L’Iseo fotografato nel paese eponimo nel novembre 1928 (foto Simone
Magnolini, tratta da www.lombardiabeniculturali.it)
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Piroscafo passeggeri
ad elica (battello lacuale), lungo 28 metri e largo 4,30, 280 passeggeri. In
servizio sul Lago d’Iseo.
Breve e parziale cronologia.
Luglio 1909
Impostato nelle
Officine Meccaniche Navali S. Bacigalupo & C. di Genova Sampierdarena (la
sua costruzione costerà 60.000 lire).
Un’altra foto del piroscafo
ad Iseo (foto Simone Magnolini, tratta da www.lombardiabeniculturali.it)
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1° gennaio 1910
Completato come
piroscafo a ponte unico con cabina sopraelevata e due salette a prua e a poppa,
entra in servizio sul lago d’Iseo per la Società Nazionale Ferrovie e Tranvie
(SNFT), operando sulla linea che unisce Lovere, Castro, Costa Volpino e Pisogne
(stazione ferroviaria). Entro ottobre giungerà a trasportare in media 306
viaggiatori al giorno.
1922
Ceduto dalla SNFT
(della cui flotta rappresenta l’ultima nave rimasta) alla Società di
Navigazione del Lago d’Iseo.
1929
Trasformato in
motonave, con completa ricostruzione delle sovrastrutture.
1932
Passa, con tutto il
resto della flotta, all’Impresa di Navigazione Sebina, subentrata alla Società
di Navigazione del Lago d’Iseo.
Il mitragliamento
La nave durante la seconda
guerra mondiale, con colorazione mimetica (da “Storia del XX Secolo” n. 40,
maggio 1998)
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Anche dopo lo scoppio
della seconda guerra mondiale, l’Iseo
e gli altri battelli continuarono a tenere i collegamenti tra i paesi
rivieraschi del lago d’Iseo. I primi anni del conflitto trascorsero
relativamente tranquilli, ma con l’autunno del 1944 giunse il periodo buio
degli attacchi aerei indiscriminati.
Il mattino del 5
novembre 1944, una domenica, l’Iseo, partito
da Tavernola Bergamasca al comando del capitano Fausto Ministrino (altre fonti,
stranamente, indicano come comandante un nome completamente diverso, il
capitano Buelli) e con a bordo 112 passeggeri (tra questi vi erano i giovani calciatori
della squadra “Orsa Iseo” che si recavano a giocare dall’altra parte del lago, oltre
a parecchie donne e bambini), era in arrivo all’imbarcadero di Siviano (Monte
Isola). Contemporaneamente, proveniente dalla Valcamonica, si trovava a passare
in zona una formazione di nove bombardieri angloamericani, in volo ad alta
quota e diretti altrove, scortati da tre cacciabombardieri. Il lago era calmo,
il cielo limpido: una giornata splendida e soleggiata. Gli aerei dirigevano
verso il basso lago.
Alle 10.15, quando il
battello era a soli trecento metri dall’approdo, i tre cacciabombardieri
lasciarono la formazione, scesero in picchiata e si lanciarono sull’Iseo, mitragliandolo ripetutamente e a
bassa quota. Lucia Crescimbeni, una passeggera, ricordò poi che uno degli aerei
scese così in basso che poté vedere in faccia il suo pilota. Le raffiche di
mitragliatrice, con proiettili che il capitano Ministrino riconobbe come quasi
tutti esplosivi, colpirono la galleria e la saletta dove si trovavano i
passeggeri, provocando una carneficina. Quattro passeggeri, presi dal panico,
si buttarono in acqua per cercare di raggiungere a nuoto Siviano, ma annegarono.
L’Iseo, però, pur seriamente
danneggiata, non prese fuoco (altre fonti parlano invece di un principio
d’incendio) e rimase governabile, ed il comandante Ministrino, rimasto illeso,
fece aumentare la velocità e riuscì a portare il battello in un’insenatura nei
pressi della località Agostinel, dove poté attraccare (per altra versione, fece
arenare la nave). I passeggeri ancora vivi, 76 dei quali feriti, vennero
sbarcati insieme a 38 salme (altra fonte parla di 38 morti e 80 feriti nel
mitragliamento, più i passeggeri annegati, altra ancora di 32 morti subitanei
trovati a bordo, poi saliti a 41, ed 80 feriti).
Tra i primi ad
accorrere sul posto per prestare soccorso ai feriti vi fu il medico Adolfo
Ferrata, che viveva in una casa di Siviano e si trovava vicino all’imbarcadero
al momento dell’attacco (Ferrata era solito dire “Il letto del malato è il mio
campo di battaglia”). Sopraggiunsero anche dei contadini, che strapparono i
pali delle viti per formare una passerella con cui far scendere a riva la gente
rimasta sul battello. Vittime e feriti vennero poi trasferiti nella Casa
Provinciale delle suore di Brescia, trasformata in ospedale: fu necessario
riempire anche l’atrio di materassi per sistemare tutti i feriti.
Le vittime furono in
tutto 42. In maggioranza erano donne, molti i giovani ed i giovanissimi (dieci
avevano meno di diciotto anni, cinque di loro meno di dieci). Le vittime più
giovani furono le due gemelline Maria e Lisetta Barbieri, di soli nove mesi.
