Il Corallo sullo scalo, durante la costruzione (da “Sommergibili italiani” di Alessandro Turrini ed Ottorino Ottone Miozzi, USMM, 1999) |
Sommergibile di piccola crociera della classe Perla
(dislocamento di 680 tonnellate in superficie, 844 in immersione).
Durante la seconda guerra mondiale effettuò 23 missioni
offensive/esplorative e 25 missioni di trasferimento, percorrendo 21.131 miglia
in superficie e 2587 in immersione, trascorrendo 180 giorni in mare ed affondando
tre piccoli motovelieri per complessive 205 tsl.
Breve e
parziale cronologia.
1°
ottobre 1935
Impostazione nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone
(numero di costruzione 1144).
L’unità
nelle fasi iniziali della costruzione (da “Gli squali dell’Adriatico.
Monfalcone ed i suoi sommergibili nella storia navale italiana” di Alessandro
Turrini, Vittorelli Edizioni, 1999).
|
2
agosto 1936
Varo nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone.
26
settembre 1936
Entrata in servizio. Assegnato alla XXXIV Squadriglia
Sommergibili, con base a Messina, svolge alacre attività addestrativa in
Adriatico e Dodecaneso, compiendo diverse crociere addestrative e di resistenza.
Marzo 1937
Riceve la bandiera di combattimento: la cerimonia, alla
presenza dell’arcivescovo di Napoli Ascalesi (che benedice la bandiera), del
prefetto e del comandante del Dipartimento Militare Marittimo Basso Tirreno, si
svolge a Torre del Greco, porto noto appunto come centro della pesca e
lavorazione del Corallo. Il cofanetto
per la bandiera è realizzato dall’incisore torrese Michele Scala.
1937
Svolge una campagna addestrativa.
1938
Altra campagna addestrativa.
15
ottobre 1938
Aggregato alla Flottiglia Scuola Comando.
1939
Dislocato a Cagliari, in seno alla LXXII Squadriglia
Sommergibili (VII Grupsom), della quale farà ancora parte (con i gemelli Diaspro e Turchese ed il più anziano Medusa)
all’ingresso in guerra dell’Italia.
10 maggio 1940
Assume il comando del Corallo il tenente di vascello Alfredo Gatti.
10
giugno 1940
Alla data dell’entrata nel conflitto dell’Italia, il Corallo si trova a Monfalcone per lavori
di manutenzione.
31 luglio 1940
Assume il comando del Corallo il capitano di corvetta Loris Albanese.
Agosto 1940
Completati i lavori, torna in servizio.
16-19 agosto 1940
Si trasferisce da Pola a Trapani.
28-29 agosto 1940
Si trasferisce da Trapani a Messina.
3
settembre 1940
Il Corallo (capitano
di corvetta Loris Albanese) salpa da Messina per una missione offensiva circa 60 miglia
a sud di Creta, tra Gaudo ed Alessandria d'Egitto.
4 settembre 1940
Attaccato da aerei con il lancio di quattordici bombe, mentre si trova in immersione. Non subisce danni.
13 settembre 1940
Nuovamente attaccato da aerei, a più riprese, mentre è immerso, senza subire danni.
17
settembre 1940
Verso le 18 il Corallo
avvista in posizione 33°34' N e 25°34' E una formazione britannica in
navigazione a zig zag verso Alessandria d’Egitto: la compongono la
portaerei Illustrious (identificata
correttamente), la corazzata Valiant
(che Albanese identifica erroneamente come un incrociatore pesante) e cinque
cacciatorpediniere (Valiant ed Illustrious procedono in linea di fila,
coi cacciatorpediniere sui lati), di ritorno ad Alessandria d’Egitto dopo aver
bombardato Derna e Bengasi. Alle 18.30 il sommergibile, avvicinatosi in
immersione e superata la scorta, lancia due siluri – da 1500 metri di distanza – contro l’Illustrious, dopo di che s’immerge subito
a 80 metri (per eludere un’eventuale reazione della scorta, in particolare di
un cacciatorpediniere che minaccia di speronarlo) ed avverte due forti
detonazioni (ritenute «diverse da quelle delle bombe di profondità») dopo 75
secondi; nessuna nave, comunque, è stata colpita.
