Il Millelire a Boston, il 1° maggio 1933; sullo sfondo le cannoniere Biglieri e Matteucci (Coll. Leslie Jones/Boston Public Library) |
Sommergibile oceanico
della classe Balilla (dislocamento di 1427 tonnellate in superficie e 1874 in
immersione).
Nel secondo conflitto
mondiale effettuò complessivamente 11 missioni di guerra (4 offensive e 7 di
trasferimento), percorrendo in tutto 5121 miglia in superficie e 927 in
immersione, e trascorrendo 57 giorni in mare.
Breve e parziale cronologia.
19 gennaio 1925
Impostazione nei
cantieri Odero Terni Orlando del Muggiano (La Spezia).
19 settembre 1927
Varo nei cantieri
Odero Terni Orlando del Muggiano (La Spezia). Madrina è Anita Susini-Millelire,
pronipote di Domenico Millelire.
Durante le prove di
collaudo il Millelire s’immerge fino
ad una profondità di 122 metri, dodici in più della quota massima prevista dal
progetto.
Sopra: il
Millelire, forse appena varato, ed il
gemello Humaytà, costruito per il
Brasile, ormeggiati nei cantieri OTO del Muggiano nel 1927 (g.c. Marcello
Risolo via www.naviearmatori.net); sotto,
Millelire, Balilla e Humaytà in
allestimento al Muggiano (da www.italie1935-45.com)
21 agosto 1928
Entrata in servizio.
Con i gemelli Balilla, Enrico Toti ed Antonio Sciesa va a formare la I Squadriglia Sommergibili (detta "di
grande crociera" perché composta da sommergibili oceanici con grande
autonomia), di base a La Spezia.
Due foto del Millelire nel 1928 (sopra: Coll. Alessandro Burla via www.associazione-venus.it; sotto: Coll. Giuseppe Celeste via www.associazione-venus.it)
20 settembre 1928
Alle 10.40 il Millelire (capitano di corvetta Carlo
Savio) riceve con una cerimonia solenne a La Maddalena, paese natale del
patriota eponimo, la bandiera di combattimento, offerta dalla cittadinanza di
La Maddalena. La bandiera viene consegnata da un comitato cittadino presieduto
dal capitano di corvetta a riposo Paolino Spano, un anziano veterano della
Regia Marina Sarda. Il sommergibile è ormeggiato per l’occasione ad est del
moletto di Punta Nera, tra tale molo e la batteria galleggiante Faà di Bruno; presenziano alla cerimonia
due pronipoti di Domenico Millelire, Anita Susini-Millelire e Francesco Romeo,
nonché il comandante militare marittimo della Sardegna, contrammiraglio Fermo
Spano, altri alti ufficiali della piazzaforte della Maddalena, le autorità
civili locali, alcune rappresentanze di Comuni vicini, associazioni locali e
numerosi maddalenini.
Il Millelire impavesato a La Maddalena il 20 settembre 1928 per la cerimonia della consegna della bandiera di combattimento (da www.betasom.it) |
La bandiera di combattimento viene benedetta dal parroco della Maddalena, Antonio Vico, e poi consegnata al comandante Savio da Anita Susini-Millelire. Per l’occasione viene portato a bordo del Millelire anche lo stendardo che aveva sventolato sul forte di Sant’Andrea nel lontano 1793, durante la vittoriosa battaglia combattuta tra il presidio sardo guidato da Domenico Millelire e gli attaccanti francesi che comprendevano un giovane Napoleone.
Terminata la
cerimonia, viene offerto a bordo un rinfresco alle autorità, e viene concessa
al pubblico la visita del sommergibile, con afflusso continuo di visitatori per
tutta la giornata. In serata gli ufficiali del Millelire vengono invitati ad una festa danzante tenuta nel
Municipio di La Maddalena. In precedenza, il comandante Savio ha fatto deporre
sulla tomba dell’eroe eponimo del sommergibile, nel cimitero della Maddalena,
una corona di bronzo realizzata dall’Arsenale di La Spezia (che vi si trova
tutt’ora), con la dedica "Il sommergibile Domenico Millelire
all’Eroe di cui porta il nome – Settembre 1928".
