La Centauro (da “Le torpediniere italiane 1881-1964” di Mario Paolo
Pollina, USMM, Roma 1974, via Marcello Risolo e www.naviearmatori.net)
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Torpediniera della
classe Spica, tipo Climene (640 tonnellate di dislocamento standard, 970 in carico normale, 1010 a pieno carico). La Centauro e la Climene (ordinate prima delle altre unità del loro sottotipo:
furono le prime due Spica ad essere impostate dopo i prototipi Spica ed Astore,
in un periodo in cui ancora non si era deciso se riprodurre il modello su larga
scala) si differenziavano dalle altre unità dello stesso sottotipo per la
disposizione dei tubi lanciasiluri: un impianto binato e due impianti singoli,
anziché quattro impianti singoli.
Operò in compiti di
scorta convogli tra Italia e Libia e lungo le coste della Libia, svolgendo 79
missioni di questo tipo.
Breve e parziale cronologia.
30 maggio 1934
Impostazione nei
Cantieri Navali Riuniti di Ancona.
19 febbraio 1936
Varo nei Cantieri
Navali Riuniti di Ancona.
16 giugno 1936
Entrata in servizio.
1937
Durante la guerra
civile spagnola, la Centauro
partecipa, con altre unità (incrociatori leggeri Luigi Cadorna ed Armando Diaz,
cacciatorpediniere Freccia, Dardo, Borea, Ostro, Espero, Zeffiro, Saetta e Strale, torpediniere Cigno, Climene, Castore, Altair, Aldebaran, Andromeda, Antares) al blocco del Canale di Sicilia,
per impedire l’invio di rifornimenti alle forze repubblicane spagnole.
7 aprile 1939
La Centauro prende parte allo sbarco e
occupazione italiana dell’Albania inquadrata nel 3° Gruppo Navale, che essa
forma insieme alle gemelle Cigno, Castore e Climene, ai cacciatorpediniere Scirocco,
Grecale, Libeccio e Saetta, alle
corazzate Giulio Cesare e Conte di Cavour, al posamine Azio, alla cisterna militare Isonzo ed al grosso piroscafo Sannio. Il 3° Gruppo, al comando
dell’ammiraglio di squadra Arturo Riccardi (che ha il comando generale delle
operazioni navali) ed incaricato dell’occupazione di Valona, giunge dinanzi al
proprio obiettivo nelle prime ore del 7 aprile. Lo sbarco avviene con un
ritardo di circa un’ora, e le truppe italiane – sbarcano per prime le compagnie
da sbarco di marinai, seguite poi dalla fanteria – sono accolte da quelle
albanesi, asserragliate negli edifici della gendarmeria, della dogana e del
museo archeologico, con tiro di fucili e mitragliere che viene però ridotto al
silenzio dopo un cannoneggiamento di circa dieci minuti da parte delle
torpediniere. Così spezzate le resistenze nell’area portuale, il resto della
città sarà agevolmente occupato dai reparti italiani.
10 giugno 1940
All’atto dell’entrata
dell’Italia nella seconda guerra mondiale, la Centauro forma con le gemelle Cigno,
Castore e Climene la XI Squadriglia Torpediniere, di base a Tripoli ed alle
dipendenze del Comando Marina Libia.
21 luglio 1940
Alle 9.15 la Centauro parte da Bengasi scortando
l’incrociatore leggero Giovanni delle
Bande Nere, ma poco dopo la partenza subisce un’avaria al timone. Le
riparazioni vengono mentre il Bande Nere
incrocia intorno all’avariata Centauro
a scopo protettivo, poi entrambe proseguono verso Tripoli.
22 luglio 1940
Centauro e Bande Nere arrivano
a Tripoli alle 18.52.
29 luglio 1940
La Centauro e le gemelle Circe, Climene e Clio partono da
Napoli scortando, durante l’operazione «Trasporto Veloce Lento», un convoglio
formato dal piroscafo Marco Polo e
dagli incrociatori ausiliari (qui impiegati come trasporti) Città di Napoli e Città di Palermo.
A Messina vengono
sostituite dalle torpediniere Alcione,
Airone, Ariel ed Aretusa; il
convoglio giungerà a Bengasi il 31.
1941
Tre delle quattro
mitragliere binate da 13,2/76 mm, di modesta efficacia, vengono rimosse e
sostituite con altrettante più efficaci armi da 20/65 mm, anch’esse binate,
modello Breda 1935. Vengono inoltre imbarcati due scaricabombe per 40 bombe di
profondità complessive.
11 gennaio 1941
Salpa da Tripoli per
Bengasi scortando la motonave Città di
Messina.
12 gennaio 1941
All’1.35 il
sommergibile britannico Regent
(capitano di corvetta Hugh Christopher Browne) avvista le due navi in posizione
32°48’ N e 14°36’E (al largo di Khoms in Libia); immersosi all’1.59 per
effettuare l’attacco a quota periscopica, non vede più i bersagli e quindi
riemerge alle 2.18, lanciando due siluri da 2740 metri contro la Città di Messina. La nave viene mancata.
13 gennaio 1941
Alle 14 la Centauro, al largo di Homs, avvista scie
di siluri dirette verso di lei e le evita con la manovra, per poi proseguire la
navigazione. Si tratta forse di un falso allarme.
Le due navi giugno a
Bengasi e qui la Città di Messina
imbarca centinaia di uomini della Regia Aeronatica, da evacuare dalla
Cirenaica, ormai prossima alla caduta durante l’operazione «Compass». Centauro e Città di Messina ripartono poi per Tripoli.
15
gennaio 1941
Alle 8.05 il Regent s’imbatte di nuovo nelle due
navi, in posizione 33°03’ N e 14°15’ E (45 miglia ad est di
Tripoli), ed alle 8.46 lancia due siluri contro la Città di Messina, da soli 366 metri di distanza. La motonave è colpita ed
affonda rapidamente nel punto 32°59’ N e 14°11’ E (al largo di Homs, nel Golfo
della Sirte). La Centauro, evitati
quelli che sembrano essere altri due siluri (ma dev’essere un’illusione
ottica), lancia sette bombe di profondità (che scoppiano molto vicine al Regent, frattanto sceso in profondità,
ma non causano danni) e poi procede al salvataggio dei superstiti: solo 166, su
598 uomini che erano imbarcati sulla Città
di Messina.
