La nave sotto il precedente nome
di Camogli (da www.clydeships.co.uk)
|
Piroscafo da carico
da 5322 tsl, 3233 tsn e 7885 tpl, lungo 122 metri, largo 15,9 e pescante 8,6. Appartenente
alla Società di Navigazione Polena, con sede a Genova, iscritto con matricola
2124 al Compartimento Marittimo di Genova.
Breve e parziale cronologia.
17 febbraio 1918
Varata nei cantieri
Scott Shipbuilding & Engineering Company (John & Robert Scott) di
Greenock, come War Angler (numero di
costruzione 487).
Marzo 1918
Completata per lo
Shipping Controller di Londra; data in gestione alla Anglo-Saxon Petroleum
Company, con sede a Londra. Si tratta di una nave cisterna standardizzata (per
la produzione bellica in serie, allo scopo di rimpiazzare le perdite causate
dagli U-Boote) del tipo standard AO.
28 maggio 1918
Mentre naviga a
noleggio dell’Ammiragliato britannico, la War
Angler viene infruttuosamente attaccata da un U-Boot nell’Oceano Atlantico,
a sudovest dell’Irlanda.
1919
Acquistata dal Lloyd
Meridionale Società Anonima di Navigazione, con sede a Palermo.
1920
Acquistata dalla
Società di Navigazione Roma, con sede a Roma (o Genova), e ribattezzato Rovereto. Trasformata in nave da carico
secco (cioè, in sostanza, in nave da carico del tipo standard A).
1928
Acquistato dal Lloyd
Mediterraneo – La Meridionale di Navigazione, con sede a Napoli (o Genova), registrato
a Napoli e ribattezzato Camogli.
26 gennaio 1930
Durante un periodo di
maltempo in Atlantico, che causa problemi anche ad altre navi, il Camogli subisce la distruzione
dell’aereo della radio ed il danneggiamento degli organi di governo, tanto da
dover lanciare un SOS (mentre si trova in posizione 42°39’ N e 09°40’ O).
1935
Acquistato (insieme
ad altre nove navi de La Meridionale) dalla Polena Società di Navigazione, con
sede a Genova, e ribattezzato Delfin.
1937
Cambia porto di
registrazione: Genova anziché Napoli.
10 giugno 1940
Entrata in guerra
dell’Italia. Il Delfin non verrà mai
requisito dalla Regia Marina, né iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario
dello Stato.
27 gennaio 1941
Il Delfin salpa da Palermo alle 8.30 diretto
a Tripoli, in convoglio con i piroscafi Motia
e Maria Adelaide e scortato dalle
torpediniere Sirio ed Aldebaran
(tenente di vascello Pappaianni). Il convoglio fa scalo a Trapani, quindi
prosegue per la Libia alle 16 dello stesso giorno.
29 gennaio 1941
Fin verso le 11 la
navigazione procede senza intoppi, ma a quell’ora, quando il convoglio è ormai
giunto nei pressi delle secche di Kerkennah, viene avvistato a 19 km di
distanza un idrovolante da ricognizione britannico Short Sunderland: questi
avvista il convoglio e poi si allontana verso est, per poi ammarare e
comunicare l’avvistamento. Poco dopo sopraggiunge un secondo Sunderland, che si
tiene per qualche tempo a 8-10 km dal convoglio e poi si allontana anch’esso;
più o meno contemporaneamente – sono le 15 – arriva sul cielo dei mercantili un
caccia della Regia Aeronautica, che però se ne va dopo pochi minuti. Dalle 16.25 alle 17.10, inoltre, il convoglio viene
sorvolato da un idroricognitore italiano.
Al largo di Kelibia,
la Sirio viene rilevata nella scorta
dalla torpediniera Orione (tenente di
vascello Frigerio).
30 gennaio 1941
Alle 17.04 il
sommergibile britannico Upholder
(tenente di vascello Malcolm David Wanklyn) avvista il convoglio in
avvicinamento su rilevamento 298°, con rotta 085° ed alla distanza di 7315
metri.
Il convoglio, in quel
momento, procede in linea di fila con il Maria
Adelaide in testa, seguito a 400 metri dal Delfin, a sua volta seguito a 700 metri dal Motia; Orione ed Aldebaran zigzagano rispettivamente a dritta
ed a sinistra dei mercantili (l’Aldebaran,
a distanze comprese tra i 900 ed i 1500 metri), mentre sul cielo del convoglio
volano due caccia della Regia Aeronautica, ed un idrovolante procede a proravia
delle navi, in funzione antisommergibile.
La rotta vera è 98°,
la velocità 6-7 nodi, il mare è calmo ed il cielo è sereno.
Alle 17.20, in
posizione 32°55’ N e 12°41’ E (30 miglia a nord di Zavia, a ponente di Tripoli;
per le fonti italiane, 32°52’,7 E a 5,6 miglia dalla costa), l’Upholder lancia due siluri da 3660
metri, per poi immergersi in profondità; subito l’Aldebaran avvista la bolla di lancio e poi le scie dei due siluri,
provenienti dalla dritta del convoglio (cioè dal lato terra), che mancano il Delfin passandogli poco a poppavia e
proseguono verso l’Aldebaran stessa.
La torpediniera alza il segnale “YK” (cioè “sommergibile a dritta”) e, messe le
macchine a tutta forza, passa a proravia del Delfin, che intanto emette due fischi ed accosta a sinistra, per
contrattaccare.
