venerdì 26 febbraio 2016

RD 56

L’RD 56 (Coll. Guido Alfano via Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net

Dragamine della classe RD 55 (dislocamento standard 155 tonnellate e 212 a pieno carico, 35,5 metri di lunghezza per 5,8 di larghezza e 2,2 di pescaggio, armato con un cannone da 76/40 mm e due mitragliatrici da 6,5 mm; velocità 12,9 nodi, autonomia 700 miglia).
Fu la penultima unità completata della numerosissima serie di rimorchiatori-dragamine del tipo RD; incredibilmente, la costruzione di una nave tanto piccola richiese ben sette anni, forse a causa del turbolento periodo storico che l’Italia attraversò in quegli anni.

Breve e parziale cronologia.

19 novembre 1918
Impostazione nel cantiere Migliardi di Savona.
14 marzo 1923
Varo nel cantiere Migliardi di Savona.
7 ottobre 1925
Entrata in servizio.
1939
Durante l’invasione del’Albania, l’RD 56 viene inviato a dragare le acque attorno a Pelagosa, alla guida di una flottiglia di pescherecci chioggiotti convertiti in dragamine ausiliari.
Durante l’operazione di dragaggio, essendo finito molto al di fuori della zona assegnata (più a nordovest), il tagliamine dell’RD 56 rimane impigliato in una vecchia ancora tipo ammiragliato, con resti di ceppo in legno ed ancora attaccata ad una lunga catena, e l’anno 1859 impresso nel metallo. Forse un’ancora di una nave affondata nella battaglia di Lissa? Il comandante dell’RD 56, tuttavia, la liquida come “rumenta” e la fa ributtare a mare.

L’affondamento

L’8 gennaio 1943 l’RD 56 si trovava ormeggiato presso l’Arsenale di Ferryville (Biserta), quando le installazioni portuali e militari di Biserta furono sottoposte ad uno dei frequenti bombardamenti aerei che piagavano i porgitori tunisini.
Schegge di bombe scoppiate vicine colpirono l’RD 56, provocando una detonazione nella sua riservetta munizioni; lo scoppio aprì una falla, e l’acqua allagò il locale macchina. Il dragamine venne portato all’incaglio, per evitare che affondasse, ma ciò non fu sufficiente: l’RD 56 scivolò sotto la superficie il giorno seguente. Non vi furono vittime.
Successivamente la nave venne riportata a galla  portata in bacino di carenaggio nell’Arsenale di Sidi Abdallah, sempre a Biserta, per essere rimesso in efficienza. Di nuovo, però, i martellanti attacchi aerei su quella città ne avrebbero decretato la perdita: il 24 marzo 1943 l’RD 56 si trovava ancora in bacino per le riparazioni, quando venne colpito di nuovo da bombe durante una nuova incursione aerea, e nuovamente affondato alle 13.45.



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