Marzo 1929
I quattro
sommergibili della classe Balilla effettuano una crociera fino a Lisbona. Il Millelire è il primo sommergibile
italiano ad effettuare una crociera in Atlantico (eccettuati quelli costruiti
in Canada durante la prima guerra mondiale, che attraversarono l’oceano per il
viaggio di consegna).(Per altra fonte il Millelire, al comando del capitano di
corvetta Pietro Parenti, avrebbe compiuto la crociera insieme al più piccolo
sommergibile Goffredo Mameli, al
comando del capitano di corvetta Valerio Della Campana).
1930
Millelire e Toti si recano
nuovamente a Lisbona. Il 15 luglio 1930 gli equipaggi dei due sommergibili
vengono invitati ad un ricevimento nella sede del fascio italiano di Lisbona.
In questo periodo è
comandante del Millelire il capitano
di corvetta Carlo Margottini.
Il Millelire nel 1933 (da “The Air and Sea”, Vol. 2, via Wikimedia Commons) |
Marzo-Ottobre 1933
Insieme al Balilla (capitano di fregata Valerio
Della Campana, comandante del gruppo di appoggio) ed alle cannoniere Giuseppe Biglieri e Pellegrino Matteucci, il Millelire
(capitano di corvetta Franco Zannoni) viene impiegato in Atlantico
settentrionale in appoggio alla Crociera aerea del Decennale (o Crociera Aerea
Nord-Atlantica; Orbetello-Chicago-New York-Roma, 1° luglio-2 agosto 1933) di
Italo Balbo.
Il Millelire funge da radiofaro, stazione
radiogoniometrica e centro di comunicazione, effettua osservazioni
meteorologiche e comunica le condizioni meteo agli aerei di Balbo,
attraversando tutto l’Atlantico ed arrivando negli Stati Uniti. Oltre a questi
servizi, la presenza delle unità di appoggio è importante anche per
l’eventualità di incidenti od emergenze, che fortunatamente non avranno a
verificarsi.
Dato che la missione
deve svolgersi in acque burrascose, nebbiose e disseminate di blocchi di
ghiaccio alla deriva, lo Stato Maggiore della Marina ha ritenuto inadatti a
tale compito gli incrociatori leggeri ed i cacciatorpediniere, troppo
“delicati” e con autonomia relativamente ridotta; si sono invece scelti i due
sommergibili della classe Balilla in ragione della loro grande autonomia, della
loro robustezza e delle loro qualità marine. L’impiego dei due battelli nel
Nord Atlantico è anche visto dai vertici della Marina come un’ottima occasione
per verificare il comportamento dei sommergibili e degli equipaggi in
condizioni meteomarine estreme, e fare così esperienze che potranno tornare
utili in caso di impiego bellico.
Gli aerei di Balbo
(25 idrovolanti Savoia Marchetti S. 55), decollati da Orbetello, fanno tappa ad
Amsterdam, Londonderry e Reykjavik (così percorrendo complessivamente 4300 km),
poi attraversano l’Atlantico da Reykjavik a Cartwright, in Canada, con un
viaggio di 2400 km.
Proprio nel tratto
Reykjavik-Cartwright, il più difficile (la rotta più settentrionale, ai limiti
dell’autonomia degli aerei del tempo, in precedenza attraversata da altri aerei
soltanto cinque volte, e soltanto con scalo intermedio in Groenlandia; peraltro
in zona di mare caratterizzata da frequenti burrasche, nebbie persistenti ed
iceberg alla deriva), è determinante l’appoggio delle unità navali: queste
vengono disposte a formare un’“aerovia” (già sperimentata, con esito soddisfacente,
nella tappa Londonerry-Reykjavik), con l’impiego in totale di undici unità,
tutte dotate di radio uguali a quelle in dotazione degli idrovolanti nonché di
radiogoniometro "Marconi". Nel primo tratto del percorso
(Islanda-Capo Farewell) vengono disposte quattro baleniere noleggiate per la
traversata, mentre nel tratto successivo (Capo Farewell-Cartwright) vengono
posizionate cinque unità, scaglionate ad intervalli regolari (circa 120 miglia
tra una nave e l’altra), nell’ordine: baleniera San Sebastiano; Millelire;
Balilla; Biglieri; rompighiaccio Ungava.
