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Il
Corallo sullo scalo, durante la
costruzione (da “Sommergibili italiani” di Alessandro Turrini ed Ottorino
Ottone Miozzi, USMM, 1999)
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Sommergibile di piccola crociera della classe Perla
(dislocamento di 680 tonnellate in superficie, 844 in immersione).
Durante la seconda guerra mondiale effettuò 23 missioni
offensive/esplorative e 25 missioni di trasferimento, percorrendo 21.131 miglia
in superficie e 2587 in immersione, trascorrendo 180 giorni in mare ed affondando
tre piccoli motovelieri per complessive 205 tsl.
Breve e
parziale cronologia.
1°
ottobre 1935
Impostazione nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone
(numero di costruzione 1144).
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L’unità
nelle fasi iniziali della costruzione (da “Gli squali dell’Adriatico.
Monfalcone ed i suoi sommergibili nella storia navale italiana” di Alessandro
Turrini, Vittorelli Edizioni, 1999).
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2
agosto 1936
Varo nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone.
26
settembre 1936
Entrata in servizio. Assegnato alla XXXIV Squadriglia
Sommergibili, con base a Messina, svolge alacre attività addestrativa in
Adriatico e Dodecaneso, compiendo diverse crociere addestrative e di resistenza.
Marzo 1937
Riceve la bandiera di combattimento: la cerimonia, alla
presenza dell’arcivescovo di Napoli Ascalesi (che benedice la bandiera), del
prefetto e del comandante del Dipartimento Militare Marittimo Basso Tirreno, si
svolge a Torre del Greco, porto noto appunto come centro della pesca e
lavorazione del Corallo. Il cofanetto
per la bandiera è realizzato dall’incisore torrese Michele Scala.
1937
Svolge una campagna addestrativa.
1938
Altra campagna addestrativa.
15
ottobre 1938
Aggregato alla Flottiglia Scuola Comando.
1939
Dislocato a Cagliari, in seno alla LXXII Squadriglia
Sommergibili (VII Grupsom), della quale farà ancora parte (con i gemelli Diaspro e Turchese ed il più anziano Medusa)
all’ingresso in guerra dell’Italia.
10
giugno 1940
Alla data dell’entrata nel conflitto dell’Italia, il Corallo si trova a Monfalcone per lavori
di manutenzione.
Fine
agosto 1940
Completati i lavori, torna in servizio.
3
settembre 1940
Il Corallo (capitano
di corvetta Loris Albanese) viene inviato in missione offensiva circa 60 miglia
a sud di Creta, tra Gaudo ed Alessandria d’Egitto.
17
settembre 1940
Verso le 18 il Corallo
avvista (in posizione 33°34’ N e 25°34’ E) una formazione britannica in
navigazione (procedendo a zig zag) verso Alessandria d’Egitto: la compongono la
portaerei Illustrious (identificata
correttamente), la corazzata Valiant
(che Albanese identifica erroneamente come un incrociatore pesante) e cinque
cacciatorpediniere (Valiant ed Illustrious procedono in linea di fila,
coi cacciatorpediniere sui lati), di ritorno ad Alessandria d’Egitto dopo aver
bombardato Derna e Bengasi. Alle 18.30 il sommergibile, avvicinatosi in
immersione e superata la scorta, lancia due siluri – da 1500 – metri contro l’Illustrious, dopo di che s’immerge subito
a 80 metri (per eludere un’eventuale reazione della scorta, in particolare di
un cacciatorpediniere che minaccia di speronarlo) ed avverte due forti
detonazioni (ritenute «diverse da quelle delle bombe di profondità») dopo 75
secondi; nessuna nave, comunque, è stata colpita. I cacciatorpediniere
reagiscono sottoponendo il Corallo ad
un bombardamento con bombe di profondità, protrattosi per tre ore; il Corallo subisce diversi danni (che ne
compromettono l’efficienza operativa) ed un membro dell’equipaggio, il capo
silurista Angelo Bianchi, rimane ucciso in camera lancio siluri poppiera,
probabilmente per essere stato sbattuto contro una parete od altra parte del
locale durante le ripetute perdite di assetto verificatesi durante il
bombardamento. Per ridurre la probabilità di essere localizzati, viene assunto
l’assetto silenzioso, travasando e sbarcando l'acqua di assetto e compenso con
l'aria compressa; ciò implica però lo sfogo delle casse, ad intervalli
regolari, verso l’interno, così facendo salire di molto la pressione interna. Conclusa
la caccia, il sommergibile riemerge, e nel farlo perde un altro uomo: il
comandante in seconda, tenente di vascello Alfredo Gatti, non riesce a regolare
la pressione al momento di aprire il portello della torretta e viene così
proiettato all’esterno dalla pressione stessa, finendo in mare. Non si riuscirà
più a trovarlo, nonostante prolungate ricerche.
