martedì 24 giugno 2014

Generale Antonio Cantore


La Generale Antonio Cantore (g.c. Giacomo Toccafondi via miles.forumcommunity.net)

Torpediniera, già cacciatorpediniere, capoclasse della classe Generali (dislocamento standard 730 tonnellate, in carico normale 832, a pieno carico 870 o 890). Dopo intensa attività nel periodo interbellico, con numerose crociere, venne impiegata in guerra in missioni di scorta in Albania, Grecia ed infine Libia. Svolse in tutto ben 210 missioni di guerra, la metà delle quali di scorta, percorrendo 49.000 miglia nautiche.

Breve e parziale cronologia.

11 novembre 1919
Impostazione nei cantieri Odero di Sestri Ponente.
23 aprile 1921
Varo nei cantieri Odero di Sestri Ponente.
1° luglio 1921
Entrata in servizio, come cacciatorpediniere. È la prima unità della classe Generali ad entrare in servizio (per questo la classe verrà anche detta classe Cantore).
Luglio 1921-Aprile 1923
Svolge sporadica attività addestrativa in Mar Tirreno, per conto del Dipartimento Militare Marittimo di La Spezia.
4 giugno 1922
Riceve a Genova la bandiera di combattimento, donata dall’Associazione Nazionale Alpini.
Aprile 1923
Assegnato alla II Squadriglia Cacciatorpediniere (altra fonte: II Gruppo Cacciatorpediniere della Forza Navale del Mediterraneo), inizia ad operare in attività di squadra con le forze navali, compiendo tra l’altro una crociera a Tripoli ed in Cirenaica.
20 agosto 1923
In piena crisi di Corfù tra Italia e Grecia, parte da Taranto insieme ad altri cinque cacciatorpediniere (i gemelli Generale Antonio Chinotto, Generale Marcello Prestinari e Generale Achille Papa, nonché il Giuseppe Sirtori ed il Giuseppe La Masa), alle corazzate Duilio ed Andrea Doria, all’esploratore Augusto Riboty, ad un dragamine ed a due navi ausiliarie, con le quali giunge a Portolago (Lero) per difendere il Dodecaneso da possibili azioni ostili della Grecia.
Durante la crisi di Corfù il Cantore effettuerà alcune missioni in acque greche.
1924
Destinato al collegamento con Tobruk.
 
Il cacciatorpediniere Cantore nella sua configurazione originaria, nella prima metà degli anni ’20 (foto Maurizio Brescia via www.betasom.it)

1925
Insieme alla IX Squadriglia Cacciatorpediniere effettua una crociera con tappa nelle isole principali del Dodecaneso, a Giaffa, Alessandria d’Egitto e Tobruk, per poi concluderla a Taranto nel gennaio 1926.
Fine 1926
Dislocato a Tripoli come stazionario.
Gennaio 1927
Lascia Tripoli e torna in Italia, assegnato alla II Squadriglia Cacciatorpediniere (I Squadra Navale).
Estate 1927
Dislocato a Tripoli, dove resterà fino al marzo 1928.
Marzo 1928
Assegnato alla VI Squadriglia Cacciatorpediniere (II Squadra Navale).
Estate 1928
Effettua una crociera in acque greche con la II Squadra.
1929
Forma, insieme a Giuseppe La Masa, Generale Carlo Montanari, Generale Marcello Prestinari e Generale Achille Papa, la VI Squadriglia Cacciatorpediniere, che con la V Squadriglia di quattro unità ed all’esploratore Carlo Mirabello compone la 3a Flottiglia della II Divisione Siluranti (2a Squadra Navale, di base a Taranto).
Gennaio 1929-primavera 1930
Assegnato al IX Gruppo di Riserva, staziona in riserva a Taranto.
1° ottobre 1929
Declassato a torpediniera, per vetustà.
Primavera 1930
Dislocato a La Spezia quale riserva divisionale della I Squadra, poi assegnato alla III Squadriglia Torpediniere, e sovente impiegato per i corsi di tiro e di lancio degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno.
1931
Forma la IV Squadriglia Cacciatorpediniere (Divisione Speciale) insieme all’esploratore Aquila, al cacciatorpediniere Alessandro Poerio ed alle torpediniere Giacinto Carini e Giuseppe La Farina.
Presterà servizio in questo periodo, sulla Cantore, il marinaio silurista Pietro Venuti, futura MOVM per il suo eroico comportamento sul sommergibile Galvani in Mar Rosso, nel 1940.
Inizio 1936
Dislocata in Mar Rosso per alcuni mesi, in seno alla Divisione Navale in Africa Orientale.
Ottobre 1936
Torna a Taranto.
1936
Subisce lavori di modifica, imbarcando attrezzature per effettuare dragaggio di mine in corsa.

