La nave quando si chiamava Ester batteva bandiera svedese (g.c.
Mauro Millefiorini)
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Motoveliero da carico
(nave goletta) da 347,10 tsl, 259 tsn e 450 tpl, lungo 44,35 m e largo 7,92,
pescaggio 3,23 m. Appartenente all’armatore Carlo Landi di Savona, matricola
134 al Compartimento Marittimo di Savona.
Breve e parziale cronologia.
1903
Costruito nei
cantieri Gebr. J. & G. W. Verstockt di Martenshoek (Paesi Bassi) come
veliero (senza motore) con scafo in ferro da 336 tsl, con il nome di Voorwaarts, per la compagnia olandese NV
Maatschappij Zeilschip Voorwaarts (armatori J. J. Duinker e Goedkoop) di
Amsterdam. Suo primo comandante è il capitano J. H. Honker; viene impiegato
sulla rotta per il Sud America.
Ottobre 1910
Venduto all’armatore
tedesco Hermann Linnemann di Brema, che lo ribattezza Louise Linneman e lo affida al capitano S. Grössing.
1910
Rivenduto
all’armatore danese Hans Petersen di Marstal, che gli cambia nome in Jenny.
20 ottobre 1916
Acquistato dalla
società norvegese AS Esther di Skien (armatore H. T. Realfsen). Ribattezzato Esther.
1917
Trasformato in
motoveliero con l’installazione di un motore Bolinder a due cilindri da 120 HP.
4 aprile 1922
Venduto all’armatore
svedese Johan Walfrid Eriksson di Vätö (Norrtälje), ribattezzato Ester e registrato con matricola 6672. I
suoi dati risultano essere: 340 tsl, 270,18 tsn, lunghezza 41,65 metri,
larghezza 7,92, pescaggio 3,18, nominativo internazionale KDPC.
Agosto 1933
Acquistato dagli
armatori genovesi Bianchi & Fazio, diviene Fede (341, poi 353, tsl e 265, poi 266, tsn).
1933 (o 1935, o 1937)
Acquistato
dall’armatore savonese Carlo Landi e ribattezzato Carla.
11 giugno 1940
Requisito dalla Regia
Marina e (dalle ore 16 dell’11 giugno) iscritto nel ruolo del naviglio
ausiliario dello Stato come vedetta foranea V
63.
L’affondamento
L’ironia della sorte
volle che il motoveliero, dopo aver cambiato bandiera per ben sei volte nel
corso della sua esistenza, dovesse essere affondato da un sommergibile che
batteva la stessa bandiera che per prima era sventolata sugli alberi del Voorwaarts: quella olandese.
Alle 2.04 del 6
settembre 1941 il Carla si trovava in
posizione 43°45’ N e 09°15’ E, a trenta miglia per 293° dalla Gorgona, quando venne
avvistato su rilevamento 095° dal sommergibile olandese O 24, al comando del capitano di corvetta Otto de Booy. Questi, avendo
scambiato il bersaglio, a causa dell’oscurità, per un mercantile di dimensioni
molto maggiori, decise di attaccare con i siluri, ed alle 2.35 ne lanciò due
dalla distanza di 1100 metri. Quando De Booy si rese conto che la nave
attaccata era un veliero a tre alberi – che comunque sovrastimò nelle
dimensioni, ritenendolo un brigantino a palo a pieno carico di circa 1200
tonnellate – le due armi erano ormai partite: una virò verso dritta e
scomparve, l’altra, apparentemente, passò sotto lo scafo del Carla senza esplodere. L’O 24 aprì allora il fuoco con il
cannone: colpito ben 25 volte, il motoveliero affondò alle 2.50 nel punto
43°45’ N e 09°21’ E, nel Golfo di Genova.
Non vi furono
vittime; i 21 membri dell’equipaggio vennero tutti tratti in salvo dal MAS 525.
L’affondamento del Carla nel giornale di bordo dell’O 24 (da Uboat.net):
“0104 hours - Sighted
a ship bearing 095° in position 43°45'N, 09°15'E. Started a torpedo attack. It
was very dark and the target could not be easily identified and was thought to
be a large merchant vessel so it was decided to attack with two torpedoes.
0135 hours - Fired
two torpedoes from 2000 yards. The target appeared to be a Southbound
three-mast barque, fully laden of about 1200 tons. One torpedo was seen to turn
to Starboard and the other appeared to have run under the target. Fire was now
opened with the deck gun.
0150 hours - After 25
hits the barque sank in position 43°45'N, 09°21'E.”
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