martedì 15 marzo 2016

Corallo

Il Corallo sullo scalo, durante la costruzione (da “Sommergibili italiani” di Alessandro Turrini ed Ottorino Ottone Miozzi, USMM, 1999)

Sommergibile di piccola crociera della classe Perla (dislocamento di 680 tonnellate in superficie, 844 in immersione).
Durante la seconda guerra mondiale effettuò 23 missioni offensive/esplorative e 25 missioni di trasferimento, percorrendo 21.131 miglia in superficie e 2587 in immersione, trascorrendo 180 giorni in mare ed affondando tre piccoli motovelieri per complessive 205 tsl.

Breve e parziale cronologia.

1° ottobre 1935
Impostazione nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone (numero di costruzione 1144).

L’unità nelle fasi iniziali della costruzione (da “Gli squali dell’Adriatico. Monfalcone ed i suoi sommergibili nella storia navale italiana” di Alessandro Turrini, Vittorelli Edizioni, 1999).

2 agosto 1936
Varo nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone.
26 settembre 1936
Entrata in servizio. Assegnato alla XXXIV Squadriglia Sommergibili, con base a Messina, svolge alacre attività addestrativa in Adriatico e Dodecaneso, compiendo diverse crociere addestrative e di resistenza.
Marzo 1937
Riceve la bandiera di combattimento: la cerimonia, alla presenza dell’arcivescovo di Napoli Ascalesi (che benedice la bandiera), del prefetto e del comandante del Dipartimento Militare Marittimo Basso Tirreno, si svolge a Torre del Greco, porto noto appunto come centro della pesca e lavorazione del Corallo. Il cofanetto per la bandiera è realizzato dall’incisore torrese Michele Scala.
1937
Svolge una campagna addestrativa.
1938
Altra campagna addestrativa.
15 ottobre 1938
Aggregato alla Flottiglia Scuola Comando.
1939
Dislocato a Cagliari, in seno alla LXXII Squadriglia Sommergibili (VII Grupsom), della quale farà ancora parte (con i gemelli Diaspro e Turchese ed il più anziano Medusa) all’ingresso in guerra dell’Italia.
10 maggio 1940
Assume il comando del Corallo il tenente di vascello Alfredo Gatti.
10 giugno 1940
Alla data dell’entrata nel conflitto dell’Italia, il Corallo si trova a Monfalcone per lavori di manutenzione.
31 luglio 1940
Assume il comando del Corallo il capitano di corvetta Loris Albanese.
Agosto 1940
Completati i lavori, torna in servizio.
16-19 agosto 1940
Si trasferisce da Pola a Trapani.
28-29 agosto 1940
Si trasferisce da Trapani a Messina.
3 settembre 1940
Il Corallo (capitano di corvetta Loris Albanese) salpa da Messina per una missione offensiva circa 60 miglia a sud di Creta, tra Gaudo ed Alessandria d'Egitto.
4 settembre 1940
Attaccato da aerei con il lancio di quattordici bombe, mentre si trova in immersione. Non subisce danni.
13 settembre 1940
Nuovamente attaccato da aerei, a più riprese, mentre è immerso, senza subire danni.
17 settembre 1940
Verso le 18 il Corallo avvista in posizione 33°34' N e 25°34' E una formazione britannica in navigazione a zig zag verso Alessandria d’Egitto: la compongono la portaerei Illustrious (identificata correttamente), la corazzata Valiant (che Albanese identifica erroneamente come un incrociatore pesante) e cinque cacciatorpediniere (Valiant ed Illustrious procedono in linea di fila, coi cacciatorpediniere sui lati), di ritorno ad Alessandria d’Egitto dopo aver bombardato Derna e Bengasi. Alle 18.30 il sommergibile, avvicinatosi in immersione e superata la scorta, lancia due siluri – da 1500 metri di distanza – contro l’Illustrious, dopo di che s’immerge subito a 80 metri (per eludere un’eventuale reazione della scorta, in particolare di un cacciatorpediniere che minaccia di speronarlo) ed avverte due forti detonazioni (ritenute «diverse da quelle delle bombe di profondità») dopo 75 secondi; nessuna nave, comunque, è stata colpita. 
