L’Alga. |
Piroscafo da carico
da 1851 tsl e 1106 tsn, lungo 79,48-79,52 metri, largo 13,26-13,29 e pescante 5,69-5,73,
con velocità di 10 nodi. Appartenente all’armatore napoletano Achille Lauro,
matricola 492 al Compartimento Marittimo di Napoli.
Breve e parziale cronologia.
Luglio 1917
Completato nei
cantieri Toledo Shipbuilding Company di Toledo (Ohio, Stati Uniti) come
francese Tours (numero di scafo 138)
insieme al gemello Limoges, per la
Compagnie Francaise des Chemins de Fer Paris-Orleans (Société Maritime
Auxiliarie de Transports, Mgrs.) di Nantes. Stazza originaria 1984 tsl e 1197
tsn.
1919
Venduto alla Société
Auxiliaire d'Importations et de Transports di Rouen e ribattezzato Janine.
1923
Acquistato
dall’armatore J. F. J. Montreuil di Rouen e ribattezzato André Montreuil.
1925
Venduto alla
Compagnie de Transports Maritimes & Fluviaux (Heuzey & Chastellain) di
Rouen e ribattezzato D’Enambuc.
1934
Acquistato
dall’armatore greco Dimitris N. Valsamakis del Pireo, ribattezzato Pessades e registrato al Pireo con
matricola 808 (nominativo radio SVEI).
1936
Venduto all’armatore
J. N. Vlassopoulos del Pireo e ribattezzato Antonios.
1937
Acquistato dall’armatore
Achille Lauro di Napoli e ribattezzato Alga
(nominativo radio IJZL).
10 giugno 1940
L’Italia entra nella
seconda guerra mondiale. A bordo dell’Alga
vengono confiscate 1794 pelli bovine secche (per totali 20.930 kg) spedite
dalla Lanex Soc. de Resp. Ltd. di Buenos Aires al cittadino jugoslavo Markus
Deutch-Pancevo.
16 settembre 1940
Compie un viaggio da
Valona a Bari, scarico, scortato dalla torpediniera Monzambano.
3 settembre 1942
Requisito a Venezia
dalla Regia Marina, senza essere iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario
dello Stato.
L'affondamento
Poche settimane prima della battaglia di El Alamein, l'Alga lasciò Palermo alle tre di notte
del 7 ottobre 1942, diretto a Tripoli, con a bordo 52 uomini di equipaggio (tra
marittimi civili, al comando del capitano Vincenzo Putignano, e militari del Regio Esercito e della Regia Marina addetti alle armi di bordo) ed
un carico di materiali per il Regio Esercito e la Regia Aeronautica (nelle
stive: tra l'altro vi erano telefoni da campo dell'Esercito, corrugati,
maschere antigas, siluri da 450 mm), motori d'aereo (Alfa Romeo per gli
aerosiluranti Savoia Marchetti SM. 79 “Sparviero” e Daimler-Benz DB 601 per
caccia Macchi Mc 202), carri armati (tra cui diversi carri leggeri Ansaldo L.
3, mezzi inadeguati ed ormai pressoché inutili contro i moderni carri britannici: ma altro da mandare non c'era) e benzina in fusti (in coperta; i fusti, in particolare, erano stati sistemati a poppa). La nave,
avendo una velocità relativamente elevata per un piroscafo (dieci nodi) ed un
buon armamento difensivo, ritenuto sufficiente a difendersi da attacchi aerei,
fu fatta partire senza scorta; avrebbe dovuto seguire la rotta Trapani-Capo
Bon-secche di Kerkennah-Gerba-Tripoli, girando il più possibile al largo da
Malta, da dove partivano gli attacchi di aerosiluranti.
Per gran parte del
viaggio l'Alga procedette senza
problemi lungo le rotte di sicurezza.
