Il Luciano Manara (g.c. Marcello Risolo via www.naviearmatori.net)
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Sommergibile di media
crociera della classe Bandiera (dislocamento di 942 tonnellate in superficie e 1147
in immersione). Nel periodo di guerra contro gli Alleati effettuò 11 missioni
offensive/esplorative, soprattutto nel Mediterraneo centrale, e 8 di
trasferimento (percorrendo complessivamente 10.193 miglia in superficie e 1381
in immersione), nonché 203 missioni addestrative per la Scuola Sommergibili di
Pola.
Breve e parziale cronologia.
18 febbraio 1928
Impostazione nel
Cantiere Navale Triestino di Monfalcone (numero di costruzione 188).
5 ottobre 1929
Varo nel Cantiere
Navale Triestino di Monfalcone.
6 giugno 1930
Entrata in servizio.
Avendo evidenziato
tendenza al beccheggio, scarsa stabilità e tendenza ad immergersi di prua
durante la navigazione in superficie, i sommergibili della classe Bandiera
saranno sottoposti, nei primi tempi, a consistenti lavori di modifica: a prua le
strutture dello scafo saranno rialzate per inserire una cassa autoallagabile
per mitigare il beccheggio, creando così un “nasone”; verranno installate
controcarene laterali (per aumentare la stabilità) e modificata la forma della
torretta, rendendola più chiusa.
1931
Insieme ai gemelli Fratelli Bandiera, Ciro Menotti e Santorre
Santarosa (e per un periodo, anche al sommergibile posamine Filippo Corridoni), il Manara va a formare la VI Squadriglia
Sommergibili di Media Crociera, avente base a Taranto.
Manara, Menotti e Santarosa compiono una crociera a
Tripoli e nel Dodecaneso, per verificare le prestazioni della classe; si nota
ancora una tendenza ad infilarsi con mare i prora.
26 aprile 1931
Riceve la bandiera di
combattimento, offerta dalla sezione di Milano dell’Associazione Bersaglieri in
Congedo (Luciano Manara fu organizzatore e comandante di un battaglione di
bersaglieri volontari, durante la prima guerra d’indipendenza).
1932
La VI Squadriglia
Sommergibili viene ribattezzata VII Squadriglia Sommergibili, restando di base
a Taranto.
1933
La VII Squadriglia
viene trasferita a Brindisi. Le sue unità sono impiegate nell’addestramento ed
in brevi crociere in acque italiane.
1934
La VII Squadriglia
Sommergibili viene di nuovo denominata VI Squadriglia, ma viene trasferita a
Napoli. Il Manara effettua una
crociera nel Dodecaneso.
1935
I quattro battelli
della classe vengono trasferiti a Tobruk e vi restano per un anno.
Dicembre 1936
Il Manara effettua una missione clandestina
di supporto alle forze franchiste (a contrasto del naviglio repubblicano od ad
esso alleato) durante la guerra civile spagnola. Passa in tutto 60 giorni in
mare, ma non ottiene alcun successo.
1937
Manara, Bandiera, Menotti e Santarosa vanno a formare la XXXII Squadriglia Sommergibili (poi
XXXIV Squadriglia Sommergibili) con base a Messina.
Febbraio 1937
Assume il comando del Manara il capitano di corvetta Ugo Ferruta, che rileva il parigrado Ugo Mazzola, da Napoli.
Febbraio 1937
Assume il comando del Manara il capitano di corvetta Ugo Ferruta, che rileva il parigrado Ugo Mazzola, da Napoli.
5 ottobre 1938
Assegnato alla
Flottiglia Scuola Comando.
27 aprile 1940
Assume il comando del Manara il tenente di vascello Salvatore Todaro.
27 aprile 1940
Assume il comando del Manara il tenente di vascello Salvatore Todaro.
