Il varo del Tricolore, futuro Vincenzo P. (g.c. Mauro Millefiorini)
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Il Vincenzo P. era un motoveliero da carico
(un brigantino goletta da 268 tsl e 247 tsn, lungo 36,94 metri, largo 8,32
metri e pescante 3,96) costruito nel 1918 dal Cantiere Navale agli Scogli di Luigi
Gotuzzo, di Chiavari (varato il 20 luglio 1918, in origine si chiamava Tricolore) ed appartenente all’armatore
triestino Umberto Missaglia. Iscritto con matricola 106 al Compartimento
Marittimo di Trieste, non venne mai requisito, né iscritto nel ruolo del
naviglio ausiliario dello Stato. I suoi proprietari originari erano stati gli
armatori Salvatore e Vincenzo Piro fu Ciro, di Gaeta (per altra fonte, invece,
inizialmente fu tale A. Padrini), che lo cedettero a Missaglia nel 1940.
Il 28 luglio 1941,
alle 21, il Vincenzo P. salpò da
Lampedusa alla volta di Tripoli, in convoglio con il piroscafetto cisterna Speranza, la nave per recuperi Rostro, il motoveliero Eugenio ed i dragamine ausiliari DM 30 Proteo e DM 3 Tenacemente (il Rostro
si unì al convoglio durante la navigazione, così come un altro piroscafetto, l’Ettore Fieramosca).
Giunto a Tripoli il 2
od il 3 luglio, il Vincenzo P. (che
era carico di provviste) proseguì successivamente verso Bengasi insieme al
rimorchiatore Nettuno.
Alle 13.30 del 15
luglio, tuttavia, le due piccole navi vennero avvistate, in posizione 30°56’ N
e 17°56’ E dal sommergibile britannico Taku
(capitano di corvetta Edward Christian Frederic Nicolay). Dato che il maltempo
impediva di attaccarle col cannone, Nicolay decise di limitarsi a pedinarle, in
attesa che la situazione migliorasse; alle 20.26 Nettuno e Vincenzo P. si
ancorarono in posizione 30°41’ N e 18°19’ E, vicino alla riva, e Nicolay decise
di mettere a mare un kayak pieghevole per attaccarle con esso. Il kayak venne
però distrutto da un’onda, quindi l’idea fu abbandonata, ed alle 22.14 il Taku aprì il fuoco col cannone, da soli
275 metri di distanza.
Il primo ad essere
bersagliato fu il Nettuno, che fu
colpito; il rimorchiatore mollò l’ancora e si portò all’incaglio sulla vicina
costa, ed il Taku spostò allora il
tiro sul Vincenzo P., contro il quale
sparò dodici colpi da una distanza di appena 140 metri.
Colpito ed
abbandonato dall’equipaggio (tra il quale non vi furono vittime), il
motoveliero venne abbordato dal sommergibile britannico, che prelevò carte
nautiche, libri e quanto altro potesse essere di utilità (ciò permise ai
britannici, tra l’altro, di risalire all’identità della nave), dopo di che lo
affondò a cannonate nel punto 30°44.5’ N e 18°20’ E, 25 miglia ad est-sud-est
di Ras Auegia, a circa 500 metri dalla costa.
L’attacco a Vincenzo P. e Nettuno nel giornale di bordo del Taku (da Uboat.net):
“1430 hours - An
armed tug and a schooner were sighted in position 30°56'N, 17°56'E. Weather
conditions were unfavourable for gunnery action. Taku shadowed the ships.
2126 hours - The
ships were at anchor close inshore in position 30°41'N, 18°19'E. Taku surfaced to launch a folbot party.
The folbot however broke in a wave and the idea of a folbot attack was abandoned.
(A folbot is a folding kayak).
2314 hours - The
armed tug was engaged with gunfire from 300 yards. A lighter was sighted laying
astern of the tug. The lighter was slipped and drifted ashore. The tug was hit,
the crew slipped the anchor cable and beached itself. Taku now shifted fire to the schooner. 12 rounds were fired from
150 yards. The schooner was then boarded. Charts, books, etc. were captured.
The schooner was the Vincenzo P. and
was loaded with provisions. The schooner was then sunk by gunfire.”
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