La
nave quando portava il nome di Nieuwe
Maas (R. Zwama/Shiplovers via Jean-Pierre Misson)
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Motoveliero da carico (nave goletta) da 279,26 tsl e 215 tsn,
lungo 39,87 m fuori tutto (36,50 tra le perpendicolari), largo 7,54 e pescante
3,16; velocità 8 nodi. Appartenente all’armatore savonese Carlo Landi (o Angelo
Aloisi) ed iscritto con matricola 132 al Compartimento Marittimo di Savona.
Breve e
parziale cronologia.
14 maggio
1918
Varato nel cantiere N.V. Boele's Scheepswerven &
Machinefabriek di Bolnes (Paesi Bassi) come olandese Nieuwe Maas (numero di cantiere 117).
8
febbraio 1919
Completato come Nieuwe
Maas per la Maatschappij Motorschoener 'Nieuwe Maas' di Rotterdam (in
gestione a Peulen & Klip di Rotterdam); porto di registrazione Rotterdam,
nominativo di chiamata PMTC. Caratteristiche originali 289 tsl, 211 tsn, 430
tpl.
24 luglio
1925
Acquistato dall’armatore olandese Pieter Buisman di Groningen,
cambia porto di registrazione (Groningen) e nominativo di chiamata (QDCF);
ribattezzato Zeemeeuw.
8 marzo
1927
Acquistato dall’armatore londinese G. L. Sinmer; ribattezzato Renmis (cioè il cognome, al contrario,
di Sinmer) e registrato a Londra.
Ottobre
1933
Acquistato dall’armatore fiumano Giovanni Valdini,
ribattezzato Eneo e registrato a
Fiume.
Agosto
1934
Acquistato dall’armatore savonese Agostino Galleano,
ribattezzato Vanna Galleano e registrato a Savona.
Aprile
1935
Acquistato dall’armatore savonese Carlo Landi fu Antonio e
ribattezzato Vanna.
28
gennaio 1941
Requisito a Cagliari dalla Regia Marina (dalle ore 16) ed
iscritto con sigla V 162 nel ruolo
del naviglio ausiliario dello Stato, indi impiegato come vedetta foranea ma
anche per trasporto costiero di carburante e munizioni, come molti motovelieri.
L’affondamento
Il 17 aprile 1941 il Vanna
era in navigazione da Bengasi a Derna con un carico di bombe, munizioni e benzina
in latte destinato a Derna, quando alle 16.24, al largo di Apollonia, venne
avvistato dal sommergibile britannico Truant,
al comando del capitano di corvetta Hugh Alfred Vernon Haggard. Alle 16.40 il Truant emerse, ed aprì il fuoco contro
il motoveliero con il suo cannone da 100 mm. Quindici minuti di
cannoneggiamento bastarono a ridurre il Vanna
ad un relitto in fiamme; alle 16.55 il sommergibile britannico cessò il fuoco,
e cinque minuti dopo il Vanna saltò
in aria nel punto 32°58’ N e 21°58’ E, a soli 300 metri da Apollonia. Tutti e
sei gli uomini dell’equipaggio poterono mettersi in salvo.
L’esplosione
del Vanna, vista da bordo del Truant (dal libro “Discharged Dead” di
Sidney Hart, reduce del Truant)
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Il relitto del Vanna,
la cui storia e posizione (32° 54' 32" N e 21° 58' 38" E) era nota
agli anziani di Marsa Susa/Apollonia vissuti durante la guerra, è stato
esplorato tra il 1962 ed il 1967 (e poi, molti anni dopo, di nuovo nel 2012)
dal subacqueo belga Jean-Pierre Misson (il quale lo ha individuato grazie
all’indicazione di un amico libico di Apollonia), che ne ha recuperato la
campana e la parte centrale del timone, in bronzo (essendo i raggi in legno già
stati in larga parte mangiati dai vermi marini). Rimane del Vanna la parte prodiera dello scafo,
adagiata sul fondale in posizione diritta, a circa 20-25 metri di profondità.
La
campana del motoveliero dopo il recupero (g.c. Jean-Pierre Misson)
L’affondamento del Vanna
nel giornale di bordo del Truant (da
Uboat.net):
“1624 hours - Sighted a heavily laden barque approaching from
the West.
1640 hours - Surfaced and opened fire with the 4" gun.
1655 hours - The target was now well ablaze, broke off the
attack.
1700 hours - The target blew up and sank.
1705 hours - Dived in position 32°58'N, 21°58'E.”
Si
ringrazia Jean-Pierre Misson.
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