I cacciatorpediniere - ed in particolare l'Hasty, vicino al quale sono passati i siluri - reagiscono sottoponendo il Corallo ad
un bombardamento con bombe di profondità, protrattosi per tre ore, nel corso della quale vengono lanciate 40 cariche di profondità, alcune delle quali esplodono molto vicine; il Corallo, sceso fino a 140 metri di profondità, subisce diversi danni, tali da comprometterne l’efficienza operativa, ed un membro dell’equipaggio, il capo
silurista di terza classe Angelo Bianchi, rimane ucciso in camera lancio siluri poppiera,
probabilmente per essere stato sbattuto contro una parete od altra parte del
locale durante le ripetute perdite di assetto verificatesi durante il
bombardamento. (Altra fonte afferma invece che si sarebbe suicidato sparandosi un colpo di pistola). Per ridurre la probabilità di essere localizzati, viene assunto
l’assetto silenzioso, travasando e sbarcando l'acqua di assetto e compenso con
l'aria compressa; ciò implica però lo sfogo delle casse, ad intervalli
regolari, verso l’interno, così facendo salire di molto la pressione interna. Conclusa
la caccia, il sommergibile riemerge, ma nel farlo perde un altro uomo: il
comandante in seconda, tenente di vascello Alfredo Gatti, non riesce a regolare
la pressione al momento di aprire il portello della torretta e viene così
proiettato all’esterno dalla pressione stessa, finendo in mare. Non si riuscirà
più a trovarlo, nonostante prolungate ricerche.
18
settembre 1940
Dato che i danni subiti non sono riparabili coi mezzi
disponibili a bordo, il Corallo
interrompe la missione e raggiunge Tobruk.
21-23 settembre 1940
Trasferimento da Tobruk a Tripoli.
26-29 settembre 1940
Trasferimento da Tripoli a Messina.
9 novembre
1940
Il Corallo ed altri
quattro sommergibili (Topazio, Fratelli Bandiera, Pier Capponi e Goffredo
Mameli) vengono inviati circa 90 miglia a sud-sud-est di Malta a contrasto
dell’operazione britannica «Coat», consistente nell’invio a Malta di un
convoglio (di navi da guerra: la corazzata Barham,
l’incrociatore pesante Berwick,
l’incrociatore leggero Glasgow e tre
cacciatorpediniere, con una forza di copertura costituita dalla portaerei Ark Royal – che lancerà anche un attacco
aereo diversivo su Cagliari –, dall’incrociatore leggero Sheffield e da tre cacciatorpediniere) con truppe ed armi
antiaeree, nell’ambito dell’operazione complessa «MB.8» (che prevede anche
altre operazioni secondarie: il trasferimento di unità da guerra da Gibilterra
ad Alessandria, l’invio di convogli in Grecia, l’attacco di aerosiluranti
contro Taranto dell’11-12 novembre ed una puntata offensiva contro convogli
italiani nel Canale d'Otranto). Il Corallo
e gli altri sommergibili formano uno sbarramento con intervalli di 20-30 miglia
tra ogni unità e l’ordine di effettuare pendolamento notturno.
11 novembre 1940
Avvista due cacciatorpediniere in navigazione a 20 nodi, a 6000 metri di distanza, ma non riesce a portarsi in posizione idonea per attaccare.
13 novembre 1940
Rientra a Messina.
16-19 novembre 1940
Pattugliamento a sudovest di Malta. Non avvista niente.
19-23 novembre 1940
Altro pattugliamento a sudovest di Malta, anche stavolta senza avvistamenti.
18-19 dicembre 1940
Trasferimento da Messina a Napoli.
Cagliari, inizio 1941: un pontone della base solleva la prua del Corallo per consentire alcuni lavori di riparazione (g.c. STORIA militare) |
14-15 gennaio 1941
Trasferimento da Napoli a Cagliari.
21 gennaio
1941
Partito per una missione nelle acque della Tunisia, deve rientrare subito alla base
in seguito ad un’avaria.
1-5 febbraio 1941
Pattugliamento ad ovest della Sardegna.
