Il motoveliero Giorgio I, poi Gesù e Maria, in costruzione a Viareggio (g.c. Mauro Millefiorini) |
Vedetta foranea, già
motoveliero da carico (brigantino goletta) da 238 tsl, 206 tsn e 340 tpl, lungo
36,40 metri, largo 7,88 e pescante 4,02. Appartenente all’armatore Gaspare Abbà
di Rimini fino al febbraio 1941, poi all’armatore Gino Rossini anch’egli di
Rimini; iscritto con matricola 564 al Compartimento Marittimo di Rimini,
nominativo di chiamata INTM.
Breve e parziale cronologia.
1920
Costruito nel
Cantiere Costruzione e Navigazione Velieri di Viareggio come veliero Giorgio I (o Giorgio L.), un brigantino goletta con scafo in legno ed
originariamente privo di motore.
Stazza lorda e netta
245 tsl e 211 tsn. Iscritto con matricola 446 al Compartimento Marittimo di
Trapani; nominativo di chiamata NRHT (INTM dal 1934).
19??
Acquistato
dall’armatore Giuseppe Vajarelli di Trapani.
19??
Ribattezzato Gesù e Maria.
19??
Acquistato dagli
armatori Davide e Gaspare Abbà ed Abuta Vasini di Rimini, ed Oreste Lazzarini
di Bellaria.
Gli Abbà, famiglia
amatoriale riminese di origini istriane, sono proprietari di una piccola flotta
di motovelieri adibiti ai traffici nell’Adriatico ed in tutto il Mediterraneo.
Sembra per la verità
esservi una notevole confusione riguardo la storia del Giorgio I/Gesù e Maria nel
periodo interbellico. Secondo "Navi mercantili perdute", allo scoppio
della guerra il Gesù e Maria
apparteneva all'armatore Gaspare Abbà di Rimini (e poi Gino Rossini, sempre di
Rimini, dal febbraio 1941), e secondo un articolo sulla storia della famiglia
Abbà, questi sarebbe anzi stato il suo proprietario fin dall'inizio.
Viceversa, il registro dei velieri del Lloyd's Register indica come armatore di
questa nave, ininterrottamente dal 1930 al 1942, Giuseppe Vajarelli di Trapani.
Detto registro peraltro sembra indicare alternativamente il suo nome precedente
come Giorgio L. o Giorgio I. Per giunta, secondo i Lloyd's Register, ancora nel 1940 il Gesù e Maria non sarebbe stato dotato di
motore, il che ne farebbe un veliero anziché – come indicato da "Navi
mercantili perdute" e dalla Gazzetta Ufficiale dell’epoca – un
motoveliero.
Il libro "La
flotta scomparsa" di Flavio Serafini, dal canto suo, dà il Gesù e Maria come appartenente, nel
1937-1938, ad armatori di Trapani (dunque, con ogni probabilità, Giuseppe
Vajarelli). È possibile che l’acquisto da parte degli Abbà sia avvenuto nel
1940, forse dopo l’inizio della guerra (anche se ciò sembrerebbe contraddire il
summenzionato articolo), e che proprio da questi il Gesù e Maria sia stato motorizzato.
31 ottobre 1940
Requisito dalla Regia
Marina ed iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato come vedetta
foranea, con sigla V 165.
Febbraio 1941
Ceduto da Gaspare
Abbà a Gino Rosini, anch’egli di Rimini.
3 maggio 1941
Assegnato come nave
appoggio alla XIII Squadriglia MAS (composta dai MAS 534, 535, 538
e 539), posta alle dipendenze del
neocostituito Comando Gruppo Navale dell’Egeo Settentrionale (Marisudest, con
sede ad Atene e retto dal capitano di vascello Corso Pecori Giraldi) in seguito
all’occupazione della Grecia.
L’affondamento
Il mattino del 12
giugno 1941 il Gesù e Maria, al
comando del capo nocchiere militarizzato di prima classe Domenico Ghezzo, si
trovava in navigazione dal Pireo a Mudros (Lemno) con un carico di materiali e
parti di ricambio per l’Aeronautica quando, verso le 10.15, venne avvistato dal
sommergibile britannico Torbay
(capitano di corvetta Anthony Cecil Capel Miers) da una distanza di circa tre
miglia.
Il Torbay era partito da Alessandria
d’Egitto il 28 maggio per la sua terza missione di guerra (la seconda in
Mediterraneo), da svolgere nell’Egeo settentrionale; nelle due settimane in cui
era stato in mare aveva affondato a cannonate i caicchi Pi 2104 Agios Nikolaos e Le
135 Menelaos (entrambi greci, ma sotto controllo tedesco), e coi siluri le
navi cisterna Giuseppina Ghirardi,
italiana, ed Alberta, della Francia
di Vichy; un altro caicco greco, il Poseidon,
l’aveva mandato a picco speronandolo, dopo averlo fatto abbandonare
dall’equipaggio. Il Gesù e Maria
sarebbe stato l’ultima vittima di questa fruttuosa missione.
