mercoledì 10 febbraio 2016

Lombardia

Il Lombardia (da www.como.polimi.it

Piroscafo salone a ruote di 237 tonnellate di dislocamento, lungo 63,50 metri, largo 12,30 e pescante 1,40, con velocità di crociera di 23,16 km/h e massima di 28 km/h.
In servizio sul Lago di Como, era all’epoca il più grande battello lacuale mai costruito in Italia (primato rimasto tuttora imbattuto in lunghezza – 63,50 metri contro i 61,28 del quasi gemello Elvezia ed i 54 dei più grandi tra i battelli costruiti in epoca successiva – e superato, in stazza e dislocamento, solo nel 1977, con la costruzione, sul Lago Maggiore, del grande traghetto Sempione).
 

Primi anni di servizio (da forum.milanotrasporti.org) 
Breve e parziale cronologia.

1873
Costruito dai cantieri Escher & Wyss di Zurigo (il principale cantiere costruttore di piroscafi per i grandi laghi del Nord Italia) insieme al quasi gemello Elvezia, per la Società Italiana per la Navigazione a Vapore sui Laghi, fondata a Milano appena l’anno precedente.
La Società Italiana, che intende sfidare il dominio – finora incontrastato – della Società Lariana di Navigazione a Vapore (attiva sul Lario dal 1843 con una flotta di sette piroscafi a ruote), lancia una concorrenza aggressiva con la costruzione nel 1873 di Lombardia ed Elvezia e nell’anno seguente di altri due piroscafi salone, Como e Lecco, di dimensioni meno eclatanti.
I quattro piroscafi sono più grandi e lussuosi di qualunque nave della Lariana, ed è proprio su questo che punta la Società Italiana; la costruzione di Lombardia ed Elvezia può anzi dirsi dettata dalle esigenze della concorrenza, più che da effettive necessità di servizio. I due piroscafi, i più grandi mai visti sul Lario (hanno una capienza di 800 passeggeri contro i 650 dei piroscafi Volta e Lariano, i più grandi della Lariana, e li superano in lunghezza di una decina di metri), finiranno infatti con l’essere impiegati piuttosto di rado in corse di linea, dati i loro elevati costi d’esercizio (a differenza dei più “ragionevoli” Como e Lecco).
Il servizio svolto dalla società Italiana, tra Como ed i principali paesi rivieraschi, riscuote un buon successo tra la clientela, tanto da danneggiare la Lariana (ma il danno è reciproco).

Il Lombardia nella sua forma originaria (da www.como.polimi.it

1874
La società Italiana e la società Lariana si fondono in un’unica compagnia, che assume il nome di Società Riunite per la Navigazione a Vapore sul Lago di Como. Il Lombardia, come tutti i battelli delle due compagnie, confluisce nella flotta della nuova società.
1884
Le Società Riunite cambiano nome in Lariana Società anonima in Como per la Navigazione a Vapore nel Lago di Como.
Durante il periodo della Belle Époque, durante il quale frotte di turisti si riversano sul lago di Como, Lombardia ed Elvezia trovano la loro ragion d’essere, venendo impiegati in corse di linea e potendo sfruttare appieno la loro capienza, fruttando così lauti guadagni.

La nave in una cartolina del 1904 (da www.cuginischiantarelli.it

9 ottobre 1907
Disincaglia il Como, incagliatosi a Gravedona, presso la foce del Liro.
1915-1918
Durante la prima guerra mondiale il Lombardia viene requisito ed impiegato come nave ospedale (o piuttosto ospedale galleggiante) della capienza di 1000 pazienti. I feriti curati a bordo provengono dal fronte dell’Alta Valtellina; l’attività del Lombardia durante la guerra è molto intensa.
Un’altra foto del piroscafo nella sua versione originaria (da www.como.polimi.it

1919-1925
Finita la guerra, il Lombardia viene ormeggiato in disarmo alla diga foranea di Como.
1925
Il Lombardia viene trasferito nel cantiere di Campo Garibaldi (Como) per essere sottoposto a grandi lavori di rimodernamento, nell’ambito del piano di modernizzazione ed ampliamento della flotta della Lariana. Vengono ordinate delle nuove caldaie.

Il Lombardia, all’estrema sinistra, fotografato con altri piroscafi nel porto di Como, presso Piazza Cavour: andando verso destra, il Lariano (che ne condividerà la triste sorte finale), l’Adda e, in secondo piano, il Como (da www.como.polimi.it

22 giugno 1926
Alato per essere sottoposto ai lavori di modifica.
17 settembre 1926
Dopo la conclusione dei lavori di modifica dello scafo (che hanno compreso la ricostruzione della prua e della poppa, rendendole più in linea con il gusto del tempo), l’installazione delle nuove caldaie ed un attento ricontrollo dello scafo, il Lombardia viene ri-varato e poi ormeggiato in cantiere per ulteriori lavori di ammodernamento, delle proprie sovrastrutture.

