Il Santarosa subito dopo il varo (da “I sommergibili italiani tra le
due guerre” di Alessandro Turrini, MariStat Udap, 1990, via g.c. Sergio Mariot)
|
Sommergibile di media
crociera della classe Bandiera (dislocamento di 942 tonnellate in superficie e
1147 in immersione).
Il nome patriota cui
era intitolato era in realtà Santorre di Santa Rosa, dunque il nome del
sommergibile, Santorre Santarosa, risulta errato. Per alcune
fonti il nome del sommergibile sarebbe stato Santorre di Santarosa.
Durante la seconda
guerra mondiale effettuò in tutto 38 missioni di guerra (25
offensive/esplorative nel Canale di Sicilia od al largo di Malta, fino al giugno
1942, e le restanti di trasporto, dal luglio 1942 alla perdita, recapitando
339,4 t di materiali, tra cui 72,9 di benzina e oli lubrificanti, 321,5 di
munizioni e 5 di viveri), percorrendo 21.010 miglia nautiche in superficie e
3065 in immersione, e trascorrendo 166 giorni in mare.
Breve e parziale cronologia.
1° maggio 1928
Impostazione presso
il cantiere Odero Terni Orlando di La Spezia.
22 ottobre 1929
Varo presso il
cantiere Odero Terni Orlando di La Spezia.
Il Santarosa durante (Coll. Roberto Liberi) e subito dopo (Coll.
Giuseppe Celeste) il varo (entrambe le foto provengono da www.associazione-venus.it)
29 luglio 1930
Entrata in servizio.
Avendo evidenziato
tendenza al beccheggio, scarsa stabilità e tendenza ad immergersi di prua
durante la navigazione in superficie, i sommergibili della classe Bandiera
saranno sottoposti, nei primi tempi, a consistenti lavori di modifica: a prua
le strutture dello scafo saranno rialzate per inserire una cassa autoallagabile
per mitigare il beccheggio, creando così un “nasone”; verranno installate
controcarene laterali (per aumentare la stabilità) e modificata la forma della
torretta, rendendola più chiusa.
Il Santarosa a La Spezia nel 1930: sopra in superficie, sotto in fase
di immersione (Coll. Giuseppe Celeste via www.associazione-venus.it)
1931
Insieme ai gemelli Fratelli Bandiera, Luciano Manara e Ciro Menotti
(e per un periodo, anche al sommergibile posamine Filippo Corridoni), il Santarosa
va a formare la VI Squadriglia Sommergibili di Media Crociera, avente base a
Taranto.
Santarosa, Menotti e Manara compiono una crociera a Tripoli e
nel Dodecaneso, per verificare le prestazioni della classe; si nota ancora una
tendenza ad infilarsi con mare i prora.
In questi anni è
imbarcato un giovane ufficiale, Gino Birindelli, futura M.O.V.M. e comandante
in capo della squadra navale negli anni ’70.
Il Santarosa ed il gemello Menotti
nel 1931 (g.c. Giorgio Parodi via www.naviearmatori.net)
|
14 marzo 1932
Il Santarosa riceve a La Spezia la bandiera
di combattimento, offerta dal podestà di Savigliano, paese natale di Santorre
di Santa Rosa.
30 maggio 1932
Durante una
navigazione di trasferimento a Taranto, il torpediniere Giovanni Albanese cade
in mare presso Capo Otranto, perdendo la vita.
1932
La VI Squadriglia
Sommergibili viene ribattezzata VII Squadriglia Sommergibili, restando di base
a Taranto. Il Santarosa svolge una
crociera addestrativa in Adriatico.
In questo periodo è
comandante del Santarosa il capitano
di corvetta Ignazio Castrogiovanni.
1933
La VII Squadriglia
viene trasferita a Brindisi. Le sue unità sono impiegate nell’addestramento ed
in brevi crociere in acque italiane.
1934
La VII Squadriglia
Sommergibili viene di nuovo denominata VI Squadriglia, ma viene trasferita a
Napoli. Santarosa e Menotti compiono una crociera nelle
Baleari ed in porti della Spagna.
In questo periodo
presta servizio sul Santarosa il secondo
capo Tullio Tedeschi, altra futura M.O.V.M.
1935
I quattro battelli
della classe vengono trasferiti a Tobruk e vi restano per un anno.
5-20 agosto 1937
Assegnato al II
Gruppo Sommergibili di Messina, il Santarosa
(tenente di vascello Cucherano d’Osasco) parte da Messina il 5 agosto per
effettuare una missione clandestina durante guerra civile spagnola, a supporto
delle forze franchiste. Viene inviato nel Canale di Sicilia, e qui, il 12
agosto, avvista (mentre è in immersione) la petroliera spagnola repubblicana Campeador: mentre manovra per portarsi
in una posizione favorevole all’attacco, sente un’esplosione all’idrofono, e la
nave cisterna affonda. È stata infatti silurata dal cacciatorpediniere italiano
Saetta.
