Il Perla
nel porto di Livorno. Dietro di esso la motonave India; in fondo sulla destra, probabilmente, il piroscafo Città di Siracusa (g.c. Pietro Berti via
www.naviearmatori.net)
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Piroscafo frigorifero misto di 5741 tsl
e 3612 tsn, lungo 122,1 metri, largo 16,46 e pescante 8,75, con una velocità di
10,5 nodi. Appartenente alla Società Anonima di Navigazione Lloyd Triestino,
con sede a Trieste, ed iscritto con matricola 189 al Compartimento Marittimo di
Venezia.
Breve e parziale cronologia.
17 novembre 1925
Varato nei cantieri Castle Works di Port
Glasgow della Clyde Shipbuilding & Engineering Company (numero di cantiere
347).
Gennaio 1926
Completato per la Navigazione Libera
Triestina (NLT, con sede a Trieste).
7 aprile 1935
Il Perla
diviene la prima nave ad usufruire dell’assistenza del neonato Centro
Internazionale Radio Medico (CIRM), fondato a Roma dal medico Guido Guida (con
l’adesione all’iniziativa, tra gli altri, di Guglielmo Marconi, che del CIRM ha
assunto la presidenza) con l’intenzione di fornire assistenza medica gratuita,
via radio, ai naviganti di ogni nazione e compagnia.
Il Perla
contatta il CIRM alle 20.15 del 7 aprile, poco dopo essere partito da Dakar,
chiedendo aiuto per un fuochista, del quale il comandante della nave descrive i
sintomi («Fuochista diagnosticato giorno 2 medico Dakar morbo di Pott
prescrittogli Adrenocalcina stop Oggi accusa febbre 39 con Eclampsia polso 77
pregovi consigliarmi Comandante De Simoni.»); alle 20.35 il CIRM risponde
tramite Coltano Radio, prescrivendo le cure («Ricevuto vostro marconigramma
stop Consigliamo somministrare al paziente antipiretici come Aspirina un grammo
e mezzo al giorno in tre volte stop Se il paziente accusa ancora convulsioni
somministrare calmanti come bromuri un paio di grammi al giorno oppure
iniezioni di morfina stop I mancanza di dette medicine somministrate qualche
calmante oppiaceo come tintura di oppio 10 gocce ogni 5 ore sospendere
Adrenocalcina stop Informateci domani mattina condizioni paziente C.I.R.M.»).
Sottoposto alle cure prescritte, il fuochista inizia a migliorare nella notte
successiva, giungendo presto alla guarigione.
Il Perla
a Capetown nei primi anni Trenta (John H. Marsh Maritime Research Centre di
Capetown, via Mauro Millefiorini e www.naviearmatori.net)
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1937
Con l’assorbimento della NLT da parte
del Lloyd Triestino, il Perla, assieme
al resto della flotta NLT, passa alla nuova compagnia.
11 aprile 1938
Il Perla,
mentre è in navigazione al largo della costa sudoccidentale africana, inizia ad
imbarcare acqua da una falla; l’equipaggio riesce però a tamponarla, e la nave
raggiunge con i propri mezzi Walvis Bay.
1940
Durante la «non belligeranza» italiana,
il Perla viene fermato da unità
britanniche, che ne sequestrano il carico di pepe.
18 gennaio 1941
Requisito dalla Regia Marina, senza
essere iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
4 novembre 1941
Entra in collisione, a Tripoli, con il
motoveliero Sparviero, riportando
danni.
5 settembre 1940
Compie un viaggio da Bari a Durazzo, in
convoglio con il piroscafo Antonetta
Costa e la scorta della torpediniera Castelfidardo, trasportando (tra entrambi i mercantili) 52
militari, 671 quadrupedi e 2100 tonnellate di carrette, autovetture, motocicli
e biciclette.
12 settembre 1940
Lascia Durazzo e ritorna scarico a Bari
insieme al piroscafo Enrico ed alla
motonave Tergestea, con la scorta
della torpediniera Nicola Fabrizi.