8-9 febbraio
1941
Inviato in missione a nord di Capo Bougaroni, altri problemi ai
motori lo obbligano al rientro a Cagliari. Per questa decisione il comandante Albanese verrà criticato dai superiori, che riterranno che le avarie fossero riparabili con i mezzi disponibili a bordo.
15-18 febbraio 1941
Pattugliamento al largo dell'isola di La Galite, non rileva niente a parte rumori attribuiti ad un convoglio francese.
16 marzo 1941
Il capitano di corvetta Loris Albanese cede il comando del Corallo al tenente di vascello Gino Andreani.
3-9 aprile
1941
Inviato in missione a sud della Sardegna ed a nord della costa tunisina, deve di nuovo
interrompere la missione e tornare prima del previsto, stavolta per via del
tempo avverso. Avvista solo navi francesi.
8-12 maggio
1941
Agguato circa 50 miglia a ponente dell'isola La Galite, per intercettare una forza navale britannica uscita da Gibilterra. Nessun
risultato.
21-23 maggio 1941
Pattugliamento a ponente della Galite, per intercettare la Forza H britannica salpata da Gibilterra. Non avvista niente.
27-28 maggio 1941
Trasferimento da Cagliari a Napoli.
5-6 giugno 1941
Trasferimento da Napoli a Cagliari.
13-19 giugno
1941
Agguato sul meridiano 8° Est, a contrasto delle operazioni della Forza H nel Mediterraneo occidentale; il 14 giugno avvista e segnala un gruppo di
ben 14 aerei (probabilmente caccia Hawker Hurricane lanciate dalle portaerei Ark Royal e Victorious per rinforzare Malta nel quadro dell'operazione "Tracer").
2-12 luglio
1941
Infruttuosa missione offensiva a sudovest della Sardegna, per intercettare una forza navale britannica uscita da Gibilterra. Il 4 luglio avvista un sommergibile simile al Sirena.
16-17 luglio 1941
Trasferimento da Cagliari a Napoli.
15 settembre 1941
Il sommergibile britannico Unique (tenente di vascello Anthony Foster Collett) avvista il Corallo nel corso di un'uscita addestrativa da Napoli, ma viene dissuaso dall'attaccare dalla presenza della torpediniera Generale Antonino Cascino, di scorta al sommergibile italiano.
3-5 ottobre
1941
Nuovo agguato, stavolta al largo di Capo Zebib, ma ancora senza successo.
17-18 ottobre 1941
Trasferimento da Napoli ad Augusta.
1° novembre 1941
Al comando del capitano di corvetta Gino Andreani, salpa da Augusta per un pattugliamento ad ovest di Malta con compiti di agguato offensivo ed esplorativo, a protezione
dell’invio in Libia di un grosso convoglio (il «Beta», detto anche «Duisburg»).
Alle 16.10 vengono avvistati due aerei nemici, uno dei quali manovra per attaccare ma poi desiste. Alle 16.30 viene avvistata una mina alla deriva, contro il quale vengono sparati 210 colpi con le mitragliere, senza tuttavia riuscire a distruggerla.
3 novembre 1941
Raggiunge la zona d’agguato all'alba. Il suo incarico è rilevare e segnalare
eventuali movimenti navali britannici ad ovest di Malta, ed attaccare le navi
avvistate.
9
novembre 1941
Il convoglio «Duisburg» viene intercettato e distrutto dalla
Forza K britannica, uscita da Malta senza che il Corallo l’abbia potuta rilevare (inevitabilmente, data la sua
posizione rispetto all’isola: la Forza K non è passata in quelle acque, bensì
ai margini della zona d’agguato del sommergibile Settembrini). Al tramonto, il
sommergibile lascia il settore assegnato e ne raggiunge un altro al largo di
Algeria e Tunisia, come ordinato.
10 novembre 1941
Alle 8.05 avvista una mina alla deriva, che viene affondata a colpi di fucile e mitragliera. Rientra ad Augusta alle 15.45.
25 novembre 1941
Trasferimento da Augusta a Messina.
26 novembre-4 dicembre 1941
Pattugliamento ad est di Malta.
21-29 gennaio
1942
Agguato tra Malta e Capo Passero, a protezione dei convogli in navigazione per l'Africa Settentrionale.
