sabato 23 maggio 2015

V 162 Vanna



La nave quando portava il nome di Nieuwe Maas (R. Zwama/Shiplovers via Jean-Pierre Misson)


Motoveliero da carico (nave goletta) da 279,26 tsl e 215 tsn, lungo 39,87 m fuori tutto (36,50 tra le perpendicolari), largo 7,54 e pescante 3,16; velocità 8 nodi. Appartenente all’armatore savonese Carlo Landi (o Angelo Aloisi) ed iscritto con matricola 132 al Compartimento Marittimo di Savona.

Breve e parziale cronologia.

14 maggio 1918
Varato nel cantiere N.V. Boele's Scheepswerven & Machinefabriek di Bolnes (Paesi Bassi) come olandese Nieuwe Maas (numero di cantiere 117).
8 febbraio 1919
Completato come Nieuwe Maas per la Maatschappij Motorschoener 'Nieuwe Maas' di Rotterdam (in gestione a Peulen & Klip di Rotterdam); porto di registrazione Rotterdam, nominativo di chiamata PMTC. Caratteristiche originali 289 tsl, 211 tsn, 430 tpl.
24 luglio 1925
Acquistato dall’armatore olandese Pieter Buisman di Groningen, cambia porto di registrazione (Groningen) e nominativo di chiamata (QDCF); ribattezzato Zeemeeuw.
8 marzo 1927
Acquistato dall’armatore londinese G. L. Sinmer; ribattezzato Renmis (cioè il cognome, al contrario, di Sinmer) e registrato a Londra.
Ottobre 1933
Acquistato dall’armatore fiumano Giovanni Valdini, ribattezzato Eneo e registrato a Fiume.
Agosto 1934
Acquistato dall’armatore savonese Agostino Galleano, ribattezzato Vanna Galleano e registrato a Savona.
Aprile 1935
Acquistato dall’armatore savonese Carlo Landi fu Antonio e ribattezzato Vanna.
28 gennaio 1941
Requisito a Cagliari dalla Regia Marina (dalle ore 16) ed iscritto con sigla V 162 nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato, indi impiegato come vedetta foranea ma anche per trasporto costiero di carburante e munizioni, come molti motovelieri.

L’affondamento

Il 17 aprile 1941 il Vanna era in navigazione da Bengasi a Derna con un carico di bombe, munizioni e benzina in latte destinato a Derna, quando alle 16.24, al largo di Apollonia, venne avvistato dal sommergibile britannico Truant, al comando del capitano di corvetta Hugh Alfred Vernon Haggard. Alle 16.40 il Truant emerse, ed aprì il fuoco contro il motoveliero con il suo cannone da 100 mm. Quindici minuti di cannoneggiamento bastarono a ridurre il Vanna ad un relitto in fiamme; alle 16.55 il sommergibile britannico cessò il fuoco, e cinque minuti dopo il Vanna saltò in aria nel punto 32°58’ N e 21°58’ E, a soli 300 metri da Apollonia. Tutti e sei gli uomini dell’equipaggio poterono mettersi in salvo.
 
L’esplosione del Vanna, vista da bordo del Truant (dal libro “Discharged Dead” di Sidney Hart, reduce del Truant)

Il relitto del Vanna, la cui storia e posizione (32° 54' 32" N e 21° 58' 38" E) era nota agli anziani di Marsa Susa/Apollonia vissuti durante la guerra, è stato esplorato tra il 1962 ed il 1967 (e poi, molti anni dopo, di nuovo nel 2012) dal subacqueo belga Jean-Pierre Misson (il quale lo ha individuato grazie all’indicazione di un amico libico di Apollonia), che ne ha recuperato la campana e la parte centrale del timone, in bronzo (essendo i raggi in legno già stati in larga parte mangiati dai vermi marini). Rimane del Vanna la parte prodiera dello scafo, adagiata sul fondale in posizione diritta, a circa 20-25 metri di profondità.



La campana del motoveliero dopo il recupero (g.c. Jean-Pierre Misson)


L’affondamento del Vanna nel giornale di bordo del Truant (da Uboat.net):

“1624 hours - Sighted a heavily laden barque approaching from the West.
1640 hours - Surfaced and opened fire with the 4" gun.
1655 hours - The target was now well ablaze, broke off the attack.
1700 hours - The target blew up and sank.
1705 hours - Dived in position 32°58'N, 21°58'E.”
 
Il Vanna (g.c. Mauro Millefiorini)

Si ringrazia Jean-Pierre Misson.


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