La Cantore in uscita dal Mar Piccolo di Taranto in un’immagine databile tra il 1932 ed il 1937, quando la nave fu aggregata alla Scuola Comando e l’albero venne accorciato per consentirle di attraversare il canale navigabile di Taranto senza aprire il ponte girevole (g.c. Marcello Risolo, via www.naviearmatori.net)

1937-1939
Staziona inutilizzata a Taranto ed a Messina, inquadrata nella III Squadriglia Torpediniere del Dipartimento Militare Marittimo di Taranto.
1939
Dislocata a Napoli, viene intensamente impiegata nei collegamenti con le isole dell’Arcipelago Campano.
Subisce inoltre sostanziali lavori di modifica dell’armamento: due dei pezzi singoli da 76/40 mm Mod. 1917 vengono sostituiti con due mitragliere binate Breda da 20/65 mm Mod. 1935 e 2 o 4 mitragliere singole da 8/80 mm.
28 giugno 1939
Porta a Ponza l’ex ministro della pubblica istruzione Pietro Fedele ed altri gerarchi, in visita alla locale miniera di bentonite.
10 giugno 1940
All’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale la Cantore fa parte, insieme alla gemella Prestinari, della III Squadriglia Torpediniere, di base a Napoli (alle dipendenze della Circoscrizione Basso Tirreno).
Inizialmente viene destinata a compiti di scorta nell’Adriatico meridionale.
21 ottobre 1940
Con la ricostituzione del Comando Superiore Traffico Albania (che era già esistito dal 5 settembre al 12 ottobre 1940, ma senza che la Cantore ne facesse parte), la Cantore viene assegnata ad esso (unitamente ai vecchi cacciatorpediniere Mirabello e Riboty, alle torpediniere Castelfidardo, Curtatone, Calatafimi, Monzambano, Confienza, Solferino, Prestinari, Nicola Fabrizi e Giacomo Medici, agli incrociatori ausiliari RAMB III, Capitano A. Cecchi, Lago Tana e Lago Zuai ed alla XIII Squadriglia MAS con i MAS 534, 535, 538 e 539) e dislocata a Brindisi per scortare i convogli in navigazione tra Italia ed Albania e svolgere inoltre mansioni di ricerca e caccia antisommergibile.
2 novembre 1940
Effettua la sua prima missione di scorta per Maritrafalba: salpa da Brindisi alle 00.50 insieme alla torpediniera Giacomo Medici, e scorta a Valona i piroscafi Italia, Capo Vado e Tirso, le motonavi Città di Savona, Città di Trapani, Città di Agrigento, Marin Sanudo e Città di Bastia e la cisterna-nave da sbarco Sesia. Tale convoglio trasporta complessivamente 4670 uomini, 240 quadrupedi, 100 automezzi, 48 motocicli, 4 autocarri, 3 carri armati, 16 carri armati leggeri, 11 carrette, 4 forni, 9 autocannoni e 2 autobarche: uomini e materiali della Divisione di fanteria «Bari», che era stata inizialmente assegnata allo sbarco a Corfù ma poi, quando l’operazione era stata dapprima rinviata e poi annullata, era stata dirottata in Albania come rinforzo delle truppe italiane già operanti contro la Grecia.
Il convoglio arriva a Valona alle 9 dello stesso 2 novembre.
4 novembre 1940
Parte da Brindisi alle 3.15 insieme all’incrociatore ausiliario Capitano A. Cecchi, di scorta alla motonave Piero Foscari ed al piroscafo Aventino, diretti a Valona con 972 uomini, 145 tonnellate di munizioni, quadrupedi, automezzi ed altri materiali. Il convoglio giunge a destinazione alle 9 del 4 novembre.
8 novembre 1940
Cantore, Medici ed una terza torpediniera, la Curtatone, lasciano Bari con il Capitano Cecchi per scortare i piroscafi Argentina, Italia e Firenze ed alla motonave Città di Marsala, che trasportano 3219 uomini e 287 tonnellate di rifornimenti. 

