La nave con l’originario nome
di Alban (g.c. John Clarkson via Fraser
Darrah/www.bluestarline.org)
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Piroscafo da carico
da 5219 tsl e 3229 tsn, lungo 114,4 metri, largo 15,8 e pescante 9,05, con
velocità di 11 nodi.
appartenente
all’armatore genovese Ugo Musso, matricola 2064 al Compartimento Marittimo di
Genova.
Breve e parziale cronologia.
11 marzo 1914
Varato nei cantieri
Caledon Shipbuilding & Engineering Company Ltd. di Dundee come britannico Alban (numero di cantiere 235).
Originariamente il nome con cui era stato impostato era Anselm, cambiato in Alban
prima del varo.
12 novembre 1914
Completato come
piroscafo misto Alban per la Booth
Steamship Company (Booth Line) di Liverpool. Stazza lorda originaria 5223 tsl, stazza
netta 3262 tsn, velocità originaria 12-13 nodi.
Parte per il suo
viaggio inaugurale da Liverpool a New York e Manaus (risalendo il Rio delle
Amazzoni per il servizio commerciale con l’Amazzonia centrale), rotta sulla
quale poi svolgerà il proprio servizio regolare.
17 giugno 1917
Il sommergibile
tedesco U 82 lancia un siluro contro
l’Alban, proveniente da New York e
diretto a Liverpool, in navigazione a nordovest dell’Irlanda, ma manca il
bersaglio.
11 maggio 1918
Viene mancato da un
altro siluro, lanciato dall’U 70,
mentre procede in zavorra nel Mar d’Irlanda navigando da Liverpool a Newport.
24 settembre 1918
Viene attaccato con
il cannone dal sommergibile U 152, ma
risponde al fuoco e riesce a sfuggire.
L’Alban ritratto in un manifesto pubblicitario della Booth Line (g.c.
José Rui Amaro via www.naviearmatori.net)
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Maggio 1935
Venduto a demolitori
di Genova, ma non viene smantellato.
Gennaio 1936
Rivenduto all’armatore
Ugo Musso di Genova e ribattezzato Zena,
per essere impiegato nel trasporto di rifornimenti per le truppe italiane
impegnate nella Guerra d’Etiopia.
3 luglio 1940
Requisito a Venezia
dalla Regia Marina, senza essere iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario
dello Stato.
12 agosto 1940
Lascia Napoli in
convoglio con il piroscafo Absirtea.
14 agosto 1940
Zena
ed Absirtea arrivano a Tripoli.
5 settembre 1940
Lascia Bengasi alle
6.30 e raggiunge Tripoli in convoglio con il piroscafo Carnia e la motonave Città di
Messina e la scorta della torpediniera Castore.
8 ottobre 1940
Salpa da Napoli per
tripoli in convoglio con il piroscafo Tembien.
12 ottobre 1940
Dopo una sosta a
Trapani causata da problemi alle macchine, Zena
e Tembien, scortati della torpediniera
Sagittario, arrivano a Tripoli.
29 dicembre 1940
Parte da Brindisi
alle 23.05, insieme al piroscafo Monrosa
ed alla motonave Viminale, con la
scorta dell’incrociatore ausiliario Brindisi
e della torpediniera Castelfidardo.
30 dicembre 1940
Il convoglio arriva a
Durazzo alle 9.
4 gennaio 1941
Lascia Valona alle
12.30, scarico, insieme al piroscafo Luisa
(adibito a traffico civile) ed alla torpediniera Castelfidardo, arrivando a Brindisi alle 23.35.
11 gennaio 1941
Salpa da Bari per
Durazzo alle 22, trasportando, insieme al piroscafo Sant’Agata, 154 militari, 1340 quadrupedi e 55,5 tonnellate di
materiali.
12 gennaio 1941
I due piroscafi,
scortati dall’anziana torpediniera Generale
Antonio Cantore, giungono a Durazzo alle 12.30.
16 gennaio 1941
Lascia Durazzo vuoto
insieme al piroscafo Carnia (scarico
anch’esso) ed alla torpediniera Generale
Marcello Prestinari, alle sette del mattino.
17 gennaio 1941
Arriva a Bari
all’1.15 con il resto del convoglio.
27 gennaio 1941
Compie un viaggio di
ritorno, vuoto, da Durazzo a Brindisi insieme ai piroscafi Brunner e Monstella e con
la scorta della torpediniera Solferino.