1° febbraio 1941
La Centauro e la Cigno salpano alle 17 da Bengasi, prossima alla caduta, dirette a
Tripoli, per scortarvi i piroscafi Multedo
e Giovinezza e la nave cisterna Utilitas.
Durante la
navigazione nel Golfo della Sirte, il Multedo
perde il contatto col resto del convoglio e scompare, perduto per cause ignote.
Il sommergibile britannico Truant
lancia tre siluri contro il Giovinezza
e l’Utilitas, ma senza colpirli.
12 febbraio 1941
Alle 4.30 la Centauro salpa da Tripoli scortando un convoglio
formato dal piroscafo italiano Tembien,
dal tedesco Leverkusen e dalla
motonave italiana Mauly.
Alle 9.30 il
sommergibile britannico Utmost
(capitano di corvetta Richard Douglas Cayley) avvista il convoglio a tre miglia
per 100°, mentre quest’ultimo procede con rotta 260°, e lancia tre siluri
contro la Mauly. Uno dei tre va a
segno, colpendo a poppa la Mauly in
posizione 32°50’ N e 13°20’ E (o 33°00’ N e 12°00’ E, o 35°41’ N e 23°01’ E), a
nord di Zuara ed al largo di Tripoli: la motonave viene seriamente danneggiata
ed immobilizzata ed è abbandonata dall’equipaggio, ma rimane galla. La Centauro, dalle 9.54 alle 10.22, dà
infruttuosamente la caccia al sommergibile (sceso a 24 metri di profondità
dopo il lancio), lanciando 25 bombe di profondità; l’Utmost, senza aver subito danni, si ritira verso nordest.
I due mercantili
illesi riprendono poi la navigazione verso ovest, scortato dalla Centauro; la Mauly sarà poi raggiunta da mezzi inviati da Tripoli, che
riusciranno a salvarla con un faticoso rimorchio durato una settimana.
14 febbraio 1941
Centauro, Tembien e Leverkusen raggiungono Napoli alle 10.
8 marzo 1941
Centauro e Clio si uniscono
alla scorta (torpediniere Alcione, Pallade e Polluce) delle motonavi Andrea Gritti e Sebastiano Venier (convoglio
«Sonnenblume 9» per il trasferimento in Libia dell’Afrika Korps), in
navigazione da Napoli a Tripoli.
9 marzo 1941
La Centauro e la gemella Clio salpano a mezzogiorno da Tripoli,
raggiungono un convoglio proveniente da Napoli («Sonnenblume 7», formato dai
mercantili tedeschi Ankara, Reichenfels, Marburg e Kybfels
scortati dai cacciatorpediniere Folgore,
Lampo, Ugolino Vivaldi, Antonio Da
Noli e Lanzerotto Malocello) e lo
accompagnano fino a Tripoli, dove giunge senza danni.
23 marzo 1941
La Centauro, le gemelle Circe, Clio, Castore e Calliope e la più moderna Pegaso lasciano Napoli per scortare
a Tripoli un convoglio composto dai piroscafi Amsterdam, Caffaro e Capo Orso e dalle motonavi Giulia e Col di Lana.
27 marzo 1941
Il convoglio arriva a
Tripoli.
16 aprile 1941
Partecipa ai soccorsi
ai superstiti del convoglio «Tarigo» (piroscafo italiano Sabaudia, piroscafi tedeschi Arta,
Adana, Aegina e Iserlohn,
cacciatorpediniere Luca Tarigo, Lampo e Baleno), annientato la notte precedente dai cacciatorpediniere britannici
Jervis, Janus, Nubian e Mohawk (quest’ultimo affondato nello
scontro). In tutto saranno tratti in salvo 1248 superstiti, mentre le vittime
saranno centinaia.
2 maggio 1941
Alle 16.38 il
sommergibile britannico Upright
(tenente di vascello Russell Stanhope Brookes), dopo aver avvistato dei fumi
quindici minuti prima (in posizione 33°59’ N e 12°01’ E, una cinquantina di
miglia a sudest delle secche di Kerkennah) ed essersi avvicinato per vederci
chiaro, avvista un convoglio composto dai mercantili Tilly L. M. Russ (piroscafo tedesco), Brook (piroscafo tedesco), Bainsizza
(piroscafo italiano), Sanandrea
(pirocisterna italiana) e Max Barendt (rimorchiatore
tedesco) in navigazione da Trapani a Tripoli con la scorta della Centauro, delle gemelle Clio e Polluce, della vecchia torpediniera Generale Carlo Montanari e dell’incrociatore ausiliario RAMB III. Il sommergibile manovra per
attaccare ma il suo inesperto comandante sbaglia la manovra e, al momento di
lanciare i siluri (le 16.52), si ritrova ad appena 275 metri da una delle
navi della scorta: deve così rinunciare all’attacco ed immergersi in
profondità. Alle 17.28 l’Upright,
tornato a quota periscopica, nota che uno dei mercantili è rimasto indietro e
alle 17.43 gli lancia un siluro da 5485 metri , mancandolo.
5 maggio 1941
La Centauro lascia Tripoli insieme ai
cacciatorpediniere Fulmine ed Euro ed alle torpediniere Procione, Orsa, Cigno e Perseo, scortando un convoglio formato
dalla motonave italiana Rialto, dai
mercantili tedeschi Reichenfels, Marburg e Kybfels e dal trasporto truppe Marco
Polo.
Gli incrociatori
leggeri Eugenio di Savoia, Emanuele Filiberto Duca d’Aosta e Muzio Attendolo ed i cacciatorpediniere Antonio Pigafetta, Nicoloso Da Recco, Alvise Da
Mosto, Giovanni Da Verrazzano e Nicolò Zeno forniscono copertura a
distanza.