La Matteucci e la baleniera Malaga vengono invece inviate in punti
di osservazione collaterali. Su alcune delle navi sono imbarcati dei geofisici,
per eseguire osservazioni meteorologiche.
La squadra aerea di
Balbo decolla da Reykjavik il 12 luglio 1933; gli aerei incontrano nebbia e
piovaschi, ma vengono guidati dalle onde elettromagnetiche dell’“aerovia”,
sorvolando una dopo l’altra le diverse unità navali posizionate lungo la rotta:
alcune vengono viste, mentre altre, non visibili a causa della nebbia e della
pioggia, vengono rilevate con rilevamenti radiogoniometrici. Tra le 14.50 e le
17.15 gli idrovolanti sorvolano in successione Millelire, Balilla e Biglieri, i cui equipaggi si sbracciano
in saluti entusiastici.
Giunti tutti a
Cartwright, come da programma, gli idrovolanti proseguono nella crociera,
facendo tappa a Shediac, Montreal, Chicago e New York, per poi ritornare a
Shediac, fare scalo a Shoal Harbour e riattraversare l’Atlantico, toccando
Ponta Delgada e Lisbona ed arrivando infine a Roma.
Quattro
foto che ritraggono Millelire, Balilla e la nave appoggio Alice della Regia Aeronautica durante la
sosta a St. John’s, Terranova (da www.grupsom.com):
Oltre alla funzione
di supporto ai velivoli impegnati nella trasvolata, la crociera del Millelire e del Balilla permette anche di testare le qualità oceaniche della classe
Balilla, con risultati che vengono giudicati positivi. Nei momenti “liberi”, in
cui non sono impegnati ad eseguire rilevazioni meteo o comunicare con gli
aerei, i due sommergibili effettuano esercitazioni di navigazione subacquea e
simulazioni di attacco in superficie (col cannone) ed in immersione (con i
siluri). Da queste esperienze, il capogruppo Della Campana trae le seguenti
conclusioni, che indica nella sua relazione: la navigazione in superficie nella
parte di oceano attraversata (quasi ai limiti con l’Artico) è piuttosto difficoltosa,
e così pure il lavoro delle vedette, che per le condizioni proibitive non
possono cercare ed avvistare obiettivi in superficie; la navigazione a quota
periscopica è possibile, anche se con qualche difficoltà, ma l’osservazione al
periscopio è pressoché impossibile; il mare agitato e le alte onde frequenti a
quelle latitudini disturberebbero di molto il lancio di siluri, deviandoli
dalla traiettoria; le condizioni meteomarine dell’area attraversata non
impedirebbero la navigazione (che dovrebbe però avvenire in massima parte in
immersione, emergendo soltanto per cambiare l’aria e ricaricare le batterie),
ma renderebbero pressoché impossibile l’attività offensiva.
A Chicago, Millelire e Balilla vengono visitati con grande interesse da Italo Balbo, che rivolge
poi un discorso di saluto agli equipaggi, salutando infine uno per uno tutti
gli ufficiali e marinai al termine dell’adunata.
Il Millelire in arrivo a Boston il 1° maggio 1933, insieme a Biglieri e Matteucci (Coll. Leslie Jones/Boston Public Library) |
1° maggio 1933
Millelire, Balilla, Biglieri e Matteucci arrivano a Boston.
Tre foto
di Millelire (a destra) e Balilla al Boston Navy Yard (Coll.
Leslie Jones/Boston Public Library):
22 agosto 1933
Il Millelire, che si trova ancora in America, visita New York. È il primo sommergibile straniero a visitare la grande città statunitense dalla fine della prima guerra mondiale.
Il Millelire, che si trova ancora in America, visita New York. È il primo sommergibile straniero a visitare la grande città statunitense dalla fine della prima guerra mondiale.
