lunedì 30 novembre 2015

Totonno

Il Totonno (g.c. Mauro Millefiorini)

Piroscafo da carico da 674,14 tsl e 395 tsn, lungo 60,7 m, largo 10 e pescante 3,2, con velocità di 10 nodi. Appartenente all’armatore Umberto D’Amato (poi Borrello & C.) di Torre del Greco ed iscritto con matricola 29 al Compartimento Marittimo di Torre del Greco; nominativo di chiamata IUZP.

Breve e parziale cronologia.

1899
Varato nei cantieri Rijkee & Co. N. V. di Rotterdam (numero di cantiere 94) come piroscafo misto.
Dicembre 1899
Completato come olandese Curaçao, per la N. V. Koninklijke West-Indische Maildienst di Amsterdam. Nominativo di chiamata NLRH; stazza lorda e netta originaria, 728 tsl e 434 tsn.
Impiegato sulla rotta Amsterdam-Paramaribo-Demarara-Trinidad-Curaçao-Port au Prince-New York.
1901
Acquistato dal governo del Suriname e registrato a Paramaribo (mantenendo però bandiera olandese), non cambia nome.
1916
Trasferito al N.V. Bureau Wijsmuller di Ijmuiden e registrato a Rotterdam.
1918
Acquistato dalla Compagnie (o Société) des Cargos Français, con sede a Marsiglia (o Le Havre), registrato a Marsiglia (bandiera francese) e ribattezzato Achille Bayart. Iin gestione a Derose & Foroux di Marsiglia, poi dal 1920 a E. J. Heinz di Marsiglia e dal 1923 alla Union Maritime France-Algerie, sempre con sede a Marsiglia).
1925 o 1926
Acquistato dagli armatori Bartolomeo e Francesco Albanese, Francesco Imparato, Michele Bottiglieri e Salvatore Altieri, di Torre del Greco (formalmente dal solo Bartolomeo Albanese fu Cristoforo, ma di fatto anche dagli altri soci), registrato a Torre del Greco (bandiera italiana) e ribattezzato Francesco Imparato.
1930
Trasferito all’armatore Michele Bottiglieri di Torre del Greco e ribattezzato Totonno.
1938
Acquistato dall’armatore Umberto D’Amato di Torre del Greco.
Dopo il 1940 sarà venduto all’armatore Borelli & C., sempre di Torre del Greco.
7 giugno 1940
Requisito a Venezia dalla Regia Marina (dalle ore 16) ed iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato con sigla V 83; adibito alla vigilanza foranea.
20 febbraio 1941
Derequisito e radiato dal ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
10 luglio 1941
Compie un viaggio da Durazzo a Bari insieme al piroscafo Carmela.
11 agosto 1941
Compie un viaggio da Bari a Durazzo, da solo e senza scorta.
30 gennaio 1942
Compie un viaggio da Durazzo a Bari, di nuovo in navigazione isolata.
18 marzo 1942
Salpa da Durazzo e raggiunge Bari, da solo e senza scorta.
19 aprile 1942
Viaggio da Bari a Durazzo, sempre isolato.
27 aprile 1942
Parte da Valona e raggiunge Porto Edda con un carico di munizioni, scortato dal piccolo incrociatore ausiliario Rovigno.
13 novembre 1942
Viaggio da Durazzo a Bari, da solo e senza scorta.
10 febbraio 1943
Alle 9.20 il sommergibile britannico Thunderbolt (capitano di corvetta Cecil Bernard Crouch) avvista il Totonno – in navigazione da Sebenico a Spalato – in posizione 43°29’ N e 15°58’ E, mentre sta costeggiando l’estremità meridionale di Curzola. Alle 9.33 il sommergibile lancia due siluri da 2290 metri, ma, avendo sbagliato nello stimare la velocità del bersaglio (del quale ha stimato erroneamente anche la stazza, valutandola in 1500 tsl), le due armi mancano il Totonno passandogli a prua ed esplodendo contro la costa.
 

La nave quando portava l’originario nome di Curaçao (www.kroonvarders.nl

L’affondamento

Il 15 febbraio 1943 il Totonno era in navigazione da Gravosa a Durazzo con un carico di rifornimenti militari quando, intorno alle 7.10 – essendosi spinto troppo vicino agli isolotti dei Pettini, vicino a Ragusa Vecchia – entrò accidentalmente in un campo minato italiano ed urtò una mina. Lo scoppio aprì una grossa falla nella stiva prodiera; il comandante tentò di sfruttare l’abbrivio e virò verso l’isolotto dei Pettini, distante solo poche centinaia di metri, per portare la nave ad incagliare sulla vicina isola, ma il danno era troppo grave, ed il Totonno affondò di prua in pochi minuti. Non vi furono vittime.

Il relitto del Totonno (localmente noto anche come “Taranto”) è oggi oggetto d’immersioni: giace nel punto 42˚ 39' 06,84'' N e 18˚ 02' 48,63'' E vicino all’imboccatura del porto di Gravosa (Ragusa), a soli 60 metri dal terzo isolotto dei Pettini/Grebeni (sul quale è situato un faro). Lo scafo si è spezzato in due a proravia della sovrastruttura (presumibilmente nell’adagiarsi sul fondale), e giace su un “gradino” roccioso sottomarino con la prua, appoggiata alla parete rocciosa e puntata verso l’alto, a 24-25 metri di profondità e la poppa, in assetto di navigazione, a 51-54 metri, ancora notevolmente integro. Un trattore Ansaldo è ancora assicurato al ponte di poppa, mentre altri due giacciono nei pressi, sul fondale.
 

Il Totonno a Torre del Greco (da www.gbottiglieri.com 




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