sabato 14 luglio 2018

Domenico Millelire

Il Millelire a Boston, il 1° maggio 1933; sullo sfondo le cannoniere Biglieri e Matteucci (Coll. Leslie Jones/Boston Public Library)

Sommergibile oceanico della classe Balilla (dislocamento di 1427 tonnellate in superficie e 1874 in immersione).
Nel secondo conflitto mondiale effettuò complessivamente 11 missioni di guerra (4 offensive e 7 di trasferimento), percorrendo in tutto 5121 miglia in superficie e 927 in immersione, e trascorrendo 57 giorni in mare.

Breve e parziale cronologia.

19 gennaio 1925
Impostazione nei cantieri Odero Terni Orlando del Muggiano (La Spezia).
19 settembre 1927
Varo nei cantieri Odero Terni Orlando del Muggiano (La Spezia). Madrina è Anita Susini-Millelire, pronipote di Domenico Millelire.
Durante le prove di collaudo il Millelire s’immerge fino ad una profondità di 122 metri, dodici in più della quota massima prevista dal progetto.



Sopra: il Millelire, forse appena varato, ed il gemello Humaytà, costruito per il Brasile, ormeggiati nei cantieri OTO del Muggiano nel 1927 (g.c. Marcello Risolo via www.naviearmatori.net); sotto, Millelire, Balilla e Humaytà in allestimento al Muggiano (da www.italie1935-45.com)


21 agosto 1928
Entrata in servizio.
Con i gemelli BalillaEnrico Toti ed Antonio Sciesa va a formare la I Squadriglia Sommergibili (detta "di grande crociera" perché composta da sommergibili oceanici con grande autonomia), di base a La Spezia.



Due foto del Millelire nel 1928 (sopra: Coll. Alessandro Burla via www.associazione-venus.it; sotto: Coll. Giuseppe Celeste via www.associazione-venus.it)


20 settembre 1928
Alle 10.40 il Millelire (capitano di corvetta Carlo Savio) riceve con una cerimonia solenne a La Maddalena, paese natale del patriota eponimo, la bandiera di combattimento, offerta dalla cittadinanza di La Maddalena. La bandiera viene consegnata da un comitato cittadino presieduto dal capitano di corvetta a riposo Paolino Spano, un anziano veterano della Regia Marina Sarda. Il sommergibile è ormeggiato per l’occasione ad est del moletto di Punta Nera, tra tale molo e la batteria galleggiante Faà di Bruno; presenziano alla cerimonia due pronipoti di Domenico Millelire, Anita Susini-Millelire e Francesco Romeo, nonché il comandante militare marittimo della Sardegna, contrammiraglio Fermo Spano, altri alti ufficiali della piazzaforte della Maddalena, le autorità civili locali, alcune rappresentanze di Comuni vicini, associazioni locali e numerosi maddalenini.
Il Millelire impavesato a La Maddalena il 20 settembre 1928 per la cerimonia della consegna della bandiera di combattimento (da www.betasom.it)

La bandiera di combattimento viene benedetta dal parroco della Maddalena, Antonio Vico, e poi consegnata al comandante Savio da Anita Susini-Millelire. Per l’occasione viene portato a bordo del Millelire anche lo stendardo che aveva sventolato sul forte di Sant’Andrea nel lontano 1793, durante la vittoriosa battaglia combattuta tra il presidio sardo guidato da Domenico Millelire e gli attaccanti francesi che comprendevano un giovane Napoleone.
Terminata la cerimonia, viene offerto a bordo un rinfresco alle autorità, e viene concessa al pubblico la visita del sommergibile, con afflusso continuo di visitatori per tutta la giornata. In serata gli ufficiali del Millelire vengono invitati ad una festa danzante tenuta nel Municipio di La Maddalena. In precedenza, il comandante Savio ha fatto deporre sulla tomba dell’eroe eponimo del sommergibile, nel cimitero della Maddalena, una corona di bronzo realizzata dall’Arsenale di La Spezia (che vi si trova tutt’ora), con la dedica "Il sommergibile Domenico Millelire all’Eroe di cui porta il nome – Settembre 1928".