28 settembre 1933
Al loro ritorno dalla
missione di appoggio della crociera aerea, Millelire,
Balilla, Biglieri e Matteucci
vengono visitati a Civitavecchia da Benito Mussolini e dal Ministro della
Marina, ammiraglio Giuseppe Sirianni.
Complessivamente, il Millelire ha percorso 15.000 miglia per
la missione di appoggio alla trasvolata atlantica, toccando Madera, le Bermuda
e tutti i principali porti della costa atlantica del Canada e degli Stati Uniti.
La missione, particolarmente impegnativa per la lunga durata e per le
difficoltà nautiche e meteomarine trovate, e sempre superate, e l’efficiente
assistenza data agli aerei (soprattutto per quanto concerne i collegamenti
radio) vale un elogio ai comandanti del Millelire
e delle altre unità impegnate.
Millelire e Balilla a Civitavecchia nel 1933, al ritorno dalla crociera transatlantica (g.c. Nedo B. Gonzales, da www.naviearmatori.net) |
1934
Millelire e Balilla effettuano
una crociera ad Alessandria d’Egitto, toccando il Pireo all’andata ed i porti
dell’Africa Settentrionale Italiana al ritorno.
1934
Il cannone contraereo
Odero-Terni-Orlando da 120/27 mm mod. 1924, stante le sue prestazioni
insoddisfacenti, viene rimosso: l’arma, insieme a quelle prelevate da Balilla, Toti e Sciesa,
sarà destinata alla difesa contraerea di Augusta e Messina. Al suo posto viene
imbarcato un cannone da 120/45 mm OTO mod. 1931, posizionato in coperta
anziché, come in precedenza, in torretta (ciò allo scopo di aumentare la
stabilità). Al contempo le due mitragliere contraeree singole da 13,2/76 mm
vengono sostituite con altrettante armi binate dello stesso tipo.
Un’altra immagine del Millelire (g.c. Marcello Risolo via www.naviearmatori.net) |
17 dicembre 1936
Assume il comando del Millelire il capitano di corvetta Alberto Manlio Ginocchio.
1937
Assume il comando del Millelire il capitano di corvetta Alberto Manlio Ginocchio.
1937
Partecipa alla guerra
civile spagnola eseguendo due missioni clandestine a supporto delle forze
nazionaliste.
Durante queste
missioni presta servizio sul Millelire,
quale ufficiale di rotta, il sottotenente di vascello Gianfranco Gazzana
Priaroggia, futuro asso del sommergibilismo italiano.
Negli stessi anni è
comandante del Millelire il tenente
di vascello Gino Birindelli, futura MOVM, e sempre in questo periodo è
imbarcato sul Millelire anche il
tenente di vascello Luigi Longanesi Cattani, altro futuro asso, che vi effettua
il tirocinio per il comando.
23 gennaio 1937
Il Millelire (capitano di corvetta Alberto
Ginocchio), facente parte del II Gruppo Sommergibili di Napoli, lascia La
Spezia per eseguire la sua prima missione clandestina durante la guerra civile spagnola.
Nella seconda metà di
gennaio vengono inviati in tutto dodici sommergibili (Millelire, Galileo Galilei, Enrico Tazzoli, Torricelli,
Giovanni Bausan, Tito Speri, Ciro Menotti,
Pietro Micca, Ettore Fieramosca, Otaria,
Diamante e Jantina) nelle acque tra Almeria e Barcellona, ad interdizione del
traffico diretto nei porti della Spagna repubblicana. Il Millelire, in particolare, viene assegnato ad un settore d’agguato al
largo di Cartagena.
Il Millelire in una foto dall’altro (g.c. Anton Shitarev via www.naviearmatori.net) |
31 gennaio 1937
Termina la missione
raggiungendo La Maddalena, senza aver avvistato alcuna nave repubblicana.
31 agosto 1937
Il Millelire (capitano di corvetta Giovanni
Onis), facente ora parte del I Gruppo Sommergibili di La Spezia, parte da La
Spezia per la sua seconda missione clandestina della guerra di Spagna: questa
volta, il settore assegnato è al largo di Valencia.
