La nave quando si chiamava
ancora Homewood (da www.gooleships.co.uk)
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Piroscafo da carico
da 2034 tsl e 1245 tsn, lungo 82,6 metri, largo 12,3 e pescante 5,4, con
velocità di 9 nodi. Appartenente agli armatori Giuseppe D’Amico e Giuseppe Palomba, con sede a Roma, ed iscritto
con matricola 202 al Compartimento Marittimo di Roma; nominativo di chiamata
IBJN.
Breve e parziale cronologia.
20 settembre 1897
Varato nei cantieri
Robert Craggs & Sons Ltd. di Middlesbrough come Homewood (numero di cantiere 139).
Dicembre 1897
Completato per la Constantine,
Pickering & Co. Ltd. di Middlesborough.
1901
La compagnia
armatrice cambia nome in Constantine & Pickering Steamship Company.
Luglio 1904
Mentre l’Homewood è ormeggiato nel porto di
Brest, in Francia, un membro dell’equipaggio ne aggredisce un altro; il
comandante cerca di fermarlo ed ammanettarlo, ma viene a sua volta assalito da
due scaricatori di porto che stanno lavorando a bordo. Altri membri
dell’equipaggio intervengono in difesa del comandante; uno dei suoi aggressori,
il marinaio belga Van Gord, viene arrestato.
1916
Acquistato dalla Aldershot
Steam Ship Company di Londra (in gestione a W. Fletcher & Son Ltd., sempre
di Londra) e ribattezzato Silsden.
1919
Acquistato dalla
Alfred Calvert Shipping Ltd. di Goole e ribattezzato Eric Calvert.
1924
La compagnia
armatrice cambia nome in Calvert Steam Ship Company Ltd. (in gestione a J. S.
Calvert).
1927
Acquistato dall’armatore
L. Baltas del Pireo (in gestione a P. P. Lascarides) e ribattezzato Dorothea. Stazza lorda e netta risultano
essere 2024 tsl e 1291 tsn.
Novembre 1930
Mentre il Dorothea si trova ormeggiato nel fiume
Medina, il marinaio spagnolo Guillermo Perez scompare dalla nave. Verrà
successivamente trovato nel fiume, annegato.
1931
Acquistato da X.
Siderides di Sira (Grecia) e ribattezzato Florentia
S.
1934
Acquistato
dall’armatore E. N. Vintiadis di Leucade e ribattezzato Giorgakis.
1935
Acquistato da Giuseppe
Palomba di Torre del Greco e ribattezzato Peppino
Palomba.
1940
Acquistato da
Giuseppe D’Amico, con sede a Roma.
È la prima nave in ferro
ed a vapore della flotta D’Amico, composta sino ad allora solo da motovelieri.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella
seconda guerra mondiale. Il Palomba
non verrà mai requisito dalla Regia Marina, né iscritto nel ruolo del naviglio
ausiliario dello Stato; ma la Fratelli D’Amico assumerà un ruolo importante nel
trasporto di rifornimenti in Albania prima ed in Grecia poi.
30 marzo 1941
Il Peppino Palomba parte da Valona alle 9
in convoglio con il piroscafo Assunzione
e la motonave Città di Agrigento,
scortati dalla torpediniera Giuseppe
Cesare Abba. Le tre navi, scariche, giungono a Brindisi alle 20.15.
20 aprile 1941
Il Peppino Palomba, il piroscafo Lido e la motonave Filippo Grimani salpano da Brindisi alle 2.15, scortati dalla
torpediniera Sirio, trasportando 176
tonnellate di materiali del Genio, 919,5 tonnellate di munizioni e 402
tonnellate di materiali. Il convoglio raggiunge Valona alle 11.15.
1° maggio 1941
Il Peppino Palomba, scarico, lascia Valona
alle 6 insieme ai piroscafi Lido ed Irma Calzi, con la scorta del
cacciatorpediniere Carlo Mirabello.
Le navi arrivano a Brindisi alle 16.
3 maggio 1942
Compie un viaggio da
Porto Edda a Valona, scortato dall’incrociatore ausiliario Brioni.
4 maggio 1942
Sempre scortato dal Brioni, riparte da Valona e raggiunge
Durazzo.
10 dicembre 1942
Compie un viaggio,
isolato e senza scorta, da Valona a Bari.
24 dicembre 1942
Salpa da Bari e
raggiunge Durazzo, da solo e senza scorta.
15 marzo 1943
Compie un viaggio da
Durazzo a Bari, di nuovo in navigazione isolata.
1° aprile 1943
Compie un viaggio da
Brindisi a Valona.
L’affondamento
Il 6 maggio 1943 il Peppino Palomba salpò da Patrasso diretto
a Bari, di nuovo da solo e privo di scorta. Alle sette del mattino del
successivo 7 maggio, però, mentre era in navigazione verso nord, il piroscafo
fu scosso da due esplosioni ed affondò al largo di Santa Nitica, sull’isola di
Santa Maura (Isole Ionie).
Un MAS uscito da
Cefalonia recuperò solo 6 sopravvissuti (tra cui il comandante ed il cuoco di
bordo) su 30 uomini che componevano l’equipaggio del Peppino Palomba: scomparvero 19 marittimi civili e 5 militari del
Corpo Reali Equipaggi Marittimi.
Le vittime tra l'equipaggio civile:
Pasquale Camporeale, marinaio, 49 anni, da Molfetta
Francesco Cardella, primo ufficiale di macchina, 47 anni, da Casoria
Teodolindo Cristoffi (o Cristolfi), direttore di macchina, 46 anni, da Pola
Salvatore Di Maio, marinaio, 37 anni, da Torre
del Greco
Vincenzo Frulio, marinaio, 47 anni, da Torre del Greco
Pio Gubertini, capo fuochista, 55 anni, da Isola d'Istria
Matteo Honovich, carbonaio, 30 anni, da Felicia (Fianona)
Antonio Liubicich, fuochista, 29 anni, da Felicia (Fianona)
Vincenzo Marrazzo, nostromo, 39 anni, da Torre
del Greco
Tobia (o Giovanni) Nacinovich (o Hacinovich), fuochista, 29 anni, da Fianona
Ferdinando Pontevivo, ufficiale
radiotelegrafista, 34 anni, da Rovigno
Antonio Stinga, mozzo, 18 anni, da Capri
Vincenzo Frulio, già decorato nella prima guerra mondiale, nel 1941 era stato tra i sopravvissuti dell'esplosione della motonave Città di Bari, avvenuta nel porto di Tripoli.
(g.c.
Michele Strazzeri)
I libri dell’USMM e
la maggior parte delle fonti attribuiscono ancor oggi l’affondamento del Peppino Palomba a due siluri lanciati
dal sommergibile britannico Safari:
in realtà, però, tale battello era in quel momento dall’altra parte del
Mediterraneo, nelle acque della Sardegna (dove lo stesso giorno silurò ed affondò
il piroscafo Liv a Porto Torres). Dal
momento che nessun altro sommergibile britannico od alleato si trovava in quella
zona del Mediterraneo in quel momento, la perdita del Peppino Palomba fu probabilmente causata dall’urto contro due mine
appartenenti ad uno sbarramento posato in quelle acque, il 30 agosto 1942, dal
sommergibile britannico Rorqual.
Coincidenza volle che
la nave affondasse nelle acque dell’isola – Santa Maura, meglio nota come
Leucade – dove viveva il suo ultimo armatore greco, prima che fosse acquistata
da armatori italiani ed assumesse il suo ultimo nome.
Un macchinista di 87 anni???
RispondiEliminaPare strano anche a me; eppure...
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