Durante la missione
si solvono altre nove manovre d’attacco contro mercantili sospettati di
trasportare rifornimenti per le forze repubblicane, ma in nessun caso si giunge
al lancio dei siluri.
Il Santarosa rientra alla base il 20
agosto.
1937
Santarosa, Bandiera, Manara e Menotti vanno a formare la XXXII Squadriglia Sommergibili (poi
XXXIV Squadriglia Sommergibili) con base a Messina.
Il Santarosa in una foto del Jane’s Fighting Ships del 1938 (g.c.
Marcello Risolo)
|
19 marzo 1939
Entra in collisione
con il sommergibile Squalo, subendo
danni al braccio portaelica e rottura dei paratimoni orizzontali. Segue un
periodo di lavori in bacino di carenaggio.
10 giugno 1940
Entrata in guerra
dell’Italia. Il Santarosa, insieme a Bandiera, Menotti e Manara, forma
la XXXIII Squadriglia Sommergibili, inquadrata nel VIII Grupsom ed avente base
a Trapani.
21 giugno 1940
Inviato tra Ibiza e Maiorca
per la prima missione di guerra, al comando del capitano di corvetta Guido
Coscia.
26 giugno 1940
Deve rientrare per
avaria al valvolone di scarico dei motori diesel (che causa infiltrazioni
d’acqua), senza aver avvistato alcuna nave avversaria.
Luglio 1940
Inviato in
pattugliamento nel Canale di Sicilia.
14 ottobre 1940
Alle 00.14 il Santarosa (capitano di corvetta Guido
Coscia), salpato da Messina per una missione offensiva a sud di Creta, avvista
– durante la navigazione di trasferimento – un sommergibile da breve distanza e
gli lancia un siluro, mancandolo. Il sommergibile avversario reagisce lanciando
a sua volta un siluro, che manca anch’esso il Santarosa, passandogli sulla sinistra. Lo scontro si è verificato
in posizione 37°46’ N e 17°35’ E; una possibilità è che il sommergibile nemico
coinvolto fosse il britannico Triad
(capitano di corvetta George Stevenson Salt), scomparso in zona negli stessi
giorni (affondato il 15 ottobre dal sommergibile Enrico Toti), sebbene lo scontro riguardante il Santarosa si sia verificato una
quindicina di miglia al di fuori dell’area d’agguato del Triad. Un’altra possibilità è che il sommergibile scomparso fosse
il britannico Rainbow, anch’esso
scomparso nell’area e nel periodo in questione, speronato dal piroscafo Antonietta Costa.
Metà ottobre 1940
Inviato in agguato
tra Alessandria d’Egitto e Creta, senza successo.
8-9 novembre 1940
Durante la notte il Santarosa, in navigazione verso La
Galite per agguato notturno ed intercettazione delle Forze "H" e
"F", britanniche sperona accidentalmente, al largo di Augusta, il trabaccolo Giuseppe e Maria, causandone l’affondamento (alle 3.30 del 9, a 5
miglia per 176° da Capo Passero). Lo stesso Santarosa
riporta seri danni, che lo costringono a rientrare ad Augusta.
3-12 gennaio 1941
In agguato ad ovest
di Malta.
8 gennaio 1941
Avvista in serata
un’unità leggera britannica, ma deve rinunciare ad attaccarla, perché non
riesce a portarsi in una posizione adatta.
10 gennaio 1941
Mentre il Santarosa si trova in agguato 90 miglia
a sudest di Pantelleria, transita nella sua zona la Forza H britannica, di
ritorno a Gibilterra dopo l’operazione «Excess» (consistente nell’invio di
convogli tra Alessandria d’Egitto, Gibilterra, Malta ed il Pireo, scortati da
aliquote della Mediterranean Fleet). Il Santarosa
non riesce a portarsi all’attacco, perché tra le 12.42 e le 18.06 viene
ripetutamente attaccato da unità sottili britanniche, che lanciano in tutto 60
bombe di profondità. Non subisce comunque danni.
10 gennaio 1941
Durante la sera avvista
un’altra unità leggera nemica, ma di nuovo non riesce a portarsi in posizione
idonea al lancio.
4-8 aprile 1941
Inviato in missione
offensiva a ponente di Malta, a contrasto dell’operazione britannica «Winch»
(invio di aerei a Malta, per rafforzare le difese dell’isola, da parte della
Forza H di Gibilterra).
Le condizioni
proibitive del mare provocano una vittima tra l’equipaggio: il 5 aprile il
guardiamarina Emanuele Peretti, di guardia in torretta, viene infatti
trascinato fuori bordo da un colpo di mare e scompare, senza mai più essere
ritrovato.
