lunedì 17 febbraio 2014

Multedo

Il Multedo fotografato quando batteva bandiera tedesca e si chiamava Coln (g.c. Mauro Millefiorini).

Piroscafo da carico da 1147 (o 1130) tsl e 659 tsn, lungo 64 metri, largo 10,4, pescaggio 5,94 m e velocità 11 nodi, iscritto con matricola 1298 al Compartimento Marittimo di Genova, di proprietà di Giuseppe Messina, di Genova.
 
Breve e parziale cronologia.

1884
Costruito dai cantieri Vulcan A. G. (Stettin & Hamburg) di Stettino come Coln (numero di cantiere 318), per la Neue Dampfschiffahrts Ges. Lübeck di Lubecca.
1921
Ribattezzato Ussa.
1925
Acquistato dall’armatore italiano Anastasi L. e ribattezzato Albarosa.
1925
Acquistato dalle Industrie Navali S. A. (INSA) di Genova e ribattezzato Gin.
1930
Acquistato dall’armatore genovese Ignazio Messina & C. (figlio di Giuseppe Messina e gestore dell’azienda paterna) e ribattezzato Multedo. La nave, ormai molto vecchia (46 anni), è comunque funzionale ed efficiente per l’impiego sulle rotte di cabotaggio tra la Liguria e la Sicilia e tra l’Italia e la Libia che seguono le navi Messina. Il nucleo originario della flotta Messina, inizialmente composto da piccole e vecchie navi di costruzione tedesca come il Multedo, andrà poi accrescendosi notevolmente negli anni a venire.
Negli anni Trenta il Multedo viene impiegato sulla linea Genova-Livorno-Napoli-Messina-Catania-Malta-Tripoli-Homs-Zliten-Misurata-Sirte-Bengasi, con occasionali scali a Sfax, Susa ed eventuali altri porti tunisini.
19 novembre 1940
Il Multedo ed il piroscafo Iris salpano da Palermo alle 8.30 diretti a Tripoli, con la scorta della torpediniera Giuseppe Missori.
22 novembre 1940
Il piccolo convoglio giunge a Tripoli alle 9.
12 dicembre 1940
Il Multedo ed il più grande piroscafo Ogaden lasciano Tripoli alle 21 per trasferirsi a Bengasi, con la scorta della torpediniera Giuseppe La Farina.
19 dicembre 1940
Il convoglio rientra a Tripoli alle 16.15.
14 gennaio 1941
Il Multedo lascia nuovamente Tripoli alle 16 per trasferirsi a Bengasi, di nuovo con la scorta della La Farina.
16 gennaio 1941
Arriva a Bengasi a mezzogiorno.
 
La scomparsa
 
Arrivando a Bengasi a metà gennaio 1941, il Multedo capitò inconsapevolmente nel pieno di uno dei più grandi disastri militari della storia italiana. Il 9 dicembre 1940 le forze del Commonwealth avevano lanciato in Egitto una controffensiva - l'operazione "Compasss" - che nel giro di poche settimane aveva portato alla completa espulsione delle truppe italiane da quel Paese, che avevano invaso due mesi prima; superato il confine prebellico con la Libia, i britannici ed i loro alleati indiani e australiani avevano continuato la loro travolgente offensiva conquistando la piazzaforte di Bardia a inizio gennaio, e si apprestavano a fare lo stesso con Tobruk. Quest'ultima città cadde il 22 gennaio, e dopo un breve tentativo di difesa sulla linea Derna-El Mechili, a fine gennaio venne deciso lo sgombero di tutta la Cirenaica.
Bengasi, giudicata indifendibile, venne abbandonata senza alcun tentativo di resistenza: sarebbe stata occupata dalle truppe australiane il 6 febbraio; alle navi che vi si trovavano non rimaneva altra scelta che partire prima di restarvi intrappolate.
Ed è in quest'atmosfera da Caporetto nordafricana che alle cinque del pomeriggio del 1° febbraio 1941 il Multedocarico di carburante ed esplosivi, lasciò una Bengasi prossima alla caduta per raggiungere Tripoli, al comando del capitano Giuseppe Geraci. La navigazione sarebbe avvenuta insieme alla pirocisterna Utilitas ed al piroscafo Giovinezza, e con la scorta delle torpediniere Cigno (caposcorta) e Centauro.
La navigazione procedette senza intoppi fino alla notte del 3 febbraio, quando per ragioni rimaste ignote il Multedo finì con il separarsi dal resto del convoglio durante la navigazione notturna nel golfo della Sirte. A Tripoli il vecchio piroscafo non arrivò mai; le ricerche condotte da unità della Regia Marina non diedero risultato, e notizie inizialmente reperite dalla Croce Rossa che affermavano che l'equipaggio fosse stato catturato dai britannici risultarono infondate. 
Nel marzo 1941 il mare depositò alcuni corpi in avanzato stato di decomposizione sulla spiaggia di El Agheila, in Cirenaica. Solo uno poté essere identificato: era Michele Zichichi, direttore di macchina del Multedo.