30 gennaio 1941
Parte da Bari alle
18.30 insieme ai piroscafi Miseno e Perla (il convoglio trasporta in tutto
67 uomini, 496 quadrupedi, 574 tonnellate di foraggio e 135 di altri
materiali), scortati dalla Solferino.
31 gennaio 1941
Le navi arrivano a
Durazzo alle 10.15.
4 febbraio 1941
Parte da Durazzo alle
8.30 in convoglio con i piroscafi Italia
e Quirinale, scortati dalla vecchia
torpediniera Giacomo Medici. Il
convoglio arriva a Bari alle 23.35.
8 febbraio 1941
Lo Zena ed i piroscafi Italia e Titania partono
da Bari alle tre di notte, trasportando un carico di 1139 quadrupedi e 224
tonnellate di materiali oltre a 1371 uomini, con la scorta della torpediniera Solferino. Il convoglio arriva a Durazzo
alle 17.30.
11 febbraio 1941
Zena,
Titania ed un altro piroscafo pure
scarico, il Caterina, lasciano
Durazzo alle 3.30 insieme alla Solferino,
arrivando a Bari alle 17.
19 febbraio 1941
Parte da Bari alle tre
di notte insieme alla motonave Rossini
ed ai piroscafi Titania e Rosandra (il carico totale del convoglio
ascende a 1600 operai – tutti sul Rosandra
–, 922 militari, 1160 quadrupedi e 436 tonnellate di materiali) e la scorta
della Castelfidardo e dell’incrociatore
ausiliario Capitano A. Cecchi. Il
convoglio giunge a Durazzo alle 17.15.
24 febbraio 1941
Lascia Durazzo alle 9
insieme ai piroscafi scarichi Sagitta
e Rosandra, con la scorta della Medici, giungendo a Bari alle 23.30.
10 marzo 1941
Parte da Bari alle 5
insieme ai piroscafi Aventino e Milano ed alla motonave Rossini (in tutto le quattro navi hanno
a bordo 2991 uomini, 483 quadrupedi e 352 tonnellate di materiali) e con la
scorta del Capitano Cecchi e della
torpediniera Prestinari. Il convoglio
arriva a Durazzo alle 17.25.
15 marzo 1941
Salpa da Bari all 23
insieme ai piroscafi Absirtea e Monstella (il carico delle tre navi
ammonta in tutto a 1537 quadrupedi e 128 tonnellate di materiali, oltre a 197
militari), scortati dalla Castelfidardo.
16 marzo 1941
Il convoglio arriva a
Durazzo alle 13.15.
18 marzo 1941
Parte da Durazzo alle
10 insieme alla motonave Città di Trapani
(con a bordo 199 feriti lievi), il piroscafo postale Campidoglio ed il piroscafo scarico Absirtea, scortati dalla Solferino.
19 marzo 1941
Il convoglio arriva a
Bari alle 8.
28 marzo 1941
Salpa da Durazzo alle
20, in convoglio con i piroscafi Città di
Tripoli (avente a bordo 195 feriti lievi), Istria (scarico) e Triton
Maris (scarico).
29 marzo 1941
Arriva a Bari alle
11.45.
5 aprile 1941
Lo Zena ed il piroscafo Istria, aventi a bordo 110 militari, 560
quadrupedi, 119 veicoli e 724 tonnellate di materiali, partono da Bari alle 21
insieme alla torpediniera Solferino.
6 aprile 1941
Il convoglio arriva a
Durazzo alle 16.
12 aprile 1941
Lascia Bari per
Durazzo alle 23 in convoglio con il piroscafo Tagliamento e la motonave Maria
(il convoglio trasporta in tutto 118 uomini, 160 veicoli, 616 quadrupedi ed
altri materiali), con la scorta della torpediniera Castelfidardo.
13 aprile 1941
Il convoglio arriva a
destinazione alle 16.
15 aprile 1941
Riparte scarico da
Durazzo alle 5.30, insieme alla motonave Città
di Marsala ed ai piroscafi Maddalena
e Contarini (anch’essi vuoti) e con
la scorta della torpediniera Prestinari,
arrivando a Bari alle 13.
30 aprile 1941
Parte da Bari alle 18
insieme al piroscafo Silvano ed alla
torpediniera Medici.
1° maggio 1941
Il convoglio arriva a
Durazzo alle 12.20.