Un’altra immagine del Millelire nel 1928 (Navypedia)

Marzo 1929
I quattro sommergibili della classe Balilla effettuano una crociera fino a Lisbona. Il Millelire è il primo sommergibile italiano ad effettuare una crociera in Atlantico (eccettuati quelli costruiti in Canada durante la prima guerra mondiale, che attraversarono l’oceano per il viaggio di consegna).(Per altra fonte il Millelire, al comando del capitano di corvetta Pietro Parenti, avrebbe compiuto la crociera insieme al più piccolo sommergibile Goffredo Mameli, al comando del capitano di corvetta Valerio Della Campana).


Sopra, l’equipaggio del Millelire nel 1929, al comando del capitano di corvetta Pietro Parenti, e sotto, nel 1930, al comando del capitano di corvetta Carlo Margottini (g.c. Giovanni Pinna)


1930
Millelire e Toti si recano nuovamente a Lisbona. Il 15 luglio 1930 gli equipaggi dei due sommergibili vengono invitati ad un ricevimento nella sede del fascio italiano di Lisbona.
In questo periodo è comandante del Millelire il capitano di corvetta Carlo Margottini.


Il Millelire nel 1933 (da “The Air and Sea”, Vol. 2, via Wikimedia Commons)

Marzo-Ottobre 1933
Insieme al Balilla (capitano di fregata Valerio Della Campana, comandante del gruppo di appoggio) ed alle cannoniere Giuseppe Biglieri e Pellegrino Matteucci, il Millelire (capitano di corvetta Franco Zannoni) viene impiegato in Atlantico settentrionale in appoggio alla Crociera aerea del Decennale (o Crociera Aerea Nord-Atlantica; Orbetello-Chicago-New York-Roma, 1° luglio-2 agosto 1933) di Italo Balbo.
Il Millelire funge da radiofaro, stazione radiogoniometrica e centro di comunicazione, effettua osservazioni meteorologiche e comunica le condizioni meteo agli aerei di Balbo, attraversando tutto l’Atlantico ed arrivando negli Stati Uniti. Oltre a questi servizi, la presenza delle unità di appoggio è importante anche per l’eventualità di incidenti od emergenze, che fortunatamente non avranno a verificarsi.
Dato che la missione deve svolgersi in acque burrascose, nebbiose e disseminate di blocchi di ghiaccio alla deriva, lo Stato Maggiore della Marina ha ritenuto inadatti a tale compito gli incrociatori leggeri ed i cacciatorpediniere, troppo “delicati” e con autonomia relativamente ridotta; si sono invece scelti i due sommergibili della classe Balilla in ragione della loro grande autonomia, della loro robustezza e delle loro qualità marine. L’impiego dei due battelli nel Nord Atlantico è anche visto dai vertici della Marina come un’ottima occasione per verificare il comportamento dei sommergibili e degli equipaggi in condizioni meteomarine estreme, e fare così esperienze che potranno tornare utili in caso di impiego bellico.
Gli aerei di Balbo (25 idrovolanti Savoia Marchetti S. 55), decollati da Orbetello, fanno tappa ad Amsterdam, Londonderry e Reykjavik (così percorrendo complessivamente 4300 km), poi attraversano l’Atlantico da Reykjavik a Cartwright, in Canada, con un viaggio di 2400 km.
Proprio nel tratto Reykjavik-Cartwright, il più difficile (la rotta più settentrionale, ai limiti dell’autonomia degli aerei del tempo, in precedenza attraversata da altri aerei soltanto cinque volte, e soltanto con scalo intermedio in Groenlandia; peraltro in zona di mare caratterizzata da frequenti burrasche, nebbie persistenti ed iceberg alla deriva), è determinante l’appoggio delle unità navali: queste vengono disposte a formare un’“aerovia” (già sperimentata, con esito soddisfacente, nella tappa Londonerry-Reykjavik), con l’impiego in totale di undici unità, tutte dotate di radio uguali a quelle in dotazione degli idrovolanti nonché di radiogoniometro "Marconi". Nel primo tratto del percorso (Islanda-Capo Farewell) vengono disposte quattro baleniere noleggiate per la traversata, mentre nel tratto successivo (Capo Farewell-Cartwright) vengono posizionate cinque unità, scaglionate ad intervalli regolari (circa 120 miglia tra una nave e l’altra), nell’ordine: baleniera San Sebastiano; Millelire; Balilla; Biglieri; rompighiaccio Ungava. La Matteucci e la baleniera Malaga vengono invece inviate in punti di osservazione collaterali. Su alcune delle navi sono imbarcati dei geofisici, per eseguire osservazioni meteorologiche.
La squadra aerea di Balbo decolla da Reykjavik il 12 luglio 1933; gli aerei incontrano nebbia e piovaschi, ma vengono guidati dalle onde elettromagnetiche dell’“aerovia”, sorvolando una dopo l’altra le diverse unità navali posizionate lungo la rotta: alcune vengono viste, mentre altre, non visibili a causa della nebbia e della pioggia, vengono rilevate con rilevamenti radiogoniometrici. Tra le 14.50 e le 17.15 gli idrovolanti sorvolano in successione Millelire, Balilla e Biglieri, i cui equipaggi si sbracciano in saluti entusiastici.
Giunti tutti a Cartwright, come da programma, gli idrovolanti proseguono nella crociera, facendo tappa a Shediac, Montreal, Chicago e New York, per poi ritornare a Shediac, fare scalo a Shoal Harbour e riattraversare l’Atlantico, toccando Ponta Delgada e Lisbona ed arrivando infine a Roma.


