Il Tembien nel 1941 (da “Sommergibili italiani” di Alessandro Turrini ed Ottorino Ottone Miozzi, USMM, 1999, via www.betasom.it) |
Sommergibile di
piccola crociera della classe Adua (698 tonnellate di dislocamento in
superficie e 866 t in immersione).
Durante la guerra
effettuò complessivamente 10 missioni offensive/esplorative e 6 tra
addestrative e di trasferimento, percorrendo 9806 miglia in superficie e 1881
in immersione.
Breve e parziale cronologia.
6 febbraio 1937
Impostazione nei
cantieri Odero Terni Orlando del Muggiano.
6 febbraio 1938
Varo nei cantieri
Odero Terni Orlando del Muggiano.
1° luglio 1938
Entrata in servizio.
10 agosto 1938
Posto alle dipendenze
di Maricosom (il Comando della flotta subacquea italiana), viene assegnato al V
Gruppo Sommergibili di Lero, e dislocato in tale isola. Qui effettua crociere
di addestramento e di resistenza.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella
seconda guerra mondiale. Il Tembien è
dislocato a Messina, inquadrato nella XXXV Squadriglia Sommergibili (III Gruppo
Sommergibili), insieme ai gemelli Durbo
e Beilul. Comandante del sommergibile
è il capitano di fregata Primo Longobardo, che però lo lascerà dopo pochi
giorni, assegnato a nuova destinazione.
1° luglio 1940
Inviato in agguato al
largo di Malta.
5 luglio 1940
Rientra alla base.
Luglio 1940
Prende il mare per la
seconda missione di guerra, ma deve interromperla prima di giungere nella zona
d’agguato e rientrare, a causa di un’avaria.
1° agosto 1940
Inviato al largo di
Creta per un agguato.
6 agosto 1940
Rientra alla base,
dopo aver pattugliato anche le acque di Sollum.
23 settembre 1940
Inviato in agguato al
largo di Tobruk.
28 settembre 1940
Partecipa, senza
successo, al contrasto dell’operazione britannica «MB. 5», consistente
nell’invio a Malta di 1200 uomini ed un carico di rifornimenti mediante erano
gli incrociatori leggeri Liverpool e
Gloucester, con l’appoggio di due
corazzate (Valiant e Warspite), una portaerei (Illustrious), due incrociatori leggeri (Orion e Sydney), un incrociatore pesante (York) ed undici cacciatorpediniere.
6 ottobre 1940
Rientra alla base.
Ne assume il comando
il tenente di vascello Guido Gozzi.
21 novembre 1940
Breve missione di
agguato notturno al largo di Malta.
22 novembre 1940
Altro breve agguato
notturno a ponente di Malta.
26 novembre 1940
Inviato in agguato a
ponente di Malta, 26 miglia ad ovest di Comino (isolotto situato tra Malta e
Gozo), per partecipare al contrasto all’operazione britannica «Collar»
(trasferimento di navi da Alessandria a Gibilterra, invio di convogli con
rifornimenti da Gibilterra a Malta ed ai porti del Levante, il tutto col
concorso della Forza H e della Mediterranean Fleet: ne scaturirà l’inconclusiva
battaglia di Capo Teulada).
27 novembre 1940
Alle 23.24 il Tembien (tenente di vascello Guido
Gozzi) avvista verso sud tre grandi navi da guerra, che avanzano alla velocità
stimata di 9 nodi su rotta stimata 320° (verso nordovest); si tratta del 3rd
Cruiser Squadron britannico (incrociatore pesante York, incrociatori leggeri Glasgow
e Gloucester), in mare nell’ambito
del traffico di convogli britannici connesso all’operazione «Collar». Alle
23.28 (per altra fonte le 22.26), in posizione 36°00’ N e 14°47’ E (o 13°47’ E),
il battello lancia due siluri da 1500 metri di distanza (altre fonti parlano di
500 metri). Dato che le armi mancano il bersaglio, il Tembien riduce ulteriormente la distanza, sino a meno di 1000
metri; indi, alle 23.33 (o 23.34), lancia altri due siluri. Questa volta viene
sentito un forte scoppio dopo 45 secondi, ma in realtà i siluri hanno
nuovamente fatto cilecca; il Tembien,
disimpegnatosi con immersione rapida, viene sottoposto per breve tempo a caccia
con bombe di profondità (per altra fonte, le unità britanniche non si sono
accorte di essere state attaccate).