6 settembre 1937
Rientra a La Spezia senza
aver incontrato alcuna nave repubblicana.
Il Millelire con l’originaria sigla identificativa "ML", poi mutata in "MI" dopo l’entrata in servizio del nuovo sommergibile Marcello (cui andarono le lettere "ML") (da www.grupsom.com) |
1938
Assegnato alla XV
Squadriglia Sommergibili (I Gruppo Sommergibili, di base a La Spezia), composta
dai più grandi sommergibili della Regia Marina: il Millelire ed i suoi tre gemelli, le tre unità della classe
Calvi – Pietro Calvi, Giuseppe Finzi ed Enrico Tazzoli – e l’Ettore Fieramosca.
5 maggio 1938
Il Millelire prende parte alla rivista
navale "H" organizzata nel Golfo di Napoli per la visita in Italia di
Adolf Hitler. Partecipa alla rivista la maggior parte della flotta italiana: le
corazzate Cesare e Cavour, i 7 incrociatori pesanti della I
e III Divisione, gli 11 incrociatori leggeri della II, IV, VII e VIII
Divisione, 7 "esploratori leggeri" classe Navigatori, 18
cacciatorpediniere (le Squadriglie VII, VIII, IX e X, più il Borea e lo Zeffiro), 30 torpediniere (le Squadriglie IX, X, XI e XII, più le
vecchie Audace, Castelfidardo, Curtatone,
Francesco Stocco, Nicola Fabrizi e Giuseppe La Masa ed i quattro "avvisi scorta" della
classe Orsa), ben 85 sommergibili della Squadra Sommergibili al comando
dell’ammiraglio Antonio Legnani, e 24 MAS (Squadriglie IV, V, VIII, IX, X e
XI), nonché le navi scuola Cristoforo
Colombo ed Amerigo Vespucci, il
panfilo di Benito Mussolini, l’Aurora,
la nave reale Savoia e la nave
bersaglio San Marco.
La Squadra
Sommergibili è protagonista di uno dei momenti più spettacolari della parata,
nella quale gli 85 battelli effettuano una serie di manovre sincronizzate:
dapprima, disposti su due colonne, alle 13.15 passano contromarcia tra le due
squadre navali che procedono su rotte parallele; poi, terminato il
defilamento, alle 13.25 tutti i sommergibili effettuano un’immersione
simultanea di massa, procedono per un breve tratto in immersione e poi emergono
simultaneamente ed eseguono una salva di undici colpi con i rispettivi cannoni.
Sopra, il
Millelire durante le prove per la
rivista “H” (in secondo piano, il Fieramosca),
a Napoli, nel maggio 1938 (g.c. STORIA militare); sotto, il Millelire durante la rivista “H” (da www.italie1935-45.com)
10 giugno 1940
All’entrata
dell’Italia nella seconda guerra mondiale il Millelire, insieme a Balilla,
Enrico Toti ed Antonio Sciesa, forma la XL Squadriglia
Sommergibili (dipendente dal IV Grupsom di Taranto), di base a Brindisi (ma per
una fonte il Millelire si sarebbe
trovato a Napoli al momento della dichiarazione di guerra).
19 agosto 1940
Prende il mare per la
prima missione di guerra, un agguato all’imbocco del Canale di Caso, al comando
del capitano di corvetta Francesco De Rosa De Leo.
4 settembre 1940
Ritorna alla base.
5 settembre 1940
Quando la
Mediterranean Fleet britannica, di ritorno dall’Operazione «Hats», imbocca il
canale dragato per rientrare ad Alessandria d’Egitto, il cacciatorpediniere Hereward ottiene un contatto al sonar, e
la flotta britannica esegue un’accostata d’emergenza per sventare eventuali
lanci. Il sommergibile localizzato dall’Hereward,
secondo alcune fonti, potrebbe essere stato il Millelire, oppure il Giovanni
Da Procida.