La Cantore nel 1940 (g.c. Maurizio Brescia via www.betasom.it)
 
9 novembre 1940
Il convoglio giunge a Durazzo alle 16.
10 novembre 1940
Cantore e Medici ripartono da Durazzo insieme ad Argentina, Italia, Firenze e Città di Marsala, di ritorno scarichi.
11 novembre 1940
Il convoglio arriva a Bari alle 8.10.
26 novembre 1940
Parte da Bari alle 18 di scorta al piroscafo Olimpia ed alla motonave Tergestea (che trasportano 327 autoveicoli).
27 novembre 1940
Il convoglio arriva a Durazzo alle 9.30. La Cantore riparte già alle 11, scortando le motonavi Verdi e Puccini (di ritorno vuote) a Bari, dove il convoglio arriverà alle 23.25 (o 00.25 del 28).
1° dicembre 1940
Parte da Durazzo alle 18 scortando i piroscafi scarichi Diana e Romagna.
2 dicembre 1940
Cantore, Diana e Romagna arrivano a Bari alle 19.
5 dicembre 1940
Lascia Brindisi alle 10.30 insieme al cacciatorpediniere Riboty, per scortare le motonavi postali Piero Foscari e Filippo Grimani, aventi a bordo 18 veicoli e 251 militari. Il convoglio raggiunta Durazzo e messo a terra il carico, riparte subito per tornare a Brindisi.
6 dicembre 1940
Cantore, Riboty, Foscari e Grimani arrivano a Brindisi alle 8.
Alle 19 dello stesso giorno la Cantore salpa da Bari insieme all’incrociatore ausiliario Egeo, per scortare a Valona il grande trasporto truppe Piemonte (che trasporta 3020 uomini, 158 quadrupedi e 319 tonnellate di rifornimenti).
7 dicembre 1940
Il convoglio arriva a Valona alle 7.
12 dicembre 1940
Parte da Valona alle 7 per scortare a Brindisi, dove arriveranno alle 18.40, le motonavi Città di Agrigento, Città di Savona e Viminale, che rientrano vuote.
22 dicembre 1940
Alle 8 la Cantore e l’incrociatore ausiliario Brindisi salpano da Brindisi per scortare a Valona il trasporto truppe Sardegna, che ha a bordo 2592 uomini e 203 tonnellate di artiglieria ed altri materiali: si tratta del primo scaglione della Divisione di fanteria «Cuneo». Il convoglio arriva a Valona alle 16.
24-25 dicembre 1940
Parte da Valona nella notte, unitamente ad un rimorchiatore e tre motovelieri, a seguito di un ordine del Comando Marina di Valona, per prendere parte ai soccorsi al trasporto truppe Firenze, silurato il 24 dicembre dal sommergibile greco Papanikolis sulla rotta Bari-Valona. Comunque, 903 dei 996 uomini imbarcati sul piroscafo (cioè tutti i sopravvissuti) verranno tratti in salvo dalle unità della scorta, mentre il Firenze, non essendo possibile prenderlo a rimorchio, verrà abbandonato alla deriva, per poi affondare.
26 dicembre 1940
Parte da Valona alle 13, scortando a Durazzo, dove arrivano alle 16, le motonavi scariche Città di Trapani, Città di Agrigento e Viminale.
5 gennaio 1941
Salpa da Brindisi alle 00.10 insieme ai cacciatorpediniere Fulmine e Giosuè Carducci ed al Capitano Cecchi, scortando le motonavi Verdi, Città di Agrigento e Città di Marsala, con a bordo complessivamente 2024 militari e 328 tonnellate di rifornimenti. Il convoglio arriva a Valona alle 8.
Alle 13 dello stesso giorno la Cantore riparte da Valona di scorta a due mercantili scarichi (piroscafo Monrosa e motonave Città di Trapani), con i quali arriva a Brindisi alle 22.40.
8 gennaio 1941
Parte da Brindisi alle 2.45 di scorta alla Città di Trapani ed al piroscafo Silvano, che trasportano 733 uomini, 620 quadrupedi, 11 automezzi e 139,5 tonnellate di rifornimenti tra cui vettovaglie, foraggio e vestiario. Il convoglio arriva a Valona alle 13.
9 gennaio 1941
Lascia Valona alle 7 scortando la Verdi ed i piroscafi Argentina e Titania (tutti scarichi), giungendo a Brindisi alle 13.55. Prosegue poi insieme alla Verdi sino a Bari.
11 gennaio 1941
Alle 22 parte da Bari diretta a Durazzo, di scorta ai piroscafi Zena e Sant’Agata, che trasportano 154 uomini, 1340 quadrupedi e 55,5 tonnellate di rifornimenti.
12 gennaio 1941
Il convoglio arriva a Durazzo alle 12.30.
13 gennaio 1941
Riparte da Durazzo a mezzogiorno, di scorta alle motonavi Verdi e Donizetti che tornano vuote a Bari.
14 gennaio 1941
Cantore, Verdi e Donizetti arrivano a Bari alle due di notte.
8 febbraio 1941
Salpa da Napoli alle 9.30 diretta a Tripoli, di scorta, unitamente al cacciatorpediniere Turbine ed alle torpediniere Orsa e Giuseppe Missori, ai mercantili tedeschi Ankara, Arcturus ed Alicante: si tratta del primo convoglio che porta in Africa gli uomini dell’Afrika Korps. L’operazione è protetta dagli aerei del X Fliegerkorps tedesco, che la notte precedente ha anche provveduto a bombardare intensamente Malta per impedire eventuali attacchi da parte delle forze aeronavali di base nell’isola.
Dall’8 al 10 febbraio, essendo in mare la Forza H britannica, il convoglio deve sostare forzatamente a Palermo.
11 febbraio 1941
Alle 16.50 il sommergibile britannico Unique attacca infruttuosamente il convoglio al largo di Tripoli, mancando l’Ankara. Successivamente l’Unique effettua un nuovo attacco, anch’esso senza risultato, ed il convoglio arriva a Tripoli alle 15 dello stesso 11 gennaio.
14 febbraio 1941
Il convoglio, di ritorno dalla Libia, viene infruttuosamente attaccato da aerei britannici decollati da Malta.
Primavera 1941
A seguito dell’occupazione della Jugoslavia da parte delle forze dell’Asse, la Cantore partecipa all’occupazione di diverse isole dalmate, e successivamente anche ad azioni a contrasto della guerriglia partigiana, attaccando gruppi di partigiani jugoslavi ed i loro rifugi.
In seguito la Cantore viene assegnata a compiti di scorta convogli sia in Grecia che in Libia, scortando sia convogli costieri che quelli in navigazione tra Italia e Nordafrica.

