Alessandria da Bari a Durazzo.
14 luglio 1943
Brindisi e Missori scortano la Città di Alessandria di ritorno da Durazzo a Bari.
28 luglio 1943
Brindisi e Pilo scortano da Bari a Durazzo l’Italia e l’Argentina, con truppe e materiali.
30 luglio 1943
Il Brindisi e la torpediniera Giuseppe Cesare Abba scortano da Durazzo a Bari Italia ed Argentina.

Il Brindisi a Taranto (da www.naviearmatori.net, utente Commis)

L’affondamento

Alle 21.35 del 6 agosto 1943 il Brindisi (al comando del capitano di fregata Loris Greco) salpò da Bari per scortare a Teodo, insieme alla vecchia torpediniera Rosolino Pilo, il piroscafo Italia, avente a bordo un migliaio di soldati e 160 tonnellate di materiali.
Il viaggio del convoglietto non durò neanche mezz’ora: già alle 21.48, infatti, le navi vennero rilevate dal nuovo radar del sommergibile britannico Uproar (tenente di vascello Laurence Edward Herrick), che segnalò un contatto su rilevamento 230°, a 6400 metri di distanza. Un minuto dopo, le vedette dell’Uproar avvistarono la sagoma di una nave oscurata nella direzione del contatto radar; trovandosi praticamente sulla sua rotta, il sommergibile – restando in superficie – mise i motori a marcia indietro per tre minuti, in modo da aumentare le distanze e portarsi in posizione di lancio. Alle 21.55, trovandosi ancora troppo vicino per poter lanciare efficacemente, il battello britannico mise i motori indietro tutta; alle 21.58, in posizione 41°11’ N e 16°56’ N, lanciò infine tre siluri da distanze comprese tra i 460 ed i 550 metri. Un minuto dopo, l’Uproar s’immerse ed iniziò ad allontanarsi.
Più o meno in quel momento (l’orario italiano indica le 22.05), mentre le navi si trovavano ancora sulla rotta di sicurezza (Bari distava sei o sette miglia), le vedette del Brindisi avvistarono la torretta di un sommergibile affiorante (l’Uproar, ovviamente): subito dopo, prima che si potesse tentare alcuna manovra o reazione, un siluro colpì il Brindisi sulla dritta, in corrispondenza della stiva numero 2 (a poppa estrema: Herrick aveva sottostimato la velocità del suo bersaglio). Lo scoppio del siluro fece fermare immediatamente i motori principali e causò un immediato grave allagamento che determinò il rapido appoppamento della nave, che si abbassò con il ponte di coperta di poppa al livello del mare.
Pilo ed Italia invertirono immediatamente la rotta; dopo aver fatto i segnali prescritti in caso di siluramento, la torpediniera, vedendo che il Brindisi sembrava restare a galla, scortò l’Italia al sicuro nel vicino porto di Bari, dopo di che tornò sul luogo dell’attacco. Grazie alla vicinanza del porto, la notizia del siluramento poté essere rapidamente riferita, e si inviarono rapidamente sul posto i mezzi di soccorso.
Un tentativo di rimorchio riuscì vano; appurate le condizioni ormai compromesse del bastimento, il comandante Greco ordinò di abbandonare la nave, dopo aver gridato tre volte "Viva il re". L’equipaggio abbandonò la nave con calma ed ordine, grazie anche al mare calmo, che permise di mettere a mare tutti i mezzi di salvataggio; saliti su tre lance (per una fonte, furono usati anche degli atolli), gli uomini attesero i soccorsi nei pressi del relitto.
Il comandante Greco si trattenne a bordo per ultimo con due suoi uomini, per compiere un’ultima ispezione e provvedere a recuperare i cifrari ed anche un oggetto personale cui teneva molto: una sciabola avuta ventidue anni prima, quando i rapporti tra Italia e Regno Unito erano ben diversi, da Louis Francis Albert Mountbatten, suo coetaneo, futuro Primo Lord del Mare, ultimo vicerè dell’India e zio del marito della regina Elisabetta. Greco e Mountbatten, allora giovani sottotenenti di vascello (Greco era imbarcato sull’esploratore Libia), si erano incontrati ad un cocktail a Malta nell’estate del 1921; avevano subito fraternizzato, ed avevano brindato alle fortune dei loro due Paesi, non immaginando cosa il futuro avrebbe loro riservato. Prima di separarsi, Mountbatten aveva proposto a Greco di scambiarsi le sciabole, in segno di stima. Ora, sul Brindisi, Greco cercò di tornare nella sua cabina per recuperare la sciabola di Mountbatten, ma ormai era troppo tardi: con uno schianto (diversi superstiti riconobbero il peculiare rumore dello schiodamento di una paratia stagna) la nave prese a sbandare ed affondare più velocemente, ed i due uomini rimasti con lui lo costrinsero a gettarsi in mare.
Poco dopo, alle 23.05, il Brindisi s’inabissò a due miglia dal faro di San Cataldo (ed a 6 miglia per 64°, cioè a nordest, del faro di Bari), vicino alla città che gli aveva dato il nome. La sciabola di Mountbatten affondò con la nave.
Un rimorchiatore prese a rimorchio le tre scialuppe con i naufraghi del Brindisi, e le condusse a Bari. Le vittime furono dieci, su un totale 112 uomini imbarcati sull’incrociatore ausiliario.