12 novembre 1940
A Taranto il Millelire, insieme al rimorchiatore Teseo, alla nave officina Quarnaro ed alla cisterna per acqua Po, è tra le unità mandate ad assistere
la corazzata Littorio, colpita da tre
siluri durante il famoso attacco notturno da parte degli aerosiluranti britannici
(“notte di Taranto”). Millelire e Teseo affiancano la corazzata silurata
sul lato sinistro, mente la Po si
posiziona sulla dritta.
14 novembre 1940
Inviato a pattugliare
il Canale d’Otranto, a protezione dei convogli che trasportano truppe e
rifornimenti in Albania.
17 novembre 1940
Al crepuscolo, ad
ovest dell’isola di Fano, avvista un sommergibile nemico ad ovest dell’isola di
Fano e gli lancia contro due siluri, senza risultato.
22 novembre 1940
13 dicembre 1940
Prende il mare per la
terza missione di guerra, nelle acque dell’isola di Fano.
17 dicembre 1940
Conclude la missione
rientrando alla base.
1940-1941
Secondo una fonte,
durante i giorni conclusivi di una missione al largo delle coste dell’Algeria,
il Millelire s’imbatte in un
battellino con a bordo l’equipaggio di un idrovolante italiano CANT Z. abbattuto
(tenente pilota Cesare Palmieri), che trae in salvo. In realtà, tuttavia, non
risulta che il Millelire abbia
compiuto missioni in quelle acque, o che in generale abbia compiuto altre
missioni di guerra oltre a quelle elencate in questa cronologia, ragion per cui
è possibile un errore circa il nome del sommergibile.
21 gennaio 1941
Inviato in agguato ad
ovest di Pago (per altra fonte, nel Canale d’Otranto). Rientrerà alla base a
fine mese.
Il Millelire in emersione, probabilmente nei primi anni di servizio (g.c. Franco Lena via www.naviearmatori.net) |
1941
Per qualche mese, il Millelire viene assegnato quale unità
per addestramento alla Scuola Sommergibili di Pola, unitamente al Balilla e ad altri tra i sommergibili
più anziani della Regia Marina (Toti,
Des Geneys ed altri).
15 maggio 1941
Posto in disarmo e
rinominato G.R. 248; trasformato in
deposito galleggiante di carburante (G.R. significa "Galleggiante
Rifornimento", termine che identificava le cisterne ad uso portuale
iscritte al Registro dei Galleggianti anziché a quello del Naviglio Militare).
Per altre fonti
sarebbe stato messo in disarmo il 15 aprile 1941, ma si tratta di un errore: "Navi
militari perdute" dell’U.S.M.M. indica la data del 15 aprile, ed essa
risulta anche la più logica, dato che al Millelire
venne assegnata la sigla G.R. 248
successiva a quella (G.R. 247)
assegnata al Balilla, che fu
disarmato il 28 aprile (così non sarebbe stato se il Millelire fosse stato il primo ad essere radiato).
Luglio-Dicembre 1941
L’ex Millelire viene utilizzato per fornire
energia elettrica durante le operazioni di recupero della corazzata Conte di Cavour, affondata da
aerosiluranti britannici nella rada di Taranto nel novembre precedente.
L’energia fornita dai generatori del Millelire
e di altre unità viene impiegata per alimentare le pompe che espellono l’acqua
dallo scafo della corazzata affondata, permettendo di riportarla a galla.
Il Millelire, sulla sinistra, affiancato alla Cavour il 12 luglio 1941, intento a fornire energia elettrica per il recupero (g.c. STORIA militare) |
Benzina e lattice
Quando l’Italia entrò
nella seconda guerra mondiale, il Millelire
era in assoluto una delle unità più anziane della numerosa flotta subacquea
italiana, ormai troppo vetusto per poter essere efficacemente impiegato in
guerra. Di conseguenza, dopo aver eseguito una manciata di missioni, il 15 maggio
1941 il sommergibile – ormai troppo vetusto e poco affidabile – venne posto in
disarmo e trasformato in bettolina carburanti e pontone di carica, ricevendo al
posto del nome la sigla G. R. 248; sorte toccata al contempo al gemello Balilla e, due anni più tardi, anche al Toti (lo Sciesa, adibito a missioni di trasporto verso l’Africa
Settentrionale, venne invece affondato nel 1942).