Quattro foto che ritraggono Millelire, Balilla e la nave appoggio Alice della Regia Aeronautica durante la sosta a St. John’s, Terranova (da www.grupsom.com):





Oltre alla funzione di supporto ai velivoli impegnati nella trasvolata, la crociera del Millelire e del Balilla permette anche di testare le qualità oceaniche della classe Balilla, con risultati che vengono giudicati positivi. Nei momenti “liberi”, in cui non sono impegnati ad eseguire rilevazioni meteo o comunicare con gli aerei, i due sommergibili effettuano esercitazioni di navigazione subacquea e simulazioni di attacco in superficie (col cannone) ed in immersione (con i siluri). Da queste esperienze, il capogruppo Della Campana trae le seguenti conclusioni, che indica nella sua relazione: la navigazione in superficie nella parte di oceano attraversata (quasi ai limiti con l’Artico) è piuttosto difficoltosa, e così pure il lavoro delle vedette, che per le condizioni proibitive non possono cercare ed avvistare obiettivi in superficie; la navigazione a quota periscopica è possibile, anche se con qualche difficoltà, ma l’osservazione al periscopio è pressoché impossibile; il mare agitato e le alte onde frequenti a quelle latitudini disturberebbero di molto il lancio di siluri, deviandoli dalla traiettoria; le condizioni meteomarine dell’area attraversata non impedirebbero la navigazione (che dovrebbe però avvenire in massima parte in immersione, emergendo soltanto per cambiare l’aria e ricaricare le batterie), ma renderebbero pressoché impossibile l’attività offensiva.
A Chicago, Millelire e Balilla vengono visitati con grande interesse da Italo Balbo, che rivolge poi un discorso di saluto agli equipaggi, salutando infine uno per uno tutti gli ufficiali e marinai al termine dell’adunata.


Il Millelire in arrivo a Boston il 1° maggio 1933, insieme a Biglieri e Matteucci (Coll. Leslie Jones/Boston Public Library)

1° maggio 1933
Millelire, Balilla, Biglieri e Matteucci arrivano a Boston.