I cacciatorpediniere - ed in particolare l'Hasty, vicino al quale sono passati i siluri - reagiscono sottoponendo il Corallo ad un bombardamento con bombe di profondità, protrattosi per tre ore, nel corso della quale vengono lanciate 40 cariche di profondità, alcune delle quali esplodono molto vicine; il Corallo, sceso fino a 140 metri di profondità, subisce diversi danni, tali da comprometterne l’efficienza operativa, ed un membro dell’equipaggio, il capo silurista di terza classe Angelo Bianchi, rimane ucciso in camera lancio siluri poppiera, probabilmente per essere stato sbattuto contro una parete od altra parte del locale durante le ripetute perdite di assetto verificatesi durante il bombardamento. (Altra fonte afferma invece che si sarebbe suicidato sparandosi un colpo di pistola). Per ridurre la probabilità di essere localizzati, viene assunto l’assetto silenzioso, travasando e sbarcando l'acqua di assetto e compenso con l'aria compressa; ciò implica però lo sfogo delle casse, ad intervalli regolari, verso l’interno, così facendo salire di molto la pressione interna. Conclusa la caccia, il sommergibile riemerge, ma nel farlo perde un altro uomo: il comandante in seconda, tenente di vascello Alfredo Gatti, non riesce a regolare la pressione al momento di aprire il portello della torretta e viene così proiettato all’esterno dalla pressione stessa, finendo in mare. Non si riuscirà più a trovarlo, nonostante prolungate ricerche.
18 settembre 1940
Dato che i danni subiti non sono riparabili coi mezzi disponibili a bordo, il Corallo interrompe la missione e raggiunge Tobruk.
21-23 settembre 1940
Trasferimento da Tobruk a Tripoli.
26-29 settembre 1940
Trasferimento da Tripoli a Messina.
9 novembre 1940
Il Corallo ed altri quattro sommergibili (Topazio, Fratelli Bandiera, Pier Capponi e Goffredo Mameli) vengono inviati circa 90 miglia a sud-sud-est di Malta a contrasto dell’operazione britannica «Coat», consistente nell’invio a Malta di un convoglio (di navi da guerra: la corazzata Barham, l’incrociatore pesante Berwick, l’incrociatore leggero Glasgow e tre cacciatorpediniere, con una forza di copertura costituita dalla portaerei Ark Royal – che lancerà anche un attacco aereo diversivo su Cagliari –, dall’incrociatore leggero Sheffield e da tre cacciatorpediniere) con truppe ed armi antiaeree, nell’ambito dell’operazione complessa «MB.8» (che prevede anche altre operazioni secondarie: il trasferimento di unità da guerra da Gibilterra ad Alessandria, l’invio di convogli in Grecia, l’attacco di aerosiluranti contro Taranto dell’11-12 novembre ed una puntata offensiva contro convogli italiani nel Canale d'Otranto). Il Corallo e gli altri sommergibili formano uno sbarramento con intervalli di 20-30 miglia tra ogni unità e l’ordine di effettuare pendolamento notturno.
11 novembre 1940
Avvista due cacciatorpediniere in navigazione a 20 nodi, a 6000 metri di distanza, ma non riesce a portarsi in posizione idonea per attaccare.
13 novembre 1940
Rientra a Messina.
16-19 novembre 1940
Pattugliamento a sudovest di Malta. Non avvista niente.
19-23 novembre 1940
Altro pattugliamento a sudovest di Malta, anche stavolta senza avvistamenti.
18-19 dicembre 1940
Trasferimento da Messina a Napoli.