Per circa un anno il G. R. 248 fu adibito a solo impiego
portuale, ma nell’estate del 1942, mentre in Egitto infuriavano i combattimenti
attorno ad El Alamein, lo Stato Maggiore della Marina, pressato da sempre più
insistenti richieste di carburante da parte del Comando tedesco, decise tra le
altre cose – insieme all’adozione di altri provvedimenti per incrementare la
quantità di carburante inviata in Nordafrica, come l’utilizzo in missioni di
trasporto degli incrociatori ausiliario Barletta
e Brioni e quello dei
cacciatorpediniere (che però ebbe luogo soltanto a partire dall’autunno) – di
utilizzare il Millelire per
trasportare carburante in Africa Settentrionale. Completamente svuotato degli
apparati interni, viaggiando semisommerso a rimorchio del cacciatorpediniere Saetta (dotato di apposite attrezzature per
rimorchi veloci), l’ex Millelire
avrebbe potuto trasportare circa 1030 tonnellate di carburante nei propri
compartimenti-serbatoi (altra fonte parla di 600 tonnellate di benzina in latte)
ad una velocità relativamente elevata.
L’ex sommergibile
venne così sottoposto a pesanti modifiche: vennero eliminate la torretta, i
motori principali ed ausiliari, le eliche e qualsiasi altra parte superflua per
il nuovo impiego, fino a lasciare un guscio vuoto. Lo scafo venne quindi diviso
in compartimenti a tenuta stagna, ognuno dei quali avrebbe funto da cisterna, e
la prua venne modificata in modo da avere una forma più idrodinamica, che
avrebbe permesso il rimorchio dell’unità ad una velocità di 18 nodi.
Il Millelire, ormai convertito in bettolina/pontone e ribattezzato G.R. 248, in una foto scattata a Taranto nel 1941, durante i lavori di recupero della Cavour (Coll. Guido Alfano via Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net) |
Il 13 luglio 1942 il G.R. 248 “effettuò” la sua prima
missione di questo tipo, venendo rimorchiato da Navarino a Suda dal Saetta, scortato dalla torpediniera Polluce.
Due mesi dopo, alle
8.45 del 13 settembre 1942, l’ex Millelire
lasciò Taranto a rimorchio del Saetta
(capitano di corvetta Enea Picchio) trasportando ben 690 tonnellate di
carburante (247 di benzina e 443 di gasolio) destinate a Tobruk. Il rimorchio
poteva avvenire a 14 nodi, velocità superiore a quella della maggior parte
delle navi mercantili dell’epoca; Saetta
e Millelire erano scortati dalla
vecchia torpediniera Castelfidardo.
Giunte a Navarino
alle 11 del 14 settembre, le due navi ed il sommergibile-bettolina ripartirono
alle 7.15, procedendo a 14 nodi lungo le rotte costiere della Grecia
occidentale. Durante la navigazione le unità vennero sorvolate da ricognitori e
bengalieri, ma giunsero indenni a Tobruk alle 10 del 17 settembre.
Alle 16 dell’11
ottobre 1942 il G.R. 248 lasciò
Tobruk nuovamente a rimorchio del Saetta
(capitano di corvetta Enea Picchio), in convoglio con la motonave Col di Lana. Lo strano convoglio era
scortato dal cacciatorpediniere Freccia
(capitano di fregata Giuseppe Andriani) e dalle torpediniere Lupo (capitano di corvetta Carlo Zinchi)
ed Antares (capitano di corvetta
Maurizio Ciccone). Tra le 00.00 e l’1.40 del 12 ottobre il convoglio venne
attaccato da bombardieri una settantina di miglia a nord di Tobruk; verso l’una
di notte l’Antares venne colpita da
alcune bombe, subendo gravi danni e perdite tra l’equipaggio (31 morti e 37
feriti), dovendo essere presa a rimorchio dalla Lupo, che la condusse a Suda (dove arrivarono alle 13 del giorno
seguente).
