L’Antonio Landi era un motoveliero da
carico, un brigantino goletta da 128,51 tsl e 101 tsn, lungo 29,1 metri, largo
7,28 e pescante 2,9.
Costruito nel 1906
dal cantiere F. Gori di Viareggio come veliero ‘puro’ (successivamente
trasformato in motoveliero con l’installazione di un motore a due cilindri da
52 HP nominali, prodotto dalla S.A.T.I.M.A. di Trieste), in origine si era
chiamato Marina, nome successivamente
cambiato in Denia e poi Teresa, ma già prima del 1930 aveva
assunto il suo nome definitivo.
Appartenente
all’armatore Antonio Fragiacomo & Soci di Pirano d’Istria (che nel 1933
l’aveva acquistato da Andrea Ruzzier & C. di Trieste, il quale lo aveva a
sua volta comprato l’anno precedente da Luigi Zarotti & C., anche lui
triestino), era iscritto con matricola 53 al Compartimento Marittimo di
Trieste.
Alle 12 del 21 marzo
1941 l’Antonio Landi venne requisito
a San Giovanni di Medua (Albania) dalla Regia Marina, che lo iscrisse con sigla
V 230 nel ruolo del naviglio
ausiliario dello Stato, facendone una vedetta foranea. Già il 5 giugno 1941,
però, la nave venne derequisita e radiata dal ruolo del naviglio ausiliario
dello Stato, dalle ore 8.
Il 3 aprile 1942 il
motoveliero era in navigazione da Venezia a Durazzo, quando urtò una mina –
probabilmente italiana – al largo di Punta Platamoni (vicino a Cattaro) ed
affondò nel punto 42°18’ N e 18°42’ E.
Vi fu una vittima tra
l’equipaggio: il marittimo Andrea Apollonio, piranese.
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