Cagliari, inizio 1941: un pontone della base solleva la prua del Corallo per consentire alcuni lavori di riparazione (g.c. STORIA militare)

14-15 gennaio 1941
Trasferimento da Napoli a Cagliari.
21 gennaio 1941
Partito per una missione nelle acque della Tunisia, deve rientrare subito alla base in seguito ad un’avaria.
1-5 febbraio 1941
Pattugliamento ad ovest della Sardegna.
8-9 febbraio 1941
Inviato in missione a nord di Capo Bougaroni, altri problemi ai motori lo obbligano al rientro a Cagliari. Per questa decisione il comandante Albanese verrà criticato dai superiori, che riterranno che le avarie fossero riparabili con i mezzi disponibili a bordo.
15-18 febbraio 1941
Pattugliamento al largo dell'isola di La Galite, non rileva niente a parte rumori attribuiti ad un convoglio francese.
16 marzo 1941
Il capitano di corvetta Loris Albanese cede il comando del Corallo al tenente di vascello Gino Andreani.
3-9 aprile 1941
Inviato in missione a sud della Sardegna ed a nord della costa tunisina, deve di nuovo interrompere la missione e tornare prima del previsto, stavolta per via del tempo avverso. Avvista solo navi francesi.
8-12 maggio 1941
Agguato circa 50 miglia a ponente dell'isola La Galite, per intercettare una forza navale britannica uscita da Gibilterra. Nessun risultato.
21-23 maggio 1941
Pattugliamento a ponente della Galite, per intercettare la Forza H britannica salpata da Gibilterra. Non avvista niente.
27-28 maggio 1941
Trasferimento da Cagliari a Napoli.
5-6 giugno 1941
Trasferimento da Napoli a Cagliari.
13-19 giugno 1941
Agguato sul meridiano 8° Est, a contrasto delle operazioni della Forza H nel Mediterraneo occidentale; il 14 giugno avvista e segnala un gruppo di ben 14 aerei (probabilmente caccia Hawker Hurricane lanciate dalle portaerei Ark Royal e Victorious per rinforzare Malta nel quadro dell'operazione "Tracer").
2-12 luglio 1941
Infruttuosa missione offensiva a sudovest della Sardegna, per intercettare una forza navale britannica uscita da Gibilterra. Il 4 luglio avvista un sommergibile simile al Sirena.
16-17 luglio 1941
Trasferimento da Cagliari a Napoli.
15 settembre 1941
Il sommergibile britannico Unique (tenente di vascello Anthony Foster Collett) avvista il Corallo nel corso di un'uscita addestrativa da Napoli, ma viene dissuaso dall'attaccare dalla presenza della torpediniera Generale Antonino Cascino, di scorta al sommergibile italiano.
3-5 ottobre 1941
Nuovo agguato, stavolta al largo di Capo Zebib, ma ancora senza successo.
17-18 ottobre 1941
Trasferimento da Napoli ad Augusta.
1° novembre 1941
Al comando del capitano di corvetta Gino Andreani, salpa da Augusta per un pattugliamento ad ovest di Malta con compiti di agguato offensivo ed esplorativo, a protezione dell’invio in Libia di un grosso convoglio (il «Beta», detto anche «Duisburg»). 
Alle 16.10 vengono avvistati due aerei nemici, uno dei quali manovra per attaccare ma poi desiste. Alle 16.30 viene avvistata una mina alla deriva, contro il quale vengono sparati 210 colpi con le mitragliere, senza tuttavia riuscire a distruggerla.
3 novembre 1941
Raggiunge la zona d’agguato all'alba. Il suo incarico è rilevare e segnalare eventuali movimenti navali britannici ad ovest di Malta, ed attaccare le navi avvistate.
9 novembre 1941
Il convoglio «Duisburg» viene intercettato e distrutto dalla Forza K britannica, uscita da Malta senza che il Corallo l’abbia potuta rilevare (inevitabilmente, data la sua posizione rispetto all’isola: la Forza K non è passata in quelle acque, bensì ai margini della zona d’agguato del sommergibile Settembrini). Al tramonto, il sommergibile lascia il settore assegnato e ne raggiunge un altro al largo di Algeria e Tunisia, come ordinato.
10 novembre 1941
Alle 8.05 avvista una mina alla deriva, che viene affondata a colpi di fucile e mitragliera. Rientra ad Augusta alle 15.45.
25 novembre 1941
Trasferimento da Augusta a Messina.
26 novembre-4 dicembre 1941
Pattugliamento ad est di Malta.