19 settembre 1940
Salpa da Bari in convoglio con la
motonave Maria ed i piroscafi Oreste e Premuda, nonché la scorta dell’incrociatore ausiliario Capitano A. Cecchi e della torpediniera Palestro. Il convoglio trasporta in
tutto 929 quadrupedi e 2520 tonnellate di automezzi ed altri materiali, e
raggiunge Durazzo.
27 settembre 1940
Il Perla,
vuoto, lascia Durazzo in convoglio con la motonave Rossini ed il piroscafo Italia,
e fa ritorno a Bari con la scorta delle torpediniere Pallade e Polluce.
2 ottobre 1940
Perla, Maria
ed il piroscafo Sabaudia partono da
Bari con un carico di materiali vari e raggiungono Durazzo, scortati dalla
torpediniera Monzambano.
24 ottobre 1940
Il Perla
ed il piroscafo Chisone, dopo aver caricato
4247 tonnellate di rifornimenti, partono da Bari alle 19 scortati dalla
torpediniera Confienza, per
raggiungere Durazzo.
25 ottobre 1940
Alle nove del mattino il Chisone urta una mina e dev’essere preso
a rimorchio; riuscirà comunque ad arrivare a Durazzo, dove anche il Perla giunge alle 11.25.
31 ottobre 1940
Perla e Sabaudia
lasciano vuoti Durazzo alle 23.30, scortati dal Capitano Cecchi e dalla torpediniera Curtatone.
1° novembre 1940
Il convoglio raggiunge Bari alle 16.30.
8 novembre 1940
Il Perla,
con un carico di 94 veicoli, salpa da Bari alle 18.40 in convoglio con la
motonave Narenta (adibita a traffico
civile) e la scorta delle torpediniere Francesco
Stocco e Monzambano.
9 novembre 1940
Il convoglio giunge a Durazzo alle
11.15.
30 gennaio 1941
Parte da Bari alle 18.30 insieme ai
piroscafi Miseno e Zena (il convoglio trasporta in
tutto 67 uomini, 496 quadrupedi, 574 tonnellate di foraggio e 135 di altri
materiali), scortati dalla torpediniera Solferino.
31 gennaio 1941
Le navi arrivano a Durazzo alle 10.15.
4 aprile 1941
Lascia Durazzo per Bari all’una di
notte, insieme al piroscafo Bolsena
ed alla motonave Donizetti (tutte
e tre le navi sono scariche) e con la scorta della torpediniera Giacomo Medici. Il convoglio arriva a
Bari alle 16.40.
13 aprile 1941
Il Perla
ed i piroscafi Sant’Agata, Lauretta e Silvano, carichi in tutto di 1105 quadrupedi, 1054 tonnellate di
provviste e 3044 tonnellate di materiali, oltre a 146 uomini di truppa, partono
da Bari alle 22, scortati dalla torpediniera Generale Marcello Prestinari.
14 aprile 1941
Il convoglio arriva a Durazzo alle
16.15.
14 maggio 1941
Il Perla,
insieme ai piroscafi Sagitta e Merano (quest’ultimo è in servizio
postale e proviene da Brindisi, mentre gli altri due trasportano rifornimenti),
parte da Bari alle 22 con la scorta della Prestinari.
15 maggio 1941
Il convoglio giunge a Durazzo a
mezzogiorno.
24 giugno 1941
Il Perla
ed i piroscafi Zena e Sant’Agata trasportano da Brindisi a
Missolungi 2460 tonnellate di materiale militare, scortati dalla torpediniera Antares.
21 luglio 1941
Compie un viaggio da Patrasso a Taranto,
scortato dalla torpediniera Altair.
28 luglio 1941
Trasporta un carico di materiali da
Brindisi a Missolungi, viaggiando senza scorta.
1° settembre 1941
Il Perla
ed il piroscafo Casaregis compiono un
viaggio da Patrasso a Taranto, scortati dall’incrociatore ausiliario Città di Napoli e dal cacciatorpediniere
Augusto Riboty.