Tre foto di Millelire (a destra) e Balilla al Boston Navy Yard (Coll. Leslie Jones/Boston Public Library):




Un’altra lunga serie di immagini del Millelire a Boston nel 1933 (Naval History and Heritage Command):













22 agosto 1933
Il Millelire, che si trova ancora in America, visita New York. È il primo sommergibile straniero a visitare la grande città statunitense dalla fine della prima guerra mondiale.
28 settembre 1933
Al loro ritorno dalla missione di appoggio della crociera aerea, Millelire, Balilla, Biglieri e Matteucci vengono visitati a Civitavecchia da Benito Mussolini e dal Ministro della Marina, ammiraglio Giuseppe Sirianni.
Complessivamente, il Millelire ha percorso 15.000 miglia per la missione di appoggio alla trasvolata atlantica, toccando Madera, le Bermuda e tutti i principali porti della costa atlantica del Canada e degli Stati Uniti. La missione, particolarmente impegnativa per la lunga durata e per le difficoltà nautiche e meteomarine trovate, e sempre superate, e l’efficiente assistenza data agli aerei (soprattutto per quanto concerne i collegamenti radio) vale un elogio ai comandanti del Millelire e delle altre unità impegnate.


Millelire e Balilla a Civitavecchia nel 1933, al ritorno dalla crociera transatlantica (g.c. Nedo B. Gonzales, da www.naviearmatori.net)

1934
Millelire e Balilla effettuano una crociera ad Alessandria d’Egitto, toccando il Pireo all’andata ed i porti dell’Africa Settentrionale Italiana al ritorno.
1934
Il cannone contraereo Odero-Terni-Orlando da 120/27 mm mod. 1924, stante le sue prestazioni insoddisfacenti, viene rimosso: l’arma, insieme a quelle prelevate da BalillaToti e Sciesa, sarà destinata alla difesa contraerea di Augusta e Messina. Al suo posto viene imbarcato un cannone da 120/45 mm OTO mod. 1931, posizionato in coperta anziché, come in precedenza, in torretta (ciò allo scopo di aumentare la stabilità). Al contempo le due mitragliere contraeree singole da 13,2/76 mm vengono sostituite con altrettante armi binate dello stesso tipo.


Un’altra immagine del Millelire (g.c. Marcello Risolo via www.naviearmatori.net)

17 dicembre 1936
Assume il comando del Millelire il capitano di corvetta Alberto Manlio Ginocchio.
1937
Partecipa alla guerra civile spagnola eseguendo due missioni clandestine a supporto delle forze nazionaliste.
Durante queste missioni presta servizio sul Millelire, quale ufficiale di rotta, il sottotenente di vascello Gianfranco Gazzana Priaroggia, futuro asso del sommergibilismo italiano.
Negli stessi anni è comandante del Millelire il tenente di vascello Gino Birindelli, futura MOVM, e sempre in questo periodo è imbarcato sul Millelire anche il tenente di vascello Luigi Longanesi Cattani, altro futuro asso, che vi effettua il tirocinio per il comando.
23 gennaio 1937
Il Millelire (capitano di corvetta Alberto Ginocchio), facente parte del II Gruppo Sommergibili di Napoli, lascia La Spezia per eseguire la sua prima missione clandestina durante la guerra civile spagnola.
Nella seconda metà di gennaio vengono inviati in tutto dodici sommergibili (Millelire, Galileo Galilei, Enrico Tazzoli, Torricelli, Giovanni Bausan, Tito Speri, Ciro Menotti, Pietro Micca, Ettore Fieramosca, Otaria, Diamante e Jantina) nelle acque tra Almeria e Barcellona, ad interdizione del traffico diretto nei porti della Spagna repubblicana. Il Millelire, in particolare, viene assegnato ad un settore d’agguato al largo di Cartagena.


Il Millelire in una foto dall’altro (g.c. Anton Shitarev via www.naviearmatori.net)

31 gennaio 1937
Termina la missione raggiungendo La Maddalena, senza aver avvistato alcuna nave repubblicana.
31 agosto 1937
Il Millelire (capitano di corvetta Giovanni Onis), facente ora parte del I Gruppo Sommergibili di La Spezia, parte da La Spezia per la sua seconda missione clandestina della guerra di Spagna: questa volta, il settore assegnato è al largo di Valencia.
6 settembre 1937
Rientra a La Spezia senza aver incontrato alcuna nave repubblicana.


