La Città di Bastia subito dopo il varo (Cinegiornale Luce).
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Motonave passeggeri da 2499 tsl e 1468 tsn, lunga 92,4 metri, larga 12,2 e con un pescaggio di 5,8 metri, velocità 12 nodi. Appartenente alla Società Anonima di Navigazione Tirrenia di Napoli ed iscritta al Compartimento Marittimo di Palermo, con matricola 153.
Breve e parziale cronologia
Marzo 1930
Varata
nei cantieri Franco Tosi di Taranto.
1930
Completata
per la Florio Società Italiana di Navigazione. Fa parte di una serie di nove
motonavi gemelle (le altre sono Città di
Agrigento, Città di Alessandria, Città di Livorno, Città di
Marsala, Città di Messina, Città di Savona, Città di La Spezia e Città di Trapani) costruite per le linee secondarie della compagnia,
concepite per trasportare 111 passeggeri in prima, seconda e terza classe ed
altri 450 in sistemazioni provvisorie.
1932
Con
la fusione della Florio con la Compagnia Italiana Transatlantica (CITRA) nella
Tirrenia Flotte Riunite Florio-CITRA, la Città
di Bastia passa alla nuova compagnia.
1936
La
compagnia armatrice assume il nome di Tirrenia Società Anonima di Navigazione.
1938
La
Città di Bastia, insieme ad altre tre
motonavi passeggeri della Tirrenia (la gemella Città di Savona, la più grossa Città
di Napoli e l’Olbia), fa parte
con altre navi mercantili di un convoglio che trasporta coloni in Libia.
18 ottobre 1940
Requisita
a Genova dalla Regia Marina, senza essere iscritta nel ruolo del naviglio
ausiliario dello Stato.
8 luglio 1941
Effettua
un viaggio da Patrasso a Samo.
10 luglio 1941
Lascia
Samos e raggiunge Istmia.
17 luglio 1941
Viaggio
da Rodi a Samos ed Istmia.
14 agosto 1941
Viaggio
da Patrasso ad Argostoli.
18 agosto 1941
Viaggio
da Patrasso a Corfù.
20 agosto 1941
Viaggio
da Corfù ad Argostoli e Zante.
24 agosto 1941
Viaggio
da Argostoli a Brindisi.
28 agosto 1941
Viaggio
da Prevesa ad Argostoli.
30 agosto 1941
Viaggio
da Argostoli a Brindisi via Prevesa.
L’affondamento
Il
26 settembre 1941 la Città di Bastia
partì dal Pireo insieme alla similare motonave Città di Marsala ed ai piroscafi Trapani (tedesco) e Sant’Agata
(italiano), con la scorta dell’incrociatore ausiliario Brioni (caposcorta al comando del CF Menini), dell’anziano
cacciatorpediniere Quintino Sella e
della torpediniera Libra. I due
piroscafi trasportavano rifornimenti italiani e tedeschi, mentre Città di Bastia e Città di Marsala avevano a bordo truppe della Divisione «Siena», che
avrebbero dovuto rinforzare la guarnigione di Creta. La Città di Bastia trasportava in tutto 582 uomini tra truppe ed
equipaggio. Il convoglio, diretto a Candia, era diviso in due gruppi che procedevano
a poca distanza l’uno dall’altro: davanti le due le due motonavi scortate da Libra e Brioni, più indietro i due piroscafi scortati dal Sella.
Secondo
“La difesa del traffico con l’Albania, la Grecia e l’Egeo” dell’USMM, la sera
del 26 il sommergibile britannico Tetrarch,
in agguato nella zona, ricevette il segnale di scoperta del convoglio, ma si
venne a trovare in posizione sfavorevole per attaccare. Il battello britannico
approfittò allora della notte per superare il convoglio italiano e raggiungere
una posizione adeguata all’attacco.