I loro nomi:
Adele Archetti, 27 anni, di Monte Isola
Agostina Archetti, 33 anni, di Iseo
Lisetta Barbieri, 9 mesi, di Iseo
Maria Barbieri, 9 mesi, di Iseo
Maria Belotti, 10 anni, di Vigolo
Francesco Bettoni, 53 anni, di Tavernola
Matilde Bianchi, 29 anni, di Sellere (Sovere)
Ornella Bianchi, 18 anni, di Iseo
Elvira Buffoli, 52 anni, di Iseo
Giuseppe Carrara, 20 anni, di Iseo
Nidia Carta, 36 anni, di Lovere
Maria Colosio, 7 anni, di Monte Isola
Paolo Dorta, 71 anni, di Iseo
Giuseppe Falciola, 21 anni, di Lovere
Carla Fiorina, 14 anni, di Riva di Solto
Angelo Frattini, 36 anni, di Castro
Teresa Guizzetti, 17 anni, di Monte Isola
Bernardina Inverardi, 14 anni, di Iseo
Anna Maria Lojodice, 1 anno, di Tavernola
Marino Lojodice, 39 anni, di Tavernola
Vincenzo Lojodice, 6 anni, di Tavernola
Maria Lussignoli, 31 anni, di Predore
Wanda Marilengo, 33 anni, di Iseo
Caterina Martinelli, 37 anni, di Vigolo
Brigida Mazzucchelli, 17 anni, di Monte Isola
Michele Mazzucchelli, 29 anni, di Monte Isola
Calogero Milia, 52 anni, di Iseo
Mario Negri, 19 anni, di Iseo
Luigi Nervi, 53 anni, di Riva di Solto
Bianca Pezzini, 28 anni, di Iseo
Antonietta Rivetti, 66 anni, di Marone
Antonio Rolli, 46 anni, di Riva di Solto
Antonia Scaramuzza, 58 anni, di Marone
Maria Serioli, 15 anni, di Sale Marasino
Giustina Silini, 33 anni, di Pisogne
Battista Stoppani, 29 anni, di Lovere
Luigina Viola, 32 anni, di Iseo
Angelo Zanotti, 30 anni, di Marone
Guido Zenti, 36 anni, di Riva di Solto
Lucia Ziliani, 21 anni, di Monte Isola
Maria Ziliani, 26 anni, di Monte Isola
Maria Ziliani, 32 anni, di Monte Isola
Come sovente accade
in questi casi, fiorirono le ‘leggende’ tese a spiegare l’apparentemente
inspiegabile attacco ad un’innocua piccola motonave lacuale: storie per cui gli
Alleati avrebbero attaccato l’Iseo
perché informati, erroneamente, che il battello trasportasse truppe ed armi;
voci secondo le quali l’Iseo sarebbe
stato attaccato perché scambiato dai piloti degli aerei per il rimorchiatore
che i genieri tedeschi usavano per i lavori sulla strada rivierasca. Altri
definiscono invece l’attacco come deliberatamente terroristico, diretto a
colpire la popolazione civile.
Né l’una né l’altra
interpretazione, probabilmente, sono corrette: anche il mitragliamento dell’Iseo è meramente da collocarsi negli
attacchi ai “targets of opportunity”, bersagli occasionali rappresentati da
qualsiasi mezzo di trasporto sarebbe potuto potenzialmente essere impiegato
dalle truppe tedesche per i loro spostamenti. I cacciabombardieri
angloamericani erano spesso in caccia libera per questo tipo di bersagli. Era
anche vero che in qualche caso dei battelli avevano trasportato occasionalmente
truppe tedesche o della RSI, per cui che tali attacchi non sarebbero stati del
tutto ingiustificati: d’altra parte non si può ignorare che i piloti dovevano
ben rendersi conto che nella maggior parte dei casi tali incursioni non
avrebbero causato che stragi inutili di civili.
La saletta dell’Iseo con i segni del mitragliamento (da “Storia
del XX Secolo” n. 40, maggio 1998)
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Mentre terribili
erano state le perdite umane, il mitragliamento aveva apparentemente causato
danni materiali di modesta entità: l’Iseo
venne immediatamente riparata, e tornò in servizio il giorno stesso
dell’attacco. Sopravvisse al conflitto, mantenendo, infaticabile, il servizio
di collegamento sul lago: la sua vita sarebbe stata ancora molto lunga.
Nel 1954 l’Iseo, con lo scadere della concessione
della società Sebina, fu l’unico battello a rimanere in servizio, per poi
passare nella flotta della nuova concessionaria del servizio di trasporto
passeggeri sul lago, la ditta Busti di Bergamo.
Negli anni ’70 tutta
la flotta passò sotto il controllo statale, operando per la Gestione
Governativa Navigazione Laghi (la cui branca sebina era detta “Naviseo”), e nel
1977 l’Iseo venne sottoposta a
radicali lavori di rimotorizzazione e rimodernamento, che ne mutarono
completamente l’aspetto, per la seconda volta da quando era stata costruita.
Dal 2003 l’Iseo, capace di 190
passeggeri (105 seduti), opera per la Navigazione Lago d’Iseo Srl, controllata
dalla Regione Lombardia. Ad oltre un secolo dalla costruzione, rappresenta la
più antica nave ancora in servizio sul Sebino.
L’Iseo oggi (dal sito della Navigazione Lago d’Iseo)
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Il 60° anniversario
del mitragliamento del 1944, il 5 novembre 2004, è stato commemorato con una
mostra itinerante organizzata a bordo dell’Iseo
stessa. Alla commemorazione ha partecipato anche il maggiore Pete Miller,
delegato dell’ambasciata britannica in Italia.
Una lapide con i nomi
delle vittime, posta nel santuario della Madonna della Ceriola, ricorda il
mitragliamento del 5 novembre 1944, insieme ad un ex voto lasciato da una passeggera
sopravvissuta all’attacco.
Si ringrazia la Navigazione Lago
d’Iseo.
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