Il Corallo a Napoli nel 1941, in secondo piano il Malachite (g.c. STORIA militare)

21-29 gennaio 1942
Agguato tra Malta e Capo Passero, a protezione dei convogli in navigazione per l'Africa Settentrionale.
4 febbraio 1942
Trasferimento da Augusta a Messina.
2 marzo 1942
Trasferimento da Messina ad Augusta.
4-14 marzo 1942
Altro agguato nelle acque a sud di Malta.
15-16 aprile 1942
Trasferimento da Augusta a Trapani.
20 aprile 1942
Al comando del tenente di vascello Gino Andreani, salpa da Trapani alle 15.55 per una missione al largo di Capo Bon.
23 aprile 1942
Alle 9.52 avvista il piroscafo Liberia della Francia di Vichy, in navigazione verso sud con la scorta del dragamine Héron.
26 aprile 1942
Avvista di nuovo l'Héron alle 11.05.
28 aprile 1942
Alle 2.12 il Corallo (tenente di vascello Gino Andreani) incontra in posizione 37°01' N e 11°09' E, al largo di Bona, la goletta tunisina Dar es Salaam di 138 tsl, in navigazione da Djerba a Bona, e le intima di fermarsi con una raffica di mitragliera. Siccome il motoveliero, appartenente alla Francia di Vichy, è sprovvisto del permesso necessario per navigare in quelle acque, il Corallo ne prende a bordo i sette uomini dell'equipaggio e poi lo affonda con quindici colpi del cannone di coperta.
Alle 3.45 viene fermato poco lontano con lo stesso sistema lo sciabecco Tunis, di 41 tsl; anche questa navicella naviga senza permesso in acque interdette, pertanto il Corallo ordina ai sei uomini dell'equipaggio di abbandonarla, li prende a bordo e poi la affonda con un singolo colpo del cannone di coperta. (Altra fonte colloca l'orario dei due affondamenti alle 4.10).
30 aprile 1942
Avvista alle 18.25 il piroscafo italiano Apollo, scortato da un aereo.
5 maggio 1942
Rientra a Trapani alle 10.12.
24 maggio 1942
Salpa da Trapani per una nuova missione a levante della Galite.
7 giugno 1942
All'1.45 il Corallo (tenente di vascello Gino Andreani), in navigazione al largo della costa tunisina, avvista una luce fioca in lontananza, ed un quarto d'ora più tardi scopre che proviene da un piccolo motoveliero tunisino, l'Hady M'Hammed (o Hadj Mohameddi sole 26 tsl, cui ordina di fermarsi e mandare a bordo del sommergibile i documenti di bordo. Siccome la piccola unità, in navigazione da Biserta a Bona, si trova in una zona vietata alla navigazione e senza le luci prescritte alle navi di Vichy, i sei uomini dell'equipaggio vengono presi a bordo del Corallo, che poi affonda il motoveliero con 17 colpi di cannone, in posizione 37°24' N e 09°10' E. (Per altra versione, ritenendo che stesse trasportando dei materiali per conto degli Alleati, il comandante Andreani ordinò ai sei uomini dell'equipaggio di abbandonarlo, li prese a bordo come prigionieri e poi lo affondò a cannonate alle due di notte). 
Il Corallo riceve poi ordine di spostare la sua zona d’agguato a nordovest di Algeri.
10 giugno 1942
Fa ritorno a Trapani alle 00.30.
14-17 giugno 1942
Inviato, assieme ad altri quattro sommergibili (Onice, Ascianghi, Aradam e Dessiè) in agguato nel triangolo compreso tra Malta, Pantelleria e Lampedusa a contrasto dell’operazione britannica «Harpoon» (consistente nell'invio di un convoglio fortemente scortato da Gibilterra a Malta), nell’ambito della battaglia di Mezzo Giugno. Il Corallo non avvista, tuttavia, alcuna nave.
In questa missione il Corallo è comandato dal tenente di vascello Renato Scandola, dopo di che il comando torna a Gino Andreani, nel frattempo promosso a capitano di corvetta.
19-20 giugno 1942
Trasferimento da Trapani a Messina.
22-23 giugno 1942
Trasferimento da Messina a Napoli.
27 giugno 1942
Il capitano di corvetta Andreani lascia definitivamente il comando del Corallo, che viene assunto provvisoriamente dal tenente di vascello Serafino Corio.
10 luglio 1942
Il tenente di vascello Corio viene sostituito al comando del Corallo dal capitano di corvetta Mario Tei.
14 agosto 1942
Il capitano di corvetta Tei cede il comando del Corallo al tenente di vascello Guido Guidi.
3-5 settembre 1942
Trasferimento da Napoli a La Spezia.
15-17 settembre 1942
Trasferimento da La Spezia a Trapani.
19 ottobre 1942
Salpa da Trapani alle 13.25, per una missione a sud delle Baleari. Alle 15.55 avvista una mina alla deriva, che viene distrutta a colpi di mitragliera.
21 ottobre 1942
Alle 00.40, all'1.40 ed alle 2.50 viene avvistata una sagoma illuminata dalla luce lunare, ritenuta essere quella del sommergibile Turchese, diretto in una zona d'agguato attigua a quella del Corallo. Alle dieci viene avvistata una nave in navigazione verso sud, che alle 10.50 viene identificata come il piroscafo francese Djebel Aurès.
22 ottobre 1942
Alle 12.55 viene avvistata una nave che alle 13.50 viene riconosciuta come la motonave italiana Saturnia o la gemella Vulcania, dipinte di bianco con i simboli della croce rossa ed impiegate nel trasporto di profughi dall'Africa Orientale Italiana.
23 ottobre 1942
Alle 4.15 ed alle 4.42 vengono avvistate due grandi navi illuminate, che vengono identificate come i transatlantici italiani Giulio Cesare e Duilio, anch'essi impegnati nel rimpatrio dei profughi dall'AOI insieme a Saturnia e Vulcania.
2 novembre 1942
Rientra a Trapani alle 00.50.
7 novembre 1942
Salpa da Trapani per una missione nelle acque di Biserta.
8 novembre 1942
Avvista due aerei.
9 novembre 1942
Avvista una nave troppo lontana per essere identificata, ma ritenuta francese.
10 novembre 1942
Penetra nella rada di Philippeville, ma non vi trova alcuna nave da attaccare.
12 novembre 1942
Avvista un aereo alle 13.05 (trovandosi in superficie, s'immerge) ed un altro alle 14.20 (già a quota periscopica, scende a profondità maggiore).
13 novembre 1942
Incontra il sommergibile Avorio, col quale scambia il segnale di riconoscimento.
14 novembre 1942
Incontra il Diaspro e scambia anche con esso il segnale di riconoscimento. Più tardi avvista quattro cacciatorpediniere italiani, della cui presenza in zona è stato preavvisato, e manovra in modo da evitarli, per evitare incidenti. Arriva a Trapani il giorno stesso.
15-16 novembre 1942
Trasferimento da Trapani a Napoli.
25-27 novembre 1942
Trasferimento da Napoli a La Maddalena.
2-4 dicembre 1942
Pattugliamento difensivo al largo di Ajaccio. Forma uno sbarramento di sommergibili nel Mediterraneo occidentale, assieme ad AlagiArgentoBronzoGalateaPorfidoVolframioMocenigoDiaspro e Malachite.
6-7 dicembre 1942
Trasferimento da La Maddalena a Cagliari.

