Lo Sturla (g.c. Mauro Millefiorini, via www.naviearmatori.net) |
Piroscafo da carico
di 1195 tsl e 723 tsn, lungo 69,6 metri, largo 10,1 e pescante 4,9.
Appartenente all’armatore Ignazio Messina & C. di Genova, iscritto con
matricola 1565 al Compartimento Marittimo di Genova, nominativo di chiamata
IUOC.
Breve e parziale cronologia.
Gennaio 1884
Completato nei
cantieri Alexander Hall & Sons Ltd. di Aberdeen (numero di cantiere 317)
come britannico Highlands, per la
compagnia Atkinson Brothers di Newcastle-upon-Tyne.
1910-1911
Acquistato dalla
Dalman K. O. F. di Göteborg (Svezia) e ribattezzato Halfdan. (Per altra fonte: acquistato dalla Angf. Aktieb. di
Gotebörg-Manchester, in gestione a Kof Dalman di Göteborg).
1918-1919
Acquistato dalla H.
Uner Akteb, Rob Göhle Man.
1925
Acquistato da F. G.
Reinhold di Danzica e ribattezzato F. G.
Reinhold.
12 ottobre 1926
Il F. G. Reinhold, in navigazione sul fiume
Elba, sperona accidentalmente il piroscafo danese Halland nei pressi di Brunsbüttel, provocandogli una falla nello
scafo.
Dicembre 1928
Acquistato per 6750
lire (dell’epoca) dall’armatore genovese Giuseppe Messina Tabuso e
ribattezzato Sturla.
1931
Donato da Giuseppe
Messina Tabuso ai figli (dei quali il maggiore, Ignazio, diviene unico socio
accomandatario della nuova società), lo Sturla va
a formare, insieme ai piroscafi Oreto, Lido e Foce (tutte navi piccole e vecchie, ma solide), il nucleo
originario della flotta della compagnia Ignazio Messina & C, che andrà poi
accrescendosi notevolmente negli anni a venire.
Insieme ai piroscafi Multedo, Force e Borzoli, lo Sturla viene impiegato dall’armatore
Messina sulla linea tra Italia e Libia, cioè
Livorno-Napoli-Messina-Catania-Malta-Tripoli-Homs-Sliten-Misurata-Sirte-Bengasi,
con deviazioni per Sfax, Susa e Tunisi.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella
seconda guerra mondiale. Lo Sturla
non verrà mai requisito dalla Regia Marina, né iscritto nel ruolo del naviglio
ausiliario dello Stato.
5 novembre 1940
Lo Sturla, insieme ai piroscafi Nirvo ed Irma Calzi, salpa da Palermo per Tripoli alle 5, con la scorta
della torpediniera Castore. Li
accompagna anche il rimorchiatore Polifemo.
8 novembre 1940
Il convoglio arriva a
Tripoli alle 14.30 (o 11.30).
25 novembre 1940
Lo Sturla e la pirocisterna Marangona lasciano Tripoli alle 18
diretti a Bengasi, con la scorta della torpediniera Giuseppe Sirtori.
28 novembre 1940
Il convoglietto
giunge a Bengasi alle 10. Alle 20.30 lo Sturla
ne riparte in convoglio con i piroscafi Marocchino
ed Ezilda Croce, sempre scortati
dalla Sirtori.
30 novembre 1940
Separatosi dalle altre
navi, lo Sturla giunge a Derna; Marocchino ed Ezilda Croce, invece, raggiungono rispettivamente Ain-el-Gazala e
Tobruk.
3 dicembre 1940
Lascia Derna alle 14
per rientrare a Bengasi.
5 dicembre 1940
Raggiunto dalla Sirtori, uscita da Bengasi, lo Sturla vi giunge alle 15.
13 dicembre 1940
Lo Sturla ed il piroscafo Costantina, scortati dalla torpediniera Antonio Mosto, salpano da Bengasi alla
volta di Tobruk, alle 17.
15 dicembre 1940
Le navi arrivano a
Tobruk alle 16.
22 dicembre 1940
Lo Sturla, il Costantina ed un terzo piroscafo, il Prospero, lasciano Tobruk alle 18 per tornare a Tripoli. Li scorta
la Mosto.
Il convoglio deve
tuttavia rientrare a Tobruk.
2 gennaio 1941
Il convoglio riparte
da Tobruk per Tripoli, senza il Costantina.
7 gennaio 1941
Il convoglio giunge a
Tripoli alle 10.
27 febbraio 1941
Lo Sturla ed il piccolo piroscafo Bombardiere lasciano Tripoli alle 4.30,
diretti l’uno a Sfax e l’altro a Palermo. Li scortano varie unità, poi le due
navi si dividono.
2 marzo 1941
Lo Sturla giunge a Sfax alle 10.
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Lo Sturla sotto il precedente nome di Halfdan (da www.marina-mercantile-italiana.net,
via Bruno Enos Ruocco)
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L’affondamento
La sera dell’8 giugno
1941 lo Sturla si trovava in
navigazione nel Golfo di Policastro, quando venne attaccato dal sommergibile
britannico Clyde (capitano di fregata
David Caldicott Ingram). Questi gli lanciò dapprima un siluro, che la nave
riuscì ad evitare; poi aprì il fuoco col proprio cannone, e per il piroscafo
non ci fu scampo. Colpito più volte, lo Sturla
affondò verso le otto di sera a cinque miglia da Maratea.
Dei 15 membri
dell’equipaggio, solo cinque si salvarono, uno dei quali ferito. Gli altri
dieci scomparvero in mare od affondarono con la nave, annegati od uccisi dal
tiro del Clyde.
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Lo stesso disegno, a colori (Società Ignazio Messina, via Rosario Sessa e www.naviearmatori.net) |
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