lunedì 16 maggio 2022

Sacro Cuore

Il Sacro Cuore sotto l’originario nome di Gwynwood, a Blacktoft (Coll. Charlie Hill, via www.tynebuiltships.co.uk)
 
Piroscafo da carico di 1096,99 tsl, 610,12 tsn e 1670 tpl, lungo 67,3-64,8 metri, largo 10,67 e pescante 4,25, con velocità di 10 nodi. Di proprietà degli armatori Lauro e Montella di Torre del Greco; iscritto con matricola 70 al Compartimento Marittimo di Torre del Greco, nominativo di chiamata ITLG.
 
Breve e parziale cronologia.
 
16 febbraio 1899
Varato come Gwynwood nei cantieri di Walker della William Dobson & Co. di Newcastle-upon-Tyne (numero di cantiere 102).
Marzo 1899
Completato come Gwynwood per la Steam Colliers Ltd. (in gestione a Herbert Cecil Pelly & Co.; altra fonte parla della East London Steamship Company) di Londra. Stazza lorda 1084 tsl, netta 674 tsn, portata lorda 1600 tpl. Noleggiato alla William Cory & Son Ltd.
31 luglio 1901
Trasferito alla neonata William France, Fenwick & Co Ltd. di Londra in seguito alla fusione della H. C. Pelly & Co. con quelle di altre due società (Fenwick, Stobart & Co e William France & Co). Nominativo di chiamata RGBD.
1914-1918
Armato durante la prima guerra mondiale.
10 dicembre 1917
Il Gwynwood, in navigazione nel Mare del Nord, viene infruttuosamente attaccato da un U-Boot tedesco, il cui siluro manca il bersaglio.

Il Gwynwood in arrivo a Rotterdam, in una foto datata 11 marzo 1921 (da www.shipsnostalgia.com)

1931
Acquistato dalla Società Napoletana Anonima Imprese Marittime (altra fonte parla della Compagnia Napoletana di Navigazione), con sede a Napoli, e ribattezzato Fucsia. Stazza lorda 1084 tsl, netta 674 tsn; porto di registrazione Napoli (o Torre del Greco).
13 aprile 1934
Coinvolto in un sinistro al largo di Gallipoli, durante un viaggio da Porto Corsini a Gallipoli, via Ancona.
26 maggio 1934
Altro sinistro nelle acque di Gallipoli, durante un viaggio da Porto Marghera a Gallipoli al comando del capitano Aniello Lauro.
6 agosto 1934
Nuovo incidente al largo di Gallipoli, durante un viaggio da Venezia a Gallipoli.
11 settembre 1934
Ulteriore incidente al largo di Gallipoli, di nuovo durante un viaggio da Venezia a Gallipoli.
1934
Acquistato dall’armatore Gennaro Montella fu Onofrio, di Torre del Greco, e ribattezzato Sacro Cuore.

Il Gwynwood ormeggiato a Dunkerque insieme ad altre navi (Coll. David Asprey, via www.tynebuilstships.co.uk)

1937
In gestione a Lauro & Montella di Napoli.
5 giugno 1942
Il Sacro Cuore compie un viaggio da Durazzo a Bari, da solo e senza scorta.
8 agosto 1942
Altro viaggio da Durazzo a Bari, di nuovo in navigazione isolata.
23 settembre 1942
Requisito a Durazzo dalla Regia Marina, senza essere iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
20 novembre 1942
Il Sacro Cuore lascia Palermo per Tripoli alle 13.20, navigando da solo e senza scorta.
23 novembre 1942
Viene raggiunto dalla moderna torpediniera Animoso, appositamente uscita da Tripoli all’1.50, che ne assume la scorta; le due navi entrano in collisione, ma solo l’Animoso subisce danni, lievi, all’opera morta.
24 novembre 1942
Sacro Cuore ed Animoso raggiungono Tripoli alle 7.45.
 