La consegna della bandiera di combattimento: sullo sfondo i Molini Meridionali Marzoli.

L’affondamento

Alle 17.35 del 10 dicembre 1942 il Corallo, al comando del tenente di vascello Guido Guidi, salpò da Cagliari insieme al gemello Argento per una missione da svolgere in un'area delimitata dai meridiani 08°00' E e 08°20' E e dai paralleli 37°00' N e 37°20' N, tra Bona e Biserta. L'ordine d'operazioni prevedeva anche di penetrare nella rada di Bougie durante la notte del 13 ed attaccare eventuali navi nemiche che avesse trovato in rada, per poi rientrare nel settore d'agguato assegnato.
Un membro dell’equipaggio, Salvatore Fanale, rimase a terra perché doveva essere operato d’appendice: una malattia che gli salvò la vita. 
L'11 dicembre il Corallo comunicò alla base di aver avvistato alle 2.20 di quel giorno, in posizione 38°10' N e 08°45' E (nel quadrante 4782/3, a 39 miglia per 345° da La Galite), un incrociatore e due cacciatorpediniere, in navigazione a 25 nodi su rotta 240°. Non aveva avuto modo di attaccare.
Fu questo l'ultimo contatto che il Corallo ebbe con la base. Il 18 dicembre gli fu infatti ordinato di spostarsi nel quadrante 7983, tra La Galite e Cap de Fer (zone A e B), e cinque giorni dopo di rientrare alla base: ma non rispose a nessuno dei due messaggi, né alle reiterate chiamate radio ripetute nei giorni successivi, e mai fece ritorno a Cagliari. Fu dichiarato disperso insieme al comandante Guidi, agli altri cinque ufficiali ed ai 45 tra sottufficiali e marinai che componevano il suo equipaggio.

