lunedì 12 gennaio 2015

V 137 Trio F.




Il motoveliero quando batteva bandiera olandese e portava il nome di Jantje Grunefeld (dal sito Groninger Kustvaart, via Mauro Millefiorini)

Motoveliero da carico con scafo in acciaio da 244,07 tsl, lungo 35,6 metri, largo 7,1 e pescante 3 metri, con velocità 7,5 nodi. Appartenente alla Società Impresa Marittima Fratelli Frassinetti, con sede a Genova, ed immatricolato al 1205 del Compartimento Marittimo di Genova.

Breve e parziale cronologia.

1921 (o 1925)
Costruito nei cantieri Scheepswerf Gideon V/H J. Koster Hzn di Groningen (Paesi Bassi) come Jantje Grunefeld (numero di costruzione 93) per l’armatore olandese Davids D. Delfzijl.
19…
Acquistato dalla Società Impresa Marittima Fratelli Frassinetti e ribattezzato Trio Frassinetti. Successivamente ribattezzato Trio F.
28 novembre 1940
Requisito a Savona dalla Regia Marina (a partire dalle ore 12) ed iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato come V 137. Impiegato come vedetta foranea.
14 maggio 1941
Il Trio F. è in navigazione da Tripoli a Bengasi in convoglio con i motovelieri Alas, Rita e Neptunus e la scorta della cannoniera Mario Bianco, quando alle 13.23 il convoglio viene avvistato dal sommergibile britannico Unbeaten (TV Edward Arthur Woodward) a 11.000 metri per 236°, mentre procede verso est tenendosi ad un miglio dalla costa, su fondali di una decina di metri. L’Unbeaten si avvicina ad alta velocità, constatando la composizione dei convoglio (sovrastimando però la dimensione dei motovelieri, valutati in 1100, 700, 400 e 500 tsl mentre nessuno di essi raggiunge le 400 tsl), ed alle 14.53, in posizione 32°54’ N e 13°54’ E (ad ovest di Homs), lancia tre siluri da 4150 metri contro il motoveliero più grande. I siluri mancano il bersaglio, ed il convogli prosegue senza neanche essersi accorto dell’attacco.

L’affondamento

Alle 14.30 del 2 giugno 1941 il Trio F. partì da Bengasi alla volta di Tripoli, insieme ad altri due motovelieri, il V 190 Frieda ed il V 112 Unione, e con la scorta della cannoniera Valoroso.
Alle 13.13 del 5 giugno, nel punto 31°39’ N e 15°39’ E (18 miglia ad ovest di Buerat, nel golfo della Sirte), il convoglio venne avvistato dal sommergibile britannico Triumph, al comando del capitano di corvetta Wilfrid John Wentworth Woods. Alle 14.40 (13.30 secondo l’orario italiano) il battello emerse ed aprì il fuoco contro la Valoroso, da una distanza di 550 metri: dopo aver posto fuori causa l’unica unità di scorta, il Triumph prese a bersagliare il Trio F. ed il Frieda, affondandoli con 9 e 7 colpi di cannone (il primo con 9 colpi ed il secondo con 7, ma non è chiaro a quale tra Frieda e Trio F. fosse il primo e quale il secondo); l’Unione, invece, trovandosi circa un miglio a poppavia degli altri due motovelieri, fece in tempo a portarsi in acque troppo basse perché il sommergibile potesse inseguirlo senza rischiare d’incagliarsi, e raggiunse indenne Buerat. Il battello britannico finì la Valoroso, che era rimasta a galla nonostante i gravissimi danni, poi si allontanò in direzione del mare aperto.
La cannoniera Scilla ed un idrovolante recuperarono parte dei superstiti delle tre unità affondate, mentre altri raggiunsero la costa con le proprie scialuppe.
Tutti e otto gli uomini che formavano l’equipaggio del Trio F. sopravvissero.

L’attacco al convoglio nel giornale di bordo del Triumph (da Uboat.net):

“1313 hours - Spotted three schooners (estimated at 300 tons each) escorted by an A/S trawler coming up astern.
1440 hours - Surfaced and engaged the A/S trawler [il Valoroso] with gunfire from 600 yards. The trawler was on fire after 24 rounds. Two of the schooners [Frieda e Trio F.] were sunk with 9 and 7 rounds respectively.
The third schooner [l’Unione], which was about a mile astern of the other two managed to escape to shallow water.
Lt.Cdr. Woods then returned to the trawler that was showing no signs of sinking, therefore another round was fired that holed the ship on the waterline. Triumph now retreated seawards. The trawler was seen to sink an hour later.”
 
Un’altra foto del Trio F. come Jantje Grunefeld (da www.wrecksite.eu)

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