30 novembre 1940
Rientra alla base.
1° gennaio 1941
Inviato al largo di
Sollum.
8 gennaio 1941
Alle 00.45 il Tembien (tenente di vascello Guido
Gozzi) avvista un grosso piroscafo al largo di Bardia, e lo attacca col lancio
di tre coppiole di siluri in rapida successione: questi, però, hanno corsa
irregolare e non vanno a segno.
È il primo caso in
cui si manifesta, nella Regia Marina, corsa irregolare dei siluri: seguirà
un’inchiesta della Direzione Generale Armi e Armamenti Navali, che scoprirà che
alcuni componenti del congegni di guida dei siluri, in un lotto prodotto dal
silurificio di Fiume, si starano nelle condizioni di sollecitazione del momento
in cui i siluri vengono lanciati, così impedendo di mantenere la direzione
della corsa.
12 gennaio 1941
Rientra alla base.
3 febbraio 1941
Agguato al largo di
Malta.
12 febbraio 1941
Rientra alla base ed
entra in Arsenale per un turno di lavori.
Febbraio-Giugno 1941
Ai lavori.
12 giugno 1941
Il marinaio cannoniere Gennaro Ietro, 30 anni, da Caserta, muore sul Tembien nel Mediterraneo centrale.
26 giugno 1941
Inviato al largo
della Cirenaica.
29 giugno 1941
Alle 20.41 il Tembien avvista una formazione di navi
britanniche al largo di Ras Azzaz, un centinaio di miglia a levante di Tobruk:
si tratta dei cacciatorpediniere Defender
(capitano di corvetta Gilbert Lescombie Farnfield) e Waterhen (capitano di corvetta James Hamilton Swain), in
navigazione da Tobruk (assediata dalle forze dell’Asse) ad Alessandria d’Egitto
con truppe della 6a Divisione Australiana.
Proprio mentre il Tembien li sta osservando, i due
cacciatorpediniere vengono attaccati, al largo di Sollum, da 19 bombardieri in
picchiata Junkers Ju 87 “Stuka”: dodici tedeschi (Sturzkampfgeschwader 1
della Luftwaffe) e sette italiani (239a Squadriglia da Bombardamento
in picchiata della Regia Aeronautica, capitano Giuseppe Cenni). Uno di questi
ultimi, pilotato dal maresciallo Ennio Tarantola, colpisce il Waterhen a poppa con una bomba da 500
kg. Il danno risulta subito gravissimo; le sale macchine e caldaie sono
immediatamente allagate, e l’equipaggio inizia ad abbandonare la nave.
Il Tembien tenta di avvicinarsi per
impartire il colpo di grazia al cacciatorpediniere danneggiato, ma il Defender – che si sta anch’esso
avvicinando, per prendere a rimorchio il Waterhen
– lo avvista (poco lontano, a proravia) ed apre il fuoco contro di esso,
costringendolo a lanciare alla cieca (due siluri, dai tubi poppieri, da meno di
600 metri) per poi immergersi rapidamente.
Per altra fonte,
invece, il Tembien giunge avvista un
cacciatorpediniere che sembra procedere a bassa velocità, distante 600 metri
(il Waterhen, già danneggiato
dall’attacco), lancia i siluri contro di esso e solo dopo il lancio viene
avvistato e costretto a disimpegnarsi da un secondo cacciatorpediniere (il Defender), che tenta infruttuosamente di
speronarlo.
In ogni caso, i siluri
non vanno a segno; il Tembien si
disimpegna in immersione, eludendo la caccia con bombe di profondità senza
subire danni. Il Waterhen,
irrimediabilmente danneggiato dalla bomba, affonderà per conto proprio all’1.50
del giorno seguente, capovolgendosi in posizione 32°15’ N e 25°20’ E (sette
miglia a nord di Sidi el Barrani), dopo un vano tentativo di rimorchio da parte
del Defender.
3 luglio 1941
Rientra alla base.
Il varo del Tembien (da “Sommergibili classe 600 serie Adua” di Alessandro Turrini, su “Rivista Italiana di Difesa” n. 3 – marzo 1986, via Marcello Risolo) |
Speronamento
Il 31 luglio 1941 il Tembien, al comando del capitano di
corvetta Guido Gozzi, salpò da Augusta (per altre fonti, Messina) diretto a
ponente di Malta, dove avrebbe dovuto formare, con altre tre unità (Fratelli Bandiera, Luciano Manara e Zaffiro),
uno sbarramento di sommergibili allo scopo di intercettare forze navali
britanniche che erano state segnalate come in transito nel Canale di Sicilia.
