mercoledì 18 dicembre 2013

F 34 Rina Croce


La nave con il suo originario nome di Southwark (g.c. Charlie Hill via www.tynebuiltships.co.uk)


Piroscafo da carico da 568,98 (o 558) tsl e 331 tsn, lunghezza 51,1 m, larghezza 9,2 m, pescaggio 3,3 m. In servizio per la Regia Marina come nave scorta ausiliaria con sigla F 34.

Breve e parziale cronologia.

2 gennaio 1889
Varato nei cantieri Schlesinger, Davis & Co di Wallsend (numero di cantiere 149).
Febbraio 1889
Completato con il nome di Southwark per gli armatori M.A. Ray & Sons di Londra, numero di registrazione 95526.
1926
Acquistato dall’armatrice Bianchina Rosa Fichera (in gestione a Biriaco Costa fu Salvatore), di Catania, e ribattezzato Bianchina.
1933
Acquistato dall’armatore catanese Sebastiano Tuillier di Natale e ribattezzato Esterina.
12 settembre 1935
Incidente durante la navigazione da Pesaro a Gallipoli.
1939
Acquistato dall’armatore napoletano Raffaele Romano e ribattezzato Apuania.
1939
Acquistato dall’armatore Fioravante Italo Croce fu Giuseppe di Genova e ribattezzato Rina Croce. Iscritto al Compartimento Marittimo di Genova con matricola 2249.
15 luglio 1940
Requisito dalla Regia Marina ed iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato con sigla F 34 (sigla spesso assegnata ad unità adibite al pilotaggio foraneo); definito talvolta come una pilotina (lo stesso “Navi mercantili perdute” dell’USMM lo indica come requisito per essere impiegato nel servizio di pilotaggio foraneo; altra fonte la menziona come vedetta ausiliaria), viene in realtà impiegato come nave scorta ausiliaria (come risulta dalla Gazzetta Ufficiale del 18 novembre 1940, che lo indica come iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Sato nella categoria scorta a convogli). Il regime di requisizione entra in vigore a partire dalle ore 20 del 15 luglio.

L’affondamento

Il 25 settembre 1940 il Rina Croce, in navigazione da Augusta a Brindisi dopo aver fatto tappa ad Otranto, capitò in un fitto banco di nebbia. Il piccolo piroscafo procedeva affidandosi a metodi di navigazione alquanto rudimentali anche per l’epoca. Dopo aver navigato nella nebbia per parecchio tempo, alle 6.30 del 25 settembre il Rina Croce urtò una mina ed affondò poco più di 6 miglia ad est di Capo di Torre Cavallo (per altra fonte nelle acque antistanti Torre Mattarella od a due miglia e mezzo da Brindisi; risultò impossibile indicare la posizione esatta a causa della fittissima nebbia che vi era al momento dell’affondamento e dei già citati rudimentali metodi di navigazione adottati).
Forse la nave urtò una mina appartenente allo sbarramento posato il precedente 14 giugno dal sommergibile britannico Rorqual due miglia e mezzo ad est di Brindisi (50 ordigni), sul quale qualche mese prima era già affondata la motonave Loasso, ma, in considerazione della nebbia e dell’approssimativa conduzione della navigazione, la commissione d’inchiesta istituita per stabilire le cause dell’affondamento ritenne altrettanto probabile che il Rina Croce potesse aver urtato una mina appartenente agli sbarramenti difensivi italiani posati al largo di Brindisi (secondo una fonte britannica la posizione del campo posato dal Rorqual era indistinguibile da quella degli sbarramenti italiani presenti nell’area).
Sette membri dell’equipaggio, tra cui il comandante, risultarono dispersi.

I loro nomi:

Giuseppe Bellomia, sottocapo cannoniere, 25 anni, da Avola, disperso
Gaetano Bottalico, marinaio, 25 anni, da Bari, disperso
Goffredo Durante, sottotenente del Genio Navale, 62 anni, da Genova, disperso
Giuseppe Ferreri, marinaio, 25 anni, da Augusta, disperso
Manlio Gattorno, sottotenente C.R.E.M., 47 anni, da Genova, deceduto
Carmelo Gerace, marinaio, 26 anni, da Palermo, disperso
Cosimo Gonnella, operaio militarizzato, 40 anni, da Brindisi, disperso

Breve storia e dati del Southwark poi Rina Croce sul sito Tyne Built Ships

1 commento:

  1. Giuseppe Bellomia era mio zio;di lui è rimasta solo qualche foto.

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