sabato 13 maggio 2017

Tembien

Il Tembien nel 1941 (da “Sommergibili italiani” di Alessandro Turrini ed Ottorino Ottone Miozzi, USMM, 1999, via www.betasom.it)

Sommergibile di piccola crociera della classe Adua (698 tonnellate di dislocamento in superficie e 866 t in immersione).
Durante la guerra effettuò complessivamente 10 missioni offensive/esplorative e 6 tra addestrative e di trasferimento, percorrendo 9806 miglia in superficie e 1881 in immersione.

Breve e parziale cronologia.

6 febbraio 1937
Impostazione nei cantieri Odero Terni Orlando del Muggiano.
6 febbraio 1938
Varo nei cantieri Odero Terni Orlando del Muggiano.
1° luglio 1938
Entrata in servizio.
10 agosto 1938
Posto alle dipendenze di Maricosom (il Comando della flotta subacquea italiana), viene assegnato al V Gruppo Sommergibili di Lero, e dislocato in tale isola. Qui effettua crociere di addestramento e di resistenza.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella seconda guerra mondiale. Il Tembien è dislocato a Messina, inquadrato nella XXXV Squadriglia Sommergibili (III Gruppo Sommergibili), insieme ai gemelli Durbo e Beilul. Comandante del sommergibile è il capitano di fregata Primo Longobardo, che però lo lascerà dopo pochi giorni, assegnato a nuova destinazione.
1° luglio 1940
Inviato in agguato al largo di Malta.
5 luglio 1940
Rientra alla base.
Luglio 1940
Prende il mare per la seconda missione di guerra, ma deve interromperla prima di giungere nella zona d’agguato e rientrare, a causa di un’avaria.
1° agosto 1940
Inviato al largo di Creta per un agguato.
6 agosto 1940
Rientra alla base, dopo aver pattugliato anche le acque di Sollum.
23 settembre 1940
Inviato in agguato al largo di Tobruk.
28 settembre 1940
Partecipa, senza successo, al contrasto dell’operazione britannica «MB. 5», consistente nell’invio a Malta di 1200 uomini ed un carico di rifornimenti mediante erano gli incrociatori leggeri Liverpool e Gloucester, con l’appoggio di due corazzate (Valiant e Warspite), una portaerei (Illustrious), due incrociatori leggeri (Orion e Sydney), un incrociatore pesante (York) ed undici cacciatorpediniere.
6 ottobre 1940
Rientra alla base.
Ne assume il comando il tenente di vascello Guido Gozzi.
21 novembre 1940
Breve missione di agguato notturno al largo di Malta.
22 novembre 1940
Altro breve agguato notturno a ponente di Malta.
26 novembre 1940
Inviato in agguato a ponente di Malta, 26 miglia ad ovest di Comino (isolotto situato tra Malta e Gozo), per partecipare al contrasto all’operazione britannica «Collar» (trasferimento di navi da Alessandria a Gibilterra, invio di convogli con rifornimenti da Gibilterra a Malta ed ai porti del Levante, il tutto col concorso della Forza H e della Mediterranean Fleet: ne scaturirà l’inconclusiva battaglia di Capo Teulada).
27 novembre 1940
Alle 23.24 il Tembien (tenente di vascello Guido Gozzi) avvista verso sud tre grandi navi da guerra, che avanzano alla velocità stimata di 9 nodi su rotta stimata 320° (verso nordovest); si tratta del 3rd Cruiser Squadron britannico (incrociatore pesante York, incrociatori leggeri Glasgow e Gloucester), in mare nell’ambito del traffico di convogli britannici connesso all’operazione «Collar». Alle 23.28 (per altra fonte le 22.26), in posizione 36°00’ N e 14°47’ E (o 13°47’ E), il battello lancia due siluri da 1500 metri di distanza (altre fonti parlano di 500 metri). Dato che le armi mancano il bersaglio, il Tembien riduce ulteriormente la distanza, sino a meno di 1000 metri; indi, alle 23.33 (o 23.34), lancia altri due siluri. Questa volta viene sentito un forte scoppio dopo 45 secondi, ma in realtà i siluri hanno nuovamente fatto cilecca; il Tembien, disimpegnatosi con immersione rapida, viene sottoposto per breve tempo a caccia con bombe di profondità (per altra fonte, le unità britanniche non si sono accorte di essere state attaccate).
30 novembre 1940
Rientra alla base.
1° gennaio 1941
Inviato al largo di Sollum.
8 gennaio 1941
Alle 00.45 il Tembien (tenente di vascello Guido Gozzi) avvista un grosso piroscafo al largo di Bardia, e lo attacca col lancio di tre coppiole di siluri in rapida successione: questi, però, hanno corsa irregolare e non vanno a segno.
È il primo caso in cui si manifesta, nella Regia Marina, corsa irregolare dei siluri: seguirà un’inchiesta della Direzione Generale Armi e Armamenti Navali, che scoprirà che alcuni componenti del congegni di guida dei siluri, in un lotto prodotto dal silurificio di Fiume, si starano nelle condizioni di sollecitazione del momento in cui i siluri vengono lanciati, così impedendo di mantenere la direzione della corsa.