Era infatti in corso l’operazione britannica «Style», che consisteva nell’invio
a Malta dell’incrociatore posamine Manxman
e degli incrociatori leggeri Hermione
ed Arethusa (Forza X), in missione di
trasporto veloce di 1746 uomini (70 ufficiali e 1676 sottufficiali e soldati,
in parte rimasti a Gibilterra quando il piroscafo Leinster, facente parte del precedente convoglio «Substance»
diretto a Malta, si era incagliato, in parte imbarcati su navi dello stesso
convoglio che erano dovute rientrare a Gibilterra perché danneggiate) e 130
tonnellate di rifornimenti, con la scorta diretta dei cacciatorpediniere Lightning e Sikh ed indiretta di parte della Forza H dell’ammiraglio James
Somerville (corazzata Nelson,
incrociatore da battaglia Renown,
portaerei Ark Royal, due incrociatori
ed otto cacciatorpediniere). Quale azione diversiva, i britannici avrebbero
anche effettuato un bombardamento di Porto Conte ed Alghero da parte dei
cacciatorpediniere Maori e Cossack e di aerei della portaerei Ark Royal (il che avvenne tra le 2.15 e
le 4.45 del 1° agosto, con danni trascurabili).
Le navi dirette a
Malta avevano lasciato Gibilterra alle sei del mattino del 30 luglio, ed alle
17.30 la notizia (che la Forza H era partita da Gibilterra alle 7, diretta
verso est) era giunta a Supermarina, che aveva subito disposto l’invio di vari
sommergibili (oltre a Tembien, Zaffiro, Bandiera e Manara tra
Malta e Pantelleria, altri quattro battelli furono schierati a sudovest della
Sardegna: Alagi, Aradam, Diaspro e Serpente), oltre a varie altre misure
(sospensione del traffico nel Mediterraneo Centrale, concentrazione a
Pantelleria di 13 MAS, approntamento delle 6 torpediniere disponibili in
Sicilia, ricognizioni aeree su vaste zone di entrambi i bacini del Mediterraneo).
Supermarina era già stata messa in allarme dall’intensificarsi, nei giorni
precedenti, del traffico radio nemico a carattere operativo e degli attacchi
aerei contro le basi aeree della ricognizione marittima in Sicilia e Sardegna,
oltre che dalla comparsa di ricognitori britannici a Taranto e nelle basi del
Tirreno meridionale.
Il 1° agosto il Tembien raggiunse la zona d’agguato,
situata nella zona meridionale dello sbarramento di sommergibili. Nelle prime
ore del 2 agosto il Tembien si
trovava in superficie – non si saprà mai se per ricaricare le batterie, o per
avvicinarsi alla formazione britannica (che stava attraversando la sua zona
d’agguato) ed attaccare, o per ragioni ancora differenti – quando fu avvistato
da un aereo dell’Ark Royal. Poco dopo
– alle tre di notte – l’incrociatore leggero Hermione (capitano di vascello Geoffrey Nigel Oliver), in
navigazione a 28 nodi verso Malta, lo avvistò a sua volta e manovrò per
speronarlo: la prua dell’Hermione,
lanciato ad alta velocità, tagliò in due il sommergibile italiano, affondandolo
nel punto 36°21’ N e 12°40’ E (a metà strada tra Pantelleria e Malta, a sudest
di Pantelleria), al largo di Tunisi ed a sudovest della Sicilia. L’Arethusa ed il Manxman, che seguivano l’Hermione,
urtarono a loro volta contro il relitto già semisommerso del battello italiano
quando passarono sopra il punto in cui era affondato.
Morirono il comandante
Gozzi, altri 4 ufficiali e 37 tra sottufficiali e marinai; non ci furono
superstiti. Non è del tutto chiaro se l’intero equipaggio affondò con il
sommergibile, o se invece alcuni uomini (magari trovandosi in coperta od in
torretta) finirono in mare ma non furono recuperati dalle navi britanniche, che
proseguirono a tutta forza verso Malta: Albert Pettman, capo fuochista del Manxman, annotò nel suo diario che “l’Hermione sperona un U-Boat [termine
spesso usato impropriamente, dai marinai britannici dell’epoca, per indicare in
generale i sommergibili dell’Asse] e lo taglia in due, nessun membro
dell’equipaggio viene salvato perché dobbiamo essere lontani da qui prima dell’alba
(“HMS Hermione rams a U-boat and cuts it
in two, none of the crew are saved as we must be well away before day break”)”.