Dal
giornale di bordo del Tetrarch
stesso, riportato in estratti su Uboat.net, sembrerebbe però che in realtà il
primo ed unico avvistamento da parte del Tetrarch
sia in realtà avvenuto alle 5.53 del 27 settembre, appena mezz’ora prima
dell’attacco: alle 6.20, infatti, il sommergibile britannico lanciò due siluri
da 1370 metri contro la Città di Bastia,
immergendosi subito dopo in profondità per sfuggire alla prevedibile reazione
della scorta.
Alle
6.21 del 27 settembre le due motonavi, in navigazione a dieci nodi, stavano
passando dalla linea di fila alla linea di fronte, mentre le unità di scorta
zigzagavano ad elevata velocità sui fianchi del convoglio (non era ancora
arrivato, invece, l’aereo assegnato per la scorta aerea), quando la Città di Bastia venne colpita da un siluro a poppa
sinistra, tra le stive 3 e 4.
Secondo il sopracitato volume dell'U.S.M.M., nessuno vide scie di siluri prima che la nave fosse colpita; ciò contrasta con il ricordo del timoniere della Città di Bastia, Alfredo Fanelli, che vide i siluri, ma quando era ormai troppo tardi per poterli evitare con la manovra.
Un altro siluro, quasi contemporaneamente, passò 60 metri a poppa del Brioni. La Città di Marsala proseguì per la sua rotta, mentre il Brioni, dopo aver eseguito le segnalazioni previste per simili casi, subito si avvicinò alla Città di Bastia per recuperarne i naufraghi. La Libra ed il Sella (avvicinatosi dopo l’attacco), frattanto, bombardarono il sommergibile attaccante con cariche di profondità, anche per evitare che questi potesse attaccare il Brioni impegnato nei soccorsi.
Secondo il sopracitato volume dell'U.S.M.M., nessuno vide scie di siluri prima che la nave fosse colpita; ciò contrasta con il ricordo del timoniere della Città di Bastia, Alfredo Fanelli, che vide i siluri, ma quando era ormai troppo tardi per poterli evitare con la manovra.
Un altro siluro, quasi contemporaneamente, passò 60 metri a poppa del Brioni. La Città di Marsala proseguì per la sua rotta, mentre il Brioni, dopo aver eseguito le segnalazioni previste per simili casi, subito si avvicinò alla Città di Bastia per recuperarne i naufraghi. La Libra ed il Sella (avvicinatosi dopo l’attacco), frattanto, bombardarono il sommergibile attaccante con cariche di profondità, anche per evitare che questi potesse attaccare il Brioni impegnato nei soccorsi.
Dopo
solo un quarto d’ora, alle 6.36, la Città
di Bastia affondò in posizione 36°21’ N e 24°33’ E, una dozzina di miglia a
sud di Milo (secondo i rapporti italiani, mentre il Tetrarch indicò la posizione dell’attacco come 36°21’ N e 24°23’ N,
circa 18 miglia a sud di Milo), portando con sé un quarto degli uomini
imbarcati. Solo due scialuppe poterono essere calate; la maggior parte dei
superstiti – molti non sapevano neanche nuotare – si aggrappò alle zattere di salvataggio ed ai rottami che
galleggiavano. Il Brioni mise a mare
quattro lance di salvataggio e due di servizio per recuperare i superstiti, ma
il mare agitato costituì un grave ostacolo, sbattendo le imbarcazioni del Brioni contro lo scafo e contro il
barcarizzo dell’incrociatore ausiliario: dopo i primi colpi le lance, a
fasciame sovrapposto, iniziarono ad imbarcare parecchia acqua. Ai soccorsi
parteciparono anche le due stesse lance del Città
di Bastia e, dalle dieci del mattino, anche una del Sella. Nel frattempo arrivò sul posto anche la torpediniera Cassiopea.
Alle
undici del mattino le operazioni si salvataggio erano terminate: in tutto 432
uomini erano stati tratti in salvo. Mancarono all’appello 150 uomini.
Concluso
il recupero dei superstiti, al comandante del Brioni non rimase che ordinare a Libra e Sella di scortare
a Candia il Trapani ed il Sant’Agata ed alla Cassiopea di fare lo stesso con la Città di Marsala, poi, come ordinato da Marisudest (il Comando
Gruppo Navale dell'Egeo Settentrionale), l’incrociatore ausiliario fece rotta a
tutta forza per il Pireo ed Istmia.