9 giugno 1941
Compie un viaggio da
Valona a Bari insieme ai piroscafi Sant’Agata
e Luigi Martini (le tre navi
trasportano 448 quadrupedi) e con la scorta della Prestinari.
Lo Zena sotto bandiera italiana (g.c. Mauro Millefiorini, via www.naviearmatori.net)
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“ULTRA”
Alle 22.20 dell’8
ottobre 1941 lo Zena (avente a bordo,
oltre al carico, 120 tra membri dell’equipaggio e militari di passaggio) lasciò
Napoli alla volta di Tripoli in convoglio con i piroscafi Bainsizza e Casaregis, la
motonave Giulia e la nave cisterna Proserpina: il convoglio era denominato
«Giulia». La scorta era costituita dai moderni cacciatorpediniere Granatiere (caposcorta, capitano di
vascello Capponi), Bersagliere, Fuciliere ed Alpino della XIII Squadriglia. Da Trapani si sarebbero dovuti unire
anche il piroscafo Nirvo e l’anziana
torpediniera Generale Antonino Cascino,
ma subito fuori dal porto il Nirvo
ebbe un’avaria di macchina, che lo costrinse a tornare indietro (la Cascino raggiunse invece il convoglio).
Poco più tardi anche il Bainsizza
dovette riparare a Trapani per avarie di macchina, riducendo così i mercantili
a quattro.
Il convoglio imboccò
la rotta del canale di Sicilia procedendo a nove nodi; per tutta la giornata
del 10 ottobre fu sorvolato da aerei da caccia ed antisommergibile
dell’Aeronautica della Sicilia (che per la scorta aerea del convoglio mobilitò
in tutto venti caccia e dodici bombardieri Savoia Marchetti S. 79 “Sparviero”),
che riuscirono ad evitare attacchi da parte degli aerei di base a Malta
nonostante la notevole vicinanza dell’isola e la scarsa velocità del convoglio.
Al tramonto la scorta
aerea lasciò il convoglio, che da parte sua si dispose nella formazione per la
navigazione notturna, con i mercantili in doppia linea di fila e circondati dai
cacciatorpediniere (tranne l’Alpino,
che si trovava in coda).
Il cielo era sereno
con ottima visibilità, il mare calmo.
Mentre la navigazione
procedeva per tre giorni senza intoppi, tuttavia, altrove si lavorava
alacremente per portare all’intercettazione e distruzione del convoglio.
“ULTRA”, il servizio britannico di decrittazione dei messaggi in codice
dell’Asse, stava entrando a pieno regime nella sua attività d’intercettazione e
decifrazione delle comunicazioni sui convogli italiani che trasportavano
rifornimenti in Africa Settentrionale. Fino ad allora una sola nave, la
motonave Barbarigo, era stata
affondata (luglio 1941) per opera di “ULTRA”, ma presto sarebbe cominciata una
ben più nutrita sequela di vittime cadute nella rete tesa, con l’aiuto dei
decrittatori, dalle forze britanniche. Al convoglio «Giulia» sarebbe toccato in
sorte di aprire tale serie.
Lo stesso 8 ottobre
“ULTRA” poté riferire, in base alle decrittazioni, che un convoglio (chiamato «Casaregis»)
formato da Zena, Casaregis, Bainsizza, Giulia e Proserpina sarebbe partito da Napoli alle 21.30 di quel giorno,
sarebbe passato ad ovest di Malta a 9 nodi ed avrebbe raggiunto Tripoli, non
prima che Nirvo e Cascino, partite da Trapani, si fossero
unite ad esso. Il giorno seguente “ULTRA” annunciò l’avvenuta partenza del
convoglio, confermando le informazioni del giorno precedente ed aggiungendone
altre sull’entità della scorta (cinque cacciatorpediniere) e sul previsto
orario di arrivo a Tripoli (le 18 dell’11 ottobre). Il 10 ottobre, sulla base
delle informazioni di “ULTRA”, furono fatti decollare da Malta dei ricognitori,
che trovarono il convoglio alle 12.45 circa 35 miglia a sud di Pantelleria.
Alle 22.45 del 10
ottobre, dopo un paio d’ore di navigazione indisturbata, i primi aerei
britannici fecero la loro comparsa nelle vicinanze del convoglio «Giulia», e
presto si scatenarono gli attacchi aerei, che proseguirono fino all’alba.