Lapide in memoria di Michele Zichichi nel cimitero di Trapani. La data di morte è errata (g.c. Giuseppe Romano)

Alcune fonti accreditano l'affondamento del Multedo a siluramento da parte del sommergibile britannico Truant, il 3 febbraio, in posizione 32°18' N e 19°51' E, a nordovest di Bengasi; "Navi mercantili perdute" dell'USMM arriva ad affermare che l'equipaggio del piroscafo venne catturato, probabilmente sulla scorta delle notizie a suo tempo diffuse dalla C.R.I. ma poi risultate infondate.
Come appurato da ricerche d'archivio da parte di Platon Alexiades, il Truant, alle 7.45 del 3 febbraio, aveva in realtà lanciato tre siluri in posizione 32°18' N e 19°51' E contro la motonave passeggeri Calino in navigazione da Bengasi a Derna, mancandola, mentre il 4 febbraio lanciò altri tre siluri, sempre infruttuosamente, contro l'Utilitas ed il piroscafo Silvia Tripcovich al largo di Bengasi; mai, in quei giorni, il Truant attaccò, od incontrò, il Multedo. Questa sfortunata nave divenne così uno dei pochissimi mercantili perduti nel Mediterraneo senza traccia e senza alcuna spiegazione certa.
Si può solo ipotizzare che il vecchissimo Multedo – che con ben 57 anni di età era in assoluto una delle più anziane navi mercantili che navigassero sotto bandiera italiana – sia naufragato nel golfo della Sirte a causa del maltempo, probabilmente lo stesso 3 febbraio 1941. Esiste anche la possibilità che sia accidentalmente finito sui campi minati difensivi italiani ad est di Tripoli, urtando una mina ed affondando, ma il ritrovamento dei corpi ad El Agheila, all'estremità orientale del Golfo della Sirte, sembra confutare questa ipotesi.
Non vi furono superstiti.

Le vittime:

Vincenzo Benzante, marinaio, 28 anni, da Porto Empedocle
Francesco Casablanca, fuochista, 51 anni, da Catania
Lorenzo Comisi, marinaio, 45 anni, da Catania
Angelo Cosenza, primo ufficiale, 44 anni, da Messina
Giuseppe Currò, mozzo
Salvatore Favara, mozzo, 17 anni, da Pozzallo
Sebastiano Fresta, fuochista, 40 anni, da Riposto
Giuseppe Geraci, comandante, 43 anni, da Pachino
Stefano Lo Presti, marinaio, 44 anni, da Messina
Giovanni Maugeri, primo ufficiale di macchina, 31 anni, da Catania
Giovanni Rinaldi, fuochista, 39 anni, da Messina
Natale Scuderi, cuoco, 41 anni, da Catania
Salvatore Strano, fuochista, 41 anni, da Catania
Santo Strano, marinaio, 36 anni, da Catania
Michele Zichichi, direttore di macchina, da Trapani
 

Trascrizione dell’atto di scomparizione in mare dell’equipaggio del Multedo nei registri degli atti di morte del Comune di Pachino (g.c. Michele Strazzeri)



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