6 maggio 1941
Alle 13.25 il
convoglio viene avvistato in posizione 37°36’ N e 15°28’ E, su rilevamento
070°, dal sommergibile britannico Unique
(tenente di vascello Anthony Foster Collett), ma questi, che dista una decina di
miglia dalle navi dell’Asse e non è nella posizione prevista a causa di un
errore di navigazione, non è in grado di attaccare.
7 maggio 1941
Il convoglio giunge a
Palermo.
16 luglio 1941
La Centauro ed i cacciatorpediniere Lanciere, Geniere, Alfredo Oriani e
Vincenzo Gioberti salpano da Taranto
per Tripoli alle 16, scortando i trasporti truppe Marco Polo, Neptunia ed Oceania.
Gli incrociatori
pesanti Trieste e Bolzano ed i cacciatorpediniere Ascari, Corazziere e Carabiniere forniscono scorta a
distanza.
Secondo alcune fonti
il convoglio sarebbe infruttuosamente attaccato, alle 13.35 (23 miglia a sud-sud-ovest
di Messina), dal sommergibile britannico Unbeaten,
ma si tratta probabilmente di un errore.
18 luglio 1941
Il convoglio giunge a
Tripoli alle 14.30.
19 luglio 1941
La Centauro e la torpediniera Generale Carlo Montanari partono da
Tripoli scortando la nave cisterna Panuco,
danneggiata da aerosiluranti, che torna in Italia con il suo carico di
carburante, non avendolo potuto scaricare a Tripoli per via dei danni subiti.
22 luglio 1941
Le tre navi
raggiungono Palermo.
3 agosto 1941
Centauro, Cigno, Calliope e Clio salpano da Trapani per andare alla ricerca di una formazione
britannica. Alle 4.45 le torpediniere vengono avvistate in posizione 37°55’ N e
12°00’ E (a sudovest di Marettimo), mentre procedono a 20 nodi su rotta 290°,
dal sommergibile britannico Talisman
(tenente di vascello Michael Willmott). Questi prepara sei tubi al lancio ma,
non riuscendo a ridurre le distanze a meno di 5670 metri , deve rinunciare
all’attacco.
6-23 agosto 1941
Il 6 agosto la Centauro ed il cacciatorpediniere Antoniotto Usodimare, partiti da
Trapani, provvedono alle operazioni preliminari per la posa del tratto «S 41»
della spezzata «S 4»; terminata quest’opera, non rientrano alla base ma
eseguono analoghe operazioni anche per i tratti «S 42», «S 43» e «S 44» della
medesima spezzata. Centauro ed Usodimare attendono poi l’arrivo delle
navi assegnate alla posa (posamine ausiliari Reggio ed Aspromonte e
cacciatorpediniere Pigafetta, Da Mosto, Da Verrazzano, Da Noli, Zeno e Pessagno) per segnalare le estremità dello sbarramento, venendo da
esse avvistati rispettivamente alle 6.02 ed alle 6.10 del 12 agosto, giorno
della posa del tratto «S 41». I tratti «S 42», «S 43» e «S 44» vengono posati
rispettivamente il 16, il 19 ed il 23 agosto. Alle 8.30 del 23 agosto, prima
dell’inizio della posa, Centauro
ed Usodimare, di nuovo in attesa per
segnalazione dei limiti del campo minato, vengono avvistati dalle navi
incaricate della posa.
4 settembre 1941
La Centauro e la torpediniera Pallade salpano da Tripoli alle 16 per
scortare a Bengasi un convoglio formato dal piccolo piroscafo Sirena e dai motovelieri Imperia e Sparviero.
5 settembre 1941
La Pallade lascia la scorta (per alcune
fonti, sostituita dalla Polluce).
7 settembre 1941
Il sommergibile
britannico Thunderbolt (capitano di
corvetta Cecil Bernard Crouch) silura e affonda, 50 miglia a ponente di
Bengasi, il Sirena.
Il resto del
convoglio giunge a Bengasi a mezzogiorno.
Alle 23.30 la Centauro e la Polluce salpano da Messina, sostituendo la torpediniera Nicola Fabrizi nella scorta ai piroscafi
Livorno (tedesco) e Spezia, in navigazione da Napoli a
Bengasi.
8 settembre 1941
Il sommergibile
olandese O 21 attacca
infruttuosamente il convoglio alle 19.29, con un siluro, una quindicina di
miglia a sudest dell’Isola dei Cavoli.
11 settembre 1941
Alle 11.09 il
sommergibile britannico Thunderbolt
(capitano di corvetta Cecil Bernard Crouch) avvista il convoglio, con rotta
110° e su rilevamento 277°, in posizione 32°19’ N e 19°50’ E. Alle 11.48 il
sommergibile lancia tre siluri da 1100 metri: il Livorno è colpito ed affonda in posizione 31°58’ N e 19°23’ E (o
32°20’ N e 19°50’ E; una decina di miglia a nordovest di Bengasi), con la
perdita di 12 dei 46 membri dell’equipaggio. Centauro e Polluce
cercano il sommergibile e lanciano 22 bombe di profondità dalle 11.51 alle
12.13 (anche un CANT Z. 501 partecipa alla caccia), ma invano. Il resto del
convoglio arriverà a Bengasi il giorno stesso, alle 14.30.
18 settembre 1941
La Centauro partecipa alle operazioni di
soccorso dei naufraghi delle motonavi Neptunia
ed Oceania, affondate dal
sommergibile britannico Upholder
mentre trasportavano truppe in Libia. In tutto vengono salvati 5444 uomini su
5838 imbarcati sulle due motonavi.
1° ottobre 1941
Parte da Bengasi alle
17.30 scortando i piroscafi Ascianghi,
Cadamosto ed Anna Maria, diretti a Tripoli.
4 ottobre 1941
Il convoglio giunge a
Tripoli alle 9.30.