(Coll. Charlie Hill, via www.tynebuiltships.co.uk)

L’affondamento
 
All’1.10 (oo.10 per altra versione) del 1° dicembre 1942 il Sacro Cuore, al comando del capitano Domenico Lubrano Lavadera, lasciò Tripoli per fare ritorno in Italia, a Trapani, viaggiando da solo e senza scorta. Unico armamento della piccola nave era costituito da due mitragliere, armate da cinque uomini della Regia Marina; oltre a loro, a bordo si trovavano undici uomini dell’equipaggio civile e 33 militari di passaggio, di cui tredici italiani del Regio Esercito e venti tedeschi: in tutto 49 anime.
Lo stesso giorno della partenza da Tripoli del Sacro Cuore, i decrittatori britannici dell’organizzazione “ULTRA” furono in grado di fornire ai loro superiori, sulla base dei messaggi intercettati, tutti i particolari del suo viaggio: «Il Sacro Cuore (1097 tsl) dovrà partire da Tripoli alle 00.01 del 1° [dicembre] ed arriverà a Pantelleria alle 10.45 del 3. Salperà nuovamente alle 18.00 del 3. Previsto arrivo a Trapani alle 10.00 del 4. Velocità 6 nodi».
La navigazione procedette molto a rilento, ed il Sacro Cuore era ancora in vista della costa tunisina quando nel tardo pomeriggio del 2 dicembre venne avvistato dal sommergibile britannico P 35 (tenente di vascello Stepen Lynch Conway Maydon), che doveva in seguito assumere il nome di Umbra. Questa unità aveva già al suo attivo l’affondamento di diverse navi italiane, mercantili e militari, tra cui l’incrociatore pesante Trento, silurato sei mesi prima durante la battaglia di Mezzo Giugno.
 
Avvistato del fumo, il fumaiolo e le alberature di una nave alle 16.21, su rilevamento 250°, il P 35 accelerò per avvicinarsi; alle 17.27, appurato che si trattava di un mercantile di modeste dimensioni, di cui stimava rotta e velocità come 330 e sette nodi, il sommergibile britannico emerse in posizione 35°23’ N e 11°32’ E per serrare ulteriormente le distanze. Alle 18.26 il P 35 era a poppavia dritta del Sacro Cuore e manovrò per avvicinarsi ancora di più; assunta una rotta parallela a quella della nave italiana, la sopravanzò grazie alla sua maggiore velocità, ed alle 18.30 aprì il fuoco con il suo cannone da 76 mm, da una distanza di soli 270 metri. Undici colpi sparati lungo la linea di galleggiamento furono sufficienti ad immobilizzare il piroscafo ed appiccare un incendio a poppa; quando vide che l’equipaggio si stava allontanando su una lancia, Maydon diede ordine di cessare il fuoco. Alle 18.38 il P 35 iniziò il recupero dei naufraghi, trattenendo a bordo come prigionieri i tedeschi, in maggioranza personale della Luftwaffe secondo quanto annotato da Maydon. Derek Walters, autore del libro "The History of the U-Class Submarine", scrive che il P 35 si avvicinò ad un scialuppa e scoprì a bordo nove uomini della Luftwaffe ed una dozzina di soldati dell’esercito tedesco; secondo Walters, questi ultimi erano decollati da Tripoli diretti in Italia con un aereo che era stato costretto ad ammarare per mancanza di carburante, venendo poi soccorsi dal Sacro Cuore, circostanza che tuttavia non è menzionata dal volume "La difesa del traffico con l’Africa Settentrionale dal 1° ottobre 1942 alla caduta della Tunisia" nel paragrafo dedicato all’affondamento del Sacro Cuore.
Recuperati i naufraghi “di interesse militare”, alle 19.19 il sommergibile tornò a dedicare le sue attenzioni all’ormai deserto piroscafo, cui diede il colpo di grazia con altri dieci colpi di cannone sparati all’altezza della linea di galleggiamento. Quattro minuti più tardi, alle 19.23, il P 35 lasciò il Sacro Cuore, in fiamme ed in lento affondamento, facendo rotta verso Malta per sbarcarvi i prigionieri.
Il Sacro Cuore affondò poco più tardi nel punto 35°22’ N e 09°45’ E (secondo le fonti italiane; al largo di Susa) o 35°27’ N e 11°22’ E (secondo il giornale di bordo dell’Umbra; una quindicina di miglia ad est di Mahdia, nel Golfo di Hammamet), a tre miglia dalla costa (altra fonte fornisce una posizione ancora diversa, 35°28’ N e 11°20’ E).
 