La Cantore ormeggiata nel Golfo di Cattaro nel 1941 (Bundesarchiv, via it.wikipedia.org)
 
11 settembre 1941
Lascia Patrasso scortando il piroscafo Alfredo Oriani, facendo scalo a Brindisi e poi ripartendo per Bengasi. Alle 13.15, però, l’Oriani viene immobilizzato da un attacco di bombardieri Bristol Blenheim nel punto 35°05’ N e 20°16’ E: dopo due giorni di agonia, il piroscafo affonderà alle 17.55 del 13 settembre in posizione 35°05' N e 26°30' E.
18 settembre 1941
Scorta da Patrasso a Brindisi il trasporto truppe Donizetti e la cisterna militare Urano.
13 dicembre 1941
La Cantore e la torpediniera Calliope vengono incaricate di recarsi incontro agli incrociatori leggeri Alberico Da Barbiano ed Alberto Di Giussano, di cui è previsto l’arrivo a Tripoli con un urgente carico di carburante. Le due torpediniere devono incontrare gli incrociatori (che costituiscono la IV Divisione Navale) al largo delle isole Kerkennah, per poi scortarli a Tripoli, dove dovrebbero arrivare alle 13. Entrambi gli incrociatori, però, verranno affondati nella notte dai cacciatorpediniere Sikh, Legion, Maori ed Isaac Sweers, nello scontro di Capo Bon: non arriveranno mai alle Kerkennah.
12 gennaio 1942
Parte da Messina per scortare a Tripoli un mercantile, insieme ai cacciatorpediniere Nicoloso Da Recco ed Antoniotto Usodimare.
27 febbraio 1942
La Cantore, la torpediniera Clio e la nave soccorso Laurana vengono inviati in soccorso ai naufraghi del piroscafo Tembien, affondato dal sommergibile britannico Upholder nel punto 32°55’ N e 12°42’ E, circa 25 miglia ad ovest di Tripoli: su 654 uomini imbarcati sul piroscafo (militari italiani e tedeschi e 498 prigionieri britannici), solo 157 vengono tratti in salvo.
14 marzo 1942
Alle 12.23 la Cantore sta scortando il piroscafo tedesco Trapani da Tripoli a Trapani, quando, nel punto 35°29’ N e 12°15’ E (al largo di Lampedusa), il sommergibile britannico Una attacca il mercantile lanciando tre siluri da 4600-5500 metri. Il Trapani avvista le scie (crede anzi di vederne quattro, mentre i siluri sono solo tre) ed evita le armi con la manovra, mentre un bombardiere Savoia Marchetti S.M. 79 lancia un fumogeno galleggiante verde sul punto in cui ha visto il sommergibile, per segnalarlo alla Cantore. La torpediniera accorre e lancia dieci bombe di profondità, le prime due regolate per esplodere a 25 metri e le altre a 50.
A scopo precauzionale, il Trapani viene temporaneamente dirottato su Pantelleria prima di riprendere la navigazione.
21 giugno 1942
La Cantore ed un’altra torpediniera, la Circe, vengono inviate da Tripoli ad assistere il mercantile tedesco Reichenfels, colpito da aerosiluranti britannici, ma prima del loro arrivo la nave affonda e tutti gli uomini del Reichenfels vengono recuperati dal cacciatorpediniere Nicoloso Da Recco, che ne costituiva la scorta. Le unità scortano poi a Tripoli l’altra motonave del convoglio, la Rosolino Pilo, rimasta indenne, giungendo in porto in serata.
 