Il capitano di corvetta Guido Gozzi, ultimo comandante del Tembien (g.c. Giovanni Pinna)

12 gennaio 1941
Rientra alla base.
3 febbraio 1941
Agguato al largo di Malta.
12 febbraio 1941
Rientra alla base ed entra in Arsenale per un turno di lavori.
Febbraio-Giugno 1941
Ai lavori.
12 giugno 1941
Il marinaio cannoniere Gennaro Ietro, 30 anni, da Caserta, muore sul Tembien nel Mediterraneo centrale.
26 giugno 1941
Inviato al largo della Cirenaica.
29 giugno 1941
Alle 20.41 il Tembien avvista una formazione di navi britanniche al largo di Ras Azzaz, un centinaio di miglia a levante di Tobruk: si tratta dei cacciatorpediniere Defender (capitano di corvetta Gilbert Lescombie Farnfield) e Waterhen (capitano di corvetta James Hamilton Swain), in navigazione da Tobruk (assediata dalle forze dell’Asse) ad Alessandria d’Egitto con truppe della 6a Divisione Australiana.
Proprio mentre il Tembien li sta osservando, i due cacciatorpediniere vengono attaccati, al largo di Sollum, da 19 bombardieri in picchiata Junkers Ju 87 “Stuka”: dodici tedeschi (Sturzkampfgeschwader 1 della Luftwaffe) e sette italiani (239a Squadriglia da Bombardamento in picchiata della Regia Aeronautica, capitano Giuseppe Cenni). Uno di questi ultimi, pilotato dal maresciallo Ennio Tarantola, colpisce il Waterhen a poppa con una bomba da 500 kg. Il danno risulta subito gravissimo; le sale macchine e caldaie sono immediatamente allagate, e l’equipaggio inizia ad abbandonare la nave.
Il Tembien tenta di avvicinarsi per impartire il colpo di grazia al cacciatorpediniere danneggiato, ma il Defender – che si sta anch’esso avvicinando, per prendere a rimorchio il Waterhen – lo avvista (poco lontano, a proravia) ed apre il fuoco contro di esso, costringendolo a lanciare alla cieca (due siluri, dai tubi poppieri, da meno di 600 metri) per poi immergersi rapidamente.
Per altra fonte, invece, il Tembien giunge avvista un cacciatorpediniere che sembra procedere a bassa velocità, distante 600 metri (il Waterhen, già danneggiato dall’attacco), lancia i siluri contro di esso e solo dopo il lancio viene avvistato e costretto a disimpegnarsi da un secondo cacciatorpediniere (il Defender), che tenta infruttuosamente di speronarlo.
In ogni caso, i siluri non vanno a segno; il Tembien si disimpegna in immersione, eludendo la caccia con bombe di profondità senza subire danni. Il Waterhen, irrimediabilmente danneggiato dalla bomba, affonderà per conto proprio all’1.50 del giorno seguente, capovolgendosi in posizione 32°15’ N e 25°20’ E (sette miglia a nord di Sidi el Barrani), dopo un vano tentativo di rimorchio da parte del Defender.
3 luglio 1941
Rientra alla base.
 