4 febbraio 1942
Trasferimento da Augusta a Messina.
2 marzo 1942
Trasferimento da Messina ad Augusta.
4-14 marzo
1942
Altro agguato nelle acque a sud di Malta.
15-16 aprile 1942
Trasferimento da Augusta a Trapani.
20 aprile
1942
Al comando del tenente
di vascello Gino Andreani, salpa da Trapani alle 15.55 per una missione al largo di Capo Bon.
23 aprile 1942
Alle 9.52 avvista il piroscafo Liberia della Francia di Vichy, in navigazione verso sud con la scorta del dragamine Héron.
26 aprile 1942
Avvista di nuovo l'Héron alle 11.05.
28
aprile 1942
Alle 2.12 il Corallo (tenente di vascello Gino Andreani) incontra in posizione 37°01' N e 11°09' E, al largo di Bona, la goletta tunisina Dar es Salaam di 138 tsl, in navigazione da Djerba a Bona, e le intima di fermarsi con una raffica di mitragliera. Siccome il motoveliero, appartenente alla Francia di Vichy, è sprovvisto del permesso necessario per navigare in quelle acque, il Corallo ne prende a bordo i sette uomini dell'equipaggio e poi lo affonda con quindici colpi del cannone di coperta.
Alle 3.45 viene fermato poco lontano con lo stesso sistema lo sciabecco Tunis, di 41 tsl; anche questa navicella naviga senza permesso in acque interdette, pertanto il Corallo ordina ai sei uomini dell'equipaggio di abbandonarla, li prende a bordo e poi la affonda con un singolo colpo del cannone di coperta. (Altra fonte colloca l'orario dei due affondamenti alle 4.10).
30 aprile 1942
Avvista alle 18.25 il piroscafo italiano Apollo, scortato da un aereo.
5 maggio 1942
Rientra a Trapani alle 10.12.
24 maggio
1942
Salpa da Trapani per una nuova missione a levante della Galite.
7
giugno 1942
All'1.45 il Corallo (tenente di vascello Gino Andreani), in navigazione al largo della costa tunisina, avvista una luce fioca in lontananza, ed un quarto d'ora più tardi scopre che proviene da un piccolo motoveliero tunisino, l'Hady M'Hammed (o Hadj Mohamed) di sole 26 tsl, cui ordina di fermarsi e mandare a bordo del sommergibile i documenti di bordo. Siccome la piccola unità, in navigazione da Biserta a Bona, si trova in una zona vietata alla navigazione e senza le luci prescritte alle navi di Vichy, i sei uomini dell'equipaggio vengono presi a bordo del Corallo, che poi affonda il motoveliero con 17 colpi di cannone, in posizione 37°24' N e 09°10' E. (Per altra versione, ritenendo che stesse trasportando dei
materiali per conto degli Alleati, il comandante Andreani ordinò ai sei uomini dell'equipaggio di abbandonarlo, li prese a bordo come
prigionieri e poi lo affondò a cannonate alle due di notte).
Il Corallo riceve poi ordine di spostare la sua zona d’agguato a nordovest di Algeri.
10 giugno 1942
Fa ritorno a Trapani alle 00.30.
14-17 giugno
1942
Inviato, assieme ad altri quattro
sommergibili (Onice, Ascianghi, Aradam e Dessiè) in
agguato nel triangolo compreso tra Malta, Pantelleria e Lampedusa a contrasto
dell’operazione britannica «Harpoon» (consistente nell'invio di un convoglio fortemente scortato da
Gibilterra a Malta), nell’ambito della battaglia di Mezzo Giugno. Il Corallo non avvista, tuttavia, alcuna
nave.
In questa missione il Corallo è comandato dal tenente di vascello Renato Scandola, dopo di che il comando torna a Gino Andreani, nel frattempo promosso a capitano di corvetta.
19-20 giugno 1942
Trasferimento da Trapani a Messina.
22-23 giugno 1942
Trasferimento da Messina a Napoli.
27 giugno 1942
Il capitano di corvetta Andreani lascia definitivamente il comando del Corallo, che viene assunto provvisoriamente dal tenente di vascello Serafino Corio.