Mercantili e scorta reagirono con la manovra e con cortine nebbiogene, sparando
qualche raffica di mitragliera quando c’era speranza di colpire qualcosa. Per
un’ora fu possibile contenere gli attacchi, ed i trasporti evitarono alcuni
siluri, ma alle 23.45, durante un attacco da parte di sette aerosiluranti Fairey
Swordfish dell’830th Squadron della Fleet Air Arm (decollati da
Malta al comando del capitano di corvetta Hunt), lo Zena fu raggiunto da un siluro in corrispondenza della sala
macchine.
L’Alpino fu la prima nave ad accorgersi
dell’accaduto, segnalandolo subito al caposcorta Granatiere e ricevendone l’ordine, che ne confermava l’iniziativa
già presa, di tenersi vicino alla nave colpita – che restava a galla grazie
alle porte stagne chiuse – per dare assistenza. Gli aerei britannici, però,
concentrarono i propri attacchi proprio sullo Zena, che, immobilizzato e scaduto rispetto a poppavia del
convoglio, rappresentava ora un facile bersaglio. I velivoli continuarono a
bombardare la nave danneggiata, intralciando il salvataggio dei naufraghi da
parte dell’Alpino; alle 00.15 dell’11
ottobre, pertanto, anche il Granatiere
invertì la rotta per tornare a sua volta in aiuto dello Zena – facilmente individuabile, nella notte, grazie alle raffiche
di mitragliera sparate dall’Alpino –
ed agevolare il recupero dei superstiti da parte dell’Alpino. Alle 00.30 il caposcorta comunicò a Supermarina quanto
stava accadendo. Avvicinandosi al piroscafo danneggiato, il comandante del Granatiere vide più volte varie bombe
cadergli vicino, e poi anche la sua nave finì a sua volta sotto attacco,
rispondendo però con le proprie mitragliere. All’1.05, ricevuta comunicazione
dell’Alpino sulla situazione dello Zena (colpito in sala macchine, ma
galleggiante per via della chiusura delle porte stagne), il Granatiere tornò verso il convoglio
(frattanto proseguito sotto la direzione del Bersagliere), ordinando all’Alpino
di restare con il mercantile.
L’Alpino completò il recupero dei
naufraghi all’1.45, dopo di che, senza che gli attacchi aerei gli dessero
tregua, si apprestò a prendere a rimorchio il piroscafo. Alle 2.35 il
cacciatorpediniere richiese istruzioni al Granatiere
circa il rimorchio (Capponi rispose di tentare di rimorchiare lo Zena verso Pantelleria e di chiedere
direttamente a Supermarina per eventuali altri ordini), ma alle tre di notte lo
Zena affondò nel punto 34°52’ N e
12°22’ E, quarantadue miglia a sud di Lampedusa.
All’Alpino non rimase che tornare ad unirsi
al convoglio, che subì anche la perdita del Casaregis
(anch’esso aerosilurato) prima di riuscire a raggiungere Tripoli alle 16.30
dell’11.
Dei 120 uomini
imbarcati sullo Zena, 119 furono
tratti in salvo; risultò invece disperso, unica vittima dell’affondamento, il
carabiniere Anzino Ciarrocchi, nato il 1° febbraio 1917 a Tossicia (TE), appartenente
al XIX Battaglione Carabinieri Mobilitato (Legione Carabinieri di Bari) ed a
bordo di passaggio.
Un’altra immagine della nave
come Alban (g.c. Mauro Millefiorini
via www.naviearmatori.net)
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Si ringrazia l’Ufficio Storico
del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.
Buon pomeriggio . Complimenti per l' articolo. Mio nonno Cosmo Picheo fu Giuseppe , nato a Molfetta nel 1891, era imbarcato su questo piroscafo in qualità di marinaio . Era imbarcato a Venezia il 22 Agosto 1941 sbarcano a Napoli il 16 Ottobre 1941 come si legge sul registro della gente di mare del compartimento di Molfetta. Durante la seconda guerra mondiale subì altri due affondamenti . La sua matricola mercantile era : 4568 / 1 ° se vi serve una foto potrei anche inviarla
RispondiEliminaBuonasera,
Eliminala ringrazio. Mi farebbe certamente piacere inserire nella pagina dello Zena una foto di suo nonno, può inviarmela a lorcol94@gmail.com