sabato 17 maggio 2014

Iseo




L’Iseo fotografato nel paese eponimo nel novembre 1928 (foto Simone Magnolini, tratta da www.lombardiabeniculturali.it)

Piroscafo passeggeri ad elica (battello lacuale), lungo 28 metri e largo 4,30, 280 passeggeri. In servizio sul Lago d’Iseo.

Breve e parziale cronologia.

Luglio 1909
Impostato nelle Officine Meccaniche Navali S. Bacigalupo & C. di Genova Sampierdarena (la sua costruzione costerà 60.000 lire).
 
Un’altra foto del piroscafo ad Iseo (foto Simone Magnolini, tratta da www.lombardiabeniculturali.it)
1° gennaio 1910
Completato come piroscafo a ponte unico con cabina sopraelevata e due salette a prua e a poppa, entra in servizio sul lago d’Iseo per la Società Nazionale Ferrovie e Tranvie (SNFT), operando sulla linea che unisce Lovere, Castro, Costa Volpino e Pisogne (stazione ferroviaria). Entro ottobre giungerà a trasportare in media 306 viaggiatori al giorno.
1922
Ceduto dalla SNFT (della cui flotta rappresenta l’ultima nave rimasta) alla Società di Navigazione del Lago d’Iseo.
1929
Trasformato in motonave, con completa ricostruzione delle sovrastrutture.
 
L’Iseo dopo la trasformazione in motonave (tratta da forum.milanotrasporti.org)
1932
Passa, con tutto il resto della flotta, all’Impresa di Navigazione Sebina, subentrata alla Società di Navigazione del Lago d’Iseo.

Il mitragliamento

La nave durante la seconda guerra mondiale, con colorazione mimetica (da “Storia del XX Secolo” n. 40, maggio 1998)
Anche dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, l’Iseo e gli altri battelli continuarono a tenere i collegamenti tra i paesi rivieraschi del lago d’Iseo. I primi anni del conflitto trascorsero relativamente tranquilli, ma con l’autunno del 1944 giunse il periodo buio degli attacchi aerei indiscriminati.
Il mattino del 5 novembre 1944, una domenica, l’Iseo, partito da Tavernola Bergamasca al comando del capitano Fausto Ministrino (altre fonti, stranamente, indicano come comandante un nome completamente diverso, il capitano Buelli) e con a bordo 112 passeggeri (tra questi vi erano i giovani calciatori della squadra “Orsa Iseo” che si recavano a giocare dall’altra parte del lago, oltre a parecchie donne e bambini), era in arrivo all’imbarcadero di Siviano (Monte Isola). Contemporaneamente, proveniente dalla Valcamonica, si trovava a passare in zona una formazione di nove bombardieri angloamericani, in volo ad alta quota e diretti altrove, scortati da tre cacciabombardieri. Il lago era calmo, il cielo limpido: una giornata splendida e soleggiata. Gli aerei dirigevano verso il basso lago.
Alle 10.15, quando il battello era a soli trecento metri dall’approdo, i tre cacciabombardieri lasciarono la formazione, scesero in picchiata e si lanciarono sull’Iseo, mitragliandolo ripetutamente e a bassa quota. Lucia Crescimbeni, una passeggera, ricordò poi che uno degli aerei scese così in basso che poté vedere in faccia il suo pilota. Le raffiche di mitragliatrice, con proiettili che il capitano Ministrino riconobbe come quasi tutti esplosivi, colpirono la galleria e la saletta dove si trovavano i passeggeri, provocando una carneficina. Quattro passeggeri, presi dal panico, si buttarono in acqua per cercare di raggiungere a nuoto Siviano, ma annegarono. L’Iseo, però, pur seriamente danneggiata, non prese fuoco (altre fonti parlano invece di un principio d’incendio) e rimase governabile, ed il comandante Ministrino, rimasto illeso, fece aumentare la velocità e riuscì a portare il battello in un’insenatura nei pressi della località Agostinel, dove poté attraccare (per altra versione, fece arenare la nave). I passeggeri ancora vivi, 76 dei quali feriti, vennero sbarcati insieme a 38 salme (altra fonte parla di 38 morti e 80 feriti nel mitragliamento, più i passeggeri annegati, altra ancora di 32 morti subitanei trovati a bordo, poi saliti a 41, ed 80 feriti).
Tra i primi ad accorrere sul posto per prestare soccorso ai feriti vi fu il medico Adolfo Ferrata, che viveva in una casa di Siviano e si trovava vicino all’imbarcadero al momento dell’attacco (Ferrata era solito dire “Il letto del malato è il mio campo di battaglia”). Sopraggiunsero anche dei contadini, che strapparono i pali delle viti per formare una passerella con cui far scendere a riva la gente rimasta sul battello. Vittime e feriti vennero poi trasferiti nella Casa Provinciale delle suore di Brescia, trasformata in ospedale: fu necessario riempire anche l’atrio di materassi per sistemare tutti i feriti.
Le vittime furono in tutto 42. In maggioranza erano donne, molti i giovani ed i giovanissimi (dieci avevano meno di diciotto anni, cinque di loro meno di dieci). Le vittime più giovani furono le due gemelline Maria e Lisetta Barbieri, di soli nove mesi.