10 luglio 1942
Il tenente di vascello Corio viene sostituito al comando del Corallo dal capitano di corvetta Mario Tei.
14 agosto 1942
Il capitano di corvetta Tei cede il comando del Corallo al tenente di vascello Guido Guidi.
3-5 settembre 1942
Trasferimento da Napoli a La Spezia.
15-17 settembre 1942
Trasferimento da La Spezia a Trapani.
19 ottobre
1942
Salpa da Trapani alle 13.25, per una missione a sud delle Baleari. Alle 15.55 avvista una mina alla deriva, che viene distrutta a colpi di mitragliera.
21 ottobre 1942
Alle 00.40, all'1.40 ed alle 2.50 viene avvistata una sagoma illuminata dalla luce lunare, ritenuta essere quella del sommergibile Turchese, diretto in una zona d'agguato attigua a quella del Corallo. Alle dieci viene avvistata una nave in navigazione verso sud, che alle 10.50 viene identificata come il piroscafo francese Djebel Aurès.
22 ottobre 1942
Alle 12.55 viene avvistata una nave che alle 13.50 viene riconosciuta come la motonave italiana Saturnia o la gemella Vulcania, dipinte di bianco con i simboli della croce rossa ed impiegate nel trasporto di profughi dall'Africa Orientale Italiana.
23 ottobre 1942
Alle 4.15 ed alle 4.42 vengono avvistate due grandi navi illuminate, che vengono identificate come i transatlantici italiani Giulio Cesare e Duilio, anch'essi impegnati nel rimpatrio dei profughi dall'AOI insieme a Saturnia e Vulcania.
2 novembre 1942
Rientra a Trapani alle 00.50.
7 novembre
1942
Salpa da Trapani per una missione nelle acque di Biserta.
8 novembre 1942
Avvista due aerei.
9 novembre 1942
Avvista una nave troppo lontana per essere identificata, ma ritenuta francese.
10 novembre 1942
Penetra nella rada di
Philippeville, ma non vi trova alcuna nave da attaccare.
12 novembre 1942
Avvista un aereo alle 13.05 (trovandosi in superficie, s'immerge) ed un altro alle 14.20 (già a quota periscopica, scende a profondità maggiore).
13 novembre 1942
Incontra il sommergibile Avorio, col quale scambia il segnale di riconoscimento.
14 novembre 1942
Incontra il Diaspro e scambia anche con esso il segnale di riconoscimento. Più tardi avvista quattro cacciatorpediniere italiani, della cui presenza in zona è stato preavvisato, e manovra in modo da evitarli, per evitare incidenti. Arriva a Trapani il giorno stesso.
15-16 novembre 1942
Trasferimento da Trapani a Napoli.
25-27 novembre 1942
Trasferimento da Napoli a La Maddalena.
2-4 dicembre 1942
Pattugliamento difensivo al largo di Ajaccio. Forma uno sbarramento di sommergibili nel Mediterraneo occidentale, assieme ad Alagi, Argento, Bronzo, Galatea, Porfido, Volframio, Mocenigo, Diaspro e Malachite.
6-7 dicembre 1942
Trasferimento da La Maddalena a Cagliari.
L’affondamento
Alle 17.35 del 10 dicembre 1942 il Corallo,
al comando del tenente di vascello Guido Guidi, salpò da Cagliari insieme al gemello Argento per una
missione da svolgere in un'area delimitata dai meridiani 08°00' E e 08°20' E e dai paralleli 37°00' N e 37°20' N, tra Bona e Biserta. L'ordine d'operazioni prevedeva anche di penetrare nella rada di Bougie durante la notte del 13 ed attaccare eventuali navi nemiche che avesse trovato in rada, per poi rientrare nel settore d'agguato assegnato.
Un membro dell’equipaggio, Salvatore Fanale, rimase a terra perché doveva essere operato d’appendice: una malattia che gli salvò la vita.
L'11 dicembre il Corallo comunicò alla base di aver avvistato alle 2.20 di quel giorno, in posizione 38°10' N e 08°45' E (nel quadrante 4782/3, a 39 miglia per 345° da La Galite), un incrociatore e due cacciatorpediniere, in navigazione a 25 nodi su rotta 240°. Non aveva avuto modo di attaccare.
