Il Multedo fotografato quando batteva bandiera tedesca e si chiamava Coln (g.c. Mauro Millefiorini).
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Piroscafo da carico
da 1147 (o 1130) tsl e 659 tsn, lungo 64 metri, largo 10,4, pescaggio 5,94 m e
velocità 11 nodi, iscritto con matricola 1298 al Compartimento Marittimo di
Genova, di proprietà di Giuseppe Messina, di Genova.
Breve e parziale cronologia.
1884
Costruito dai
cantieri Vulcan A. G. (Stettin & Hamburg) di Stettino come Coln (numero di cantiere 318), per la
Neue Dampfschiffahrts Ges. Lübeck di Lubecca.
1921
Ribattezzato Ussa.
1925
Acquistato
dall’armatore italiano Anastasi L. e ribattezzato Albarosa.
1925
Acquistato dalle
Industrie Navali S. A. (INSA) di Genova e ribattezzato Gin.
1930
Acquistato
dall’armatore genovese Ignazio Messina & C. (figlio di Giuseppe Messina e
gestore dell’azienda paterna) e ribattezzato Multedo. La nave, ormai molto vecchia (46 anni), è comunque
funzionale ed efficiente per l’impiego sulle rotte di cabotaggio tra la Liguria
e la Sicilia e tra l’Italia e la Libia che seguono le navi Messina. Il nucleo
originario della flotta Messina, inizialmente composto da piccole e vecchie
navi di costruzione tedesca come il Multedo,
andrà poi accrescendosi notevolmente negli anni a venire.
Negli anni Trenta il Multedo viene impiegato sulla linea
Genova-Livorno-Napoli-Messina-Catania-Malta-Tripoli-Homs-Zliten-Misurata-Sirte-Bengasi,
con occasionali scali a Sfax, Susa ed eventuali altri porti tunisini.
19 novembre 1940
Il Multedo ed il piroscafo Iris salpano da Palermo alle 8.30 diretti a Tripoli, con la scorta della torpediniera Giuseppe Missori.
22 novembre 1940
Il piccolo convoglio giunge a Tripoli alle 9.
12 dicembre 1940
Il Multedo ed il più grande piroscafo Ogaden lasciano Tripoli alle 21 per trasferirsi a Bengasi, con la scorta della torpediniera Giuseppe La Farina.
19 dicembre 1940
Il convoglio rientra a Tripoli alle 16.15.
14 gennaio 1941
Il Multedo lascia nuovamente Tripoli alle 16 per trasferirsi a Bengasi, di nuovo con la scorta della La Farina.
16 gennaio 1941
Arriva a Bengasi a mezzogiorno.
La scomparsa
La navigazione procedette senza intoppi fino alla notte del 3 febbraio, quando per ragioni rimaste ignote il Multedo finì con il separarsi dal resto del convoglio durante la
navigazione notturna nel golfo della Sirte. A Tripoli il vecchio piroscafo non arrivò mai; le ricerche condotte da unità della Regia Marina non diedero risultato, e notizie inizialmente reperite dalla Croce Rossa che affermavano che l'equipaggio fosse stato catturato dai britannici risultarono infondate.
Nel marzo 1941 il mare depositò alcuni corpi in avanzato stato di decomposizione sulla spiaggia di El Agheila, in Cirenaica. Solo uno poté essere identificato: era Michele Zichichi, direttore di macchina del Multedo.
Lapide in memoria di Michele Zichichi nel cimitero di Trapani. La data di morte è errata (g.c. Giuseppe Romano) |
Alcune fonti
accreditano l'affondamento del Multedo
a siluramento da parte del sommergibile britannico Truant, il 3 febbraio, in posizione 32°18' N e 19°51' E, a
nordovest di Bengasi; "Navi mercantili perdute" dell'USMM arriva ad affermare
che l'equipaggio del piroscafo venne catturato, probabilmente sulla scorta delle notizie a suo tempo diffuse dalla C.R.I. ma poi risultate infondate.
Come appurato da ricerche d'archivio da parte
di Platon Alexiades, il Truant, alle
7.45 del 3 febbraio, aveva in realtà lanciato tre siluri in posizione 32°18' N
e 19°51' E contro la motonave passeggeri Calino
in navigazione da Bengasi a Derna, mancandola, mentre il 4 febbraio lanciò
altri tre siluri, sempre infruttuosamente, contro l'Utilitas ed il piroscafo Silvia
Tripcovich al largo di Bengasi; mai, in quei giorni, il Truant attaccò, od incontrò, il Multedo. Questa sfortunata nave divenne
così uno dei pochissimi mercantili perduti nel Mediterraneo senza traccia e
senza alcuna spiegazione certa.
Si può solo
ipotizzare che il vecchissimo Multedo
– che con ben 57 anni di età era in assoluto una delle più anziane navi
mercantili che navigassero sotto bandiera italiana – sia naufragato nel golfo della Sirte a causa
del maltempo, probabilmente lo stesso 3 febbraio 1941. Esiste anche la possibilità che sia accidentalmente
finito sui campi minati difensivi italiani ad est di Tripoli, urtando una mina
ed affondando, ma il ritrovamento dei corpi ad El Agheila, all'estremità orientale del Golfo della Sirte, sembra confutare questa ipotesi.
Non vi furono
superstiti.
Le vittime:
Vincenzo Benzante, marinaio, 28 anni, da Porto Empedocle
Francesco Casablanca, fuochista, 51 anni, da Catania
Lorenzo Comisi, marinaio, 45 anni, da Catania
Angelo Cosenza, primo ufficiale, 44 anni, da Messina
Giuseppe Currò, mozzo
Salvatore Favara, mozzo, 17 anni, da Pozzallo
Sebastiano Fresta, fuochista, 40 anni, da Riposto
Giuseppe Geraci, comandante, 43 anni, da Pachino
Stefano Lo Presti, marinaio, 44 anni, da Messina
Giovanni Maugeri, primo ufficiale di macchina, 31 anni, da Catania
Giovanni Rinaldi, fuochista, 39 anni, da Messina
Natale Scuderi, cuoco, 41 anni, da Catania
Salvatore Strano, fuochista, 41 anni, da Catania
Santo Strano, marinaio, 36 anni, da Catania
Michele Zichichi, direttore di macchina, da Trapani
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