La foto ufficiale dell’unità (da www.warshipww2.eu)

L’affondamento

Alle 13.30 del 21 agosto 1942 la Cantore, al comando del tenente di vascello Bruno Veick, lasciò Bengasi di scorta al piroscafo Petrarca, diretto a Tobruk.
All’insaputa dei comandi italiani, tuttavia, dato che dopo la riconquista di Tobruk da parte dell’Asse si era sviluppato un intenso traffico navale ad est di Derna, i comandi britannici avevano deciso di minare quelle acque: ed il 12 agosto il sommergibile posamine Porpoise aveva perciò posato 46 mine Type XVI a nordovest di Ras el Tin, nel Golfo di Sollum. Proprio su queste mine sarebbe finito il convoglio della Cantore.
Prima della partenza, si era valutato che il convoglio avrebbe potuto mantenere una velocità di dieci nodi, e gli orari della navigazione erano stati decisi di conseguenza, per far arrivare le due navi a Tobruk il 22 prima di notte.
All’alba del 22 agosto, però, il comandante Veick dovette constatare che il Petrarca non riusciva a superare i nove nodi di velocità: il convoglio era in ritardo. Per questo Veick decise di deviare dalle rotte stabilite dall’ordine di operazione per portarsi invece sulle abituali rotte costiere, in modo da ridurre la lunghezza del percorso. Una decisione che si sarebbe rivelata fatale per la torpediniera.
La Cantore più volte comunicò via radio tale decisione al Comando Militare Marittimo della Libia, che aveva allora sede a Derna, ma non vi fu nessuna risposta. Alle 5.50 le due navi vennero raggiunte dalla scorta aerea, che rimase poi sul loro cielo per tutto il mattino. Alle 8.10 del 22 agosto il convoglio si trovava al traverso di Derna, a cinque o sei miglia dalla costa, e la navigazione procedeva senza intoppi, sotto l’ombrello protettivo degli aerei di scorta. Al Petrarca era stato ordinato di assumere rotta 115°, il che lo aveva posto con il mare al giardinetto e gli aveva consentito di guadagnare alcuni decimi di nodo, in modo che il convoglio giungesse a Tobruk entro le 18, od al massimo le 19, del 22 agosto. Giunta al traverso di Derna, la Cantore ordinò al Petrarca di portarsi ancora più vicino alla costa e di assumere rotta 120°, per passare ad un miglio da Ras el Tin.
Alle 9.45, pensando che nelle acque di Ras el Tin potessero trovarsi sommergibili nemici, il comandante Veick decise di lanciare alcune bombe di profondità a scopo intimidatorio, perciò la torpediniera aumentò la velocità a 17 nodi, continuando a zigzagare, e lanciò due cariche da 30 kg, la prima alle 9.50 e la seconda alle 10.00.
Poco dopo, però – erano le 10.03 –, mentre la Cantore si trovava in posizione di scorta a sinistra del Petrarca, venne avvistata da bordo una mina, sulla sinistra, a soli 150 metri: alle 10.04 la Cantore aprì il fuoco contro l’ordigno, nel tentativo di farlo esplodere, ed alzò il segnale “torpedine a sinistra” per avvertire il piroscafo del pericolo. Alle 10.04,5 l’ufficiale di rotta avvistò altri oggetti scuri sospetti, ad una cinquantina di metri dalla prua, sulla sinistra: al comandante Veick apparve evidente che la sua nave era finita su un campo minato. Questi ordinò perciò “tutto a dritta, ferma le macchine”, ma l’equipaggio aveva appena finito di eseguire gli ordini, che la Cantore urtò una mina a centro nave, a sinistra. La terribile esplosione spezzò in due la torpediniera, che iniziò subito a sbandare sulla sinistra e ad affondare. Il comandante Veick, gli ufficiali e gli altri uomini presenti in plancia lasciarono il ponte di comando, e Veick ordinò di mettere a mare le zattere di salvataggio: il comandante in seconda corse alle due zattere basse sul lato dritto, che riuscì a liberare azionando i ganci a scocco, assistito dal comandante stesso, mentre l’ufficiale di rotta liberò uno zatterino che si trovava a prua, sulla sinistra del ponte di comando. Le zattere erano appena entrate in mare, quando la Cantore, che continuava a sbandare a sinistra, s’inabissò a sette miglia da Ras el Tin (5 miglia a nordovest di Tobruk): era passato appena un minuto dall’esplosione della mina.
Il comandante Veick fu risucchiato dal gorgo generato dalla nave in affondamento, e sott’acqua s’impigliò dapprima sotto delle draglie e poi sotto una manica a vento, ma alla fine riuscì a liberarsi ed a raggiungere la superficie, emergendo a cinque metri dal comandante in seconda e da un gruppo di altri superstiti. Il comandante in seconda si profuse di sforzi nell’incoraggiare i naufraghi, fare avvicinare le zattere per imbarcarvi i feriti e tenere riuniti gli uomini.
Dopo un paio d’ore arrivarono da Derna i MAS 534, 558 e 561, che recuperarono i superstiti: nonostante la rapidità dell’affondamento, furono salvati 96 dei 119 uomini che componevano l’equipaggio della Cantore. Il MAS 558 recuperò 43 sopravvissuti, il MAS 534 ripescò 33 superstiti ed anche l’unico cadavere che fu trovato, mentre il MAS 561 salvò altri venti uomini.
Mancarono all’appello 23 uomini: tredici di questi facevano parte del personale di macchina.
Il comandante Veick, dopo il salvataggio, fu destinato al comando della cannoniera Palmaiola. Per lui la morte era solo rimandata: l’avrebbe infine trovata nell’affondamento della piccola cannoniera, distrutta da bombe d’aereo a Siracusa il 27 febbraio 1943.