Fu questo l'ultimo contatto che il Corallo ebbe con la base. Il 18 dicembre gli fu infatti ordinato di spostarsi nel quadrante 7983, tra La Galite e Cap de Fer (zone A e B), e cinque giorni dopo di rientrare alla base: ma non rispose a nessuno dei due messaggi, né alle reiterate chiamate radio ripetute nei giorni successivi, e mai fece ritorno a Cagliari. Fu dichiarato disperso insieme al comandante Guidi, agli altri cinque ufficiali ed ai 45 tra sottufficiali e marinai che componevano il suo equipaggio.
Si seppe cos'era successo a guerra finita. Alle cinque del mattino del 13 dicembre 1942 lo sloop britannico Enchantress (capitano di fregata Arthur Edward Tolfray Christie), che insieme alla corvetta canadese Baddeck stava scortando il convoglio ET.5P da Bona a Gibilterra (formavano tale convoglio i mercantili britannici Bretwalda, Benedict, City of Venice, Caithness, Forest, Fort Bourbon, Manchester Citizen ed Ocean Valentine e lo statunitense William B. Travis, partiti il 5 dicembre e giunti a destinazione il 16), aveva avvistato le scie di tre siluri a proravia sinistra, evitandole con un'immediata virata a sinistra e risalendone poi le scie; i siluri le erano passati a poppa, il più vicino a meno di due metri di distanza. Mentre ancora l'accostata era in corso, il radar dell'Enchantress aveva ottenuto un contatto a mille iarde di distanza (914 metri), un sommergibile che stava emergendo: il battello avversario era infatti venuto in superficie ed aveva lanciato dai tubi poppieri altri due siluri, che avevano mancato l'Enchantress di appena tre metri, per poi tentare di allontanarsi in superficie e dieci nodi. Aumentata la velocità, lo sloop britannico aveva speronato il sommergibile alle 5.04, lanciando al contempo una bomba di profondità regolata per esplodere a quindici metri; alle 5.06 aveva eseguito un secondo passaggio nel punto in cui il sommergibile era scomparso, lanciando sei bombe di profondità regolate per esplodere a 107 e 167 metri, ed alle 5.25 ne aveva compiuto un terzo in cui aveva lanciato altre sette bombe di profondità, anch'esse regolate per esplodere a profondità comprese tra i 107 ed i 167 metri. Alle 5.29 era stata avvertita un'esplosione subacquea, ma l'Enchantress aveva voluto eseguire un ultimo passaggio alle 5.38, lanciando altre tre bombe di profondità regolare per 167 metri.
Vi sono pochi dubbi che protagonista e vittima di questo episodio fu il Corallo, che venne affondato con tutto l'equipaggio nel punto 36°58' N e 05°07' E, a nord del Golfo di Bougie (a quattordici miglia da quella città, e 165 miglia a nordest di Algeri).
(Altre fonti afferma che nella notte del 13
dicembre 1942 il Corallo sarebbe stato localizzato ed
attaccato da ben quattro unità britanniche di scorta al convoglio KMS 4, in
navigazione da Gibilterra ad Algeri, tra cui l'Enchantress. A seconda della versione, il sommergibile sarebbe stato sottoposto a bombardamento con cariche di
profondità, danneggiato ed obbligato ad emergere, oppure colpito dal tiro dei cannoni delle navi nemiche mentre tentava di disimpegnarsi ed immergersi. Marinai del Corallo
avevano raggiunto il cannone del sommergibile ed avevano cercato di puntarlo
verso l'Enchantress per ingaggiare uno scontro
d’artiglieria, ma la nave britannica aveva speronato il battello italiano, riportando seri danni alle strutture prodiere ma affondando il Corallo con tutto l'equipaggio).