Il resto del
convoglio proseguì e, alle 17 del 12, si divise: Col di Lana, Freccia e la
torpediniera Perseo (mandata da Suda)
diressero per il Pireo, mentre il Saetta,
con a rimorchio l’ex Millelire, fece rotta
su Navarino, scortato dalla torpediniera Lira,
inviata da Suda. Cacciatorpediniere, torpediniera e sommergibile-bettolina
arrivarono a Navarino alle 2.30.
Complessivamente, i
risultati dell’impiego del Millelire
per il trasporto di carburante in Nordafrica furono giudicati positivi.
Quando gli Alleati
sbarcarono in Sicilia, il 10 luglio 1943, l’ex Millelire si trovava proprio in quell’isola; all’occupazione
statunitense di Palermo, nel luglio del 1943, il relitto del
sommergibile-bettolina venne trovato affondato nel porto di quella città.
Così rimase per due
anni e mezzo, finché a guerra ormai finita da tempo, il 28 febbraio 1946, lo scafo
dell’ex sommergibile venne riportato a galla.
Il 18 ottobre 1946 il Millelire venne ufficialmente radiato
dai quadri della Marina (ormai non più Regia), ma non andò alla demolizione: venne
invece acquistato dalla Società Pirelli, che lo trasformò in una
bettolina-deposito per trasporto di lattice di gomma e lo impiegò in questa
funzione, ormeggiato alternativamente a Genova od a La Spezia (zona San
Bartolomeo), per quasi trent’anni, dal 1948 al 1975. Trattandosi di un’unità
già da tempo disarmata e trasformata in bettolina, e soprattutto di un relitto
recuperato, l’ex Millelire non era
soggetto a restrizioni per impiego civile (fu acquistato dalla Pirelli come
rottame).
Il Millelire, trasformato in bettolina lattice della Pirelli, fotografato a Genova il 26 ottobre 1958 (g.c. Carlo Martinelli, via www.naviearmatori.net) |
Due foto
del Millelire ormeggiato a Genova
come bettolina lattice, il 19 ottobre 1962 (foto Giorgio Ghiglione, via g.c.
Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net)
In questa nuova forma
(senza più torretta, e con lo scafo pesantemente modificato), il Millelire si ritrovò così ad essere
l’ultimo sommergibile della Regia Marina ancora esistente: i battelli
sopravvissuti al conflitto erano stati tutti demoliti nel 1948 per disposizione
del trattato di pace, ad eccezione di Giada
e Vortice, i quali, dopo un lungo
servizio nella Marina del dopoguerra, erano a loro volta andati incontro alla
fiamma ossidrica alla fine degli anni Sessanta; anche i pochi sommergibili
finiti in mano ad altre Marine per cattura o cessione – il greco Matrozos ex Perla, il francese Narval
ex Bronzo, il britannico P 711 ex Galilei, lo jugoslavo Sava
ex Nautilo, i sovietici S 32 ex Marea e S 41 ex Nichelio – erano ormai stati tutti
demoliti.
Ma anche la lunga
storia del Millelire vide infine il
proprio epilogo. Ritenuto ormai non più utile anche dalla Pirelli, nel 1977
l’ultimo superstite di quella che un tempo era stata la seconda flotta
subacquea del mondo venne demolito in sordina, nel 1977.
Un’altra foto del Millelire nella sua ultima forma (da www.betasom.it) |
Bgiorno. Il Millelire dal 17 dicembre 1936 fu al comando del CC Alberto Manlio Gionocchio.
RispondiEliminaGrazie, aggiungo.
EliminaBgiorno. A me risulta che il solo Millelire (con il Mameli) nel marzo del 1929 transitò lo stretto di Gibilterra per la prima volta per recarsi in Atlantico per collaudare le possibilità delle nuove costruzioni italiane per un'eventuale guerra da corsa. I comandanti del Millelire e del Mameli furoro rispettivamnete i CC Pietro Parenti e Valerio Della Campana.
RispondiEliminaGraggiungo.
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