L’affondamento
della Città di Bastia nel giornale di
bordo del Tetrarch (da Uboat.net):
“0553
hours - Sighted a convoy consisting of two 5000 tons merchant vessels [Città di Bastia e Città di Marsala] and the escorted by a large armed merchant
cruiser [il Brioni] and what was
thought to be the torpedo boat Libra.
The remainder of the convoy was seen to be 5 miles astern and was seen to be
made up of two merchant ships [Trapani
e Sant’Agata] escorted by a destroyer
[il Sella]. Started attack.
0620
hours - Fired two torpedoes at the second ship [il Città di Marsala] from 1500 yards. Went deep upon firing and took
avoiding action. 1 Minute and 10 seconds after firing the first torpedo a loud
explosion was heard.
0630
hours - The first depth charge exploded.
0642
hours - The target was heard to break up and sink.
0714
hours - The last depth charge, of 17, was heard to explode. None had been
close.
0813
hours - Returned to periscope depth. The armed merchant cruiser was seen near
the position where the ship was hit. The Libra
and the Sella were hunting 3000 yards
astern. Also there were two seaplanes patrolling the area. Passing to the Northward
were the two rear ships of the convoy, these were merchant vessels of 7000 and
4000 tons [Trapani e Sant’Agata]. As they presented an
unbroken line of target Lt.Cdr. Greenway put Tetrarch on a firing course and at .....
0826
hours - Fired two torpedoes from 5000 yards. No hits were obtained.
0834
hours - A depth charge was dropped. Four more were dropped over the next
minutes but these were way off.
1230
hours - The last escort now left the area.”
Il varo della Città di Bastia (Cinegiornale Luce). |
Mio zio ha compiuto 101 anni ed è un sopravvissuto del naufragio della nave "Città di Bastia "
RispondiEliminaMio zio che ha compiuto 101 anni, si trovava sulla nave "Città di Bastia" al momento dell'affondamento. Si chiama Vincenzo Fornillo .
RispondiEliminaMIo nonno Stanislao Guarino era su quella nave,quel maledetto giorno.
EliminaDato per disperso
Mio nonno Stanislao Guarino era su quella nave, quel maledetto giorno.
EliminaPurtroppo risulta disperso
Mio nonno Alfredo Fanelli era al timone del Città di Bastia, aveva visto il siluro arrivare ma era troppo tardi per manovrare. Fui lui a calare una delle due scialuppe e riuscì a recuperare parecchi superstiti, tra cui molti soldati che non sapevano nemmeno nuotare.
RispondiEliminaLa ringrazio, correggo quanto avevo scritto.
EliminaMio nonno, allora ventenne effettivo della divisione Siena, raccontava spesso di questo episodio. Ci ha lasciato nel 2015, all’età di 95 anni.
RispondiEliminaMio nonno, allora ventenne effettivo della Siena, raccontava spesso di quest’episodio.... ripescato dopo 5 ore con mare forza 4.Ci ha lasciato nel 2015, a 95 anni.
RispondiEliminaMio padre, Renzo Pizzetti, effettivo della Divisione Siena, era a bordo durante l'affondamento ma si è salvato (pur non sapendo nuotare). E' morto nel 2014 a 94 anni.
RispondiEliminaMio padre, Renzo Pizzetti, effettivo della divisione Siena, era a bordo durante l'attacco ed è sopravvissuto (pur non sapendo nuotare) perchè dormiva sottocoperta indossando il giubbotto di salvataggio. E' morto nel 2014 a 94 anni.
RispondiEliminaMio nonno Umberto Giacobbi purtroppo non è più tornato a casa.
RispondiEliminaIl fratello di mio nonno morì a 28 anni, non sapeva nuotare. Sì chiamava Emilio Capozzi come il mio papà che non c'è più. La mamma morì di crepacuore dopo nemmeno un anno.
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