I morti della Cantore:

Giuseppe Basilico, marinaio fuochista, disperso
Giuseppe Botto, marinaio fuochista, disperso
Angelo Codoni, sottocapo fuochista, disperso
Attilio Craveri, marinaio furiere, deceduto
Antonio De Luca, marinaio, disperso
Carlo Dellera, marinaio fuochista, deceduto
Angelo Disellini, marinaio cannoniere, disperso
Brunero Duchini, sottocapo silurista, disperso
Domenico Eusebio, sottocapo fuochista, disperso
Domenico Fontana, sottocapo meccanico, disperso
Giuseppe Francescone, sottocapo meccanico, disperso
Carlo Gallorini, sottocapo meccanico, disperso
Pietro Gozzini, sottocapo elettricista, disperso
Augusto Granella, marinaio fuochista, disperso
Giuseppe Lettore, marinaio fuochista, disperso
Gino Macherelli, secondo capo cannoniere, disperso
Luigi Maddau, marinaio, disperso
Amos Manfredi, marinaio cannoniere, disperso
Antonio Marotta, marinaio fuochista, disperso
Alberto Medici, capo meccanico di terza classe, deceduto il 25.8.1942
Raffaele Narducci, marinaio nocchiere, disperso
Felice Restelli, marinaio fuochista, disperso
Luigi Seccamani, sottocapo radiotelegrafista, disperso
Luciano Tonon, marinaio fuochista, disperso


La Cantore transita nel canale navigabile di Taranto il 2 gennaio 1926 (g.c. Agenzia Bozzo)


La Generale Antonio Cantore su Miles

1 commento:

  1. Uno dei dispersi era il fratello di mio padre... grazie per l'articolo

    RispondiElimina