L’Enrichetta
(g.c. Pietro Berti via www.naviearmatori.net)
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Trasporto militare da 4652,23 tsl, 2978,89 tsn e 8500 tpl, lungo 117,66 metri , largo
15,3-15,9 e pescante 7,43, con velocità di 9,5 nodi. Appartenente alla Regia
Marina ma in gestione alla Società Anonima Cooperativa di Navigazione Garibaldi,
con sede a Genova; iscritto con matricola 1822 al Compartimento Marittimo di
Genova.
Breve e parziale cronologia.
29 aprile 1907
Varato nei cantieri Joseph L. Thompson & Sons Ltd. di North Sands (Sunderland)
come Kossuth Ferencz (numero di
costruzione 459).
Giugno 1907
Completato come Kossuth Ferencz
(bandiera austroungarica), per la compagnia ungherese Società Anonima
Navigazione Marittima Atlantica, avente sede a Fiume. Stazza lorda originaria
4781 tsl.
1917
Requisito dalla Marina imperiale austro-ungarica durante la prima guerra
mondiale.
Gennaio 1918
Restituito agli armatori.
1919-1920
A seguito della fine della prima guerra mondiale e della dissoluzione
dell’Impero Austro-Ungarico, il Kossuth
Ferencz naviga sotto bandiera interalleata.
1920-1924
La compagnia armatrice continua ad avere sede a Fiume, che frattanto è
divenuta «Stato Libero di Fiume». Il Kossuth
Ferencz batte bandiera italiana.
Il Kossuth Ferencz (g.c. Horváth József via www.hajoregiszter.hu)
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1924
A seguito di accordo tra la Società Anonima Navigazione Marittima Atlantica
(Atlantica Trust Company Ltd di Budapest) ed il governo italiano, con
l’annessione di Fiume all’Italia, viene costituita la Fiumana Società Anonima
di Navigazione; il Kossuth Ferencz
cambia nome in Alberto Fassini, dal
nome del presidente della nuova società. La Navigazione Marittima Atlantica
s’impegna inoltre di riscattare la nave dal governo italiano, pagando rate
mensili (non ci riuscirà e dovrà infine venderla nel 1930).
1932
Acquistato dall’armatore Salvatore Capiello di Genova, che lo ribattezza Presto. Stazza lorda e netta risultano
essere 4560 tsl e 2980 tsn.
Settembre 1932
Due membri dell’equipaggio del Presto
vengono processati dal «Tribunale speciale per la difesa dello Stato» per
possesso di volantini della Confederazione Generale del Lavoro.
1933
Acquistato dalle Industrie Navali Società Anonima (INSA, armatore Giovanni
Gavarone) di Genova e ribattezzato Enrichetta.
1936
Acquistato dalla Regia Marina.
12 maggio 1936
Entra in servizio nella Regia Marina come nave trasporto.
19 dicembre 1936
L’iscrizione nel quadro del Regio Naviglio viene temporaneamente sospesa
per permetterne la gestione alla Cooperativa Garibaldi.
10 giugno 1940
Ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale. L’Enrichetta è inquadrato nel naviglio ausiliario autonomo, alle
dirette dipendenze di Supermarina.
9 gennaio 1941
Salpa da Brindisi alle quattro insieme al piroscafo Santa Maria, adibito al traffico civile. La scorta è fornita dalla
torpediniera Altair; le due navi
giungono a Valona alle 13.
26 gennaio 1941
Lascia Valona alle 9.45, in convoglio con il Santa Maria ed il piroscafo cisterna Cesco (tutti e tre sono scarichi) e con la scorta della
torpediniera Aretusa. Il convoglio
arriva a Brindisi alle 18.45.
6 luglio 1942
Compie un viaggio da Taranto a Navarino, rimorchiando un dragamine, con la
scorta delle torpediniere Antonio Mosto
e Solferino.
10 agosto 1942
Compie un viaggio da Lero al Pireo, in convoglio con i piroscafi Arsia e Fanny Brunner e con la scorta della torpediniera Lira.
La nave sotto il nome di Alberto Fassini (da www.hajoregiszter.hu)
L’affondamento
Alle 17.15 dell’8 ottobre 1942 l’Enrichetta
salpò da Brindisi diretto a Navarino, con la scorta della vecchia torpediniera Angelo Bassini (tenente di vascello
Vaccarezza). A bordo il piroscafo aveva un carico di materiali vari destinati
alle basi della Regia Marina in Grecia (tra cui boe, mine e benzina in fusti,
sistemati a poppa) e 104 militari di passaggio, oltre ai 47 di equipaggio per
un totale di 151 uomini.
Il convoglio, la cui navigazione era ostacolata dal maltempo, procedeva a
rilento; il mattino del 10 ottobre le due navi stavano procedendo a sette nodi
al largo dell’isola Proti, nel mare agitato con foschia, piovaschi e vento di
burrasca. La Bassini precedeva l’Enrichetta di circa un chilometro,
compiendo ampi zig zag coi quali passava da un lato all’altro della nave.
Alle 9.40 l’Enrichetta accostò
assumendo rotta 158°. Alle 13.30 – mentre la Bassini era sulla dritta del trasporto – si scatenò un forte
piovasco, unitamente ad impetuoso vento da nord-nord-est con tuoni e fulmini,
che ridusse la visibilità a non più di 300 metri , facendo così
perdere il contatto visivo tra le due navi.
