venerdì 20 novembre 2015

Enrichetta

L’Enrichetta (g.c. Pietro Berti via www.naviearmatori.net

Trasporto militare da 4652,23 tsl, 2978,89 tsn e 8500 tpl, lungo 117,66 metri, largo 15,3-15,9 e pescante 7,43, con velocità di 9,5 nodi. Appartenente alla Regia Marina ma in gestione alla Società Anonima Cooperativa di Navigazione Garibaldi, con sede a Genova; iscritto con matricola 1822 al Compartimento Marittimo di Genova.

Breve e parziale cronologia.

29 aprile 1907
Varato nei cantieri Joseph L. Thompson & Sons Ltd. di North Sands (Sunderland) come Kossuth Ferencz (numero di costruzione 459).
Giugno 1907
Completato come Kossuth Ferencz (bandiera austroungarica), per la compagnia ungherese Società Anonima Navigazione Marittima Atlantica, avente sede a Fiume. Stazza lorda originaria 4781 tsl.
1917
Requisito dalla Marina imperiale austro-ungarica durante la prima guerra mondiale.
Gennaio 1918
Restituito agli armatori.
1919-1920
A seguito della fine della prima guerra mondiale e della dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico, il Kossuth Ferencz naviga sotto bandiera interalleata.
1920-1924
La compagnia armatrice continua ad avere sede a Fiume, che frattanto è divenuta «Stato Libero di Fiume». Il Kossuth Ferencz batte bandiera italiana.

Il Kossuth Ferencz (g.c. Horváth József via www.hajoregiszter.hu

1924
A seguito di accordo tra la Società Anonima Navigazione Marittima Atlantica (Atlantica Trust Company Ltd di Budapest) ed il governo italiano, con l’annessione di Fiume all’Italia, viene costituita la Fiumana Società Anonima di Navigazione; il Kossuth Ferencz cambia nome in Alberto Fassini, dal nome del presidente della nuova società. La Navigazione Marittima Atlantica s’impegna inoltre di riscattare la nave dal governo italiano, pagando rate mensili (non ci riuscirà e dovrà infine venderla nel 1930).
1932
Acquistato dall’armatore Salvatore Capiello di Genova, che lo ribattezza Presto. Stazza lorda e netta risultano essere 4560 tsl e 2980 tsn.
Settembre 1932
Due membri dell’equipaggio del Presto vengono processati dal «Tribunale speciale per la difesa dello Stato» per possesso di volantini della Confederazione Generale del Lavoro.
1933
Acquistato dalle Industrie Navali Società Anonima (INSA, armatore Giovanni Gavarone) di Genova e ribattezzato Enrichetta.
1936
Acquistato dalla Regia Marina.
12 maggio 1936
Entra in servizio nella Regia Marina come nave trasporto.
19 dicembre 1936
L’iscrizione nel quadro del Regio Naviglio viene temporaneamente sospesa per permetterne la gestione alla Cooperativa Garibaldi.
10 giugno 1940
Ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale. L’Enrichetta è inquadrato nel naviglio ausiliario autonomo, alle dirette dipendenze di Supermarina.
9 gennaio 1941
Salpa da Brindisi alle quattro insieme al piroscafo Santa Maria, adibito al traffico civile. La scorta è fornita dalla torpediniera Altair; le due navi giungono a Valona alle 13.
26 gennaio 1941
Lascia Valona alle 9.45, in convoglio con il Santa Maria ed il piroscafo cisterna Cesco (tutti e tre sono scarichi) e con la scorta della torpediniera Aretusa. Il convoglio arriva a Brindisi alle 18.45.
6 luglio 1942
Compie un viaggio da Taranto a Navarino, rimorchiando un dragamine, con la scorta delle torpediniere Antonio Mosto e Solferino.
10 agosto 1942
Compie un viaggio da Lero al Pireo, in convoglio con i piroscafi Arsia e Fanny Brunner e con la scorta della torpediniera Lira.
 