18
settembre 1940
Dato che i danni subiti non sono riparabili coi mezzi
disponibili a bordo, il Corallo
interrompe la missione e raggiunge Tobruk.
Novembre
1940
Il Corallo ed altri
quattro sommergibili (Topazio, Fratelli Bandiera, Pier Capponi e Goffredo
Mameli) vengono inviati circa 90 miglia a sud-sud-est di Malta a contrasto
dell’operazione britannica «Coat», consistente nell’invio a Malta di un
convoglio (di navi da guerra: la corazzata Barham,
l’incrociatore pesante Berwick,
l’incrociatore leggero Glasgow e tre
cacciatorpediniere, con una forza di copertura costituita dalla portaerei Ark Royal – che lancerà anche un attacco
aereo diversivo su Cagliari –, dall’incrociatore leggero Sheffield e da tre cacciatorpediniere) con truppe ed armi
antiaeree, nell’ambito dell’operazione complessa «MB.8» (che prevede anche
altre operazioni secondarie: il trasferimento di unità da guerra da Gibilterra
ad Alessandria, l’invio di convogli in Grecia, l’attacco di aerosiluranti
contro Taranto dell’11-12 novembre ed una puntata offensiva contro convogli
italiani nel Canale d’Otranto). Il Corallo
e gli altri sommergibili formano uno sbarramento con intervalli di 20-30 miglia
tra ogni unità e l’ordine di effettuare pendolamento notturno; il Corallo, comunque, non avvista alcuna
unità nemica.
Gennaio
1941
Partito per una nuova missione, deve rientrare subito alla base
in seguito ad un’avaria.
Febbraio
1941
Inviato in missione a nord di Capo Bougaroni: altri problemi ai
motori lo obbligano al rientro.
Aprile
1941
Inviato in missione a sud della Sardegna, deve di nuovo
interrompere la missione e tornare prima del previsto, stavolta per via del
tempo avverso.
Maggio
1941
Agguato circa 50 miglia a ponente dell’isola La Galite. Nessun
risultato.
Giugno
1941
Agguato sul meridiano 8° Est; il 14 giugno avvista un gruppo di
ben 14 aerei, ma la missione è senza esito.
Luglio
1941
Infruttuosa missione offensiva a sudovest della Sardegna.
Ottobre
1941
Nuovo agguato, stavolta al largo di Capo Zebib, ma ancora priva
di successi.
3
novembre 1941
Inviato ad ovest di Malta (al comando del capitano di corvetta
Andreani) con compiti di agguato offensivo ed esplorativo, a protezione
dell’invio in Libia di un grosso convoglio (il «Beta», detto anche «Duisburg»),
raggiunge all’alba la zona d’agguato. Il suo incarico è rilevare e segnalare
eventuali movimenti navali britannici ad ovest di Malta, ed attaccare le navi
avvistate.
