Il Luigi Razza (g.c. Mauro Millefiorini)
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Costruito nel 1938
per l’armatore Nicola Marcheggiani di San Benedetto del Tronto (che l’aveva
iscritto con matricola 895 al Compartimento Marittimo di Ancona), il Luigi Razza, con le sue 113 tsl, era una
delle unità più grandi e moderne della flotta peschereccia italiana.
Ciò fece sì che,
prevedibilmente, anche questa nave non sfuggisse all’ondata di requisizioni
che, a cavallo della dichiarazione di guerra, colpì centinaia di pescherecci
italiani.
Requisito già il 18
maggio 1940, a
Rovigno d’Istria, dalla Regia Marina, il 1° giugno 1940 (dalle ore 00.00) il Luigi Razza fu iscritto nel ruolo del
naviglio ausiliario dello Stato: come innumerevoli altri motopescherecci, venne
trasformato in dragamine. La sua caratteristica fu inizialmente G 84 (dragamine d’altura),
successivamente cambiata in DM 1
(dragamine magnetico).
Dopo tre anni di
servizio privi di eventi di rilievo, la fine del Luigi Razza venne insieme alla fine della campagna tunisina, pochi
giorni prima della caduta di Tunisi e Biserta.
Il mattino del 29
aprile 1943 la piccola unità era in servizio nel Golfo di Tunisi, quando venne
sottoposta ad una serie di attacchi aerei angloamericani. A riprova dello
strapotere aereo alleato, e della sovrabbondanza di risorse di chi, ormai,
poteva permettersi un tale dispendio di munizioni per affondare un bersaglio
tanto modesto, ben venti attacchi aerei furono lanciati, tra le 11.30 e le
22.30, contro questo motopeschereccio trasformato in dragamine.
Alle 22.30 il Luigi Razza, colpito, affondò mezzo
miglio a nord di Ras el Ahmar. Il suo equipaggio aveva già potuto mettersi in
salvo per intero, non vi furono vittime.
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