Un’altra foto del Lombardia (da forum.milanostrasporti.com)

25 giugno 1927
Radicalmente ricostruito, al punto da essere irriconoscibile, con aumento della portata a 1000 passeggeri (capienza mai raggiunta, prima e dopo, da nessun altro battello lacuale italiano), il Lombardia rientra in servizio. È l’ammiraglia della flotta della Lariana; si può ben considerare come il piroscafo più maestoso in servizio sui laghi italiani. La velocità è aumentata, e gli arredi interni sono stati sostituiti con altri dall'eleganza mai vista prima.

Vista di prua (dal libro “Sulla scia del Vapùr. Storia dei piroscafi che hanno solcato il Lago di Como dalle origini al dopoguerra”, di Massimo Gozzi, Gianpaolo Brembilla, Roberto Brembilla, Ed. Associazione Scanagatta, 2003)

Anni ‘30
L’aumento del trasporto su gomma, a discapito di quelli su acqua, danneggia seriamente la Lariana, costringendola a effettuare tagli alla propria flotta. Mentre l’Elvezia viene addirittura demolito (1937), il Lombardia passa la maggior parte del proprio tempo nell’inattività, venendo impiegato solo per corse speciali e noleggi da parte di privati.
1934
Il Lombardia viene temporaneamente trasformato in “cannoniera” per la legione marinaretti dell’Opera Nazionale Balilla, armato con alcune mitragliere e persino con un piccolo cannone da campagna.
 

Il Lombardia ed il Como ormeggiati alla diga di Como, verosimilmente prima dei lavori di trasformazione del 1926-1927 (da www.como.polimi.it
Cacciabombardieri

La fase finale della seconda guerra mondiale colpì duramente anche la zona del Lario: anche qui, cacciabombardieri angloamericani presero a compiere frequenti incursioni contro «targets of opportunity», bersagli da scegliersi a discrezione dei piloti tra quelli potenzialmente impiegabili dalle forze tedesche per i loro collegamenti. Scopo di queste missioni era paralizzare gli spostamenti delle truppe tedesche, colpendo tutto quello che avrebbero potuto impiegare per i loro movimenti: cioè qualsiasi mezzo di trasporto. Ne fece le spese la flotta della Lariana.
Il Lombardia subì il primo attacco aereo (un mitragliamento) già nel gennaio 1945, a Villa Olmo, riportando modesti danni.
Alcuni giorni dopo, il 31 gennaio si rivelò una giornata particolarmente pericolosa per i battelli lariani, dei quali ben quattro furono mitragliati in altrettanti episodi diversi (il Como ad Onno, il Volta a Domaso, il motoscafo Moltrasio a Como). Il Lombardia, che era ormeggiato al pontile di Blevio per le riparazioni, nell’ambito delle misure per il decentramento della flotta, venne mitragliato (da velivoli provenienti dalla direzione di Erba), subendo dei danni ma restando comunque in grado di galleggiare e muovere con le proprie macchine. I danni vennero riparati poco dopo nei cantieri di Tavernola e Dervio.
Nel febbraio 1945, tuttavia, la Lariana prese una decisione che rimane a tutt’oggi priva di spiegazione sensata: fece arenare il Lombardia ed altri due dei propri battelli, i piroscafi mezzo salone Lariano e Volta, sulla spiaggia La Punta (comune di Sorico, alla foce del fiume Mera), di prua ed affiancati bordo contro bordo (per altra versione i tre piroscafi non furono fatti arenare, ma posti alla fonda).
I tre battelli erano stati mimetizzati, ma le loro grosse dimensioni, il fatto che fossero ormeggiati fianco a fianco, ed il loro contrasto con quello della pianura verde a proravia e l’acqua azzurra del lago e la spiaggia giallastra a poppa, rendevano comunque impossibile non vederli: messi lì così, erano un vero e proprio invito per i piloti angloamericani.
E ciò che era prevedibile, accadde. Il 14 marzo 1945, a metà mattina, una squadriglia di sei cacciabombardieri statunitensi – tenendosi fuori del tiro delle mitragliere del vicino forte di Montecchio Nord – attaccò i tre piroscafi immobilizzati ed indifesi. Dopo reiterati passaggi di mitragliamento, Lombardia, Lariano e Volta furono trasformati in altrettanti roghi. I pompieri volontari di Menaggio e Gravedona e numerosi soldati della RSI accorsero rapidamente sul posto, ma i tentativi di domare le fiamme non valsero a nulla: i tre battelli bruciarono furiosamente per tutto il giorno e tutta la notte successiva. A causa dei fori aperti negli scafi dai colpi di mitragliatrice, affondarono tutti e tre sul bassofondale sabbioso.
Quando le fiamme si spensero, del più maestoso battello mai visto su un lago italiano non restava che un pietoso relitto carbonizzato. Dato che a bordo non c’era nessuno al momento dell’attacco, non si lamentarono vittime.
I relitti dei battelli rimasero a La Punta per oltre due anni, in stato di sequestro da parte dell’autorità di occupazione.
Il relitto del Lombardia venne rimorchiato al cantiere di Tavernola nel maggio 1947, e lì demolito dopo un superfluo, ultimo esame dei suoi resti.
 
Il Lombardia alla boa (da www.cuginischiantarelli.it



Nessun commento:

Posta un commento