12 ottobre 1941
Riparte da Tripoli
alle 17, scortando l’Ascianghi ed il
piroscafo Anna Zippitelli.
15 ottobre 1941
Il convoglio arriva a
Bengasi alle 11.
19 ottobre 1941
Lascia Bengasi alle
19.30 di scorta all’Anna Zippitelli.
22 ottobre 1941
Le due navi arrivano
a Tripoli alle otto del mattino.
9 novembre 1941
Riparte da Tripoli
alle 7 di scorta ai piroscafi Spezia
e Cadamosto, diretti a Bengasi.
11 novembre 1941
Le navi giungono a
Bengasi alle 15.
18 novembre 1941
Salpa da Bengasi alle
18 scortando Spezia, Cadamosto e la motonave Cora.
19 novembre 1941
Alle 14.45 il
convoglio subisce un infruttuoso attacco aereo; la Centauro abbatte ben tre degli aerei attaccanti.
21 novembre 1941
Alle 8 il convoglio
raggiunge Tripoli.
22 novembre 1941
Lasciata Tripoli, la Centauro raggiunge, insieme al
cacciatorpediniere Sebenico, la
motonave Fabio Filzi (in arrivo da
Trapani con la scorta dei cacciatorpediniere Saetta ed Antoniotto
Usodimare) e ne assume la scorta.
23 novembre 1941
Il convoglio arriva a
Tripoli alle 14.
26 novembre 1941
Salpa da Tripoli alle
20, scortando lo Spezia ed il
rimorchiatore Max Barendt.
29 novembre 1941
Le tre navi giungono
a Bengasi alle otto del mattino.
30 novembre 1941
Parte da Trapani alle
18.15 scortando il piroscafo Bolsena,
diretto a Tripoli.
1° dicembre 1941
Centauro e Bolsena arrivano a
Tripoli alle 15.
8 dicembre 1941
La Centauro parte da Bengasi alle 19.30,
per scortare a Taranto la motonave Sebastiano
Venier, avente a bordo 2000 prigionieri del Commonwealth. Le due navi
imboccano la rotta di levante e passano molto lontane da Malta, in modo da
restare al di fuori del raggio operativo dei suoi aerei.
Già dal 5
dicembre, “ULTRA” ha decrittato
comunicazioni italiane dalle quali i britannici apprendono che la Venier sarebbe partita da Bengasi alle
18 del 7 per tornare in Italia, quindi (7 dicembre) che a scortarla dovrebbe
essere la Centauro, ed infine (l’8
dicembre stesso) che la partenza è prevista per le 18 dell’8, con la scorta
della Centauro, per Taranto ed ad una
velocità di 16 nodi. “ULTRA” non sa però che la nave è carica di prigionieri:
questo i britannici lo apprenderanno solo a posteriori, il 10 dicembre.
9 dicembre 1941
Alle 14.25 le due
navi vengono avvistate dal sommergibile britannico Porpoise (capitano di corvetta Edward Fowle Pizey), che alle 14.35,
in posizione 36°48’ N e 21°39’ E, lancia quattro siluri da 1100 metri contro di
esse.
La Venier viene colpita a poppa da un
siluro, cinque miglia a sud di Navarino; con il timone inutilizzabile, il
mercantile cerca di raggiungere la costa ma è in balia del mare grosso. A causa
del mare grosso, inoltre, la Centauro,
dopo aver dato infruttuosa caccia al Porpoise
(22 bombe di profondità lanciate dalle 14.40 alle 15.30, nessuna delle quali
scoppiata vicino al sommergibile), non può assistere la Venier né recuperare gli uomini che si sono gettati in mare, ed è
costretta a rifugiarsi nel porto più vicino.
Alle 16 vengono
inviati sul posto anche i cacciatorpediniere Ascari e Carabiniere, ma
il maltempo manda la motonave ad incagliarsi perso Capo Methoni (Grecia), dove
andrà poi perduta. Muoiono 11 italiani e 309 prigionieri.
14 dicembre 1941
Centauro e Clio raggiungono
verso le 7 del mattino, nello stretto di Messina, la IX Divisione Navale
(corazzate Littorio e Vittorio Veneto) che sta rientrando a
Taranto dopo l’annullamento dell’operazione di traffico «M. 41». Le due
torpediniere svolgono scorta antisommergibile, in rinforzo alla XIII
Squadriglia Cacciatorpediniere (Granatiere,
Bersagliere, Fuciliere, Alpino); anche
alcuni idrovolanti CANT Z forniscono scorta antisommergibile, mentre aerei da
caccia forniscono scorta contro eventuali attacchi aerei.
Alle 9 del mattino,
però, le due corazzate avvistano sulla sinistra delle scie di siluri, lanciati
dal sommergibile britannico Urge; né
gli aerei né le siluranti della scorta si sono accorte della sua presenza, o
del lancio dei siluri. L’Urge
(capitano di corvetta Edward Philip Tomkinson) ha avvistato la formazione
italiana, che procede verso sud a 17 nodi, alle 8.40, ed alle 8.58 ha lanciato quattro
siluri da 2740 metri
contro la corazzata di coda.
Nonostante la
contromanovra, la Vittorio Veneto
viene colpita da un siluro e subisce seri danni, con 40 vittime tra
l’equipaggio; alcune delle siluranti le forniscono assistenza, mentre altre
scortano la Littorio che si allontana
rapidamente dal luogo dell’attacco. Alcune danno per mezz’ora la caccia all’Urge, con 40 bombe di profondità ma
senza risultato.
La Vittorio Veneto è presto in grado di
proseguire ad alta velocità (21 nodi, poi saliti a 23,5) nonostante i danni;
durante la navigazione si verificano altri allarmi per sommergibili e si ha
anche l’erronea impressione che un gruppo di aerosiluranti si stia dirigendo
verso la IX Divisione, ma non alla fine non succede niente. Alle 10.50 si
uniscono alla scorta i cacciatorpediniere Maestrale,
Alfredo Oriani e Vincenzo Gioberti della X Squadriglia e Corazziere, provenienti da Taranto; alle 17, in seguito all’arrivo da
Taranto delle Squadriglie Cacciatorpediniere XI (Aviere, Geniere, Camicia Nera, più il Carabiniere) e XIV (Ugolino Vivaldi e Antonio Da
Noli) come ulteriore rinforzo, Centauro
e Clio lasciano la scorta e
raggiungono Messina.
