La nave con l’originario nome
di Kelet (da www.hajoregiszter.hu)
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Piroscafo da carico
da 873 tsl e 493 tsn, lungo 62,7
metri , largo 9,8 e pescante 4,2, velocità 11 nodi.
Appartenente all’armatore Enrico Ravano, di Genova, ed iscritto con matricola
1839 al Compartimento Marittimo di Genova.
Breve e parziale cronologia.
Maggio 1904
Completato nei
cantieri William Dobson & Co. di Newcastle-upon-Tyne (numero di cantiere
135) come Kelet, per la Ungarische
Levante-Seeschiffahrts-Actien-Gesellschaft, con sede a Fiume (all’epoca facente
parte deell’Impero Austroungarico). Stazza e portata lorda originarie sono 942
tsl e 1250 tpl.
1917
Requisito dalla
Marina imperiale austroungarica (K.u.K. Kriegsmarine) durante la prima guerra
mondiale.
Un’altra immagine della nave
come Kelet (da www.hajoregiszter.hu)
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Giugno 1917
Derequisito.
1920
In seguito alla
dissoluzione dell’Impero Austroungarico (dopo la prima guerra mondiale), la
compagnia armatrice diventa Società di Navigazione Marittima Levante, sempre
con sede a Fiume (ora divenuta uno “Stato Libero”). La nave conserva il suo
nome di Kelet. (Per altra fonte la
nave batté bandiera italiana dal 1919).
1925
Venduto ad armatori
italiani, cambia nome in Orte.
1933
Acquistato
dall’armatore Giuseppe Spina di Genova e ribattezzato Villa Carla. Stazza lorda e netta risultano 909 tsl e 528 tsn.
1934
Venduto alla
compagnia Dani & Co. di Genova e ribattezzato Giambattista.
1939
Acquistato dagli
armatori genovesi L. Mangiarotti ed E. Ravano e ribattezzato Angiulin.
Il Kelet a Varna nel 1905 (da www.hajoregiszter.hu) |
L’affondamento
L’Angiulin fu una delle primissime vittime
nella guerra del Mediterraneo, prima ancora che questa venisse dichiarata.
Quando infatti il
piccolo piroscafo salpò da Licata alla volta di Napoli, il 9 giugno 1940,
l’Italia non aveva ancora dichiarato guerra a Francia e Regno Unito: l’avrebbe
fatto soltanto il giorno seguente. Ma già dal 6 giugno, i posamine della Regia
Marina erano entrati in attività, disseminando di mine – dopo aver diramato un
apposito avviso ai naviganti – le coste della Penisola. L’8 giugno le
torpediniere Alcione ed Aretusa avevano posato un campo minato
al largo di Capo Granitola, e le loro gemelle Airone ed Ariel ne
avevano posato un altro nelle stesse acque. Acque che la nave doveva
attraversare.
Ma l’Angiulin non arrivò mai a Napoli: scomparve
con tutto l’equipaggio, e tutto ciò che ne fu trovato furono alcuni rottami.
La nave aveva, con
ogni probabilità, urtato una mina al largo di Capo Granitola.
Scomparvero con l'Angiulin:
(nominativi tratti dall'Albo d'Oro della Marina Mercantile, si ringrazia Carlo Di Nitto)
Umberto Arena, capitano di lungo corso, da Livorno
Ferdinando Bogazzi, fuochista, da Carrara
Onofrio Bruno, marinaio, da Molfetta
Angelo Cantini, ufficiale di macchina, da Livorno
Riccardo Cristofoli, giovanotto
Domenico Gentiluomo, marinaio, da Bagnara Calabra
Francesco Gentiluomo, marinaio, da Bagnara Calabra
Vincenzo Pitone, fuochista, da Siderno
Giovanni Sannino, capitano di lungo corso, da Torre del Greco
Alfredo Scotto, cuoco, da Monte Argentario
Benedetto Solaro, pennese, da Monte Argentario
Attilio Tellini, direttore di macchina, da Livorno
Il Kelet a Galati (da www.hajoregiszter.hu) |
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