Nessuna nave viene
colpita, ed alle 17.22 l’idrovolante contrattacca per primo, lanciando due
bombe di profondità sulla verticale del sommergibile; anche l’Aldebaran inizia, alle 17.23, a gettare
le proprie bombe di profondità, subito imitata dall’Orione, anch’essa accorsa sul posto.
In tutto vengono
lanciate 25 bombe di profondità, tra le 17.22 e le 17.39; le torpediniere
vedono quella che sembra molta nafta venire a galla, ma l’Upholder (che intanto è sceso a 67 metri di profondità) non subisce
danni.
Il convoglio arriva a
Tripoli alle 21.
9 marzo 1941
Salpa da Tripoli alle
23, diretto a Sfax. La piccola nave scorta ausiliaria Luigi Rizzo lo accompagna fino a Zuara, poi il Delfin prosegue da solo.
15 marzo 1941
Arriva a Sfax
all’alba.
15 settembre 1942
Compie un viaggio da
Brindisi a Patrasso, in convoglio con il piroscafo Brundisium e con la scorta del cacciatorpediniere Sebenico.
12 ottobre 1942
Salpa dal Pireo, fa
scalo a Lero e raggiunge Rodi, in convoglio con il piroscafo Andrea Contarini e con la scorta del
cacciatorpediniere Quintino Sella.
5 novembre 1942
Lascia Lero e ritorna
al Pireo scortato dal rimorchiatore Giasone.
L’affondamento
Il 14 dicembre 1942
il Delfin era in navigazione dal
Pireo a Trikiri quando, alle 10.40, venne avvistato in posizione 37°50’ N e
24°07’ E dal sommergibile britannico Taku
(tenente di vascello Arthur John Wright Pitt). La nave italiana non aveva
alcuna scorta, ma in quel momento si trovavano nelle sue vicinanze il
cacciasommergibili tedesco UJ 2102,
ex panfilo Brigitte (che si trovava
circa 640 metri a proravia del Delfin),
e due aerei, che stavano pattugliando la zona; nondimeno, Pitt decise di
portarsi all’attacco.
Alle 11.26 il Taku lanciò due siluri dalla distanza di
appena 685 metri: dopo mezzo minuto, il Delfin
venne colpito, al largo dell’isolotto di Macronisi.
Subito l’UJ 2102 passò al contrattacco: lanciò
una prima bomba di profondità un minuto dopo il siluramento, poi altre undici
alle 12.45, seguite da altre sei; quindi ulteriori undici bombe alle 13.37, e
poi ancora un’ultima. Alla caccia partecipò anche un secondo
cacciasommergibili, l’UJ 2101 (ex
dragamine greco Struma), sopraggiunto
in seguito. Il Taku venne
violentemente scosso dalle esplosioni delle bombe, che detonarono molto vicine,
ma riportò soltanto danni lievi (mentre da parte tedesca se ne rivendicò la
quasi certa distruzione, avendo avvistato una grossa chiazza di nafta e molte
bolle d’aria venire a galla).
Il Delfin affondò intorno alle 13 nel punto
37°52’ N e 24°06’ E, circa tre o cinque miglia a nord di Macronisi, ed a quattro
miglia da Porto Rafti. Non vi furono vittime; l’intero equipaggio venne tratto
in salvo dall’UJ 2101 e dall’UJ 2102.
Nel 2014, i subacquei
greci George Mastrogeorgiou, Kostas Papastefos, Dimitris Tsamopoulos, Helen
Tsopouropoulou e Nicholas Vasilatos hanno individuato a 124 metri di
profondità, poco al largo di Porto Rafti, il relitto capovolto di un piroscafo
orientato in direzione nord-sud. Sebbene solo ulteriori immersioni potranno
permetterne l’identificazione certa, le dimensioni e l’aspetto sono compatibili
con quelli del Delfin, e la posizione
del relitto coincide con quella dell’affondamento del piroscafo italiano.
L’affondamento del Delfin su Uboat.net:
“1115 hours - Sighted
an aircraft patrolling to the South.
1140 hours - In
position 37°50'N, 24°07'E sighted smoke of two ships to the South. Commenced
attack.
The convoy turned out to be a 5000 ton MV [il Delfin] that was escorted by steam yacht of about 300 tons [l’UJ
2102, che in realtà non stava scortando la nave]. This yacht was about 700 yards ahead of the
MV. Two aircraft were escorting the convoy.
1226 hours - Fired
two torpedoes from 750 yards. 33 seconds after firing a loud torpedo explosion
was heard. The HE of the ship continued for about 15sec. but then it stopped
and was followed by breaking up noises. A minute and a half after firing a
depth charge was dropped.
1242 hours - Asdic
transmissions were heard.
1245 hours - The
escort dropped the first of eleven depth charges in a line with three second
intervals. These depth charges were unpleasantly close. Taku was shaken considerably but only light damage was done. Five
more depth charges were dropped but these were not as close as the first
eleven.
1337 hours - Another
eleven depth charges were dropped. These were as close as the first eleven
dropped at 1245 hours. After these one other depth charge was dropped. This was
the last one. Taku now managed to
slip away although it took the rest of the day.”
Il Delfin con i colori della società Polena (da www.wrecksite.eu)
|
Nessun commento:
Posta un commento