Le due corazzate
arriveranno a Taranto in serata.
1942
La residua
mitragliera binata da 13,2/76 mm viene eliminata, mentre sono installate
quattro mitragliere singole Scotti-Isotta Fraschini 1939 da 20/70 mm.
9 marzo 1942
La Centauro, la gemella Polluce ed il cacciatorpediniere Antoniotto Usodimare (caposcorta)
salpano da Trapani per Tripoli alle 17, scortando la moderna motonave Luciano Manara. La Centauro deve tornare indietro per avaria (per altra fonte, viene
danneggiata al largo di Pantelleria da attacchi di aerei di Malta).
Alle 23.30, al largo
di Pantelleria, il convoglio è attaccato da aerosiluranti, che colpiscono la Manara a prua con un siluro; mantiene
però una buona galleggiabilità e potrà essere rimorchiata a Palermo.
15 marzo 1942
Alle 18 la Centauro si unisce alla torpediniera Generale Antonio Cantore nella scorta
del piroscafo tedesco Trapani, in
navigazione da Tripoli a Trapani.
16 marzo 1942
Il convoglio giunge a
Trapani alle 5.45.
3 aprile 1942
La Centauro salpa da Messina alle 00.30
insieme ai cacciatorpediniere Emanuele
Pessagno, Folgore e Premuda, per scortare a Tripoli le
moderne motonavi Monviso e Nino Bixio nell’ambito dell’operazione
di traffico «Lupo». Alle cinque del mattino il Premuda lascia il convoglio.
Tre ore dopo, una
sessantina di miglia ad est di Capo Murro di Porco, il convoglio che comprende la
Centauro si unisce – come
prestabilito – ad un secondo proveniente da Taranto e composto dalle motonavi Lerici ed Unione, scortate dai cacciatorpediniere Antonio Pigafetta (caposcorta), Antonio
Da Noli ed Euro e dalla
torpediniera Pallade. Si forma così
un unico convoglio, che imbocca una rotta che passa a 110 miglia da Malta per
raggiungere Tripoli.
Al tramonto si
aggregano al convoglio anche le motonavi Gino
Allegri e Monreale, provenienti
da Augusta con la scorta dei cacciatorpediniere Freccia e Nicolò Zeno.
4 aprile 1942
Il convoglio viene
avvistato da ricognitori britannici e sottoposto a diversi attacchi aerei, ma
non subisce alcun danno e giunge a Tripoli tra le 9 e le 10.30.
11 aprile 1942
La Centauro lascia Tripoli alle 19
scortando la Gino Allegri, di ritorno
a Napoli.
12 aprile 1942
Nella notte le due
navi, avvistate da ricognitori avversari, vengono dirottate su Messina, anche a
seguito della segnalazione della presenza in zona di un sommergibile (di cui la
Centauro è stata informata alle 12.30
dal Premuda).
13 aprile 1942
Centauro ed Allegri arrivano a
Napoli alle 10.30.
18 aprile 1942
La Centauro parte da Napoli alle 23 insieme
al cacciatorpediniere Folgore
(caposcorta) per scortare a Tripoli la nave cisterna Panuco.
20 aprile 1942
Alle 23.35 il
convoglio, trovandosi una quarantina di miglia a sud di Lampedusa, viene
attaccato da aerosiluranti, ma nessuna nave viene colpita.
21 aprile 1942
Raggiunto dalla
torpediniera Generale Carlo Montanari,
inviata da Tripoli, il convoglio giunge a destinazione alle 14.30.
22 aprile 1942
Alle 21 la Centauro e la gemella Pallade salpano da Tripoli scortando il
convoglio «K», diretto a Napoli e formato dalle motonavi Vettor Pisani e Ravello.
23 aprile 1942
Alle 17 si uniscono
alla scorta i cacciatorpediniere Antonio
Pigafetta (che diviene caposcorta) e Nicolò
Zeno, distaccati dalla scorta del convoglio «C» in navigazione su rotta
opposta. Il convoglio «K» subisce attacchi di bombardieri ed aerosiluranti, ma
nessuna nave è colpita.
24 aprile 1942
Il convoglio «K»
arriva a Napoli alle 11.30.
27 aprile 1942
La Centauro riparte da Tripoli alle 13,
facendo parte della scorta del convoglio «Italia» diretto a Napoli: lo
compongono le motonavi Reginaldo Giuliani
e Reichenfels (tedesca) e lo scortano
la Centauro, il Folgore e la Pallade.
Al largo di
Pantelleria, il convoglio «Italia» incontra il convoglio «Genova», diretto da
Palermo a Tripoli con la nave cisterna Saturno
ed il piroscafo San Luigi scortati
dalle torpediniere Cigno
(caposcorta), Castore e Lince: qui, come previsto, avviene un
parziale scambio di scorte; la Centauro
e il Folgore passano al convoglio «Genova»
(del quale il Folgore diviene
caposcorta), mentre Cigno e Lince passano al convoglio «Italia».
28 aprile 1942
A causa del maltempo,
le navi del convoglio «Genova» devono ridossarsi a Pantelleria durante la
mattina, poi proseguono alla volta di Tripoli.
La Castore recupera alcuni superstiti di
due aerei, uno italiano e l’altro tedesco, caduti in mare.
29 aprile 1942
Alle 9.37, in
posizione 35°57’ N e 11°55’ E, il convoglio viene attaccato – o almeno così si
ritiene – da un sommergibile, contro il quale la Centauro lancia sei bombe di profondità; si unisce alla caccia
anche la Castore.