Dopo aver avvistato
il motoveliero italiano, il Torbay
rimase immerso per circa un’ora, poi emerse e si pose al suo inseguimento. Alle
11.39 il sommergibile aprì il fuoco con il proprio cannone da 102 mm contro il Gesù e
Maria: bastarono tredici minuti e venticinque colpi di cannone per mandare
a fondo la piccola nave italiana. Il Gesù
e Maria colò a picco in posizione 39°10’ N e 25°20’ E, a nordovest dell’isola
di Sciro (Skyros) ed a 19 miglia per 137° dall’isola di Strati.
Il comandante Ghezzo,
dopo aver ordinato all’equipaggio superstite di abbandonare la nave, scese
sottocoperta per un estremo tentativo di salvare il suo motoveliero: non risalì
mai più. Alla sua memoria venne conferita la Medaglia d’Argento al Valor
Militare.
Alle 12.52 il Torbay s’immerse e si allontanò verso
sud. Sarebbe giunto ad Alessandria il 16 giugno; il comandante della 1st Submarine Flotilla di
Alessandria, capitano di vascello Sydney Moffatt Raw, avrebbe inviato a Miers
ed ai suoi uomini un messaggio di congratulazioni per la missione
“brillantemente condotta”. Miers era destinato a diventare uno dei più famosi e
decorati sommergibilisti della Royal Navy (avrebbe ricevuto la massima
decorazione militare britannica, la Victoria Cross), ma anche uno dei più
discussi, avendo fatto mitragliare, nel luglio 1941, una zattera carica di soldati
tedeschi dopo aver affondato il caicco che li trasportava.
Su 18 uomini che
componevano l’equipaggio del Gesù e Maria,
nove persero la vita, compreso il comandante Ghezzo; dei nove sopravvissuti,
tratti in salvo dai MAS mandati sul posto, uno rimase gravemente ferito ed un
altro ferito in modo lieve.
Il
sottocapo radiotelegrafista Roberto Becattini, nato a Montevarchi (Arezzo) il
24 settembre 1920, membro dell’equipaggio del Gesù e Maria. Per la condotta tenuta durante e dopo l’affondamento
del motoveliero, fu decorato con la Croce di Guerra al Valor Militare, con
motivazione: “Imbarcato su unità appoggio
M.A.S., che veniva attaccata col cannone da sommergibile nemico ed era in
procinto di affondare, azionava con serenità l’apparato R.T., lanciando i
segnali di soccorso e distruggeva tempestivamente i documenti segreti a lui
affidati. Tratto in salvo, dopo lunga permanenza in mare, chiedeva
insistentemente ed otteneva di imbarcarsi su un M.A.S.”. Passato
successivamente, a richiesta, su un MAS della XIII Squadriglia, riparò in
Turchia in seguito alla caduta di Rodi, nel settembre 1943; qui morì in
ospedale il 28 settembre 1943, all’età di 23 anni. Sotto, due frammenti di una
lettera da lui spedita al fratello Orlando dopo l’affondamento del Gesù e Maria, da Mudros, il 19 agosto
1941 (per g.c. del nipote Roberto Becattini)
La motivazione della
Medaglia d’Argento al Valor Militare conferita alla memoria del capo nocchiere
di 1a classe militarizzato Domenico Ghezzo, nato a Rimini il 17
febbraio 1905:
"Comandante di
piccola unità ausiliaria,di appoggio a Squadriglia Mas, dislocata in un
importante settore operativo, assolveva il delicato compito affidatogli con
coraggio, perizia e spirito di sacrificio. Attaccata l'unità in navigazione
isolata da sommergibile nemico e gravemente colpita col cannone, esaurito ogni
tentativo di salvare il battello, adottava con prontezza e abnegazione i
provvedimenti per mettere in salvo l'equipaggio, incurante di se stesso ma solo
sollecito dell'altrui destino. Sceso nei locali interni dell'unità per
tentare,in un supremo generoso impulso, il salvataggio o perire con essa,
scompariva con la piccola nave, che rapidamente affondava, fedele alla consegna
impostasi di non abbandonarla mai
(Mediterraneo
Orientale, 12 giugno 1941)".
L’affondamento del Gesù e Maria nel giornale di bordo del
Torbay (da Uboat.net):
“At 1115 hours Torbay
sighted a large schooner about three miles away.
At 1218 hours,
Lt.Cdr. Miers surfaced and gave chase.
At 1239 hours,
Torbay, in position 19 nautical miles bearing 137° Strati Island, opened fire
and sank the enemy ship with 25 rounds of gunfire.
At 1252 hours Torbay
dived and proceeded to the south”.
Buonasera, ho una foto del M/V Gesù e Maria nel porto del Pireo con parte dell'equipaggio e mio zio Roberto Becattini (di cui sono omonimo) Sottocapo R.T. imbarcato sul MAS 534. Mio zio era presente al momento dell'affondamento ed in quell'occasione ha ricevuto la Croce di Guerra al Valor Militare. Se ci sono persone interessate sia alla foto che ad altri particolari contattatemi all'indirizzo email seguente: robertobecattini.beck@gmail.com
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