Tre uomini persero la vita; l’Umbra recuperò e fece prigionieri cinque soldati italiani ed i venti tedeschi, mentre i rimanenti ventuno (o ventitrè) naufraghi diressero verso terra a bordo di due lance. Nella notte successiva le due imbarcazioni vennero soccorse dal piroscafo Palmaiola, in navigazione da Trapani a Tripoli, che ne prese a bordo gli occupanti, provvedendo a fornire loro cibo ed acqua; i naufraghi tuttavia chiesero ed ottennero di tornare sulle lance, per raggiungere la vicina costa con i loro mezzi. Saggia scelta: mentre i naufraghi del Sacro Cuore sbarcavano indenni a Susa, infatti, il Palmaiola veniva attaccato da aerosiluranti britannici, inabissandosi con la maggior parte del proprio equipaggio.
Risultò superflua l’uscita da Trapani della nave soccorso Meta.
Esiste una discrepanza rispetto al numero di uomini recuperati (e catturati) dal P 35: secondo i già citati libri dell’USMM e di Derek Walters, furono 25, cinque italiani  venti tedeschi; secondo il diario di guerra del comando britannico del Mediterraneo ed il giornale di bordo del P 35, tuttavia, furono dieci, tutti tedeschi, uno dell’Esercito e nove della Luftwaffe. In tal caso gli uomini imbarcati sul Sacro Cuore nel suo ultimo viaggio sarebbero stati in tutto 34, anziché 49.
 
Sbarcati a Malta il 4 dicembre, i tedeschi catturati sul Sacro Cuore ricevettero degli stivali nuovi, il che destò in loro notevole sorpresa: non credevano che un articolo costoso come degli stivali di cuoio fosse ancora disponibile nell’isola, stremata da due anni di assedio e bombardamenti incessanti. Derek Walters aggiunge in proposito che "Questo si rivelò un buon esercizio di propaganda e facilitò l’interrogatorio dei prigionieri, da cui fu possibile ricavare parecchie buone informazioni". Il P 35 tornò in mare già quattro ore dopo lo sbarco dei prigionieri, riprendendo la sua caccia lungo la “rotta della morte”. Presto avrebbe mietuto altre vittime.
Il 7 dicembre “ULTRA” fu in grado di comunicare ai comandi britannici persino il dettaglio dell’arrivo a Susa dei naufraghi del Sacro Cuore: «Il Sacro Cuore (1097 tsl) è stato affondato a cannonate da un sommergibile. 21 superstiti sbarcati a Susa alle cinque del pomeriggio. In navigazione da Tripoli a Trapani. Nota: data dell’affondamento non indicata, ma probabilmente il 2 dicembre da parte del P 35».
  
La prua del Sacro Cuore come appare oggi (da “La Tunisie sous-marine” di Selim Baccar e François Brun, via pagina Facebook “Les épaves des cotes tunisiennes”)

L’affondamento del Sacro Cuore nel giornale di bordo dell’Umbra (da Uboat.net):
 
"1621 hours - Sighted funnel and masts with smoke bearing 250°. Increased speed to close.
1727 hours - Surfaced in position 35°23'N, 11°32'E to close the small merchant vessel. Enemy course was estimated as 330°, speed 7 knots.
1826 hours - Closed the enemy's starboard quarter and turned to a parallel course while overtaking. Position was now 35°27'N, 11°22'E.
1830 hours - Opened fire from 300 yards with the 12 pdr. gun. The target was soon stopped and on fire aft. When a boat was seen abandoning ship fire was checked. 11 Rounds had now been fired.
1838 hours - Started picking up survivors. They turned out to be Italians and German Luftwaffe men. The Luftwaffe men were retained on board as well as one other German. 10 Germans in all were taken prisoner.
1919 hours - Fired 10 rounds into the waterline of the ship to finish her off. She was left on fire and settling in the water.
1923 hours - Proceeded to get clear of the area. Set course to Malta to land the German survivors shortly afterwards".
 
Il relitto del Sacro Cuore, oggi meta di subacquei, giace ad est di Sousse ed otto miglia a nord di Monastir, ad una profondità compresa tra i 50 ed i 63 metri, in posizione variamente indicata come 35°54' N e 10° 47' E, 35°57' N e 11°02' E, o 35°57 N e 11°03 E. Noto anche tra i pescatori e subacquei locali come “babour f7am”, il relitto si trova in assetto di navigazione, ben conservato salvo che per alberi, plancia e fumaiolo, ormai scomparsi.
 
 
Il Sacro Cuore su Wrecksite
L’affondamento del Sacro Cuore nel libro “The History of the British U-Class Submarine”
Il Gwynwood su Tyne Built Ships
Il Gwynwood su Shipsnostalgia
La flotta della William France, Fenwick & Co. Ltd.
Filmato del relitto del Sacro Cuore
Les épaves des cotes tunisiennes
L’HMS Umbra su Uboat.net
Admiralty War Diaries of World War 2 – Mediterranean Fleet – October to December 1942