L’Hermione riportò solo danni lievi nello
speronamento (una falla di sei metri a prua, che tuttavia non gli impedì di
proseguire a tutta velocità verso al sua destinazione); al suo arrivo a Malta, tre
ore dopo, un “pezzo” del Tembien
venne trovato accartocciato attorno alla prua dell’incrociatore. Alcuni dei
rottami del sommergibile vennero recuperati e trasformati in “souvenir” o portafortuna,
come un pezzo di ferro che fu forgiato in forma di ferro di cavallo. Dopo il
rientro a Gibilterra (4 agosto) l’incrociatore passò alcuni giorni ai lavori per
le riparazioni dei danni riportati alla prua. Il comandante Oliver ricevette in
seguito il Distinguished Service Order per l’affondamento del Tembien.
Perirono con il battello:
Egidio Argentini, sottocapo motorista, da Crocetta del Montello
Luigi Arpaia, sottocapo furiere, da Torre Annunziata
Carlo Bottazzi, marinaio elettricista, da Milano
Vincenzo Bozzo, sottotenente di vascello (ufficiale di rotta), da Zoagli
Salvatore Buscemi, secondo capo segnalatore, da Avola
Enrico Conte, tenente del Genio Navale (direttore di macchina), da Taranto
Camillo Cornia, sottocapo radiotelegrafista, da Modena
Gaspare Della Valle, marinaio cannoniere, da Torino
Vincenzo Di Gelido, sottocapo elettricista, da Chiaravalle
Venanzio Di Giulio, secondo capo nocchiere, da Molina Aterneo
Giuseppe Esposito, capo silurista di seconda classe, da Napoli
Adolfo Pietro Fabbri, marinaio silurista, da Aulla
Onorio Fanzini, capo radiotelegrafista di terza classe, da Villanuova sull’Arda
Eugenio Ferrari, sottocapo fuochista, da Genova
Paolino Gala, marinaio cannoniere, da Luogosanto
Franco Gambi, sottocapo motorista, da Milano
Emilio Giagnocovo, marinaio motorista, da San Biase
Giannino Giannini, marinaio motorista, da Terni
Guido Gozzi, capitano di corvetta (comandante), da Bologna
Michele Iaccarino, sergente silurista, da Castellammare di Stabia
Herve Ercole Introini, sergente furiere, da Castellanza
Francesco Ladisa, sottocapo elettricista, da Bari
Luigi Lanfranchi, guardiamarina (ufficiale alle armi), da Milano
Raffaele Lettieri, marinaio, da Torre del Greco
Giovanni Lucchetti, marinaio silurista, da Brezzo di Bedero
Tommaso Magnani, sottotenente di vascello (comandante in seconda), da Gaeta
Silverio Mazzella, sottocapo nocchiere, da Ponza
Mario Nardini, secondo capo meccanico, da Catania
Romeo Noto, marinaio, da Torre del Greco
Mario Orrù, capo elettricista di seconda classe, da Cagliari
Francesco Paolantonio, sergente elettricista, da Isernia
Carlo Pedicini, capo meccanico di terza classe, da Foglianise
Gabriele Pedicini, sottocapo radiotelegrafista, da Foglianise
Raffaele Pisini, marinaio fuochista, da Arezzo
Federico Ritonnaro, marinaio cannoniere, da Napoli
Salvatore Salatino, marinaio, da Napoli
Fernando Siroti, sottocapo silurista, da Macerata
Benedetto Tarana, marinaio silurista, da Gonzaga
Giuseppe Ugolini marinaio motorista, da Napoli
Carlo Vassena, secondo capo elettricista
Umberto Venturi, capo meccanico di seconda classe, da Francavilla Fontana
Renato Viesti, marinaio elettricista, da Taranto
Un
dipinto di Marc Stone ritraente l’affondamento del Tembien (UK National Archives) e, sotto, manifesti propagandistici
britannici da esso tratti (da La Voce del Marinaio).
Un ferro di cavallo ricavato da un rottame del Tembien rimasto incastrato nella prua dell’Hermione (da www.oldnautibits.com). |
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