Alle 15.41, in
posizione 35°12’ N e 12°20’ E, si verifica un altro presunto attacco di
sommergibile; è di nuovo la Centauro
ad attaccare, con il lancio di 6 pacchetti di bombe di profondità. Questa volta
vengono anche a galla alcuni rottami, che vengono recuperati, inducendo a
ritenere di aver affondato l’attaccante. In realtà, tuttavia, dall’esame della
documentazione postbellica non risulta che nessun sommergibile nemico si
trovasse nelle vicinanze del convoglio durante questo attacco o quello
precedente: appare dunque probabile che i due “attacchi” fossero in realtà
illusori, frutto di apprezzamenti errati (per esempio, scie di cetacei
scambiate per scie di siluri, una evenienza abbastanza frequente in tempo di
guerra). Un esame dei rottami recuperati dalla Centauro rivelerà infatti che sono di origine tedesca; probabilmente
la torpediniera aveva localizzato e bombardato, credendolo un sommergibile, il
relitto di una nave tedesca affondata qualche tempo prima.
30 aprile 1942
Il convoglio «Genova»
entra a Tripoli a mezzogiorno.
6 maggio 1942
La Centauro (caposcorta) e la vecchia
torpediniera Generale Marcello Prestinari salpano da Tripoli alle 19
scortando la motonave Lerici.
7 maggio 1942
Alle 17.40 la Prestinari lascia la scorta.
8 maggio 1942
Centauro e Lerici arrivano a
Napoli alle 8.45.
20 giugno 1942
La Centauro salpa da Napoli per Tripoli
alle 2.30 (od alle 2), scortando, insieme ai cacciatorpediniere Nicoloso Da Recco (caposcorta, capitano
di vascello Aldo Cocchia) e Strale
(capitano di corvetta Maresca), le motonavi Rosolino
Pilo e Reichenfels (tedesca),
aventi a bordo in tutto 638 tonnellate di carburante, 7117 di altri materiali,
376 veicoli, 4 carri armati e 290 uomini. Il convoglio segue una rotta che
passa tra la Tunisia e l’isola di Zembra, passa a circa un miglio da Capo Bon e
percorre il Caale di Sicilia.
21 giugno 1942
Fino alle 00.47 il
convoglio mantiene la prua sul faro di Capo Bon (rilevamento 88°) con Da Recco in testa, seguito da Reichenfels al centro e Pilo in coda in linea di fila, con lo Strale in scorta laterale sulla dritta e
Centauro in scorta laterale sulla
sinistra, a circa 700
metri dalle due motonavi. A quell’ora, però, il
caposcorta ordina di passare a rilevamento 68° ed ordina allo Strale di accostare a sinistra per non
passare troppo vicino alla costa; il cacciatorpediniere, tuttavia (che ha
ufficiali inesperti ed un comandante alla sua prima missione dopo lungo impiego
a terra), accosta invece a dritta e, all’una di notte, s’incaglia su una secca
presso Ras el Ahmar, a 3 km
dalla rotta che avrebbe dovuto seguire.
La Centauro viene distaccata per
assisterlo, fino all’arrivo della gemella Cigno
e di due rimorchiatori i quali tuttavia non riusciranno a disincagliare lo Strale: il cacciatorpediniere dovrà
essere considerato perduto. La Centauro
recupera 136 dei 223 uomini che compongono l’equipaggio dello Strale, mentre gli altri rimangono a
bordo per i vani tentativi di disincaglio.
Il convoglio,
proseguito con la scorta del solo Da
Recco, subirà la perdita del Reichenfels
per opera di aerosiluranti.
10 luglio 1942
La Centauro svolge una ricognizione della
costa presso Ras Dagardù (Tunisia) in preparazione della posa di uno
sbarramento di mine in quelle acque (Canale di Sicilia), poi si reca a Trapani
dove si unisce alle due unità assegnate alla posa, la cisterna militare Volturno (122 mine) ed il
cacciatorpediniere Lanzerotto Malocello
(104 mine). L’operazione è prevista per l’11 luglio, ma dev’essere rimandata a
causa del maltempo.
18 luglio 1942
Centauro, Volturno e Malocello partono da Trapani alle 11.30
per effettuare la posa. Una volta salpata, la Centauro accelera e dirige per il punto prestabilito «T», un
chilometro ad est di Ras Dagardù, per individuarlo con esattezza prima che cali
il buio, e poi attendere lì, alla fonda (simulando un’avaria), l’arrivo delle
altre due navi.
Alle 14.45, tuttavia,
tutte e tre le unità ricevono ordine di tornare a Trapani: la posa è sospesa,
per motivazioni di natura politica (ossia la volontà tedesca di non urtare la
suscettibilità della Francia di Vichy, cui appartiene anche la Tunisia).
21 luglio 1942
La Centauro rileva a Trapani la vecchia
torpediniera Giuseppe Dezza nella
scorta del piroscafo Paolina,
proveniente da Palermo (dov’è giunto da Napoli) e diretto a Tripoli.
22 luglio 1942
Le due navi sostano a
Pantelleria.
23 luglio 1942
Al largo di Ras
Mahur, la Centauro è sostituita a sua
volta dalla torpediniera Orione.
24 luglio 1942
La Centauro parte da Trapani a mezzogiorno
per scortare a Tripoli il piroscafo Argentea,
con 1109 tonnellate di rifornimenti. Le due navi seguono la rotta di ponente.
25 luglio 1942
La Centauro lascia la scorta alle cinque
del mattino, sostituita dalla torpediniera Generale
Carlo Montanari uscita da Tripoli (dove arriverà indenne l’indomani).
26 luglio 1942
Parte da Napoli alle
15 scortando il piroscafo Ogaden,
diretto a Tripoli.
27 luglio 1942
Il convoglio arriva a
Messina e vi sosta.
28 luglio 1942
Centauro ed Ogaden ripartono da
Messina alle 14.
31 luglio 1942
Le due navi arrivano
a Tripoli alle 10.30.