Nel frattempo era giunto sul posto il sommergibile britannico P 43 (poi Unison), al comando del tenente di vascello Arthur Connuch
Halliday. Questi avvistò l’Enrichetta
alle 13.17, senza avvedersi – a causa del piovasco – della presenza della Bassini. Un minuto dopo, identificato il
bersaglio come un mercantile di 5000 tsl che distava 1460 metri , il P 43 manovrò per attaccare, ed alle
12.24 lanciò tre siluri da soli 550 metri .
Impossibile mancare: dopo un minuto di corsa, il primo siluro colpì l’Enrichetta sul lato sinistro, nella
stiva numero 1, facendo esplodere ed incendiare i fusti di benzina sistemati a
poppa; il secondo centrò la nave nella sala macchine; il terzo colpì a poppa,
provocando ulteriori esplosioni ed incendi tra i fusti di benzina collocati a
poppa. La sventurata nave s’inabissò in appena mezzo minuto, nel punto 37°11’ N
e 21°26’ E, una dozzina di miglia ad ovest-sud-ovest di Kyparissia in Grecia.
La benzina in fiamme, sparsa sulla superficie del mare, circondò molti uomini,
senza lasciar loro scampo. Il mare agitato ed i piovaschi spensero però le
fiamme abbastanza in fretta, e la maggior parte dei naufraghi riuscì così a
salvarsi.
Tornando a quota periscopica, Halliday osservò la scena di distruzione che
aveva provocato: in mare c’erano rottami e naufraghi aggrappati ad essi. A
pochi metri dalla sua visuale, Halliday poté vedere distintamente due naufraghi
che scuotevano il pugno in direzione del suo periscopio.
Avvistata la Bassini, scese a 36 metri e si allontanò
verso sud.
Il piovasco iniziò a decrescere solo alle 14.10, e quando la visibilità
andò gradatamente aumentando il comandante della Bassini si accorse che non riusciva a vedere l’Enrichetta. Alle 14.20, mentre la visibilità continuava ad
aumentare, la torpediniera si avvicinò alla posizione in cui si sarebbe dovuto
trovare il trasporto (5
miglia per 326° dall’isola di Proti): benché ormai fosse
possibile vedere fino ad una distanza di due miglia, in aumento, la nave era
scomparsa.
Alle 14.25 la Bassini invertì la
rotta ed accelerò a 18 nodi, ed alle 14.50, finalmente, avvistò ad un miglio e
mezzo sulla dritta numerosi galleggianti, che Vaccarezza ritenne essere boe.
Avvicinandosi, la torpediniera scoprì innumerevoli fusti e rottami a galla nel
mare, aggrappati ai quali decine di naufraghi si tenevano faticosamente a
galla: c’erano centinaia di fusti di benzina, una mezza dozzina di boe, una
cinquantina di mine da blocco e svariati altri rottami di ogni forma e
dimensione, sparpagliati su un’area circolare del diametro di un chilometro.
Alle 15.30 la Bassini calò la
propria iole e due battellini per recuperare i superstiti. Il mare agitato
complicava l’opera di soccorso; i primi naufraghi giunsero sulla torpediniera
alle 16, e riferirono al comandante Vaccarezza che l’Enrichetta era stato affondato da un sommergibile. Mentre il
salvataggio era in corso, due aerei tipo Macchi sorvolarono il punto
dell’affondamento.
Gli ultimi sopravvissuti furono recuperati alle 17.30; la Bassini tentò di riferire immediatamente
a Marimorea del salvataggio dei naufraghi, ma le scariche atmosferiche, che
disturbavano le trasmissioni radio, lo resero impossibile. I naufraghi vennero
rifocillati e rivestiti con quanto era disponibile a bordo, anche con il
corredo dell’equipaggio della Bassini.
Alle 17.45, recuperate le proprie imbarcazioni, la torpediniera ispezionò
la zona per avere la certezza che non vi fossero altri naufraghi in mare; poi,
alle 17.54, diresse a tutta forza verso Navarino. Strada facendo, incontrò due
motovedette ed un rimorchiatore, usciti da Navarino e diretti verso il punto
dell’affondamento; giunse in porto alle 19.10.
La Bassini aveva recuperato 78
sopravvissuti, 18 dei quali feriti; due di essi erano spirati a bordo prima
ancora di arrivare a Navarino.
Nonostante il giro finale della torpediniera, i mezzi inviati dopo di essa
trovarono ancora altri dodici sopravvissuti, che recuperarono.
Le vittime dell’Enrichetta furono
in tutto 63.
L’affondamento dell’Enrichetta
nel giornale di bordo dell’Unison (da
Uboat.net):
“1217 hours - In heavy rain
sighted a vessel to the northward.
1218 hours - The vessel was
seen to be a 5000 tons merchant vessel. Range was 1600 yards . Started
attack.
1224 hours - In position
37°11'N, 21°26'E fired three torpedoes from 600 yards . All hit the
target.
1225 hours - The ship was seen
to be sinking. Due to the bad visibility the escort was not seen. P 43 retired to the south and later to
the west at 120 feet .
1335 hours - Weather had
improved and upon returning to periscope depth an older type Italian
torpedo-boat was sighted at a range of 5000 yards . P 43 went to 180 feet and continued to
clear the area.
1645 hours - Returned to
periscope depth. Nothing in sight.”
Il Kossuth Ferencz in un ex voto (da www.hajoregiszter.hu) |
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