domenica 28 settembre 2014

V 121 Carloforte

Il Carloforte fotografato ad Albissola il 5 dicembre 1936 (g.c. Letterio Tomasello via www.naviearmatori.net

Motoveliero da carico (brigantino goletta con scafo in legno) da 142,87 tsl e 116,41 tsn, lungo 28,87 m, largo 7,10 e con pescaggio di 2,93 m. Appartenente all’armatore Marongiu & C. di Carloforte, matricola 220 al Compartimento Marittimo di Cagliari, segnale distintivo ILFG (in precedenza NHVA).

Breve e parziale cronologia.

1922-1923
Costruito nei cantieri Francesco Serra di Cervo S. Bartolomeo (Imperia) come veliero “puro” (senza motore), per l’armatore Emilio Parodo di Livorno, che ne è anche il comandante. Attivo nel Mediterraneo.
Successivamente motorizzato con un motore Klimax Motoren und Schiffswerft A. G. di Linz da 330 CV e venduto all’armatore Augusto Marongiu fu Nicola, di Carloforte.
8 gennaio 1941
Requisito dalla Regia Marina ed iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello stato con caratteristica V 121, quale vedetta foranea.

Nessun equivoco

Alle 23.05 del 12 giugno 1941 (ora di bordo) il sommergibile olandese O 24, al comando del capitano di corvetta Otto de Booy, aveva già affondato da qualche ora il piroscafo Fianona quando avvistò nel punto 43°45’ N e 09°20’ E un mercantile che procedeva lentamente verso sud: il Carloforte. Il sommergibile lanciò un primo siluro, che però passò sotto lo scafo del bersaglio, senza esplodere; in breve le distanze si ridussero abbastanza da permettere a de Booy di riconoscere la nave come un motoveliero, del quale sovrastimò la stazza in 500 tsl.
L’O 24 segnalò al Carloforte di fermarsi subito, ordinando all’equipaggio del motoveliero di abbandonare la nave ed affondarla, e poi sottolineando l’ordine con una raffica di mitragliatrice. Era l’1.09 secondo l’orario italiano.
A bordo del Carloforte, però, si pensò probabilmente di essersi imbattuti in un sommergibile italiano e che fosse in corso un equivoco, perciò l’equipaggio non eseguì gli ordini dell’O 24, bensì iniziò a segnalare ‘verde’, ‘bianco’ e ‘rosso’, i colori della bandiera italiana, per far capire al battello “amico” di essere anch’esso una nave italiana. (Questo secondo il giornale di bordo dell’O 24; “Navi mercantili perdute” parla invece di un breve serrato combattimento, durante il quale il Carloforte venne colpito in più parti prima di essere speronato ed affondato.) Ma proprio perché non vi era alcun equivoco, ed il Carloforte era italiano, l’O 24 aprì di nuovo il fuoco con la mitragliera, sparando diverse raffiche contro la linea di galleggiamento del motoveliero. A questo punto l’equipaggio iniziò ad abbandonare la nave, poi il sommergibile speronò più volte il Carloforte, mettendone fuori uso il motore, dopo di che la piccola nave affondò in breve a 36 miglia per 294° (a nordovest) della Gorgona. Era l’1.27, ora italiana.
Non vi furono vittime; tutti i 14 uomini che componevano l’equipaggio del motoveliero, tra cui due feriti gravi, raggiunsero la costa su una scialuppa.


L’affondamento del Carloforte nel giornale di bordo dell’O 24 (da Uboat.net):

“2305 hours – In position 43°45'N 09°20'E encountered a Southbound merchant vessel steaming at slow speed. Fired one torpedo but it most likely passed underneath the target.
The vessel was soon seen to be a motor schooner of about 500 tons. She was warned to stop at once by signal. Then to sink their ship and to abandon it. A burst of machine gun fire followed but the Italians did not start to comply, they started to signal 'green', 'white' and 'red', the colours of the Italian flag. And just because they were Italians more burst of machine gun fire, now in the schooners waterline, followed. They now started to abandon ship. O 24 now rammed the schooner several times and this put the engine out of order and the schooner sank soon afterwards.”




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