10 giugno 1940
Entrata in guerra
dell’Italia. Il Manara (capitano di corvetta Salvatore Todaro), insieme a Bandiera, Menotti e Santarosa,
forma la XXXIII Squadriglia Sommergibili, inquadrata nel VIII Grupsom ed avente
base a Trapani.
21 giugno 1940
Il Manara (capitano di corvetta Salvatore
Todaro) parte per la prima missione di guerra, a sud di Creta e nelle acque
della Cirenaica, posizionandosi a metà della congiungente Gaudo-Ras el Tin (dove
rimane fino al 27 giugno).
29 giugno 1940
Durante il rientro
alla base, 45 miglia a sudest di Capo Spartivento Calabro, il Manara viene avvistato dall’idrovolante
Short Sunderland L 5804/S del 230th Squadron della RAF (201st
Group), pilotato dal capitano William Weir Campbell, che ha da poco bombardato
ed affondato il sommergibile Rubino. Non
avendo più bombe, il Sunderland scende fino a pochi metri di quota ed attacca
il Manara con le mitragliatrici; il
sommergibile non subisce danni (da parte italiana si ha anche l’impressione che
l’aereo abbia sganciato bombe, ma è un errore, dato che le ha già impiegate
tutte contro il Rubino) ed il
mitragliere di guardia sul Manara
risponde a sua volta con una lunga raffica di mitragliera, che sembra colpire
l’aereo britannico il quale sembra perdere quota (in realtà, il Sunderland di
Campbell non subisce alcun danno). Il comandante Todaro dà subito l’ordine
d’immergersi con la rapida, per disimpegnarsi tra un passaggio e l’altro
dell’idrovolante; però il Manara, la
cui manovra d’immersione è di per sé lenta, deve interrompere tale manovra “a
mezz’acqua” a causa dell’improvviso blocco del valvolone dei motori termici,
che non si riesce a chiudere.
Rimane allora in
torretta l’ufficiale addetto alle armi, guardiamarina Vittorio Patrelli
Campagnano, che si mette alla mitragliera tenendosi pronto a fare fuoco; il
comandante Todaro controlla la situazione sporgendosi dal portello. Alla fine
si riesce a risolvere il problema, Todaro e Patrelli Campagnano scendono
sottocoperta ed il Manara può
immergersi.
7 luglio 1940
Il Manara, insieme ai sommergibili Ascianghi, Axum, Turchese, Glauco e Menotti, viene inviato in pattugliamento a sud della Sardegna.
1° agosto 1940
Il Manara, insieme ai sommergibili Scirè, Argo, Neghelli, Turchese, Medusa (che il Manara
sostituisce causa rientro anticipato alla base), Axum e Diaspro, viene
inviato a formare uno sbarramento a nord di Capo Bougaroni a seguito della
partenza, da Gibilterra, della Forza H britannica. Sono in corso le operazioni
britanniche «Crush» (attacco aereo su Cagliari lanciato dalla portaerei Ark Royal, scortata dall’incrociatore da
battaglia Hood, dall’incrociatore
leggero Enterprise e dai
cacciatorpediniere Faulknor, Foresight, Forester e Foxhound) e
«Hurry» (invio a Malta di 12 aerei, decollati dalla portaerei Argus, scortata dai cacciatorpediniere Encounter, Gallant, Greyhound e Hotspur). I sommergibili formano due
linee di tre e quattro unità a nord di Capo Bougaroni, distanziate tra loro di
dieci miglia, con un intervallo di venti miglia tra ogni unità della stessa
linea.
I sommergibili
italiani pattuglieranno infruttuosamente la zona fino al 9 agosto; la Forza H
transiterà più a nord della zona pattugliata dai sommergibili italiani, che non
riusciranno così ad avvistarla.
26 settembre 1940
Assume il comando del Manara il tenente di vascello Innocenzo Ragusa (da Crotone), precedentemente suo comandante in seconda.
26 settembre 1940
Assume il comando del Manara il tenente di vascello Innocenzo Ragusa (da Crotone), precedentemente suo comandante in seconda.
