L’RD 22 (Coll. Guido Alfano, via Giorgio Parodi e www.naviearmatori.net) |
Dragamine della
classe RD 21. Dislocamento standard 196 tonnellate e 201 a pieno carico, 38,1
metri di lunghezza per 5,82-6 di larghezza e 1,54-2,14 di pescaggio; velocità
12-13 nodi, autonomia 650 miglia. Armato con un cannone da 76/40 mm e due
mitragliatrici da 13,2 mm (per altra fonte, da 6,5 mm).
Breve e parziale cronologia.
6 agosto 1917
Impostazione nel Regio
Cantiere Navale di Castellammare di Stabia (numero di costruzione 117).
31 dicembre 1917
Varo nel Regio
Cantiere Navale di Castellammare di Stabia.
1° febbraio 1918
Entrata in servizio.
12 febbraio 1942
L’RD 22, insieme alla torpediniera Insidioso ed a due motovedette, viene
inviato alla ricerca dei superstiti del piroscafo Duino, affondato quattro giorni prima per urto contro mina al largo
di Bari. Il Duino, partito da Cattaro
per Bari il mattino dell’8 febbraio, non è mai arrivato a destinazione e sono
trascorsi alcuni giorni prima che iniziassero le ricerche: soltanto al tramonto
dell’11 febbraio il piroscafo Anna
Martini ha trovato due zattere cariche di naufraghi della nave scomparsa, a
17 miglia per 63° da Bari. I superstiti salvati dall’Anna Martini hanno raccontato che ci sono almeno altre due zattere,
che hanno visto allontanarsi dopo l’affondamento; per questo all’alba del 12
febbraio, vengono inviati a cercarle l’RD
22 e le altre tre unità, che conducono le ricerche in cooperazione con un
aereo. Le quattro unità si dirigono verso il punto in cui l’Anna Martini
ha trovato dei naufraghi, ed è proprio l’RD
22 ad avvistare e soccorrere le due zattere di cui avevano parlato i
naufraghi: a bordo ci sono 23 superstiti ancora in vita ed un cadavere. Dopo
questi, non verrà trovato più alcun altro naufrago del Duino: su 217 tra civili e militari a bordo del piroscafo, in 173
sono affondati con la nave o scomparsi in mare nei quattro giorni trascorsi
alla deriva.
L’affondamento
Dopo l’armistizio
dell’8 settembre 1943, l’RD 22 rimase
in territorio controllato dal “Regno del Sud”.
All’1.20 del 25
ottobre 1943, nel corso di un normale spostamento legato all’attività di
dragaggio, l’RD 22 saltò in aria a
100 metri per 60° dal semaforo di Brindisi. Probabilmente l’esplosione era
stata causata da una mina magnetica (secondo altra versione, l’RD 22 venne affondato dall’esplosione
della mina mentre si apprestava ad iniziare il dragaggio davanti al porto di
Brindisi).
Non vi furono
superstiti. Alcune salme furono recuperate nei giorni successivi, come quella del
marinaio ventitreenne Domenico Ranieri, di Mola di Bari: rinvenuta tre giorni
dopo il disastro, venne portata nella locale infermeria, dove ne venne
constatato il decesso. Il riconoscimento avvenne per mezzo della piastrina e di
un dente rotto, riconosciuto da un cognato. Ranieri venne inizialmente sepolto
nel cimitero di Brindisi, da dove venne poi riesumato otto giorni più tardi e
trasportato nel paese natio, ove vennero celebrati i funerali nella Chiesa
della Purificazione, alla presenza di una nutrita folla.
Le vittime:
Antonino Alioto, marinaio nocchiere, disperso
Armando Assogna, marinaio fuochista, disperso
Vito Barnabà, sottocapo fuochista, disperso
Salvatore Bazzano, sottocapo nocchiere,
deceduto
Giovanni Cattaneo, marinaio fuochista,
deceduto
Silverio Colonna, sottocapo segnalatore,
disperso
Leonardo Comitini, capo nocchiere di seconda
classe, deceduto
Bruno Cum, sottocapo torpediniere, deceduto
Domenico Di Camillo, marinaio fuochista,
deceduto
Stefano Fricano, marinaio fuochista, disperso
Alfonso Gennari, marinaio fuochista, deceduto
Salvatore Grasso, sottocapo nocchiere,
deceduto
Raffaele Guadalupi, marinaio, deceduto
Giovanni Lepore, sottocapo nocchiere, disperso
Giordano Loredan, secondo capo cannoniere,
disperso
Giuseppe Monese, marinaio nocchiere, deceduto
Giuseppe Presti, sottocapo torpediniere,
disperso
Primo Rabach, marinaio, disperso
Domenico Ranieri, marinaio, deceduto
Salvatore Russo, marinaio fuochista, disperso
Guido Tanganelli, capo meccanico di prima
classe, deceduto
Antonio Tommasi, sergente fuochista, deceduto
Pietro Vampa, marinaio nocchiere, disperso
Alberto Vergati, sottocapo cannoniere,
disperso
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