La nave sotto il nome di Alberto Fassini (da www.hajoregiszter.hu

L’affondamento

Alle 17.15 dell’8 ottobre 1942 l’Enrichetta salpò da Brindisi diretto a Navarino, con la scorta della vecchia torpediniera Angelo Bassini (tenente di vascello Vaccarezza). A bordo il piroscafo aveva un carico di materiali vari destinati alle basi della Regia Marina in Grecia (tra cui boe, mine e benzina in fusti, sistemati a poppa) e 104 militari di passaggio, oltre ai 47 di equipaggio per un totale di 151 uomini.
Il convoglio, la cui navigazione era ostacolata dal maltempo, procedeva a rilento; il mattino del 10 ottobre le due navi stavano procedendo a sette nodi al largo dell’isola Proti, nel mare agitato con foschia, piovaschi e vento di burrasca. La Bassini precedeva l’Enrichetta di circa un chilometro, compiendo ampi zig zag coi quali passava da un lato all’altro della nave.
Alle 9.40 l’Enrichetta accostò assumendo rotta 158°. Alle 13.30 – mentre la Bassini era sulla dritta del trasporto – si scatenò un forte piovasco, unitamente ad impetuoso vento da nord-nord-est con tuoni e fulmini, che ridusse la visibilità a non più di 300 metri, facendo così perdere il contatto visivo tra le due navi.
Nel frattempo era giunto sul posto il sommergibile britannico P 43 (poi Unison), al comando del tenente di vascello Arthur Connuch Halliday. Questi avvistò l’Enrichetta alle 13.17, senza avvedersi – a causa del piovasco – della presenza della Bassini. Un minuto dopo, identificato il bersaglio come un mercantile di 5000 tsl che distava 1460 metri, il P 43 manovrò per attaccare, ed alle 12.24 lanciò tre siluri da soli 550 metri.
Impossibile mancare: dopo un minuto di corsa, il primo siluro colpì l’Enrichetta sul lato sinistro, nella stiva numero 1, facendo esplodere ed incendiare i fusti di benzina sistemati a poppa; il secondo centrò la nave nella sala macchine; il terzo colpì a poppa, provocando ulteriori esplosioni ed incendi tra i fusti di benzina collocati a poppa. La sventurata nave s’inabissò in appena mezzo minuto, nel punto 37°11’ N e 21°26’ E, una dozzina di miglia ad ovest-sud-ovest di Kyparissia in Grecia.
La benzina in fiamme, sparsa sulla superficie del mare, circondò molti uomini, senza lasciar loro scampo. Il mare agitato ed i piovaschi spensero però le fiamme abbastanza in fretta, e la maggior parte dei naufraghi riuscì così a salvarsi.
Tornando a quota periscopica, Halliday osservò la scena di distruzione che aveva provocato: in mare c’erano rottami e naufraghi aggrappati ad essi. A pochi metri dalla sua visuale, Halliday poté vedere distintamente due naufraghi che scuotevano il pugno in direzione del suo periscopio.
Avvistata la Bassini, scese a 36 metri e si allontanò verso sud.

Il piovasco iniziò a decrescere solo alle 14.10, e quando la visibilità andò gradatamente aumentando il comandante della Bassini si accorse che non riusciva a vedere l’Enrichetta. Alle 14.20, mentre la visibilità continuava ad aumentare, la torpediniera si avvicinò alla posizione in cui si sarebbe dovuto trovare il trasporto (5 miglia per 326° dall’isola di Proti): benché ormai fosse possibile vedere fino ad una distanza di due miglia, in aumento, la nave era scomparsa.
Alle 14.25 la Bassini invertì la rotta ed accelerò a 18 nodi, ed alle 14.50, finalmente, avvistò ad un miglio e mezzo sulla dritta numerosi galleggianti, che Vaccarezza ritenne essere boe. Avvicinandosi, la torpediniera scoprì innumerevoli fusti e rottami a galla nel mare, aggrappati ai quali decine di naufraghi si tenevano faticosamente a galla: c’erano centinaia di fusti di benzina, una mezza dozzina di boe, una cinquantina di mine da blocco e svariati altri rottami di ogni forma e dimensione, sparpagliati su un’area circolare del diametro di un chilometro.
Alle 15.30 la Bassini calò la propria iole e due battellini per recuperare i superstiti. Il mare agitato complicava l’opera di soccorso; i primi naufraghi giunsero sulla torpediniera alle 16, e riferirono al comandante Vaccarezza che l’Enrichetta era stato affondato da un sommergibile. Mentre il salvataggio era in corso, due aerei tipo Macchi sorvolarono il punto dell’affondamento.
Gli ultimi sopravvissuti furono recuperati alle 17.30; la Bassini tentò di riferire immediatamente a Marimorea del salvataggio dei naufraghi, ma le scariche atmosferiche, che disturbavano le trasmissioni radio, lo resero impossibile. I naufraghi vennero rifocillati e rivestiti con quanto era disponibile a bordo, anche con il corredo dell’equipaggio della Bassini.
Alle 17.45, recuperate le proprie imbarcazioni, la torpediniera ispezionò la zona per avere la certezza che non vi fossero altri naufraghi in mare; poi, alle 17.54, diresse a tutta forza verso Navarino. Strada facendo, incontrò due motovedette ed un rimorchiatore, usciti da Navarino e diretti verso il punto dell’affondamento; giunse in porto alle 19.10.
La Bassini aveva recuperato 78 sopravvissuti, 18 dei quali feriti; due di essi erano spirati a bordo prima ancora di arrivare a Navarino.
Nonostante il giro finale della torpediniera, i mezzi inviati dopo di essa trovarono ancora altri dodici sopravvissuti, che recuperarono.
Le vittime dell’Enrichetta furono in tutto 63.

L’affondamento dell’Enrichetta nel giornale di bordo dell’Unison (da Uboat.net):

“1217 hours - In heavy rain sighted a vessel to the northward.
1218 hours - The vessel was seen to be a 5000 tons merchant vessel. Range was 1600 yards. Started attack.
1224 hours - In position 37°11'N, 21°26'E fired three torpedoes from 600 yards. All hit the target.
1225 hours - The ship was seen to be sinking. Due to the bad visibility the escort was not seen. P 43 retired to the south and later to the west at 120 feet.
1335 hours - Weather had improved and upon returning to periscope depth an older type Italian torpedo-boat was sighted at a range of 5000 yards. P 43 went to 180 feet and continued to clear the area.
1645 hours - Returned to periscope depth. Nothing in sight.”
 

Il Kossuth Ferencz in un ex voto (da www.hajoregiszter.hu



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