Piropeschereccio da 319 tsl e 121 tsn, lungo 45,14 metri, largo 7,44
metri, pescaggio 4,14 metri. Appartenente alla Società Anonima Industria Pesca
(SAIP) con sede a Roma, iscritto con matricola 472 al Compartimento Marittimo
di Napoli.
Breve e parziale
cronologia.
1924
Varato e completato nei cantieri J. Frerichs & Co. A. G.
(Frerichswerft) di Einswarden (Amburgo) come piropeschereccio oceanico Sardina, destinato all’Italia (numero di
costruzione 385), in base alle clausole del trattato di pace, quale riparazione
dei danni di guerra del primo conflitto mondiale (al pari di altri 23
piropescherecci d’altura, dei quali solo il Balena ed
un altro, lo Scorfano, vengono
costruiti nei cantieri Frerichs di Einswarden). Consegnato alla Società Anonima
Industria della Pesca e Sottoprodotti, con sede a Roma, e registrato a Roma.
Stazza lorda e netta originaria 305 tsl e 111 tsn.
1933
Acquistato dalla Società Motopesca Lagalla, registrato ad Ancona e
ribattezzato Giovita.
1935
Acquistato dall’armatore romano Pasquale Melchiorri (successivamente
Pasquale Melchiorri & Figli), registrato a Roma, ingrandito (319 tsl e 121
tsn) e ribattezzato Pasquale.
1937
Acquistato dall’armatore napoletano Vito Di Bella, registrato a Napoli e
ribattezzato Balena.
1940
Acquistato dalla Società Anonima Industria Pesca.
Pesce fresco per
Betasom
L’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, sorprese il Balena mentre era intento alla pesca del
merluzzo sui banchi di Terranova, insieme ad altri due piropescherecci gemelli,
il Sardella ed il Pesce Spada.
Le tre piccole navi, onde evitare di essere raggiunte in alto mare da
navi da guerra francesi o britanniche, fecero rotta su Horta, nelle Azzorre,
dove trovarono rifugio per i tre mesi a venire. Corse voce di tentativi di
vendita dei piropescherecci ad una compagnia portoghese di Lisbona, ma nella
notte tra il 19 ed il 20 settembre 1940 Balena,
Sardella e Pesce Spada lasciarono Horta diretti a Bordeaux, porto atlantico
della Francia occupata dai tedeschi che, oltre che base atlantica di
sommergibili italiani (Betasom), era diventato meta di molti violatori di
blocco italiani provenienti da tutto il mondo.
Qui i tre piropescherecci, divenuti a loro volta i più piccoli violatori
di blocco dell’Atlantico, giunsero il 7 ottobre 1940, e qui le loro sorti si
divisero: Sardella e Pesce Spada vennero noleggiati alla
Kriegsmarine, che ne fece dei dragamine ausiliari (M 4031 e M 4032); il Balena, invece, tornò all’attività per
la quale era stato costruito e cui era stato sempre adibito: la pesca. Non più,
ora, per vendere il pesce pescato, bensì per procurare pesce fresco per il
personale della base di Betasom.
L’attività di pesca del Balena
per conto di Betasom si protrasse per un anno e mezzo, ma doveva incontrare una
brusca fine.
Il 16 febbraio 1942 il piropeschereccio, al comando del padrone
marittimo Gino Vassalle, viareggino, venne attaccato nel golfo di Biscaglia da
aerei britannici: colpito da bombe alle 3.37, il Balena affondò rapidamente nel punto 45°03' N e 01°50' O, al largo
di Bordeaux. L’equipaggio riuscì a mettersi in salvo su una minuscola lancia,
ma non tutti resistettero alle rigide temperature dell’Atlantico di febbraio: i
fuochisti Giuseppe Neri e Vincenzo Di Maio ed i marinai Vincenzo La Greca,
Francesco Giannino e Francesco Bacich spirarono durante la notte successiva.
Alla loro memoria fu conferita la Croce di Guerra al Valor Militare; la
stessa decorazione, a vivente, fu decretata per il primo ufficiale Alberto
Patalano, il capo macchinista Giuseppe Spinozzi ed il radiotelegrafista
Fortunato Olivari, in riconoscimento del ruolo che ebbero nel portare in salvo
l’equipaggio. Il comandante Vassalle ricevette, per aver condotto in salvo i
suoi uomini, la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Morti
con il Balena:
Francesco Bacich,
marinaio, da Scratona (Sebenico)
Vincenzo Di Maio,
fuochista, da Torre del Greco
Francesco Giannino,
marinaio, da Porto Empedocle
Vincenzo La Greca,
marinaio, da Porto Empedocle
Giuseppe Neri,
fuochista, da Porto Empedocle
La motivazione della Medaglia di Bronzo al Valor Militare conferita al
padrone marittimo Gino Vassalle (nato a Viareggio il 29 gennaio 1905):
“Comandante di piropeschereccio, attaccato e colpito da aereo nemico,
fronteggiava, con presenza di spirito e sereno coraggio, la grave situazione,
e, mentre l'unità rapidamente affondava, effettuava con perizia le operazioni
di salvataggio dei suoi uomini. Con essi prendeva posto sull'imbarcazione e
nella notte eccezionalmente rigida, durante la quale perivano alcuni marittimi,
sapeva infondere, nei suoi dipendenti, abnegazione e fiducia nella salvezza,
verso cui audacemente li conduceva.
Oceano Atlantico, 16 febbraio 1942”
La motivazione della Croce di Guerra al Valor Militare conferita al
primo ufficiale Alberto Patalano (nato a Viareggio il 30 gennaio 1908), al capo
macchinista Giuseppe Spinozzi (nato a Grottammare il 10 maggio 1892) ed al
radiotelegrafista Fortunato Olivari (nato a Camogli il 23 settembre 1916):
“Imbarcato su piropeschereccio, attaccato e colpito da aereo nemico,
coadiuvava, con sereno coraggio, il Comandante nelle operazioni di salvataggio
dell'equipaggio e, nonostante il rigore del clima che provocava perdite fra i
dipendenti, cooperava instancabilmente a condurre in salvo l'imbarcazione.
Oceano Atlantico, 16 febbraio 1942”
La motivazione della Croce di Guerra al Valor Militare conferita alla
memoria di Francesco Bacich, Vincenzo di Maio, Francesco Giannino, Vincenzo La
Greca e Giuseppe Neri:
“Imbarcato su piropeschereccio che rapidamente affondava, colpito da
aereo nemico, manteneva un contegno sereno e deciso; preso posto
nell’imbarcazione di salvataggio, mentre cooperava alla salvezza comune,
soccombeva nella gelida notte, vittima degli elementi avversi.
Oceano Atlantico, 16 febbraio 1942”
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