21-28 aprile 1941
Santarosa, Manara ed i
sommergibili Goffredo Mameli e Ruggero Settimo vengono inviati a
pattugliare le acque attorno a Malta, senza riscuotere successi.
Giugno 1941
Assume il comando del
Santarosa il capitano di corvetta
Pietro Abate, che vi resterà per un anno.
13-15 giugno 1941
Il Santarosa, unitamente al sommergibile Corallo, viene inviato a sud della
Sardegna a contrasto dell’operazione britannica «Tracer», una sortita da
Gibilterra della Forza H (incrociatore da battaglia Renown, portaerei Ark Royal
e Victorious, cacciatorpediniere Faulknor, Fearless, Foresight, Forester, Foxhund, Hesperus e Wishart) con l’obiettivo di lanciare 47
caccia Hawker Hurricane diretti a Malta per rinforzarne le difese aeree. Non
viene avvistata nessuna nave della Forza H.
13 dicembre 1941
Il Santarosa viene inviato a pattugliare le
acque a sud di Malta, insieme ai sommergibili Squalo, Narvalo, Topazio e Veniero, per contrastare un’eventuale uscita in mare della Forza K,
a protezione dell’operazione «M. 41» per il rifornimento della Libia (poi
abortita a seguito degli intensi attacchi britannici e dei relativi danni e
perdite subiti).
18 dicembre 1941
Il Santarosa, insieme ad altri sommergibili
(Squalo, Ascianghi, Topazio, Galatea e Dagabur) viene dislocato ne Mediterraneo centro-orientale con
compiti esplorativi/offensivi, in appoggio all’operazione di traffico «M. 42»,
consistente nell’invio in Libia di due convogli con rifornimenti urgenti per le
truppe italo-tedesche in Africa Settentrionale (312 automezzi, 3224 tonnellate
di carburanti e lubrificanti, 1137 tonnellate di munizioni, 10.409 tonnellate
di materiali vari) con la scorta di consistenti aliquote della flotta da
battaglia. L’operazione si conclude felicemente con l’arrivo dei convogli nei
porti libici.
Giugno 1942
A seguito di
insistenti richieste da parte dei Comandi tedeschi, che premono per l’impiego
dei sommergibili in missioni di trasporto per far giungere rifornimenti in
prossimità delle prime linee, durante l’avanzata delle forze di Rommel – benché
il normale traffico di navi mercantili si stia svolgendo senza problemi, con
perdite limitatissime (e dunque non vi sia alcun bisogno di impiegare i
sommergibili), e nonostante un sommergibile non possa trasportare nemmeno un
decimo di ciò che può caricare una piccola nave mercantile –, il Grupsom
Taranto riceve ordine di adibire alcune delle proprie unità al trasporto di
benzina avio per la Luftwaffe. Altri enti e comandi tedeschi fanno analoga richiesta.
Il Santarosa, in considerazione delle
dimensioni abbastanza grandi (che consentono di stivare qualche decina di
tonnellate di carico) e della sua anzianità (che lo rende sempre meno idoneo
all’impiego offensivo), è tra i sommergibili scelti per questo servizio,
insieme agli altrettanto anziani Sciesa,
Toti e Narvalo ed ai posamine Atropo,
Micca, Bragadin, Corridoni e Zoea.
Il comandante Abate
viene sostituito dal tenente di vascello Giuseppe Simonetti.
5 luglio 1942
Il Santarosa parte da Taranto alle 11.30,
per una missione di trasporto: ha a bordo 51 tonnellate di munizioni, dirette a
Tobruk e Ras Hilal.
9 luglio 1942
Giunge a Tobruk alle
8.30, sbarca il carico e lascia la città alle 19.45.
10 luglio 1942
Giunge a Ras Hilal
alle 9.20, per poi ripartire alle 23 diretto a Taranto.
Il Santarosa (al centro) insieme ai sommergibili Toti (a sinistra) ed Atropo
(a destra), anch’essi impiegati in missioni di trasporto, a Ras Hilal il 10
luglio 1942 (g.c. STORIA militare)
|
14 luglio 1942
Arriva a Taranto alle
15.10.
24 settembre 1942
Salpa da Taranto per
Bengasi, in missione di trasporto di 75 tonnellate di munizioni.
27 settembre 1942
Giunge a Bengasi alle
8, sbarca il carico e riparte alle 17.
30 settembre 1942
Arriva a Taranto alle
14.30.
17 ottobre 1942
A mezzogiorno il Santarosa salpa da Taranto per Bengasi,
in missione di trasporto, con a bordo 25 tonnellate di provviste e 44,3 di
munizioni.