Il varo del Tembien (da “Sommergibili classe 600 serie Adua” di Alessandro Turrini, su “Rivista Italiana di Difesa” n. 3 – marzo 1986, via Marcello Risolo)

Speronamento

Il 31 luglio 1941 il Tembien, al comando del capitano di corvetta Guido Gozzi, salpò da Augusta (per altre fonti, Messina) diretto a ponente di Malta, dove avrebbe dovuto formare, con altre tre unità (Fratelli Bandiera, Luciano Manara e Zaffiro), uno sbarramento di sommergibili allo scopo di intercettare forze navali britanniche che erano state segnalate come in transito nel Canale di Sicilia. Era infatti in corso l’operazione britannica «Style», che consisteva nell’invio a Malta dell’incrociatore posamine Manxman e degli incrociatori leggeri Hermione ed Arethusa (Forza X), in missione di trasporto veloce di 1746 uomini (70 ufficiali e 1676 sottufficiali e soldati, in parte rimasti a Gibilterra quando il piroscafo Leinster, facente parte del precedente convoglio «Substance» diretto a Malta, si era incagliato, in parte imbarcati su navi dello stesso convoglio che erano dovute rientrare a Gibilterra perché danneggiate) e 130 tonnellate di rifornimenti, con la scorta diretta dei cacciatorpediniere Lightning e Sikh ed indiretta di parte della Forza H dell’ammiraglio James Somerville (corazzata Nelson, incrociatore da battaglia Renown, portaerei Ark Royal, due incrociatori ed otto cacciatorpediniere). Quale azione diversiva, i britannici avrebbero anche effettuato un bombardamento di Porto Conte ed Alghero da parte dei cacciatorpediniere Maori e Cossack e di aerei della portaerei Ark Royal (il che avvenne tra le 2.15 e le 4.45 del 1° agosto, con danni trascurabili).
Le navi dirette a Malta avevano lasciato Gibilterra alle sei del mattino del 30 luglio, ed alle 17.30 la notizia (che la Forza H era partita da Gibilterra alle 7, diretta verso est) era giunta a Supermarina, che aveva subito disposto l’invio di vari sommergibili (oltre a Tembien, Zaffiro, Bandiera e Manara tra Malta e Pantelleria, altri quattro battelli furono schierati a sudovest della Sardegna: Alagi, Aradam, Diaspro e Serpente), oltre a varie altre misure (sospensione del traffico nel Mediterraneo Centrale, concentrazione a Pantelleria di 13 MAS, approntamento delle 6 torpediniere disponibili in Sicilia, ricognizioni aeree su vaste zone di entrambi i bacini del Mediterraneo). Supermarina era già stata messa in allarme dall’intensificarsi, nei giorni precedenti, del traffico radio nemico a carattere operativo e degli attacchi aerei contro le basi aeree della ricognizione marittima in Sicilia e Sardegna, oltre che dalla comparsa di ricognitori britannici a Taranto e nelle basi del Tirreno meridionale.
Il 1° agosto il Tembien raggiunse la zona d’agguato, situata nella zona meridionale dello sbarramento di sommergibili. Nelle prime ore del 2 agosto il Tembien si trovava in superficie – non si saprà mai se per ricaricare le batterie, o per avvicinarsi alla formazione britannica (che stava attraversando la sua zona d’agguato) ed attaccare, o per ragioni ancora differenti – quando fu avvistato da un aereo dell’Ark Royal. Poco dopo – alle tre di notte – l’incrociatore leggero Hermione (capitano di vascello Geoffrey Nigel Oliver), in navigazione a 28 nodi verso Malta, lo avvistò a sua volta e manovrò per speronarlo: la prua dell’Hermione, lanciato ad alta velocità, tagliò in due il sommergibile italiano, affondandolo nel punto 36°21’ N e 12°40’ E (a metà strada tra Pantelleria e Malta, a sudest di Pantelleria), al largo di Tunisi ed a sudovest della Sicilia. L’Arethusa ed il Manxman, che seguivano l’Hermione, urtarono a loro volta contro il relitto già semisommerso del battello italiano quando passarono sopra il punto in cui era affondato.
Morirono il comandante Gozzi, altri 4 ufficiali e 37 tra sottufficiali e marinai; non ci furono superstiti. Non è del tutto chiaro se l’intero equipaggio affondò con il sommergibile, o se invece alcuni uomini (magari trovandosi in coperta od in torretta) finirono in mare ma non furono recuperati dalle navi britanniche, che proseguirono a tutta forza verso Malta: Albert Pettman, capo fuochista del Manxman, annotò nel suo diario che “l’Hermione sperona un U-Boat [termine spesso usato impropriamente, dai marinai britannici dell’epoca, per indicare in generale i sommergibili dell’Asse] e lo taglia in due, nessun membro dell’equipaggio viene salvato perché dobbiamo essere lontani da qui prima dell’alba (“HMS Hermione rams a U-boat and cuts it in two, none of the crew are saved as we must be well away before day break”)”.
L’Hermione riportò solo danni lievi nello speronamento (una falla di sei metri a prua, che tuttavia non gli impedì di proseguire a tutta velocità verso al sua destinazione); al suo arrivo a Malta, tre ore dopo, un “pezzo” del Tembien venne trovato accartocciato attorno alla prua dell’incrociatore. Alcuni dei rottami del sommergibile vennero recuperati e trasformati in “souvenir” o portafortuna, come un pezzo di ferro che fu forgiato in forma di ferro di cavallo. Dopo il rientro a Gibilterra (4 agosto) l’incrociatore passò alcuni giorni ai lavori per le riparazioni dei danni riportati alla prua. Il comandante Oliver ricevette in seguito il Distinguished Service Order per l’affondamento del Tembien.