5 settembre 1941
Il Perla,
il Casaregis ed il piroscafo tedesco Savona, scortati dalla torpediniera San Martino, trasportano da Patrasso a
Taranto personale e materiali italiani e tedeschi.
23 settembre 1941
Il Perla
salpa da Napoli alle quattro del mattino diretto a Tripoli, in convoglio con i
piroscafi Castelverde ed Amsterdam e con la scorta dei
cacciatorpediniere Alpino, Fulmine, Strale ed Alfredo Oriani.
24 settembre 1941
Alle 13 il convoglio avvista ed evita
presunte scie di siluri al largo di Pantelleria. Mancando notizie di un simile
attacco da parte britannica, è possibile che si trattasse di un falso allarme.
25 settembre 1941
Il convoglio giunge a Tripoli alle
12.30.
2 gennaio 1942
Salpa da Tripoli diretto in Italia.
3 gennaio 1942
Dopo essere stato infruttuosamente
attaccato da aerei, ritorna a Tripoli.
Il piroscafo alla fonda (da www.clydesite.co.uk) |
L’affondamento
Il 5 gennaio 1942, alle 14.30, il Perla salpò da Tripoli diretto a Trapani
(da dove poi sarebbe proseguito per Palermo), scortato dalla vecchia
torpediniera Generale Antonino Cascino. Secondo la storia ufficiale
dell’USMM, la nave era scarica, come del resto sembrerebbe logico per una nave
in viaggio di ritorno dalla Libia (il diario della Divisione Operazioni dello
Stato Maggiore della Kriegsmarine, tuttavia, parla di 578 tonnellate di
materiale militare tedesco a bordo); a bordo vi erano 78 uomini di equipaggio,
al comando del capitano Renato Labriola.
Ad ogni modo, i comandi britannici
vennero subito a conoscenza della partenza: il giorno stesso “ULTRA”,
decrittando messaggi italiani, riferì che «Il Perla scortato dalla torpediniera Cascino deve lasciare Tripoli alle ore 17.00 del giorno 5 diretto a
Palermo, velocità 7 nodi, dove dovrà arrivare alle 08.00 del giorno 8».
La sera del 6 gennaio le due navi, ormai
non lontane da Pantelleria, vennero avvistate da un ricognitore britannico, che
illuminò il Perla con un lancio di
bengala; qualche ora dopo, durante la notte, Perla e Cascino furono
attaccate da bombardieri, ma non subirono danni (gli aerei si limitarono a
sganciare poche bombe mentre sorvolavano i due bastimenti).
Alle 4.20 del 7 gennaio, tuttavia,
piroscafo e torpediniera vennero nuovamente attaccati, stavolta da due o
quattro aerosiluranti Fairey Albacore (appartenenti all’828th
Squadron della Fleet Air Arm, di base a Malta), quando erano a 35 miglia per
215° da Pantelleria. La reazione della Cascino
costrinse gli aerei a lanciare i loro siluri dalla notevole distanza di 2000
metri; anche così, però, una delle armi colpì il Perla, decretandone la fine. Dopo ore di sforzi per mantenerlo a
galla, l’equipaggio dovette abbandonarlo.
In mare, il comandante Labriola fece la
conta dell’equipaggio e si accorse che uno dei suoi uomini, un fuochista,
mancava all’appello; tornò allora a bordo del moribondo Perla insieme ad altri tre uomini, per cercare il disperso,
nonostante il rischio che la nave affondasse con loro a bordo. I quattro uomini
trovarono il fuochista – era ferito – e lo portarono in salvo con loro. I 78 naufraghi
del Perla (l’intero equipaggio) furono
poi recuperati tutti dalla Cascino.
Dopo un’agonia protrattasi per quasi
dieci ore, il piroscafo si abbatté sul fianco sinistro ed affondò venti miglia
a sud di Pantelleria, alle 14.15 del 7 gennaio.
La Cascino
sbarcò i naufraghi a Trapani, dove giunse alle 15.15.
Un’altra immagine del Perla (da www.photoship.co.uk) |
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