1° agosto 1942
Parte da Tripoli alle
18.30 scortando il piroscafo Amsterdam,
diretto a Napoli con 2000 prigionieri.
3 agosto 1942
Centauro ed Amsterdam arrivano
a Napoli alle 20.30.
3 settembre 1942
La Centauro, insieme alle torpediniere Ardito e Giuseppe Dezza ed al cacciatorpediniere Folgore, viene inviata a dare assistenza alla motonave Monti, danneggiata da aerosiluranti
durante la navigazione da Messina a Bengasi e rimorchiata dalla torpediniera Giuseppe Sirtori verso Fiumara
Condoianni (Gerace) dove verrà fatta incagliare. Sarà possibile, dopo aver
tamponato la falla, rimorchiare il mercantile a Messina, dove giungerà alle 16
del 10 agosto.
18 settembre 1942
La Centauro salpa da Taranto alle 18.50,
scortando, insieme al cacciatorpediniere Antonio
Da Noli ed alle torpediniere Pallade
e Ciclone, la motonave Monginevro diretta a Bengasi (carica di
650 tonnellate di munizioni, 2354 di benzina e lubrificanti, 162 autoveicoli e
tre carri armati, oltre a 82 militari di passaggio).
19 settembre 1942
Alle sette il
convoglio cui appartiene la Centauro
si unisce ad un altro, proveniente da Brindisi, composto dalla motonave Apuania con la scorta dei
cacciatorpediniere Freccia (capitano
di fregata Minio Paluello, che diviene caposcorta del convoglio unico) e Nicolò Zeno e della torpediniera Calliope. Il convoglio segue le rotte
costiere della Grecia Occidentale.
20 settembre 1942
Dopo aver superato
indenne degli attacchi di bombardieri durante la notte, all’alba il convoglio
viene attaccato anche dal sommergibile Taku,
che lancia una salva di siluri contro le motonavi; le armi vengono però evitate
con la manovra.
Alle 17 il convoglio
raggiunge indenne Bengasi.
20 settembre 1942
Centauro, Pallade, Freccia (caposcorta), Da Noli e Zeno lasciano Bengasi alle 17 per scortare a Patrasso (e poi a
Brindisi) la motonave scarica Sestriere.
21 settembre 1942
La Centauro lascia la scorta e dirige per
Suda, dove giunge alle 20.15.
2 ottobre 1942
In mattinata la Centauro e la gemella Circe assumono la scorta dei
cacciatorpediniere Ascari e Mitragliere e delle cisterne Tirso, Sesia e Scrivia, di
ritorno a Trapani dopo la posa, presso il Banco Avventura (Canale di Sicilia),
dello sbarramento di mine «S 61». Le due torpediniere si portano in posizione
di scorta ravvicinata alle 8.40, dieci minuti dopo il completamento della posa,
e ricevono libertà di manovra alle 10.40.
6 ottobre 1942
La Centauro parte da Palermo alle 13.30,
scortando il piroscafo Arlesiana
diretto a Tripoli.
7 ottobre 1942
Alle 7 la Centauro lascia la scorta dell’Arlesiana, che raggiungerà Tripoli due
giorni dopo.
8 ottobre 1942
Alle 16 la Centauro raggiunge il piroscafo Sirio, in navigazione da Sfax a Napoli,
e ne assume la scorta.
10 ottobre 1942
Alle 7.30 la Centauro lascia la scorta del Sirio, che arriverà a Napoli l’indomani.
18 ottobre 1942
Alle ore 20 la Centauro (capitano di corvetta Luigi
Zerbi) si unisce fuori Trapani alla scorta (cacciatorpediniere Antonio Pigafetta – caposcorta –, Antonio Da Noli, Ascari, Giovanni Da
Verrazzano, Alfredo Oriani e Vincenzo Gioberti) del convoglio «D»,
formato dai piroscafi Capo Orso, Beppe e Titania e dalla nave cisterna Saturno,
in navigazione da Napoli a Tripoli. La Centauro
sostituisce la vecchia torpediniera Nicola
Fabrizi, che raggiunge invece Trapani.
Nelle giornate del 18
e 19 ottobre, fino anche alle prime ore notturne, il convoglio gode anche di
una forte scorta aerea. La sera del 18, e nella prima metà della notte
seguente, vegono avvertiti rumori di aerei (nemici) in volo e sono avvistate
delle cortine di bengala che si accendono a poppavia delle navi, il che
indicava che il convoglio è stato localizzato e seguito dalle forze avversarie.
In realtà la
“scoperta” è ancora antecedente; il 18 ottobre le decrittazioni di “ULTRA”
hanno permesso ai comandi britannici di sapere di date, porti ed orari di
partenza e di arrivo del convoglio, così questi hanno inviato ricognitori per
trovare e seguire il convoglio , e disposto la formazione di uno sbarramento
costituito dai sommergibili P 37 (poi
Unbending), P 42 (poi Unbroken), P 44 (poi United), P 211 (poi Safari) ed Utmost.
19 ottobre 1942
La Centauro lascia la scorta alle 9.25, inviata
a dare caccia preventiva contro un sommergibile la cui presenza è stata
segnalata da Supermarina; viene rimpiazzata dalla gemella Sagittario. Poche ore dopo il convoglio sarà attaccato a più
riprese da aerei e sommergibili, che causeranno la perdita dei piroscafi Beppe e Titania e del cacciatorpediniere Da Verrazzano.
22 ottobre 1942
La Centauro salpa da Trapani per scortare i
piroscafi Algerino (partito da
Trapani alle 15.20) ed Emilio Morandi
(partito da Trapani alle 17.15), in navigazione da Trapani a Tripoli. La Centauro è caposcorta, mentre la gemella
Cigno effettua pattugliamento a
supporto della scorta.
25 ottobre 1942
L’Emilio Morandi giunge a Tripoli alle
21.10.
26 ottobre 1942
L’Algerino giunge a Tripoli alle tre di
notte.
2 novembre 1942
La Centauro salpa da Tripoli alle 15,
scortando il piroscafo Capo Orso
diretto a Bengasi.