Si seppe cos'era successo a guerra finita. Alle cinque del mattino del 13 dicembre 1942 lo sloop britannico Enchantress (capitano di fregata Arthur Edward Tolfray Christie), che insieme alla corvetta canadese Baddeck stava scortando il convoglio ET.5P da Bona a Gibilterra (formavano tale convoglio i mercantili britannici Bretwalda, Benedict, City of Venice, Caithness, Forest, Fort Bourbon, Manchester Citizen ed Ocean Valentine e lo statunitense William B. Travis, partiti il 5 dicembre e giunti a destinazione il 16), aveva avvistato le scie di tre siluri a proravia sinistra, evitandole con un'immediata virata a sinistra e risalendone poi le scie; i siluri le erano passati a poppa, il più vicino a meno di due metri di distanza. Mentre ancora l'accostata era in corso, il radar dell'Enchantress aveva ottenuto un contatto a mille iarde di distanza (914 metri), un sommergibile che stava emergendo: il battello avversario era infatti venuto in superficie ed aveva lanciato dai tubi poppieri altri due siluri, che avevano mancato l'Enchantress di appena tre metri, per poi tentare di allontanarsi in superficie e dieci nodi. Aumentata la velocità, lo sloop britannico aveva speronato il sommergibile alle 5.04, lanciando al contempo una bomba di profondità regolata per esplodere a quindici metri; alle 5.06 aveva eseguito un secondo passaggio nel punto in cui il sommergibile era scomparso, lanciando sei bombe di profondità regolate per esplodere a 107 e 167 metri, ed alle 5.25 ne aveva compiuto un terzo in cui aveva lanciato altre sette bombe di profondità, anch'esse regolate per esplodere a profondità comprese tra i 107 ed i 167 metri. Alle 5.29 era stata avvertita un'esplosione subacquea, ma l'Enchantress aveva voluto eseguire un ultimo passaggio alle 5.38, lanciando altre tre bombe di profondità regolare per 167 metri. 
Vi sono pochi dubbi che protagonista e vittima di questo episodio fu il Corallo, che venne affondato con tutto l'equipaggio nel punto 36°58' N e 05°07' E, a nord del Golfo di Bougie (a quattordici miglia da quella città, e 165 miglia a nordest di Algeri).

(Altre fonti afferma che nella notte del 13 dicembre 1942 il Corallo sarebbe stato localizzato ed attaccato da ben quattro unità britanniche di scorta al convoglio KMS 4, in navigazione da Gibilterra ad Algeri, tra cui l'Enchantress. A seconda della versione, il sommergibile sarebbe stato sottoposto a bombardamento con cariche di profondità, danneggiato ed obbligato ad emergere, oppure colpito dal tiro dei cannoni delle navi nemiche mentre tentava di disimpegnarsi ed immergersi. Marinai del Corallo avevano raggiunto il cannone del sommergibile ed avevano cercato di puntarlo verso l'Enchantress per ingaggiare uno scontro d’artiglieria, ma la nave britannica aveva speronato il battello italiano, riportando seri danni alle strutture prodiere ma affondando il Corallo con tutto l'equipaggio).