Morirono
nell’affondamento:
Giuseppe
Berra, tenente del Genio Navale, da Sarno
Virgilio
Boi, sottocapo cannoniere, da Cagliari
Sergio
Camporeale, sergente nocchiere, da Molfetta
Giovanni
Capraro, sottocapo furiere, da Sciacca
Guido
Caucci, sottotenente del Genio Navale, da Trieste
Silvio
Cavicchio, sottocapo elettricista, da Adria
Armando
Cecchini, sottocapo motorista, da Ascoli Piceno
Alberico
Ciccarelli, marinaio nocchiere, da Sperlonga
Giuseppe
Cimminiello, secondo capo motorista, da Napoli
Giuseppe
Crociani, sottocapo radiotelegrafista, da Bagno di Romagna
Angelo
De Luca, sottocapo motorista, da Novoli
Emanuele
De Luca, sottocapo radiotelegrafista, da Reggio Calabria
Albino
Di Domenico, sottocapo silurista, da Aquilonia
Carlo
Di Stefano, marinaio, da Pozzallo
Pietro
Duradoni, marinaio silurista, da La Spezia
Carmelo
D'Urso, sottotenente di vascello (comandante in seconda), da Riposto
Antonio
Esposito, marinaio nocchiere, da Monte di Procida
Giuseppe
Failla, sottocapo silurista, da Floridia
Giovanni
Falcone, marinaio elettricista, da Napoli
Francesco Fasino, capo silurista di terza classe, da Boscoreale
Erminio
Finistauri, marinaio, da Arrone
Nicola
Giacobbe, sottocapo silurista, da Messina
Giovanni
Gilardi, capo elettricista di terza classe, da Valgreghentino
Isidoro
Gori, secondo capo silurista, da Udine
Guido
Guidi, tenente di vascello (comandante), da Chiavari
Giovanni
La Pira, marinaio, da Pozzallo
Michele
Leonardi, secondo capo elettricista, da Torino
Benedetto
Lo Iacono, capo meccanico di terza classe, da Mistretta
Ardengo
Manzella, guardiamarina, da Cassino
Salvatore
Marras, secondo capo motorista, da Sassari
Antonio
Mazzella, marinaio, da Ponza
Mauro
Mignosa, sottocapo nocchiere, da Augusta
Francesco
Monaco, sottocapo fuochista, da Napoli
Gualtiero
Montecuccoli, marinaio elettricista, da Bologna
Dino
Morgantini, marinaio elettricista, da Sarteano
Marino
Nibbi, secondo capo furiere, da Cortona
Francesco
Nicoletta, marinaio cannoniere, da Borgofranco d'Ivrea
Elia
Origgi, marinaio silurista, da Milano
Sebastiano
Palazzolo, sergente motorista, da Aci Catena
Salvatore
Perrini, sottocapo cannoniere, da Castellaneta
Salvatore
Petrachi, sottocapo motorista, da Melendugno
Franco
Pirazzini, aspirante guardiamarina, da Mordano
Carlo
Quagliato, sergente silurista, da Cavarzere
Giovanni
Sansonetti, sottocapo motorista, da Civitavecchia
Cosimo
Scianaro, sottocapo motorista, da Mesagne
Antonio
Simeoni, sottocapo radiotelegrafista, da Bassano del Grappa
Mariano
Siragò, sottocapo elettricista, da Taormina
Rosario
Sottile, sottocapo nocchiere, da Castroreale
Giovanni Staieri, sottocapo silurista, da Idria
Vincenzo
Torre, sergente radiotelegrafista, da Milazzo
Antonio
Urban, sottocapo elettricista, da Cagliari
Il Corallo durante l’allestimento, il 1° settembre 1936 (da “Sommergibili in guerra” di Achille Rastelli ed Erminio Bagnasco, Albertelli Editore, 1994) |
Bsera Lorenzo. Al TV Alfredo Gatti (nato a Bagnolo Cremasco il 17 febbraio 1911) per l'azione del 17 settembre 1940, fu assegnata la medaglia d'argento al v.m. alla memoria. GP
RispondiEliminaIl Sommergibile CORALLO fu scoperto da ENZO MAJORCA. Perchè nessuno riporta questo ritrovamento?
RispondiEliminaBuongiorno, qual è la fonte? Non ho mai sentito di questo ritrovamento, e mi sembra improbabile visto che Majorca era un apneista mentre nella zona in cui affondò il Corallo il mare è profondo duemila metri.
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