9
novembre 1941
Il convoglio «Duisburg» viene intercettato e distrutto dalla
Forza K britannica, uscita da Malta senza che il Corallo l’abbia potuta rilevare (inevitabilmente, data la sua
posizione rispetto all’isola: la Forza K non è passata in quelle acque, bensì
ai margini della zona d’agguato del sommergibile Settembrini). Al tramonto, il
sommergibile lascia il settore assegnato e ne raggiunge un altro al largo di
Algeria e Tunisia, come ordinato.
Gennaio
1942
Nuovo agguato tra Malta e Capo Passero.
Marzo
1942
Altro agguato nelle acque di Malta.
Aprile
1942
Il Corallo (tenente
di vascello Gino Andreani) viene inviato in missione al largo di Capo Bon.
28
aprile 1942
Ferma alle 4.10, al largo di Bona, i motovelieri tunisini Dar es Salaam (una goletta di 138 tsl) e
Tunis (uno sciabecco di 41 tsl). Le
due piccole unità, appartenenti alla Francia di Vichy, possono navigare solo
con apposito permesso, ma non lo hanno: pertanto il Corallo ne prende a bordo gli equipaggi (tredici uomini un tutto),
poi le affonda a cannonate nel punto 37°01’ N e 11°09’ E.
Maggio
1942
Nuova missione a levante della Galite.
Giugno
1942
Altra missione, di nuovo ad est della Galite.
7
giugno 1942
Sempre al comando del tenente di vascello Andreani, il Corallo ferma un altro motoveliero
tunisino, l’Hady M’Hammed di sole 26
tsl, lungo le coste della Tunisia; ritenendo che stia trasportando dei
materiali per conto degli Alleati, il
comandante del Corallo ordina
ai sei uomini dell’equipaggio tunisino di abbandonarlo, li prende a bordo come
prigionieri e poi lo affonda a cannonate, alle due di notte, in posizione
37°24’ N e 09°10’ E. Indi il Corallo riceve
ordine di spostare la sua zona d’agguato a nordovest di Algeri.
Al rientro dalla missione, assume il comando del Corallo il tenente di vascello Guido
Guidi.
11 giugno
1942
Il battello viene inviato, assieme ad altri quattro
sommergibili (Onice, Ascianghi, Aradam e Dessiè) in
agguato nel triangolo compreso tra Malta, Pantelleria e Lampedusa a contrasto
dell’operazione britannica «Harpoon» (convoglio fortemente scortato da
Gibilterra a Malta), nell’ambito della battaglia di Mezzo Giugno. Il Corallo non avvista, tuttavia, alcuna
nave.
Ottobre
1942
Inviato a sud delle Baleari.
Novembre
1942
Inviato nelle acque di Biserta; penetra anche la rada di
Philippeville, ma non vi trova alcuna nave da attaccare.
1°
dicembre 1942
Forma uno sbarramento di sommergibili nel Mediterraneo
occidentale, assieme ai sommergibili Alagi,
Argento, Bronzo, Galatea, Porfido, Volframio, Mocenigo, Diaspro e Malachite.
L’affondamento
Il 10 dicembre 1942 il Corallo,
al comando del tenente di vascello Guido Guidi, salpò da Cagliari per una
missione da svolgere in un’area situata tra Bona e Biserta (poi gli fu ordinato
di spostarsi tra La Galite e Cap de Fer), con ordine di penetrare nella rada di
Bougie durante la notte del 13, ed attaccare eventuali navi nemiche che avesse
trovato in rada.
Un membro dell’equipaggio, Salvatore Fanale, rimase a terra
perché doveva essere operato d’appendice: una malattia che gli salvò la vita. Dopo
la partenza, infatti, il Corallo non
diede più notizia di sé; invano le chiamate radio continuarono fino al 23
dicembre.