21-28 aprile 1941
Manara, Santarosa ed i
sommergibili Goffredo Mameli e Ruggero Settimo vengono inviati a
pattugliare le acque attorno a Malta.
21-22 luglio 1941
Inviato tra
Pantelleria e Malta, unitamente ad altri tre sommergibili (Fratelli Bandiera, Dessiè
e Ruggero Settimo; i battelli sono
schierati a venti miglia l’uno dall’altro), a contrasto dell’operazione
britannica «Substance» (consistente nell’invio a Malta di un convoglio di
rifornimenti – sei navi da carico ed un trasporto truppe – scortato dalla
corazzata Nelson, dagli incrociatori
leggeri Edinburgh, Manchester ed Arethuse e da 11 cacciatorpediniere, nel contemporaneo rientro da
Malta di sei mercantili scarichi e della cisterna militare Breconshire, scortati dal cacciatorpediniere Encounter; la Forza H, uscita in mare con l’incrociatore da
battaglia Renow, la portaerei Ark Royal, l’incrociatore leggero Hermione e sei cacciatorpediniere, darà
copertura all’operazione, mentre unità della Mediterranean Fleet uscite da
Haifa ed Alessandria compiranno azioni diversive). Il Manara avvista sia il convoglio che le navi britanniche uscite da
Malta per riunirsi con la Forza H, e lancia il segnale di scoperta, ma non
riesce a portarsi in posizione adatta all’attacco in nessuno dei due casi.
30 luglio 1941
Viene di nuovo
inviato tra Pantelleria e Malta (insieme ai sommergibili Fratelli Bandiera, Tembien
e Zaffiro) per partecipare al
contrasto dell’operazione britannica «Style», consistente anch’essa nell’invio
di un convoglio a Malta (l’incrociatore posamine Manxman e gli incrociatori leggeri Hermione ed Arethusa in missione
di trasporto di 1750 uomini e 130 tonnellate di rifornimenti, con la scorta
diretta di due cacciatorpediniere ed indiretta di parte della Forza H) ed
azioni diversive (bombardamento di Alghero da parte dei cacciatorpediniere Maori e Cossack e di aerei della portaerei Ark Royal); questa volta, però, non avvista nulla.
16 marzo 1942
Assegnato alla Scuola
Sommergibili di Pola.
16 marzo 1942-15 luglio 1943
Effettua 203 missioni
addestrative per la Scuola Sommergibili di Pola.
1942
Sottoposto a lavori di
modifica, a seguito dei quali vengono ridotte le dimensioni della torretta.
Luglio 1943
Trasferito a Brindisi
per essere sottoposto a grandi lavori di rimodernamento.
Il varo del Manara (da “Gli squali dell’Adriatico. Monfalcone e i suoi sommergibili nella storia navale italiana” di Alessandro Turrini, Vittorelli Edizioni, 1999, via www.betasom.it) |
Epilogo
Il 3 settembre 1943, mentre
l’VIII Armata britannica sbarcava in Calabria (Operazione «Baytown»), il
comando della flotta subacquea italiana (Maricosom) diede il via all’attuazione
del Piano «Zeta»: lo schieramento della maggior parte dei sommergibili
superstiti nelle acque dell’Italia meridionale, in un ultimo tentativo di proteggere
le coste campane e calabresi dalle forze Alleate.
Anche il pur superato
Manara, lasciata Brindisi, venne
dislocato in Mar Ionio (al largo della Sicilia), nell’ambito di questo piano.
In tutto, oltre al Manara, furono
inviati nelle acque di Campania e Calabria i sommergibili Alagi, Brin, Diaspro, Marea, Vortice, Ciro Menotti, Onice, Zoea, Luigi Settembrini, CB 8, CB 9 e CB 10.
