sabato 12 dicembre 2015

DM 23 Rosina S.

La nave con l’originario nome di Colombina Tonetti (g.c. Mauro Millefiorini)

Il Rosina S. era un motoveliero da carico, una nave goletta lunga 37,5 metri e stazzante 299 tsl, con scafo in legno, costruita nel 1917 dal cantiere A. Terrizzano di Imperia. In origine si era chiamata Colombina Tonetti, ma nel periodo interbellico aveva cambiato nome in Rosina S. Suo ultimo armatore fu Catello Sorrentino & C. di Torre del Greco; la nave era iscritta con matricola 1133 al Compartimento Marittimo di Torre del Greco.
Il 3 novembre 1940 il Rosina S. venne requisito dalla Regia Marina ed iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato con sigla DM 23, quale dragamine magnetico.

Alle 7.30 del 21 dicembre 1942 il Rosina S., al comando del nocchiere di prima classe Raimondo Di Donna, salpò da Trapani alla volta di Susa (da dove, per altra fonte, sarebbe dovuto poi proseguire per Tripoli).
Alle 18.26 dello stesso giorno, però, il motoveliero venne avvistato nel golfo di Hammamet dal sommergibile britannico P 211 (poi Safari, al comando del capitano di fregata Benjamin Bryant), che si avvicinò in immersione per vederci chiaro (la nave avvistata sembrava una goletta, ma non si riusciva a distinguerla con certezza nella luce del crepuscolo) ed alle 18.55 emerse e si pose all’inseguimento del Rosina S., che aveva ora identificato come una grossa goletta a tre alberi.
Alle 19.14 il P 211 aprì il fuoco col cannone da 460 metri, colpendo subito il bersaglio. Una scialuppa si allontanò dal motoveliero danneggiato, mentre altri uomini si gettarono in mare.
Il sommergibile proseguì nel suo martellamento del motoveliero, ma dopo più di 40 colpi questo ancora galleggiava. Bryant recuperò allora dodici naufraghi dal mare (tra cui quattro feriti) dopo di che finì il Rosina S. con un siluro, che ne causò l’immediato affondamento, cinque miglia a sud di Hammamet. Erano ormai le 22.
Il P 211 si allontanò poi diretto a Malta, dove sbarcare i prigionieri e caricare altre munizioni, lasciando dietro di sé altri naufraghi ancora in acqua.

Sulla composizione e sorte dell’equipaggio del Rosina S. sembra esservi una certa confusione. Stando al volume “La difesa del traffico con l’Africa Settentrionale dal 1° ottobre 1942 alla caduta della Tunisia”, edito dall’Ufficio Storico della Marina Militare, il motoveliero aveva a bordo 27 uomini, dei quali otto, tra cui il comandante Di Donna, morirono, mentre undici furono presi prigionieri dal Safari ed i rimanenti otto riuscirono ad allontanarsi su un’imbarcazione e raggiungere la costa.
Dai documenti britannici, però, risulta una versione differente: i superstiti presi prigionieri affermarono che erano in 39 sul Rosina S., 24 membri dell’equipaggio e 15 militari della Regia Marina di passaggio. In più, dal giornale di bordo del Safari risulta che 12, e non 11, furono i naufraghi recuperati e catturati; per di più, tra di essi vi sarebbe stato anche il comandante del motoveliero, che invece “dovrebbe” essere tra le vittime. È possibile che il comandante Di Donna sia stato recuperato ferito dal Safari, e sia successivamente deceduto (ciò spiegherebbe anche la discrepanza tra gli 11 prigionieri di fonte italiana ed i 12 menzionati dal sommergibile), oppure che Di Donna fosse morto e che qualcun altro, tra i naufraghi recuperati, si fosse spacciato per il comandante.
La scialuppa che il Safari vide allontanarsi dovrebbe essere quella sulla quale, secondo l’USMM, si salvarono gli otto superstiti che non furono catturati.
Gli altri naufraghi che il sommergibile non raccolse e lasciò in mare quando si allontanò, a quanto sembrerebbe, non furono più trovati, e non sopravvissero.
Se si dà credito alla versione secondo cui 39 uomini erano sul Rosina S., 12 furono recuperati dal P 211 e 8 si misero in salvo con una lancia, le vittime sarebbero state 19.


L’affondamento del Rosina S. nel giornale di bordo del Safari (da Uboat.net):

“1726 hours - Sighted a vessel to the Eastward. She was thought to be a schooner but as light was failing this was not sure. Closed submerged to investigate.
1755 hours - Surfaced and followed the vessel that was now seen to be a large 3-masted schooner to the Southward.
1814 hours - Opened fire from a range of 500 yards. The ship was immediately hit. A boat was seen leaving the target and other men were seen jumping overboard. After 40 hits or more she still refused to sink. 12 Survivors were picked up including her Captain. 4 Were wounded. A torpedo was then fired to sink the ship. It hit and she sank at once. Cdr. Bryant decided to proceed to Malta to land the prisoners and embark ammunition.
According to survivors, her crew consisted of 24 men and 15 naval passengers. Other survivors were left in the water. It is not known if they were rescued.”



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