Il Millelire con l’originaria sigla identificativa "ML", poi mutata in "MI" dopo l’entrata in servizio del nuovo sommergibile Marcello (cui andarono le lettere "ML") (da www.grupsom.com)

1938
Assegnato alla XV Squadriglia Sommergibili (I Gruppo Sommergibili, di base a La Spezia), composta dai più grandi sommergibili della Regia Marina: il Millelire ed i suoi tre gemelli, le tre unità della classe Calvi – Pietro CalviGiuseppe Finzi ed Enrico Tazzoli – e l’Ettore Fieramosca.
5 maggio 1938
Il Millelire prende parte alla rivista navale "H" organizzata nel Golfo di Napoli per la visita in Italia di Adolf Hitler. Partecipa alla rivista la maggior parte della flotta italiana: le corazzate Cesare e Cavour, i 7 incrociatori pesanti della I e III Divisione, gli 11 incrociatori leggeri della II, IV, VII e VIII Divisione, 7 "esploratori leggeri" classe Navigatori, 18 cacciatorpediniere (le Squadriglie VII, VIII, IX e X, più il Borea e lo Zeffiro), 30 torpediniere (le Squadriglie IX, X, XI e XII, più le vecchie Audace, Castelfidardo, Curtatone, Francesco Stocco, Nicola Fabrizi e Giuseppe La Masa ed i quattro "avvisi scorta" della classe Orsa), ben 85 sommergibili della Squadra Sommergibili al comando dell’ammiraglio Antonio Legnani, e 24 MAS (Squadriglie IV, V, VIII, IX, X e XI), nonché le navi scuola Cristoforo Colombo ed Amerigo Vespucci, il panfilo di Benito Mussolini, l’Aurora, la nave reale Savoia e la nave bersaglio San Marco.
La Squadra Sommergibili è protagonista di uno dei momenti più spettacolari della parata, nella quale gli 85 battelli effettuano una serie di manovre sincronizzate: dapprima, disposti su due colonne, alle 13.15 passano contromarcia tra le due squadre  navali che procedono su rotte parallele; poi, terminato il defilamento, alle 13.25 tutti i sommergibili effettuano un’immersione simultanea di massa, procedono per un breve tratto in immersione e poi emergono simultaneamente ed eseguono una salva di undici colpi con i rispettivi cannoni.



Sopra, il Millelire durante le prove per la rivista “H” (in secondo piano, il Fieramosca), a Napoli, nel maggio 1938 (g.c. STORIA militare); sotto, il Millelire durante la rivista “H” (da www.italie1935-45.com)


10 giugno 1940
All’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale il Millelire, insieme a Balilla, Enrico Toti ed Antonio Sciesa, forma la XL Squadriglia Sommergibili (dipendente dal IV Grupsom di Taranto), di base a Brindisi (ma per una fonte il Millelire si sarebbe trovato a Napoli al momento della dichiarazione di guerra).
19 agosto 1940
Prende il mare per la prima missione di guerra, un agguato all’imbocco del Canale di Caso, al comando del capitano di corvetta Francesco De Rosa De Leo.
4 settembre 1940
Ritorna alla base.
5 settembre 1940
Quando la Mediterranean Fleet britannica, di ritorno dall’Operazione «Hats», imbocca il canale dragato per rientrare ad Alessandria d’Egitto, il cacciatorpediniere Hereward ottiene un contatto al sonar, e la flotta britannica esegue un’accostata d’emergenza per sventare eventuali lanci. Il sommergibile localizzato dall’Hereward, secondo alcune fonti, potrebbe essere stato il Millelire, oppure il Giovanni Da Procida.
12 novembre 1940
A Taranto il Millelire, insieme al rimorchiatore Teseo, alla nave officina Quarnaro ed alla cisterna per acqua Po, è tra le unità mandate ad assistere la corazzata Littorio, colpita da tre siluri durante il famoso attacco notturno da parte degli aerosiluranti britannici (“notte di Taranto”). Millelire e Teseo affiancano la corazzata silurata sul lato sinistro, mente la Po si posiziona sulla dritta.
14 novembre 1940
Inviato a pattugliare il Canale d’Otranto, a protezione dei convogli che trasportano truppe e rifornimenti in Albania.
17 novembre 1940
Al crepuscolo, ad ovest dell’isola di Fano, avvista un sommergibile nemico ad ovest dell’isola di Fano e gli lancia contro due siluri, senza risultato.
22 novembre 1940
Rientra alla base.