20 ottobre 1942
Arriva a Bengasi alle
8.45, sbarca il carico e riparte alle 16 per il viaggio di ritorno.
23 ottobre 1942
Giunge a Taranto alle
10.40.
31 ottobre 1942
Parte da Taranto per
Tobruk alle 12.20, in missione di trasporto di 70 tonnellate di munizioni.
4 novembre 1942
Arriva a Tobruk alle
9.30, scarica le munizioni e riparte alle 15.20.
7 novembre 1942
Giunge a Taranto alle
16.30.
18 novembre 1942
Parte da Taranto alle
tre di notte, diretto a Buerat con un carico di 26 tonnellate di benzina in
latte e 36 tonnellate di munizioni.
21 o 23 novembre 1942
Alle 7.27 il
sommergibile britannico P 44 (poi United, tenente di vascello Thomas
Erasmus Barlow) avvista su rilevamento 090° (distanza 5500 metri) il Santarosa, avente velocità elevata e
rotta stimata 265°, in posizione 31°27’ N e 15°45’ E. Alle 7.37 il P 44 lancia quattro siluri da 1830
metri; il Santarosa avvista tre delle
armi alle 7.45, a 2 km dalla boa di Buerat, e le evita con pronta manovra.
Il Santarosa giunge a Buerat alle 8.30 e ne
riparte alle 13 (infatti alle 13.40 il P 44 lo avvista di nuovo mentre esce dal
porto, ma è troppo lontano per tentare un altro attacco), dopo aver messo a
terra il carico.
26 novembre 1942
Arriva a Taranto alle
15.10.
Ultima missione
A mezzogiorno del 15
gennaio 1943 il Santarosa (sempre al
comando del tenente di vascello Giuseppe Simonetti), carico di 35 tonnellate di
munizioni e 6 tonnellate di materiali vari (per altra fonte, 40,8 tonnellate di
munizioni, 2,07 – o 20,7 – di benzina e 1,8 di oli lubrificanti), lasciò
Taranto per una missione di trasporto con destinazione Tripoli.
Il senso di una
missione del genere può sfuggire, dal momento che il 15 gennaio 1943 le forze
dell’Asse erano in piena ritirata dalla Tripolitania verso la Tunisia, avendo
rinunciato ad ogni tentativo di difendere Tripoli; era anzi già iniziato lo
sgombero della città, con la partenza delle navi in efficienza che si trovavano
nel porto e la distruzione di quelle non in grado di muovere. Ma gli ordini
erano ordini. Quella del Santarosa
sarebbe stata l’ultima missione di trasporto verso Tripoli da parte di un’unità
militare.
Dopo un viaggio privo
di inconvenienti, il sommergibile raggiunse Tripoli nel mattino del 19 gennaio,
ma alle 6.20 (o 6.30) di quel giorno, poco prima di entrare in porto, il Santarosa si incagliò per un errore di navigazione
sull’estremità settentrionale delle secche di Kaliuscia (a tre miglia
dall’imboccatura del porto di Tripoli), in posizione 37°10’ N e 03°15’ E (altre
fonti indicano posizioni piuttosto differenti: 32°55’ N e 13°11’ E, o 31°10’ N
e 15°15’ E). Per tutto il giorno si cercò di disincagliarlo, con l’assistenza
di tre rimorchiatori, ma invano; intanto tutto il carico venne trasbordato su
delle bettoline, che lo portarono a terra. Alle 23 il sommergibile immobilizzato
venne attaccato una prima da motosiluranti britanniche, che lanciarono
infruttuosamente i loro siluri e vennero respinte.
Alle 2.30 del 20
gennaio (altra fonte indica questo secondo attacco come avvenuto alle 3.30,
mentre il primo già ricordato sarebbe avvenuto alle 2.30 del 20 anziché alle 23
del 19), però, le motosiluranti (erano le MTB
260, 264 e 267, provenienti da Malta, alle quali si unì poi anche la MTB 313) tornarono alla carica; questa
volta un siluro, lanciato dalla MTB 260
(tenente di vascello H. E. Sadds), colpì il Santarosa
al centro, causando danni irreparabili.
Due membri
dell’equipaggio rimasero uccisi: il secondo capo motorista Vito Boccellato,
trentenne, di Palermo, ed il marinaio motorista Gaetano Aprile, ventenne, di
Bari.
Nel pomeriggio del 21
gennaio 1943 (per altra versione, lo stesso 20 gennaio), durante le operazioni
di sgombero della Piazza di Tripoli, il relitto del Santarosa venne minato e fatto saltare in aria per evitare che
potesse essere recuperato dal nemico.
Tripoli cadde il 23
gennaio.
Un’altra immagine del Santarosa (da www.navyworld.narod.ru)
|
Nessun commento:
Posta un commento