Il Manara, al comando del tenente di
vascello Gaspare Cavallina, salpò da Brindisi alle 20.02 del 3 settembre, ma la
sua navigazione fu tormentata dalle avarie; prima il motore di sinistra prese
fuoco, poi vi furono guasti che causarono diverse infiltrazioni. Le riparazioni
delle avarie si protrassero dalle 6.10 alle 17.30 del 4 settembre, ma non
furono sufficienti a rimettere il battello in condizioni di efficienza, così
alle 20.15 il Manara dovette
invertire la rotta per tornare alla base. Alle 4.20 del 5 settembre 1943 il
sommergibile si ormeggiò alla banchina del IX Gruppo Sommergibili di Brindisi.
Qui lo sorprese
l’annuncio dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, l’8 settembre 1943: dato
che Brindisi rimase saldamente in mano italiana (tanto che il fuggiasco
Vittorio Emanuele III la elesse a capitale provvisoria), il Manara scampò alla sorte di tante altre
unità ai lavori od avariate, in porti dell’Italia centrale o settentrionale,
che furono autoaffondate o catturate dalle forze tedesche; dato che era ancora
immobilizzato dalle avarie, non dovette affrontare il triste viaggio a Malta.
Il Manara nel periodo successivo all’armistizio (g.c. Marcello Risolo via www.naviearmatori.net) |
Una volta rimesso in
efficienza, ebbe inizio per il sommergibile il periodo della cobelligeranza.
Alle 17.50 del 27 ottobre 1943 il Manara,
sempre al comando del tenente di vascello Cavallina, salpò da Brindisi per una
missione speciale, per conto dello Special Operation Executive britannico: risalito
l’Adriatico, il sommergibile sbarcò tre gruppi, composti ciascuno da
due-operatori informatori, in altrettante località della costa dell’Alto
Adriatico (uno di essi era la missione «RAR» del Servizio Informazioni
Militari, il servizio segreto delle forze armate italiane: la componevano il
sottotenente Vincenzo Rosati ed il radiotelegrafista Ezio Paolini, e fu la
prima missione sbarcata nelle Marche; operò nella zona di Ascoli Piceno nel
novembre-dicembre 1943). Completata la missione, il Manara fece ritorno a Brindisi, dove giunse alle 6.58 del 3
novembre; i motori erano di nuovo in avaria, così il sommergibile dovette
tornare ai lavori.
La sua anzianità, e
le ripetute avarie che lo avevano colpito, sconsigliarono di usare di nuovo il Manara in missioni speciali
d’infiltrazione; pertanto venne adibito a compiti addestrativi. Tornato in
efficienza nel 1944, il battello fu impiegato nell’addestramento delle navi
scorta Alleate (e più tardi anche di quelle italiane); per questa attività ebbe
base inizialmente a Brindisi, quindi a Taranto ed infine a Palermo, poi di
nuovo a Taranto e Brindisi. Dal 5 agosto al 27 ottobre 1944 il Manara (al comando del tenente di
vascello Enzo Mariano) ebbe base anche a Malta, dove effettuò 14 esercitazioni.
Come gli altri sommergibili
italiani, finita la guerra il Manara
fu posto in disarmo; e come gli altri battelli languì in questo stato fino al
1° febbraio 1918, quando venne radiato. Seguì la demolizione.
Un’altra immagine del
sommergibile (da www.grupsom.com)
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Bsera Lorenzo. Il TV Salvatore Todaro assunse il comando del Manara il 27.4.40
RispondiEliminaGrazie, aggiungo.
EliminaBsera. Il comando del Manara, nel febbraio 1937, fu assunto dal CC Ugo Ferruta.
RispondiElimina...precedentemente era in cmando del Manarail CC Ugo Mazzola, da Napoli, poi caduto sull'Attendolo il 4.12.1942, quale comte in 2^.
RispondiEliminaBsera. Dal 26 settembre 1940 il comando del Manara fu assunto dal TV Innocenzo Ragusa, da Crotone, già ufficiale in 2^ del medesimo battello.
RispondiEliminaGrazie, aggiungo.
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