Giunto nelle acque
delle Kerkennah, il piroscafo s'imbatté in delle mine alla deriva, che
mitragliò per renderle inoffensive. Alcuni degli ordigni, colpiti, detonavano,
altri invece affondavano senza scoppiare. Poi la nave avvistò, a soli duecento
metri di distanza, il relitto di una lancia e tre salvagenti rossi. Proprio in
quell'area, appena il giorno prima, erano stati affondati alcuni velieri di
ritorno in Italia; gli uomini dell’Alga
scrutarono invano il mare in cerca di naufraghi.
Un aereo di
nazionalità ignota sorvolò la nave ad alta quota, senza attaccare. Le vedette
erano impegnate nella ricerca di eventuali segni della presenza di
sommergibili, ma non ne avvistarono nessuno. La notte era estremamente scura.
Purtroppo un
sommergibile c'era: l'Unbending, del
tenente di vascello Edward Talbot Stanley.
Dopo aver attaccato
ed incendiato un motoveliero nel tardo pomeriggio, l'Unbending si era posto alla ricerca di altri motovelieri (in
precedenza ne aveva avvistati altri cinque nella stessa zona), ma alle 22.05
del 9 ottobre aveva invece avvistato l'Alga
che procedeva oscurato verso sud.
Alle 22.25 (ora di
bordo dell'Unbending; le 23.25 per
l'orario italiano) il sommergibile britannico, in posizione 34°02' N e 11°05' E
(al largo dell’isola di Gerba, nel Golfo di Gabes), lanciò due siluri da appena
460 metri contro il piroscafo italiano.
Alle 23.30 uno dei
siluri, senza che da bordo si fosse presagito alcunché, colpì l'Alga a prua sinistra (subito dopo il
dritto di prua, ad una decina di metri dall’occhio di cubia): subito i fusti di
benzina presero fuoco, ed in pochi attimi sia la nave che il mare circostante
vennero avvolti da altissime fiamme. Dopo essere bruciato furiosamente per una
ventina di minuti, lo sfortunato piroscafo affondò ancora in fiamme a dodici
miglia per 005° da Ras Turgoeness (secondo "Navi mercantili perdute" dell'USMM
la nave, silurata ed incendiata alle 23.30, affondò solo alle tre di notte).
Dopo aver lanciato e constatato il proprio successo, l'Unbending si ritirò verso il mare aperto.
Sulla superficie
rimasero solo la benzina in fiamme, che continuò a bruciare per più di un'ora,
ed appena otto sopravvissuti, cinque dei quali gravemente ustionati. I morti
furono 44, tra cui il comandante Putignano.
Dei naufraghi, due furono
recuperati da un idrovolante italiano ed altri cinque dalla piccola nave
soccorso Laurana, salpata da Tripoli.
L'ultimo naufrago, aggrappato ad un relitto, fu portato dalla corrente sulla
costa tunisina, approdando nei pressi di Gabes.
Prima ancora di
rientrare in porto, al largo di Djerba, la Laurana
fermò il piroscafo Loreto, proveniente
da Tripoli e diretto a Palermo, e trasbordò su di esso i tre feriti più gravi,
per farli portare d'urgenza a Palermo ove avrebbero ricevuto cure più adeguate.
In realtà i tre naufraghi dell’Alga
avrebbero così subito un secondo affondamento nel giro di pochi giorni: alle
17.33 del 13 ottobre, infatti, il Loreto
fu silurato dal sommergibile britannico Unruffled
ed affondò a poche miglia dalla costa siciliana. I tre feriti dell'Alga sopravvissero anche a questo
affondamento, che causò invece la morte di 124 uomini, 123 dei quali erano
prigionieri di guerra indiani.