Il Millelire in una foto dell’Almanacco Navale del 1942 (da www.betasom.it)

13 dicembre 1940
Prende il mare per la terza missione di guerra, nelle acque dell’isola di Fano.
17 dicembre 1940
Conclude la missione rientrando alla base.
1940-1941
Secondo una fonte, durante i giorni conclusivi di una missione al largo delle coste dell’Algeria, il Millelire s’imbatte in un battellino con a bordo l’equipaggio di un idrovolante italiano CANT Z. abbattuto (tenente pilota Cesare Palmieri), che trae in salvo. In realtà, tuttavia, non risulta che il Millelire abbia compiuto missioni in quelle acque, o che in generale abbia compiuto altre missioni di guerra oltre a quelle elencate in questa cronologia, ragion per cui è possibile un errore circa il nome del sommergibile.
21 gennaio 1941
Inviato in agguato ad ovest di Pago (per altra fonte, nel Canale d’Otranto). Rientrerà alla base a fine mese.


Il Millelire in emersione, probabilmente nei primi anni di servizio (g.c. Franco Lena via www.naviearmatori.net)

1941
Per qualche mese, il Millelire viene assegnato quale unità per addestramento alla Scuola Sommergibili di Pola, unitamente al Balilla e ad altri tra i sommergibili più anziani della Regia Marina (Toti, Des Geneys ed altri).
15 maggio 1941
Posto in disarmo e rinominato G.R. 248; trasformato in deposito galleggiante di carburante (G.R. significa "Galleggiante Rifornimento", termine che identificava le cisterne ad uso portuale iscritte al Registro dei Galleggianti anziché a quello del Naviglio Militare).
Per altre fonti sarebbe stato messo in disarmo il 15 aprile 1941, ma si tratta di un errore: "Navi militari perdute" dell’U.S.M.M. indica la data del 15 aprile, ed essa risulta anche la più logica, dato che al Millelire venne assegnata la sigla G.R. 248 successiva a quella (G.R. 247) assegnata al Balilla, che fu disarmato il 28 aprile (così non sarebbe stato se il Millelire fosse stato il primo ad essere radiato).
Luglio-Dicembre 1941
L’ex Millelire viene utilizzato per fornire energia elettrica durante le operazioni di recupero della corazzata Conte di Cavour, affondata da aerosiluranti britannici nella rada di Taranto nel novembre precedente. L’energia fornita dai generatori del Millelire e di altre unità viene impiegata per alimentare le pompe che espellono l’acqua dallo scafo della corazzata affondata, permettendo di riportarla a galla.

Il Millelire, sulla sinistra, affiancato alla Cavour il 12 luglio 1941, intento a fornire energia elettrica per il recupero (g.c. STORIA militare)