Perirono con il battello:

Egidio Argentini, sottocapo motorista, da Crocetta del Montello
Luigi Arpaia, sottocapo furiere, da Torre Annunziata
Carlo Bottazzi, marinaio elettricista, da Milano
Vincenzo Bozzo, sottotenente di vascello (ufficiale di rotta), da Zoagli
Salvatore Buscemi, secondo capo segnalatore, da Avola
Enrico Conte, tenente del Genio Navale (direttore di macchina), da Taranto
Camillo Cornia, sottocapo radiotelegrafista, da Modena
Gaspare Della Valle, marinaio cannoniere, da Torino
Vincenzo Di Gelido, sottocapo elettricista, da Chiaravalle
Venanzio Di Giulio, secondo capo nocchiere, da Molina Aterneo
Giuseppe Esposito, capo silurista di seconda classe, da Napoli
Adolfo Pietro Fabbri, marinaio silurista, da Aulla
Onorio Fanzini, capo radiotelegrafista di terza classe, da Villanuova sull’Arda
Eugenio Ferrari, sottocapo fuochista, da Genova
Paolino Gala, marinaio cannoniere, da Luogosanto
Franco Gambi, sottocapo motorista, da Milano
Emilio Giagnocovo, marinaio motorista, da San Biase
Giannino Giannini, marinaio motorista, da Terni
Guido Gozzi, capitano di corvetta (comandante), da Bologna
Michele Iaccarino, sergente silurista, da Castellammare di Stabia
Herve Ercole Introini, sergente furiere, da Castellanza
Francesco Ladisa, sottocapo elettricista, da Bari
Luigi Lanfranchi, guardiamarina (ufficiale alle armi), da Milano
Raffaele Lettieri, marinaio, da Torre del Greco
Giovanni Lucchetti, marinaio silurista, da Brezzo di Bedero
Tommaso Magnani, sottotenente di vascello (comandante in seconda), da Gaeta
Silverio Mazzella, sottocapo nocchiere, da Ponza
Mario Nardini, secondo capo meccanico, da Catania
Romeo Noto, marinaio, da Torre del Greco
Mario Orrù, capo elettricista di seconda classe, da Cagliari
Francesco Paolantonio, sergente elettricista, da Isernia
Carlo Pedicini, capo meccanico di terza classe, da Foglianise
Gabriele Pedicini, sottocapo radiotelegrafista, da Foglianise
Raffaele Pisini, marinaio fuochista, da Arezzo
Federico Ritonnaro, marinaio cannoniere, da Napoli
Salvatore Salatino, marinaio, da Napoli
Fernando Siroti, sottocapo silurista, da Macerata
Benedetto Tarana, marinaio silurista, da Gonzaga
Giuseppe Ugolini marinaio motorista, da Napoli
Carlo Vassena, secondo capo elettricista
Umberto Venturi, capo meccanico di seconda classe, da Francavilla Fontana
Renato Viesti, marinaio elettricista, da Taranto


Un dipinto di Marc Stone ritraente l’affondamento del Tembien (UK National Archives) e, sotto, manifesti propagandistici britannici da esso tratti (da La Voce del Marinaio).


Un ferro di cavallo ricavato da un rottame del Tembien rimasto incastrato nella prua dell’Hermione (da www.oldnautibits.com).



Nessun commento:

Posta un commento