Le vittime tra l'equipaggio civile:
(si ringraziano Carlo Di Nitto e Giancarlo Covolo)
Andrea Artucci, marittimo
Umberto Belluccio, marinaio
Michele Borriello, marinaio
Nunzio Cappiello, marinaio
Luca Cartagenova, marinaio
Ignazio Cracolich, marinaio
Guglielmo Fiore, carpentiere
Ernesto Gregori, carbonaio
Carmeno Leotta, marittimo
Francesco Lo Coco, marinaio
Vincenzo Mercurio, marinaio, da Palermo
Crescienzo Narducci, ingrassatore
Vincenzo Putignano, comandante
Carmelo Salogna, carbonaio
Giuseppe Sorrentino, marinaio
Mariano Tuccio, cameriere
Giuseppe Turtur, marinaio
Gregorio Vio, ingrassatore
Romano Zanon, fuochista
Lapide in memoria del cannoniere armaiolo trapanese Andrea Ilardo, morto nell’affondamento dell’Alga (g.c. Giuseppe Romano) |
La motivazione della Medaglia di Bronzo al Valor Militare conferita alla memoria del marinaio cannoniere Raul Panfilio, nato a Conselve (Padova) il 6 settembre 1921:
"Naufrago di un piroscafo che rapidamente affondava per offesa subacquea nemica, benché gravemente ferito alla colonna vertebrale e agli arti inferiori, taceva la gravità del proprio stato al suo ufficiale che s'apprestava a dargli aiuto, indicando con gesto di suprema abnegazione ed elevato spirito di altruismo, altri camerati bisognosi di cure. Con stoicismo ed eccezionale forza d'animo sopportava il dolore senza emettere un lamento ed infondeva fiducia e coraggio ai naufraghi a lui vicini. Tratto in salvo dall'unità di scorta, decedeva sereno con la fierezza dei forti che aveva saputo conservare fino all'ultimo istante.
(Mare Ionio, 10 ottobre 1942)."
L'affondamento dell'Alga nel diario di bordo dell'Unbending (da Uboat.net):
"2205 hours - Sighted
a darkened southbound merchant ship of about 2500 tons.
2225 hours - In
position 34°02' N, 11°05' E fired two torpedoes from 1500 yards. One hit was
obtained and the ship blew up. HE was heard for 10 minutes, possibly an escort
but none was seen. P 37 then retired to seaward."
Il relitto dell’Alga (localmente noto anche come "Aida") giace in assetto di navigazione a
circa 18-20 metri di profondità al largo di Djerba, ad otto-nove chilometri
dalla costa e precisamente nel punto 33°50.63' N e 11°06.57' E, dov’è oggi meta
di immersioni. La prua appare gravemente danneggiata, la plancia è crollata e
gli alberi sono caduti sul ponte, mentre la zona poppiera è integra. Le stive
sono piene di sabbia, mentre i rifornimenti sistemati in coperta sono visibili
e riconoscibili ancora oggi; tre carri armati, che sarebbero stati gettati in
mare prima dell'affondamento, giacciono sul fondale a circa 70-100 metri dal
relitto. A bordo ed intorno alla nave giacciono munizioni, telefoni, decine di maschere
antigas, motori d'aereo ed altri resti del carico.
Si ringrazia Pietro Faggioli.
Pagina sul relitto dell’Alga su Facebook, con immagini
E' possibile in qualche modo conoscere la lista dei morti e dispersi?. Il nonno di mia moglie fu dichiarato disperso nell'affondamento il 9 ottobre 1942 di una nave diretta a Tripoli, la probabilità che sii tratti dell'Alga sono alte. La comunicazione ufficiale del decesso non è mai giunta ai famigliari e di lui non si sono più avute notizie.
RispondiEliminaL'elenco delle vittime dovrebbe trovarsi presso l'archivio dell'Ufficio Storico della Marina Militare, a Roma, che è visitabile dietro prenotazione (ed a pagamento). Il nonno di sua moglie era un militare oppure un marittimo della Marina Mercantile?
EliminaMio nonno era il comandante della nave alga, mi piacerebbe sapere di più sulla vicenda,
RispondiEliminaPurtroppo non ho molto di più oltre a quanto scritto qui...
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