3 novembre 1942
Alle due di notte, a
cinque miglia da Misurata, le due navi sono infruttuosamente attaccate da
aerei.
4 novembre 1942
Le due navi giungono
indenni a Bengasi alle 7.30.
La XI Squadriglia Torpediniere nel maggio 1938: dall’alto verso il basso, Climene, Centauro, Castore e Cassiopea) |
L’affondamento
La battaglia di El
Alamein, iniziata il 23 ottobre 1942, segnò l’inizio della fine per le forze
dell’Asse in Nordafrica: da allora in avanti, esse non poterono che
indietreggiare dinanzi all’avanzata delle soverchianti forze dell’VIII Armata
britannica.
A inizio novembre,
mentre la battaglia volgeva al termine (si sarebbe conclusa il 5 novembre,
lasciando sul terreno 9000 morti e 15.000 feriti italo-tedeschi, più 35.000
prigionieri nelle mani dei britannici), diveniva via via più evidente che
Bengasi, e tutta la Cirenaica, sarebbero state le prime a cadere in mano
britannica: ciò avvenne infatti il 20 novembre.
Mentre gli ultimi
convogli raggiungevano il maggiore porto della Cirenaica, la Royal Air Force
andò martellando Bengasi con incursioni aeree sempre più frequenti: tra il 4 ed
il 6 novembre 1942 furono affondate nel porto di Bengasi la nave cisterna Portofino (con tutto il suo carico di
carburante appena arrivato dall’Italia), il piroscafo Etiopia (anch’esso bruciato col suo carico di benzina in fusti), il
cacciasommergibili Selve, la piccola
cisterna costiera Lombardi, il
dragamine ausiliario DM 37 Mars.
Ad aprire la serie
degli affondamenti fu proprio la Centauro,
il 4 novembre 1942. Tra mezzogiorno e l’una del pomeriggio, mentre la nave si
trovava ormeggiata alla testata del Molo Sottoflutto nel porto di Bengasi, si
verificò un’incursione di bombardieri britannici sulla città. Una bomba colpì
la Centauro a centro nave, scoppiando sotto il ponte di coperta e scatenando un
incendio. L’equipaggiò lottò vanamente per arginare le fiamme, ma l'incendio divenne sempre più violento, e poco dopo un’altra salva di bombe cadde presso la torpediniera, che si abbatté sul lato sinistro ed affondò nelle acque del porto.
Persero la vita un
ufficiale e 33 tra sottufficiali e marinai.
Le vittime:
Vincenzo Ambrosio, sottocapo cannoniere,
deceduto
Alessandro Bazzi, marinaio fuochista, disperso
Bruno Bonso, marinaio motorista, disperso
Angelo Cabella, marinaio, disperso
Umberto Calcagno, sergente cannoniere,
deceduto
Giuseppe Antonio Callipo, marinaio, disperso
Vincenzo Campanile, marinaio fuochista,
disperso
Luigi Cardani, secondo capo meccanico,
disperso
Giorgio Cetica, marinaio fuochista, disperso
Andrea Cupido, secondo capo meccanico,
disperso
Salvatore Currò, sergente cannoniere, deceduto
Domenico De Pietro, sottocapo
radiotelegrafista, disperso
Raffaele Di Carlo, sottocapo cannoniere,
disperso
Vincenzo Di Criscito, marinaio cannoniere,
disperso
Giovanni Forbice, sergente cannoniere,
deceduto
Domenico Galluzzo, sergente silurista,
deceduto
Adello Incagnoli, secondo capo furiere,
deceduto
Vittorio Invernizzi, marinaio fuochista,
disperso
Vittorio Leo, marinaio fuochista, disperso
Domenico Maestrale, marinaio cannoniere,
disperso
Renato Marini, sergente cannoniere, disperso
Nino Modelli, sottocapo radiotelegrafista,
disperso
Franco Novati, marinaio fuochista, disperso
Florindo Paci, sottocapo cannoniere, disperso
Alfonso Panizza, marinaio motorista, disperso
Aldo Pedersani, marinaio fuochista, disperso
Marco Perra, sergente cannoniere, deceduto
Alfonso Pisani, aspirante guardiamarina,
deceduto
Vincenzo Romita, sottocapo torpediniere,
disperso
Argentino Scarpa, marinaio, deceduto
Giacomo Sgoifo, sottocapo meccanico, deceduto
Olivo Sirtoli, marinaio fuochista, disperso
Dante Talanga, marinaio meccanico, deceduto
Gilmo Trivellato, marinaio fuochista, disperso
Il marinaio fuochista Olivo Sirtoli, 22 anni, da Gorle, morto sulla Centauro (da “Gorle, la sua storia” di Giovanni Beretta, via Rinaldo Monella e www.combattentibergamaschi.it) |
Io sono il luogotenente della Marina Militare in congedo Vincenzo AMBROSIO, nipote del Sottocapo cannoniere Vincenzo AMBROSIO, deceduto IL 6 NOVEMBRE 1942 nel porto di Bengasi. sono stato imbarcato, per una pura casualita' su Nave CENTAURO, nel 1980. Io, sono stato la continuazione della sua vita. Ciao zio Vincenzo. Ci incontreremo nell'altra dimensione.Come si fa a non credere al destino.
RispondiEliminaBuonasera a tutti, mio nonno fu tra i superstiti delle torpediniera centauro.
RispondiEliminaSo che ogni nave ha il suo motto, potete indicarmi quello della centauro?
Grazie mille
Buonasera, in realtà non tutte le unità della Regia Marina avevano un motto; le torpediniere classe Spiga non so se lo avessero. Quello della Centauro, se lo aveva, non lo conosco...
EliminaBuongiorno, mio nonno era meccanico di mitragliera sulla centauro, come posso avere la lista completa degli imbarcati al momento del’affondamento?
RispondiEliminaBuongiorno, può provare a scrivere all'Ufficio Storico della Marina Militare, a ufficiostorico@marina.difesa.it
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