I loro nomi:

Adele Archetti, 27 anni, di Monte Isola
Agostina Archetti, 33 anni, di Iseo
Lisetta Barbieri, 9 mesi, di Iseo
Maria Barbieri, 9 mesi, di Iseo
Maria Belotti, 10 anni, di Vigolo
Francesco Bettoni, 53 anni, di Tavernola
Matilde Bianchi, 29 anni, di Sellere (Sovere)
Ornella Bianchi, 18 anni, di Iseo
Elvira Buffoli, 52 anni, di Iseo
Giuseppe Carrara, 20 anni, di Iseo
Nidia Carta, 36 anni, di Lovere
Maria Colosio, 7 anni, di Monte Isola
Paolo Dorta, 71 anni, di Iseo
Giuseppe Falciola, 21 anni, di Lovere
Carla Fiorina, 14 anni, di Riva di Solto
Angelo Frattini, 36 anni, di Castro
Teresa Guizzetti, 17 anni, di Monte Isola
Bernardina Inverardi, 14 anni, di Iseo
Anna Maria Lojodice, 1 anno, di Tavernola
Marino Lojodice, 39 anni, di Tavernola
Vincenzo Lojodice, 6 anni, di Tavernola
Maria Lussignoli, 31 anni, di Predore
Wanda Marilengo, 33 anni, di Iseo
Caterina Martinelli, 37 anni, di Vigolo
Brigida Mazzucchelli, 17 anni, di Monte Isola
Michele Mazzucchelli, 29 anni, di Monte Isola
Calogero Milia, 52 anni, di Iseo
Mario Negri, 19 anni, di Iseo
Luigi Nervi, 53 anni, di Riva di Solto
Bianca Pezzini, 28 anni, di Iseo
Antonietta Rivetti, 66 anni, di Marone
Antonio Rolli, 46 anni, di Riva di Solto
Antonia Scaramuzza, 58 anni, di Marone
Maria Serioli, 15 anni, di Sale Marasino
Giustina Silini, 33 anni, di Pisogne
Battista Stoppani, 29 anni, di Lovere
Luigina Viola, 32 anni, di Iseo
Angelo Zanotti, 30 anni, di Marone
Guido Zenti, 36 anni, di Riva di Solto
Lucia Ziliani, 21 anni, di Monte Isola
Maria Ziliani, 26 anni, di Monte Isola
Maria Ziliani, 32 anni, di Monte Isola

Come sovente accade in questi casi, fiorirono le ‘leggende’ tese a spiegare l’apparentemente inspiegabile attacco ad un’innocua piccola motonave lacuale: storie per cui gli Alleati avrebbero attaccato l’Iseo perché informati, erroneamente, che il battello trasportasse truppe ed armi; voci secondo le quali l’Iseo sarebbe stato attaccato perché scambiato dai piloti degli aerei per il rimorchiatore che i genieri tedeschi usavano per i lavori sulla strada rivierasca. Altri definiscono invece l’attacco come deliberatamente terroristico, diretto a colpire la popolazione civile.
Né l’una né l’altra interpretazione, probabilmente, sono corrette: anche il mitragliamento dell’Iseo è meramente da collocarsi negli attacchi ai “targets of opportunity”, bersagli occasionali rappresentati da qualsiasi mezzo di trasporto sarebbe potuto potenzialmente essere impiegato dalle truppe tedesche per i loro spostamenti. I cacciabombardieri angloamericani erano spesso in caccia libera per questo tipo di bersagli. Era anche vero che in qualche caso dei battelli avevano trasportato occasionalmente truppe tedesche o della RSI, per cui che tali attacchi non sarebbero stati del tutto ingiustificati: d’altra parte non si può ignorare che i piloti dovevano ben rendersi conto che nella maggior parte dei casi tali incursioni non avrebbero causato che stragi inutili di civili.

La saletta dell’Iseo con i segni del mitragliamento (da “Storia del XX Secolo” n. 40, maggio 1998)
Mentre terribili erano state le perdite umane, il mitragliamento aveva apparentemente causato danni materiali di modesta entità: l’Iseo venne immediatamente riparata, e tornò in servizio il giorno stesso dell’attacco. Sopravvisse al conflitto, mantenendo, infaticabile, il servizio di collegamento sul lago: la sua vita sarebbe stata ancora molto lunga.
Nel 1954 l’Iseo, con lo scadere della concessione della società Sebina, fu l’unico battello a rimanere in servizio, per poi passare nella flotta della nuova concessionaria del servizio di trasporto passeggeri sul lago, la ditta Busti di Bergamo.
Negli anni ’70 tutta la flotta passò sotto il controllo statale, operando per la Gestione Governativa Navigazione Laghi (la cui branca sebina era detta “Naviseo”), e nel 1977 l’Iseo venne sottoposta a radicali lavori di rimotorizzazione e rimodernamento, che ne mutarono completamente l’aspetto, per la seconda volta da quando era stata costruita. Dal 2003 l’Iseo, capace di 190 passeggeri (105 seduti), opera per la Navigazione Lago d’Iseo Srl, controllata dalla Regione Lombardia. Ad oltre un secolo dalla costruzione, rappresenta la più antica nave ancora in servizio sul Sebino.

L’Iseo oggi (dal sito della Navigazione Lago d’Iseo)
Il 60° anniversario del mitragliamento del 1944, il 5 novembre 2004, è stato commemorato con una mostra itinerante organizzata a bordo dell’Iseo stessa. Alla commemorazione ha partecipato anche il maggiore Pete Miller, delegato dell’ambasciata britannica in Italia.

Una lapide con i nomi delle vittime, posta nel santuario della Madonna della Ceriola, ricorda il mitragliamento del 5 novembre 1944, insieme ad un ex voto lasciato da una passeggera sopravvissuta all’attacco.

Si ringrazia la Navigazione Lago d’Iseo.


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