I loro nomi:

Argentino Belelli, marinaio torpediniere, disperso
Luigi Briccola, marinaio cannoniere, disperso
Vincenzo Carli, sottocapo elettricista, disperso
Gaspare De Santis, marinaio fuochista, disperso
Alfonso Giannattasio, marinaio, disperso
Antonio Nicolò, marinaio fuochista, disperso
Gennaro Schiavo, marinaio cannoniere, disperso
Mario Ventrone, marinaio cannoniere, disperso
Giovanni Violante, operaio militarizzato col grado di marinaio, disperso
Sergio Zuiani, sottocapo cannoniere, disperso


Alle 2.45 del 7 agosto il contrammiraglio Tommaso Panunzio riferì in un cablogramma: «Nave Brindisi è stata attaccata da sommergibile nemico (in mare Adriatico di Puglia fra punto 'B' et punto 'A' Alt Siluri lanciati: quattro di cui tre scoppiati fuori bordo senza colpire nave et uno andato a segno at estrema poppa Alt Sommergibile avvistato sulla dritta at circa 500 metri Alt Nave Brindisi affondata at ore 23.05 circa Alt Tempestive disposizioni di salvataggio hanno permesso recupero di quasi tutto il personale».
Alla sede di Venezia della società Adriatica giunse un cablogramma di poche parole: «Signor BOTTINO est "purtroppo" partito ore 21 del 6/8/1943».
Il siluramento del Brindisi fu il primo attacco compiuto da un sommergibile della 10th Submarine Flotilla (la “Fighting Tenth” con base a Malta, protagonista della guerra al traffico dell’Asse in Mediterraneo) con l’ausilio del radar, appena installato sull’Uproar.

Il relitto del Brindisi è stato individuato nel 2011 dalla nave oceanografica Ammiraglio Magnaghi della Marina Militare (in precedenza il nome del Brindisi era stato attribuito ad un altro relitto nella stessa area, poi rivelatosi appartenere alla nave liberty statunitense Samuel J. Tilden).


L’affondamento del Brindisi nel giornale di bordo dell’Uproar (da Uboat.net):

“2129 hours - Obtained a radar contact bearing 230°, range 5000 yards. It was at first thought to be a false echo as many had been obtained before but in view of later events it was thought to be a destroyer.
2148 hours - Obtained a radar contact bearing 230°, range 7000 yards.
2149 hours - Sighted a darkened ship on the same bearing. Uproar was almost ahead so ran out for 3 minutes.
2155 hours - As Uproar would still be too close to fire torpedoes went full astern.
2158 hours - In position 41°11'N, 16°56'E fired 3 torpedoes from 500 to 600 yards. One hit was obtained.
2159 hours - Dived and took avoiding action. A few depth charges were dropped during the next hours but no damage was done to Uproar.”

Un’altra immagine del Brindisi in veste di incrociatore ausiliario (da xoomer.virgilio.it)