A guerra finita si seppe cos’era successo. Nella notte del 13
dicembre 1942 il Corallo, a 14 miglia
da Bougie (e 165 miglia a nordest di Algeri), era stato localizzato ed
attaccato da quattro unità britanniche di scorta al convoglio «KMS 4» (in
navigazione da Gibilterra ad Algeri); sottoposto a bombardamento con cariche di
profondità, era stato danneggiato ed obbligato ad emergere (per altra versione,
probabilmente errata, le navi nemiche avevano colpito il sommergibile coi loro
cannoni mentre questi tentava di disimpegnarsi ed immergersi). A questo punto,
secondo alcune fonti, marinai del Corallo
avevano raggiunto il cannone del sommergibile ed avevano cercato di puntarlo
verso lo sloop Enchantress (capitano
di fregata Arthur Edward Tolfray Christie) per ingaggiare uno scontro
d’artiglieria, ma la nave britannica aveva speronato il battello italiano. Mentre
l’Enchantress aveva subito nella
collisione seri danni alle strutture prodiere, il Corallo aveva avuto la peggio, ed era affondato con tutto
l’equipaggio – il comandante Guidi, 5 altri ufficiali e 43 tra sottufficiali e
marinai – nel punto 36°58’ N e 05°07’ E (a nord del golfo di Bougie).
Morirono
nell’affondamento:
Giuseppe
Berra, sottotenente di vascello
Virgilio
Boi, sottocapo
Sergio
Camporeale, sergente
Giovanni
Capraro, sottocapo
Guido
Caucci, tenente del Genio Navale (direttore di macchina)
Silvio
Cavicchio, sottocapo
Armando
Cecchini, sottocapo
Alberico
Ciccarelli, marinaio
Giuseppe
Cimminiello, secondo capo
Giuseppe
Crociani, sottocapo
Angelo
De Luca, sottocapo
Emanuele
De Luca, sottocapo
Albino
Di Domenico, sottocapo
Carlo
Di Stefano, marinaio
Pietro
Durandoni, marinaio
Carmelo
D’Urso, sottotenente di vascello (comandante in seconda)
Antonio
Esposito, marinaio
Giuseppe
Failla, sottocapo
Giovanni
Falcone, marinaio
Erminio
Finistauri, marinaio
Nicola
Giacobbe, sottocapo
Giovanni
Gilardi, capo di terza classe
Isidoro
Gori, secondo capo
Guido
Guidi, tenente di vascello (comandante)
Giovanni
La Pira, marinaio
Michele
Leonardi, secondo capo
Benedetto
Lojacono, capo di terza classe
Ardengo
Manzella, guardiamarina
Salvatore
Marras, secondo capo
Antonio
Mazzella, marinaio
Mauro
Mignosa, sottocapo
Francesco
Monaco, sottocapo
Gualtiero
Montecuccoli, marinaio
Dino
Morgantini, marinaio
Marino
Nibbi, secondo capo
Francesco
Nicoletta, marinaio
Elia
Origgi, marinaio
Sebastiano
Palazzolo, sergente
Salvatore
Perrini, sottocapo
Salvatore
Petracchi, sottocapo
Franco
Pirazzini, aspirante guardiamarina
Carlo
Quagliato, sergente
Giovanni
Sansonetti, sottocapo
Cosimo
Scianaro, sottocapo
Antonio
Simeoni, sottocapo
Mariano
Sirago, sottocapo
Rosario
Sottile, sottocapo
Vincenzo
Torre, sergente
Antonio
Urban, sottocapo
![]() Il Corallo durante l’allestimento, il 1° settembre 1936 (da “Sommergibili in guerra” di Achille Rastelli ed Erminio Bagnasco, Albertelli Editore, 1994) |
Bsera Lorenzo. Al TV Alfredo Gatti (nato a Bagnolo Cremasco il 17 febbraio 1911) per l'azione del 17 settembre 1940, fu assegnata la medaglia d'argento al v.m. alla memoria. GP
RispondiEliminaIl Sommergibile CORALLO fu scoperto da ENZO MAJORCA. Perchè nessuno riporta questo ritrovamento?
RispondiEliminaBuongiorno, qual è la fonte? Non ho mai sentito di questo ritrovamento, e mi sembra improbabile visto che Majorca era un apneista mentre nella zona in cui affondò il Corallo il mare è profondo duemila metri.
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