Benzina e lattice

Quando l’Italia entrò nella seconda guerra mondiale, il Millelire era in assoluto una delle unità più anziane della numerosa flotta subacquea italiana, ormai troppo vetusto per poter essere efficacemente impiegato in guerra. Di conseguenza, dopo aver eseguito una manciata di missioni, il 15 maggio 1941 il sommergibile – ormai troppo vetusto e poco affidabile – venne posto in disarmo e trasformato in bettolina carburanti e pontone di carica, ricevendo al posto del nome la sigla G. R. 248; sorte toccata al contempo al gemello Balilla e, due anni più tardi, anche al Toti (lo Sciesa, adibito a missioni di trasporto verso l’Africa Settentrionale, venne invece affondato nel 1942).
Per circa un anno il G. R. 248 fu adibito a solo impiego portuale, ma nell’estate del 1942, mentre in Egitto infuriavano i combattimenti attorno ad El Alamein, lo Stato Maggiore della Marina, pressato da sempre più insistenti richieste di carburante da parte del Comando tedesco, decise tra le altre cose – insieme all’adozione di altri provvedimenti per incrementare la quantità di carburante inviata in Nordafrica, come l’utilizzo in missioni di trasporto degli incrociatori ausiliario Barletta e Brioni e quello dei cacciatorpediniere (che però ebbe luogo soltanto a partire dall’autunno) – di utilizzare il Millelire per trasportare carburante in Africa Settentrionale. Completamente svuotato degli apparati interni, viaggiando semisommerso a rimorchio del cacciatorpediniere Saetta (dotato di apposite attrezzature per rimorchi veloci), l’ex Millelire avrebbe potuto trasportare circa 1030 tonnellate di carburante nei propri compartimenti-serbatoi (altra fonte parla di 600 tonnellate di benzina in latte) ad una velocità relativamente elevata.
L’ex sommergibile venne così sottoposto a pesanti modifiche: vennero eliminate la torretta, i motori principali ed ausiliari, le eliche e qualsiasi altra parte superflua per il nuovo impiego, fino a lasciare un guscio vuoto. Lo scafo venne quindi diviso in compartimenti a tenuta stagna, ognuno dei quali avrebbe funto da cisterna, e la prua venne modificata in modo da avere una forma più idrodinamica, che avrebbe permesso il rimorchio dell’unità ad una velocità di 18 nodi.

Il Millelire, ormai convertito in bettolina/pontone e ribattezzato G.R. 248, in una foto scattata a Taranto nel 1941, durante i lavori di recupero della Cavour (Coll. Guido Alfano via Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net)

Il 13 luglio 1942 il G.R. 248 “effettuò” la sua prima missione di questo tipo, venendo rimorchiato da Navarino a Suda dal Saetta, scortato dalla torpediniera Polluce.
Due mesi dopo, alle 8.45 del 13 settembre 1942, l’ex Millelire lasciò Taranto a rimorchio del Saetta (capitano di corvetta Enea Picchio) trasportando ben 690 tonnellate di carburante (247 di benzina e 443 di gasolio) destinate a Tobruk. Il rimorchio poteva avvenire a 14 nodi, velocità superiore a quella della maggior parte delle navi mercantili dell’epoca; Saetta e Millelire erano scortati dalla vecchia torpediniera Castelfidardo.
Giunte a Navarino alle 11 del 14 settembre, le due navi ed il sommergibile-bettolina ripartirono alle 7.15, procedendo a 14 nodi lungo le rotte costiere della Grecia occidentale. Durante la navigazione le unità vennero sorvolate da ricognitori e bengalieri, ma giunsero indenni a Tobruk alle 10 del 17 settembre.

Alle 16 dell’11 ottobre 1942 il G.R. 248 lasciò Tobruk nuovamente a rimorchio del Saetta (capitano di corvetta Enea Picchio), in convoglio con la motonave Col di Lana. Lo strano convoglio era scortato dal cacciatorpediniere Freccia (capitano di fregata Giuseppe Andriani) e dalle torpediniere Lupo (capitano di corvetta Carlo Zinchi) ed Antares (capitano di corvetta Maurizio Ciccone). Tra le 00.00 e l’1.40 del 12 ottobre il convoglio venne attaccato da bombardieri una settantina di miglia a nord di Tobruk; verso l’una di notte l’Antares venne colpita da alcune bombe, subendo gravi danni e perdite tra l’equipaggio (31 morti e 37 feriti), dovendo essere presa a rimorchio dalla Lupo, che la condusse a Suda (dove arrivarono alle 13 del giorno seguente).
Il resto del convoglio proseguì e, alle 17 del 12, si divise: Col di Lana, Freccia e la torpediniera Perseo (mandata da Suda) diressero per il Pireo, mentre il Saetta, con a rimorchio l’ex Millelire, fece rotta su Navarino, scortato dalla torpediniera Lira, inviata da Suda. Cacciatorpediniere, torpediniera e sommergibile-bettolina arrivarono a Navarino alle 2.30.
Complessivamente, i risultati dell’impiego del Millelire per il trasporto di carburante in Nordafrica furono giudicati positivi.