Morirono nell’affondamento:

Giuseppe Berra, tenente del Genio Navale, da Sarno
Virgilio Boi, sottocapo cannoniere, da Cagliari
Sergio Camporeale, sergente nocchiere, da Molfetta
Giovanni Capraro, sottocapo furiere, da Sciacca
Guido Caucci, sottotenente del Genio Navale, da Trieste
Silvio Cavicchio, sottocapo elettricista, da Adria
Armando Cecchini, sottocapo motorista, da Ascoli Piceno
Alberico Ciccarelli, marinaio nocchiere, da Sperlonga
Giuseppe Cimminiello, secondo capo motorista, da Napoli
Giuseppe Crociani, sottocapo radiotelegrafista, da Bagno di Romagna
Angelo De Luca, sottocapo motorista, da Novoli
Emanuele De Luca, sottocapo radiotelegrafista, da Reggio Calabria
Albino Di Domenico, sottocapo silurista, da Aquilonia
Carlo Di Stefano, marinaio, da Pozzallo
Pietro Duradoni, marinaio silurista, da La Spezia
Carmelo D'Urso, sottotenente di vascello (comandante in seconda), da Riposto
Antonio Esposito, marinaio nocchiere, da Monte di Procida
Giuseppe Failla, sottocapo silurista, da Floridia
Giovanni Falcone, marinaio elettricista, da Napoli
Francesco Fasino, capo silurista di terza classe, da Boscoreale
Erminio Finistauri, marinaio, da Arrone
Nicola Giacobbe, sottocapo silurista, da Messina
Giovanni Gilardi, capo elettricista di terza classe, da Valgreghentino
Isidoro Gori, secondo capo silurista, da Udine
Guido Guidi, tenente di vascello (comandante), da Chiavari
Giovanni La Pira, marinaio, da Pozzallo
Michele Leonardi, secondo capo elettricista, da Torino
Benedetto Lo Iacono, capo meccanico di terza classe, da Mistretta
Ardengo Manzella, guardiamarina, da Cassino
Salvatore Marras, secondo capo motorista, da Sassari
Antonio Mazzella, marinaio, da Ponza
Mauro Mignosa, sottocapo nocchiere, da Augusta
Francesco Monaco, sottocapo fuochista, da Napoli
Gualtiero Montecuccoli, marinaio elettricista, da Bologna
Dino Morgantini, marinaio elettricista, da Sarteano
Marino Nibbi, secondo capo furiere, da Cortona
Francesco Nicoletta, marinaio cannoniere, da Borgofranco d'Ivrea
Elia Origgi, marinaio silurista, da Milano
Sebastiano Palazzolo, sergente motorista, da Aci Catena
Salvatore Perrini, sottocapo cannoniere, da Castellaneta
Salvatore Petrachi, sottocapo motorista, da Melendugno
Franco Pirazzini, aspirante guardiamarina, da Mordano
Carlo Quagliato, sergente silurista, da Cavarzere
Giovanni Sansonetti, sottocapo motorista, da Civitavecchia
Cosimo Scianaro, sottocapo motorista, da Mesagne
Antonio Simeoni, sottocapo radiotelegrafista, da Bassano del Grappa
Mariano Siragò, sottocapo elettricista, da Taormina
Rosario Sottile, sottocapo nocchiere, da Castroreale
Giovanni Staieri, sottocapo silurista, da Idria
Vincenzo Torre, sergente radiotelegrafista, da Milazzo
Antonio Urban, sottocapo elettricista, da Cagliari

Il Corallo durante l’allestimento, il 1° settembre 1936 (da “Sommergibili in guerra” di Achille Rastelli ed Erminio Bagnasco, Albertelli Editore, 1994)


3 commenti:

  1. Bsera Lorenzo. Al TV Alfredo Gatti (nato a Bagnolo Cremasco il 17 febbraio 1911) per l'azione del 17 settembre 1940, fu assegnata la medaglia d'argento al v.m. alla memoria. GP

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  2. Il Sommergibile CORALLO fu scoperto da ENZO MAJORCA. Perchè nessuno riporta questo ritrovamento?

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    1. Buongiorno, qual è la fonte? Non ho mai sentito di questo ritrovamento, e mi sembra improbabile visto che Majorca era un apneista mentre nella zona in cui affondò il Corallo il mare è profondo duemila metri.

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