Quando gli Alleati sbarcarono in Sicilia, il 10 luglio 1943, l’ex Millelire si trovava proprio in quell’isola; all’occupazione statunitense di Palermo, nel luglio del 1943, il relitto del sommergibile-bettolina venne trovato affondato nel porto di quella città.
Così rimase per due anni e mezzo, finché a guerra ormai finita da tempo, il 28 febbraio 1946, lo scafo dell’ex sommergibile venne riportato a galla. 


Il Millelire, trasformato in bettolina lattice della Pirelli, fotografato a Genova il 26 ottobre 1958 (g.c. Carlo Martinelli, via www.naviearmatori.net)

Il 18 ottobre 1946 il Millelire venne ufficialmente radiato dai quadri della Marina (ormai non più Regia), ma non andò alla demolizione: venne invece acquistato dalla Società Pirelli, che lo trasformò in una bettolina-deposito per trasporto di lattice di gomma e lo impiegò in questa funzione, ormeggiato alternativamente a Genova od a La Spezia (zona San Bartolomeo), per quasi trent’anni, dal 1948 al 1975. Trattandosi di un’unità già da tempo disarmata e trasformata in bettolina, e soprattutto di un relitto recuperato, l’ex Millelire non era soggetto a restrizioni per impiego civile (fu acquistato dalla Pirelli come rottame).



Due foto del Millelire ormeggiato a Genova come bettolina lattice, il 19 ottobre 1962 (foto Giorgio Ghiglione, via g.c. Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net)


In questa nuova forma (senza più torretta, e con lo scafo pesantemente modificato), il Millelire si ritrovò così ad essere l’ultimo sommergibile della Regia Marina ancora esistente: i battelli sopravvissuti al conflitto erano stati tutti demoliti nel 1948 per disposizione del trattato di pace, ad eccezione di Giada e Vortice, i quali, dopo un lungo servizio nella Marina del dopoguerra, erano a loro volta andati incontro alla fiamma ossidrica alla fine degli anni Sessanta; anche i pochi sommergibili finiti in mano ad altre Marine per cattura o cessione – il greco Matrozos ex Perla, il francese Narval ex Bronzo, il britannico P 711 ex Galilei, lo jugoslavo Sava ex Nautilo, i sovietici S 32 ex Marea e S 41 ex Nichelio – erano ormai stati tutti demoliti.
Ma anche la lunga storia del Millelire vide infine il proprio epilogo. Ritenuto ormai non più utile anche dalla Pirelli, nel 1977 l’ultimo superstite di quella che un tempo era stata la seconda flotta subacquea del mondo venne demolito in sordina, nel 1977.

Un’altra foto del Millelire nella sua ultima forma (da www.betasom.it)

4 commenti:

  1. Bgiorno. Il Millelire dal 17 dicembre 1936 fu al comando del CC Alberto Manlio Gionocchio.

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  2. Bgiorno. A me risulta che il solo Millelire (con il Mameli) nel marzo del 1929 transitò lo stretto di Gibilterra per la prima volta per recarsi in Atlantico per collaudare le possibilità delle nuove costruzioni italiane per un'eventuale guerra da corsa. I comandanti del Millelire e del Mameli furoro rispettivamnete i CC Pietro Parenti e Valerio Della Campana.

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